i nemici di comunità lucana – quinta parte

siamo dunque arrivati all’epilogo di questa lunga storia…una storia che è anche il volersi liberare con la più assoluta verità dei bocconi indigeribili assunti in questi anni e sempre tollerati in virtù di una ragione, la nostra terra ed il volergli evitare guai peggiori…una liberazione dunque, ma senza alcuna volontà di distruggere, semmai anzi di provare a costruire proprio a partire dall’oggettività del come sono andate le cose, perché non esiste alcuna verità accettabile che si edifichi sulla menzogna del non detto o del taciuto… 

 

eviterò così di continuare con un racconto che interessando direttamente l’oggi e la nostra mancata partecipazione alle elezioni, è ancora il presente, quel presente fatto ben oltre il riconoscimento delle nostre pecche, disorganizzazione e mancanza di mezzi, errori di valutazioni ed eccessi di ottimismo, dalla nostra volontà come comunità lucana – movimento no oil di interrompere ogni rapporto con associazioni e coordinamenti in qualsiasi modo collegati ad alcuni dei soggetti citati per un valido motivo…non li sentiamo amici e così ci è più facile chiamarli nemici, volendoli tener lontani per come essi hanno finora dimostrato di voler tenere lontani noi…

 

ma non siamo certo soliti considerare – e non lo faremo adesso –  la categoria del “nemico” come una categoria assoluta che stabilisca con nettezza tra “buoni e cattivi”, definendo in conseguenza ruoli e comportamenti sulla base di un giudizio…sia chiaro a tutti…e sia chiaro, perché se in alcuni casi la pur legittima volontà di contrapporsi al nostro percorso ha dato origine a comportamenti netti, di contrarietà allo stesso, quindi onestamente comprensibili, in alcuni altri si è purtroppo esplicata in ipocrisie e dietrologie di alcuni miserevoli “comandanti di truppe cammellate” che nel mentre sembravano voler praticare alcune soluzioni, in realtà ne preordinavano di altre che a conti fatti marciano in senso contrario proprio alle prime…

 

ora, il sottoscritto è persona senza peli sulla lingua, molto diretta ed abituata a dare al linguaggio usato esattamente il significato che esso assume per la nostra lingua italiana…in questi anni, pur avendo sempre voluto praticare un discorso di unitarietà delle sia pur differenti posizioni che animano il dissenso, troppo spesso si è trovato di fronte ad ambiguità estremamente gravi degli interlocutori incontrati, sia quando essi predicavano qualcosa e politicamente facevano poi ben altro (un qualcosa che allude ad un doppio binario ed una togliattiana doppia verità che anima ancora molta politica italiana), sia quando l’avversione nei nostri confronti non era giustificata da fini politici differenti, ma ipocritamente da personalismi alquanto biechi che o preordinavano ordini sconosciuti ed inconoscibili ai mortali o si celavano dietro le scuse banali della “partecipazione” e che ancor più ipocritamente rimproveravano proprio al sottoscritto ciò che invece essi praticavano massivamente, in un gioco al massacro tra neo-stoicismo e neo-epicureismo da circolo letterario di provincia in cui a perire era il progetto sociale, quello si da partecipare…

  

in questi anni, la nostra posizione è stata sempre di collaborazione con ogni realtà di lotta che avesse in qualche modo bisogno del nostro supporto, supporto che non è mai mancato ad alcuno (e tanti ricorderanno interventi del sottoscritto anche molto “impegnativi” in consigli comunali ed altrove) e per il quale mai nulla è stato chiesto in cambio, neppure la minima agibilità che proprio in quelle realtà di lotta chiunque si sarebbe aspettato non in “cambio di…”, ma per un generico diritto di parola quando ci si spende per una causa, convinti come siamo che ogni battaglia ha una sua legittimità e dignità per la battaglia in sé e non certo per chi la conduce o vi si avvicina, e che comunque alla resa dei conti le persone si giudicano proprio dai fatti…

  

il sottoscritto ed il movimento che rappresenta non hanno mai voluto riassumere in sé il “numerico” delle situazioni di lotta, ma la “qualità” della stessa inserita in una dinamica generale che tempo fa definimmo “la vertenza lucana” e persino le candidature erano state espresse e recintate in un alveo di massima referenza proprio a quelle situazioni la cui qualità della lotta era alla base della necessità di inserirle in un contesto politico di proposta reale e non vagheggiato in slogan e proposizioni astratte…detto in altri termini, si voleva fare qualcosa di concreto e per tutti…

  

nulla è perduto, se non che a previsioni attuali, ogni battaglia diventerà da oggi più difficile in una guerra che ovviamente lo diventerà altrettanto e forse di più, dovendosi operare già da oggi una sintesi su dove e come concentrare i propri sforzi, sintesi che certo sarebbe stata più facile e produttiva una volta in quel consiglio con le relazionalità che si intendeva mantenere sempre aperte in un concetto di mandato al servizio delle lotte e per la dignità della regione e dei suoi abitanti…e sarà già all’indomani delle elezioni che saranno ancor più chiari sia il quadro dell’asservimento della regione al sistema dell’energia, sia, ancora, il triste spettacolo di una regione feudalizzata e resa schiava delle logiche dei potentati e dei capibastone che tollerano i servi ed allontanano i cittadini, che pur credevamo di poter cominciare a contrastare…

  

a chi dovrà assumersi allora colpe – e sappiamo non lo farà mai di sua volontà per quella perversione del sentirsi sempre indispensabili nella certezza della “dimenticanza collettiva” – comunità lucana lo ricorderà con frequenza e con veemenza, perché una occasione storica per questa terra, un’occasione determinatasi per molte concause e contraddizioni e forse anche un po’ per l’opera assidua, costante e fatta di tanti sacrifici di persone come appunto il sottoscritto ed altri che poco per volta e con gli scarsi mezzi di un sistema delle comunicazioni per nulla favorevole hanno cominciato dal nulla a disvelare e dipanare la matassa della disinformazione…

  

e si continuerà a disvelare e dipanare, ne stiano pur certi tutti, partiti, associazioni e singoli, e si continuerà a lottare, perché le “ragioni di questa regione” sono al di sopra dei limiti intellettivi e personali che alcuni gretti calcoli hanno operato in questi anni nella logica sempre perdente del “tanto peggio, tanto meglio”, come se questa terra avesse tanto tempo a disposizione per tollerare un ritardo nell’azione per convenienze e giochini di potere periferico di “poveretti” che sono e rimarranno nulla di fronte alla potenza di chi vuole divorare la lucania…

  

ecco perché i nemici di comunità lucana sono “nemici” in un’etica che non prevede l’odio per costoro, ma la necessità di andare oltre le meschinità dimostrateci in questi anni di esclusioni, di allontanamenti, di attacchi sempre portatici alle spalle, di incomprensioni gestite in nome di interessi altri alle stesse lotte…la necessità di sapere e volere lavorare per un interesse superiore, quello di questa povera terra martoriata che non merita sia chi la governa, che chi fa solo finta d’opporsi…e che non necessita né della pseudo-partecipazione alla carovane delle volanti ambientaliste per annoiati, né della visceralità gestita ad arte, né della paura e delle paure…ma che necessita anche di trovare ragioni nell’accettare per il domani la collaborazione di chi oggi vogliamo tener lontano perché vogliamo riconosca (se ne è in grado e se vorra) le sue colpe nei fatti e non nelle parole di cui non abbisognamo…

  

questa terra ha bisogno di un progetto, quello che speravamo si intravedesse nel nostro programma concepito non come una “boutade elettorale”, ma come la base concreta e non parolaia da cui partire nella costruzione di un’altra lucania possibile, quella si da costruire tutti insieme e giorno per giorno nel rovesciamento delle logiche quotidiane del particolarismo in favore dell’interesse generale, delle logiche del “tutt’apposto” in favore della verità raccontata per come essa è, delle logiche dell’asservimento clientelare in favore della condivisione libera e democratica delle scelte…

perché la democrazia non è un fattore potenziale affidato al caso, a dio od al salvatore della patria, ma deve essere una costante reale e verificabile affidata a tutti i cittadini, un contenitore di sostanza e forma in cui trovare e ritrovare le domande e le risposte del condividere prima ancora che il suolo su cui poggiamo i piedi e l’aria che respiriamo, le ragioni dello stare insieme in una comunità…    

…e che la lotta per questa regione continui!!!

il mio abbraccio più sincero a tutti gli aderenti ed i simpatizzanti di comunità lucana – movimento no oil, a chi ci avrebbe dato fiducia, a chi ci legge su questo blog e sui giornali, alla gente lucana più sincera che io conosca in una regione che oggi più che mai ha bisogno di loro…niente scoramenti, tristezze od autocritiche distruttive…diamoci da fare!!!

i nemici di comunità lucana – quarta parte

arriviamo allora al presente…un presente che inizia dopo l’estate con l’occhio fisso di tutti verso l’appuntamento con le regionali del 2010, che molti ipocritamente sembravano voler escludere dai propri proponimenti, di fatto invece lavorando per verificare le condizioni di una propria partecipazione, come d’altronde legittimo…l’ipocrisia è infatti di chi, giocando su un sentimento assai discutibile di anti-politica invece è proprio alla politica ed alle elezioni che mirava…

  

dopo una intera estate passata a buttare giù gli elementi di una migliore costituzione e disposizione del movimento verso quella data, il primo passo che abbiamo compiuto è stato quello della ricerca di basi comuni con altri partiti e movimenti per arrivare a costituire un fronte unico atto a portare una presenza delle idee condivise e condivisibili in quel consiglio regionale che nel frattempo aveva approvato il piear, cioè quello strumento di programmazione energetica che costringerà la regione a divenire ancor di più una colonia energetica…

  

ovviamente i primi contatti sono nel movimento, per saggiarne non solo la consistenza, ma soprattutto la volontà di percorrere insieme quella strada o in caso di una non volontà di impegno diretto, quanto meno la volontà di condividere quanto da tempo dicevamo…

  

nel settembre, fui invitato da a. m. d. di una associazione di ferrandina che avevamo sempre appoggiato e sostenuto e da a. b. della ola ad una riunione al cestrim (epidermicamente ne avrei fatto volentieri a meno, visti i precedenti e soprattutto ciò che ne è conseguito) con don m.c….riunione singolare, poiché non solo venni a sapere in quell’occasione dell’adesione di quei due gruppi a libera, ma soprattutto mi toccò confrontarmi con la bizzarria, proprio di a. d. di chiedere una sorta di permesso a don c. di pensare alle prossime elezioni…roba da pazzi, ma poteva starci, visto che in sede preliminare tutti i contatti sono utili, almeno fin quando si pensa di star tutti dalla stessa parte…

  

don c. con fare sacerdotale, avvisò che intorno a libera si sarebbe costituito per il novembre un coordinamento di associazioni che avrebbe posto in essere le basi di un ragionamento a cui saremmo stati chiamati ad aderire…nella realtà quindi, libera si apprestava a fare da culla (non sappiamo in base a quale diritto o merito, però) ad una molto eterogenea unione di movimenti per arrivare alle elezioni con una piattaforma politica condivisa e del cui uso nessuno dei presenti fu in grado di stabilire la natura…praticamente tutto qui…allora feci osservare a don c. che seppure l’idea di creare un coordinamento non era di per sé malvagia, ad una nuova politica servivano percorsi di maggiore chiarezza rispetto al fare gesuitico che invece si prospettava con quelle strane riunioni ed ancor più strani coordinamenti da evidentemente sovradeterminare ed eventualmente eterodirigere…

 

da rimarcare poi l’ipocrisia di don c. quando con il solito fare del messo di dio, osservò che da solo non potevo fare nulla…cosa ovvia, naturalmente, ma a chi conosce leggermente le pratiche della politica, la condanna del mio attivismo che non attendeva le odi delle folle oceaniche per il te deum dell’investitura, convinto come ero e sono che giunta la fase politica a questo punto, le parole siano diventate quasi orpelli e necessiti piuttosto l’azione, quella si da condividere, spiegare, concertare…o semplicemente non aveva il suo plauso, cosa evidente, visto che in più occasioni lo avevo attaccato per le stranezze di un libro che denunciava molto, di interventi di presentazione di quel libro che progressivamente denunciavano molto, ma molto di meno, di una sua compartecipazione al sistema attraverso l’uso di fondi che arrivavano comunque dalla regione basilicata per un uso del tutto legittimo, ma che avrebbero posto anche al più ingenuo qualche domanda relativa alla convenienza o meno di mettere i piedi nel piatto in cui si mangiava…

  

insomma, al sottoscritto don c. non è mai piaciuto (credo in maniera del tutto reciproca) per quel suo fare “divineggiante” ed illuminato, per quella sua “corte dei miracoli” di attivisti che sembravano avere più a cuore il destino politico dell’associazione libera che la lotta vera e propria contro le mafie, lotta che si fa anche attraverso l’impegno diretto nella politica…e l’impegno di libera basilicata in politica è, per dirla come disse tal p.b. in una riunione di quelle descritte al cestrim in riguardo alla lista per potenza, di fianco al centro-sinistra…capita l’antifona una volta, da stupidi sarebbe poi pensare ad altro…

  

uscii da quella riunione convinto sempre più che tutte gli attacchi che mi prendevo in giro da quella gente “libera”, che tutte le mille frasi riferitemi come pronunciate non solo da costoro, ma anche dallo stesso don c., contro di me e contro comunità lucana (e molti se avessero una briciola di coraggio personale dovrebbero confermare quanto affermo), tutte le pratiche di esclusione che soffrivamo per via di una vera e propria “conventio ad excludendum” di comunità lucana e del sottoscritto (da costoro non venivamo avvertiti di nulla od invitati ad alcunché fosse in qualche modo organizzato…persino dal video rifiuti connection che pure a buon diritto poteva vederci partecipi, fummo esclusi…ed in questo il chiarimento con ola è avvenuto in qualche modo), avevano un solo scopo…isolarci ed impedirci di costituire quella voce fuori dal coro che certo non avrebbe appoggiato mai e poi mai, anche con la nostra allergia al centrodestra regionale e nazionale, il centrosinistra regionale…

  

tante piccole cose che chiarivano la visceralità di una opposizione alla mia azione da parte di libera ed accoliti che personalmente mi era chiara da molto tempo per via di una mia certa sensibilità e di cui avrei dovuto forse con più chiarezza avvertire non solo i membri ed i simpatizzanti di comunità lucana, ma l’intera opinione pubblica (e non è detto non lo faccia anche presto!)…

 

alla fine di ottobre mi incontrai con il segretario regionale di rifondazione comunista, i. d. s….dopo la partecipazione fuori dal centrosinistra di rifondazione alle provinciali, supporre di percorrere insieme un percorso verso le regionali sarebbe stato la cosa più ovvia, come lo stesso d.s. mi confermò, aggiungendo però che avrebbero avuto bisogno di tempo per decidere, visto che in sede nazionale si stava pensando alla federazione di sinistra ed alla disposizione politica per le stesse regionali…la mia proposta fu di correre insieme, possibilmente con una lista unica e con un simbolo ed un nome da studiare, o la massimo correre a liste appaiate ed unico candidato presidente…candidato che sarei dovuto essere io per motivi strettamente legati alla battaglia condotta fin lì e che rifondazione depurata infine dalla sel, ma non ancora dai tanti troppi nemici che mi ero fatto nel clan dei s., avrebbe probabilmente accettato…candidatura alla presidenza senza alcuna presenza nelle liste, cosa che avrebbe significato l’impossibilità alla mia elezione, ma di certo una visibilità politica legata strettamente alla battaglia ambientale e territoriale…

  

sapevo che in sede nazionale la federazione di sinistra sarebbe andata con il centrosinistra e non ci sarebbe mai stata la forza di chiedere al segretario nazionale p.f. ed agli organi competenti a decidere, una dispensa dall’accoppiata al centrosinistra in virtù della peculiarità della situazione regionale (p.f. sapeva bene come la pensassi al riguardo)…

insomma, per farla breve, l’azione di rifondazione comunista in basilicata contro un centrosinistra da cui tutti (o quasi) gli aderenti prendevano in ogni modo le distanze, fu sacrificata alle alleanze nazionali e rifondazione comunista di basilicata mestamente se ne sarebbe andata con de filippo & soci…visto dalla logica d un partito che necessita di postazioni per fare poi politica sui territori, la cosa poteva essere comprensibile, cosa che dissi direttamente i.d.s. in quello stesso incontro, ma nella nostra situazione quanto l’avrebbero compreso gli elettori?…

  

continuai ad attendere una telefonata in un senso o nell’altro, cosa che non avvenne e non solo con me, visto che anche i militanti furono avvertiti della cordata con il centrosinistra a gennaio inoltrato, quando era troppo tardi per mettere insieme un discorso comune…ritardo di cui forse a cose fatte e se rifondazione sopravvivrà a questa prevedibile debacle che gli elettori gli confermeranno, qualcuno dovrà pur prendersi la briga di informare gli aderenti, visto che ancora al 14 gennaio c’era qualcuno che veniva a dirmi che l’accordo con rifondazione ero io a non volerlo…roba da matti!!!…

  

ovviamente era da escludere ogni tentativo di alleanza con il partito comunista del lavoratori, una condizione che avrebbe allontanato gli elettori da noi, non tanto per la nostra richiesta di non mettere simboli che se al sottoscritto non creano alcun problema di identità, avrebbero di fatto etichettato il movimento in una visione ancora una volta estranea alle “cose del territorio”, mentre da sempre predichiamo proprio la nettezza di una presa di posizione indipendente e legata solo a questo e ad i suoi reali interessi non certo “leghisti”, quanto piuttosto “g-locali” in una rete di territori giammai in competizione, ma in sinergia di vedute ed azioni…

  

ricevetti una proposta di candidatura in italia dei valori, fattami da f. b., proposta a cui risposi semplicemente di no, vista la posizione integrata al centro-sinistra che idv continuava a voler mantenere con la facile scusa del “da fuori non si riesce a cambiare”, ma evidentemente dentro si riesce a mangiare (questo lo aggiungo io)…in ogni caso, ringraziai f.b. della proposta e non se ne fece nulla, cosa della quale avvertii non solo i miei, ma tutto il “movimento” attraverso telefonate, incontri, il blog e face book (per quanto sia possibile, vista l’idiozia nevrotica ed ansiogena proprio di quest’ultimo)…

  

ebbi un incontro con la lista di sui generis, ricavandone una impressione di liquidità (o forse addirittura gassosità)…costoro incontravano tutti, proprio tutti (cosa poi confermata dalle loro lettere a colombo e magdi allam), si dichiaravano né di destra né di sinistra, recitando l’ormai antico refrain pensiero-unicista della scomparsa delle ideologie e delle idee che a noi non ha mai interessato, dal momento che abbiamo denunciato il sistema lucano come un sistema di compari zie dove di fatto non esiste alcuna differenza, sapendo che invece le differenze tra destra e sinistra esistono – eccome se esistono e su tanti temi di vita quotidiana in un approccio evidente a chiunque abbia ancora uno sguardo…ad ogni modo alla loro dichiarazione di estrema vicinanza a noi (e sarebbe da chiedersi quante altre vicinanze hanno professato costoro), ed alla richiesta di andar alle elezioni nelle stesse condizioni che avevo posto a rifondazione, la loro richiesta fu di ragionarci due giorni…

l’impressione non fu certo delle migliori, dandomi più l’impressione di opportunisti che di gente che aveva a cuore quale politica si sarebbe fatta in consiglio regionale, ma attesi comunque…trascorsi tre o quattro giorni, ad un paio di mie telefonate all’unto a. c. non vi fu alcuna risposta, segno di cattiva educazione assai in voga attualmente in regione, ma soprattutto segno di intenzioni non dichiarate…

  

esaurito l’arco delle consultazioni possibili, non restò che andare da soli, constatando che esattamente come avevo previsto già dall’estate, tutti sarebbero rientrati nei ranghi e chi non ci sarebbe stato in quei ranghi, per quei ranghi avrebbe in ogni caso operato…ma di questo dirò con maggiore calma…ma un’altra sorpresa doveva farcela ancora il veleno che sembrano distillare proprio gli aderenti ad idv, anche quelli che ne escono schifati…incontrai a. r.g. r., che già mi aveva deliziato degli interventi alle riunioni del cestrim, all’assemblea del 17 gennaio e dei precedenti salamelecchi proprio all’attività di quel f.b. da cui poi si era allontanata sdegnata, e che non si sa bene in base a quale investitura (nata sulle pagine di face book) si sentiva incaricata di fare la candidata a presidente non di un gruppo facente capo alla dissidenza idv (come pure sarebbe stato ovvio dopo la scissione sponsorizzata da costei del circolo “giugni” di matera proprio da idv), ma come basito appresi, al gruppo di io sud e di la grande lucania (gente che oggi sta allegramente con allam)…roba da matti!!!…ma perfettamente in linea con la stima che potevo attribuire al personaggio…praticamente zero…

  

altra interessante discussione fu ai primi di febbraio con un gruppo di “menti” tutti facenti in qualche modo capo a idv (almeno tal m.l.) che mi confessarono di voler praticare voto disgiunto su di noi, ma di voler fare i virus in qualche gruppo politico per eleggere con il loro assai presunto “pacchetto dei voti” un consigliere che poi sarebbe uscito dal gruppo per confluire da noi…altra follia, come dissi chiaramente ad alcuni dei miei, certo abbastanza poco esperti per capire quanto tutti quei giochi in realtà mirassero solo a farci perdere tempo ed impedirci di organizzarci per come avremmo dovuto…

  

la democrazia interna del nostro gruppo (a dispetto di quanto denigrano alcuni idioti) è tale che alle richieste di attendere qualche giorno fino alla definizione di quale sistema di voto si sarebbe adottato dopo l’impugnativa della falsa abolizione del listino che il consiglio regionale aveva approvato da pochi giorni, mi vide costretto a cedere a quella richiesta di attendere solo pochi giorni…cosa fatale che se non ci fossero stati altri intoppo di natura “retroversa” sarebbe stata facilmente colmabile, ma ormai il tiro al piccione di comunità lucana e delle presunte “mire” del sottoscritto era alle fasi finali…

ma di queste ultime concitate fasi avrò modo di dire nella prossima parte…    

i nemici di comunità lucana – terza parte

facendo però ancora un tuffo nel passato, occorre dire che il comitato no oil sembrava essere l’unica realtà efficiente e forse esistente ed ascoltata di tutta una sinistra diffusa e forse fu questa possibilità di aggregazione potenziale a spaventare tutti quei soggetti che già a poche settimane dal suo costituirsi remavano contro le attività dello stesso comitato…e figurarsi quanto avrebbero remato contro comunità lucana, come nei fatti avvenne con la continua, sotterranea denigrazione delle nostre attività, che dopotutto però trovavano sempre spazio sui giornali…

   

ritorniamo alle presenza di alcuni elementi di libera, di cui abbiamo accennato alla saccenteria da sacerdozio laico che sembrava fargli auto-attribuire una sorta di santità per la realizzazione di un progetto ultraterreno da tenere certo nascosto ai poveri mortali che invece si affannavano…durante i banchetti che per l’intero inverno 2008 si erano fatti soprattutto in p.zza m. pagano a potenza, di costoro non sui era praticamente mai visto il volto…ma le cose divennero chiare via via che, affrontando le tematiche del regolamento urbanistico di potenza, allora in via di approvazione, prima costoro formarono più che legittimamente visto l’argomento, un gruppo di lavoro specifico, poi quando però si addivenne alla convocazione di un assemblea pubblica sullo stesso, ci tennero del tutto fuori da ogni partecipazione…

cosa alquanto strana, visto che solo un paio di settimane prima si era chiesto al sottoscritto di fare l’intervento iniziale, poi si era preferito non parlarmene più, infine sulla locandina dell’evento, tra i nomi di tante associazioni e nonostante alcuni di noi avessero partecipato alle riunioni, mancava proprio il nome del comitato no oil…la scusa banale adottata da p.b. fu che non eravamo un’associazione legalmente riconosciuta, come se poi il gruppo promotore poi lo fosse…di fatto fu un primo tentativo di marginalizzazione dell’attività del comitato e del sottoscritto…

partecipammo comunque all’evento, molto ben fatto nell’aspetto tecnico, ma nel quale fu palese l’impreparazione “politica” dello stesso evento, cosa che permise al sindaco v. s. di padroneggiare la serata e di uscirne in pratica vincitore…

ma la vera è propria operazione di marginalizzazione dell’attività del comitato fu operata, oltre che con denigrazioni di basa lega, durante la campagna elettorale per le comunali a potenza…a comunità lucana operante già da tempo e che aveva esplicitamente dichiarato di voler correre da sola alle concomitanti elezioni provinciali, si era da parte nostra preferito cominciare a ragionare con altri su una lista per potenza…il gruppo che era nato in occasione dell’evento sul regolamento urbanistico cominciò a vedersi presso la sede del cestrim in una serie di riunioni di cui non fummo messi al corrente se non nel novembre ’08, riunioni a cui cominciammo a partecipare come comunità lucana con l’intento di formare una lista unitaria…all’interno c’era di tutto da italia dei valori alla stessa rifondazione ormai scissa…

già alla prima riunione l’ostilità verso il sottoscritto era talmente palese da rendersi addirittura evidente con gente che interrompeva platealmente i miei interventi…e dopo un altro paio di riunioni, decisi di non frequentare più, pur seguendone le fasi attraverso altri del nostro gruppo che le frequentavano, per non bloccare il lavoro con la mia presenza che a quel punto risultava quasi come un catalizzatore delle attenzioni altrui…semplicemente mi limitai ad avvertire che il tempo passava e si era arrivato già al nuovo anno…

il gruppo che lavorava al cestrim decise di indire un’assemblea al cinema don bosco per il 17 gennaio…mi presi l’incarico di farne la locandina e fu in quell’occasione che fu del tutto chiaro che le ostilità nei mie confronti e di comunità lucana non erano solo obiezioni ad un pensiero che nei fatti era diverso, ma vere e proprie pregiudiziali…all’invio di una bozza di locandina con alcuni nomi dei promotori messi a casaccio ed a titolo esplicativo (certo fu un errore da parte mia aver messo tra quei nomi il nome di don m.c. che pure però mi pareva parte attiva di quel percorso), la reazione particolarmente di un certo p.b. (da non confondersi con l’altro, ma la parrocchia era evidentemente la stessa) fu estremamente violenta…

costui inviò al sottoscritto una mail contenente un perentorio invito a non fare “balzi in avanti” – con una bozza di locandina!!! –  che già nel tono rivelava non solo l’ostilità nei miei confronti, ma la preventiva creazione di una serie di categorie di “direzione” che certo lo vedevano partecipe, ma che probabilmente escludevano a priori altri che invece di simili categorie non solo ne facevano a meno, ma neppure gli interessava esistessero in un gruppo…di fatto con la pratica di delazione che inviare su una mailing list comporta (cosa che poi si è ripetuta più volte con altri epigoni di quei percorsi deliranti, tanto da indurmi a pensare che sia un comportamento “tipico” e per certi versi da setta, più che da gruppo), tentò di mettere alla berlina un comportamento assolutamente non preordinato da parte mia, ma che in ogni caso trattandosi di un aspetto tecnico, con ben altri modi avrebbe potuto essere anche stigmatizzato…

ne seguì un battibecco via mail in cui, l’altro p.b. finalmente mostrò chiaramente il suo vero volto nei miei confronti, mettendo in dubbio non solo la democrazia interna del nostro gruppo (a cui non aveva mai partecipato, non capendosi così come potesse giudicare) e parlando di una “mikocrazia” escludente ogni volontà altrui (gli rispose per le rime però n. m.), di certo molto offensiva invece per chi partecipando alle nostre riunioni ben sapeva che tutti hanno sempre avuto la massima possibilità non solo di esprimersi, ma di forgiare decisioni concrete e che il sottoscritto semmai, ha solo fatto sintesi delle opinioni nel rispetto di tutti…

ma il massimo della più idiota virulenza nei mie confronti si raggiunse all’assemblea del 17 gennaio…il sottoscritto, a seguito di questi battibecchi, dell’ostilità manifesta nei suoi confronti di altri “pensatori” di quel gruppo (oltre ai citati parlo di m. t., a. r.g. r.,  a p., g.c. ed altri ancora) aveva deciso di non andarci neppure, ma una telefonata di p.b. (so che l’omonimia di iniziali ingenera confusioni, ma era sempre lo stesso della saccenteria iniziale e non quello della locandina) a poche ore dall’inizio mi supplicò di andarci, poiché ci sarebbe stata la presenza del sindaco v. s. di cui erano intimoriti e che a suo dire io avrei potuto controbilanciare…

ci andai e quando venne il mio turno di intervenire, dopo una serie di relazioni del tutto deludenti dal palco, g.c. che noi per primi, almeno pubblicamente avevamo indicato come il candidato sindaco che anche nell’eventualità di fare liste appaiate a noi sarebbe stato più che bene (e mai più darò la mia fiducia a gente che non conosco!!!), lo stesso p.b., a. p., l’ostilità non solo fu manifesta con un di una interruzione dopo aver appena preso parola dallo stesso palco a motivo della mia aggressività (che tale non era se qualcuno conosce la grinta e la passione che metto nei miei interventi), ma subito dopo da una dichiarazione di a .r.g. r.…roba da matti…mi avevano chiamato in soccorso ed appena presa la parola l’ostilità era ripresa subito…ne conclusi che si trattava della classica schizofrenia dei gruppi autoreferenti e chiusi l’interventoi dicendo chiaramente che se lista non fosse stata, noi l’avremmo dovuta fare da soli…

di fatto l’evento fu chiuso da un lungo intervento finale di don m. c. che pure salendo sul palco dal parterre (e fu l’unico a farlo) e dichiarando che non era un intervento preparato e che non avrebbe neppure voluto parlare, fece invece uno sproloquio del tutto inutile e parolaio di oltre mezz’ora, che se non aggiunse nulla al nulla, almeno chiarì a tutti o quasi che il patron dell’operazione era lui…due più due fanno quattro…se l’ostilità nei miei confronti non era a conoscenza di costui ed era solo la preoccupazione dei “domestici” di non turbare il padrone, allora lui doveva saperne qualcosa e di certo abbastanza bene…

forti del buon successo di pubblico, la cui presenza inequivocabilmente significava volontà di avere una lista indipendente per le imminenti comunali, si passò quindi a lunghe e defatiganti discussioni, a cui mi sottrassi quasi sempre, tranne quando si era ormai in prossimità della scadenza ed occorreva sciogliere le riserve e fare le liste, ritornai solo per far presente che il tempo correva e che occorreva fare presto…avvertii che se la lista non si fosse fatta, noi di comunità lucana, come d’altronde già annunciato, ne avremmo fatta una per conto nostro…la follia di questo gruppo unito solo nell’attaccare il sottoscritto e nel litigare tra loro per il nulla arrivò al punto che a tre giorni dalla scadenza della presentazione delle liste, ancora non avevamo deciso se fare la lista o meno…una vera e propria dimostrazione di ingenuità e dabbenaggine!!!…

e così noi di comunità lucana ci trovammo costretti a fare una lista in tre giorni e tutto il discorso di potenza attiva, questo il nome del gruppo, a confluire almeno nei richiami del suo candidato sindaco m. t. nelle liste di rifondazione comunista…lista che non elegge, candidato sindaco di rifondazione che invece di fare la sua battaglia a favore di se stesso, la faceva contro il sottoscritto in un accesso rabbioso, ma ben camuffato da ironia fuori luogo e francamente del tutto idiota, di confronto personale con il sottoscritto…un personaggio fatto così!!!…

insomma nel giugno del 2009, ad urne chiuse, sembrava che in ogni caso le tensioni potessero chiudersi e si potesse cominciare a lavorare per l’obiettivo regione in serenità…noi di comunità lucana, visti però i precedenti, non ci fidavamo molto di tutto l’ambaradam che girando intorno a potenza attiva, girava di fatto intorno a libera basilicata..ma questo avremo modo di vederlo nella prossima parte…        

i nemici di comunità lucana – parte seconda

alla mia iper-attività fatta di comunicati stampa, banchetti, incontri con altri gruppi che lavoravano su temi simili ai nostri (il comitato di ortona in modo particolare), l’organizzazione condivisa di una bella manifestazione no oil il 20 febbraio 2008, incontri con gli studenti, etc. etc., però sembravano seguire più che un appoggio convinto da un partito rappresentato nelle istituzioni, alcune forti criticità interne e proprio per quell’attività frenetica…

critiche “sottobanco” provenienti stranamente proprio da alcuni elementi di rifondazione comunista molto contigui a quella che era allora sinistra democratica, una scissione dai ds in procinto di divenire pd (ed a sinistra si dovrebbe concludere che sono proprio le scissioni a fare le dinamiche della stessa sinistra e non mai le cose concrete!) che divenne poi l’incipit alla scissione vera e propria di sinistra e libertà proprio da rifondazione comunista…

a dire di alcuni di costoro l’attività del comitato andava sin troppo in fondo sulla critica e gli attacchi al sistema e per dirla come mi fu riferito esser pronunciato dal marito della consigliera di rifondazione comunista e.s., p. b. o. (almeno così mi fu riferito, ma ovviamente se il nome del soggetto è errato, non lo erano certo le critiche che si sentivano – eccome se si sentivano! – e che recitavano sempre il mantra de “il comitato stava esagerando e va fuori dal seminato”…”un conto è un pozzo di petrolio a potenza, un altro mettere in dubbio un sistema politico intero”)… 

i partiti che erano stati dentro il comitato e che gradualmente tendevo ad allontanare, mettendo in evidenza proprio le loro contraddizioni sulla faccenda petrolio, e rimarcando l’indipendenza dello stesso comitato da ogni tentativo di “metterci cappello”, da rifondazione ai verdi, da sinistra democratica ad altre formazioni minori, erano abbastanza preoccupati della virulenza dei miei attacchi sistemici al centro-sinistra…di conseguenza le pressioni erano diventate abbastanza forti su un comitato che invece avrebbe dovuto poter lavorare liberamente e necessariamente la mia attività in difesa dello stesso, divenne alquanto intensa, quasi quanto quella che portavo all’esterno…

ovviamente non solo non detti ascolto a chi mi consigliava più o meno velatamente di rallentare, ma se possibile detti maggiore impulso non solo all’attività esterna in quanto tale, ma anche allo studio personale ed approfondito di tutta la materia delle estrazioni petrolifere in regione, che sempre più vedevo come il grimaldello attraverso cui arrivare a tante altre situazioni di sfruttamento selvaggio del territorio lucano…possibilmente sarebbe stato meglio affrontarle in quella che già allora intravedevo come un’unica istanza territoriale e di popolo… 

il sottoscritto, sempre nel febbraio, aveva sostenuto un confronto televisivo con l’assessore all’ambiente v. s. che millantava di monitoraggi ambientali che poi abbiamo tutti imparato non esistere affatto, che stigmatizzava l’eccesso di pale eoliche, le “foreste d’acciaio” come ipocritamente le definì in quell’occasione, che rigettava i campo fotovoltaici nei terreni agricoli (tutte cose poi puntualmente ritrovate nel piear proprio da lui fortemente voluto), e così, quasi come conseguenza diretta dell’approfondimento che si riusciva a dare a temi di cui non si parlava più da anni, si ritrovava ad essere costantemente in televisione in tutti i tg regionali, ricavandone un’accentuazione di interesse sulla sua persona che certo infastidiva qualcuno…

nel frattempo cade il governo prodi e ci si avvicinava alle elezioni del 2008, quelle della sinistra arcobaleno e del suo disastro pilotato per distruggere rifondazione…la mia sovraesposizione sui media si faceva stranamente insistente rispetto a quella che poi mi fu dedicata in seguito, ed in particolare ebbi modo di constatarlo quando l’allora candidata calata dall’alto in regione come capolista della sinistra arcobaleno, t. d. s., chiese esplicitamente l’appoggio del comitato no oil per le elezioni, forse anche in virtù di quella “strana” popolarità che certo faceva visibilità…

il sottoscritto negò decisamente questo appoggio in una riunione pubblica, come alcuni più onesti ricorderanno, poiché questo avrebbe significato la morte dello stesso comitato che sarebbe stato visto solo come un appendice partitica…lo negai nei fatti anche in virtù di una personale previsione elettorale che qualcuno ben  ricorderà, il già citato n. m. con cui condividevamo quasi tutte le battaglie e le iniziative del comitato… 

avevo posto al 3 % massimo il risultato della sinistra arcobaleno, in un disastro che avrebbe precipitato l’intera sinistra nel buio e nel nostro caso specifico probabilmente messo la parola fine sulla lotta contro le estrazioni, lotta che da qualche tempo avevamo regionalizzato, cambiando il nome del comitato da no oil potenza a no oil lucania ed usando esplicitamente il nome lucania, nome reale della nostra regione, molto spesso snobbato come troppo identitario e smaccatamente di destra (figuriamoci dove può arrivare a volte un certo tipo di pensiero!)…

ma ad onor del vero lo avevamo usato anche per differenziare il comitato da un altro comitato fantasma, nato più o meno nel settembre dell’anno precedente e che non aveva mai fatto alcuna attività, risultando tutto al più una semplice sigla ad uso e consumo proprio dei partiti che lo avevano costituito…

affrontando il tema idrocarburi su scala generale regionale si aprivano territori di lotta molto più ampi e che consentivano di marcare ulteriormente le critiche all’accordo eni-regione del ’98 e finanche all’ultimo accordo con la total per il giacimento tempa rossa…negai quindi con molta serenità e fermezza ogni appoggio a quell’avventura e mi auto-sospesi dal partito, per non essere vincolato in alcun modo, arrivando addirittura a proporre provocatoriamente una mia candidatura per sottolineare l’importanza che il tema avrebbe dovuto avere e che non aveva, essendosi preferite logiche di nomenclatura che avevano trasformato l’idea originaria della sinistra arcobaleno in una sommatoria di ceti politici…lo stesso sottoscritto per un paio di settimane ci aveva quasi creduto nell’operazione, ma alcune strane mosse dei vertici dei partiti in oggetto svelarono molto di quel progetto…

aprii comunque gli interventi nella costituente della sinistra arcobaleno in basilicata con un intervento duro contro la senescenza politica di alcuni eterni rappresentanti della sinistra in questa regione, intervento che certo non piacque a molti, tirati in causa per le pratiche consociative con il sistema dei poteri che notoriamente tutti conoscevano e nessuno denunciava apertamente…anzi in molti casi, questi soggetti erano parte stessa, pur se in ruoli da comprimari, del potere, come per esempio f. m., allora dei verdi, e consigliere regionale…

le elezioni furono naturalmente un disastro, nessuno venne eletto, la sinistra arcobaleno morì, partorendosi nei fatti la spaccatura definitiva dentro rifondazione tra ferrero e vendola…spaccatura che in basilicata però aveva già visto i vendoliani prendere tutte le posizioni di rilievo in quel partito e così veleggiare tranquilli verso la scissione…

infatti se come segretario regionale del partito della rifondazione comunista era subentrato a g. s., intellettuale a perdere (per il prc) inviato dalla segreteria nazionale e già parlamentare e presidente del consiglio regionale in quota dell’allora pci, m. s., un mediocre, ed alla parlamentare a. l. già segretaria provinciale di potenza, p. p., un protetto del sindaco di rionero (che all’epoca era di sinistra democratica) e dello stesso g. s., r. r.  rimaneva segretario di matera per veicolare la candidatura della sorella…

solo in seguito alle elezioni r. r. lasciò la carica di segretario provinciale, premiato con la presidenza del parco di gallipoli cognato…al suo posto fu nominato transitoriamente g. p., molto presto fatto fuori attraverso una sua falsa lettera ai giornali, scritta da chissà chi, che lo spinse a dimettersi e lasciare la politica attiva nel partito…al suo posto in seguito fu nominato l’attuale segretario o. f….la situazione in rifondazione si prospettava come un vero e proprio golpe perfettamente riuscito…non rimaneva che la scissione da compiersi… 

e mentre si procedeva a preordinare quella scissione cominciano i primi attacchi reali al comitato no oil…ero già stato attaccato da a. t. (poi traslata nella sel), eterna portaborse presso il gruppo provinciale di rifondazione comunista, oggi passata con lo stesso ruolo al gruppo della sel sempre alla provincia, a suo dire perché non condividevo in lunghi giri di mail i comunicati stampa che di fatto avrebbero reso poi inutile gli stessi, necessitando questi di una freschezza dell’argomento…

attacco strumentale e di poca rilevanza di fatto portato da p. p., segretario provinciale, che credeva avere io un qualche rapporto di appartenenza ad una “cordata” facente capo all’ex segretaria a. l. (che ho sempre politicamente detestato), nel frattempo trovatasi senza alcuna carica nel partito ed impegnata in una lotta dura con gli scissionisti…poi fui attaccato da a. d., un giovanotto pieno di sé figlio di u. d., responsabile dell’ufficio elettorale del comune di potenza, nel frattempo diventato segretario cittadino di rifondazione… p. p. e soci lo avevano messo a controllare il mio operato, essendo tra le altre del tutto assente ogni sua attività interna…un “controllo” da apparato che si rivelò alquanto comico, oltre che inefficace…dopo quasi un anno costui tirò in ballo che il mio incarico non era stato condiviso da tutti, cosa di fatto non vera e dimostrata dall’unanimità della decisione di chi quel giorno, in una riunione convocata nel solito giorno delle riunioni del comitato, mi aveva dato piena fiducia…

poi fui attaccato ancora da p. l. v., nel frattempo entrato in segreteria regionale, e da altri tutti vicini al segretario provinciale di potenza p. p.…fu attaccato fisicamente anche n. m., sempre vicino al sottoscritto, da g. r. (sinistra democratica, oggi sel e candidato alla regione)…tutti attacchi che tendevano ad una soppressione del comitato o ad una sua normalizzazione da parte dei golpisti… 

schifato dal come le cose stavano andando in quello che avrebbe dovuto essere un partito che ci appoggiava, mentre nel frattempo in pochi si macinavano chilometri per la basilicata una intera estate e si faceva tappa in tanti paesi lucani per informare la gente, cosciente di come sarebbero potute andare le cose se non vi avessi posto un argine insormontabile, nel tardo ottobre del 2008 fondai comunità lucana in una riunione in val d’agri, come struttura politica differente dal comitato no oil, seppur da esso discendente, e parallela al comitato stesso… 

mi ero nel frattempo definitivamente allontanato da rifondazione comunista al cui congresso provinciale avevo riconsegnato definitivamente la mia tessera di iscrizione, ripresa temporaneamente, dopo l’autosospensione, all’indomani della sconfitta della sinistra arcobaleno…

le persone presenti in quella prima riunione di comunità lucana, una ventina, mi vollero come coordinatore regionale…cominciò così l’attività di comunità lucana, da subito marcando differenze con la sinistra dei partiti tradizionali…il resto è storia nota a chi ci segue da tempo e che riprenderò a breve per continuare nell’oggi…  

i nemici di comunità lucana – parte prima

i nemici di comunità lucana

 visto che siamo soliti venire al dunque con estrema chiarezza, allora cominciamo subito dal rispondere alle domande che il titolo in sé pone e mettiamo così subito in chiaro i termini di quanto seguirà…

i nemici di comunità lucana – movimento no oil sono ovviamente quelle grandi fette del centrosinistra lucano che amministrano la regione in prima persona e per mezzo di addentellati di vario genere, centrodestra compreso,  e che in questo caso crediamo abbiano gestito e stiano gestendo il supposto depotenziamento dell’istanza del nostro movimento attraverso il sicariato di libera basilicata, sinistra ecologia e libertà ed alcuni pezzi di ciò che resta di rifondazione comunista…

e certo non parlo degli associati e dei militanti e di quanti in buona fede credono che le loro idee siano ben riposte in queste associazioni ed in questi partiti…

come sempre abbiamo detto in una miriade di interventi pubblici e di comunicati stampa dalla bizzarra forma di veri e propri articoli sviluppati in ragionamenti complessi che la forma scarna del comunicato in sé poco aiuterebbe a svolgere, come quasi ogni sistema di potere, quello lucano si fonda sia sulla necessità di foraggiare continuamente il consenso attraverso clientele locali più o meno grandi a seconda del ritorno elettorale che il foraggiato è in grado di assicurare, in un meccanismo del tutto feudale, sia sulla necessità di controllare l’eventuale dissenso attraverso la chiusura dello stesso in un recinto ben controllato e che al consenso sempre deve riportare, nei tempi e nei modi che le anime di quel dissenso possono per genoma politico tollerare…

mi toccherà purtroppo in questa disamina parlare molto di rifondazione comunista, partito a cui pure appartenevo ed argomento che certo potrebbe forse non interessare i più, ma che diviene suo malgrado un punto di gravità intorno a cui far ruotare questa vicenda complessa, fatta magari anche di motivazioni politiche valide e legittime nella differenza di idee e proponimenti, ma purtroppo in molti casi fatta soprattutto di cieche visceralità nei confronti di comunità lucana e del sottoscritto, quasi si temesse un mutamento drastico di orizzonti, ma fatto anche di quelle piccole invidie personali in cui spesso la politica transita e di quelle piccole gelosie per l’indipendenza di pensiero del nostro movimento e per la volontà di non aver padroni e padri putativi di alcun genere, in una regione dove l’indipendenza stessa fa paura perché non la si controlla, non la si gestisce, non se ne possono prevedere gli effetti sulla gente in un sistema dove tutto deve essere sotto controllo – tutt’apposto, diremmo – e così si preferisce “suicidare” quanto di più moderno la politica abbia prodotto in questa terra dove vige ancora il baronato notabilare…

storicamente, almeno per ciò che riguarda questi ultimi anni, in questa regione il controllo del dissenso politico ed il suo rientro obtorto collo nel sistema del consenso al centro-sinistra ed al modello dominante è stato affidato ad un partito come rifondazione comunista, partito che è stato certamente in grado, almeno fin quando è stato unitario di poter chiudere dentro i suoi confini più o meno ampi tutto o quasi il variegato mondo del no e dei no ad un certo sistema di potere, quindi in qualche modo identificando ed inquadrando il dissenso stesso in un contenitore il cui controllo avrebbe consentito di tenere a bada quel dissenso attraverso la riconduzione a maggioranze di centrosinistra…

il controllo di quel ruolo fu assunto dal “capo” storico di rifondazione in basilicata, p. s., ed in una certa qual misura il clan politico a lui afferente continua quell’operazione in conto terzi…

ma con la progressiva incapacità di rifondazione comunista di trattenere coscienze ed opinioni avvicinatesi negli anni al partito e continuate principalmente dopo i fatti del g8 a genova e gli appoggi dati alle lotte popolari locali, cioè dopo i fatti di scanzano, rapolla e melfi, molte ed ormai insofferenti anime di “movimento” si erano stancate di quegli inevitabili “ritorni” quasi fatalistici al centrosinistra ed al suo stile di potere basato sulla clientela ed il malaffare diffuso, stancate né più ne meno di quanto accaduto in altre parti d’italia, ma che in questa regione hanno assunto caratteri peculiari…

una incapacità a trattenere coscienze ed opinioni implementata certo da una scissione mortale che sembrava voler ricondurre sin dall’inizio dritto dritto al pd, di quei vendoliani e bertinottiani che avevano saggiato il potere dei governi e costituitisi quindi prima in sinistra e libertà, poi con l’aggiunta abbastanza banale dell’abusata parola ecologia, in sinistra ecologia e libertà, ed i cui concorrenti principali in termini di visibilità saremmo proprio stai noi di comunità lucana…

ma ecco che alla rottura del contenitore principale il sistema di potere necessitava, qui come altrove, di considerare la necessità del controllo eterodosso di quegli altri elementi e/o contenitori nei quali travasava molto naturalmente sia quel dissenso in fuga da rifondazione e sel (d’ora in avanti la chiamerò con il suo acronimo), sia quell’impegno diretto, poco controllabile su base locale, dei militanti in associazioni e comitati, impegnati in lotte popolari quasi sempre a carattere ambientale e di difesa territoriale dagli assalti dell’industria energetica, dei rifiuti, della privatizzazione dei beni comuni…

detto in altri termini, il controllo del dissenso non poteva essere più affidato soltanto ad una morente rifondazione comunista o alle suadenze “poetiche” di una sel del tutto prona e pronta all’inchino alle maggioranze, ma necessitava di cominciare a creare strutture di coordinamento ed etero-direzione dell’associazionismo e dell’attività dei comitati locali per tentare di monitorare un’attività che rimaneva fuori dal controllo dei partiti stessi…ed è qui che entra in gioco l’associazione libera basilicata ed i tanti rivoli di coordinamenti di associazioni che alcuni suoi aderenti stanno tentando da tempo di organizzare… 

ma fatta questa premessa necessaria, passiamo allora ad una breve storia del comitato no oil, da cui è nata in seguito l’esperienza di comunità lucana – movimento no oil, per meglio comprendere alcune fasi cruciali che in qualche modo hanno sollevato criticità…

il comitato no oil potenza nacque nel novembre 2007 sotto la spinta dell’allarme suscitato da una delibera di giunta regionale che riapriva dopo dieci anni di silenzio omertoso la storia del pozzo esplorativo per idrocarburi monte grosso 2, brindisi di montagna (pz)…

la sua prima riunione era affollata di persone provenienti dalle posizioni più disparate della sinistra e dell’ambientalismo più o meno militante e di fatto fu una riunione incandescente, dove pareva quasi di assistere ai preparativi per la rivoluzione “verde-rossa” che avrebbe portato all’assalto di quel palazzo d’inverno fatto di una trivella e di tutto l’armamentario tecnico necessario a perforare la terra fino a quasi settemila metri di profondità…

vi furono roboanti affermazioni di persone come l’eterno t. c, (decanter – un partito? – no, una rivista di opinione facente capo ad un altro eterno, p. di s.) che inneggiava ad un impossibile presidio permanente del pozzo con quel solito “armiamoci e partite” genomico di certa sinistra italiana, un grande agitarsi di c. c. (prc-l’ernesto, allora posizione minoritaria in quel partito) che oltre ad un volantino, preparava con altri una petizione assurda nel merito e nella forma, e più in generale tutto un susseguirsi parossistico di affermazioni di principio che ben poco avevano di concreto, dovendosi però nei fatti prima di tutto studiare bene la delibera di giunta che autorizzava quello scempio e poi passare all’elaborazione delle azioni di lotta…

il sottoscritto, che si era limitato a dire che, per evitare le facili accuse di ninbysmo di cui saremmo stati sicuramente oggetto, occorrevano subito controproposte da far camminare affianco all’opposizione più ferma, aveva previsto già per la seconda riunione un fisiologico calo alla metà ed anche meno del numero dei presenti alla prima e via via che si sarebbe andati avanti, cosa che avvenne puntualmente sulla base più di una sin troppo facile previsione che per lunga militanza negli anni giovanili nel sottobosco della sinistra non partitica capitolina, era facile intuire, dopo l’identitarismo spiccio e declamatorio delle prime fasi…per essere più chiaro, al primo accenno di lavoro reale, i chiacchieroni si sarebbero dissolti…

nel frattempo avevo proposto che si realizzasse un blog informativo delle nostre attività – questo! – lavoro che presi in carico sin dal primo articolo con il nome di admin, il 5 dicembre 2007…

ma occorreva anche che per rendere efficace l’azione qualcuno si ponesse a coordinare il gruppo, cosa che dopo qualche riunione proposi all’accettazione integrale dei presenti, una quindicina…avere un portavoce che riassumesse verso l’esterno ed in particolare verso la stampa le nostre iniziative e posizioni sarebbe stato utile a meglio chiarire la nostra indipendenza dai partiti, cosa che il sottoscritto rivendica a pieno titolo ed a ragione sin dal primo comunicato stampa e sin dal primo intervento…

nel frattempo si era individuata la criticità di quella strana delibera con tre voti della dirigente v. c. su cinque voti favorevoli su cinque possibili espressi dall’ufficio ambiente a favore della realizzazione del pozzo, cosa che di fatto impedì la trasmissione della delibera presso il ministero dell’ambiente, quindi si era ricostruita la storia decennale di quello strano permesso di ricerca e di quello specifico ancor più strano pozzo, in contemporanea si era avviata la raccolta delle firme alla petizione con banchetti ed iniziative varie, pur sapendo che quelle firme a quella petizione ben poco servivano, ma erano comunque utili alla conoscenza ed alla maggiore diffusione possibile presso l’opinione pubblica di informazioni in merito ad una problematica persa nel mare magno della disinformazione sul tema idrocarburi…

e ad essere presenti a quei banchetti al freddo ed al contatto con le persone a cui occorreva spiegare tutto si era poi sempre in pochi, pochissimi…come nella migliore prassi del già citato “armiamoci e partite”…

c’era un clima favorito certo dalla presenza in parlamento di ben due rappresentanti di rifondazione, a. l., prima segretario provinciale del prc di potenza, alla camera, ed a. p., come indipendente, al senato, clima però ben poco produttivo in rapporto a quanto si sarebbe potuto ottenere utilizzando l’importanza del seggio proprio della p. in rapporto a quella risicata maggioranza in senato su cui reggeva il governo prodi…

si sarebbe potuto chiedere tanto, chiedere indagini, controlli, verifiche su un’attività delle compagnie petrolifere che in regione avevano avuto carta bianca su tutto, ma nulla, la p., non chiese mai una sola volta ragguagli su come la sua figura avrebbe potuto giovare alla lotta del comitato, e nonostante qualche sporadica presenza alle riunioni, la sua coaptazione nella breve sopravvivenza del governo prodi nulla o quasi portò alla regione…il permesso per il pozzo esplorativo morì poco per volta e per molteplici motivi impossibili a ricondursi tutti ad una sola ragione causale, ma certo aiutati da un clima generale di forte criticità…non so quanto abbia giovato alla cosa la presenza nella notte del 31 dicembre del nostro banchetto in piazza m. pagano a potenza con il sottoscritto e n. m., ma di certo l’impatto fu forte e significativo…

nel frattempo al comitato si avvicinavano persone vicine a libera, p. b., che ritroveremo, r. g. ed altri, che seppur sembravano voler cooperare con il comitato, di fatto limitandosi a pochi atti formali di raccolta firme, e molto più a querule critiche abbastanza sterili al testo della petizione, pur se gli fu fatto osservare non lo avevamo scritto noi che pure eravamo impegnati quasi ogni sera a raccogliere firme, non andarono mai oltre delle simboliche presenze, ma che pur credevamo far parte proprio del comitato…

non era così e lo scoprimmo con il tempo, pur se il sottoscritto nutriva sin dall’inizio forti riserve sulla causalità dell’approccio quasi sacerdotale di simili saccenti, quali poi si dimostrarono in seguito…