SE LA CRISI ECONOMICA COLPISSE LA SATA DI MELFI?

Il periodo è di quelli nei quali si è ancora con la testa in fase di relax, in fase di vacanza, legittimamente e, in maniera sacrosanta, con la mente volutamente lontana dai problemi che, per un anno intero, hanno fatto sentire il loro peso. E la stucchevole polemica sull’uscita di Enrico Letta sulla Grecia e sulla Basilicata, diciamolo pure, è un effetto collaterale di questa fase di rilassamento estivo. Anche perché, in fin dei conti, Letta non ha assolutamente detto nulla di più scontato e vero: i piccoli numeri della Basilicata, da un punto di vista di “peso politico”, sono veramente insignificanti. E faremmo bene a tenere conto di questo particolare per nulla trascurabile, per motivi che, a breve, andremo a definire. Siamo una regione che rappresenta appena l’ 1 % dell’intera popolazione italiana. Ma chissà perché, quando si parla della nostra regione, si riesce sempre ad ignorare (volutamente, viene il sospetto) il fatto che questa regione, insignificante da un punto di vista numerico, contribuisce per oltre il 7 % al fabbisogno energetico nazionale!!! E senza ricevere, per questo, nessuna giusta contropartita… ma anche qui, forse per aver più volte ribadito questo concetto dalle pagine di questo blog, la questione diventa noiosa!!! Ritornando al problema della Crisi economica mondiale, possiamo dire che, a conti fatti, chi risente maggiormente di questa crisi, sono proprio quelle aree geopolitiche più deboli (la Grecia per l’Europa e la Basilicata per l’Italia). E se ci riferiamo alla precedente riflessione postata sul blog un paio di giorni fa proprio dal sottoscritto, nel quale si riportava, in maniera molto esemplificata, una teoria di John Maynard Keynes, secondo il quale una politica economica di tagli alla spesa pubblica non porta quei giovamenti che, secondo chi applica i tagli, dovrebbero portare. Ma non mi dilungo su questa questione, perché l’intervista di cui parlo, e che risale al 1933, è leggibile al seguente link. Voglio riportare la riflessione precedente:

Quando hai sempre gli stessi soldi in tasca (sono un fortunato, ho uno stipendio) e la vita comincia a costare sempre di più, e le tasse assottigliano il tuo budget finanziario, cominci a fare anche tu dei tagli… cominci dal superfluo (tipo la pizza che vai a fare ogni tanto), o il caffè con cornetto al bar, o, magari una camicia o un jeans in meno… e via di questo passo. Ci sarà una pizzeria
che non incasserà più il mio “contributo”… altrettanto dicasi per il bar o il negozio di abbigliamento. E se il tutto avviene per ogni altro cittadino come me, probabilmente, la pizzeria, il bar e il negozio di abbigliamento cominceranno ad avere un calo di reddito…. e dovranno tagliare anche loro… magari licenziando il pizzaiolo, o il cameriere o la commessa. E via via ci sarà un effetto domino. Non lo dico io, ma l’aveva già detto Keynes qualche anno fa. E, probabilmente, la cancelliera Merkel vedrà gli effetti del rigore applicato nel resto d’Europa, anche nel suo paese, e tra non molto. La Opel già annuncia, causa il calo della richiesta, una riduzione di orari con la settimana corta.
Ma chissà… quando non ci saranno più tozzi di pane per la maggioranza… qualcosa potrà muoversi!!!!

Da questo post del sottoscritto su Facebook ne è nata una serie di botta e risposta con l’amico Danilo Carbone che, intelligentemente, provava a spostare la questione nell’ambito locale. Semplicemente sottolineando, anche lui, l’esiguità dei “numeri” della Basilicata rispetto al panorama nazionale. E proprio pensando a questa esiguità di numeri (580.000 abitanti, da un punto di vista di “peso politico”, sono davvero poco significativi per scelte politiche che vengono prese altrove) si poneva, sul tavolo della discussione, una eventualità, neppure tanto remota, che il vortice della crisi mondiale e nazionale potesse vedere coinvolta una struttura come la SATA di San Nicola di Melfi (che non si può dire navighi in buone acque, attualmente, visto il “funzionamento” intermittente degli ultimi tempi). Ed in una situazione più profonda di crisi, uno come Sergio Marchionne, ci metterebbe pochissimo tempo  a prendere la decisione di “chiudere bottega”. E un evento di tale portata, la chiusura di una fabbrica compreso l’indotto… cosa pensiamo che possa provocare, ad una piccola Regione come la nostra, sia da un punto di vista occupazionale, sia da un punto di vista di struttura del tessuto economico-industriale? E se riflettiamo sul fatto che la classe Politica e, aggiungerei, Sindacale di questa regione ha dimostrato più volte di non avere, tra le sue peculiarità, la LUNGIMIRANZA… come possiamo pensare che una eventualità del genere possa essere affrontata?
Ecco! La questione è bella e posta, sul tavolo delle discussioni. E mi trovo d’accordo con l’amico Danilo (uso le sue parole):

Dobbiamo trovare la chiave, saper trovare le ragioni di coesione, sollecitare chi vede questa cosa distante ma, data appunto la dimensione di quella fabbrica e del suo indotto, nessun lembo della Basilicata sarà esentato da ripercussioni.”[…]”In parte perché Marchionne può tranquillamente fregarsene delle «pulci» lucane e in parte perchè la dimensione della crisi di quello stabilimento non ha paragoni, per dimensione, a qualsiasi altro episodio di crisi possa scatenarsi sul territorio lucano.

Il Ragionamento mi trova d’accordo su tutta la linea. E sarebbe ora di cominciare a muoversi perché tutte le forze di questa regione, indipendentemente dal colore politico, si siedano attorno ad un tavolo e comincino a pensare ad una possibile “Exit Strategy” da una situazione estremamente pericolosa, se non addirittura mortale, per il già debolissimo tessuto produttivo della Basilicata.
Voglio concludere questa riflessione ancora una volta utilizzando le parole del mio amico Danilo:

«Secondo me una discussione sul futuro della SATA ci sta. Proprio perché chiunque, in Basilicata, è praticamente irrilevante per Marchionne, noi lucani abbiamo la possibilità di affrontare una vertenza unitaria e unificante. Dispiace che sia solo perchè non sembrano possibili significativi opportunismi individuali ma potremmo avere, una volta tanto, l’occasione di comportarci da “popolo lucano”. Sarà per quelli che ci lavorano nello stabilimento, per quelli che lavorano nell’indotto, per i tanti […] che a quegli uomini e quelle donne danno un servizio e per la dignità di tutti noi. Perchè in una Regione marginale di una Nazione destinata alla marginalizzazione potremmo essere tra quelli che più di tutti pagano.»

Antonio Bevilacqua.

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Economia spicciola.

Quando hai sempre gli stessi soldi in tasca (sono un fortunato, ho uno stipendio) e la vita comincia a costare sempre di più, e le tasse assottigliano il tuo budget finanziario, cominci a fare anche tu dei tagli… cominci dal superfluo (tipo la pizza che vai a fare ogni tanto), o il caffè con cornetto al bar, o, magari una camicia o un jeans in meno… e via di questo passo. Ci sarà una pizzeria che non incasserà più il mio “contributo”… altrettanto dicasi per il bar o il negozio di abbigliamento. E se il tutto avviene per ogni altro cittadino come me, probabilmente, la pizzeria, il bar e il negozio di abbigliamento cominceranno ad avere un calo di reddito…. e dovranno tagliare anche loro… magari licenziando il pizzaiolo, o il cameriere o la commessa. E via via ci sarà un effetto domino. Non lo dico io, ma l’aveva già detto Keynes qualche anno fa. E, probabilmente, la cancelliera Merkel vedrà gli effetti del rigore applicato nel resto d’Europa, anche nel suo paese, e tra non molto. La Opel già annuncia, causa il calo della richiesta, una riduzione di orari con la settimana corta.
Ma chissà… quando non ci saranno più tozzi di pane per la maggioranza… qualcosa potrà muoversi!!!!

Una città differente.


Qualche giorno fa ho letto di un accordo tra Sindaco Santarsiero e Ferrovie Appulo Lucane per un investimento teso al miglioramento del servizio all’interno della Città di Potenza (sistema metropolitano) oltre all’eliminazione di passaggi a livello che tanti disagi creano alla viabilità cittadina. E’ una buona iniziativa, senza dubbio. Ma Comunità Lucana ha progetti e programmi per una città di Potenza differente (oltre che una regione differente). A breve le nostre idee su una città a misura di cittadino e, soprattutto, con un “Piano regolatore della qualità della vita”!!! Ma non solo.

UNA POSSIBILITA’.

Quante gocce di sudore (non necessariamente metaforico) per mettere su la macchina organizzativa di una raccolta firme per un referendum (o per una legge di iniziativa popolare)… quanto impegno profuso per battaglie di civiltà e democrazia. E, poi, il raggiungimento del risultato (magari 500.000 firme) e la gioia per questo importante traguardo raggiunto!!! E dopo? Dopo ci mettono poco ad aggirare l’ostacolo legiferando, magari, in modo tale da rendere quasi inutili quelle gocce di sudore e quell’impegno profuso a piene mani da decine, centinaia di persone che non ci stanno a “subire” l’arroganza del potere arroccatosi nei palazzi e incurante delle istanze dei cittadini.
Sarò bastian contrario, ma ritengo queste battaglie una specie di lotta contro i mulini a vento. Non contenti di delegare la nostra vita a qualcuno che della nostra vita ha più volte dimostrato di fregarsene allegramente, ci inventiamo altri sistemi per “delegare” ad altri!!! Sia chiaro: Si tratta di battaglie sacrosante, di espressioni di democrazia importanti!!! Ma la democrazia, se mi è consentito, è ANCHE questo… ma NON SOLO!!! E, se ci pensiamo bene, 500.000 (o 1.000.000) di persone che si recano presso dei banchetti (o in Municipio) ad apporre una firma in calce ad un Quesito Referendario o una Proposta di legge Popolare, se pure sono messi in condizione di esercitare un proprio diritto, non sono, tutto sommato, in condizione di fare tutto ciò che va fatto per la democrazia e per i diritti!!! Infatti anche questo è un modo per delegare, per l’ennesima volta, la propria volontà a qualcuno (che siano comitati promotori o gruppi politici), senza pensare che, così facendo, la strada per il cambiamento si allontanerà ancora una volta. Una lotta fatta a piccolissimi passi e, secondo me, a compartimenti stagni: affrontare un problema alla volta, senza avere un quadro d’insieme della situazione. Ripeto: è importante intraprendere il cammino verso questi traguardi!!! Ma è ben più importante che l’impegno di tutti sia teso ad un orizzonte molto più allargato. La democrazia non è tale solo perché ti viene data una matita ed una scheda elettorale!!!  La democrazia, privata dell’impegno costante dei cittadini, di progetti a largo raggio e, soprattutto, di persone che ci mettano cuore e mente, se non proprio la faccia, per raggiungere traguardi utili alla collettività, rimarrà sempre una pura ASTRAZIONE. Se si vuole che la Democrazia diventi una REALTÁ, sarà necessario che ognuno di noi dedichi ad essa una parte del proprio tempo. Impegno e partecipazione attiva alla progettazione di una società che, è sotto gli occhi di tutti, non va più bene!!! Le mille battaglie, i mille rivoli in cui si divide la nostra società dovrebbero confluire in un fiume nel quale scorrano tutte, dico TUTTE, le istanze della collettività. Una serie di battaglie singole, per quanto sacrosante, rimangono delle velleità belle e buone. La battaglia per l’ambiente, la battaglia per l’acqua pubblica, la battaglia per la legalità, la battaglia per i costi eccessivi della politica, la battaglia contro la corruzione, sono tutte battaglie indispensabili, ed indicano una voglia di cambiamento, da parte delle persone, ma che, allo stesso tempo, fissano un limite grandissimo a questa voglia di cambiamento. Marciare per obiettivi separati, porta ad una frammentazione delle istanze che, nel migliore dei casi, può essere sintomo di personalismi e leaderismi che a poco servono alla collettività… nel peggiore dei casi portano ad una dispersione delle energie che a quel potere che si è arroccato nel palazzo, non può che portare giovamento. Il discorso, invece, sarebbe ben diverso se si pensasse a creare una struttura di cittadini di diverse provenienze (politiche e sociali) che si mettessero ad un tavolo a progettare un nuovo modello di società e facessero sintesi di tutte le singole istanze.
Comunità Lucana è un tentativo del genere. Vuole prescindere da appartenenze pregresse e da personalismi, per farsi strumento a disposizione di chiunque abbia a cuore l’avvenire di questa regione e, soprattutto, abbia voglia di muoversi in prima persona nell’impegno e partecipazione politica!!! Perché ogni singola battaglia, legittima e sacrosanta, non può muoversi da sola, ma ha bisogno di muoversi assieme a tutte le altre battaglie. Tante singole battaglie che siano una vera e propria “guerra di liberazione” da un sistema che da decenni ci mostra limiti profondi!!! C’è bisogno di ripristinare un minimo di normalità, in questa regione… e non ci sarà possibile farlo “dall’interno” dei vecchi partiti, o dei vecchi schemi politici. C’è un’esigenza primaria, da queste parti (ma anche a livello nazionale), che è quella di avere un progetto che venga prima degli schieramenti. Un progetto largamente condiviso, che metta davanti a tutto l’interesse e il bene collettivo!!! Questa è l’unica strada percorribile, e la trasformazione di Comunità Lucana da movimento a Partito Politico è stata una scelta obbligata: cercare di offrire a tutti coloro che hanno a cuore il bene di questa regione e che si sentono poco (o per nulla) rappresentati dai “vecchi” partiti, una possibilità!!! Non è più tempo di meditare, ma di rimboccarsi le maniche e cominciare a lavorare per cambiare veramente lo stato di fatto!!!!

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Siamo agli sgoccioli.

Credo che questa regione sia prossima al punto di non ritorno, al punto di morte della speranza… soprattutto per il fatto che sono in tantissimi a pensare che ad un centrosinistra fallimentare e clientelare, l’unica alternativa possa essere un centrodestra incapace, inconcludente e, permettetemi di sospettare, in sostanziale accordo col centrosinistra.

Considerazioni estive, tra calcio e problemi reali.

Bene… la nazionale di calcio sta andando avanti. Poco importa che i problemi del paese siano più gravi e più complessi… l’importante è aver raggiunto la finale (e, tutti speriamo, il titolo finale di Campioni d’Europa). Dopo, a riflettori spenti, i problemi rimarranno, si sa… ma è importante avere anche questi attimi di gioia collettiva. E quando i riflettori si spegneranno, torneremo ad essere una sessantina di milioni di commissari tecnici. E, perché no, anche una sessantina di milioni di Presidenti del Consiglio. Tutti alla finestra, però: a guardare il mondo che cambia (o non cambia) senza che nessuno provi, anche solo per un attimo, a metterci un minimo di impegno perché il tutto possa prendere pieghe diverse. Tutti a lamentarci per le decisioni prese da altri, che abbiamo delegato a “guida” del paese (magari i Tecnici non li abbiamo scelti neppure, ma che cambia?). E’ una riflessione che nasce da questo periodo “pallonaro” che ci regala, tra un anticiclone torrido e l’altro, un attimo di pausa dai problemi che, però, alla fine della parentesi, rimangono!!! E possiamo dirci “non colpevoli” di tutto questo? Possiamo ancora sostenere che la colpa è sempre di qualcun altro? Ma ‘sti signori che “guidano” il paese e ne decidono le sorti… qualcuno ce li avrà pure piazzati, nei posti che occupano!!! O no? Vogliamo continuare a dare colpe sempre agli altri? Cominciamo a renderci conto di quale possa essere la percentuale di responsabilità NOSTRA, per lo status quo!!! Una pur auspicabile vittoria nel massimo torneo continentale di calcio, cosa cambierebbe per noi cittadini? Un bel nulla!!! Perché ciò che c’era prima del torneo, si ripresenterà, inesorabile, anche dopo. E volendo focalizzare la situazione della nostra regione…. Cosa cambierebbe, con una vittoria della nazionale? Ben poco, si sa!!! I problemi di questa regione sono quelli di sempre. Abbiamo, negli ultimi anni, con Comunità Lucana, provato a metterli a fuoco e a cercare di proporre delle soluzioni. Ma ben poco è cambiato nell’atteggiamento della gente lucana, che pure meriterebbe altro dai suoi amministratori e dirigenti politici. Ecco: in questa regione si continua a rimanere a guardare dalla finestra!!! Nessuno che provi a scendere in strada e impegnarsi in prima persona nella ricerca di soluzioni ad una situazione di tragica immobilità (quando non sia direttamente un peggioramento) economico-sociale-politica!!! Tutti bravissimi a lamentarci dell’andazzo, salvo, poi, ripetere gli stessi errori di sempre: consegnare questa regione nelle mani sempre dei soliti!!! Non è questa la strada che possiamo percorrere per provare ad invertire la rotta!!! E la rotta non la si inverte se nessuno di noi prende la decisione di impegnarsi in prima persona, TUTTI, nella ricerca di altre vie.
Una delle più belle battute-metafore che mi è capitato di leggere su Facebook, ultimamente, è  la seguente:

 

La Basilicata è come lo spinning: si pedala per stare fermi. L’obiettivo è consumare, non arrivare. Finché resta ancora qualcosa da consumare…

Questa frase è di Giuseppe Tralli, uno dei miei contatti Facebook, ed è una fotografia perfetta della Basilicata.

E, talvolta poche battute sono ben più efficaci di centinaia di articoli o di analisi sociologiche, economiche, politiche e via di questo passo!!! Siamo tutti in sella ad una Cyclette, a sudare e pedalare per non muoverci da dove ci troviamo!!! A consumare, consumare, consumare… senza sbocchi di sviluppo per la gente lucana. Solo chi viene da fuori (soprattutto multinazionali), ha trovato il Bengodi!!! E quelli che vogliono emergere in qualcosa, sono costretti a fuggire da questa terra. E una volta che abbiano successo, ecco che subito tutti fanno a gara ad appropriarsi dei meriti di questi personaggi di successo (ve li ricordate Rocco Papaleo e Arisa?). E tutti si dimenticano, magari, che quel successo è arrivato soltanto dopo aver fatto le valigie!!!
Ecco, i personaggi di successo che questo successo hanno ottenuto soltanto con la fuga da questa regione, funzionano esattamente come la Nazionale di Calcio: un modo per proiettare su meriti altrui le proprie aspirazioni di cambiamento!!!
E’ arrivata l’ora di allontanarsi da questi meccanismi. Si può essere contenti di una vittoria in un campionato d’Europa o dei successi dei propri conterranei ma si deve cominciare a pensare che continuare a stare su una Cyclette che ci fa sudare e consumare senza nessuna prospettiva di miglioramento, sia il vero problema. E, soprattutto, bisogna cominciare a pensare che chiunque abbia voglia di scendere da quella Cyclette, come chiunque non abbia voglia di salirci, debba prendere coscienza del fatto che il cambiamento delle cose, in questa regione, avverrà solo e solamente quando tutti noi cominceremo a rimboccarci le maniche e ci daremo da fare per cambiare veramente il tutto. E, soprattutto, facendo affidamento soltanto sulle nostre forze, senza attendere l’arrivo di un “Cavaliere senza macchia e senza paura”… e decidendo, poi, che i Cavalieri nostrani, che hanno dimostrato di non avere paure di sorta, ma anche di avere “macchie” evidenti, non fanno più al caso nostro!!!
Insomma… se un tempo si parlava di “Panem et Circenses”, abbiamo sempre meno pane e sempre più circenses!!! E solo noi, col nostro impegno in prima persona, potremo far sì che aumenti il quantitativo di Pane. Tempo per invertire la rotta ne abbiamo, ma è pochissimo. Non è più tempo di meditare, ma di muoversi. Scendiamo dalla Cyclette che non si muove, e cominciamo a muovere i primi passi verso un futuro differente. Altrimenti siamo destinati a soccombere.

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Un Capoluogo di regione non a misura d’uomo.

Capita, talvolta, nelle afose giornate provocate da un anticiclone africano (che si sono affrettati a “battezzare” Scipione, secondo me molto impropriamente), di avere voglia di lasciare l’auto posteggiata da qualche parte e di mettersi di “buon buzzo” a sperimentare la mobilità in città cercando di sfruttare il più possibile i collegamenti verticali (scale mobili) o gli scarsissimi mezzi pubblici. E scoprire che l’impresa può risultare davvero velleitaria!!! Sono giorni che sto provando a muovermi nella Città di Potenza facendo a meno dell’automobile…  Subito salta all’occhio una situazione di pessimo stato (generalizzato) dei marciapiedi, sui quali, se non si è ben accorti, si rischia di farsi male alle caviglie con una certa facilità.  E non si può neppure trascurare la questione di insufficienza di marciapiedi; mi viene subito in mente Via del Gallitello, zona commerciale-direzionale che vede la presenza di marciapiedi piuttosto carente, visto che per lunghi tratti, sono presenti solo da un lato della strada. In alcuni tratti, poi, sono completamente assenti (come il tratto che va dal passaggio a livello fino alla Galleria Unità d’Italia). Essere pedoni in quei tratti è uno status che definirei “avventuroso”. E per una zona Commerciale-direzionale, non è un fatto positivo. Ma si sa: i lavori per la realizzazione del Nodo Complesso sono ancora in corso, per cui ci tocca aspettare che finiscano, per verificare se questa lacuna verrà colmata. Nel frattempo, chi abbia voglia di muoversi “pedibus calcantibus” dovrà farne a meno fino a data da destinarsi. Altrettanto dicasi per tutti coloro che, amanti del jogging (o running… termini anglofoni sostitutivi del termine “corsa”) che, oltre a doversi respirare gas di scarico e polveri sottili, dovranno anche guardarsi dai pericoli di strade che per i pedoni o i podisti risultano altamente rischiosi. Uguale il discorso per altre zone come Viale del Basento, o Via Verrastro (e l’elenco potrebbe continuare).
Utilissime, invece, le scale mobili: l’unico spunto di delusione consiste nella constatazione che ci si aspetterebbe di vedere più gente che ne fa uso. Ci sono dei momenti nei quali è veramente triste percorrere l’intero tragitto delle Scale Mobili Santa Lucia e incontrare, si e no, una decina di utenti. Ma anche qui la riflessione che mi viene è la seguente: esclusi i residenti nei rioni Cocuzzo e Poggio Tre Galli (e zone limitrofe) che vogliano raggiungere il Centro Storico… chi altri dovrebbe utilizzare l’infrastruttura? Con un servizio di trasporto urbano che definire insufficiente non rende l’idea, con una situazione di parcheggi, a ridosso dell’infrastruttura, altamente carente, come si può pensare che i cittadini di Rione Malvaccaro, piuttosto che di Contrada Dragonara, possano avere il desiderio di utilizzare il collegamento? E altrettanto dicasi per le scale mobili che da Viale Marconi portano in Piazza Vittorio Emmanuele… come si può immaginare che chi abita in Contrada Marrucaro o Bucaletto abbia tutta questa voglia di muoversi verso il centro della città abbandonando l’idea di utilizzare l’auto? Eppure il Comune di Potenza comprende anche i cittadini dei rioni più periferici, delle Contrade e delle Campagne (serbatoio di voti per tanti dei nostri amministratori). E vogliamo parlare anche di rioni come Betlemme e Chianchetta, che si vedono penalizzati dall’assenza di collegamenti verticali e che, comunque, sono penalizzati dall’identica insufficienza di trasporto pubblico?
Riflessioni estive, di chi si pone delle domande ben precise: Una città dalle piccole dimensioni come Potenza, non dovrebbe avere una qualità della vita completamente differente da altre realtà di dimensioni maggiori? Una città come Potenza, dove per spostarsi da un rione all’altro non presuppone di dover coprire distanze notevoli, perché continua a vedere sempre le stesse problematiche che coi decenni si sono aggravate?
La prima cosa che viene in mente, è che Potenza è una città che non può essere definita “a misura d’uomo”… che per una città delle dimensioni e dei numeri del capoluogo lucano, è cosa negativa al massimo. E se non possiamo definirla “a misura d’uomo”, è legittimo pensare che la politica che si è fatta finora è stata assolutamente negativa? Carente di progetti per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti? Che, per anni, si sono sperperate risorse (al punto di avere un debito colossale) per ritrovarci in questa situazione poco dignitosa? Domande che hanno, evidentemente, implicita la risposta!!!
Abbiamo fatto nascere il Partito della Comunità Lucana perché crediamo che esistano altre strade da percorrere. E stiamo lavorando per rendere queste strade percorribili. Le idee e i progetti devono diventare priorità, rispetto agli interessi di gruppi privati (e dei partiti). Una città che non è a misura di cittadino, è una città che non vogliamo. Abbiamo un programma per l’inversione di rotta, ma rimaniamo disponibili ad ascoltare ed accogliere anche consigli e idee per rendere il programma qualcosa di veramente utile e condiviso con l’intera cittadinanza.

 

Antonio Bevilacqua – Responsabile di Comunità Lucana per la città di Potenza

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Patenti.

Certo che in giro per il mondo (e non parliamo del web), ce ne sono di strani individui che si sentono legittimati (da cosa non si sa) ad assegnare (ma soprattutto “assegnarsi”) patenti di democrazia!!! Noi stiamo ancora studiando e sudando per arrivare a guadagnarcela, la democrazia.

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Video del Reportage di Rainews.

Grazie a Nicola Abbiuso, del Comitato per il diritto alla salute di Lavello, abbiamo a disposizione la registrazione del Reportage di Rainews andato in onda nella serata del 13 Giugno scorso. Cliccando sul seguente Link

http://www.dailymotion.com/video/xrjffd_la-bellezza-e-i-misfatti_news?from_fb_popup=1&code=AQCtYkOKaf3P0BVXdYQOdbRcsjlZKFSMOxU4E10wUhtaYF_4lb8yDjAEQDo-BjfRWft7bSkA_fXlxXBouXOUkgy14ud3u3K03DjIJt1LSHd2qrMDu7ah1g-9b_tS6r_VbejOO9phYC9boGghocQh-PYOTQ7Fo13VFgzck7-5uEVZCv4WikbmNc4v7W1-MgZE1Us&fbc=319

si potrà guardare e, soprattutto, ascoltare cose interessantissime che vengono pronunciate sia da gente comune, sia da personalità che occupano ruoli istituzionali importanti (Pensiamo al Governatore Vito De Filippo e al Direttore dell’ARPAB, Raffaele Vita). Buona visione a tutti e… un consiglio: Prestare la massima attenzione a tutto ciò che si dice (a me ha colpito una frase  di quella signora che abita in prossimità del Centro Oli di Viggiano che dice “Noi abitavamo qui già prima che vi fosse il Centro Oli. E’ il Centro Oli che si dovrebbe adeguare alle nostre esigenze, non noi a doverci adattare alle esigenze del Centro oli“): soprattutto, facciamo attenzione a ciò che dice il Governatore De Filippo (Minuti 00,17-00,20) e il Direttore dell’ARPAB Raffaele Vita (minuti 00,27-00,34).
E ce n’è di che meditare!!!!

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Briciole di responsabilità.


Le parole del Direttore dell’Arpab, Raffaele Vita, udite ieri sera nel reportage di Rainews sulle “criticità” esistenti in Basilicata hanno un sapore già sperimentato su altre vicende. “Tutto il sistema di controllo pubblico che non funziona” mi pare possa essere sintetizzato con un bel “Tutti responsabili; nessuno è responsabile”. Ma non è così che si fa del bene a questa regione… anzi!!!

Osservatori e Registri.


Il 5 giugno i giornali e i Tg regionali titolavano, roboanti, dell’istituzione, in Basilicata, del primo osservatorio regionale sul Diabete… una sigla anglofona: BBDO (Basilicata Barometer Diabets Observatory). Bene, molto bene!!! Ora, molti cittadini, incoraggiati da questa buona iniziativa da parte della Giunta Regionale, si augurano che si istituisca, in maniera repentina, anche un Registro Tumori. E visto che l’Osservatorio sul Diabete è il primo, i cittadini di Basilicata si accontenterebbero anche di un Registro Tumori che arrivasse… Ultimo!!!

Un’idea, un sogno: Il parco cittadino del Basento.

Prima di andare avanti col post, consiglio di perdere poco meno di un quarto d’ora per guardare questo filmato:

http://www.youtube.com/watch?v=gVvMKFpwli8

Un incontro nella sala del Mediafor, a Potenza, nella serata di ieri, 18 aprile, per l’atto costitutivo di un comitato promotore di un progetto (chiamiamolo sogno, per ora) di un grande parco cittadino in quell’area abbandonata dall’economia e dalla politica di questa città da oltre un ventennio. Un sogno, dicevamo…  Un romantico sognatore, tale Astronik (al secolo Antonio Nicastro), si imbatte, circa un anno fa, in un gruppo di giovani progettisti che in diverse occasioni hanno dimostrato di avere la stoffa per questa p professione. Antonio Graziadei, Alberto Petrone, Gerardo Sassano e Michele Scioscia, tutti tecnici dello studio di progettazione Wop. Grazie a quel rompicabbasisi di Antonio Nicastro, si mettono all’opera e buttano giù un’idea. Un’idea che, con una lunga serie di incontri con associazioni, comitati e semplici cittadini, prende sempre più corpo fino a diventare un sogno molto realistico. E per un anno, quest’armata brancaleone di cittadini va avanti, portando avanti questo sogno. Al punto che, dopo essersi incontrati nel cyberspazio di Facebook con un gruppo dedicato al Parco, si decide, e non all’improvviso, di passare alle vie di fatto ed a costituire un vero e proprio comitato cittadino a supporto del Sogno. E, guarda caso, appena si diffonde l’informazione, subito arrivano interventi nientepopodimeno che del Presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza (sempre via Cyberspazio), che in maniera abbastanza chiara, ci tiene a sottolineare come da una decina d’anni esista, per quell’area, un progetto di Cittadella del Sapere. Un’idea che, dopo aver dormito per qualche anno, messa da parte (come un sogno) in un cassetto, viene fuori proprio quando un folto gruppo di cittadini, che vogliono provare a fare democrazia dal basso, decidono di passare “dalla teoria alla pratica”. Beh, saremo pure un manipolo di sospettosi ma… più di qualcuno ha pensato “male”. Siamo malfidati, è un dato di fatto. Ma chi è piuttosto smaliziato (come noi vecchie pellacce che si avvicinano a grandi passi verso la cinquantina), non può vedere l’intervento del Presidente Lacorazza dalle pagine di Facebook come qualcosa di casuale. E durante l’incontro di ieri sera è venuto fuori in più di un’occasione.

Ero presente in sala ed ho avuto, ove mai ce ne fosse stato bisogno, una conferma di quanto sia piacevole l’idea che è stata abbozzata dai ragazzi dello studio Wop e che i cittadini hanno contribuito a far crescere. Lo confesso: mi sono innamorato dell’idea! Uso questa espressione da tempo… ed è diventata più forte proprio nel momento in cui ho letto le parole “Sono pronto a discutere nella certezza di non innamorarmi di un’idea”… sono parole di Piero Lacorazza in uno dei suoi interventi su Facebook, proprio sul gruppo dedicato al Parco. Ebbene, io ho idea che la costituzione di un comitato per la promozione di un progetto, sia un atto politico forte. Un progetto che, per ora, è un sogno, è qualcosa per cui metterci passione ed amore… perché un’idea senza amore o passione, non può sopravvivere. Ed io sono convinto che un’idea vada portata avanti!!! Vada migliorata, certo!!! Ma per portarla avanti, c’è bisogno di amore, di passione. Amore e passione politica!!! Perché senza passione e amore, solo con il calcolo, si fa presto a passare dalla politica all’affarismo. Il freddo calcolo è qualcosa che abbiamo sempre collegato agli affari… e in questa città (e in questa Regione) abbiamo bisogno di passione, e non più di affari. E la passione è quella che ci muove e ci fa propendere per la realizzazione di questo parco che è ancora un’idea “in divenire”, certo, ma che a lungo andare, può diventare una realtà. Ma quello che mi lascia basito, circa la questione “Cittadella del Sapere” è leggere che si tratterebbe di un concorso di idee che coinvolgerebbe anche professionalità di valore internazionale!!! Ora, la riflessione che mi è venuta subito da fare è la seguente: in regione si sono fatti salti mortali per andare a valorizzare prodotti d’eccellenza o di nicchia nel campo dell’agroalimentare. Aglianico del Vulture, Canestrato di Moliterno, Fagiolo di Sarconi, Peperoni di Senise e chi più ne ha più ne metta. Perché la politica non prende il coraggio a due mani e non prova a valorizzare anche il patrimonio umano e professionale di questi giovani dello Studio Wop? Io credo che non abbiano nulla da invidiare a nessuno dei professionisti di fama internazionale… o, meglio: hanno da invidiargli la notorietà e il conto in banca… ma se non gli si dà spazio, quando potranno crescere?  Ecco, la vera sfida della politica, a mio avviso, è questa: cominciare a guardare cosa e chi, del patrimonio umano di questa regione, può contribuire ad un cambio di rotta quanto mai necessario. Ed io sono convinto che ripensare ad una città, partendo da un Parco, sia quanto mai un passo importante da fare. E la cittadella della cultura si può fare in tantissimi altri siti (ne abbiamo a bizzeffe di “ex posti”). Piuttosto, il problema, in questa regione come in questa città è sempre lo stesso: “La mia idea è migliore della tua. Pertanto la tua non la prendo neppure in considerazione”. Se si prosegue in questa logica, non si va da nessuna parte. Ho detto la mia su questa questione del Parco del Basento. E ancora dirò la mia su tutta una serie di temi: perché ho a cuore il futuro di questa Città e di questa Regione. E se un Parco è un primo passo verso un sogno di una Città e di una Regione differente, io VOGLIO fare questo primo passo. E poi tutti gli altri passi. E andrò alla ricerca di tutti coloro che vorranno fare questi passi per un viaggio verso un futuro differente da quello che vorrebbero darci.

Antonio Bevilacqua: coordinatore di Comunità Lucana – Movimento no oil per la città di Potenza.

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La notizia del giorno!

Si è appreso, quasi senza preavviso, dell’ordinanza di dissequestro, da parte della magistratura, della Chiesa della SS Trinità. La notizia, come al solito, ha innescato reazioni contrastanti. E tra favorevoli e contrari, i commenti non sono mancati. Ho guardato distrattamente il Tgr della Basilicata, attraverso il quale ho appreso la notizia. Ma non sono mancate riflessioni su tutta la vicenda. E non ho dimenticato la ridda di commenti (anche questi contrastanti) della cittadinanza potentina sul destino futuro del Luogo di Culto che, suo malgrado, è salito agli onori della cronaca nera per la nota vicenda della morte di Elisa Claps. Ho ascoltato attentamente le varie ipotesi che si mettevano sul tavolo: c’era chi proponeva la sconsacrazione del luogo (adducendo a motivazione il fatto che la Chiesa abbia sconsacrato, in passato, luoghi per motivi meno gravi di quello verificatosi nella Chiesa della SSTrinità); al suo posto si proponevano svariate soluzioni, tra centri studi o luoghi di accoglienza per donne vittime di violenza; c’è chi, invece, auspicava una riapertura al culto della Chiesa che, lo si voglia o no, ha un’importanza, nell’immaginario e anche nell’affettività dei potentini che non va sottovalutata. Tra le tante voci che si esprimono in merito, voglio dire la mia, assumendomene la responsabilità personale: L’eventuale sconsacrazione o recupero al culto è prerogativa solo e solamente dell’autorità Ecclesiastica. Che, a mio parere, potrebbe tenere conto dell’opinione della cittadinanza (opinione prevalente, sia chiaro), ma che, alla fine, dovrà decidere in perfetta autonomia. Dal mio punto di vista, di persona non propriamente credente, ritengo che un luogo di culto vada restituito alla cittadinanza e alle sue funzioni. Perché, al solito, certe colpe e responsabilità vanno ricercate tra gli uomini, e non tra “le pietre” di un edificio. Privare i credenti della città di un luogo dove poter esprimere la propria fede sarebbe un colpo di mano che, nonostante provocato da giusto risentimento per ciò che uomini hanno compiuto e uomini hanno provveduto a nascondere e depistare, alla città non darebbe quella giustizia che va cercata per altre vie e con altri protagonisti. Immagino che questo mio punto di vista possa essere discutibile ed opinabile: ma credo che, a conti fatti, un luogo di culto non abbia nessuna colpa per ciò che si è compiuto tra le sue mura. E mi auguro che, quanto prima, sia pronunciata una parola definitiva, chiara e circostanziata sul destino della Chiesa non dalla popolazione, ma dalle autorità Ecclesiastiche. La verità sulla vicenda che ha segnato una città e un’intera Regione, va ricercata e trovata, ma senza strumentalizzazioni. Insomma: se qualcuno ha delle colpe in tutta questa vicenda, che non paghi la cittadinanza credente (e non), ma solo i responsabili. Un fabbricato non è responsabile di ciò che vi accade dentro. Quello che io mi auguro ed auguro alla città… rimanendo fermamente convinto che la verità è ancora lontana, ribadendo la mia vicinanza (e quella di tutta Comunità Lucana – Movimento no oil) alla famiglia Claps, è che la cittadinanza e la famiglia Claps possano avere la verità su ciò che è accaduto in quella Chiesa e che, la cittadinanza intera possa riavere aperto al culto un edificio che, comunque, fa parte della storia della Città.

Antonio Bevilacqua: Responsabile di Comunità Lucana – Movimento no oil per la città di Potenza.

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil verso il Partito della Comunità Lucana.

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Ztl si, Ztl no, così si rischia il dialogo tra sordi

 

La Zona a Traffico Limitato (ZTL) nel centro di Potenza continua ad avere sostenitori e detrattori ed è facile intuire che tra questi vi siano i conduttori di esercizi commerciali, preoccupati in periodo di piena crisi di ulteriori difficoltà che la limitazione del traffico a parer loro – e non solo – comporterebbe. Siamo preoccupati del carattere quasi ideologico della discussione, che ci pare avviata così ad una politicizzazione sui voti che verranno, ma che non rende giustizia a quelle ragioni trasversali che “fanno” il tema non già dell’opportunità o necessità di istituire una ZTL, ma di come realizzarla.

 

Sembrerebbe pleonastico, ma è importante ribadire che Comunità Lucana – Movimento no oil è favorevole alla ZTL, come il nostro coordinatore regionale ha ribadito in un incontro tenutosi  giovedì u.s. presso il cineteatro Due Torri e che però il provvedimento di istituzione della stessa è stato molto frettoloso e parzialmente “invalidante” la sua stessa bontà.

 

Oltre alla considerazione banale che Potenza diventa sempre di più un capoluogo di Regione e di Provincia simile a tutti gli altri, pensare che si possa chiudere al traffico veicolare il centro storico facendo affidamento solo sui collegamenti verticali esistenti è velleitario, nell’assenza di un piano della mobilità che affronti in maniera globale tutto il sistema di mobilità cittadino,  a cominciare dalla dissuasione del traffico privato che ovviamente comporta potenziamento e coerenza del trasporto pubblico in una “idea di città   capoluogo” che non può rendere il centro storico avulso dall’idea progettuale stessa. Mancando del tutto tale idea, a meno di non voler considerare il Regolamento Urbanistico come idea (e quindi Piano) e non come strumento di normazione, ciò che la ZTL rischia di procurare in assenza di una reale concertazione è lo svuotamento dell’essenza stessa di un centro storico, quella di rappresentare non una vetrina, ma un luogo della memoria e dell’identità collettiva che nel caso specifico della città di Potenza, deve appartenere all’intera regione e non solo alle comodità e scomodità di categorie commerciali e residenti.

 

Occorre cioè andare oltre queste considerazioni che in gradazione presentano ognuna le loro ragioni e procedere ad una valutazione di merito se la ZTL debba apparire una imposizione  monocratica dall’altro o non debba piuttosto essere uno strumento condiviso, ed in caso questa sia la volontà, procedere quanto meno ad una sua mitigazione o parziale sospensione almeno fino all’apertura del parcheggio in ultimazione ai piedi della scala mobile Santa Lucia, avviando contemporaneamente un “laboratorio partecipato” che ne elabori una sua migliore formulazione in ossequio al principio che il centro storico di Potenza deve tornare a vivere e pulsare, non solo di attività commerciali, ma di iniziative che a tutto tondo diano il senso del cuore di una città e di una regione.

 

Altre considerazioni porterebbero addirittura ad ipotizzare un trasporto pubblico gratuito, come già tentammo di illustrare alle scorse elezioni comunali, che ripagherebbe lo scarso apporto della mancata bigliettazione (attualmente al 7% del costo del servizio) con i consistenti risparmi manutentivi facili ad immaginarsi, ma per il momento ci accontenteremmo di soluzioni più condivise e condivisibili nella pratica di concertare con cittadini le migliori soluzioni e non imporre a sudditi un “verbo” tutto da verificare. Ed ovviamente come movimento politico e cittadini saremmo felici di partecipare ad un simile innovativo laboratorio, riservandoci al momento un intervento nel consiglio comunale straordinari indetto.

 Antonio Bevilacqua, Miko Somma, coordinatori cittadino e regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

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QUALCHE RIFLESSIONE SULLA ZTL.

Favorevoli e contrari!!! Necessaria ed inutile!!! Svuotamento del Centro Storico della città e mossa per rendere vivibile il Centro Storico della Città!!! Potenza sembra si sia divisa in due fazioni… ovviamente, la cosa era prevedibile! E l’argomento ZTL sembra essere il tema dominante delle discussioni dei cittadini Potentini. E per quale motivo dovrei fare eccezione? La Piazza, virtuale o reale, è sempre uno stimolo per tutti. E la mia opinione è che “LA ZTL (ZONA A TRAFFICO LIMITATO) che è entrata in vigore dal 23 di questo mese, è la cosa più sensata che si potesse pensare di fare. Ma il plauso all’amministrazione comunale, comunque, non ci sarà e non per una questione di NO preconcetti o di posizioni “contro” a prescindere!!! Si poteva pensare di organizzare l’evento in maniera più completa e meno “arraffazzonata” rispetto a come la questione è stata, invece, messa sul piatto! Perché, Sindaco Santarsiero, è vero che il sistema di collegamenti verticali è pressoché completo, come si è premurato di puntualizzare nel suo intervento al TGR!!! Ma è altrettanto vero che il sistema di trasporto pubblico cosiddetto “integrato”, non si possa considerare tale!!! Proviamo a spiegarci un pochettino meglio: un sistema di scale mobili che collegano l’immediata periferia della città al centro cittadino è una realtà, non ci sono dubbi. Ma ci sono altre situazioni che vanno considerate! Abbiamo un sistema di trasporto urbano che consenta a chiunque (contrade in primis) di raggiungere questi  benedetti collegamenti verticali? E’ evidente che non  è così. Allora, a parte i residenti nelle immediate vicinanze delle scale mobili, gli altri residenti (o, magari, i pendolari o gli occasionali avventori dei comuni vicini), dovranno raggiungere tali collegamenti verticali con la propria auto. E sappiamo benissimo che la situazione parcheggi è quella che è: non proprio sufficienti alla bisogna. Senza contare che il parcheggio all’altezza del Ponte Attrezzato (scale mobili Santa Lucia), su Viale dell’Unicef, non è ancora completo! Pertanto,  mi trovo costretto a muovere una critica (con fini costruttivi, sia chiaro) al provvedimento. Non si poteva provare ad attendere ancora un po’ di tempo (almeno quello necessario ad ultimare i lavori di questo parcheggio) per dare il via all’iniziativa? Qual è il motivo per cui, come al solito, si è voluto partire in condizioni non proprio ottimali? Non è dato saperlo. Mi si dirà che vi erano stati già troppi rinvii!!! E cosa sarebbe cambiato, se vi fosse stato un ulteriore rinvio giustificatissimo dal fatto che un “Sistema integrato di trasporto pubblico urbano” non è ancora attuato? Prendiamo atto del fatto che si sia voluto procedere con l’avvio della ZTL in via sperimentale per un mese. Cosa si vuole ottenere da un mese di sperimentazione? Dei dati che possano ritornare utili al miglioramento del servizio? Ma se il servizio è già “zoppo” per i motivi sopra esposti, cosa ci si aspetta da questo “esperimento”? E lo dico da fruitore in prima persona di questi benedetti collegamenti verticali, perché il sottoscritto è da settimane che fa un regolare uso delle scale mobili e delle navette ed autobus. Ma voglio concludere questo mio comunicato con una riflessione: il fatto di aver utilizzato per un bel po’ di tempo le scale mobili e gli autobus mi ha messo di fronte ad una situazione a dir poco deprimente: la scarsissima frequentazione, da parte del cittadino Potentino, dei mezzi pubblici. Che tristezza, percorrere il Ponte Attrezzato e incontrare pochissima gente!!! Allora, sperando che questo mese di sperimentazione della ZTL possa portare quanti più cittadini ad usufruire di un servizio che io considero importante, auspico altresì che, in questo mese, si possano trovare strade (e risorse) per potenziare anche i collegamenti a queste importanti infrastrutture e che, trascorso questo mese, non si proceda ad una sospensione a tempo indeterminato della ZTL ma ad un vero e proprio servizio di trasporto pubblico integrato che consenta, a noi tutti, di lasciare, finalmente, l’auto a casa per poterci godere non solo il Centro Storico, ma l’intera città. Nel frattempo, la speranza è che questo mese serva anche ad accogliere le richieste non solo di commercianti ed esercenti del centro storico, ma anche di cittadini, Associazioni e movimenti politici. Perché il bene della Città passa per la collegialità delle decisioni! Noi siamo e saremo sempre disponibili a dare il contributo a qualsivoglia dibattito per il miglioramento del benessere cittadino.

Antonio Bevilacqua – Cordinatore di Comunità Lucana – Movimento no oil per la Città di Potenza.

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