l’eco-business dell’assessore

copioincollo dal solito sito istituzionale:

SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, UN’OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE
L’ASSESSORE SANTOCHIRICO ALLA TAVOLA ROTONDA CON GLI IMPRENDITORI
(AGR) – L’ambiente non può essere vissuto come un fattore critico per la competitività delle imprese, bensì un’opportunità in grado di assicurare benefici superiori ai costi sostenuti per preservarlo: il dialogo fra imprenditori e istituzioni, in occasione della tavola rotonda organizzata dal Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità della Regione Basilicata si è concluso con la disponibilità ad un rapporto improntato sulla collaborazione, capace di salvaguardare le risorse naturali e valorizzare l’impegno in favore della sostenibilità. Questa mattina, nell’ambito della manifestazione Trend Expo, nella chiesa di San Pietro Barisano, si è svolta la tavola rotonda sul tema “Imprese e ambiente in Basilicata”, moderata dal giornalista e conduttore del Tg3 Giuliano Giubilei.“L’esigenza di perseguire uno sviluppo sostenibile – ha affermato l’assessore Vincenzo Santochirico – sta determinando dei profondi cambiamenti non soltanto nelle politiche pubbliche, ma anche nelle strategie adottate dalle imprese, per le quali diventa necessario concepire e gestire la variabile ambientale in un’ottica del tutto nuova, secondo un approccio proattivo, volto all’aumento di efficacia e di efficienza nella gestione delle problematiche ambientali, per individuare delle soluzioni strategiche e operative innovative, in modo tale che l’ambiente possa essere vissuto non solo come un vincolo ma anche come una fonte di opportunità, come un fattore attraverso il quale recuperare competitività”. “La pubblica amministrazione – ha proseguito Santochirico – deve adoperarsi per garantire alle imprese le necessarie semplificazioni amministrative, senza con ciò venir meno all’esigenza di preservare il territorio”.Il vicepresidente di Confindustria Basilicata, Michele Motta, ha sostenuto che “l’ecocompatibilità può produrre vantaggi concreti per le aziende, quali minori consumi di risorse, minori costi legati agli incidenti ambientali ed alle sanzioni, miglioramento dei rapporti le comunità locali”. “L’impresa – ha aggiunto – riconosce, oggi, nella gestione dell’ambiente un’importante priorità aziendale, che comporta il miglioramento continuo dei comportamenti e delle prestazioni ambientali, in un’ottica innovativa, con l’ambizioso obiettivo di minimizzare progressivamente l’impatto sull’ambiente. Ciò nella convinzione che nel lungo periodo i benefici delle loro politiche saranno superiori ai costi, in quanto esse non fanno che anticipare l’inevitabile evoluzione delle legislazioni ambientali, ottenendo forti vantaggi nei confronti dei concorrenti”.Secondo Vincenzo Matera, imprenditore dell’Api, le aziende si sentono impegnate a fare in modo che “il tasso di inquinamento e di sfruttamento delle risorse ambientali rimanga nei limiti della capacità di assorbimento dell’ambiente e delle possibilità di rigenerazione delle risorse, ciò attraverso l’introduzione e la diffusione di tecnologie pulite, che applicate a monte dei processi produttivi ne riducono l’intensità di inquinamento, attraverso tecnologie più efficienti, aumentando le attività di recupero dei rifiuti e dei residui, riducendo i consumi di energia, ottimizzando l’utilizzo delle risorse”.Il presidente di Confartigianato, Rosa Gentile, ha evidenziato che “le norme in materia ambientale, come d’altronde anche quelle relative alla sicurezza sul lavoro, non possono essere più disattese in quanto possono essere notevoli le conseguenze negative sia in termini di costi legati ad incidenti ambientali, incidenti sul lavoro, denunce per malattie professionali, sanzioni, sia in termini di immagine negativa, cattivi rapporti con i dipendenti. Tuttavia non è opportuno subirle passivamente ma vanno ricercate delle appropriate soluzioni, non solo di tipo tecnico ma anche organizzative, per rispettare i requisiti minimi di legalità, tenendo conto di un obiettivo fondamentale per l’impresa, soprattutto di quelle di piccole dimensioni, che è quello del controllo e della riduzione al minimo dei relativi costi”.Al termine del confronto, Giuliano Giubilei ha espresso “apprezzamento per il clima di collaborazione fra imprenditori e istituzioni della Basilicata, dal quale possono conseguire effetti positivi per lo straordinario patrimonio ambientale della Basilicata”
 

beh, l’esperienza mi ha insegnato che quando si parla di possibilità di affari sull’ambiente, la fregatura è fin troppo in vista!!!…l’ineffabile assossore santochirico, l’homo assessoris più nicchiante e tranquillizzante del pianeta terra, l’eco-affarosaurus rex sopravvissuto al cretaceo ed al congresso della bolognina, veleggia expo-dalemianamente tranquillo ed in buona compagnia nel mare a lui più congeniale, quello dell’eco-business da diporto, mare magno di cui ben conosciamo l’effetto distruttore delle violente ondate ad effetto ritardato…

quali danni possa fare l’eco-business è materia che comincia a disvelarsi al senso comune, avendo tutti per anni e per legislature potuto constatare che ogni volta che sull’ambiente e sulla sua tutela mettono gli artigli gli imprenditori, non solo alcuni imprenditori genericamente definibili come senza scrupoli (pensiamo a chi fa impresa seppellendo fraudolentemente rifiuti o cosucce del genere), ma tutti gli imprenditori animati dal culto del denaro in quanto liturgia massimizzante dell’io-successo personale rispetto al noi-tutela del diritto collettivo, quel binomio massimo risultato-minimo sforzo o spesa (con una certa propensione a considerare l’ambiente come spesa da minimizzare) che si attribuisce naturaliter al concetto di impresa e di imprenditore che deve far cassa e subito, da astratta norma etica di calvinista ortodossia che regola selettivamente l’attività dell’uomo che piega la natura al suo volere, traslandosi nel nostro capitalismo straccione all’italiana nella norma poco etica del fare affari garantiti dal denaro pubblico e senza mai rischiare nulla – tanto paga pantalone! – si traduce inevitabilmente in un danno dai lunghi effetti sull’ambiente, che pur si sarebbe voluto a parole preservare, e sulla sopravvivenza stessa dei cittadini…fare affari sull’ambiente, e permetterli, di fatto mercifica l’immercificabile, cioè il bene comune ambiente, cosa che con ben altri mezzi e ben altre finalità andrebbe tutelato, preservato e garantito

ok, quelle dell’assessore e compagnia bella erano parole pronunciate al trend-expò, quindi solo parole da fiera…ma parole da fiera, intendendo quest’ultima come l’allegra e vivace esposizione pubblica dei prodotti dell’attività e dell’ingegno umano, o intendendo il termine nel suo senso di quella speciale social-bestialità feroce e tutta umana (dacchè non esiste un solo animale per cui la ferocia sia un comportamento naturale) che a taluni pare invece del tutto congeniale?…un dubbio amletico questo, ma gli affari sono affari ed i dubbi di un principino danese contano sempre meno del denaro con cui si giustifica ogni prolasso etico

p.s. in quanto alle conclusioni di giuliano giubilei – beh che venga nel mondo reale a constatare quale magnifico clima vi sia tra quella concordia dialogante tra imprese ed istituzioni unita in un patto d’acciaio e la restante parte degli abitanti del pianeta basilicata…il mondo, caro giubilei, non è un salotto televisivo in primo piano!!! 

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da no scorie trisaia

riceviamo e pubblichiamo subito da no scorie trisaia il seguente comunicato che facciamo immediatamente nostro:

Si richiede con urgenza l’istituzione del tavolo della trasparenza per affrontare i seguenti temi e conoscere gli sviluppi delle situazioni connesse:

1) Sulla restituzione delle barre di Elk River agli Usa registriamo grave immobilismo da parte delle istituzioni, mentre vanno a gonfie vele gli affari internazionali di Sogin con il decommissining proprio con l’America, vedi rapporti con Energy Solutions per l’invio in america delle scorie della centrale di Latina e degli altri siti italiani, la collaborazione con
l’istituto Batteile sulla ricerca nucleare fortemente voluto dall’ex ministro dello sviluppo economico Bersani, mentre restano escluse le barre di Elk River

2) La Regione non ha ancora deliberato in Consiglio Regionale per la restituzione delle barre di Elk River agli Stati Uniti, così come hanno fatto i sindaci del Metapontino e la Provincia di Matera

2) Sulle attività svolte dalla commissione tecnica Stato Regioni (nella quale la Basilicata è capofila) per l’individuazione dei criteri di scelta per ubicare sul territorio nazionale il sito nazionale di scorie nucleari

3) Sulle attività inerenti alla messa in sicurezza della condotta a mare, dopo due anni ancora Sogin non ha sistemato in sicurezza l’intera condotta e anzi rinfaccia alla Regione la mancata autorizzazione di alcuni lavori

4) Sulla messa in sicurezza della fossa irreversibile e dei liquidi ad alta attività del riprocessamento delle 20 barre di Elk River, sulle attività di decomissioning dell’impianto Itrec di riprocessamento e sulla sua futura dismissione

5) Sui primi risultati del monitoraggio ambientale intorno al centro nucleare messo in atto dalla regione Basilicata con enorme investimento finanziario

6) Sulla riduzione dei rifiuti a “zero” immessi in atmosfera e in acqua ridimensionando completamente la formula di scarico  delle operazioni di decommissioning da parte di Sogin nel centro della Trisaia

7) Sulla mancata divulgazione del piano nucleare di emergenza esterno alle popolazioni riguardo il nucleare e la  presenza della diga di montecotugno.

8 ) Sul segreto di stato previsto da un regolamento governativo attivo dal 1 maggio(legge 124 del 3 agosto 2007) dove nelle materie di riferimento interessate dal segreto di stato figurano centrali per la produzione di
energia e infrastrutture critiche, quindi centrali nucleari e depositi di scorie nucleari.

9) Sulle attività nucleari del nuovo governo Berlusconi  dove la Basilicata rischia di essere coinvolta e dove il velato interesse della stampa nazionale  vuole sminuire  la grande lezione di democrazia e civiltà che i lucani hanno saputo dare ai governanti su quello che oggi potremo definire il grande imbroglio nucleare italiano.

10) Sul mancato interesse del Consiglio Regionale in merito alla riconversione del centro nucleare Enea della Trisaia in facoltà universitarie e alla creazione del Parco dei Calanchi, (fortemente voluto dai cittadini  ),ossia due siti papabili e già in passato oggetto delle attenzioni della lobby nucleare ( 1978,2003).

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“Gita” no oil a Calvello

dopo i recenti attacchi “coloniali” da parte del Sole 24 ore, giornale di Confindustria, alla comunità di Calvello, attacchi relativi ai supposti ostacoli frapposti dall’amministrazione comunale alla realizzazione dell’ oleodotto nel territorio di questo comune e che a dir loro (del giornale) minerebbero il piano industriale eni in basilicata, ed ai cui nefasti effetti mediatici contro una piccola comunità appartenente alla comunità lucana questo comitato ha già controbatutto anche a mezzo stampa, abbiamo deciso per domenica 18 p.v. di fare un “sopralluogo, pic-nic, incontro” aperto a tutti quelli che vorranno essere con noi, a cominciare proprio dai cittadini di Calvello

saremo nella mattinata di domenica intorno alle ore 12 nell’ area pic nic del lago Cifone adiacente il ristorante “Locanda del Parco” , ed approfitteremo naturalmente del momento conviviale per fare 4 chiacchere su petrolio e dintorni…per quanto riguarda il pranzo l’indicazione gastronomica prevalente è pane e frittata (possibilmente senza prezzemolo, il portavoce è allergico), ma naturalmente saranno ben accette anche altre specialità

per contatti: comitatonooilpotenza@libero.it

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