Sciopero al Centro Oli

 in questo ore e in questi giorni i lavoratori di alcune ditte che operano all’interno del Centro Oli di Viggiano scioperano denunciando le condizioni di sfruttamento e di precarietà a cui sono sottoposti, naturalmente siamo totalmente solidali e compartecipi con questi operai e con le loro richeste, De Filippo intervenga, di seguito il comunicato sindacale tratto dal sito web della Fiom che descrive bene la situazione e che condividiamo totalmente, per cui al momento ogni altro commento è superfluo

nicola

 

SCIOPERO dei lavoratori SUDELETTRA e COSMI di Viggiano

MANIFESTAZIONE AL CENTRO OLI dell’ ENI

SCIOPERO dei lavoratori della SUDELETTRA e della COSMI di Viggiano

adesione al 90% e Manifestazione davanti all’ingresso principale dell’ ENI, luogo in

cui si è tenuta l’assemblea dei lavoratori con le segreterie di FIOM FIM e UILM con

la RSU dove si è deciso che lo SCIOPERO continuerà fino a quando il Presidente DE

FILIPPO convoca l’incontro richiesto dalle OO.SS. già il 10 Luglio scorso e NON si

è escluso una MANIFESTAZIONE sotto il Palazzo della GIUNTA Regionale.

Alla luce delle DIFFERENTI condizioni di vita e di Salario all’interno del

centro oli tra i lavoratori dell’ ENI, circa 170, e i lavoratori delle ditte appaltanti circa

400 di oltre 50 imprese diverse, si CHIEDE:

-il CONTRATTO di SITO per Garantire gli stessi trattamenti economici e

normative di TUTTI i lavoratori e definire una percentuale minima (80%) di

disoccupati lucani da assumere nel centro oli, “nelle ultime 40 assunzioni solo

2 erano della Basilicata”

-Clausola sociale in DIFESA dell’Occupazione esistente per impedire che nei

passaggi da una azienda all’altra i lavoratori PERDONO i DIRITTI acquisiti;

-TUTELA della Salute di TUTTI i lavoratori attraverso visite mediche

“ADEGUATE e TRASPARENTI ” di carattere epidemiologico al fine di

prevenire rischi presenti e futuri per la salute alla luce delle sostanze nocive

inevitabili derivanti dalle attività di estrazione del petrolio.

Le OO.SS. unitamente ai lavoratori auspicano che il Presidente della GIUNTA

DE FILIPPO convochi in tempi rapidissimi un incontro con ENI Sindacato e aziende

appaltanti per fare piena luce su quanto stà accadendo nel centro oli di Viggiano che

stà determinado una condizione di dumping sociale tra lavoratori e lavoratori.

Inoltre è utile ricordare che ad oggi sono circa 100.000 i barili estratti al giorno ,

mentre i lavoratori percepiscono 950 euro al mese!!!!!!!!!

BASTA con queste INGIUSTIZIE e le SPECULAZIONI FINANZIRIE

la RICCHEZZA sia

redistribuita ai lavoratori

Potenza 21Luglio 2008 FIM-FIOM-UILM Potenza

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il consiglio provinciale di matera vota un ordine del giorno sul petrolio

di seguito un Ordine del Giorno approvato dal consiglio provinciale di Matera sulla questione petrolio, il testo è stato presentato dal consigliere Vincenzo D’Ambrosio che lo ha concordato col Comitato No Oil, viene sollecitata in pratica una maggiore trasparenza su tutto ciò che concerne le estrazioni petrolifere

Al Presidente del Consiglio Provinciale di Matera

Ordine del Giorno

OGGETTO : Richiesta alla Regione Basilicata di istituzione di attività relazionante periodica presso il Consiglio Provinciale di Matera e redazione di un bollettino trimestrale sull’attività estrattiva in Basilicata

PREMESSO

che le attività di ricerca, estrazioni e stoccaggio di idrocarburi, presenti in Basilicata ormai da decenni, non hanno influito in maniera sostanziale sul benessere della Regione, né in termini macroeconomici effettivi, né in termini di una percezione comune di un reale sviluppo.

PREMESSO INOLTRE

che le scelte programmatiche e di indirizzo socioeconomico delle Istituzioni regionali e locali individuano nel turismo, nella promozione territoriale ed ambientale, nell’agricoltura e zootecnia di qualità, nella difesa dell’ingente patrimonio idrico, alcuni fra i punti più qualificanti dello sviluppo del nostro territorio e delle nostre popolazioni.
CONSIDERATO

che le attività di ricerca, estrazione, trasformazione di idrocarburi, nonostante ogni cautela e precauzione, sono per loro intrinseca natura altamente impattanti sull’ambiente e sulla complessità delle relazioni tra questo e le attività umane preesistenti sul territorio, come anche recenti accadimenti dimostrano.

CONSIDERATO INOLTRE

che la non rinnovabilità della risorsa pone con urgenza la necessità di pensare già oggi come rimodulare armonicamente le scelte energetiche regionali nel senso di un sempre maggiore utilizzo delle fonti di energia rinnovabili.

STANTE

– la richiesta di sempre maggiori e dettagliate attività informative sull’argomento che proviene dalla società lucana nel suo complesso e che fa riferimento ad un più ampio e conclamato diritto di coinvolgimento delle popolazioni nelle scelte che attengono alla gestione ed alla programmazione del territorio e delle sue risorse, suffragata inoltre da precise norme di legge (leggasi ad esempio il D.L.vo 195 del 2005);
– la necessità di tutelare i singoli cittadini e le popolazioni stesse nel diritto alla salute ed alla libera esplicazione delle proprie attitudini e vocazioni.

TUTTO CIO’ PREMESSO

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MATERA

Impegna la Giunta e il Presidente della Provincia a farsi parte attiva ed intervenire sui competenti Organi di Governo regionale e nazionale affinché si pervenga:

1) Ad una attività di informazione, da parte di organi regionali, al Consiglio provinciale, periodicamente ed appositamente convocato, sulle attività di ricerca , estrazione, stoccaggio degli idrocarburi in Basilicata, sulle attività di rilevamento e di controllo dei parametri ambientali e sanitari, sulla puntuale quantità dell’estratto e delle relative royalties percepite, sullo stato di avanzamento del piano energetico regionale, con specifico riferimento alle fonti rinnovabili.

2) Alla redazione di un bollettino trimestrale da inviare a tutti i comuni della Regione Basilicata;

Matera, 15 luglio 2008
Il Consigliere
Vincenzo Dambrosio

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il comitato sulla Nuova TV

Oggi alle ore 15.30 e domani, 18 luglio 2008, sempre alle 15.30 sulla Nuova TV andrà in onda una trasmissione-intervista con la presenza di esponenti del Comitato No Oil Potenza, tesa sopratutto ad illustrare i contenuti della petizione regionale e del suo cammino nei vari comuni della nostra regione

oltre che sul canale 942 di SKY per sintonizzarsi sulla trasmissione : satellite Hot Bird 13 est
frequenza 11.541 simbol/rate 22.00
verticale V – Fec 5/6

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la petizione è on-line

la petizione lanciata dal comitato no oil potenza per la salvaguardia dell’ambiente, dell’economia, delle vocazioni della regione basilicata e della salute dei suoi cittadini è finalmente on-line…vi invito a firmarla con il cuore…per accedere al registro firme, cliccate in alto sul tasto petizione on-line o raggiungetela attraverso il link sottostante 

http://www.firmiamo.it/petizionecontroleestrazioniinbasilicata

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che non inganni il silenzio…noi esistiamo!!!

purtroppo il lavoro agricolo di queste ultime settimane mi ha tenuto lontano dalla tastiera e dal blog…troppa stanchezza per scrivere, ma…che non inganni il silenzio…noi esistiamo!!!…questo comitato ed il sottoscritto sono più vivi che mai, organizzano banchetti per la raccolta firme alla nostra petizione, partecipano a dibattiti ed incontri, costruiscono le fondamenta di un comitato no oil potenza che diviene un patrimonio regionale ed un serbatoio di massa critica nell’intera società…in altre parole, questo comitato cresce a vista d’occhio, raccogliendo firme ed adesioni dirette al comitato praticamente ovunque, di fatto si costituisce come uno strumento vitale, efficace e coeso, ma fatto di uomini e donne con un volto, delle speranze e una gran voglia di lottare a servizio dell’istanza lucana…siamo già in tanti e diventeremo presto molti, molti di più!!!

questo portavoce non ha smesso di scrivere, pensare e fare lotta, ma, al contrario di basso-politicanti maggioranza-minoranza, affaristi-sacerdoti del culto del dio denaro, baciapile senza vergogna, delinquenti eco e delinquenti tradizionali, nonchè esponenti a vario titolo della rendita garantita, dovendo lavorare per vivere (e mai il contrario!!!) ha solo momentaneamente tralasciato le pagine di questo blog per riuscire a coordinare al meglio altre attività sul territorio, forse oggi più importanti per la costruzione di un altro modo di vedere le cose…ma correndo attraverso la basilicata in un giro forsennato che porterà il comitato ad intervenire in quasi tutte le piazze della regione, il blog ci servirà da punto di raccordo ed informazione per rendere a tutti coloro che hanno a cuore un‘altra basilicata più semplice raggiungerci, incontrarci, darci una mano o anche solo conoscerci, dal momento che “fare società” tra noi e coinvolgere quanta più gente possibile è già cominciare a costruire un altro mondo possibile, un altro mondo necessario

l’ottimo nicola vi terrà aggiornati su tutte le iniziative a cui il comitato parteciperà con il carico di criticità che dalla sua nascita lo ha contraddistinto…firmate la petizione…abbraccio tutti!!!…miko

p.s. lascio comunque il mio numero di cellulare a chiunque voglia contattarmi 348 7965317 e quello di nicola 338 1251167  

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riunione del comitato no oil potenza

mercoledì 16 luglio alle ore 18.00 presso la sede wwf di potenza in scalinata IV novembre si terrà la consueta riunione del comitato no oil potenza… prossime tappe della petizione punto principale all’ordine del giorno

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mobilitiamoci anche sul nucleare

quello che segue è un articolo apparso su affari e finanza,di eugenio occorsio, che ci dice dell’intenzione del governo di stoccare le scorie nucleari nei calanchi di basilicata.leggete:

Il problema dei siti nucleari? E’ già risolto. Sarà ripristinata l’originaria vocazione di Montalto, Caorso e probabilmente Trino Vercellese. Ci sono poi altri 34 comuni di cui il ministro Scajola giura di avere in tasca l’adesione, di cui uno in Sicilia e uno in Sardegna. Persino per lo stoccaggio delle scorie il posto ci sarebbe, fra i calanchi della provincia di Matera. Il governo va avanti con i suoi proclami, ma intanto cresce la perplessità non solo presso i parlamentari dell’opposizione, ma fra economisti e scienziati: «Avete pensato al problema delle forniture di uranio?», attacca Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, al convegno organizzato dai radicali venerdì scorso. «Ce n’è pochissimo in tutto il mondo, e il prezzo si sta impennando peggio del petrolio». Il Partito democratico, e tutta l’opposizione, non sono pregiudizialmente contrari. Solo che insistono sui tanti punti ancora irrisolti, sicurezza e soprattutto costi. «E’ vero che la tecnologia si è evoluta, ma non vogliamo che all’ideologia dell’antinucleare si sostituisca l’entusiasmo fanatico del nucleare che porta ad uguali delusioni», dice Emma Bonino. «In tutti questi anni la politica si è disinteressata all’energia». Il problema è solo di sicurezza? «Su questo punto risponde la Bonino parlano le notizie inquietanti degli incidenti in Svezia e Francia (dove la centrale di Tricastin è stata chiusa per la fuoriuscita di acqua radioattiva, ndr). Ma poi manca un quadro corretto dei costi e della loro copertura. C’è l’esempio della Finlandia, dove stanno costruendo una centrale e sono in ritardo di due anni sui tempi previsti e del 50% sul budget. Da noi, il governo ha detto che entra dicembre renderà noti i criteri per i siti, e poi farà la conferenza programmatica: non sarebbe più logico invertire i tempi?».
La partita dei costi è controversa. L’Enel sostiene che servono cinque centrali al costo di 3,54 miliardi di euro l’una, quindi una ventina di miliardi, e si dice in grado di autofinanziare l’investimento. Francesco Troiani, responsabile per l’Enea del nucleare, è più ottimista: «Siamo intorno ai 3 miliardi, per i tempi parliamo di 7/8 anni, ma soprattutto teniamo presente che grazie ai miglioramenti tecnologici la durata di vita di una centrale si sta allungando oltre i 30 anni». Giuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia, puntualizza: «Servirebbero, per poter arrivare al 2025% del fabbisogno elettrico, come indicato dal governo, una decina di reattori di terza generazione per un costo complessivo di 2040 miliardi di euro. Quanto ai tempi, a noi cinque anni basterebbero compresa la progettazione, sempre che il governo semplifichi l’iter autorizzativo, che oggi prevede ben 24 diversi permessi tutti ugualmente difficili da ottenere». Quanto al combustibile, c’è l’avvertimento di Rubbia: «Se la dinamica sarà la stessa che l’uranio ha seguito dal 2000 ad oggi, aumentando di venti volte da 7 a 130 dollari per libbra, potrebbe arrivare a 500, e il costo dell’elettricità nucleare schizzerebbe da 40 a 65 euro per Megawatt, un livello insostenibile». Si aggiunge il problema della disponibilità: «Le riserve conosciute valgono non più di una trentina d’anni, per due terzi il mercato dipende dalle forniture militari, e il più grande impianto di estrazione, quello di Cigar Lake in Canada, tarda ad entrare in esercizio».
Contro l’entusiasmo del governo, e le affermazioni avventate come quella di Berlusconi che al G8 ha proclamato che «saranno costruite mille centrali nucleari», frenano anche economisti che non possono certo essere accusati di antinuclearismo ideologico, come Alberto Clò, docente di Economia industriale all’Università di Bologna: «In tutto il mondo, la costruzione di centrali nucleari si è praticamente fermata da vent’anni a questa parte. Perché? Perché, principalmente per il costo elevato degli impianti, l’era nucleare è finita. Le liberalizzazioni concorrenziali lo hanno messo fuori mercato, e descrivere un’industria nucleare sana significa solo metterla in politica. Se si vuole riaprire il discorso, va eliminata la faziosità». Viste le premesse, si allontana più l’ipotesi che alla costruzione delle centrali possano partecipare i privati. «Sono in ballo investimenti giganteschi, che lo stato prima di affrontare intanto deve intraprendere un dibattito democratico ben diverso da quello avviato in Italia spiega la Bonino e poi deve chiedersi: ma siamo proprio sicuri che una tale massa di risorse non potrebbe essere più convenientemente canalizzata verso investimenti nelle fonti alternative, davvero pulite e meno pericolose, per non parlare di seri programmi di sviluppo sostenibile e risparmio energetico? Noi vogliamo aprire un dibattito che parta da un’analisi obiettiva, mentre gli annunci del governo prescindono da una strategia trasparente e consapevole. Abbiamo l’impressione che il governo parli di centrali nucleari come se fossero edifici qualsiasi».
Spettatore interessato all’esito delle polemiche in corso, è l’Ansaldo Energia, azienda pubblica di riferimento per l’eventuale rinascita del nucleare italiano. Zampini, Ceo del gruppo, conferma: «Alcuni dei siti che hanno ospitato centrali nucleari potrebbero essere rianalizzati a fronte delle nuove norme che il governo varerà. Caorso e Montalto potrebbero essere riconsiderati. Escluderei Latina e Garigliano perché intorno ad essi sono nate case, fabbriche, coltivazioni». Per Trino il discorso è più complesso, e prima di ripristinarlo servirebbero lavori di riassetto territoriale. E il sito di stoccaggio di Scanzano, in Basilicata? «Quando fu identificato, 25 anni fa, furono fatte accurate analisi fisicogeologiche che ne accertarono l’affidabilità. Non credo che le condizioni geologiche siano cambiate. Però per prima cosa vanno tenuti presenti gli avanzamenti nel ciclo del combustibile, che viene oggi trattato e ritrattato all’interno dell’impianto in sicurezza, e la parte di rifiuti è minima. La sostanza più pericolosa è il plutonio, ma ne escono alla fine solo 9 chili per ogni tonnellata di combustibile impiegato, una quantità che ritengo gestibile». Zampini, 62 anni, era nel gruppo dirigente della Nira (Nucleare italiana reattori avanzati) negli anni 70 e 80: «Dopo il referendum del 1987, in una settimana perdemmo ordini per tremila miliardi di lire», ricorda. Ora, come segnale di goodwill ha annunciato la quotazione in Borsa dell’Ansaldo Energia entro i primi mesi del 2009, e vuole portare il fatturato dal miliardo del 2007 a 1,7 del 2010. «E’ urgente rilanciare la scuola italiana. Avevamo 1.500 ingegneri fra i più preparati del mondo, ora siamo in 200. Abbiamo cercato di mantenere le competenze lavorando all’estero: al Superphoenix in Francia, all’impianto di Cernavoda in Romania, alla centrale di Sanmen in Cina, nei programmi sperimentali internazionali». Oggi, il 75% di un impianto può essere realizzato dall’industria italiana contro il 90% del passato: per riqualificare i tecnici nazionali, l’Ansaldo ha varato con l’Istituto di fisica nucleare del Cnr, un master in ingegneria specializzata che partirà in autunno a Genova. «L’obiettivo è reinserirsi in un gruppo di paesi all’avanguardia, realizzando i reattori di terza generazione avanzata per essere pronti a intraprendere la quarta generazione, che però non potrà partire prima del 2040: non possiamo aspettare fino ad allora».

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la petizione a brindisi di montagna

stiamo organizzando diversi banchetti per i prossimi giorni che comunicheremo man mano, per il momento annunciamo il banchetto, importante anche simbolicamente, visto che il comitato è partito per il pozzo di monte grosso, che si terrà domenica 13 luglio a brindisi di montagna dalle ore 10.30 circa

nicola

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riunione del comitato no oil potenza

 mercoledì 9 luglio alle ore 18.00 presso la sede wwf di potenza in scalinata IV novembre si terrà la riunione del comitato no oil potenza…importante partecipare anche per definire le prossime tappe della petizione 

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prossimi banchetti petizione, il cammino continua…..

la settimana scorsa si sono tenuti i primi banchetti per la petizione regionale tra cui quello, dal forte valore simbolico, installato davanti al centro oli di viggiano in occasione della manifestazione sindacale, questi i prossimi banchetti previsti al momento:

giovedi 3 luglio Potenza- largo Pignatari ore 21 

venerdì 4 luglio Potenza – Piazza M. Pagano ore 18

sabato 5 luglio Sant’ Angelo le Fratte ore 17

domenica 6 luglio Sant’Angelo le Fratte ore 17

nel contempo si sta allargano la raccolta in molti comuni della regione ad opera di referenti locali, nei prossimi giorni pubblicheremo l’ elenco dei comuni e di chi raccoglie le firme.

nicola 

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il comunicato annunciato

come già annunciato nel precedente articolo, eccovi il comunicato stampa costruito proprio su questo ed avente ad oggetto anche le dichiarazioni di de filippo…con gentile preghiera di pubblicazione, ovviamente

Royalties. Robin Hood tax, Risorse

 Il comitato no oil potenza nato nello specifico sulla situazione del pozzo esplorativo di monte grosso 2 a pochi km dal centro cittadino e sin da subito proiettatosi nella dinamica regionale della situazione petrolio, nel valutare con soddisfazione la riapertura politica della questione petrolio in questa regione ed il risvegliarsi di una coscienza collettiva lucana sul tema, riapertura che proprio questo comitato in mesi di lavoro ha praticato in comunicati stampa, manifestazioni, volantinaggi, raccolte firme, azioni di sensibilizzazione e pratica quotidiana di lotta al sistema esterno ed interno della colonizzazione, da noi con forza sempre denunciato come il cappio che stringe questa terra in una presa mortale di cui il petrolio è solo uno dei nodi più visibili, ma non certo l’unico –  e parliamo d’acqua, d’energia, di mafia e malaffare politico, rifiuti e tanto altro ancora.

Siamo riusciti a riaprire quindi ciò che sembrava chiuso per sempre, sia nei ricordi di chi questa lotta ha tentato invano di condurla negli anni passati, mancando forse di quel pizzico di sana follia che ci ha spinti ad andare avanti con tenacia e sacrificio, informando la popolazione dalle pagine del nostro blog www.comitatonooilpotenza.com di quanto accadeva e di come il sistema petrolio funzionasse in questa regione. Abbiamo informato con tutta la freschezza caratteristica di uno strumento moderno e tutta la forza d’animo antica di chi ama la propria terra, e continuiamo a farlo quotidianamente, più che mai coscienti che chi oggi si assume il merito di aver risvegliato la popolazione lucana sul tema del petrolio e delle royalties – parliamo del presidente De Filippo che parte per Roma a trattare non si sa neppure bene cosa e parliamo di tutti i politicanti che oggi amano assurgere al ruolo di salvatori di questa terra di Basilicata– prima di tutto si assumono dei meriti non propri, non riconoscendo il lavoro certosino di apripista di questo comitato e del sottoscritto, lavoro a cui tutti costoro hanno attinto con numerose visite alle pagine del nostro “misero” strumento informativo.

Ma non vogliamo certo incoronarci d’allori e non vogliamo farlo adesso, dal momento che la battaglia  per un petrolio che ritorni ad essere una risorse per questa regione non finirà certo per una trattativa che un presidente cerca di mettere su un tavolo romano a cui per motivi di schieramenti politici non è e non sarà il benvenuto. De Filippo cerca un nuovo accordo con la conferenza stato-regioni per un aumento delle royalties derivanti dagli idrocarburi estratti al 20%, sperando forse di ricavare un ben più misero 10% o poco più in cambio della possibilità di trivellare ovunque – ricordate le dichiarazioni del ministro dello sviluppo economico Scajola sulle istanze di ricerca in Basilicata, anche alla luce del suo inquietante viaggio elettorale in Val d’Agri? – con regole ancor meno, se possibile, attente ai mille problemi ambientali, sanitari, economici, clientelari, corruttivi e di programmazione del territorio che il sistema petrolio porta con sé come una malformazione congenita.

De Filippo cerca un nuovo accordo e lo fa forse per i soliti motivi elettorali (a poco meno di un anno dalle amministrative nei comuni e nelle province e a due dalle elezioni regionali, il dubbio non solo è lecito, ma diviene una certezza), e lo fa ancor di più per rimediare, a suon di blandizie paternaliste di pessimo gusto del tipo “io vi salverò”, agli scricchiolii sinistri di un sistema di gestione politica in crisi che riguarda il modello con cui si regge la Basilicata, e salvare così la faccia di un centro-sinistra che pare un comitato d’affari e clientele agli occhi dell’opinione pubblica lucana, non certo per un tardivo risveglio di coscienza e considerazione per l’intelligenza del suo popolo, mentre proprio lui e colleghi cantavano le suadenti note di una ninna nanna irretente che recitava “va tutto bene, va tutto bene”.

Ma mentre De Filippo gioca una partita di immagine con lo schieramento di centro-destra sulla nostra pelle, il PdL locale, a cui preme tanto difendere un governo nazionale di cui neppure un lucano fa parte e che racconta quanto la Basilicata sia sacrificabile, sponsorizza la Robin Hood Tax come “la soluzione”. Questa legge non solo non regala nulla alla Basilicata, essendo il suo cespite di fiscalità generale, ma sembra anzi fatta su misura per concedere il definitivo via libero allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio lucano proprio a quei petrolieri a cui con una mano si preleva una piccola parte delle loro fortune per finanziare quelle grandi, inutili e dannose opere (inceneritori, centrali nucleari, ponti sullo Stretto, etc) con cui Berlusconi foraggia il partito delle costruzioni, e con l’altra gli si apre la porta per l’invasione totale della nostra regione, che da sola fornisce i 3/4 del petrolio estratto in Italia  (è da notare infatti l’assenza di proteste da parte di costoro)

Ma il PdL lucano parla della riduzione del costo dei carburanti come del volano di sviluppo, agitando così al vento quella bandiera populista, così legata al malcontento verso un centro-sinistra becero ed arruffone, e tentando una scalata ai palazzi di via Anzio che passa anch’essa sulla pelle dei lucani.

Ridurre il costo dei carburanti non porterebbe a grandi benefici per la collettività lucana, rivelandosi piuttosto uno strumento di diseducazione proprio per quei modelli di consumo che andrebbero mutati per uscire dalla schiavitù degli idrocarburi. Pretendere trasporti pubblici efficienti, energie rinnovabili, sistemi di risparmio energetico, elaborare atteggiamenti individuali e collettivi più responsabili, ecco cosa potrebbe essere il vero volano di uno sviluppo possibile e sostenibile, non invitare a consumare ancora di più!

 

Noi del comitato no oil potenza abbiamo da giorni lanciato una petizione popolare chiedendo molte cose, tutela dell’ambiente, della salute, dell’economia legata al territorio, ribadendo che il problema petrolio non si esaurisce solo nell’aumento delle royalties che pure richiediamo, ma al 25% – altro che sconti che puzzano di carità e di continuità con un mortificante sistema coloniale, altro che contrattazioni da subire –  e chiediamo l’aumento al 25% per finanziare lo sviluppo altro, lo sviluppo legato al territorio, a cominciare dalla rete di auto-sufficienza energetica basata sulle fonti rinnovabili.

La nostra petizione popolare, le firme della popolazione, l’informazione, l’onestà intellettuale, la voglia di provare a cambiare davvero, questi sono i punti di partenza per una battaglia che rimetta al centro il popolo lucano, la collettività lucana e non i soliti politicanti compromessi da un potere troppo lungo e che si vorrebbe eterno, la collettività lucana e non quei progetti politici costruiti a misura di interessi individuali, la collettività lucana perché il petrolio sia davvero una risorsa per questa regione

  Miko Somma, portavoce del comitato no oil potenza

ma sentite questo!

ROBIN HOOD TAX, RISPOSTA DI PAGLIUCA A RESTAINO
  (ACR) – “La solita scena: il centro sinistra lucano non perde occasione per utilizzare la polemica politica a copertura delle proprie mancanze. Ora è il caso del capo gruppo del Pd Restaino, che continua nel suo nuovo ruolo di mazziere non comprendendo che l’interlocutore che incrocia in questa sua dichiarazione è sicuramente pronto a rispondergli per le rime”. E’ quanto dichiara il presidente del gruppo regionale di Fi – Pdl, Nicola Pagliuca, in risposta alle affermazioni del capogruppo del Pd, Erminio Restaino.“La Robin Hood tax – continua Pagliuca – è un sistema di prelievo fiscale che colpisce gli interessi delle Compagnie petrolifere che hanno visto aumentare i propri guadagni a dismisura nelle incurie generali del centro sinistra nazionale e locale. Tremonti ha avuto il coraggio di opporre un prelievo forzoso al tesoretto dei petrolieri che hanno operato in modo indisturbato utilizzando il sonno del centro sinistra. Il Pdl non ha bisogno di ritrovare il suo orgoglio, mai dimesso, ed è impegnato su una battaglia, quella delle accise, che trova linfa proprio da questo provvedimento del Governo”. “Ci saremmo aspettati – afferma Pagliuca – un diverso atteggiamento del centro sinistra lucano su quel tipo di richiesta (benzina a metà prezzo) che servirà a dare risposte concrete per la competitività di un sistema ormai ridotto allo stremo dalla spartizione clientelare a cui è stato assoggettato. Il presidente Restaino vorrebbe ulteriori risorse da gestire attraverso gli apparati regionali per alimentare quella spesa inutile fatta sino ad oggi. Noi siamo più interessati al sostegno all’economia ed alle famiglie, direttamente e senza passaggi intermedi. E’ per questo che la Robin Hood tax non è il problema!”.

……………………………………………………….. 

il signor pagliuca, a cui evidentemente preme difendere un governo liberal-illiberale di cui neppure un lucano fa parte (cosa che la dice lunga su quanto la basilicata sia sacrificabile per chiunque!!!), nella sua piccola diatriba con l’anuro restaino in vista delle prossime regionali in cui questi pezzenti si accapiglieranno per il controllo di ciò che resta della basilicata, omette di dire una cosa molto importante su questa tassa, e tutto sommato sa bene di omettere per interessi di scuderia…mentre il governo berluskoni (la k è d’obbligo) sembra voler colpire il sistema della rendita garantita su cui i petrolieri hanno costruito immense fortune economiche e con una mano chiamata robin hood tax preleva una piccolissima parte di quei fondi, con l’altra apre la strada allo sfruttamento massiccio delle risorse lucane, come le dichiarazioni di scajola il bastonatore sulla necessità di sfruttare tutto il greggio lucano hanno già annunciato…

si tratta ancora una volta del doppio gioco silvio-populista di cerchiobottare mediaticamente i massicci prelievi fiscali necessari per finanziare opere inutili, dannose, tardive, invasive e soprattutto molto costose (per la gioia del partito trasversale delle costruzioni) come centrali nucleari (ormai in dismissione quasi ovunque), rigassificatori (13 da costruire in italia, 13 già operanti in tutto il resto del pianeta), ponti reggio-messinesi (che ne parliamo a fare!), inceneritori (altro che raccolta differenziata e modifica di stili di consumo e soprattutto modelli di produzione)

a pagare per questi investimenti imbecilli e senza altra regola che far incassare soldini “agli amici degli amici” sarà ovviamente la popolazione italiana e l’illusione che a pagare saranno i poteri forti (petrolieri, finanzieri e gente simile) serve a distogliere l’attenzione generale dal vero nucleo del problema…l’aumento inevitabile della tassazione ed un drastico taglio ai servizi!!!…con una buona dose di cinismo e di ipocrisia faranno passare anche questa deviazione dell’attenzione dell’opinione pubblica nel più perfetto stile medial-ingegneristico che contraddistingue tutti i governi del cavaliere che continua ad elaborare programmi politici costruiti a misura del piano di rinascita nazionale di piduista memoria

da questo punto di vista la robin tax serve solo ad una campagna mediatica ed a far cassa per il governo…il cespite della robin infatti non riguarda le regioni, ma solo la fiscalità generale, mentre ai petrolieri sarà consentito di trivellare ovunque e con regole assai “leggere” in cambio di quei pochi spiccioli in più che costoro saranno ben felici di elargire allo stato (da notare infatti come non vi siano state proteste da parte loro e non certo per un ritorno di coscienza civica dopo la pantagruelica abbuffata di denaro incassato in questi anni)

signor pagliuca (e le prometto par condicio con restaino e tanti altri nella ricerca di una specie animale del cui nome farle onore…per il momento lei mi suggerisce la saettante figura di rettile), la diminuizione del prezzo della benzina è una presa per i fondelli ed uno strumento di diseducazione che piuttosto che spingere la gente a pretendere trasporti pubblici più efficienti e ad elaborare atteggiamenti di consumo più responsabili, invita anzi a consumare ancora di più…noi del comitato no oil potenza chiediamo invece l’aumento delle royalties al 25% – altro che qualche sconto che puzza di carità e di continuità con un mortificante sistema coloniale che ai lucani sta sottraendo la salute, il territorio, l’economia –  e chiediamo tante altre cose riassunte nella nostra petizione, petizione il cui testo ovviamente lei non avrà neppure letto, preso come sarà a cercare di distinguere la realtà della vita dalla virtualità della fiction, come tutti i bravi peones forza-italioti che continuano a costruire sull’opposizione a questo centro-sinistra becero, arruffone, clientelare, sporcaccione, un progetto politico costruito a misura di interessi che con la collettività non c’entrano per nulla!!!…non a caso il vostro partito si chiama popolo delle libertà, sottolineando nell’uso del plurale il carattere prettamente individuale di un diritto che prima ancora che divenire personale deve essere generale e riguardare l’intera società…in altri termini, le libertà, se sono diritti, nascono solo dalla libertà, altrimenti sono soltanto una deriva individualistica che non produce una società civile capace di autoregolamentarsi nel limite oggettivo del diritto personale, ma una società dove l’unico diritto, persino quello di essere libero, nasce dalla forza di imporlo…nella scelta di chiamare quel partito utilizzando il plurale è evidente una certa idea di società e di umanità…noi del comitato no oil potenza siamo per la libertà!!!…a cominciare da quella dei lucani.

miko somma

p.s. sull’argomento credo sarà il caso di ritornare anche con un comunicato stampa.  

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