rispondo ad astronik

caro astronik, la scelta per il blog è di non censurare nulla di nulla ed è  proprio a questo proposito che bisogna registrarsi, lasciando una traccia di sé, firmando gli articoli ed i commenti con il proprio nome…un po’ come dire che chiunque si assume la responsabilità di ciò che scrive, come chiunque di noi si assume delle responsabilità per il semplice fatto di non rimanersene passivamente in silenzio di fronte allo scempio dell nostra terra e delle nostre vite…il blog funziona, ma se andrà migliorato questo potremo saperlo solo dai vostri commenti…la lotta funziona, ma questa potrà risultare efficace solo con l’impegno fattivo di tutti. Un saluto da Mik 

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volantino del comitato

NO AL POZZO DI MONTE GROSSO Ai padroni della politica regionale che svendono il territorio, le sue risorse e le vite degli abitanti rispondiamo NO, non ci stiamo più!La Basilicata ed i Lucani sono stanchi di demagogia e di promesse di uno sviluppo in-sostenibile in cambio del saccheggio sistematico del proprio territorio.Il 60% del nostro territorio regionale è interessato da perforazioni e prospezioni petrolifere di multinazionali del settore energetico, certo molto più attratte dal profitto dell’oro nero che attente alla qualità dell’ambiente.La giunta regionale autorizza la perforazione di un pozzo di petrolio a Monte Grosso, territorio di Brindisi di Montagna, ma a pochi metri dal confine del comune di Potenza, in una zona interessata già da una discarica, un inceneritore, una fabbrica siderurgica, un fiume inquinato ed un quartiere paradigma della cattiva gestione della politica e dell’affarismo delle emergenze, senza richiedere alcun parere alla cittadinanza più interessata alle conseguenze dell’escavazione del pozzo stesso, ma fidando nelle lusinghe di pochi spiccioli elargiti ad un piccolo comune di montagna, la cui capacità di opporsi é inversamente proporzionale alla sua sete di denaro.Ed è proprio nelle promesse di sviluppo, nella fame di lavoro e nella sete di opportunità che le varie giunte regionali fin qui succedutesi, espressione di vecchie e nuove oligarchie politiche , hanno reso la nostra regione una colonia ubbidiente e la trasformeranno in una colonia ancora più ubbidiente agli interessi rapaci di chi vede il profitto come unica ragione.Peccato che l’esperienza oramai quasi ventennale delle perforazioni in Basilicata non abbia portato nessun reale beneficio alla popolazione, a meno di non considerare benefici, panchine, marciapiedi ed improbabili ponti nel cuore di aree protette, mentre d’altra parte gravi sono le problematiche ambientali e sanitarie. L’industria petrolifera infatti è un’attività a devastante impatto ambientale, nella fase di ricerca, nell’estrazione, nella raffinazione e nell’utilizzo dei suoi prodotti finali e  porta non solo a fenomeni di inquinamento di acqua e aria, con gravi rischi per la salute, ma anche alla distruzione delle vocazioni originarie delle economie dei territori, compromettendo ogni ipotesi di sviluppo sostenibile.E tutto questo in Basilicata non riguarda solo il petrolio. La nostra acqua è stata consegnata ad Acquedotto Lucano, che in quanto società per azioni potrebbe vedere l’ingresso di capitali privati nella gestione idrica, realizzando di fatto una privatizzazione di un bene pubblico essenziale, mentre  le nostre acque minerali vengono svendute a prezzi risibili a multinazionali del settore.Le creste delle nostre montagne sono ormai invase da enormi campi industriali di pale eoliche che produrranno si energia rinnovabile (non si sa quanto e come gestita, ma certamente al di fuori di ogni programmazione energetica), ma che, nel contempo, deturpano la qualità del paesaggio, il legame psichico tra questo e la popolazioni, passando sopra il diritto delle stesse di esprimersi democraticamente al riguardo.Le nostre coste sono nelle mani della speculazione selvaggia dei villaggi turistici.I nostri terreni ed il nostro mare sono ridotti a tomba malefica di rifiuti tossici gestiti dalle camorre politico-mafiose, mentre nulla ci assicura che le scorie nucleari non aspettino i tempi di una minore attenzione pubblica per re-interrarsi a forza di scorciatoie procedurali e forzature politiche. Decolonizziamoci!!! urlano i cittadini lucani, cominciando a tessere la rete delle rivendicazioni del territorio nella lotta per l’ambiente, per il lavoro, per la dignità. Aderiamo tutti al comitato contro il pozzo di petrolio a Monte Grosso 

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