alberta – basilicata

alcuni giorni fa a villa d’agri si è svolto un convegno sul petrolio in val d’agri che ha visto alcuni parallelismi di disamina sulla situazione dello stato canadese dell’alberta e la basilicata…non ero presente all’incontro personalmente, ma alcuni componenti del comitato hanno assistito alla kermesse – e proprio di kermesse di trattava!…sapete quelle cose in cui un’associazione si costituisce, fa un convegno, chiede dei fondi alla regione, la regione promette di concederli!

bene, durante il convegno in maniera neppure troppo velata si magnificava il sistema petrolio in basilicata, individuando certo alcune problematicità che lo stesso de filippo ha sconsolatamente attribuito alle competenze dello stato centrale a suo dire intangibili dall’operoso operare della regione basilicata (ma certo gli era sfuggito qualche pensiero sulla riforma del titolo V della costituzione che in tema di ambiente ed energia stabilisce concorrenza tra stato e regioni!), si parlava di royalties al 6% (ma la legge non prevede che siano il 7%?…un’altra svista in buona fede), si parlava di monitoraggi ambientali e di rischi per la salute assolutamente sotto controllo ed altre amenità del genere…tutta roba il cui valore informativo abbiamo imparato a conoscere bene e di cui in questo sistema bulgaro abbiamo però imparato a diffidare!

insomma, non ci infastidisce che alcuni tromboni (strumenti musicali che hanno una posizione specifica nella composizione dell’orchestra) organizzino una messa cantata in forma di te deum (in cui è ovvio ci sia una perfetta sequenza delle parti cantate e di quelle musicate) a cui prendono parte ambasciatori (che non portano mai pene), presidenti (che pare piuttosto portino sfiga!) ed altri personaggi più o meno noti ed a cui assistono i buoni borghesi che da sempre hanno avuto qualcosa da guadagnare da una certa contiguità ai professori d’orchestra, e non ci colpisce neppure il rilievo che i mezzi stampa ed il pd3 hanno dato alla faccenda – manco fosse stato un convegno di premi nobel! – e non ci colpisce financosia la disinformazione blandente che ogni volta rassicura su tutto – è tutto a posto, ci penso io, stiamo provvedendo, faremo, diremo, etc, etc – ma colpisce l’ignoranza rilevabile in alcune asserzioni riportate proprio dai media

si racconta infatti che nello stato federale canadese dell’alberta si estraggono 500.000 barili al giorno di petrolio, quindi non è possibile alcun confronto tra questa situazione e quella lucana, dove a regime si estrarranno 154.000 barili giornalieri, se non riguardo al sistema in cui vengono investite le royalties…bene, alcuni scarni dati…la superficie dell’alberta è di 661.848 kmq, la sua popolazione 3.185.000 abitanti (di cui 2077.000 nelle due aree metropolitane di edmonton, la capitale, e calgary), quindi la sua densità abitativa è di 4,63 ab./kmq…la superficie della basilicata è di 9992 kmq. la sua popolazione 590.000 abitanti (di cui 130.000 concentrati nelle due aree metropolitane di matera e potenza…sic!), la sua densità abitativa di 59,1 ab./kmq…se mi consentite un petit et jolié divertissement la densità estrattiva giornaliera dell’alberta è di 0,156 barili/abitante, 0,775 barili/kmq, ma quella della basilicata sorprende poichè risultano 2,61 barili/abitante e 15,412 barili/kmq

alla faccia del paragone impossibile perchè in alberta si estrae tre volte quanto si estrae o si estrarrà in basilicata, tenendo pure conto della scarsissima densità abitativa delle zone di estrazione in alberta…i dati parlano chiaramente di una incidenza produttiva enorme sul territorio e sugli abitanti di una piccola regione, non parliamo neppure di paragoni tra il reddito medio per abitante!…il resto sono chiacchiere a fondo perduto…miko

  

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un saluto a due bimbe appena arrivate

consentitemi di salutare le mie due nipotine nate proprio questa mattina…corro a vederle immediatamente…è anche per loro che vale la pena di combattere questa battaglia perchè è a loro che dobbiamo consegnare una regione migliore in un italia migliore in un altro mondo possibile, in un altro mondo necessario…e scusate un po’ di retorica, ma stamane, e solo per stamane, di de filippo, bubbico, margiotta e del gran bestiario politico-imprenditoriale che gira intorno alle trivelle, non me ne importa assolutamente nulla…a dopo!

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un commento articolato

riporto più in chiaro il commento di mario al mio articolo “l’ipocrisia di bersani”, commento che mi pare dia altra luce alla comprensione dell’affaire petrolio in questa regione…in mano a chi siamo?

Commento a “l’ipocrisia di bersani”

  1. mario
    UDITE UDITE IL GRAN PRESIDENTE DELL’ARABIA BASILICATA
    PARLA DI ” FONDI SOVRANI ”

    Presentato il rapporto di monitoraggio del P.O. Val d’Agri

    17 luglio 2008

    Fino ad oggi per il programma operativo Val D’Agri è già stato impegnato il 75 percento delle risorse disponibili (350 milioni di euro) per investimenti su infrastrutture, regimi di aiuto e servizi. L’azione della Regione ha prodotto, fino al mese di febbraio 2008 da 700 a 800 posti di lavoro, ma potrebbero essere molti di più se si considerano i numerosi investimenti per lo scorrimento di graduatorie di bandi per le pmi messo in campo negli ultimi mesi. La qualità di aria, terra e acqua, monitorata costantemente da Arpab e Agrobios con una quantità di strumenti molto più consistente rispetto alle indicazioni normative, è molto rassicurante. Così come sono tranquillizzanti i dati epidemiologici.
    Sono solo alcuni dei numeri illustrati oggi dal presidente della Regione, Vito De Filippo, nel corso di un incontro convocato per presentare il Rapporto di monitoraggio sull’attuazione del programma operativo “Val D’Agri, Melandro, Sauro e Camastra” al quale hanno partecipato l’assessore regionale alle Attività produttive, Vincenzo Folino, l’assessore regionale alla Formazione, Antonio Autilio, i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali, di Uncem, Anci e Upi.
    “L’incontro di oggi – ha detto De Filippo – è molto importante perchè affronta un programma operativo, quello della Val D’Agri, che ha fatto tanto parlare”. De Filippo ha ribadito che il modello della gestione delle risorse petrolifere costruito dalla Regione Basilicata, in un contesto di totale assenza di esperienze precedenti nel Paese, mostra oggi i segni positivi della sua capacità innovativa. “Non esiste possibilità di “petrolizzare” nè il nostro presente nè il nostro futuro perchè sappiamo che questo risorsa è solo molto limitatamente nelle nostre mani”, ha detto De Filippo. Ed ha aggiunto: “Stiamo parlando del 6 percento di un’attività che comincia a consegnarci risorse consistenti solo a partire dal 2006, 30 Meuro, e nel 2007, 50 Meuro. In nessuna parte del mondo la gestione del petrolio produce miracoli, come abbiamo avuto modo di verificare direttamente. In Arabia Saudita, dove si estraggono circa 10 milioni di barili al giorno, non c’è crescita del pil, ma aumenta solo la ricchezza delle famiglie proprietarie di quelle concessioni. In Alaska si offrono mille dollari per ogni persona che trasferisce la sua residenza in quel Paese. Mentre in Norvegia o nell’Alberta (provincia del Canada occidentale) hanno costruito fondi sovrani indirizzati a raccogliere risorse per investirli sui mercati internazionali utilizzando gli interessi per investimenti su infrastrutture e servizi, proprio come sta facendo la Basilicata”.
    Il presidente della Regione si è quindi soffermato sul rapporto di monitoraggio. “Siamo arrivati a un punto fondamentale che ci serve a capire quali sono stati, in questi anni, i punti di forza ed i punti di debolezza del Po Val D’Agri, uno strumento che abbiamo saputo costruire tutti insieme e che ora tutti insieme intendiamo approfondire per capire in quale direzione muoverci. Nella costruzione di questo strumento abbiamo fatto scelte molto utili collegate al resto dell’attività programmatoria sia regionale che nazionale e comunitaria. La coerenza con il Por 2000 – 2006 è stata molto utile a costruire rapporti e relazioni fra i diversi strumenti. E un approfondimento, su questi temi, verrà affrontato nei prossimi giorni anche dal Consiglio regionale. E non è certo un caso che domani presenteremo le nostre proposte per rendere più competitivo il nostro sistema produttivo andando a rafforzare il campo della strategia per lo sviluppo dell’intera regione. Occorre – ha concluso De Filippo – recuperare le lezioni positive del passato e costruire, ancora una volta tutti insieme, nuovi strumenti per rendere ancora più importante il Po Val D’Agri e lo sviluppo di tutta la Basilicata”. (fonte: AGR/Basilicatanet)

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per angelo falcone e simone nobili

riporto di seguito una proposta di antonio bevilacqua in favore di angelo falcone e simone nobili a cui mi associo

Subject: proposta di post congiunto per Angelo Falcone

carissimi amici, non so se conoscete la vicenda di Angelo Falcone (e dell’amico Simone Nobili), detenuti in India con l’accusa di posseso di 18 kg di droga, ma non è questo ciò che importa: importa sapere che, nel caso particolare di Angelo e Simone, e in quello generale, che riguarda oltre 3.000 nostri connazionali detenuti in paesi esteri, le istituzioni del nostro paese sembrano disinteressarsi. Allora mi è venuta in mente una iniziativa che, mi pare, possa, in qualche modo provare a scuotere le acque: d’accordo con il sig. Giovanni Falcone, ho scritto una lettera. L’idea sarebbe quella di pubblicare “a blog unificati”, nella data del 22 ottobre p.v. questa lettera che vi riporto di seguito. In calce alla lettera vi sono gli indirizzi e-mail delle principali figure istituzionali italiane, e quelle di alcune testate giornalistiche tra nazionali e locali. L’idea è quella di invitare tutti i nostri visitatori a copincollare il testo della lettera ed inviarla agli indirizzi di posta elettronica di cui sopra. So che si tratta di un tentativo che lascia il tempo che trova… ma, ripeto da giorni, vale la pena di tentare. Inviate questa mail a tutti i vostri contatti e, se lo ritenete giusto, postate in data 22 ottobre (si tratta dell’ultimo giorno utile per il ricorso in appello per i due ragazzi) la lettera che è riportata di seguito;

grazie mille

Antonio Bevilacqua alias Nathan 2000

Egregio signore,

 

“È ciò che ci chiedono i Cittadini”, è una frase che spesso, troppo spesso, abbiamo ascoltato in TV, pronunciata da tutti, dico tutti, i rappresentanti dei suddetti Cittadini che siedono in parlamento.
Chi le scrive è uno di quei Cittadini di questo Paese, di quei cittadini che ancora credono, in maniera piuttosto forte, alle Istituzioni. Finora non mi è mai capitato di sentirmi fare, da qualcuno dei parlamentari di questa Repubblica, la domanda: “Cosa chiedi, carissimo Cittadino, a noi tuoi rappresentanti?”.
Non voglio inoltrarmi in polemiche e critiche immotivate… non ci penso e non ne sarei capace. Vorrei, soltanto, rendere noto a Lei quale sia il mio concetto di Stato; concetto che posso semplificare come segue: lo Stato è un Padre che deve (ma soprattutto, Vuole) occuparsi dei propri figli senza riserve e senza tentennamenti; Un Padre è colui che si precipita a rotta di collo dal proprio Figlio ogni qual volta ve ne sia la necessità; ogni volta che si presenti una difficoltà che implichi un aiuto, un consiglio, un intervento di qualsivoglia natura.
Un Padre amorevole ma, all’occorrenza, inflessibile. Inflessibile quando sia palese un cattivo comportamento di un suo figlio. Un Padre pronto a comprendere, ma pronto anche a punire, se lo merita, un figlio che si sia comportato in modo non adeguato alle regole familiari.
Questa lettera nasce dopo mesi di riflessione su di una vicenda particolare di cui poco si parla: l’arresto e la detenzione in India di un nostro concittadino. Il suo nome è Angelo Falcone, ed è stato arrestato, con il suo amico Simone Nobili, dalla polizia Indiana con l’accusa di detenzione di 18 kg di droga. Seguendo il blog del padre di Angelo, Giovanni Falcone, ho scoperto che di nostri cittadini detenuti all’estero ve ne sono più di 3.000! Non ho potuto verificare di persona, pertanto mi debbo fidare delle cifre fornite dal sig. Falcone… ma non ho motivi per dubitare di quanto affermato sul suo blog. Allora, la mia domanda è la seguente: questi nostri concittadini detenuti all’estero sono figli di questo Padre-Stato? Se sì, come mai le istituzioni di questo paese non si comportano come si comporterebbe un Padre nel caso di un proprio figlio? Ad Agosto, per Angelo Falcone e l’amico Simone, c’è stato il verdetto di Condanna a 10 anni. La possibilità di ricorso in appello ha come termine perentorio il 23 ottobre… il tempo stringe! Mi aspetterei, da un Padre, una corsa in India per vedere di persona come stanno le cose. Giovanni Falcone non riesce a parlare con suo figlio neppure telefonicamente. E, da quanto mi capita di leggere sul suo blog, l’interessamento delle Istituzioni di questo Paese sulla faccenda è, per così dire, insufficiente. Come se il Padre-Stato abbia già emesso giudizio di condanna sul proprio figlio, ed abbia deciso di punirlo per la mancanza commessa. Mi sarei aspettato, nel caso particolare di Angelo e, più in generale, nel caso dei nostri oltre 3.000 connazionali detenuti in penitenziari esteri, un atteggiamento differente. In fondo, bisognerebbe domandarsi se in tali paesi esistano quelle garanzie che sono caratteristiche di un qualunque Stato di Diritto degno di questo nome. Siamo sicuri che l’India garantisca gli imputati secondo tali canoni? E tutti gli altri paesi in cui sono detenuti nostri concittadini? Ecco: un Padre dovrebbe correre in soccorso di un proprio figlio per cercare di garantirgli tutto il necessario per affrontare le vicissitudini in cui è incappato. Se, con tutte le garanzie del caso, si dovesse dimostrare un “ERRORE PALESE” commesso dal Figlio, allora il Padre avrebbe tutti i motivi per punire tale errore. Voglio sottolineare il fatto che, più volte, Giovanni Falcone ha dichiarato che, se sulla base di un processo serio ed equo, suo figlio Angelo dovesse essere riconosciuto colpevole, sarebbe il PRIMO a pronunciarsi per la detenzione. Per un processo serio ed equo, segnato, cioè, da tutte le garanzie che vengono concesse nel nostro paese a chiunque incappi nei meccanismi della legge, le Istituzioni italiane si sono mosse? Nel caso di Angelo e dei più di 3.000 già citati, è stato fatto tutto ciò che andava fatto?

 

Concludo dicendo che, da Cittadino di questa Repubblica, chiedo alle Istituzioni tutte, di occuparsi dei propri Figli detenuti all’estero. In virtù del fatto che il mio sentire lo Stato è forte, e altrettanto forte deve essere la risposta dello Stato ai propri cittadini. Se ciò non dovesse essere possibile mi troverò nella bruttissima condizione di figlio di un Padre non disposto ad occuparsi di me… fatto che, per il mio modo di sentire lo Stato e le Istituzioni, non mi lascia tranquillo affatto.

 

Distinti saluti

 

presidenza.repubblica@quirinale.it (Presidente della Repubblica)
http://presidente16.camera.it/servizio/30/mail.asp (Presidente della Camera dei Deputati)
schifani_r@posta.senato.it
(Presidente del Senato)
gabinetto@cert.esteri.it (Ministro degli Esteri)
larepubblica@repubblica.it (La Repubblica)
http://www.corriere.it/solferino/main_mieli-form.shtml (Corriere della Sera)
direttore@ilquotidianodellabasilicata.it
(Il Quotidiano della Basilicata)
nuovabas@tin.it (La Nuova)

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l’ipocrisia di bersani

riporto dal sito istituzionale della regione basilicata

PD: BERSANI, ‘CARTA DI POTENZA’ PER PROBLEMI MEZZOGIORNO
(ANSA) – Il Pd uscirà dalla Conferenza programmatica con una “Carta di Potenza” per “ridare voce e una dimensione nazionale ai problemi del Mezzogiorno”: lo ha detto ai giornalisti il Ministro ombra dell’Economia, Pier Luigi Bersani. “Usciremo da Potenza – ha spiegato Bersani – con una piattaforma che presenteremo in Parlamento e che cercheremo di agitare nell’opinione pubblica. Bisogna prendere intanto atto che sono scomparse le politiche meridionalistiche e che si stanno saccheggiando le risorse per il Sud: i fondi per il Mezzogiorno stanno diventando una specie di borsa da Mary Poppins, da dove si tirano soldi per qualsiasi cosa”. “Per questa parte del Paese – ha proseguito – non c’é uno straccio di idea. Noi ci prendiamo il compito di ridare voce al Mezzogiorno dentro le politiche nazionali: è un lavoro di lunga lena perché i problemi non sono piccoli. Bisogna partire dal ripristino immediato del credito di imposta automatico per investimenti di impresa. Fu ridicolo che si chiuse quel rubinetto per paura di spender troppo: noi dobbiamo aver paura di spendere poco da quel rubinetto. Ci vogliono investimenti e poi c’é bisogno di orientare le nostre politiche (fondi nazionali e comunitari) verso i servizi e le risposte ai diritti di cittadinanza perché dove sta bene un cittadino sta bene anche l’impresa”. Secondo il Ministro ombra, inoltre, “bisogna mettere il Mezzogiorno dentro il dibattito sul Federalismo. Per ora c’é stato solo un dibattito confuso e generico, noi, invece, siamo interessati, numeri e carte alla mano, a trovare soluzioni che possano essere convincenti per tutti. Fino ad adesso – ha concluso – si è fatta tanta propaganda ma non si sono tirati fuori i numeri dai quali, invece, bisogna partire”.

 

 

parole e solo parole a scopo elettorale…mi chiedo ma a cosa pensava bersani, che oggi parla dello sfruttamento delle risorse della regione in una intervista al pd3, quando nel ’98 era uno dei principali sponsor dell’accordo eni-regione sul petrolio in val d’agri?…caro (è un modo di dire!) bersani, questa si chiama ipocrisia!!!

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Manifestiamo!!! – un appello alla Basilicata sana

(Comunicato stampa del comitato no oil Lucania)

Appare ormai evidente che, nonostante tutte le blandizie rassicuranti messe ogni giorno in campo dalla politica ufficiale di Via Anzio e dal suo circo di sottogoverno e falsa opposizione, in Basilicata esiste un problema che travalica ormai la mancanza di una gestione attenta del territorio regionale e delle sue reali vocazioni, delle sue risorse e della salute dei cittadini – mancanza ben riassunta in quel pensiero pragmatico e “leggero”, fatto di governance e mai di reale governo, che così spesso questo comitato ha attaccato, stigmatizzando ogni visione di questa terra come mero contenitore di risorse da sfruttare, ma mai come patrimonio da preservare da ogni rapida mercificazione che tutto e subito consuma in nome di un PIL dai contorni incerti – un problema che, ben oltre l’etica residua o residuale della politica, riguarda il rispetto dell’intelligenza dei cittadini.
Se infatti, a fronte delle continue rassicurazioni che ogni giorno abbondantemente riceviamo dalla politica in forma di rabbrividenti “ghe pensi mì” o di sconsolanti “non si può far nulla”, “non abbiamo competenza” trasmessi a iosa a mezzo stampa o via etere, e di fatto scopriamo poi ogni giorno di continui permessi petroliferi che minacciano di attivarsi, di inceneritori camuffati da centrali a bio-masse, di discariche tossiche di rifiuti tossici, di eco-mostri vacanzieri, dell’acqua che si privatizza e poi scompare e di quella che si privatizza e riappare in spot televisivi come elisir di giovinezza, del nucleare innocuo, dell’eolico selvaggio e poi sappiamo che qualcosa si poteva e si può fare per impedire questo saccheggio sistematico, come si sente il cittadino?
E se poi scopriamo ogni giorno una Basilicata che soffoca di povertà e di emigrazione, di fabbriche in crisi e di classi scolastiche e di maestri soppressi, di agricoltura boccheggiante per l’arsura e per i troppi costi, di una criminalità che a volte spara, a volte indossa il doppiopetto, di comitati d’affari e di logge massoniche, e poi sappiamo ancora di quei piccoli privilegi diffusi e silenti in cui è facile cogliere le grandi ed arroganti consorterie, di un clientelismo ormai quasi alla luce del sole in cui è facile cogliere un sistema ormai auto-referenziale di potere, come si sente il cittadino?
Il cittadino, non mai quello “qualunque” che postula nella sua indistinzione un’indifferenza egoistica di cui questo intero paese paga già oggi le conseguenze, non mai quello che razzola nella pastoia di un sistema di micro-clientele diffuse che credevamo ricordo e scopriamo realtà, non mai quello che finge di non vedere o preferisce tacere, ma il “cittadino”, oggetto e soggetto di diritti e di doveri, a fronte di ciò che accade in questa regione e che pare disvelare sembianze di multiforme moloch di ignoranza e presunzione, di privilegio di casta e potentato politico, di diritto confuso con il favore e di allontanamento dalla democrazia come partecipazione, di pensiero unico e interessi privati, di menzogne e doppie verità, la cui evidente macroscopicità è il vero handicap che grava sulla nostra regione, il “cittadino” ed i cittadini ebbene si sentono derisi, offesi, umiliati, privati persino di forme elementari di rispetto della propria intelligenza.
Ed i cittadini offesi dalla tracotanza del sistema che suppone il gregge belante invece che il popolo cosciente e dalla palese disinformazione che suppone la sempiterna ignoranza invece che la presa collettiva d’atto che questa regione è dei suoi cittadini che soli ne scelgono il futuro ed il presente, faranno ciò che la democrazia per il momento loro consente…manifestiamo!!!
Manifestiamo per la democrazia reale e per il diritto a vivere in un ambiente sano e mantenuto tale, per la legalità del sistema politico ed economico e per il diritto a vivere dignitosamente nel rispetto della realtà oggettiva di questa terra, per la giustizia sociale e per il diritto a partecipare alle scelte, per la difesa dei beni comuni e per il diritto a dire di no alle multinazionali ed alle mafie, alla politica degli affari ed agli affari della politica, agli sprechi e alle follie del fare ad ogni costo, al malaffare ed al clientelismo, alle botteghe ed alle logge che sporcano la nostra regione, manifestiamo per una Basilicata democratica, equa, solidale, una Basilicata che costruisce il futuro a partire da se stessa e da ciò che la natura le ha dato e con cui abbiamo il diritto ed il dovere di convivere con serenità.
Questo è un appello ad indire una manifestazione pubblica a difesa della regione dall’invadenza delle multinazionali e della cattiva politica da tenersi in data da concordare con la partecipazione di chiunque ami la propria terra e creda che la democrazia non si fa nelle segreterie dei partiti lontani ormai dalla realtà quotidiana, nei salotti buoni dell’economia cattiva o nelle aule di tribunale, ma si costruisce a partire dalla volontà dei cittadini di voltare pagina e provare a credere che un altro mondo è possibile perché un altro mondo è necessario.
Miko Somma, portavoce del comitato no oil Lucania

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basilicata sotto attacco: marmo platano e metapontino

In questi giorni si accavallano notizie su nuove richieste di estrazioni petrolifere, su aperture di centrali a biomasse e termovalizzatori discariche e quant’altro, senza parlare di quello che succede con l’acqua, con l’agricoltura e con la crisi sociale con aziende che chiudono e decine di famiglie che non arrivano a fine mese. Lanceremo a breve una proposta a tutti quelli che intendono lottare contro questo massacro al territorio e ad i suoi cittadini. Seguirà a tale proposito un comunicato stampa del portavoce del nostro comitato, di seguito in due articoli di OLA e di altre associaziazioni la situzione delle richieste estrattive nel marmo- platano e nel metapontino.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – chiede ai sindaci del Marmo Platano (Bella, Baragiano, Muro Lucano, San Fele e Balvano), interessati dalla procedura attivata dalla compagnia petrolifera Italmin Petroli che – prima di esprimere il loro parere a Roma nella Conferenza dei Servizi convocata per domani 17 Ottobre presso il Ministero dello Sviluppo Economico (la data ufficiale era fissata per il 22 Ottobre) – ascoltino i cittadini, convocando consigli comunali aperti ove le comunità possano comprendere ed esprimersi democraticamente su tutti gli aspetti della delicata questione.La OLA giudica grave ed inaccettabile la procedura seguita dal Ministero per lo Sviluppo Economico, preoccupato di ripetere quanto è avvenuto nell’area del Melandro, dove i Consigli Comunali hanno espresso democraticamente il loro parere negativo sul procedimento di screening su attività petrolifere attivato dalla Regione Basilicata. Il cambio nella strategia del consenso e del marketing delle compagnie petrolifere – secondo la OLA – è motivato dalla forte determinazione con cui intendono trasformare l’intero territorio regionale (aree protette incluse) mera servitù petrolifera, mortificando i valori della partecipazione e della democrazia. Non è accettabile ricattare i sindaci del Marmo-Platano con la promessa di includerli nella Legge Regionale sulle Royalties, escludendo a priori le comunità dal diritto di comprendere per esprimere un parere consapevole e motivato.

Gli amministratori pubblici della regione la finiscano – una volta per tutte – con le ambiguità, con i tatticismi, con le politiche del ricatto e comincino a praticare la democrazia partecipativa, dichiarando in maniera esplicita “quale progetto hanno per la nostra regione, specie in relazione ad un tema così delicato e quali siano i provvedimenti concreti che hanno adottato o che intendano adottare” per evitare di trasformare la Basilicata in “deserto spopolato”.

Dall’incontro di martedì 14 ottobre presso l’Associazione operatori turistici “Leucippo” di Metaponto (MT) sulla questione delle trivellazioni petrolifere già autorizzate su terraferma nel territorio di Bernalda-Metaponto e Comuni limitrofi, e in riferimento inoltre all’autorizzazione ministeriale in via di approvazione delle trivellazioni in mare riguardanti l’immediata e prospiciente costa jonica lucana, è emersa la volontà dei singoli e delle Associazioni presenti (la già citata Associazione Leucippo, l’Associazione No-scorie Trisaia, il Comitato “Cittadini Attivi” di Bernalda e Metaponto, l’UCAIB) di chiedere al Sindaco di Bernalda-Metaponto la convocazione urgente di un Consiglio Comunale straordinario all’aperto perché si dia conto di questi fatti alla popolazione.
Ha presenziato all’incontro il neo-assessore all’Ambiente della giunta comunale di Bernalda dr. Arcangelo D’Alessandro, che ha garantito ai presenti di portare al Sindaco questa richiesta, dichiarando che neppure lui aveva conoscenza di così grave problema. Si ricorda agli Amministratori che, per legge, è loro dovere informare e consultare la popolazione, soprattutto su problemi di pubblico interesse.
Il territorio jonico è a grave rischio di sfruttamento esterno e di degrado definitivo del nostro ambiente, del suo ecosistema e della già precaria sopravvivenza sanitaria ed economica. Si segnala infine che il territorio metapontino è a forte vocazione agricola e turistica, in virtù dell’enorme patrimonio archeologico ivi presente. Con simili scelte si vuole velocemente portare a compimento una grave e irrimediabile opera di annientamento di questi luoghi e delle loro popolazioni?

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la Veolia ? Ecco alcune informazioni




tratto dal sito della rivista Antimafia 2000 un’articolo in cui Alex Zanotelli speiga cos’è la Veolia che, lo ricordiamo ha che fare anche col presunto “termovalorizzatore” di Potenza:

Alex Zanotelli si dice costernato “nel vedere Napoli cadere nelle mani della più grande multinazionale dell’acqua per gestire i propri rifiuti”
16 dicembre 2007


Napoli.
Su Repubblica di quest’oggi Alex Zanotelli si dice costernato “nel vedere Napoli cadere nelle mani della più grande multinazionale dell’acqua per gestire i propri rifiuti” perché “la stessa sorte toccherà poi all’acqua della città partenopea; questo in aperta contraddizione alle decisioni di Ato2 (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale raggruppante 136 comuni, ndr) sull’acqua e alla moratoria sulla privatizzazione dell’acqua votata in Parlamento il 29 novembre”. Zanotelli è un missionario comboniano operante nel rione Sanità di Napoli, nella Comunità di recupero per tossicodipendenti Crescere Insieme. “E’ triste vedere Napoli – aggiunge padre Alex – cadere nelle mani della grande finanza internazionale. Vorrei gridare a questa città che potenti mani finanziarie stanno per impossessarsi del cuore di Napoli. Vigiliamo perché questa città non venga venduta. Chiedo a tutti i cittadini napoletani, come agli intellettuali di questa città, di ribellarsi a questa eventualità”. A suscitare questa ferma presa di posizione del missionario comboniano è la decisione del commissario per i rifiuti e prefetto di Napoli Alessandro Pansa che ha indetto un bando di gara per l’affidamento della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani della provincia di Napoli. Il bando include “i tre impianti Cdr situati nei comuni di Giuliano, Caivano e Tufino”, oltre all’ “impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della potenza di 105 mw ubicato nel comune di Acerra”, prevede una durata dell’appalto di “15 anni a decorrere dalla data del contratto che si estenderà automaticamente a 25 anni” e un patrimonio netto, cioè un capitale sociale, dei partecipanti alla gara non inferiore a 500 milioni di euro. In concorso vi sono due grandi aziende: la Asm di Brescia e la francese Veolia. “Si sussurra – dice Zanotelli – che la potente azienda bresciana si ritirerà dal bando. Quasi certamente rimarrà solo Veolia”. Veolia è la più grande multinazionale dell’acqua al mondo con un giro d’affari di circa 50 miliardi di dollari all’anno secondo stime del 1999, “per chi non la conoscesse – fa notare padre Alex – basta andare a Latina e Aprilia, dove l’acqua è gestita da un’azienda chiamata Acqualatina che al 49 % appartiene a Veolia: i prezzi dell’acqua sono saliti del 300%”. Desta preoccupazione anche il dato che un mese fa la Veolia si sia unita alla seconda più potente multinazionale dell’acqua, l’Ondeo (ex Suez), dando origine ad un enorme complesso industriale chiamato Suelia (Suez- Veolia), un colosso dal giro d’affari pari a circa 100 miliardi di dollari. Si tratta di multinazionali che “gestiscono tutto dall’acqua ai rifiuti. Ed eccoci ora con Veolia che bussa alle porte di Napoli per gestire i rifiuti della città e provincia dalla raccolta all’inceneritore di Acerra. Una volta che Veolia avrà messo le mani sui rifiuti, passerà poi all’acqua, suo tema preferito”. E’ forse una coincidenza, si chiede padre Alex, che lo scorso marzo sia stata proposta al Comune di Napoli dall’assessore al Bilancio, Cardillo, la realizzazione di una holding di cui facciano parte le varie municipalizzate: dalla Asìa (rifiuti) all’Arin (Acqua)? “Questo significa privatizzare l’acqua… – è la preoccupazione di Zanotelli – O forse la proposta Cardillo di una holding napoletana era stata fatta in previsione dell’arrivo di Veolia che potrebbe fare da collante per il progetto del potente assessore al Bilancio?”. Dora Quaranta

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come ti faccio entrare veolia nell’acqua lucana

vi copincollo questa dichiarazione di nichi vendola, verso cui avevo molto rispetto….

REGIONI: VENDOLA, ACQUA SPA STRUMENTO PER GOVERNANCE IDRICA
 
14/10/2008 18.40.27
[Basilicata]
(ANSA) – BARI, 14 OTT – Si tratta – secondo il presidente della Regione Puglia – “di chiudere questa storia e di aprirne una nuova e di evitare che le due storie, la vecchia e la nuova, si possano sovrapporre”. Contemporaneamente – ha ricordato Vendola – sono state approvate due importanti leggi che consentono la messa in esercizio di 40 impianti di affinamento, “che completano il ciclo della depurazione e rendono le acque depurate disponibili per usi economici“. “Ci predisponiamo, con questo spirito, – ha concluso Vendola parlando con i giornalisti – ad affrontare la prossima discussione sulla proposta del Magistrato delle acque avendo la consapevolezza che stiamo parlando non di scatole cinesi e di sistemi di sottopotere, ma stiamo parlando di strumenti indispensabili per la governance di un ciclo drammaticamente complesso in epoca di siccità e di mutazioni climatiche”.

certo che dichiarare l’acqua una merce stride con il tuo passato nichi…ma si sa che la gente cambia!…ma a cambiare troppo si finisce per  svaporarsi, come presumibilmente si svaporerà l’acqua lucana per il tramite di una operazione di privatizzazione pura e semplice…la poesia non salverà il mondo e tu, nichi, non sei nemmeno più un poeta…miko

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una video-intervista

eccovi il link ad una video-intervista che il sottoscritto ha realizzato a rionero in vulture durante la citata manifestazione di libera contro le mafie…perdonate la solita mitraglia di parole, acuita dalla stanchezza di quella mattina e dalla ripresa unica, ma questo passava quel giorno il convento…un saluto ad alessandro che ha realizzato le riprese, con la promessa che presto il comitato sarà ad atella per un incontro articolato sulle tematiche incrociate di acqua, petrolio, mafie e territorio…buona camicia a tutti…miko

http://it.youtube.com/watch?v=3MhXUKb13NU 

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il comunicato del forum ambientalista

 

ricevo da gianni palumbo e pubblico volentieri per esteso il comunicato stampa del forum ambientalista di cui a brevissimo costituiremo la sezione regionale…in basso trovate il link al file originale…un abbraccio a gianni ed a tutto il forum dal comitato no oil lucania

Tornano i fermenti del termovalorizzatore in provincia di Matera.

Davvero non si ha pace in questo territorio. Sembra che il destino cinico e baro abbia decretato la necessità di far fronte alla mancata raccolta differenziata dei rifiuti attraverso la costruzione di un termovalorizzatore in una delle province italiane che ha uno dei tassi più bassi di RSU prodotti! Ma non è mica colpa dei cittadini (che differenziano anche in quei luoghi nei quali, pur essendoci i contenitori per la differenziata, la stessa non funziona) se siamo in una condizione di arretratezza rispetto alla raccolta differenziata? Ed ora gli stessi cittadini dovrebbero anche sopportare i danni di un termodistruttore (di questo si tratta, basta con gli eufemismi lessicali che nascondono la realtà!) perché gli amministratori, regionali, provinciali e comunali non hanno fatto abbastanza per assecondare una pratica già da tempo patrimonio acquisito di decine di migliaia di cittadini della provincia di Matera che vorrebbero differenziare i propri rifiuti ma non possono. Ma davvero nessuno è responsabile, e a pagare dovranno essere le popolazioni residenti nelle vicinanze del termodistruttore? Come dire, alcuni sbagliano, o semplicemente non decidono, e tutti pagano. Un po’ come la crisi economica globale che rischia per i capricci di pochi architetti del neoliberismo di far pagare a tutti il costo delle loro iperboliche invenzioni. L’idea di praticare la via del termodistruttore è inaccettabile e perdente non solo perché non si giustifica nel ciclo dei rifiuti ma anche e soprattutto perché in questa regione, e quindi nelle sue due province, non si è fatto quasi nulla affinché dai proclami si passasse alla pratica della riduzione del conferimento dei rifiuti, alla raccolta differenziata, al riuso. I cittadini, singoli o organizzati, non potranno permettere che l’assenza della programmazione porti gli Enti pubblici all’esito di costruire un termodistruttore. Perché non è il fato a volerlo ma la mancanza di capacità politica e pratica di dare nuovi e diversi strumenti per risolvere il problema. Non può essere ancora una volta il mercato, con l’affidamento alla filiera industriale dei rifiuti, l’esito di questa complessa questione. La vicenda campana è l’emblema del fallimento delle politiche che volgono lo sguardo alla filiera industriale come soluzione, perché la soluzione è collocata proprio ad un punto cardinale opposto che parla di riuso, riduzione, riciclo. Certo il riuso, la riduzione, il riciclo non garantiscono affari ai potentati economici dell’industria della “monnezza”, non determinano un iperguadagno per gli investitori di borsa che portano al tracollo dell’economia. Invece di essere attenti ai richiami del mercato e prima di arrivare ad un punto di non ritorno sarebbe utile che i nostri Amministratori pensassero, perché in Basilicata siamo ancora nella condizione di farlo, a soluzioni diverse e meno onerose per la salute, per la natura, per le tasche della collettività. Oppure sarà la lotta, in barba ai decreti militari del Governo nazionale contro le popolazioni, a determinare esiti differenti. La vicenda contro il sito unico di stoccaggio di scorie nucleari dovrebbe illuminare rispetto a certe scelte.

 

un-termodistruttore-in-valbasento.doc

 

 

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toh, s’è svegliata pure rifondazione!!!

copincollo dal sito istituzionale le seguenti dichiarazioni che lascerebbero intuire un risveglio di rifondazione sul tema petrolio…meglio tardi che mai!!!…caro pesacane, bene, ma fatti e non solo parole…magari anche meno abbracci pericolosi con chi ci azzuppa, eccome se ci azzuppa sul tema, facendo volare parole e non mettendo mai in atto atteggiamenti concreti…soprattutto umiltà e non volontà di sovradeterminazione a fini elettorali o di consenso

PETROLIO, PRC SU TRIVELLAZIONI MARMO PLATANO
“Quanto sta accadendo nel Marmo, con una ipotesi di trivellazioni che si estenderebbe dal monte Eremita al monte Paratiello, conferma che il disegno di destinare oltre il 60% del territorio regionale alle estrazioni petrolifere viene perseguito con grande ostinazione e determinazione, bypassando sinanche le istituzioni regionali (e nel silenzio colpevole di queste ultime) e rivolgendosi direttamente ai comuni interessati che, in periodi di scarsità di risorse finanziarie, potrebbero essere allettati e, in un certo senso, estorti per rimpinguare i propri bilanci”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Paolo Pesacane, della segreteria della Federazione di Potenza del Prc.
“Come partito, chiediamo che la Regione e in modo particolare, il Presidente della Giunta e l’assessore competente – aggiunge Pesacane – escano allo scoperto, dichiarando in maniera esplicita quale progetto hanno per la nostra regione, specie in relazione ad un tema così delicato e quali siano i provvedimenti concreti che hanno adottato o che intendano adottare. Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, saremo impegnati, assieme ai cittadini, alle associazioni ambientaliste ed a quelle dei lavoratori, nonché assieme alle forze politiche che hanno evidenziato una sensibilità su questi temi, rilanceremo con forza la nostra azione contro questo progetto scellerato”.
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con gli studenti, con i docenti

il comitato no oil lucania sostiene i corpi discenti e docenti, il personale ausiliario e tutto il mondo della scuola contro l’ideologico progetto di ristrutturazione selvatica della scuola italiana della ministrina gelmini…con ben altri metodi e mezzi si dovrebbe procedere a riforme strutturali di un mondo che per sua intrinseca natura è dinamico e necessariamente soggetto ad innovazioni, ma a cui non si può pensare ragionieristicamente come ad una azienda da sottoporre a ristrutturazione in accordo alle esigenze di un modo di pensare all’economia ed al lavoro che mostra ormai il suo peggior lato senza alcun residuo ritegno

il mondo della scuola è e deve rimanere lo strumento di preparazione del cittadino ai valori critici del sapere in accordo alla libera esplicazione della personalità di ciascuno studente, in ossequio ai principi della nostra carta costituzionale, e mai deve o può divenire neutro serbatoio di braccia e menti per un sistema azienda i cui limiti stanno nelle attuali crisi finanziarie che devastano il mondo intero e per un sistema lavoro i cui presupposti risiedono nella mercificazione del sapere, del tempo, della vita stessa dei soggetti interessati in favore dei grandi interessi economici che pretendono di ordinare il pianeta intero in filiere produttive in cui gli esseri umani, l’ambiente, i diritti individuali e quelli collettivi, il tempo, i sogni e le speranze divengono una variabile monetizzabile

la partecipazione di tutti gli attori coinvolti nel mondo scuola dovrebbe essere, al pari di qualsiasi altro processo economico e sociale, il presupposto di base per riconoscere cosa, dove e come potrebbe essere cambiato in questo settore tanto complesso e tanto importante per l’oggi ed il domani dei cittadini e del paese, ma il metodo seguito da questo governo masson-mafioso con l’ideale del randello e dell’olio di ricino non prevede alcuna partecipazione democratica e, al pari della vicenda alitalia, impone tempi e modi, preferendo la coercizione al dialogo 

a questo governo che fa dell’autoritarismo decretativo, dell’ansia iniettata nelle vene del paese, della paura gli strumenti di un modo di pensare alla democrazia che ricorda il furore antisociale dei governi sud-americani degli anni settanta dello scorso secolo, il comitato no oil lucania, nel ribadire la propria vicinanza a studenti, corpi docenti e personale a vario titolo coinvolto in questo attacco alla democrazia ed al sapere libero che ne è presupposto essenziale, risponde secco e chiaro che mai e poi mai simili metodi saranno tollerati se e quando alle dissennate esternazioni del ministro dello sviluppo economico sulle risorse del sottosuolo lucano dovessero seguire fatti concreti   

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