ieri a gorgoglione – cronaca semiseria di un disastro annunciato

Ieri a gorgoglione il comitato ne ha contestata un’altra delle sue…argomento tempa rossa ed i prodigi economico-ambientali del petrolio sull’agricoltura biologica in val sauroDopo un percorso accidentato tra creste montuose e vallate lungo una scorciatoia indicataci dal referente di corleto, vincenzo, l’utilitaria contenente tre membri del comitato, il sottoscritto, nicola e donato, giunge infine in quel di gorgoglione dove nella sala comunale uno strano convegno-dibattito-consiglio comunale e chissà cos’altro, che vedeva tra gli altri la presenza del presidente della provincia di matera carmine nigro, era già in corso di svolgimento…urca, mai una volta in orario!…ma poco male, tre agguerriti membri locali del comitato stavano già tenendo testa ai relatori con alcune obiezioni di merito circa l’estrema difficoltà di conciliare estrazioni petrolifere, attività del centro olii e prodotti biologici…ragazzi cresciuti bene, i referenti locali!…se non fossero proprio dei lavoratori reali, impegnati proprio in quelle attività, potevano dar adito a dubbi circa la loro origine e la loro preparazione, ma ieri nessuno poteva davvero smentirli.Nella sala aleggiava una strana aria di sottomissione dolorosa ad un futuro incerto, ma sul quale il presidente nigro, con quel suo fare baronal-proprietario, levava ogni dubbio, asserendo serafico che i prodotti biologici, testualmente agnelli e caciotte, si sarebbero potuti vendere alle centinaia o migliaia (non ricordo se vi siano state altre dimensioni numeriche!) di lavoratori che da tutto il paese ed il mondo sarebbero arrivati a gorgoglione per la costruzione di questo tempio della sacra estrazione…accidenti, ma se per vendere un agnellino e un paio di caciotte tocca devastare una valle, meglio tenerle per natale le provviste!!!…pontificando tremontianamente sulla globalizzazione verso cui dovremmo fidarci di meno, ma senza la famosa erre a sciabola dell’esimio ministro, il presidente nigro ad una obiezione circa le polveri inquinanti ci risponde che comunque le mosche sono peggio delle polveri, senza mai perdere di vista l’ampio palmare posato in obliquo avanti ai suoi occhi – forse c’era una partita di calcio che non poteva perdere – e che in ogni caso gli accordi con la total sono sotto il loro totale controllo, ma di chi non si è capito!…poi la regione fa i controlli ambientali, li fa la provincia di matera, li fanno i comuni della zona, che problema c’è?…al termine del discorso alla nazione che il presidente nigro pronuncia con l’affabilità afghana che sembra contraddistinguere quel tavolo di capitribù lì riuniti, assessori, consiglieri, coldirettieri per annunciare la lieta novella, interviene il sottoscritto…brutta storia!…quando interviene costui si fa un silenzio tombale e pare sia sceso il giudice di spoon river (un bel po’ più alto comunque e di altre caratteristiche non fornisco dati) per il giudizio finale…non se lo aspettavano i capitribù e tentano dopo qualche minuto di interrompere, senza riuscirci, quella gragnuola di colpi assestata alle certezze che tentavano di inoculare per endovena ai non molti presenti, che gorgogliavano stupore e gran curiosità – sarà che nessuno gli aveva mai fatto sentire l’altra campana?…l’effetto pare sia stato misurato in egual misura di applausi tra il presidente ed il portavoce, cosa che giocando fuori casa vale doppio…povero presidente, a matera obiezioni al suo operare ne avrà pur viste, ma lì, a casa sua, nel suo paese, non è proprio cosa educata…altri interventi senza infamia e senza lode, alcuni senza senso, di altri rappresentanti delle tribù, mentre alla chetichella nigro guadagna l’uscita, ma il capolavoro è il discorsetto del sindaco che si incensa di democrazia per il dibattito, ma poi chiosa che non si interviene più perché così ha deciso lui, che è il padre di tutto il paese!!!…giusto in tempo per dire che lui non darà mai permessi di cui non gli siano stati chiariti i particolari (gli accordi sono stati firmati da anni ed il cipe li ha anche ratificati, ma sembra che si sia all’anno zero), che ha ancora da leggere qualche faldone di documenti, ma essendo la total una ditta seria che non fa fumare i suoi dipendenti sul luogo di lavoro e addirittura gli fa indossare il casco (!!!), non ci saranno di sicuro problemi di nessun tipo e siamo tutti contenti e felici che abbiano scelto proprio noi!!!…applausi telepatici del pubblico……noi ce ne siamo andati a cena!!! 

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comunicato stampa

Comunicato stampa del comitato no oil Lucania

Una ispezione dei NAS, il sequestro di ben tre (3) panelle di pane, un verbale di multa ad alcuni organizzatori e ad un utente sorpreso con il corpo del reato tra le braccia, una pagnotta appunto, così si è conclusa l’operazione interforze contro la distribuzione di generi di prima necessità a prezzi da fiilera corta che il GAP, gruppo di acquisto popolare, a norma delle vigenti normative in materia stava effettuando nella mattinata dello scorso sabato 8 novembre a rione cocuzzo di Potenza (Serpentone), ed è stato difficile per la popolazione accorsa spiegarsi le ragioni di un simile atto di arroganza di un corpo di polizia a cui tutti teniamo particolarmente, impegnato in una incursione che una telefonata di una fornaia di Tito ha scatenato.

Ancor più paradossale appare il fatto che un funzionario della ASL, che pure nella settimana precedente aveva visitato il banchetto del GAP senza aver avuto nulla da ridire in merito alle condizioni igieniche, come da documentazione a suo tempo rilasciata, abbia però in questa occasione riscontrato pecche che si sono aggiunte alla contestazione che i NAS hanno elevato circa una distribuzione a soci confusa per una vendita che ha fatto scattare il controllo sanitario, come dire che ogni volta che compriamo il pane alla nonna e nessuno ha nulla da ridire, da oggi questa consegna potrebbe divenire uno scambio economico suscettibile di controlli sanitari.Ma al di là dell’increscioso inconveniente in cui potrebbero essere cadute le forze dell’ordine ed un funzionario di tanta tardiva solerzia, ben altre sono le nostre considerazioni circa la fondatezza di una iniziativa, quella del GAP a Potenza, a cui il Comitato No Oil Lucania ha aderito con profonda convinzione, visto il significato altamente simbolico di individuare l’evidenza ed indicare una strada di risoluzione di una grave problematica, il costo cioè per quelle fasce sociali già altamente penalizzate dalla “bizzarra” distribuzione del reddito di questi anni di mercato ideologicamente deregolamentato, di ciò che davvero occorre per vivere, pane e pasta in primis, ma non solo.Ovvio che se da un lato simili iniziative contribuiscono all’apertura di un caso che le fredde geometrie delle manovre anti-crisi non sembrano tener di conto, la reale sofferenza di fasce sociali svantaggiate sempre più ampie, a tutti noi appare scontato che attraverso una distribuzione non si risolve certo una questione sociale, ma di sicuro ne si svela la sua drammaticità fatta non solo di simbolismi, ma di necessità oggettive.Il prezzo dei generi di prima necessità è stato ed è infatti gonfiato e distorto da tante speculazioni finora colpevolmente tollerate in nome di una certa idea del mercato senza regole, che per i tanti che già oggi sono di fatto marginali rispetto ai processi economici ed ininfluenti rispetto alla composizione di domanda e offerta si pone un problema di diritto alla sopravvivenza.Se non calmierati i prezzi attraverso seri interventi sulle catene distributive, con il prosieguo della crisi in atto si arriverà  in breve a forme di disagio molto grave, un disagio che riguarderà anche quelle fasce di reddito che oggi paiono solo dover ridurre genericamente alcuni consumi, ma che in realtà è proprio al soddisfacimento dei bisogni essenziali che dovranno destinare quote sempre più crescenti di reddito.Ma nella nostra regione questa crisi recessiva globale, che si prevede lunga e dagli effetti devastanti, agisce anche su un cronico svantaggio economico e sociale, intersecandosi e sovrapponendosi drammaticamente proprio a questo, e necessitando così di urgenti e non ulteriormente procrastinabili interventi a sostegno proprio dei bisogni primari.A fronte di una espropriazione di ingenti risorse e di una destinazione coatta del territorio e delle sue vocazioni dai toni divenuti ormai intollerabili, ci pare che una risposta delle istituzioni al riguardo sia doverosa. Che i Nas abbiano effettuato una ispezione è comunque cosa che giudichiamo positiva, ma il vero dato è un altro, occorre trovare risposte sistemiche, occorrono regole certe da dare al mercato, occorrono politiche sociali e non solo  manovre salva-banche e salva-manager.L’iniziativa del GAP ha lo scopo di promuovere la costituzione di una filiera corta dei prodotti di prima necessità estesa all’intero territorio regionale ed all’intero sistema della distribuzione, cosa che ci pare la risposta più adeguata ai bisogni dei cittadini, per i suoi effetti benefici sui redditi generali, sui consumi energetici legati ai cicli di trasporto, sulla salvaguardia della salute, tutto il resto ci pare tardo-corporativismo o becera liturgia mercantil-liberista. 

Miko Somma, portavoce del comitato no oil Lucania, aderente al GAP.

Grande Cortile 2008 – Valle di Susa

dal sito dei NOTAV : 

 

Grande Cortile  2008 – Valle di Susa
Pratiche, stili di vita, idee, alternative per una valle NOTAV
Un mese di iniziative promosse dal movimento notav

A quasi tre anni di distanza dalla prima edizione del Grande Cortile riprendiamo il filo di un ragionamento mai interrotto. Allora eravamo sotto osservazione: alcuni dicevano che eravamo affetti da sindrome Nimby, e la nostra iniziativa aveva smentito la diagnosi emessa frettolosamente da apprendisti medici-politici-stregoni ansiosi di screditarci agli occhi di tutto il paese. Da allora tanti grandi cortili sono nati in giro per l’Italia e le nostre ragioni sono diventate le ragioni di molte altre resistenze. Obiettivo comune: difendere la democrazia e poter decidere del proprio futuro.
Un filo lega da allora le iniziative che ci vedono protagonisti. La resistenza al tav non è soltanto un no, sia pure fermo e determinato, come dimostreremo ancora in piazza a Susa il prossimo 6 Dicembre: si illude chi pensa di aver logorato col tempo e con gli inganni la nostra resistenza.
Ma non è una lotta di trincea la nostra: la nostra ribellione è fatta soprattutto di proposte concrete e di pratiche che prefigurano un altro mondo possibile, alternativo al tav e soprattutto ad un modello di società che nega i diritti e cancella ogni spazio di democrazia. E in definitiva cancella una speranza di futuro.

Nel Grande Cortile si parlerà di lavoro, di economie locali, di utilizzo di spazi e di territorio, di risorse da utilizzare rifiutando la logica dell’usa e getta, di qualità della vita, di informazione, di sport, di erbe e medicine popolari, di rifugi alpini, di cittadinanza attiva, di mutazioni climatiche, di fonti di energia rinnovabili, di controllo politico del denaro pubblico, di memoria storica e antiche tradizioni…
La nostra casa è un Grande Cortile, i cui confini non sono certo le montagne che circondano la nostra valle: facciamo di tutto per renderla più accogliente.

Info su http://grandecortile.blogspot.com

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