l’assessore santochirico e le sue stanche precisazioni

copincolliamo dal solito sito basilicatanet l’ultimo capitolo del continuo aggiornamento dell’assessore all’ambiente della regione basilicata santochirico sui dati delle estrazioni di idrocarburi:

DIPARTIMENTO AMBIENTE SU RICERCHE IDROCARBURI METAPONTINO
(AGR) – In relazione alle notizie di stampa riguardanti le attività di ricerca di idrocarburi nel Metapontino, il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità della Regione Basilicata precisa quanto segue:La concessione di coltivazione idrocarburi “Policoro”, è stata assegnata il lontano 30 settembre 1990, ed ha origine addirittura precedente, in quanto derivante dalla concessione “Rabatana” del 1985. La concessione del 1990 scadrà nel 2020.
Dunque, è da 23 anni che nel territorio ionico sono in corso regolari attività di ricerca, di esplorazione, di perforazione e di produzione di idrocarburi, senza che ciò abbia mai avuto conseguenze negative, degne di essere segnalate o di destare preoccupazione.
Al contrario, il fatto che la società Gas Plus Italiana, titolare della concessione, abbia presentato istanza al ministero dello Sviluppo economico e alla Regione Basilicata istanze per modificare il programma della concessione, è stato sufficiente a scatenare un comitato allarmista, le cui prese di posizione, non trovando riscontri concreti ed essendo smentite dalla realtà dei fatti, sono esse stesse in grado di procurare danni all’economia del territorio.
I fatti, dunque, raccontano un’altra storia.
Come già evidenziato, è dal 1985 che nel territorio jonico si svolgono attività di ricerca e di produzione di idrocarburi. Sono stati perforati ed esplorati i pozzi di Rotondella 1 e di Tricchianello 1, Fornaciara 1 e Masseria Petrulla 1, in terrirorio di Policoro: essendo risultati privi di idrocarburi, sono stati chiusi ed è stato effettuato il ripristino ambientale.
Sono stati, inoltre, perforati ed esplorati i pozzi di Filici 1 (Tursi), Colacello 1, Policoro 1 bis, Gioa 1 (in territorio di Policoro): da questi pozzi si estrae gas dolce, ovvero privo di composti tossici come l’acido solforico. La società Gas Plus Italiana attende, invece, la valutazione di impatto ambientale per mettere in produzione il pozzo di Tauro 1, sempre a Policoro, risultato ricco di gas.
Il 26 febbraio scorso, Gas Plus Italiana ha presentato istanza di variazione del programma dei lavori di ricerca relativi alla concessione “Policoro”. La Regione Basilicata ha attivato il procedimento di screening il 12 marzo scorso, e fino all’11 aprile prossimo dovrà attendere le osservazioni dei Comuni interessati o di singoli cittadini; superata questa data, avrà un mese di tempo per fare le proprie valutazioni.
Poiché l’iter è piuttosto complesso, dopo la valutazione preliminare sul programma, sarà necessaria l’intesa fra Regione e ministero dello Sviluppo economico, nonché una successiva autorizzazione sempre da parte del ministero. A questo punto, la legge prevede una nuova valutazione di impatto ambientale da parte della Regione sui luoghi indicati per la perforazione dei pozzi, mentre il ministero dovrà successivamente rilasciare una nuova autorizzazione.
Dunque, a fronte delle attività concrete che si svolgono da 23 anni, oggi siamo alla fase iniziale di una istanza per modificare quel programma di lavoro. I siti che Gas Plus Italiana ha chiesto di esplorare sono tre, nessuno dei quali ricade in una zona Sic. Pozzo della Ghianda 1 è ubicato a destra del fiume Agri, ad una distanza di circa un chilometro, a due chilometri dal mare, a tre dall’abitato di Scanzano e ad un chilometro e mezzo dal Sito di interesse comunitario Costa Jonica-fiume Agri. Il pozzo di Torre Catore 1, invece, è ubicato a destra del fiume Sinni, ad un distanza di due chilometri e mezzo, a sette chilometri dal mare, a quattro dall’abitato di Rotondella e a cinque dal Sic di Bosco Pantano. Il pozzo di Molino Vecchio, infine, si trova a cinque chilometri dal fiume Agri, a due dal Sinni, a sei chilometri dal mare, a quattro chilometri dall’abitato di Policoro, e ad un chilometro e mezzo dal Sic di Bosco Pantano.
La Regione Basilicata, come sempre, prima di rilasciare qualsiasi autorizzazione, espleterà tutti gli adempimenti previsti dalla legge, al fine di verificare la concreta possibilità di effettuare le attività richieste dalla società titolare della concessione. Ciò, al fine di tutelare il territorio e le comunità locali, e per evitare che tanto la ricerca e la produzione di gas, quanto gli allarmismi ingiustificati, possano recare danni alla salute, all’ambiente e all’economia
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ringraziando per la solerzia a cui l’ufficio dell’assessore santochirico si sente obbligato solo adesso, o meglio da quando questo comitato ha cominciato a tirarlo in causa direttamente sull’affare idrocarburi, vorremmo però denunciare che, in una delle sue numerose e precedenti precisazioni che fanno ormai storia letteraria, l’assessore aveva parlato di sole due concessioni attive da cui si estraggono idrocarburi, val d’agri e pisticci…cosa naturalmente non vera, poichè anche solo le prove di produzione di un pozzo sono in quanto tali un’attività estrattiva sic et simpliciter

naturalmente, e come già abbiamo avuto modo di segnalare in precedenza, è cosa assai faticosa (e per alcuni versi anche pericolosa) l’opera di svelamento che comitati, associazioni e cittadini fanno di tutte quelle oggettive situazioni di istanze, permessi e concessioni per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi operanti nella nostra regione e che solo in una visione globale assumono la drammatica realtà, da noi a gran voce denunciata, di una regione scombussolata e devastata dagli appetiti senza freni delle multinazionali, in assenza o quasi di ogni resistenza o tutela da parte delle autorità regionali…

visione globale che purtroppo, proprio in assenza latitante di quelle precise e doverose informazioni generali in merito al problema delle trivellazioni di idrocarburi in regione, che pur dovrebbe fornire chi, eletto con il voto dei cittadini, a questi ed alle loro ansie crescenti dovrebbe prima di tutto rispondere (e non certo assumere ad unico referente gli interessi delle compagnie petrolifere!!!), viene di norma deviata dal focus dell’attenzione generale dalle stanche precisazioni, a cavallo tra la matematica e la cabala, a cui questo assessore ci ha ormai abituati ed a cui, crediamo, nessuno dia più seriamente retta…

precisazioni puntuali e dettagliate che d’altronde vengono rilasciate solo quando qualcuno più avvisato di quella soglia media di attenzione a cui questi signori fanno riferimento quando trattano con la popolazione, fa notare che in questa regione si trivella – eccome se si trivella!!! – e mai, dico mai, rilasciate per una doverosa e preventiva sollecitudine degli uffici preposti a quella normale comunicazione ai cittadini su un tema così delicato, che pure in una democrazia dovrebbe essere cosa ovvia, attenendo quella attività di informazione ai principi basilari della stessa…

ma evidentemente esistono concetti diversi di democrazia e concetti diversi di comunicazione, una comunicazione sostanziale e reale, quella invocata a gran voce dai comitati spontanei, dalle associazioni ecologiste e dai semplici cittadini, a ragione molto preoccupati, o forse ormai sicuri, che il sacco vandalico della nostra regione sia iniziato e vada avanti in una drammatica ed esponenziale rincorsa allo sfruttamento totale e totalitario delle risorse, dell’ambiente, del futuro e delle vite stesse degli abitanti della regione, sfruttamento mortale di cui sembrano non accorgersi, o far abilmente finta di non accorgersi, proprio coloro che ci forniscono un’altra informazione, quella formale e vuota, quella a cui fa voto di ottemperanza non solo il magniloquente santo precisatore di via anzio, il barone rampante di una tutela dell’ambiente a senso unico alternato, ma l’intera giunta con in testa il valoroso cavaliere inesistente (che noi tutti speriamo presto trasformarsi in un visconte dimezzato) monsieur de filippo da sant’arcangelo, il quale, vista l’impossibilità di nuove crociate in cui far valere le sue doti di abile governator-guerriero, ha infine deciso di crocifiggere l’intera regione, votandola a damigiana petrolifera, a contenitore energetico, a pattumiera nazionale con certificato verde stinto, mostrando con i suoi eleganti modi affabilmente podestali quella certa affinità al valore di condottieri, per ora di maggior lignaggio e fama crucifera, ma a cui siamo certi finirà presto per eguagliarsi, quello del conte vlad tepes, l’impalatore, che nel caso del nostro amato governatore lo porterà a meritarsi un eponimo che suggellerà un’epoca storica di questa regione, quello di vito il trivellatore…

presidente de filippo, assessore santochirico, giunta regionale il comitato no oil potenza, a nome della intera popolazione lucana che non crediamo di rappresentare, ma delle cui reali preoccupazioni ci facciamo intrepreti, vi chiede…dimissioni, dimissioni, dimissioni!!!

miko somma, portavoce del comitato no oil potenza

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