eccovi le foto di uno scempio

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pubblichiamo alcune delle foto di quanto descritto nel comunicato stampa precedente…quell’oleodotto nei boschi è un vero scempio, una vera ipocrisia costruirci di fianco e sopra una pista ciclopedonale a prova di salute…a voi il giudizio sull’opera…inoltre, verificata la natura del composto fangoso ed iridescente che vedete in alcune delle foto, un giudizio compete anche alla magistratura…di petrolio si muore!!!

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comunicato stampa-un picnic a calvello

Negli scorsi giorni un pennivendolo locale, corrispondendo dalle pagine di un quotidiano finanziario nazionale, individuava nella contesa tra il comune di Calvello e l’ENI sul percorso di un oleodotto nei boschi di Pierfaone-Maddalena (oleodotto che collega il complesso di pozzi petroliferi di Cerro Falcone 2, 3 e 4 al centro olii di Viggiano) una rivendicazione localistica di semplice salvaguardia di un’area pic-nic,  e non certo una criticità più generale avente ad oggetto anche la protezione di sorgenti ad oggi già chiuse per inquinamento batteriologico e chimico (cosa che, in boschi dove le uniche attività in grado di creare inquinamento sono proprio quei pozzi, dovrebbe far riflettere).

Il comitato no oil potenza si era già espresso in merito, denunciando che, ben oltre quella facoltà di chiunque di poter esprimere liberamente le proprie opinioni che ci è cara poiché attiene all’essenza stessa della democrazia, ridicolizzare mediaticamente a livello nazionale come mere pretese locali ogni tentativo di porre freni ad una invasione devastante del territorio che finalizza ogni vocazione dello stesso agli idrocarburi liquidi e gassosi ed all’organizzazione industriale che li estrae, raffina ed invia altrove, rivelava quella certa supinità acquiescente di “professionisti della notizia” o alla beata ignoranza dei fatti reali (me ne sto a casa e scrivo di cose che non conosco affatto) o alla complicità con un sistema che suggerisce di filtrare attraverso informazione “dopata” ideologie giustificazioniste (il prezzo del progresso oppure ma così si crea lavoro o altre amenità del genere) al sacco vandalico che ormai da un decennio si perpetua nella nostra regione, pozzo dopo pozzo, barile dopo barile.Anche per questo avevamo annunciato un domenicale pic-nic no oil del comitato nell’area attrezzata oggetto di quella disputa…e quel pic-nic domenica lo abbiamo fatto!…pane e frittata il menù, la voglia di stare insieme a condire il tutto, l’amarezza rabbiosa di constatare che al peggio non c’è mai fine!Il vero problema dell’oleodotto è che attraversa, devastandoli, boschi di grande rilievo ambientale e non soltanto ambientale, dal momento che il complesso boschivo Sellata-Pierfaone-Maddalena è da sempre il vero polmone verde della città di Potenza e del comprensorio ed uno dei principali di una regione che proprio nella magnificenza e nella bio-diversità del patrimonio forestale dovrebbe e potrebbe e trovare una delle occasioni per uno sviluppo altro.Osservare ruspe che hanno scavato profonde trincee tra alberi maestosi per allocarvi tubazioni di trasporto del greggio estratto da torri alte molte decine di metri e che sovrastano persino un manto arboreo già di notevole altezza, è già triste, soprattutto considerando che a tanta devastazione non corrisponde praticamente alcuna compensazione, oltre al pretium doloris di quelle famose royalties di cui non si capisce bene la finalità, non avendo di fatto portato alcun benessere a questa regione, ma constatare l’ipocrisia di un percorso ciclabile che accompagna il tracciato dell’oleodotto è molto più triste, poiché di fatto oltre al danno c’è anche la beffa.Constatare poi che presso alcune sorgenti a poca distanza dai pozzi si trovano strani depositi di un materiale fangoso rossastro permeato da liquidi iridescenti, scoprire che la cosa va avanti da anni, come avvedute persone del luogo ci raccontano – mica passanti o gitanti qualunque, ma gente che in passato ha fatto esposti alla magistratura in merito! – capire come tra quei boschi ogni attività di controllo degli organismi regionali preposti sia di fatto impossibile, quando proprio non la si voglia fare affatto e non si preferisca affidarsi alla coincidenza controllore-controllato di cui questa terra è stata vittima in tema di monitoraggi ambientali, consolida sempre più l’idea che questo comitato ha fatto sua sin da quando nello scorso novembre è nato per la difesa da un altro grave abuso, quello di monte grosso, che in questa regione l’attacco devastante al territorio non abbia ormai più limiti.Stiamo facendo analizzare quel sedimento fangoso rossastro e quel liquido iridescente ed avendo documentato tutto con foto e di testimonianze, ci riserviamo di esporre la faccenda alla magistratura.In attesa di riscontri oggettivi, pubblichiamo le foto sul nostro blogNel frattempo in tutta la regione, non di solo petrolio questa terra muore soffocata da emergenze e misfatti ambientali sempre blanditi e negati persino all’evidenza, non di solo petrolio la nostra gente vede svanire in una menzogna maleodorante chiamata sviluppo ogni speranza di poter cambiare la sua storia e la Storia, non di solo petrolio oggi come ieri è costretta ad emigrare.Sarà anche per questo, presidente De Filippo, che quando lei inneggia trionfalmente a quei settanta posti di lavoro che la Total intenderebbe creare per tecnici lucani a Tempa Rossa, quei settanta posti di lavoro in un mare magno di disoccupazione e di precarietà lavorativo-esistenziale, settanta posti tutti presunti, tutti ancora da venire, tutti da verificare, non le crede proprio più nessuno.Come non le crede questo comitato e personalmente chi ne è il portavoce. Miko Somma, portavoce del comitato no oil potenza