a gorgoglione

domani, martedì 23 dicembre riunione ore 19.00 e cena del comitato no oil lucania a gorgoglione (mt)…per chiunque, aderente o simpatizzante, del comitato voglia partecipare i numeri di telefono sono noti e gli indirizzi di posta a disposizione

andiamo avanti!!!

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editoriale della ola su tangenti e petrolio

di seguito l’editoriale settimanale della Ola su tangenti e petrolio:

Fumo negli occhi

Pietro Dommarco coordinatore della OLA


La Basilicata è nuovamente alla ribalta delle cronache nazionali. E come nella maggior parte dei casi, la loro natura è di carattere giudiziario. Il presunto giro di tangenti ed appalti pilotati – ha visto coinvolti – tra una sfilza di nomi “eccellenti”, noti e meno noti – l’Amministratore delegato di Total Italia, Lionel Levha (custodia cautelare) e il deputato del Pd, Salvatore Margiotta (per il quale la giunta per le autorizzazioni della Camera ha rigettato la richiesta di arresto). A seguire, con il conseguente sequestro preventivo di beni mobili, terreni e fabbricati (che di fatto bloccano i lavori del Centro Oli Total di Corleto Perticara) – per un valore stimabile di quasi 50mln di euro – dei quali, oltre 40mln fanno capo all’imprenditore Francesco Ferrara (accusato di aver promesso una tangente da 200mila euro, al sopraccitato Margiotta) si sono spalancate le porte di quella che potrebbe diventare in breve tempo – allargandosi a macchia d’olio – l’inchiesta più pesante ed incisiva degli ultimi anni. Se dovessero venire alla luce altri misfatti ed emesse delle condanne, il piagnisteo persecutorio a cui stiamo assistendo, troverebbe la strada sbarrata. Nell’attesa di saperne di più, l’attenzione dell’opinione pubblica potrebbe essere “dirottata” lontano dai problemi reali. I sentori di “specchietti per le allodole” ci sono. Fumo negli occhi, insomma.

L’inchiesta del Pm di Potenza, Henry John Woodcock, dimostra come alla devastazione ambientale occultata e sommersa possa accomunarsi – nell’atto pratico – un sistema del malaffare, fondato sui profitti illeciti di imprenditori e politici senza scrupoli. Si è di fronte al sintomo di una vera e propria rapina del territorio, conseguenza della debolezza di una classe politica incapace di guardare alle esigenze reali delle comunità, che guarda più agli affari privati che agli interessi della collettività. Si è di fronte all’umiliazione di una terra costretta a convivere quotidianamente con il ricatto occupazionale, mentre i giovani continuano ad emigrare. Questo per dire che le attuali vicende, al di là di come si concludano, rappresentano solo l’altra faccia del problema petrolio e dei suoi molteplici aspetti, ancora oscuri ed irrisolti. Alla luce del sole, invece, c’è la crisi istituzionale in atto, tendente ad un processo di irreversibilità (a dispetto di ogni “questione morale” che si voglia) e per effetto della quale, i nostri amministratori, evidentemente “intontiti”, continuano a tacere sulla gestione poco accorta di questi anni, sulle devastazioni e sulle svendite territoriali, sui “piatti di lenticchie” e sui rischi per la salute dei cittadini. Dovrebbe essere il momento di fare autocritica, invece, si procede a tentoni, per tentativi.

Mi suona assolutamente strano e beffardo come mai – proprio ora – il Governatore della Regione Basilicata, Vito De Filippo, parli di necessaria “costituzione di una centrale unica degli appalti regionali, con un comitato di sorveglianza autorevole e allargato anche all’esperienza di chi ha svolto funzioni in altri poteri dello Stato”, lanciando una proposta che dovrebbe ricadere in “un patto di crescita e di coesione che assicuri desideri realistici e buone ambizioni alla Basilicata”. Io, personalmente, mi sento preso i fondelli. E che dire di chi propone – usando la clava populista fondata sull’ipotesi di complotto contro la Basilicata, sottacendo anni di connivenze con le lobby e le multinazionali del petrolio – moratorie petrolifere che, seppur condivisibili, non possono oscurare in questo momento drammatico, precise responsabilità politiche. Potremmo discutere all’infinito sui “pompieri” di questi giorni che, finalmente, dopo tanto silenzio possono destinare lodi alla Total (“E’ diversa, non è come l’Eni, questi ci tengono di più alla nostra terra”), trovando spazio su una stampa locale che se da un lato, ci fa la cronaca quotidiana, dall’altro non affonda il colpo, anzi.

Il silenzio genera mostri, potremmo dire. Quello legato, ad esempio, ai mancati monitoraggi ambientali è raccapricciante. Le mancate verifiche urgenti delle prescrizioni ambientali per il Centro Oli Eni Val d’Agri, contenute nel Decreto Legislativo del 05/02/1999 (dei Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali) per il mancato monitoraggio di tutti i parametri degli inquinanti in esso indicati (Idrogeno solforato, benzene, IPA, COV – unitamente alle “fantasiose” risposte del Commissario Ambiente dell’Unione Europea, Stavros Dimas, dimostrano l’esistenza di un muro di gomma. Infatti, circa l’assenza dei parametri europei per le emissioni di H2S (Idrogeno Solforato) non è dato sapere quali siano le dosi ottimali, considerando che quelle presenti nella normativa italiana sono state giudicate dannose dagli Stati Uniti. Gravissima lacuna che avvantaggia l’industria e danneggia la salute dei cittadini. In secondo luogo – dall’UE – interrogati sulle emissioni pericolose nei pressi del Centro Oli lucano, rimandano al sito web della Regione Basilicata. Ma basta aprire il portale istituzionale (dal quale sembra essere sparito anche al link che riporta alla sezione “petrolio”), per accorgersi che mancano proprio i dati degli inquinanti più pericolosi citati prima. C’è da dire che i dati della Regione Basilicata relativi agli anni di riferimento 2006 e 2007 non sono stati ancora comunicati – previa richiesta della competente Commissione Europea ed, in questa direzione, la stessa comunica di aver adottato misure volte ad acquisire i dati mancanti. Un paradosso che si tinge giallo. I limiti per stabilire la pericolosità degli inquinanti immessi nell’aria sono fissati in base alle quantità effettive di greggio estratto. Non conoscendole ufficialmente, non possiamo stabilire che le quantità di inquinanti rientri nell’illegalità. L’Eni controlla se stessa, il monitoraggio è assente, gli Enti preposti anno spallucce e la UE fa la “gnorri”. Chiedere spiegazioni è quindi lecito, oltre che legittimo.

In conclusione, l’aspetto positivo riscontrabile in questa inchiesta è che oggi i riflettori mediatici si sono accesi su una regione martoriata. Si spera che la luce non venga completamente spenta domani, illuminando le coscienze collettive sulla necessità di riappropriarsi del proprio destino che, certamente, non può essere rappresentato dallo sfruttamento delle fonti fossili. Bisognerebbe guardare ad energie dolci, rispettose dell’ambiente, che in Val d’Agri vengono sottomesse a sporchi interessi.

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mi facci il piacere

copincollo e rispondo subito:

PETROLIO, DI LORENZO: RICOSTITUIRE COMMISSIONE D’INDAGINE
 
22/12/2008 17.51.17
[Basilicata]
  (ACR) – “Ripetere l’esperienza della Commissione speciale d’indagine sull’attività estrattiva e di ricerca di petrolio in Basilicata, costituita alla fine della precedente legislatura (la presidenza era affidata ad Egidio Digilio) ripartendo dal documento conclusivo della stessa Commissione per ridare centralità di controllo al Consiglio regionale in tutte le fasi dell’iter tecnico-amministrativo dell’attività delle società e compagnie petrolifere”: è la proposta del consigliere regionale Pasquale Di Lorenzo (gruppo misto – Pdl) per il quale “la nuova Commissione di indagine del Consiglio regionale assume in questa fase un maggiore significato perché riattesta all’assemblea consiliare ogni funzione. E’ evidente che si tratta di far tesoro dell’esperienza della precedente Commissione che, secondo le conclusioni dell’allora presidente Digilio, non ha potuto contare sulla collaborazione dell’Eni per ottenere i documenti necessari al proprio lavoro. E’ inoltre necessario definire in maniera più oculata gli obiettivi da perseguire con un mandato a sei mesi e al tempo stesso dotare la Commissione di una struttura tecnica snella ma in grado di supportarla in tutte le sue fasi”.

consigliere di lorenzo, il lavoro dell’allora consigliere digilio nella commisione consiliare di inchiesta sul petrolio in val d’agri era ottimo e toccava quasi tutti i punti nevralgici che sono tuttora oggetto di criticità in quella zona…ottimo lavoro, dunque, un vero caposaldo che fa onore a digilio..ora però io davvero non capisco il senso della sua richiesta

facciamo un’altra commissione simile? ne facciamo una sulla val camastra?

il punto è che riportare tutto dentro il consiglio regionale è operazione rischiosamente demagogica che, se pur rispettosa dei criteri democratici che sono alla base della rappresentanza e dell’esistenza dello stesso consiglio regionale, non risolverebbe il vero punto di domanda consistente nell’ovvietà del dubbio se non sia anche questa rappresentanza ad essere poco rappresentante della società lucana di fronte al dissesto dell’affare petrolio

mi spiego meglio…se questo consiglio è in grado di offrire solo il penoso spettacolo di questi giorni, come crede che quello stesso consiglio, fatto di quegli stessi consiglieri, possa serenamente affrontare un lavoro di indagine su una materia tanto delicata e sulla quale regna una confusione che se la comunità lucana comincia a dipanare nella certezza dello scandalo e del malaffare che coinvolge una intera classe politica, altrettanto non si può dire per tutti voi che sedete in quell’aula? o lei e la sua parte politica si reputa migliore delle stupidaggini che avete propinato in campagna elettorale ai lucani, tipo sconti impossibili sulla benzina in cambio di trivella facile scajola?

se il centro-sinistra è quello che è, una massa di imbranati appena avvezzi al linguaggio ed alla ragion critica (per non dire altro…), voi siete quelli che siete, servi di berluskoni e del suo progetto eversivo, apologeti di un disegno di legge, il 1441 ter, che cancella definitivamente ogni voce dei territori e delle loro popolazioni in merito alle estrazioni di idrocarburi in nome di una ragion di stato a senso unico, in più tranne qualche lodevole eccezione non mi pare brilliate anche voi di particolare acume politico…mi spiega, oltre la demagogia di chi parla di elezioni anticipate e poi in un consiglio prossimo alla fine vorrebbe portare un lavoro che richiederebbe mesi di lavoro a chiunque, figuriamoci a dei pachidermi al collasso, (e chieda a digilio quanto ci ha lavorato) a che servirebbe una commissione di inchiesta ora che è scoppiato lo scandalo?

un’altra commissione si potrà anche fare, ma in un  altro consiglio, con gente più preparata e più accorta ai veri interessi dei lucani…consigliere, non perda il suo tempo e “mi facci il piacere”!!!

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un po’ di nero humour

MATERA, LA PROVINCIA PROMUOVE LA SOLIDARIETÀ IN CARCERE

permettetemi di aver pubblicato sadicamente il testo di un lancio di basilicatanet, precisando che oltre al titolo, oggetto di commento, la restante parte della notizia è stata volutamente omessa, trattandosi di argomento differente da quanto da me liberamente commentato senza alcun riferimento oggettuale al contenuto della stessa (…e mica posso beccarmi una denuncia per farvi fare due risate!!!) 

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INFORMATIVA STAMPA

pubblico il testo di una informativa stampa appena inviata contenente sia il testo integrale della petizione popolare del comitato (testo già a disposizione di tutti voi)

Ad integrazione di quanto spedito alle vs. redazioni, si precisa che la raccolta firme a questa petizione è partita dalla scorsa estate ed ha raccolto circa 5000 firme al momento, principalmente in val d’agri, nel lagonegrese, nella valle del melandro ed in quella del sauro-camastra.Riprende dunque da Sant’angelo Le Fratte, senza mai d’altronde essere stata fermata se non temporaneamente, dalla mattinata della scorsa domenica la raccolta di firme a sostegno dei cinque punti in elenco, proseguendo nel capoluogo ed in altre città della regione.È intenzione del Comitato No Oil Lucania, al pari dell’invito già fatto ai comuni interessati da istanze di ricerca petrolifera di convocare prima di ogni decisione in merito consigli comunali straordinari ed aperti al pubblico ed alle associazioni ambientaliste della regione, interrogare tutti i comuni lucani interessati circa la loro disponibilità alla raccolta delle firme presso le rispettive case comunali ed a cura delle stesse amministrazioni, concorrendo così alla maggiore partecipazione possibile ad una petizione che crediamo individui serenamente e con maturità punti critici nodali da denunciare presso gli organi superiori della Unione Europea nell’interesse della comunità lucana alla sopravvivenza sul proprio territorio, all’utilizzo delle proprie risorse, alla propria salute, al rispetto verso le vocazioni socio-economico-ambientali originarie della nostra terra, alla dignità calpestata ed offesa dello spettacolo che in questi giorni avvolge di un drammatico grottesco le vicende del petrolio lucano.   Potenza, 22-12-2008

altra gente fuori!!!

copincollo questa notizia…gente fuori anche questa, ma a differenza di simonetti e nardiello, qui è la società italiana che impazzisce

GENOVA, 15.44
Suocera da’ fuoco a genero in auto in galleria A10, morta
(ANSA)-GENOVA, 22 DIC- Una donna morta e un uomo e’ ustionato nella galleria Cantarena su A10.L’incendio sarebbe stato appiccato dalla donna che era con il genero. Secondo la Polstrada,la donna avrebbe cosparso di liquido infiammabile il genero,35 anni,ricoverato al centro grandi ustionati in gravi condizioni. Quindi avrebbe appiccato il fuoco con un accendino e il veicolo si e’ trasformato in un rogo.Stando a quanto riferito dall’uomo, non era in corso una lite: i due stavano conversando dei regali di Natale.
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gente che sta fuori!!!

copincollo dal sito istituzionale l’ennesima prova che la camicia di forza è necessaria per costoro (e dire che ero e sono un convinto fautore della legge basaglia!):

 

SIMONETTI (PRC)-NARDIELLO (PDCI) SU “REGIONI PETROLIFERE”

 
22/12/2008 10.44.49
[Basilicata]
(ACR) – “Mentre abbiamo dato un’ennesima prova di responsabilità in Consiglio Regionale trasformando l’”emendamento stop estrazioni” in ordine del giorno, il Consiglio dei Ministri nella seduta del 18 dicembre scorso ha impugnato la Legge regionale n. 14 contro il Centro Oli, approvata dal Consiglio regionale abruzzese lo scorso 30 settembre, che di fatto bloccava la realizzazione del Centro Petrolchimico di Ortona fino al 31 dicembre 2009 e nuove trivellazioni e contestualmemte ha approvato anche un documento di indirizzo che individua Basilicata e Abruzzo come “regioni petrolifere”. Questo significa che il Governo Berlusconi vorrebbe avere carta bianca sulle nuove ricerche petrolifere”. Lo hanno sostenuto in una dichiarazione congiunta i capigruppo del Prc Emilia Simonetti e del Pdci Giacomo Nardiello firmatari dell’”emendamento Erminio Restaino”. “Come si ricorderà a novembre la Camera dei Deputati aveva approvato il Disegno di Legge 1441-ter che toglie la competenza alle regioni per la Valutazione di Impatto Ambientale, per cui in pratica i permessi di ricerca e le concessioni per l’estrazione di idrocarburi potranno essere rilasciati con un procedimento unico in capo all’Amministrazione dello Stato. Adesso il cosiddetto documento di indirizzo che – hanno aggiunto Simonetti e Nardiello – siamo in attesa di leggere nel testo completo, ancora non presente nel sito ufficiale del Consiglio dei Ministri, di fatto contribuirà ad esautorare la Regione Basilicata da ogni funzione e competenza in tema di autorizzazioni preventive. E’ evidente che si impone la necessità di attrezzare un’adeguata iniziativa per contrastare in tutte le sedi istituzionali il comportamento del Governo sino al ricorso al Consiglio di Stato. L’atteggiamento del Governo Berlusconi è ancora più grave perché non è solo un atto di forza contro la Regione Basilicata in una fase delicata per l’inchiesta Total in corso ma perché è contro la Conferenza dei Presidenti delle Regioni che ha accolto, nei mesi scorsi, la proposta del presidente De Filippo per riaffermare il principio-diritto delle Regioni in materia di gestione e titolarità delle risorse del proprio sottosuolo, senza per questo non rispettare la normativa nazionale in vigore. Uno degli argomenti di propaganda elettorale del Pdl che in Abruzzo durante la campagna elettorale aveva affermato di essere contrario al Centro Oli, come pure aveva più volte ribadito il neo presidente Gianni Chiodi – concludono Simonetti e Nardiello – rischia di ripercuotersi sugli interessi della comunità lucana oltre che abbruzzese”.

dopo le buffonate e le pagliacciate dell’emendamento strumentale ritirato e voci che dicono che lo stesso ordine del giorno lo sia stato (ritirato), questi si accorgono solo ora che esiste un disegno di legge simile e si mettono pure a dar consigli all’abruzzo (cosa che se fossi abruzzese mi farebbe infuriare molto…visto come stanno le cose da noi, con quale faccia si parla d’altri?)…la confusione dunque regna sovrana nelle teste di costoro e se poi aggiungiamo che la proposta di legge regionale della simonetti è un guazzabuglio legislativo senza nè capo, nè coda, e che persino nell’incipit si fa riferimento a normative europee e nazionali che contraddicono proprio la sostanza della proposta (è emblematico che venga nominata la direttiva “seveso 2” e seguente “seveso 3” che toglie dall’elenco dei plessi soggetti alle restrizioni proprio i pozzi di estrazione di idrocarburi, semmai lasciando solo il centro olii di viggiano), cosa ne concludiamo?..che questa è gente che sta fuori!!!…come fuori stanno le segreterie regionali dei rispettivi partiti!!!…come mai infatti sia il prc che il pdci non si rivolgono a ciò che resta dei loro partiti nazionali (che “erano” in parlamento e che probabilmente non ci ritorneranno mai più), chiedendo alle rispettive segreterie di farsi interpreti di queste istanze locali, ma neanche troppo locali visto il tema?…forse perchè non contano davvero più nulla le federazioni locali di questi due partiti fin troppo compromessi l’uno con balletti di entrata ed uscita e poi di probabili rientri nelle maggioranze regionali, l’altro poichè si è talmente “stretto” (come dice nardiello) a de filippo da averne preso lo stesso odore, forse perchè hanno perso di legittimità persino rispetto alle basi di militanza più fedeli con comportamenti di stile convenzion-bulgaro-pecoreccio, forse perchè l’espressione dei “ceti dirigenziali” (dirigente mi pareva davvero troppo) locali non rappresenta più un percorso degno di attenzione da parte delle segreterie e dei direttivi nazionali, di fatto poco importa e francamente non ce ne importa nulla…l’appello va semmai alle persone oneste che sono nella base di questi partiti (e vi assicuro che ce ne sono tantissime) ad agire di conseguenza ed a fare in modo che simili processi di disgregazione locale di partiti che pur rappresentavano (almeno il prc) una istanza di onestà intellettuale trasversalmente riconosciuta dall’intero arco costituzionale, si fermino prima di portare alla scomparsa di voci che dovrebbero essere fonte di critica propositiva e di denuncia oggettiva…non ho davvero altro da aggiungere e francamente ritornare a parlare di costoro mi parrebbe come sparare sulla croce rossa!!!   

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