AGROBIOS, ILLUSTRATI I RISULTATI DELL’INDAGINE CONOSCITIVA
 
04/05/2009 12.47.22
[Basilicata]
                                                                                                                         

 (ACR) – Metapontum Agrobios “è una importante realtà nel campo della ricerca sulle biotecnologie”, che tuttavia negli anni “si è trovata ad operare dovendo far fronte a crescenti difficoltà”, quali quelle nate “dal disimpegno di Eni e del successivo socio privato Bioren” e quelle, più recenti, dovute ad una interpretazione “eccessivamente cauta” del decreto Bersani, che ha causato il blocco dei flussi finanziari e, di conseguenza, il disavanzo economico. Altro elemento negativo “è stata la sfiducia o la diffidenza nei confronti delle attività di modificazione genetica nel campo dell’agricoltura e probabilmente la non piena consapevolezza, da parte dei potenziali destinatari delle ricerche, in definitiva il mercato, delle enormi prospettive aperte dalle innovazioni nel settore e da una non piena comprensione del fatto che l’agro-tecnologia non riguarda solo l’agricoltura ma le applicazioni industriali”.
E’ quanto si legge nella relazione finale dell’indagine conoscitiva sul disavanzo economico del centro di ricerca Metapontum Agrobios, disposta dal Consiglio regionale e condotta dalla quinta Commissione consiliare permanente (“Verifica, controllo, monitoraggio”), che l’ha approvata nei giorni scorsi all’unanimità. I dettagli della relazione finale dell’indagine conoscitiva sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa dal presidente della quinta Commissione, Sergio Lapenna, e dal consigliere segretario Donato Salvatore, che hanno sottolineato il carattere tecnico – istituzionale degli approfondimenti compiuti dalla Commissione, “che non è una ‘bandiera’ dell’opposizione ma un luogo istituzionale”, il cui compito principale “è quello di verificare la coerenza fra impegni programmatici e capacità di realizzare l’azione di governo, denunciando le criticità esistenti”. Lapenna e Salvatore hanno inoltre messo in rilievo l’impegno di tutti i componenti dell’organismo per raggiungere l’unanimità sul documento finale ed hanno definito la società Metapontum Agrobios, “un centro di ricerca dotato di strumentazioni di buon livello e di un notevole patrimonio di professionalità che va salvaguardato”.
“Con la ricapitalizzazione operata con la legge regionale n. 21/2008 nonché con la ripresa delle attività remunerate dalla Regione la crisi dovrebbe essere superata – si legge ancora nella relazione – ed occorre individuare una strategia che non solo consenta di mantenere in vita la società ma di rilanciarla”. Secondo quanto previsto dalle linee guida approvate dal Consiglio regionale Metapontum Agrobios dovrà operare per “la realizzazione del polo per le agrobiotecnologie del Metapontino, l’utilizzo dei servizi specialistici in campo ambientale ed in agricoltura in armonia ed integrazione con le competenze dell’Alsia e dell’Arpab ed infine la continuazione e lo sviluppo dei servizi di ricerca nel campo della diagnostica umana”. Inoltre Metapontum Agrobios “rappresenterà lo strumento operativo per la realizzazione e gestione del Parco Agrobiotecnologico del Metapontino, in cui dovranno essere coinvolti gli enti pubblici di ricerca presenti nel campo biotech (Enea, Cnr, Cra), l’Università della Basilicata, l’Alsia, i distretti agroalimentari ed agroindustriali e le imprese”.
Occorrerà però “fare attenzione – si legge ancora nel documento – che non si verifichino sovrapposizioni di competenze ed incarichi con quelli affidati agli enti dipendenti e strumentali della Regione, in primo luogo dell’Arpab. L’operazione di ricapitalizzazione ad opera della Regione potrà risultare utile alla luce delle condizioni tutto sommato positive della società Metapontum Agrobios, che attraverso un oculato piano industriale potrà fare buon uso del finanziamento ottenuto e raggiungere gli obiettivi prefissati”.

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finalmente si ammette che questa società era una filiale dell’eni e di alcuni privati…in quanto alla diffidenza nel campo delle bio-tecnologie applicate all’agricoltura (diciamola chiara e tonda, ogm) ci pare che sia stata salutare…dovremmo cominciare a dire basta a questi progetti di modifica della genetica delle produzioni i cui risultati non possono solo essere analizzati dal solo punto economico (quanto rendono ai privati ed a chi sulla “uccisione della bio-diversità” sta costruendo immani fortune finanziarie, soprattutto a discapito del paeso del terzo mondo, molto più ricattabili dei paesi occidentali in merito?)…per quanto ci riguarda se la “mission” (brutta parola tecnicista che svela il senso anche nell’uso di certi vocaboli!!!) di agrobios deve essere quella di veicolare cambiamenti genetici, piuttosto che salvaguardare il patrimonio esistente, può fallire anche domani e nessuno ne piangerà le sorti…se invece agrobios serve per misurare biologicamente il senso di asservimento della ricerca ai poteri forti (vedi i vari monitoraggi all’acqua di rose che tranquillizza i bruciori), crediamo che la sorte dovrebbe essere anche peggiore, coinvolgendo a quel punto anche aspetti che vanno ben oltre l’etica…in ogni caso un carrozzone collaterale come l’agrobios avrebbe bisogno di altre funzioni che quelle delineate da un rifinanziamento che pare legarlo ancor di più a quella politica del “tuttobene” che lega a fili doppio tutto l’arco consiliare regionale in una casta di conservazione di poteri…poteri forti, poteri meno forti, poteri di cammellamento

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FIOM CGIL SU ALLEANZE INTERNAZIONALI FIAT
 
04/05/2009 11.42.56
[Basilicata]
                                                                                                                         
In merito alle trattative internazionali che la direzione Fiat sta attuando interviene la Fiom Cgil di Basilicata che in una nota sostiene che “tali scelte possono influenzare la presenza delle produzioni nel nostro Paese.
L’Amministratore delegato Marchionne si è impegnato sia con il Governo degli Stati Uniti sia con il Governo della Germania a mantenere gli stabilimenti e il numero degli occupati nei rispettivi Stati.
Non si capisce – prosegue la Fiom – perché ad oggi l’amministratore delegato della Fiat non ha ancora presentato al Governo italiano e ai rappresentanti dei lavoratori il Piano industriale per gli stabilimenti italiani del settore auto.
I lavoratori italiani – conclude la Fiom – hanno il diritto di poter contare sulle scelte future della Fiat perché attraverso il loro lavoro in questi anni hanno consentito alla Fiat di poter contare a livello internazionale”.

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ineccepibile osservazione della fiom…sarà perche in italia il gruppo fiat detiene ancora rapporti di padronato con i governi e non sente la necessità di concordare alcunchè, che non è stato ancora presentato alcun piano?…crediamo che miseramente sia proprio così

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