facciamo un po’ di analisi su questa dichiarazione del presidente, copincollata dal sito istituzionale

DE FILIPPO: MAGGIORE AUTONOMIA AL CONSIGLIO

 
18/11/2008 21.21.15
[Basilicata]
(AGR) – Concludendo il dibattito sulla presunta crisi che investirebbe la maggioranza, il Presidente della Regione Vito De Filippo ha innanzitutto fatto notare che nessuno è capace di sagomare strategie imbattibili e che in una situazione di crisi generalizzata che arriva da lontano e che investe famiglie e imprese è necessario avere un Consiglio fortemente autonomo politicamente :“Le strumentalizzazioni non fanno bene all’attività di quest’aula. Una crisi sociale non si risolve con tentativi di depistaggio. Se un titolo di giornale genera molte volte discussioni sterili e inopportune in questa atmosfera difficile e complicata, vuol dire che esiste un difetto di autonomia.
Oggi – ha proseguito De Filippo – la Basilicata è sicuramente una regione più libera. Ma se la politica non si proietta in una dimensione di autonomia si farà fatica a rincorrere la verità. Le maggioranze blindate hanno insegnato, anche a livello nazionale, che quando chi decide è troppo forte il popolo subisce passivamente le decisioni. Nella vita di qualsiasi maggiorana la discussione è una dinamica normale sopratutto quando si parla di cose vere ed urgenti. Forse anche il linguaggio dell’opposizione è stato distante, come pure le nostre politiche non sempre sono state risolutive. La politica deve rafforzarsi e diventare autonoma. Questo Consiglio non deve soggiacere più alle strategie e agli interessi di chi confondono e depistano, condizionando i lavori dell’aula. Certo – ha ammesso il Presidente – non mancano difficoltà nella maggioranza. Per molto tempo i partiti non hanno funzionato ed oggi siamo alle prese con la messa in campo di un partito nuovo con forze nuove ed alternative. Ma le questioni sugli organigrammi non possono condizionare l’attività amministrativa.
Stiamo vivendo tempi difficili – ha proseguito De Filippo – e molte delle aziende lucane in crisi sono costruite su meccanismi di produzione globale sempre più orientati verso l’oriente. Per fronteggiare queste situazioni stiamo avviando processo di riconversione cimentandoci nel difficile lavoro di gestione delle crisi. Per questo è deprecabile l’atteggiamento di chi, girando nelle fabbriche per testimoniare solidarietà ai lavoratori, alimenta critiche ingenerose verso il lavoro della Regione.Il Presidente ha poi ricordato che il provvedimento per la riduzione della bolletta del gas ha realizzato un’azione di reale beneficio che ha fatto registrare a livello nazionale la più alta percentuale di beneficiari di un provvedimento simile.
De Filippo ha quindi ricordato di aver militato nel Pd con profonda convinzione: “Tutti nella nostra vita politica abbiamo avuto momenti di discussione pubblica. E’ naturale in politica. La mia reazione delle settimane scorse è nata per rimarcare l’autonomia del Presidente dalla politica. Non solo. Ho voluto compiere un gesto a favore del Consiglio regionale e a favore della necessità di mantenere la nostra autonomia. Oggi nella riunione di maggioranza abbiamo discusso molto. Ed ho colto il formale reincarico nello spirito di un’auspicata autonomia. I partiti sono in movimento. Si tratta di un’energia che dobbiamo incanalare nella direzione giusta per non disperdere forze. In questo senso il presidente della Regione potrà essere il punto di riferimento. La Basilicata –ha concluso De Filippo -non è orientata verso un governo di centro destra. Da ciò che accade a livello nazionale capisce che questo Paese del “megaspot” è solo una bolla di sapone. Perciò noi lucani proveremo a rimanere concentrati sui problemi affrontandoli coraggiosamente senza magie e senza bombe ad orologeria.

proviamo a rispondere al presidente onnisciente :

  1. la crisi che investe la sua maggioranza è invece molto reale ed è targata “poltrone politiche e sottopolitiche”, “presidenza e direzione degli enti”, “gestione dei finanziamenti comunitari e statali”, “garanzie al sistema delle multinazionali”, “inchieste della magistratura”, “divisioni di interessi”, “incompetenza”, “personalismi”, “retro-strategie”, “sganciamento” e chissà quanti altri termini potrei utilizzare per evidenziare un matrimonio d’interesse consumato alla guida della regione e che per interessi fallisce fino a nuovo accordo.
  2. se un titolo di giornale, come lei lo chiama, metterebbe in crisi una amministrazione penso che il problema non stia nel titolo – o vogliamo tentar di mettere bavagli alla stampa come il suo omologo berluskoni? – ma nel merito dell’argomento, cioè esiste una tensione che si non taglia neppure con un machete.
  3. non mi pare che questa sia una regione più libera che in passato, visto che i vecchi vizi della politica clientelar-paternalista e le censure od auto-censure di ogni pensiero altro rimangono come un macigno sull’intera vita sociale, politica ed economica dell’intera regione.
  4. la sua era una maggioranza blindata con oltre il 70% dei voti e quindi seguendo il suo ragionamento la gente subisce e basta esattamente come prima e forse anche un po’ di più
  5. il centrodestra non ha assolutamente nulla da dire, altro che linguaggio, e le vostre politiche sono state del tutto fallimentari
  6. il resto non vale neppur la pena di essere commentato

con tanti saluti, miko somma 

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alcune considerazioni

la situazione è di una inaudita gravità ed in pericolo c’è la salute, l’economia, la democrazia residua in questa regione…le richieste di nuove esplorazioni petrolifere proseguono a macchia di leopardo ovunque, coinvolgendo in difficili scelte piccole amministrazioni comunali non in grado, per mancanza di un supporto tecnico-scientifico adeguato – e non vediamo come possa esistere in piccoli comuni dai bilanci minimi –  alla vastità dei problemi posti dalle richieste delle compagnie

ovvio che le amministrazioni non possano (in qualche caso non vogliano) argomentare nulla che non sia uno scontato silenzio-assenso trascorsi i 60 giorni come da legge, ed in casi simili ci chiediamo se in regione ne sappiano qualcosa di queste richieste e se almeno in sede di valutazione di impatto ambientale (visto il d.l. 1441 ter che le espropria delle competenze in materia preventiva) possano fare qualcosa che non sia quello scontato “si” che da dieci anni tutti gli assessori all’ambiente, tutte le giunte, tutti gli uffici competenti concedono ad occhi chiusi alle compagnie…tutti miopi, tutti collusi, tutti ignoranti?…a ciascuno la sua valutazione

occorre che alla regione basilicata si prenda finalmente coscienza di un grave problema, quello dell’invadenza sempre più masssiccia e totalizzante delle compagnie, un problema che, se a guidare l’affare petrolio in lucania fosse stata la ragione e non la bramosia di danaro e potere, sarebbe stato più che prevedibile anche 10 anni fa, viste quelle attitudini generali ad “allargarsi” delle compagnie, attitudini che sembrano essere connaturali alla stessa intrapresa di estrarre idrocarburi…e come giudicare altrimenti l’operato che in tutto il mondo le compagnie tengono di fronte ai territori ed alle loro esigenze se ovunque la sete di petrolio precede ogni altra considerazione?

ma se il governo italiano (ogni governo dal dopoguerra ad oggi) continua a giudicare come strategico l’operato di queste compagnie, che di nazionale nel caso dell’eni hanno ben poco oltre ad una golden share che non ipoteca nulla di nulla, di fatto non attribuisce forse ad alcuni enti privati una ibrida funzione pubblica, il soddisfacimento cioè dei bisogni energetici, che pur un compito prioritario della funzione di governo dovrebbe essere?

ciò vale a dire che le compagnie attraverso le attività di lobbying inficiano qualsiasi programmazione o politica energetica che pur volesse superare o provare a farlo la dipendenza del paese dal greggio, ed  è legittimo a questo punto chiedersi quanto gli strumenti pubblici di controllo generale dell’operato nel settore delle estrazioni degli idrocarburi (unmig, cipe e ministero dello sviluppo economico) siano “infiltrati” dalle compagnie e dalla tutela dei propri interessi in danno dell’interesse collettivo

infiltrazioni che se operano a livello internazionale e nazionale non mancano certo di radicamenti locali in questa regione che da sola concorre quasi al 10% del fabbisogno italiano…tali infiltrazioni non si rivolgono solo alla politica che ha funzione di garanzia rispetto al sistema di assenso-silenzio che deve vigere assoluto, ma sembrano dirigersi anche verso alcuni oscuri funzionari dalle mansioni assai strategiche e dalle posizioni molto defilate, personaggi che in ultima analisi sono quelli che mettono (o fanno mettere) le firme in calce alle valutazioni ed agli atti di assenso che consentono la sistematica messa a saccheggio di una regione

io dico che è arrivata l’ora di far pulizia a via anzio e dintorni ed è anche per questo che dobbiamo vincere

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PETROLIO, LATRONICO (PDL): INATTUATO ACCORDO ENI – REGIONE
 
18/11/2008 17.17.11
[Basilicata]
“A dieci anni dalla stipula dell’accordo tra l’Eni e la Regione Basilicata per lo sfruttamento delle risorse petrolifere e metanifere in Val d’Agri, emerge con tutta evidenza, come abbiamo denunciato in più’ circostanze anche tramite iniziative di sindacato ispettive in sede parlamentare, che le parti qualificanti di quell’accordo relative allo sviluppo della regione non hanno trovato attuazione”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, componente della commissione Bilancio del Senato. “La delusione delle popolazioni lucane è giustificata dalla constatazione che quel che e’ mancata e’ proprio una strategia di sviluppo produttivo della Basilicata utilizzando un grande ed eccellente alleato come l’Eni che in altre stagioni seppe attivare processi produttivi a fronte di progetti di sfruttamento: è il caso del polo chimico della Val Basento che per trent’anni ha assicurato a migliaia di lavoratori impiego e sviluppo. Neppure può sfuggire l’assenza di iniziative di partenariato tra Eni e Regione in un settore strategico come quello energetico che avrebbe potuto rappresentare una leva importante di sviluppo e di sostegno per l’intero apparato produttivo. Desta poi allarme la constatazione che a dieci anni dall’avvio degli investimenti manca ancora la rete di monitoraggio ambientale, nonostante la disponibilità delle risorse finanziarie, che non può essere sostituita da controlli episodici e disorganici. Per la parte che ci riguarda non mancheremo di sollecitare le competenze del governo nazionale perchè il contributo al fabbisogno energetico da parte dei lucani che prosegue ormai da un decennio garantisca ricadute dirette per i cittadini e processi di sviluppo produttivi sul territorio regionale ”.

ma va?…e se ne accorge solo ora?…noi lo diciamo da molto ormai e voi copiate…che scarsa fantasia!!!…e che il parun non vi lascia spazio e voi sguazzate nello stagno aspettando il pastone!!!

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riunione del comitato no oil lucania-cellula di potenza

 mercoledì 19 novembre ore 18.00 preso la sede wwf in scalinata IV novembre a potenza, riunione del comitato no oil lucania-cellule di potenza e brindisi di montagna, all’ ordine del giorno i nuovi attacchi dei petrolieri nell’area di potenza e dintorni oltre natuaralmente alle varie ed eventuali, l’invito a tutti è a partecipare

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