per angelo falcone e simone nobili

riporto di seguito una proposta di antonio bevilacqua in favore di angelo falcone e simone nobili a cui mi associo

Subject: proposta di post congiunto per Angelo Falcone

carissimi amici, non so se conoscete la vicenda di Angelo Falcone (e dell’amico Simone Nobili), detenuti in India con l’accusa di posseso di 18 kg di droga, ma non è questo ciò che importa: importa sapere che, nel caso particolare di Angelo e Simone, e in quello generale, che riguarda oltre 3.000 nostri connazionali detenuti in paesi esteri, le istituzioni del nostro paese sembrano disinteressarsi. Allora mi è venuta in mente una iniziativa che, mi pare, possa, in qualche modo provare a scuotere le acque: d’accordo con il sig. Giovanni Falcone, ho scritto una lettera. L’idea sarebbe quella di pubblicare “a blog unificati”, nella data del 22 ottobre p.v. questa lettera che vi riporto di seguito. In calce alla lettera vi sono gli indirizzi e-mail delle principali figure istituzionali italiane, e quelle di alcune testate giornalistiche tra nazionali e locali. L’idea è quella di invitare tutti i nostri visitatori a copincollare il testo della lettera ed inviarla agli indirizzi di posta elettronica di cui sopra. So che si tratta di un tentativo che lascia il tempo che trova… ma, ripeto da giorni, vale la pena di tentare. Inviate questa mail a tutti i vostri contatti e, se lo ritenete giusto, postate in data 22 ottobre (si tratta dell’ultimo giorno utile per il ricorso in appello per i due ragazzi) la lettera che è riportata di seguito;

grazie mille

Antonio Bevilacqua alias Nathan 2000

Egregio signore,

 

“È ciò che ci chiedono i Cittadini”, è una frase che spesso, troppo spesso, abbiamo ascoltato in TV, pronunciata da tutti, dico tutti, i rappresentanti dei suddetti Cittadini che siedono in parlamento.
Chi le scrive è uno di quei Cittadini di questo Paese, di quei cittadini che ancora credono, in maniera piuttosto forte, alle Istituzioni. Finora non mi è mai capitato di sentirmi fare, da qualcuno dei parlamentari di questa Repubblica, la domanda: “Cosa chiedi, carissimo Cittadino, a noi tuoi rappresentanti?”.
Non voglio inoltrarmi in polemiche e critiche immotivate… non ci penso e non ne sarei capace. Vorrei, soltanto, rendere noto a Lei quale sia il mio concetto di Stato; concetto che posso semplificare come segue: lo Stato è un Padre che deve (ma soprattutto, Vuole) occuparsi dei propri figli senza riserve e senza tentennamenti; Un Padre è colui che si precipita a rotta di collo dal proprio Figlio ogni qual volta ve ne sia la necessità; ogni volta che si presenti una difficoltà che implichi un aiuto, un consiglio, un intervento di qualsivoglia natura.
Un Padre amorevole ma, all’occorrenza, inflessibile. Inflessibile quando sia palese un cattivo comportamento di un suo figlio. Un Padre pronto a comprendere, ma pronto anche a punire, se lo merita, un figlio che si sia comportato in modo non adeguato alle regole familiari.
Questa lettera nasce dopo mesi di riflessione su di una vicenda particolare di cui poco si parla: l’arresto e la detenzione in India di un nostro concittadino. Il suo nome è Angelo Falcone, ed è stato arrestato, con il suo amico Simone Nobili, dalla polizia Indiana con l’accusa di detenzione di 18 kg di droga. Seguendo il blog del padre di Angelo, Giovanni Falcone, ho scoperto che di nostri cittadini detenuti all’estero ve ne sono più di 3.000! Non ho potuto verificare di persona, pertanto mi debbo fidare delle cifre fornite dal sig. Falcone… ma non ho motivi per dubitare di quanto affermato sul suo blog. Allora, la mia domanda è la seguente: questi nostri concittadini detenuti all’estero sono figli di questo Padre-Stato? Se sì, come mai le istituzioni di questo paese non si comportano come si comporterebbe un Padre nel caso di un proprio figlio? Ad Agosto, per Angelo Falcone e l’amico Simone, c’è stato il verdetto di Condanna a 10 anni. La possibilità di ricorso in appello ha come termine perentorio il 23 ottobre… il tempo stringe! Mi aspetterei, da un Padre, una corsa in India per vedere di persona come stanno le cose. Giovanni Falcone non riesce a parlare con suo figlio neppure telefonicamente. E, da quanto mi capita di leggere sul suo blog, l’interessamento delle Istituzioni di questo Paese sulla faccenda è, per così dire, insufficiente. Come se il Padre-Stato abbia già emesso giudizio di condanna sul proprio figlio, ed abbia deciso di punirlo per la mancanza commessa. Mi sarei aspettato, nel caso particolare di Angelo e, più in generale, nel caso dei nostri oltre 3.000 connazionali detenuti in penitenziari esteri, un atteggiamento differente. In fondo, bisognerebbe domandarsi se in tali paesi esistano quelle garanzie che sono caratteristiche di un qualunque Stato di Diritto degno di questo nome. Siamo sicuri che l’India garantisca gli imputati secondo tali canoni? E tutti gli altri paesi in cui sono detenuti nostri concittadini? Ecco: un Padre dovrebbe correre in soccorso di un proprio figlio per cercare di garantirgli tutto il necessario per affrontare le vicissitudini in cui è incappato. Se, con tutte le garanzie del caso, si dovesse dimostrare un “ERRORE PALESE” commesso dal Figlio, allora il Padre avrebbe tutti i motivi per punire tale errore. Voglio sottolineare il fatto che, più volte, Giovanni Falcone ha dichiarato che, se sulla base di un processo serio ed equo, suo figlio Angelo dovesse essere riconosciuto colpevole, sarebbe il PRIMO a pronunciarsi per la detenzione. Per un processo serio ed equo, segnato, cioè, da tutte le garanzie che vengono concesse nel nostro paese a chiunque incappi nei meccanismi della legge, le Istituzioni italiane si sono mosse? Nel caso di Angelo e dei più di 3.000 già citati, è stato fatto tutto ciò che andava fatto?

 

Concludo dicendo che, da Cittadino di questa Repubblica, chiedo alle Istituzioni tutte, di occuparsi dei propri Figli detenuti all’estero. In virtù del fatto che il mio sentire lo Stato è forte, e altrettanto forte deve essere la risposta dello Stato ai propri cittadini. Se ciò non dovesse essere possibile mi troverò nella bruttissima condizione di figlio di un Padre non disposto ad occuparsi di me… fatto che, per il mio modo di sentire lo Stato e le Istituzioni, non mi lascia tranquillo affatto.

 

Distinti saluti

 

presidenza.repubblica@quirinale.it (Presidente della Repubblica)
http://presidente16.camera.it/servizio/30/mail.asp (Presidente della Camera dei Deputati)
schifani_r@posta.senato.it
(Presidente del Senato)
gabinetto@cert.esteri.it (Ministro degli Esteri)
larepubblica@repubblica.it (La Repubblica)
http://www.corriere.it/solferino/main_mieli-form.shtml (Corriere della Sera)
direttore@ilquotidianodellabasilicata.it
(Il Quotidiano della Basilicata)
nuovabas@tin.it (La Nuova)

Pubblicato in Blog