l’incontro con il santochirico

nell’esiguita dello spazio che il conduttore mi lasciava (cmq mi ha promesso un altro spazio a breve) e che, per motivi di correttezza verso gli ascoltatori non potevo sempre conquistare a forza di interruzioni che alla lunga rendono mediaticamente antipatici, credo di aver argomentato un po’ su tutte le nostre tematiche…santochirico nicchia, si arrotola, si difende, ma l’evidenza della contraddizione è palese…giudicate voi stasera se la sua retorica difensivista convince o meno o se sia il caso che gli attacchi siano più forti e meno “educati”…attendo quei vostri giudizi che saranno utilissimi a capire come rendere ancora più incisiva la nostra comunicazioni con le “fasi istituzionali”…ribadendo comunque che l’unica comunicazione che ci convince, ci piace, ci appassiona è quella con la gente…miko.

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verso un modello altro di piano energetico regionale

Nell’ottica di fornire delle valide indicazioni su come impostare una rete regionale di autosufficienza energetica da fonti rinnovabili, partiamo da una serie di presupposti che svilupperemo punto per punto:

  1. ortogonalità orizzontale e democraticità della produzione/distribuzione
  2. accorciamento delle reti distributive
  3. autosufficienza energetica e modelli di utilizzo consapevole
  4. individuazione delle fonti locali e tutela del territorio
  5. logica dei piccoli impianti tarati sulle necessità locali

1.  ortogonalità orizzontale e democraticità della produzione/distribuzione:

attualmente il sistema energetico lucano è dipendente solo dalla interconnessione al sistema energetico nazionale.

Ciò significa che non è possibile stabilire un nesso tra bisogno energetico, produzione locale e previsione di taratura della seconda sulle dimensioni previste e prevedibili della prima, cosa a prima vista evidente per il semplice fatto che non esiste alcuna possibilità di una produzione locale che rientri in una rete distributiva locale.

Ciò attiene al concetto di ortogonalità verticale che il sistema di produzione e distribuzione energetica attuale stabilisce nei suoi rapporti tra produzione e distribuzione stesse. In altri termini, la gestione delle reti energetiche e delle strutture di produzione è attualmente nelle mani di soggetti terzi rispetto al territorio, configurando un solo rapporto di utenza passiva rispetto all’utilizzo dell’energia…l’esempio pratico è nell’allacciamento che ognuno di noi ha ad una rete esterna, ad un fornitore di energia che gode di una sorta di extraterritorialità ed extrafisicità nel rapporto stabilito con un contratto di tipo commerciale…io consumo dell’energia in termini di kw/h in senso assoluto e non mi è dato modo di comprendere quale sia la fonte utilizzata per la sua produzione, i criteri che sono alla base della formazione del prezzo, la sua provenienza geografica, la gestione della risorsa e quindi la possibilità di un suo controllo.

Cioè viene a stabilirsi nel rapporto di utenza un semplice rapporto commerciale che non prevede alcuna partecipazione del cittadino, ma solo il pagamento di un servizio secondo condizioni non discutibili. L’utente quindi nel sistema attuale rappresenta il semplice acquirente di una materia commerciale e non il punto terminale di un utilizzo consapevole di un bene comune, quale è l’energia

A questo punto entra in gioco il rovesciamento dell’ortogonalità e la democratizzazione della produzione/consumo. Passando da un’asse ortogonale ad un asse orizzontale nel meccanismo di produzione/distribuzione ne consegue che l’utenza divenga partecipazione ad entrambi i momenti per rendere finalmente democratico e consapevole il rapporto con l’energia e per trasformare questa da merce, consumabile sulla base della capacità economica dei singoli, in bene comune, cioè in un uso responsabilmente affidato alla cura della comunità che ne stabilisce i criteri di accesso.

Un asse ortogonale orizzontale stabilisce per sua natura una capillarità di accessi all’energia basati sul concetto di partecipazione locale alla produzione ed alla distribuzione, tali da mettere gli utenti nel ruolo di produttori ed utilizzatori al tempo stesso della risorsa energetica, eliminando dal rapporto tra produzione e distribuzione ogni altro intermediario che non sia referente al territorio stesso, alla fonte utilizzata per la produzione energetica, ad una sua gestione prettamente locale e ad un suo controllo finalmente reso democratico.

L’enunciato è per sua stessa natura teorico, pur avendo ovviamente da subito un risvolto pratico. Stabilire la logica che sta alla base del complesso di rapporti che gira intorno al tema dell’energia è fondamentale ai fini della comprensione di un modello basato su un concetto di sostenibilità…se io produco da me ciò di cui ho bisogno sulla base di un’attenta programmazione alle esigenze pratiche delle disponibilità energetiche, non avrò più bisogno di un soggetto altro nella gestione della risorsa energetica e da una logica di produzione/consumo passivo (merce) passerò ad una logica di auto-gestione/consumo responsabile (bene comune)

miko somma (continua)