A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI….

Un bel Copia-incolla dal sito del Fatto Quotidiano per evidenziare quanto segue:

Nel decreto liberalizzazioni spunta la norma “libera-Trivelle”

Tre articoli dell’atteso provvedimento sullo sviluppo dedicati all’attività estrattiva: più investimenti, meno vincoli e autorizzazione per la trivellazione a 5 miglia dalla costa (contro le 12 attuali). I Verdi: “Si istituisce il diritto di assassinare il territorio”

Capita sempre in questo tipo di provvedimenti, ma la sorpresa che il governo Monti ha introdotto nel decreto liberalizzazioni è di quelle davvero indigeste: un sostanziale via libera alla trivellazione del territorio italiano, incluso il mare e fin sottocosta, per cercare ed estrarre petrolio e gas. Non proprio, per così dire, la promozione della green economy. Nell’ultima bozza di decreto, infatti, di cui Il Fatto quotidiano è venuto in possesso, gli articoli 20, 21 e 22 hanno esattamente questa funzione: nel primo si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive, nel secondo si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e nel terzo si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Angelo Bonelli, a cui abbiamo chiesto un commento, è nettissimo: “Se questo fosse il testo definitivo – spiega il leader dei Verdi – vorrebbe dire che il duo Clini-Passera ha deciso di svendere l’Italia alla lobby dei petrolieri. Il rischio ambientale aumenterebbe incredibilmente”. Torniamo al testo. Il fine dell’articolo 20, spiega la relazione allegata, è “consentire nell’immediato di realizzare investimenti di sviluppo pari, nella sola Regione Basilicata, a 6 miliardi di euro, garantendo una produzione aggiuntiva di idrocarburi nei prossimi 20 anni per un valore economico di almeno 30 miliardi di euro ed entrate aggiuntive per lo Stato (tra royalties e entrate fiscali) pari ad almeno 17 miliardi”. La produzione nazionale passerebbe, per questa via, da 80mila a 104mila barili al giorno.

La vera botta, però, è il successivo articolo 21: al comma 2 si decide, infatti, che il limite spaziale per le perforazioni off shore – vale a dire in mare – passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta. Non bastasse si prescrive anche che la linea di riferimento per le misurazioni non è più quella “di base”, ma quella “di costa”: un modo furbetto di recuperare qualche altro metro. Roba che – se è consentita un po’ di dietrologia – pare fatta apposta per il famigerato progetto di trivellazione alle isole Tremiti, in Molise. Sarà il caso di ricordare, peraltro, che la sicurezza per l’ambiente delle perforazioni off shore è stata al centro di mille polemiche neanche due anni fa, quando un incidente su una piattaforma della British petroleum nel Golfo del Messico devastò l’intera costa della Louisiana. Nella relazione allegata – liquidata la questione ecosistema affermando che “resta, in ogni caso, protetto dalle stringenti normative nazionali” – curiosamente si sottolinea come le agenzie di rating siano sensibili a questo genere di provvedimenti: “Si rileva che tra le ragioni che hanno indotto, lo scorso 9 settembre, Standard & Poor’s ad alzare il rating di Israele ad ‘A+’ da ‘A’, c’è stata proprio la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali”.

L’ultimo articolo, infine, è la vera e propria liberalizzazione, tanto è vero che il governo ci ha scritto che “l’attività di prospezione (ricerca, ndr) di idrocarburi è libera nel territorio nazionale e nelle zone del mare territoriale”, fatti salvi ovviamente i vincoli ambientali. In sostanza si passa ad un regime concessorio unico, “che prevede una fase di ricerca al termine della quale, in caso di esito negativo, il titolo cessa – dice la relazione – mentre in caso di ritrovamento minerario prosegue l’attività attraverso le fasi di sviluppo, produzione, ripristino finale”. Insomma un regime autorizzativo assai snello, in cui in sostanza, per passare da una fase all’altro, basterà ottenere una Valutazione d’impatto ambientale positiva. “Questa – è ancora Angelo Bonelli a parlare – non è una liberalizzazione, ma la libertà di assassinare il territorio italiano, di ucciderne il futuro. E’ chiaro che se questo è il testo grida vendetta”.

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Non credo ci sia bisogno di commentare nulla… se non il solito mantra “Sviluppo…. sviluppo….. sviluppo”.

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Consegnato il documento!!!

Oggi è stato consegnato il documento condiviso, di cui all’articolo precedente, ai consiglieri Regionali. Domattina consegneremo il documento agli esponenti della Giunta Regionale. Direi che, a questo punto, c’è solo da aspettare le risposte!!!

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Considerazioni di natura economica.

01/11/2011

Potrebbe sembrare una stronzata… ma se il fondo “salva stati” viene, invece, utilizzato per salvare le banche, sarebbe cosa legittima se i governi degli stati membri pretendessere che le banche, in cambio dei “soldini” che andrebbero a risolvere anni ed anni di gestioni allegre, restituissero l’equivalente in titoli di stato!.Ne guadagnerebbero i vari debiti pubblici e, magari, diventerebbe perfettamente inutile la speculazione in atto su alcuni dei suddetti titoli!!!!

La notizia del giorno!!!!

E’ la notizia del giorno. Dal sito del Quotidiano della Basilicata, si apprende degli arresti di Vincenzo Sigillito e Bruno Bove, rispettivamente ex Direttore Generale e coordinatore dell’ARPA Basilicata. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui. La notizia, ovviamente, è di quelle che impattano subito. Eppure, nonostante tutte le volte che dalle pagine di questo blog si è parlato della vicenda Fenice (oltre ad altre vicende che vedevano come protagonisti Sigillito e Bove), vogliamo limitarci a commentare la notizia come segue: la magistratura deve fare il proprio lavoro e non tocca a nessun altro emettere sentenze ed accuse. Ciò che per noi di Comunità Lucana – Movimento no oil conta di più, in questo momento, è che LA VERITA’ VENGA FUORI TUTTA!!! E che, nel caso di provata colpevolezza, chiunque abbia sbagliato, paghi!!! Perché, se vogliamo, rileggendo la storia di questo paese e, in particolare, di questa regione, il timore è che, alla fine, si risolva tutto con condanne di capri espiatori e, magari, soltanto di esecutori materiali di eventuali delitti (non vogliamo pensare neppure per un attimo ad archiviazioni e roba similare!!!!!!!!). E questa è l’eventualità assolutamente da evitare!!!

Insomma: la magistratura indaghi a tutto tondo per scoprire TUTTE le responsabilità nella vicenda. E TUTTI i responsabili, se ritenuti colpevoli, paghino per i delitti commessi!

Nel frattempo da parte nostra è intenzione di mantenere una sospensione del giudizio, senza ombra di dubbio: ma gli occhi continueranno a rimanere aperti!

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Fenice continuerà ad avvelenare!

Due giorni fa ci chiedevamo chi avrebbe pagato per i danni derivati dall’inquinamento provocato dal “Mostro” FENICE. Poi, ieri, al TGR delle 14.00, ci è stata data la notizia che risultato della conferenza di servizi tra le istituzioni locali e i vertici di EDF, era che “Il Mostro” poteva continuare a funzionare. Pare, anche, che l’Amministratore Delegato di EDF abbia messo sul tavolo una “proposta che non si può rifiutare”: l’eventuale richiesta di danni per ogni giorno di chiusura dello stabilimento! E dev’essere stato anche abbastanza convincente, visto che il risultato della conferenza è stato, appunto, il “permesso” di continuare a bruciare rifiuti nei forni! Ora, la cosa ha del paradossale, direi, poiché, a quanto pare, dal 2002 l’impianto è risultato responsabile di inquinamento grave delle falde acquifere della zona! E dato che il danno pare sia stato fatto ed anche accertato… chi dovrebbe chiedere conto di ciò? Invece no! EDF “minaccia” di chiedere i danni. E questa “minaccia”, a quanto pare, ha funzionato. Premesso che eventuali danni ed eventuale risarcimento per tali danni dovrebbero essere stabiliti da un magistrato… ci viene da pensare (siamo malpensanti, si sa!!!): Basta una minaccia di richiesta danni per intimorire i rappresentanti delle nostre istituzioni? E come mai basta questo? Le ipotesi sono due:

1) si hanno degli scheletri nell’armadio che, di fronte a delle indagini e perizie potrebbero venire fuori e, quindi, comportare delle conseguenze;
2) si è in presenza di assoluta e manifesta incapacità politico amministrativa!

Siamo malpensanti, è vero… ma io preferisco optare per la seconda ipotesi!!! E se la seconda ipotesi è quella giusta… non sarebbe ora che si prendesse atto di questa manifesta incapacità facendo l’unica cosa sensata che si possa fare in casi come questi? Dimettersi?

Meditiamo, per l’ennesima volta.

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Chi pagherà per i Danni di Fenice?

Il “CASO FENICE” è scoppiato. Ed è scoppiato quando, oramai, i danni sono stati fatti! I dati relativi ai monitoraggi effettuati dal 2002, parlano chiaro: L’IMPIANTO INQUINAVA GIA’ DA QUEL MOMENTO”!!! Per maggiori informazioni basta andare a leggere l’articolo riportato nel seguente link. Dati che non lasciano nulla all’immaginazione!!! Il Comitato per il Diritto alla Salute di Lavello e tutte le organizzazioni ambientaliste, per tutti questi anni hanno combattuto la loro battaglia contro i “Mulini a vento” (leggi ARPAB e Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata). Alla fine, la battaglia è stata vinta!!! Una battaglia senza quartiere che anche Comunità Lucana – Movimento no oil ha appoggiato, con forza e determinazione! E il silenzio delle istituzioni, in questi lunghissimi anni, è stato avvilente ed umiliante, per la popolazione dell’alto Bradano, in particolare, e per quella Lucana, in generale. Ed oggi? Oggi si fa a gara a mettere cappello su questa importante vittoria. Basti leggere l’articolo al seguente link, per rendersi conto di  come chi fino ad ieri manteneva un profilo basso e un “riserbo” assoluto, oggi si affanna a cavalcare la tigre dell’indignazione popolare!!! A questo punto ci domandiamo: assodato quanto su riportato, qualcuno dovrà pur pagare per un danno così devastante? La magistratura faccia il suo lavoro!!! Ma le istituzioni (che sono già al minimo storico di credibilità), per divenire credibili, dovranno impegnarsi al massimo, fare l’impossibile perché le cose, in questa regione del “TUTTAPPOSTO”, cambino direzione. La direzione dell’interesse comune! Chi ha sbagliato DEVE  pagare per i danni causati. E chi, a livello politico, ha dimostrato assoluta incapacità di gestire le situazioni, si faccia da parte… per il bene di questa regione!

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L’incontro a Calvello.

Insomma… le acque delle fonti di Calvello non sono inquinate, ma neppure potabili. Tracce di metalli pesanti, ma non ci sono situazioni di raffronto di anni precedenti per poter stabilire se si tratta di fenomeno naturale o conseguenza di attività antropica. E’ necessario un monitoraggio costante per vedere cosa accade… si sa solo che negli ultimi due anni non è peggiorato. Domani una noticina sul blog. Per ora accontentarsi di questa sibillina (ma neppure tanto) relazione.

MOVIDA POTENTINA.

La tre giorni di intenso divertimento è cominciata. E tutto è stato organizzato da semplici cittadini…. e senza “svenarsi” economicamente. Seguiremo il prosieguo dell’iniziativa e, alla fine, tireremo le somme. Questo blog sta seguendo con attenzione la cosa. E significherà pure qualcosa il fatto che se alcuni cittadini si muovono, qualcosa si ottiene e senza grossi sacrifici? Ecco, i cittadini dovrebbero “muoversi” di più, secondo noi. Ma non precorriamo i tempi. All’inizio della prossima settimana, si parlerà di queste tre serate di Movida Potentina in maniera più approfondita.

Antonio Bevilacqua. Responsabile di Comunità Lucana – Movimento no oil per la città di Potenza.

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Riflessioni…

La fortuna della maggior parte dei cossiddetti “politici”, consiste nell’avere, come avversari più accesi (e forse più veri), persone comuni che si interesserebbero della cosa pubblica nei ritagli di tempo… nel senso che, la maggior parte di coloro che possono avere delle idee davvero utili alla gente a al bene comune, deve occuparsi (ringraziando il cielo) del proprio lavoro, della propria famiglia e, sacrificando soprattutto il tempo da dedicare a quest’ultima, occuparsi di Politica. E fare politica nei ritagli di tempo, è controproducente (per il bene comune, s’intende)! Perché non si ha la possibilità di stare dietro alle vicende politiche in tempo reale. Per esempio… oggi la mia attenzione è stata stimolata da una serie di articoli sui giornali che si occupavano, prevalentemente, delle famigerate “nomine”. E mi hanno colpito, per esempio, la “rettifica” sui compensi del presidente di Acquedotto Lucano S.p.A., Egidio Mitidieri; subito dopo, un articolo del senatore Egidio Di Gilio sulla questione sempre riguardante Acquedotto Lucano. Un articolo di Nardiello che stimola questa maggioranza a mantenere le promesse di coalizione (sempre a proposito di “nomine”). Penso proprio che, nei prossimi giorni, li riporterò, questi articoli, e ne discuterò, magari per provare a stimolare nella gente alcune riflessioni.
Ai prossimi giorni, allora.

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INQUINAMENTO E CORTE EUROPEA.

Inquinamento, Rosa (Pdl) su sentenza Corte Europea. 

05/07/2011 10:11Il consigliere regionale del Pdl riferisce che la sentenza di condanna della Corte europea per inadempienza agli obblighi di prevenzione e riduzione dell’inquinamento arriva per inerzia di 5 regioni tra cui la Basilicata 

ACR “Sembra che la burocrazia di Basilicata abbia scarso feeling con l’Unione europea, alcuni mesi fa con il caso Arbea, per il quale è sempre in agguato ‘la mannaia belga’, oggi invece tocca ad essere ammonita proprio la Regione Basilicata, ovvero l’ente i cui governanti si vantano essere regione virtuosa nello ‘sperperare il danaro pubblico’. Dalla determina n.645 del 18 maggio – specifica Rosa – abbiamo appreso che la Corte di Giustizia europea con la sentenza del 31 marzo ha dichiarato l’Italia inadempiente rispetto agli obblighi di prevenzione e riduzione dell’inquinamento non avendo attuato le procedure necessarie affinché gli organi competenti emettano e controllino nel modo opportuno le autorizzazioni ambientali degli impianti industriali, di cui alla direttiva 2008/1/CE del 2008. Ad essere precisi la condanna arriva per l’inerzia di cinque regioni tra cui è compresa la Basilicata”.
“Il motivo? Un ritardo – continua Rosa – nel rilasciare le Autorizzazioni Integrate Ambientali meglio conosciute come AIA, che sono rimaste appese nelle istruttorie del Dipartimento Ambiente. Ventiquattro in tutto le richieste di AIA in Basilicata, certo a numero non rappresentano un’enormità, sicuramente questo ritardo è dipeso ‘esclusivamente’ dalla complessità della materia. A tal proposito, il solerte dirigente generale del Dipartimento, Donato Viggiano, sollecitato dall’assessore, Agatino Mancasi, che per l’ambiente è disponibile a tutto, è corso subito ai ripari assumendo la determina richiamata, che prendendo atto dell’inerzia, del danno arrecato e della pessima figura politica, provvede a stanziare 151 mila euro per rinnovare a cinque professionisti con ‘alto livello di professionalità’ i contratti di collaborazione per ulteriori 12 mesi, più l’esplicitata possibilità di rinnovo (cosa scontata in Regione Basilicata), quando ‘forse’ tra un anno le pratiche non saranno ancora evase”.
“Una frase di Giulio Andreotti – riferisce Rosa – ci pare nel caso calzante: ‘a pensare male si fa peccato, ma spessa ci si azzecca’. Tutto ciò rappresenta nuovamente un fulgido esempio di efficienza tutta lucana sempre in buona compagnia degli alti standard di professionalità e produttività dei collaboratori esterni, ben pagati e ‘specificatamente’ selezionati. Oltre, un chiaro messaggio a coloro che essendo troppo specializzati e poco introdotti negli ambienti del Palazzo sono costretti a cercare lavoro fuori regione: ‘la meritocrazia non è di casa in Viale Verrastro’. Da sottolineare che nella nota della Commissione europea del 14 aprile è precisato che entro 24 mesi bisogna rispettare la sentenza della Corte, a tal proposito speriamo che il personale a disposizione del direttore generale sia in numero adeguato e di appropriata professionalità, nel caso contrario potremmo attenderci qualche altra infornata di interinali, co.co.co, co.co.pro, consulenti ed esperti vari. In Basilicata caro Presidente De Filippo – conclude Rosa – ‘l’innovazione continua’ e proprio nei campi dell’ambiente e dell’occupazione che ‘a parole’ sono sempre stati strategici per la tua parte politica. Nei fatti invece la realtà è molto diversa”.

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Bene. A quanto pare, il Consigliere Gianni Rosa sembra l’unico vero oppositore a questa Giunta Regionale (almeno da un decennio a questa parte). Ci fa piacere che, da qualche tempo, ci sia “un pungolo” per un Governo Regionale che ha dimostrato più volte di non tenere in nessunissimo conto le critiche di chicchessia; noi, per esempio, che non abbiamo mai fatto sconti a questa giunta e all’opposizione (o pseudo tale), ci siamo sentiti definire “Fondamentalisti”. Consigliere Rosa, ci dia retta: il suo impegno nel cercare di far emergere le “anomalie” di un governo regionale che tutto fa, tranne che impegnarsi per il bene comune, è cosa buona e, sotto certi aspetti, provvidenziale. Ma c’è un piccolo problema: una voce che urla nel deserto (citazione evangelica), è sempre destinata a poco onorevoli epiloghi. Ecco, quella voce dovrebbe cominciare a raccogliere persone di buona volontà attorno a sé, in modo tale da diventare un coro che, alla fine, possa raccogliere i frutti del proprio lavoro. Continuano a mancare le proposte alternative e, alla fine, siamo convinti che l’Unione Europea sia un’entità che quando conviene, bisogna seguire pedissequamente; quando non conviene, invece, bisogna cercare di aggirare le sue direttive. E lo diciamo con la consapevolezza di ciò che da qualche lustro avviene in questa regione: l’inquinamento è qualcosa che, più che di denunce, avrebbe bisogno di soluzioni! Noi, qualche proposta ce l’avremmo…  

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E’ ARRIVATO IL BONUS CARBURANTEEEEEEEE!!!!!

Un bel Copia e incolla dal sito del Ministero per lo sviluppo economico (ma per i “malfidati” c’è la possibilità di accedere al sito del ministero cliccando qui)

I residenti della Regione Basilicata riceveranno una carta prepagata per l’acquisto di carburante. Con i decreti interministeriali del 12 novembre 2010 e del 21 febbraio 2011 si è, infatti, data attuazione all’articolo 45 della legge 99/09 che prevede un’aliquota di prodotto aggiuntiva del 3% sulla produzione di idrocarburi da destinare ai residenti, maggiorenni e muniti di patente di guida, residenti nelle Regioni interessate.

Per le Regioni il cui beneficio sia inferiore o uguale a 30 euro per beneficiario su base annua, le somme dovute vengono assegnate direttamente a ciascuna Regione. Alle Regioni, invece, il cui beneficio superi i 30 euro per beneficiario su base annua, viene assegnato un “bonus idrocarburi” da destinare a ciascun residente, sempre maggiorenne e munito di patente di guida, mediante una carta elettronica chiamata Bonus Idrocarburi.

Si tratta di una carta prepagata, erogata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per l’acquisto di carburante presso i distributori abilitati.

A chi è destinato

Per gli importi versati nel 2010, relativi alla produzione di idrocarburi nell’anno 2009, la Regione alla quale viene destinato il “Bonus Idrocarburi” è la Basilicata, il cui giacimento della Val d’Agri è il più grande d’Europa su terraferma, e rappresenta per l’Italia oltre l’80% della produzione nazionale di greggio (circa il 6% del fabbisogno energetico nazionale).

I requisiti del beneficiario (posseduti al 31 dicembre 2010) sono:

· maggiore età · patente di giuda (tutte le categorie) · residenza nella Regione Basilicata

Come richiederlo

Si può richiedere la carta presso gli uffici postali dal 4 luglio 2011 al 10 settembre 2011. Sul sito internet di Poste Italiane sono disponibili tutte le informazioni sulle modalità di richiesta e di utilizzo della carta prepagata e la relativa modulistica. Ulteriori informazioni sono reperibili anche sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Allora, andiamo a copiare e incollare anche dal sito di Poste italiane, per capire quanto farraginosa sia la procedura per la richiesta e il successivo ottenimento della carta:

Come richiedere la Carta Bonus Idrocarburi

Compila il modulo per la richiesta della Carta Bonus Idrocarburi e presentalo all’ufficio postale abilitato più vicino.

Compila il modulo di richiesta che trovi presso gli uffici postali, sul sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico e in questa pagina.

Modulo di richiesta

Presenta il modulo compilato all’ufficio postale più vicino con allegati:

· una fotocopia del documento di riconoscimento · una fotocopia della patente auto · una fotocopia del codice fiscale

RICORDA:

1. per la presentazione del modulo dovrai recarti all’ufficio postale munito di documento di identità.

2. che la non veridicità del contenuto delle dichiarazioni comporta la decadenza dai benefici eventualmente conseguenti ai provvedimenti emanati sulla base delle dichiarazioni non veritiere e che chiunque rilascia dichiarazioni false, forma atti falsi o ne fa uso in una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia (D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445).

3. ogni anno dovrai presentare agli uffici postali il modulo di richiesta

4. ogni anno potrai presentare la richiesta solo in un determinato periodo che verrà pubblicizzato sul sito di Poste Italiane e negli uffici postali.

L’Ufficio Postale, dopo una verifica della completezza e conformità della documentazione presentata, ti rilascerà una copia della richiesta.Qualora la domanda della Carta Bonus Idrocarburi venga accettata, il primo anno la carta ti sarà recapitata presso l’indirizzo di residenza indicato e separatamente ti verrà inviato il PIN; successivamente dovrai recarti presso un qualsiasi ufficio postale per richiedere l’attivazione della carta stessa. Sulla carta sarà accreditato l’importo previsto per l’anno di riferimento.Dal secondo anno in poi, qualora la domanda della Carta Bonus Idrocarburi venga accettata, l’importo previsto per l’anno di riferimento sarà accreditato sulla carta consegnata in precedenza.L’Amministrazione si riserva di procedere alla verifica del possesso e del mantenimento dei requisiti necessari ad ottenere il contributo, anche successivamente alla consegna della Carta Bonus Idrocarburi.Dati di riferimento del servizio, per l’anno 2011:

Regione di riferimento: BASILICATA

Attività

Dal

Al

Presentazione domande 04/07/2001 10/09/2011
Recapito carte ai nuovi beneficiari (solo per le richieste accettate) 03/10/2011 19/11/2011
Accredito somme (solo per le richieste accettate) 28/11/2011 18/12/2011

Ovviamente, anche in questo caso, se qualcuno volesse verificare di persona ciò che è riportato sul sito di Poste Italiane, si può fare un click qui

A questo punto, cosa si può aggiungere? Beh, la “congrua” somma disponibile per i soli cittadini lucani patentati (gli altri non hanno diritto a nulla… si tengano, però, tutti i disagi derivanti dalle attività estrattive), dovrebbe aggirarsi intorno ai 90 euro. Chi, come me, ha una macchina di piccola cilindrata, dovrebbe riuscire, nell’anno, a fare un pieno e qualche altro “litruccio” (roba da far prendere una sbronza epocale alla mia auto!!!!). Abbiamo già sottolineato la grande ingiustizia di assegnare un bonus ai soli cittadini patentati. Ma andiamo oltre: se il bonus è inferiore a 30 euro, sono direttamente le regioni interessate a gestire il tutto. Se, invece, il bonus supera i 30 euro, si procede con Poste Italiane e la “fantastica” carta!!!! Il solito regalo ad amici ed amici degli amici? E i cittadini non patentati e non automuniti, che fanno? Si arrangiano?
Ecco la solita politica Biparizan: un tozzo di pane al cittadino e il cittadino si accontenterà!!! Questo è ciò che accade nella Regione Basilicata, dove c’è una giunta di centrosinistra, e questo accade in Italia, dove c’è un governo di centrodestra. Il tozzo di pane e il diritto elargito sotto forma di favore, sono ciò che contraddistingue la classe politica TUTTA!!! Un 3 % di royalties in più sulle estrazioni hanno portato, insomma, un vantaggio (?) ai soli cittadini patentati. Le estrazioni, però, ci risultano essere un “disagio” che anche chi non ha la patente, subisce. Ma che importa? Il centrodestra ha mantenuto (?) le promesse!!! E il Governatore De Filippo, che un anno fa si scagliava contro il provvedimento definendolo (
qui, un anno fa) “una miseria”, dimenticandosi che per anni ci aveva voluti illudere con le estrazioni petrolifere foriere di sviluppo e occupazione!!!!
Ecco, cari cittadini (patentati e non) di Basilicata. Da destra a sinistra, briciole e tozzi di pane (raffermo, sia chiaro). E si continua a lasciare le cose come stanno (come ha dimostrato anche l’ultima tornata elettorale amministrativa). Una volta fatto il pieno all’auto, avremo risolto tutti i problemi derivanti dalle attività estrattive in regione? E ci riferiamo anche a tutte le “balle” raccontate sullo sviluppo e sull’occupazione?
Meditiamo, per l’ennesima volta.

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Lutto Cittadino.

Anche questo blog, rispettoso del dolore della Famiglia Claps, chiude momentaneamente. Il dolore di un’intera città, nella giornata di oggi, merita solo il silenzio. Comunità Lucana – Movimento no oil, rispetterà questo silenzio e questo dolore. Elisa Claps potrà riposare in pace. E l’augurio che di facciamo, tutti, indistintamente, è che la verità, alla fine, venga fuori.

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Un primo passo… attendendo gli altri passi!

Sul Sito Basilicatanet, solito copia e incolla
Petrolio, Mazzeo (Idv): Tutela salute e ambiente non ha prezzo.

28/06/2011 12:00
Per il consigliere regionale “lasciare una condizione ambientale degradata rappresenta una grave responsabilità che nessuno si deve assumere, anche per le notevoli ricadute che, nell’immediato, ha sulla salute dei cittadini” ACR “Militare in un partito, ovvero appartenere ad un’alleanza, non significa a mio parere essere chiusi in una ‘gabbia’, che non consente, su alcuni particolari aspetti, di avere un’idea propria, diversa da quella degli altri”. E’ la dichiarazione del vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Enrico Mazzeo Cicchetti (Idv), il quale prosegue affermando che “esistono materie strategiche, come salute, ambiente, acqua, petrolio che vanno affrontate anche al di fuori di ogni possibile mediazione, che la politica usa come normale e legittimo ‘strumento’, nell’affrontare i diversi problemi. L’interesse generale, infatti, viene prima di ogni altra cosa. Per difenderlo non c’è bisogno di creare nuove aggregazioni, ma occorre l’impegno convergente delle tantissime sensibilità esistenti, spesso trasversali. Quando si parla di interesse generale si deve far riferimento a quelli di oggi e di domani. Nessuna delle scelte che si compiono deve ipotecare in qualche modo il futuro, perché viene a togliere la speranza e le prospettive per le nuove generazioni. La terra in cui viviamo, con tutte le sue peculiarità, va tutelata, se possibile migliorata, per i nostri figli e per tutte le generazioni future. Lasciare una condizione ambientale degradata rappresenta una grave responsabilità che nessuno si deve assumere, anche per le notevoli ricadute che, nell’immediato, ha sulla salute dei cittadini. Ieri il miraggio dell’industrializzazione forzata ed intensiva, oggi il petrolio come propulsore principale di sviluppo”.

“La questione petrolio, invece – sottolinea Mazzeo Cicchetti – è punto centrale rispetto alla tutela reale della salute dei cittadini e dell’ambiente in cui questi vivono. Nelle zone dove già avviene un’estrazione di petrolio, ad esempio, i dati che riusciamo a mettere insieme, sulla salute, ci preoccupano; gli stessi rilievi sull’inquinamento, spesso tenuti riservati, non lasciano dubbi. La crisi dell’approvvigionamento energetico alimenta ulteriormente la volontà di uno sfruttamento più intensivo per gli idrocarburi della Basilicata. Pur di raggiungere questo scopo si lasciano intravedere tutta una serie di vantaggi. A questi ultimi fanno sponda i così detti ‘possibilisti’. Purtroppo, esiste una cultura, anche abbastanza diffusa, secondo la quale tutto è possibile, purché il prezzo pagato abbia una sua consistenza. Nel caso nostro, il miraggio di maggiori compensazioni economiche, con un aumento delle occasioni di lavoro, con possibilità di sviluppare e realizzazioni di infrastrutture, in un contesto in cui avvertiamo le conseguenze della crisi in atto, con perdita di posti di lavoro, precarietà, disoccupazione, rappresentano proposte molto allettanti. Ignorando o minimizzando, a mio parere, le conseguenze di uno sfruttamento intensivo del nostro territorio si commette un errore dalle conseguenze gravi. Ecco perché – puntualizza Mazzeo – l’idea di potersi ‘accordare’, prescindendo dalla tutela reale delle persone e dell’ambiente mi preoccupa. La storia dell’industrializzazione della Val Basento, nella quale, oggi, registriamo ‘macerie’, degrado ambientale irreversibile e disoccupazione, deve far riflettere tutti. Anche la propaganda strumentale delle estrazioni sicure e ‘super sicure’ dovrebbe cessare, perché tutti sappiamo che la realtà non ci offre dati assolutamente tranquillizzanti”.

“Ora tocca a ciascuno di noi – sottolinea il vice presidente del Consiglio – uomini di buona volontà, a prescindere dalla collocazione politica, fermare l’assalto e le blandizie delle grandi compagnie petrolifere. Ogni possibile protocollo d’intesa non potrà modificare le prevedibili ricadute delle estrazioni petrolifere. La Basilicata sta pagando un prezzo. Ora basta. Dobbiamo evitare che gli ‘appetiti’ estrattivi trovino sponde tra i distratti, i possibilisti ed i minimalisti che finiscono per alimentare, addirittura, una ‘guerra’ tra campanili per accaparrarsi il pozzo petrolifero. Il ‘no’ a nuove estrazioni penso che debba essere netto e senza possibilità di trattativa. Noi come classe dirigente, di maggioranza o di opposizione, così come quella fuori dalle istituzioni, dobbiamo costruire una forza coesa, in grado di opporsi ai grandi poteri delle società petrolifere. I lucani devono sapere che a possibili vantaggi attuali corrisponde una compromissione del futuro delle prossime generazioni. La battaglia è difficile e l’esito non è scontato”.

“Rispetto alla portata di queste problematiche, mi sembrano fuori luogo ricerche esasperate di ‘primo geniture’ o di esclusività nel contrastare interessi di così grande portata, che a volte possono condizionare i momenti decisionali, ai diversi livelli. Diamo voce, inoltre, e potere decisionale anche alle realtà locali, sulle quali pesano più direttamente le conseguenze dell’attività estrattiva. E’ paradossale – conclude Mazzeo – il tentativo di perforare davanti alle coste del Metapontino, già danneggiate da fenomeni di erosione, con tutte le conseguenze che ben conosciamo, a partire dal turismo. La difesa della salute di un solo cittadino, di un metro di terra e di mare vale l’impegno di tutti noi”.

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Dottor Mazzeo, lei sa benissimo quali sono le posizioni di Comunità Lucana-Movimento no oil. Sa benissimo che le sue parole sono da noi condivise “in toto”. Un appello siffatto, però, avrebbe bisogno di diventare “azione”!!! Ci piace pensare che questo suo appello accorato possa essere il primo passo (ma ne dovranno seguire tantissimi altri) verso un coordinamento di forze politiche intenzionato “davvero” ad iniziare ad occuparsi del bene e degli interessi comuni. Inutile stare qui a ribadire la nostra completa disponibilità a lavorare per perseguire questo sacrosanto bene ed interesse comune… aspettiamo soltanto che alle buone intenzioni seguano le “buone azioni”.
Antonio Bevilacqua
Coordinatore di Comunità Lucana – Movimento No Oil per la città di Potenza.

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Appelli all’unità o… paura di perdere posti?

Copiando e incollando da Basilicatanet:

Romaniello: il centrosinistra deve ritrovare l’unità:

27/06/2011 17:46
Il capogruppo di Sel in Consiglio regionale: “Non siamo più disponibili ad essere considerati marginali nelle relazioni e nella rappresentanza”

ACR“La vicenda che ha interessato il dibattito politico nelle ultime settimane riguardante la rielezione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale non può essere derubricata ad incidente di percorso, pur essendo secondaria rispetto ai temi drammatici della difficile condizione in cui si trovano circa 5000 lavoratori che hanno perso il lavoro o stanno per perderlo, unitamente alla spinose questione del deficit sanitario della regione”. A sostenerlo è il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello.“Il lavoro svolto dai presidenti (Folino e De Filippo) ha sanato il danno fatto al Pdl, ma rimane una brutta pagina delle relazioni istituzionali – aggiunge Romaniello – che andava sicuramente evitata se si fosse governato il tutto sul terreno delle normali e democratiche relazioni all’interno dell’istituzione regionale. Non serve nemmeno appellarsi alla necessità di accelerare i tempi per l’approvazione dello Statuto, cosa da fare a prescindere, anche perché penso sarebbe veramente singolare ridurre il dibattito sullo Statuto a ragionamenti in politichese e in chiave di sole norme elettorali e di regolamenti”.Secondo il capogruppo di Sel “l’accaduto, ancora una volta, ripropone il tema di un centro-sinistra, l’alleanza che ha vinto le elezioni, che ha bisogno di ritrovare una rinnovata unità su contenuti programmatici e assetti di governo, con la sola ambizione di offrire risposte adeguate ai lucani in una fase difficile della vita sociale ed economica della Regione; una fase aggravata dall’assenza di politiche di sviluppo del governo nazionale, sempre più condizionato da una Lega che del suo razzismo e anti meridionalismo ne fa una ragione d’essere dello stare al governo. Segnali chiari e inequivocabili vanno lanciati in materia di politiche sociali, sanitarie, del lavoro e del welfare, contro ogni ipotesi di introduzione di ticket e/o riduzione degli interventi a sostegno del reddito quali la mobilità e la Cig in deroga, come pure agli interventi a sostegno delle categorie protette. Un primo segnale di cambiamento va dato con la nomina dei direttori – presidenti in tutti gli Enti in scadenza, nominando figure nuove e sicuramente non premiando chi, come nella sanità, ha prodotto deficit”.“Bisogna proseguire nel contenimento dei costi – conclude Romaniello – non escludendo nuovi tagli a quelli della politica (indennità, benefit, organismi ecc.). Per fare ciò è necessaria chiarezza politica nel rapporto fra Pd, sinistra e centro. Più volte il coordinatore regionale di Sel, Carlo Petrone, ha posto questo tema come necessità di assicurare un governo regionale che riproduca gli equilibri politici esistenti negli altri Enti locali e non un astratto laboratorio tra Pd, centro e futuro terzo polo. Una necessità per rafforzare la compagine di governo che, rispetto alle problematiche reali di questa regione, ha bisogno delle idee e del lavoro di tutto il centrosinistra per svolgere una funzione aggregante e compiere scelte innovative, su cui Sel è pronta ad offrire un concreto contributo. Non siamo più disponibili ad essere considerati marginali nelle relazioni e nella rappresentanza. Se c’è chi guarda al costituendo terzo polo come forza con cui sperimentare una nuova stagione politica in Basilicata lo dica con chiarezza. Noi non siamo affascinati da alchimie politiche, ma interessati al confronto con tutti su opzioni culturali di modello sociale e politiche di sviluppo, dove a prevalere devono essere i diritti, la solidarietà, la tutela dell’ambiente e del territorio, con al centro sempre e comunque la persona”.__________________________________________________________________________________________________________________________

Sarà che in Comunità Lucana – Movimento no oil si pensa sempre male… ma quest’intervento di Romaniello ci pare una serie di perifrasi e acrobazie dialettiche che tendono a “marcare il territorio” (come capita a certi animali, in natura). Belle parole, ovviamente, condite di tali e tanti buoni propositi da farci pensare a quel famoso adagio che recita: “La via dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni”. Tutto questo “affannarsi” a richiedere “chiarezza tra Pd, sinistra e centro”, sembra più un’ansia dovuta alla eventualità di perdita di posizioni di Sel nell’asset politico di questa maggioranza, che non un “accorato” appello al ritorno della Politica (maiuscolo d’obbligo… perché finora, in regione, abbiamo avuto una politica in minuscolo: in tutti i sensi). Abbiamo avuto modo, più volte da questo blog, di ribadire come questa regione sia governata da una maggioranza che fa e disfa finanche l’opposizione (dando la sensazione di adeguarla alle proprie esigenze di volta in volta). Prova ne sia “L’incidente di percorso” cui fa riferimento Romaniello all’inizio di questo comunicato. A questo punto, se a mal pensare ci si trova bene, siamo portati a pensare che la paura di Romaniello e di Sel possa essere di altra natura.
Meditiamo, gente?

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