un commento su facebook

riporto questo commento inviato ad una nota di viler…credo dia un certo senso a quanto stiamo facendo 

il senso di identità (le radici, se preferite) è una risposta alla
crisi delle identità collettive e personali ingenerate dal capitalismo
massificante e globalizzato che necessita di idee e bisogni standard
per ovvie logiche produttive…in quanto tale l’identità non manifesta
alcuna delle caratteristiche paventate da alcuni di etnicismo, tenendo
soprattutto conto che è tipico della cultura meridionale un
“meticciato” culturale che nei fatti fa prefigurare più un’identità di
coesione sulle problematiche locali ( da sviluppare in specificità di
organizzazione socio-economica) che un’identità di esclusione più
tipica di alcune culture “ricche” ed ansiogene (vedi nord italia con la lega)…spaventarsi del
senso di identità significa non voler riconoscere la possibiltà di
sviluppo di tematiche locali legate all’universo di risposte anti-liberiste che vanno elaborandosi da tempo ormai in
risposte g-locali attinenti alla creazione di reti di economia ciclica
e territoriale che partendo dalla salvaguardia delle relazioni
ambientali, di tutte le relazioni, tradizioni
comprese (quindi memoria delle radici), propongono un’economia altra in
una società altra…a mio avviso è l’identità includente che oggi può
bloccare la deriva liberal-totalitaria impedendole atti locali e di
fatto interrompendo la catena dell’invincibilità del sistema…spero di
non aver annoiato troppo

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