petrolio, acqua, rifiuti…istanze di democrazia

in questo andirivieni tra temi apparentementi differenti tra loro, petrolio, acqua, rifiuti, democrazia sostanziale, non vi è alcuna schizofrenia tuttologica, piuttosto la serena consapevolezza che la risoluzione di ognuno di questi problemi vive in simbiosi con la soluzione di tutti gli altri…che senso avrebbe infatti liberarci dal petrolio ed attivare un sistema virtuoso di energie alternative e non riuscire a risolvere il problema dei rifiuti (che io chiamerei puttosto prodotti post-consumo) in una logica di riutilizzo delle materie prime di base e di risparmio dell’energia totale di produzione?…e che senso avrebbe riciclare tutto il riciclabile ed invertire il ciclo del consumo delle materie prime con un rovesciamento degli stili di vita e di produzione, senza una sostanziale politica di gestione pubblica a fini pubblici di ciò che è essenziale alla vita…od ancora che senso avrebbero tutte queste istanze se non all’interno di un quadro di ristabilimento di una democrazia sostanziale che non c’è e di cui abbiamo un disperato bisogno?…la basilicata è terra di baronia, oggi come ieri, di pacche sulla spalla e di diritti svenduti come favori, vittima di una logica feudale che parte da una storia lontana, dimora nel dispotismo clerico-borbonico, transita per l’unitarismo notabilare, si stende sul federalismo agricolo fascista, si rinforza nel sistema delle clientele allargate e della responsabilità diffusa del democraticismo cristiano, approda infine alla deriva centro-sinistrorsa del partito degli affari, in realtà non variando mai i soggetti del rapporto…chi comanda e chi è comandato, magari pensando di valere qualcosa in più, in virtù di un malinteso senso di contiguità al potere, del proprio vicino di casa…è solo all’interno di questa considerazione storica che leggiamo la basilicata di oggi, il suo sfruttamento bieco e l’addormentamento sistematico delle coscienze che è alla base del mantenimento di quel sistema di potere che svende il proprio territorio alle trivelle ed ai rifiuti, sottrae l’acqua all’uso civico, nega permanentemente l’accesso alle coscienze della coscienza della democrazia…ed è solo all’interno di questa logica di comprensione e di opposizione condivisa che dobbiamo fermare il pozzo di monte grosso come prima tappa di un percorso che ci impegnarà come cittadini consapevoli alla risoluzione di tutte quelle vertenze che ci impediscono di essere democraticamente “lucani” e vivere  con la certezza che il tempo che viviamo è il nostro tempo, lo sviluppo che vogliamo è il nostro sviluppo, la terra che viviamo è la nostra terra…miko. 

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