la giunta di potenza dice no

nel mentre constatiamo quasi attoniti (quasi, perchè in realtà lo immaginavamo) che la politica lucana ha ben poco da dire sulle tangenti total o non vuol dire affatto nulla, dovremmo essere contenti della decisione della giunta comunale di potenza che, dopo satriano, brindisi, tito, policoro, pisticci, bella, ha espresso il suo no alla relativa istanza “frusci” (quasi ogni comune lucano ha d’altronde la sua!)…dovremmo, poichè lo siamo solo a metà…il consiglio comunale straordinario promesso dieci mesi avrebbe dovuto esprimersi a riguardo come espressione della democrazia, ma questo sindaco bulgaro-paternalista e i capogruppi di maggioranza hanno deciso di passare oltre questa pratica che tanti altri comuni hanno adottato ed adotteranno, per ribadire che loro sono i padroni della città…ma ho già scritto a proposito e per questa gente non vale la pena scrivere ancora…ci limitiamo ad aggiungere un altro comune alla già lunga lista dei comuni dissenzienti rispetto a questa colonizzazione becera ed arrogante…e su chi siano i colonizzatori, quale sia la loro tempra morale ed i loro metodi crediamo che ogni cittadino lucano cominci a farsi un’idea chiara…semplicemente noi diciamo

FUORI LE MULTINAZIONALI E LE MAFIE DI ENERGIA, ACQUA E RIFIUTI DALLA NOSTRA REGIONE!!!

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riunione urgente del comitato no oil lucania-cellula di potenza

ripubblico: 

oggi, mercoledì 17/12, alle ore 18.30 presso la sede wwf di potenza in scalinata IV novembre, riunione urgente del comitato no oil lucania-cellula di potenza e di comunità lucana per un’analisi generale della situazione e per delineare le strategie operative in rapporto alle liste per le amministrative a potenza e nei comuni limitrofi, riunione ovviamente aperta a tutti i componenti di altre cellule

per tutte le cellule in regione sarà indetta una riunione generale in luogo da concordarsi con tutti ed indicativamente per la prossima domenica

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margiotta e la giunta

pubblico per dovere di cronaca la deposizione di margiotta alla giunta per le autorizzazioni a procedere:

DEPOSIZIONE DI MARGIOTTA ALLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAIONI

Pubblichiamo il testo integrale depositato oggi nel Corso dell’audizione presso la Giunta per le autorizzazioni dal deputato Salvatore Margotta.
17/12/2008 10.56.54
[Basilicata]
“Onorevole Presidente, colleghi deputati, sono qui anzitutto per difendere il mio onore, la mia dignità ed il decoro del ruolo che rivesto, con il massimo impegno, grazie al voto dei cittadini lucani. Potrei affrontare questa audizione invocando il fumus persecutionis: non sono nuovo io, non è nuova la mia famiglia, alle iniziative del dott. Woodcock. Già nella precedente legislatura la Giunta si è occupata di una richiesta di autorizzazione all’utilizzo di conversazioni telefoniche tra me e mia moglie, avanzata dal medesimo pm. L’accusa era all’epoca di falso ideologico. Avendo dimostrato che ogni mia affermazione corrispondeva a verità, l’imputazione è stata successivamente trasformata in concorso in abuso d’ufficio, per il quale nel mese di luglio ho ricevuto l’avviso di conclusione indagini. Successivamente, sempre il dott. Woodcock, in altro procedimento, avanzò richiesta al GIP di inoltrare alla Giunta, per l’autorizzazione all’utilizzo, altre conversazioni telefoniche riguardanti me, oltre ad un’altra decina di deputati. Il GIP rigettò la richiesta, motivandola con l’assoluta insussistenza di reati. Ancora e sempre il dott. Woodcock ha per ben due volte sottoposto ad intercettazioni telefoniche mia moglie, dott.ssa Luisa Fasano, la prima volta quando ella era il capo della Squadra Mobile di Potenza, ed in tale veste sua stretta collaboratrice in inchieste importanti (Vallettopoli, o Vittorio Emanuele), ed ha formulato al suo riguardo ipotesi di reato. Potrei invece utilizzare un altro punto di vista: non sono un avvocato, ma i reati addebitatimi non reggono giuridicamente, in quanto non ho alcun ruolo di pubblico ufficiale in relazione alla vicenda appalti-Total, né alcuna competenza o potere decisionale, sicchè non si capisce come e perché potrei essere stato corrotto. O, in aggiunta, ricordare che la Total è una società privata, che, ritengo, avrebbe potuto affidare i lavori a chiunque volesse, anche senza effettuare una gara. Non si tratta infatti di opere pubbliche, o realizzate con i fondi dello stato. Potrei, ancora, invocare la insussistenza di uno dei tre casi in per i quali scatta l’esigenza della custodia cautelare. Voglio invece andare alla sostanza del problema: non è vero che l’Impresa Ferarra mi abbia promesso soldi nel caso di vittoria della gara di appalto. Non è vero: non ho mai permesso a nessuno di parlare con me in questi termini. Inoltre io non sono intervenuto in alcun modo nella vicenda: faccio notare che l’incontro tra me ed il Ferrara è avvenuto il 16 dicembre 2007, e l’aggiudicazione, come ho letto oggi, il 14 gennaio 2008. Dunque avrei dovuto contattare qualcuno della Total in questo lasso di tempo: ciò non è avvenuto, ed infatti non ve ne è traccia nel dispositivo del pubblico ministero. Peraltro per gran parte di quel periodo sono stato in vacanza all’estero. Faccio inoltre presente che in tutto il faldone non vi è mai, mai, una mia parola o una mia frase; ogni volta che si incontra il mio nome –ammesso che “Salvatò” sia io, cosa di cui dubito fortemente- o un’espressione che secondo il pm indica la mia persona, è sempre perché ne parlano, a mia totale insaputa, terze persone. E’ francamente strano, e spero insolito, che si subisca una richiesta di arresto sulla base di frasi, tra l’altro non chiare, spesso in codice, scambiate da altre persone. Questi sono i fatti che voglio sottoporvi, nel poco tempo che ho avuto a disposizione per studiare le carte; la preghiera che rivolgo a ciascuno di voi, è solo quella di leggerle con attenzione, prima di pronunciarvi. Mi rimetto poi totalmente alle vostre determinazioni: non chiedo alcun favoritismo o alcuna decisione in spirito di casta; chiedo solo, se la riterrete tale, di impedire che io sia vittima di un’ingiustizia”.
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l’italia immorale

robaccia bipartizan da far cadere le braccia…ma noi non vogliamo perderle, anzi, vogliamo fortificarle per prendere a ceffoni questa gentaglia:

Napoli: in manette due assessori del Partito democratico

Bufera sulla Giunta di Napoli. E’ in carcere l’imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell’indagine sulla delibera Global service, approvata dal Comune. Dodici persone sono agli arresti domiciliari: tra essi due assessori della giunta comunale di Napoli, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche. Sono coinvolti anche i due parlamentari Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd), secondo quanto appreso da fonti qualificate. L’accusa per i due è di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. Secondo quanto appreso, saranno presentate alla Camera di appartenenza eventuali richieste da parte della Procura. L’operazione è stata condotta dalla Dia e dai Carabinieri di Caserta, che hanno eseguito le ordinanze cautelari firmate dal Gip di Napoli, che ha accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia napoletana, guidata dal procuratore Franco Roberti.Manette per gli assessori del Pd – Ai domiciliari l’ex assessore Enrico Cardillo, dimessosi nelle scorse settimane, l’ex assessore Giuseppe Gambale, gli assessori Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza e il provveditore Mautone. Manette anche per il colonnello della Guardia di Finanza Mazzucco, accusato dai magistrati di essere la talpa che rivelava agli indagati lo stato dell’inchiesta. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta alla corruzione. Tra i politici coinvolti anche Giorgio Nugnes, l’assessore suicidatosi alla fine di novembre.Altro colpo contro il Partito democratico – I nuovi provvedimenti sono un duro colpo contro il Pd, dopo gli arresti domiciliari disposti per il deputato Salvatore Margiotta, coinvolto nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’amministratore delegato di Total Italia, Lionel Levha, per tangenti negli appalti per l’estrazione del petrolio in Basilicata.La Iervolino: sospendo i due assessori – Il sindaco di Napoli esprime “profondo dispiacere umano” per il coinvolgimento di alcuni suoi assessori ed ex assessori nell’inchiesta Global service, e annuncia che tra pochi minuti provvederà a sospendere i due arrestati ancora in carica, Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza.Spunta anche il nome di Paolo Cirino Pomicino – Il ruolo di Pomicino viene richiamato dai magistrati come “interlocutore di eccezione” dell’imprenditore Alfredo Romeo il quale si sarebbe attivato “nemmeno velatamente” per indirizzare “minacce all’autorità giudiziaria inquirente, di disvelare benefici e favori che nel corso degli anni avrebbe, a suo dire, accordato ad appartenenti al suddetto ordine (la magistratura, ndr)”. Pomicino – che gli inquirenti ricordano già coinvolto in passato in vicende giudiziarie analoghe proprio insieme con Romeo – dal canto suo “non manca di lanciare ‘avvertimenti’ altrettanto, se non addirittura più allusivi, minacciandone la pubblicazione in un prossimo venturo libro che intende scrivere, come emerge in conversazioni intercettate in un periodo in cui Romeo era sicuramente a conoscenza delle attività tecniche (le intercettazioni, ndr) a suo carico”.“Saccheggio sistematico delle risorse pubbliche, spesso già di per sé insufficienti a rispondere alla drammatica situazione in cui versano Napoli e la sua provincia. Risorse che vengono veicolate verso l’esclusivo ed egoistico interesse di Alfredo Romeo e delle sue imprese in totale dispregio delle regole fondamentali della buona ed efficiente amministrazione”. Così scrivono il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti ed i sostituti Enzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli nelle richieste di custodia cautelare al gip. Nell’inchiesta, partita da una indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere emerge uno spaccato di cointeressenze politiche tra maggioranza e opposizione che governa la pubblica amministrazione e che vede al centro l’imprenditore Alfredo Romeo.Pm: “Commistione impressionante di ogni colore” –  “Eh guagliò, si nu grande…tieni nu grande amico assessore”. Così uno degli assessori coinvolti nell’inchiesta sugli appalti a Napoli, del quale al momento non viene diffuso il nome, si rivolge all’imprenditore Alfredo Romeo in una telefonata intercettata dagli inquirenti. Una telefonata che per i magistrati è indicativa di una “commistione impressionante tra politici di ogni colore e provenienza, organi istituzionali, pubblici funzionari, appartenenti alle forze di polizia, appartenenti alle forze di polizia”. Tutti “convergenti – scrivono i pm – a soddisfare le più diversificate pretese dell’imprenditore, autocompiacendosi e grossolanamente di se stessi e dei risultati conseguiti”. La conversazione intercettata mostra “un esaltato assessore comunale nel parlare con Romeo dopo che è stato raggiunto l’obiettivo dell’approvazione del progetto Global Service per la manutenzione delle strada di Napoli nel senso voluto dall’imprenditore”Global Service: un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito – La delibera sul global service, al centro dell’inchiesta intendeva affidare a un unico gestore, come avvenuto in altre città, l’appalto per una serie consistente di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non è mai partito, a causa della mancanza di copertura finanziaria. Dieci giorni fa, intervistata da Lucia Annunziata a “Mezz’ora”, il sindaco Rosa Iervolino si era soffermata su alcuni passaggi della vicenda. La delibera era stata “sottoposta di corsa ad una commissione contro la corruzione nella pubblica amministrazione, guidata dal prefetto Serra e composta da magistrati. E ci ha detto che andava bene”. Poi era stata anche sottoposta a una commissione di giuristi e alti magistrati, “secondo la quale le norme per la prevenzione degli incidenti sul lavoro non erano ancora forti”. In ogni caso “non abbiamo fatto la gara, non abbiamo fatto assolutamente nulla. E chi vuole imbrogliare non sottopone i documenti approvati a verifiche non dovute”. 

Le intercettazioni, Bocchino a Romeo: “Siamo un sodalizio”

Nugnes a Romeo: “Nessun problema” –  “Ma figurati Alfredo, io non tengo proprio nessun problema…”. Questa, secondo quanto si evince da un’intercettazione telefonica tra l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex assessore al Comune di Napoli Giorgio Nugnes, la replica che lo stesso Nugnes – suicidatosi nei giorni scorsi – fa alle richieste dell’imprenditore napoletano arrestato nell’ambito dell’indagine sull’appalto Global Service. Secondo l’inchiesta del procuratore aggiunto Franco Roberti e dei sostituti Enzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, Romeo aveva organizzato un vero e proprio comitato composto oltre che da tecnici e professionisti anche da assessori e pubblici funzionari i quali ruotando intorno alla sua figura “a fronte delle prebende che egli è in condizioni di distribuire (in termini di posti di lavoro, in incarichi e consulenze ed in termini di denaro sonante) piegano la loro funzione ed i loro doveri in favore del primo assicurandogli l’aggiudicazione di appalti di opere e di servizi pubblici”. Secondo la Procura di Napoli ciò avveniva attraverso una vera e propria ‘blindatura’ dei bandi di gara che venivano materialmente redatti dallo stesso Alfredo Romeo e dagli uomini del suo staff per essere approvati dai vari enti pubblici interessati.Bocchino a Romeo: “Siamo un sodalizio” – “Quindi poi ormai…siamo una cosa…quindi…consolidata, un sodalizio, una cosa solida…una fusione di due gruppi”. Così il parlamentare del Pdl Italo Bocchino si rivolge all’imprenditore Alfredo Romeo in una telefonata ritenuta assai significativa dai pm che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti del Comune di Napoli. I magistrati sostengono l’esistenza di una “struttura organizzata unitaria” in una “ottica di contiguità, stabile comunanza e reciprocità di interessi che lega tra loro molti degli indagati”. Nella conversazione intercettata vi è la dichiarazione di “un soddisfatto Bocchino – commentano i pm – all’esito del ritiro degli emendamenti più ‘fastidiosi’ proposti dal gruppo consiliare di An con riferimento alla delibera avente ad oggetto il progetto Global Service”.

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riunione urgente del comitato no oil lucania-cellula di potenza

oggi, mercoledì 17/12, alle ore 18.30 presso la sede wwf di potenza in scalinata IV novembre, riunione urgente del comitato no oil lucania-cellula di potenza e di comunità lucana per un’analisi generale della situazione e per delineare le strategie operative in rapporto alle liste per le amministrative a potenza e nei comuni limitrofi, riunione ovviamente aperta a tutti i componenti di altre cellule

per tutte le cellule in regione sarà indetta una riunione generale in luogo da concordarsi con tutti ed indicativamente per la prossima domenica

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