SI RITORNA AL NUCLEARE?

Solito lavoro di copia-incolla: 

NUCLEARE, NARDIELLO: UNA NUOVA MOBILITAZIONE POPOLARE  

10/07/2009 08.49.04  (ACR) –

“Il ritorno al nucleare in Italia è una scelta che risponde solo alle logiche delle ‘lobby’ dell’industria che si occupa della costruzione dei grandi impianti e di ogni tipo di fornitura. Una scelta ancora più folle considerati gli enormi problemi ambientali per lo smaltimento delle scorie radioattive per i quali non sono stati ancora individuati soluzioni, a partire dallo smaltimento delle scorie nella Trisaia Enea di Rotondella”. E’ il commento del capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Giacomo Nardiello, che ha espresso “pieno sostegno alla coraggiosa e coerente posizione del presidente De Filippo che – aggiunge – è rimasto uno dei pochi governatori di Regione a difendere e tutelare gli interessi dei territori, oltre che a salvaguardare le prerogative delle Regioni”.

“Se infatti il Governo Berlusconi si illude di cancellare, con un colpo di spugna, l’esperienza storica del movimento popolare anti-nucleare di Scanzano Jonico del 2003 – continua Nardiello – si sbaglia di grosso. La ‘manifestazione dei 100 mila’ è stata la testimonianza più forte della volontà della nostra gente di rifiutare centrali e siti di scorie nucleari. E non c’è alcuna possibilità di rimettere in discussione questa volontà popolare. Adesso dobbiamo prepararci a riprendere la mobilitazione storica per sventare il tentativo di rivincita da parte delle lobby del nucleare. La scelta del nucleare, non va sottovalutato, pone gravissimi problemi di sicurezza, non certamente affrontabili con la cosiddetta militarizzazione dei siti, e’ molto costosa e contraddice gli impegni europei e il referendum popolare del 1987”.

“Una scelta – dice ancora il consigliere del Pdci – che taglia la possibilità per l’Italia di mettersi in linea con altri Paesi europei sulla strada delle energie rinnovabili, energie pulite da cui potranno scaturire anche nuove possibilità occupazionali. La scelta del nucleare è pericolosa e molto più costosa delle altre fonti energetiche e metterà il nostro Paese nella condizione di non avere le risorse per politiche attente alla riduzione delle emissioni e incentrate sulla fonti rinnovabili”. 

NUCLEARE, FRAMMARTINO (PRC): DDL CREA GRANDE PREOCCUPAZIONE 

10/07/2009 09.33.27 

“L’approvazione da parte del Parlamento del decreto di legge sullo sviluppo che introduce il Nucleare desta profonde preoccupazioni per quello che potrebbe significare per il nostro territorio”.
Lo sostiene in una nota il segretario provinciale del Prc di Matera, Ottavio Frammartino.
“Mentre Obama pensa di superare il nucleare e puntare sull’energia pulita – aggiunge – il nostro Governo con questa scelta scellerata ci fa fare un passo indietro di venti anni. Questa legge stabilisce che dopo la sua approvazione il Governo avrà sei mesi per individuare i siti su cui sorgeranno le centrali, decidere i sistemi di stoccaggio e di deposito dei rifiuti radioattivi. I siti individuati saranno e sottoposti a segreto di Stato e controllati dai militari. Per costruirli e farli funzionare – afferma Frammartino – basterà un’unica autorizzazione. Si e parlato che proprio in Basilicata potrebbe essere individuato uno dei siti per lo sviluppo e stoccaggio del nucleare, senza che questa venisse smentita dal ministro Scajola, noi lucani dovremmo essere seriamente preoccupati. Chiedo da subito – conclude – al presidente della Provincia di Matera Stella di farsi interprete di queste preoccupazioni, convocando da subito una conferenza dei comuni, e la convocazione di un Consiglio provinciale dove si ribadisca con forza che tale ipotesi troverebbe la ferma opposizioni delle Istituzioni lucane e la resistenza dei cittadini lucani”.

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Che dire? E sì che da questo comitato si era, non poche volte, sollevato il problema. Ora abbiamo una legge! Non solo… i siti individuati, sottoposti a segreto di stato e controllati dai militari cui fa riferimento Frammartino (si veda, a questo proposito la legge 3 agosto 2007 n° 124 e il regolamento attuativo della legge, DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 aprile 2008) è cosa che desta preoccupazione.

Ben vengano le richieste di Frammartino di una conferenza dei comuni al Presidente della Provincia di Matera, e di Nardiello alla mobilitazione popolare. Una nota stonata, però, la riscontro nell’affermazione di Nardiello quando parla di “pieno sostegno alla coraggiosa e coerente posizione del presidente De Filippo che è rimasto uno dei pochi governatori di Regione a difendere e tutelare gli interessi dei territori, oltre che a salvaguardare le prerogative delle Regioni”… chi “bazzichi” dalle parti di questo blog sa benissimo quanti appunti sono stati fatti al Presidente proprio su questi argomenti. Mi sia, pertanto, consentito di dissentire da questa affermazione.

Concludo semplicemente con una affermazione già fatta dal caro Miko: QUESTO COMITATO NON CI METTEREBBE MOLTO AD AGGIUNGERE ALLA SUA DEFINIZIONE DI NO OIL ANCHE QUELLA DI NO NUKE!!!!

 Antonio

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I Veleni di Tito certificati(Il Quotidiano della Basilicata, 8 luglio 2009)

 Ieri, sul Quotidiano della Basilicata, è stato pubblicato un articolo di Maurizio Bolognetti (segretario dei Radicali Lucani) sulla questione “Veleni dell’area industriale di Tito”. Lo pubblico perché vi sono delle informazioni piuttosto interessanti.  

Da Il Quotidiano della Basilicata, 8 Luglio 2009

Tito Scalo: il sito c’è. E’ la bonifica che manca.

Sull’area l’ombra delle ecomafie

Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Consigliere Associazione Coscioni

In gergo burocratico le chiamano “Conferenze dei servizi decisorie”, in realtà non è dato sapere né cosa decidono, né se le decisioni e gli impegni verranno rispettati. Facciamo un esempio: sulla questione del “Sito di bonifica di interesse nazionale di Tito” si sono susseguite, a partire dal 2002, numerose conferenze dei servizi istruttorie e decisorie. Eppure, a leggere quanto scritto in verbali(top secret), che danno conto della “Conferenza istruttoria” del novembre 2008 e della “Conferenza decisoria” del dicembre 2008, si ricava la sensazione che poco sia stato fatto per risanare l’area di Tito dall’inquinamento e che tanto ci sia da fare.

Roma, 22 dicembre 2008, ore 11.00, negli uffici del Ministero dell’Ambiente si tiene una “Conferenza dei servizi decisoria”, convocata per discutere dello “Stato di attuazione delle attività di caratterizzazione e di messa in sicurezza di emergenza sul sito di interesse nazionale di Tito.”

Nelle stanze del Ministero, i convenuti, e tra questi il dott. Francesco Ricciardi in rappresentanza della Regione Basilicata, discutono dei veleni presenti nell’area industriale di Tito.

L’associazione Radicali Lucani ha potuto prendere visione del verbale redatto al termine della “Conferenza dei servizi decisoria” del 22 dicembre 2008. Quello che abbiamo letto non ci è piaciuto.

Dalla lettura del verbale emergono gravi inadempienze e ritardi nell’opera di bonifica, e dati assai preoccupanti che fanno temere che l’inquinamento della falda abbia prodotto danni che vanno ben oltre i perimetri stabiliti dalla burocrazia.

Ma facciamo un passo indietro. Si inizia a parlare della necessità di bonificare l’area industriale di Tito nel febbraio del 2001; pochi mesi dopo, il D.M. 468/2001 istituisce “Il sito di bonifica di interesse nazionale di Tito”; ancora pochi mesi, e nel luglio del 2002, sempre con Decreto ministeriale, si stabilisce il perimetro del sito e parte la fase di caratterizzazione, cioè la fase in cui vengono accertate le effettive condizioni di inquinamento.

Da quel lontano 2002 è tutto un susseguirsi di “Conferenze dei servizi”, fino al 22 dicembre 2008, giorno in cui presso gli uffici del Ministero dell’ambiente si tiene l’ennesima “Conferenza dei servizi decisoria”.

Fatta questa indispensabile premessa, torniamo al verbale che da conto delle decisioni prese nella conferenza del 22 dicembre e che reca in calce le firme dei rappresentati del Ministero dell’Ambiente Mascazzini e Limblici e del dott. Ricciardi.

La fotografia scattata dal Ministero, quella di un’emergenza che, come tutte le “emergenze” italiane, si trascina da troppo tempo, è preoccupante, volendo usare un eufemismo.

Leggiamo di un contesto ambientale “ancora caratterizzato da una pesante contaminazione da tricloroetilene” in quantità tali che fanno temere “la presenza del prodotto libero in falda”.

Il Ministero dell’ambiente afferma: “…a distanza di tre anni e mezzo le aziende e gli altri soggetti interessati hanno dimostrato limitato interesse e volontà nell’adoperarsi per conoscere e quindi, ove possibile, limitare la diffusione dell’inquinante che rappresenta un rilevante pericolo per la salute umana.

Perfetto! Scarso interesse dei soggetti interessati?! E chi sono i soggetti interessati? Chi sono coloro che dovrebbero controllare, monitorare, vigilare? E perché di fronte a quanto di sconcertante leggiamo nel documento ministeriale non è stata aperta un’inchiesta dalla magistratura?

Il Governo, il Ministero, la Regione, la Provincia, il Comune di Tito, L’Arpab, le Aziende, su questa vicenda hanno qualcosa da dichiarare? E soprattutto ci piacerebbe sapere in che percentuale vanno distribuite le responsabilità.

Non è tranquillizzante leggere di monitoraggi incompleti, di dati discordanti, di rifiuti la cui destinazione risulta sconosciuta, di problematiche “non risolte”.

Già, problematiche non risolte e monitoraggi incompleti, così come si afferma nel verbale ministeriale nel quale leggiamo: “Vista la problematica non ancora risolta relativa alla determinazione dei valori di fondo sui parametri ferro e manganese nelle acque di falda nonché la contaminazione da tricloroetilene della stessa, vista la mancanza di informazioni derivanti da un incompleto monitoraggio ha richiesto alla Regione Basilicata che vengano ripristinate quanto prima le condizioni della medesima rete…

Ecco, ci piacerebbe sapere se nel frattempo la rete sia stata ripristinata. Così come ci piacerebbe sapere, come mai nel mese di maggio 2008 nel pozzo S13 è stata riscontrata un’altissima concentrazione di tricloroetilene “non emersa nel mese precedente”.

E visto che ci siamo vorremmo anche sapere se, come da richiesta ministeriale, sono state adottate misure di MISE(Messa in sicurezza d’emergenza) nell’area Ageco. La cosa non è di poco conto, visto che leggiamo di una contaminazione della falda con sostanze dal nome impronunciabile.

A leggere dei veleni presenti a Tito e dintorni ci è venuto il mal di testa. Le domande si affastellano e i dubbi e i sospetti su quanto avviene a Tito e nel nostro territorio regionale crescono. Ci chiediamo se l’inquinamento sia solo frutto di quanto prodotto in loco da aziende come la Daramic o se per caso non ci siano anche fonti “esterne”.

Quali sono le condizioni del torrente Tora e dove stanno finendo gli agenti inquinanti presenti nell’area di Tito? I cittadini lucani che lamentano un aumento delle malattie tumorali nella Val d’Agri, così come in altre zone della regione, sono tutti in preda a stati di allucinazione? O, come pensiamo, c’è una pesante incidenza sulla salute di veleni “ufficiali” e veleni nascosti, magari gestiti dalle ecomafie?

Per quanto riguarda gli inquinanti censiti e monitorati(almeno si spera), chiediamo alla Regione e all’Arpab di rendere note le informazioni di cui dispongono per le zone limitrofe all’area Daramic. A breve, sul sito dell’Associazione Radicali Lucani sarà pubblicato un dossier dedicato all’area industriale di Tito scalo, comprendente filmati e documenti. Pubblicheremo anche integralmente il verbale della “Conferenza dei servizi decisoria” del 22 dicembre 2008, ritenendo in tal modo di onorare l’einaudiano “conoscere per deliberare”. Sulla vicenda Tito, è doveroso citarlo, è intervenuta il 24 marzo 2009 la Ola(Organizzazione lucana ambientalista), con un interessante dossier firmato da Pietro Dommarco. Nel documento dell’Associazione Ambientalista Lucana si chiede a Metapontum Agrobios e all’Arpab la pubblicazione dei dati di cui dispongono, oltre che informazioni per comprendere cosa è stato fatto per incentivare un monitoraggio che, come abbiamo visto, risulta carente. Per quanto ne sappiamo, il verbale del 22 dicembre 2008 è stato trasmesso agli organi di vigilanza e controllo. Non sappiamo, però, se per organo di vigilanza e controllo si intenda anche la magistratura, ma sappiamo che nel documento che abbiamo ripetutamente citato c’è materiale che potrebbe costituire oggetto d’indagine. Osiamo sperare che, dopo 8 anni, l’ennesima “conferenza decisoria” produca finalmente dei risultati. Esprimiamo l’auspicio che tutti gli enti coinvolti ispirino la loro azione al senso di responsabilità, laddove è in gioco la salute dei cittadini e la tutela ambientale.

Approfondimenti

Il Quotidiano della Basilicata, 8 Luglio(Pag.1)

Il Quotidiano della Basilicata, 8 luglio(pag.10)

Verbale Conferenza dei Servizi Decisoria, 22 Dicembre 2008

Veleni ventennali nell’area industriale di Tito Scalo (Ola)

L’articolo di Maurizio Bolognetti deve aver, in qualche modo, centrato il bersaglio, se si è verificato quanto riportato da questo lancio di Basilicatanet:

BONIFICA SITI INQUINATI, INTERROGAZIONE DI LAPENNA  

08/07/2009 12.52.27
[Basilicata](ACR) –

Il consigliere regionale, Sergio Lapenna (Fi-Pdl) ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta e all’Assessore all’ambiente, in merito alla mancata bonifica dei siti inquinati.

“Da un verbale di un incontro presso il Ministero dell’Ambiente – afferma Lapenna – si denunciano una serie di ritardi ed inadempienze da parte della Regione Basilicata che non si è mai pienamente interessata della vicenda”.

Il consigliere, pertanto, ha chiesto di conoscere “quali misure la Regione ha adottato per la bonifica ed il monitoraggio delle aree industriali, visto che si denunciano gravi inadempienze e ritardi nell’opera di bonifica di un’area fortemente inquinata da sostanze pericolose per la salute”.

“Le aree industriali da bonificare, come la Valbasento e l’aera di Tito, continuano a destare allarme nella nostra comunità, al punto che si sospetta un presunto stoccaggio illegale di rifiuti. La Regione Basilicata – dichiara Lapenna – non si è mai posta in maniera seria il problema della bonifica, tanto meno si è impegnata a presentare un vero programma di sviluppo alternativo all’industrializzazione chimica ed energetica degli anni passati. Dopo i falliti annunci della nascita di un Tecnoparco, promulgato come nuovo modello di organizzazione industriale conseguente al processo di reindustrializzazione iniziato nella seconda metà degli anni ’80, che oggi rappresenta il più grande fallimento della nostra Regione, occorre quanto meno mettere in sicurezza le aree in questione per consentire di avviare una nuova fase”.

“Ma sull’aspetto della bonifica – rimarca Lapenna – vi sono notizie alquanto incerte. Anche qui si susseguono una serie di voci allarmanti anche sui presunti tagli effettuati per il risanamento delle aree industriali. Ma c’è da sottolineare che la Regione, fino ad oggi, ha registrato una molteplicità di ritardi e di disattenzioni, ma anche di poca informazione sui fondi già destinati negli anni passati per la messa in sicurezza delle aree. Infatti, anche gli Enti preposti al monitoraggio dell’inquinamento di queste aree forniscono dati incompleti e discordanti, mentre il Ministero parla apertamente di presenza di sostanze altamente tossiche e cancerogene”.

“Dopo decenni di inquinamento è necessario – conclude Lapenna – perseguire attraverso strumenti ed azioni mirate e tempestive per attivare delle compensazioni ambientali per la tutela e la salvaguardia della salute di tutti i cittadini, in quanto troppo spesso la nostra regione, asservita agli interessi delle multinazionali, si ritrova con aree fortemente inquinate”.

 

Non si può dire che le informazioni riportate non siano esaustive circa una situazione che, ad onor del vero, questo Comitato, da più tempo ha cercato di presentare alla gente di Basilicata (e anche a qualche rappresentante delle istituzioni regionali). Per non parlare di quante volte, nel corso della campagna elettorale per le provinciali, con Comunità Lucana – Movimento No Oil, abbiamo cercato di sensibilizzare la gente su queste tematiche. Avremmo, però, una ambizione un po’ più alta: la sensibilizzazione delle forze politiche di questa regione (e non solo) su quanto possa essere fondamentale, per il futuro della Lucania, il prendere coscienza di problemi che, alla lunga, riguardano tutti noi. La nostra parte la facciamo (bene o male, sarà il tempo a stabilirlo). E, visto lo scarso interesse finora dimostrato dalle forze politiche, ribadiamo, ove mai ve ne fosse bisogno, la nostra intenzione di non fermarci e di andare avanti con la battaglia di denuncia e con la battaglia politica iniziata qualche mese fa.

Meditiamo, gente… Meditiamo!

 Antonio

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ATTIVO ORGANIZZATIVO IN VAL D’AGRI SABATO 11/07

 Convocato per sabato 11 luglio, a Tramutola, un nuovo attivo organizzativo di Comunità Lucana – Movimento no oil (a qualcuno piace chiamarlo “direttivo”… e, magari, gli piacerebbe partecipare), per le ore 18,30.

Punti all’ordine del giorno:

1) Stesura (provvisoria) dello Statuto.

2) Allargamento eventuale del direttivo regionale.

3) Varie ed eventuali.

Riporto, inoltre, una sintesi dell’ultimo attivo organizzativo:

Si sentono già i primi vagiti di una struttura organica del movimento. Vado a sintetizzare ciò che, nella riunione dell’ attivo organizzativo di Comunità Lucana in quel di Satriano, in data 3 luglio, ha preso corpo andiamo con ordine:
1) formazione del direttivo regionale provvisorio
Miko Somma (responsabile politiche agricole e portavoce)
Antonio Bevilacqua (responsabile acque)
Gerardo Motta (responsabile politiche sanitarie)
Fiorenzo Magni (responsabile lavori pubblici)
Armando Bronzi (responsabile politiche del lavoro e sindacali)
Marica Lasalvia
Mario Colella
I nominativi su elencati sono provvisori. Il progetto è quello di arrivare ad un Direttivo regionale formato da 10 + 1 persone (un segretario e 6 responsabili per la provincia di Potenza e 4 per la provincia di Matera). Il percorso continuerà con dei direttivi di zona (da definire strada facendo).
2) L’idea di un patrimonio informativo-culturale comune per gli aderenti (libri, letture in genere) atto alla formazione di un tessuto culturale e politico comune.
3) Stesura di uno statuto del movimento per darsi una personalità giuridica che porti alla vera e propria organizzazione del movimento (da redigere nelle prossime riunioni).
Abbiamo macinato un bel po’ di carne. E proseguiremo nelle prossime riunioni (sabato 11 luglio a Tramutola alle ore 18,30; un incontro a Marsico ancora da definire nella data; un incontro a Ferrandina per, coinvolgere anche il materano nel progetto, in data da definire).
Andiamo avanti con entusiasmo!
Antonio.

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“SISTEMI” ECOLOGICI.

La tentazione è stata troppo forte! Ctrl_c e Ctrl_v ed eccovi quanto segue:

DOMANI PRIMO RAPPORTO SUL SISTEMA ECOLOGICO REGIONALE  

07/07/2009 15.36.03
[Basilicata] 

(AGR) – Sarà presentato domani a Montescaglioso il primo rapporto sul Sistema ecologico della Basilicata. All’incontro, che si terrà a partire dalle ore 9,30 presso l’Abbazia Sant’Angelo, saranno presenti anche il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, e l’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico.
E’ prevista la presenza del sindaco di Montescaglioso, Mario Venezia, del presidente dell’Ente parco delle chiese rupestri, Roberto Cifarelli, del direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione, Viviana Cappiello, Massimo Iannetta, dell’Enea, e Antonio De Gennaro di Risorse SpA.
I lavori proseguiranno con il seminario sul tema “Il ruolo delle aree protette nel sistema ecologico regionale”, con gli interventi di Antonio Nicoletti, di Legambiente nazionale, Antonio D’Ottavio, dirigente del Dipartimento Ambiente, Rocco Rivelli, coordinatore di Federparchi Basilicata, Domenico Pappaterra, Presidente dell’Ente Parco del Pollino, e degli assessori regionali all’Ambiente della Calabria, Silvestro Greco, e dell’Emilia Romagna, Lino Zanichelli. ___________________________________________________________________________________________

 Che dire? Ci si incontra per fare un primo punto sul c.d. “sistema ecologico”. E addirittura vi saranno nomi altisonanti a disquisire sul tema “Il ruolo delle aree protette nel sistema ecologico regionale”. Mi viene spontanea una domanda: Sistema ecologico? Che si intende per sistema ecologico? E per aree protette? Cosa intendiamo? Perché sappiamo che nel tanto decantato parco della val d’agri (che dovrebbe essere un’area protetta… almeno, nella definizione di parco, rientra questo assunto!) si estrae il “preziosissimo” (per pochi) greggio che… non è propriamente un qualcosa che salvaguarda il bene ambientale Val d’Agri! Sarei curioso di sapere se si parlerà anche di questo; e, magari, di monitoraggio ambientale (che non parte mai!).

Antonio

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PENSIERI DI FIORENZO.

Ricevo, e volentieri pubblico questa nota inviatami dall’amico Fiorenzo Magni. Ne approfitto per salutare tutti gli amici che passassero da queste parti e per ringraziare Miko per avermi “investito” del ruolo di curatore del blog in questo suo breve periodo di assenza. Una puntualizzazione: il titolo del post non è dell’amico Fiorenzo… ma l’obbligatorietà di un titolo (dovuta ad una esigenza propria della piattaforma del blog) mi ha costretto ad operare una scelta. Spero che non sia una scelta poco gradita.

 

Ad un certo punto in ogni cammino ci incontra, tutti da diversi orizzonti ci si ritrova si va avanti.
Verso nuove idee – idee già espresse nei modi di essere di ognuno di noi.
Incontrandoci, non possono che nascere riflessioni su QUALI TRAGUARDI DIRIGERSI ,quale futuro affrontare ….certo uno migliore.
Alcune cose del nostro passato, del nostro presente, non ci sono chiare “NELLE RISPOSTE;CHE PERSONAGGI AUTOPROCLAMATI ci stanno dando.
Si vuole affrontare dei temi che all’occhio del mortale possono sembrare troppo grandi, NON LO SONO! Esiste nell’uomo l’intelletto, la conoscenza, che può sormontare grandi montagne.
Vogliamo vivere su questa terra, che è nostra con la certezza con la sicurezza, con la giusta tranquillità, di cui abbiamo diritto .
Vorremmo smascherare molte posizioni che in modo inevitabile fanno sì che le politiche umane, vadano verso un qualcosa che non ci appartiene, che ci farà soffrire nel fisico nella mente nelle nostre coscienze , o in ciò che ne potrà rimanere, come abitanti di questa terra……
In ogni modo con ogni mezzo è dovere di ognuno di non abbandonare neanche per un solo istante lo stare coesi informarci quotidianamente con tutti i mezzi possibili, e diffondere diffondere ogni abuso perpetrato da chi sta comodamente seduto ai posti di comando, a chi rallenta con il malaffare, il personalismo, ogni attimo del nostro anche più piccolo sogno, ogni nostra aspirazione a un mondo più potabile per ognuno. Partecipare a ogni attimo di questa terra, che vive momenti in cui non si fa altro che parlare, di un futuro migliore, di sistemi compatibili ed alternativi, di un progresso che deve sempre venire, ma sembra, non arrivare mai, questa terra informata da una stampa di regime da personaggi obsoleti, da grandi banderuole, complici di disastri politici e ambientali, che ci stanno distruggendo, che spingono le menti migliori delle nuove generazioni a piegare la testa, con la promessa di un domani,
domani,domani, no! Così sembra non andare, non vogliamo più fare lunghe file di attesa, per vederci sempre sorpassare da chi si affilia con chi occupa posti di dirigenza, e dai loro affiliati….politici che recitano sempre le loro filastrocche, uno scossone c’è bisogno di un vero scossone per farli tremare, alimentare il vento della riscossa per tutti , fare movimento antagonismo, non abbiamo da perdere che solo grosse catene…non c’è tempo da perdere, organizzare il movimento che rallenterà la corsa verso orizzonti che ci porteranno solo alla sofferenza è il compito che ci spetta, per regalarci un nuovo modo di essere, per poterci guardare negli occhi ogni fanciullo
che verrà…..
credo fermamente di avere trovato negli amici di COMUNITA’ LUCANA – movimento NO-OIL
persone con cui percorrere assieme un nuovo cammino , fuori dalle linee di pensiero, made” in qualche partito politico, che si arroca il diritto di decidere anche per me….abbiamo molto da fare ma siamo vivi , e pensanti……

Antonio Bevilacqua

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una gita sul p.o. val d'agri

una settimana di assenza dal blog non era forse mai accaduto…l’agricoltura vuole la sua parte di tempo da dedicarle ed io non ho internet in val d’agri…vedrò di recuperare…nel frattempo vi annuncio che del blog si occuperà con me da domani antonio bevilacqua…siete in buone mani!!!

ma veniamo agli aggiornamenti di oggi o meglio di ieri…riunione a tramutola del comitato dei sindaci, dei presidenti delle comunità montane e dell’inossidabile presidente vito de filippo…oggetto…stato attuativo del p.o. val d’agri…soldini che arrivano dal petrolio estratto con tutte le criticità che ormai conosciamo a menadito in un’area che altro avrebbe da fare

situazione da basso impero…un locale malamente attrezzato nell’asilo spolidoro-lenni di tramutola, ragazzi pagati dalla struttura p.o. (o sono volontari?…una cosa sicuramente peggiore!!!) che si affannano con imbarazzo poco professionale intorno ad un portatile ed un videoproiettore a trasmettere la stessa cosa presente nella cartellina dell’iniziativa (odio le presentazioni con diapositive, una roba da sonno e da mancanza di capacità oratoria), ma non è quello il punto…entriamo nella sala e vi troviamo al tavolo il presidente de filippo che par essere di casa in queste riunioni, l’ex responsabile del p.o. remo votta (appena andato in pensione, ma ancora lì…guarda un po’!!!) ed una serie di funzionari più o meno responsabili tra cui anche uno scout che solo qualche giorno fa ho trovato in orrendi calzoni corti blu-sovietico ad un incontro sull’acqua del neonato comitato di potenza (e mi chiedo quale contraddizione possa mai esistere tra un progetto che riguarda il petrolio e la partecipazione ad un comitato pro acqua bene comune…mah!!!)…ma non è ancora questo il punto

sindaci…30 sindaci per 30 paesi (o meglio meno di 30 sindaci perchè più di qualcuno ha mandato dei tecnici a sostituirlo)…presidenti di comunità montane che pure non dovrebbero più esistere in virtù di una strombazzata riforma regionale, ma – miracolo! – sono ancora lì, forti di una proroga di un anno (ma guarda un po’ il caso!!!)…qualche giornalista frettoloso…qualche esponente del comitato no oil, gente pericolosa perchè dice la verità…una roba da non tollerarsi…ma come, tutto va a puttane (ogni riferimento al premier con i capelli tatuati è casuale) e qualcuno vuole ancora dire la verità?…ergastolo, ergastolo!!!

dopo un breve cappelletto del sindaco di tramutola, prende la parola il presidente che annuncia il contenuto della riunione non facendo ben comprendere se essa sia aperta al pubblico o meno, quindi se la nostra presenza sia giustificabile…richiesta roboante del nostro mario se l’incontro sia pubblico o meno…risposta affermativa…l’incontro è pubblico (beh, meno male, era stato anche annunciato sul tg regionale)…prima tranche di discussione, la premialità nell’efficienza della spesa…soldini (30 milioni di euro) cioè che i comuni dovrebbero spartirsi sulla base non dei risultati ottenuti, ma di quanto sono riusciti a spendere, nella assoluta mancanza di qualsiasi obiettivo in linea con un’idea concreta…modello che se un pantalone costa 50 euro in un negozio e lo stesso pantalone 80 euro nel negozio successivo (e magari non se ne ha assolutamente bisogno), viene premiato con altro denaro chi ha speso gli 80…cappello giustificazionista di remo votta che tutti speriamo scriva un libro di memorie, così tutti capiremmo in base a quali competenze sia stato scelto proprio lui per la gestione di tutto il p.o….qualche intervento di sindaci, alcuni a favore, altri no (mica per nobili motivazioni, eh…si tratta di soldini, progetti e vari ambaradam che sono dietro la gestione di quei fondi aggiuntivi)…intervento ancora di mario che ricorda quanto la valle dell’agri stia pagando in termini di costi sanitari per la popolazione l’estrazione di idrocarburi che è poi dante causa primaria di quei cospicui finanziamenti del p.o. val d’agri…si approvano i criteri di premialità senza alcun voto, de filippo semplicemente decide che tutti sono d’accordo!!!

il sottoscritto chiede la parola al presidente che fa finta di niente

seconda parte della discussione…finanziamenti per l’immissione ad esperienze lavorative di soggetti svantaggiati (tutti crediamo si tratti di persone con handicap vari, ma un funzionario della regione se ne esce con il concetto che si tratta di una misura valida anche per disoccupati)…sostanza della cosa…attraverso l’uso di un odioso vocabolario anglicista in cui ormai si esprime un’idea tecnicista della politica in cui si favorisce l’idea dell’impegno di spesa supportato da un concetto astratto e modellistico dei risultati ottenibili alla semplice logica del comprendere se una misura serva davvero, se funzioni, se è realizzabile, se i costi sono rapportabili ai benefici, se non serva magari fare altro…insomma scopriamo che qualche decina (140 soggetti per la precisione) di soggetti svantaggiati potrebbero essere avviato non al lavoro, ma ad un’esperienza di lavoro che poi è come rapportare l’idea del volo con il volare, purchè in quelle strutture riqualificate che sono state recuperate ad un “uso sociale” sulla base delle altre misure di finanziamento, strutture su cui qualche report affidabile potrebbe rivelare usi non tanto sociali ed operazioni di recupero edilizio tutte da verificare tanto nell’uso dei materiali, che nelle tecniche adottate, che nell’idea di inserimento urbanistico delle stesse….la cosa assurda è che nonostante in questa misura siano contemplato il coinvolgimento dei privati, con i privati e quindi le aziende nessuno ha parlato, ma genericamente si conclude con un “perleremo allora con le aziende”…assurdo!!!…in sala non c’è rimasto quasi nessuno, sono tutti fuori a chiacchiarare e bere caffè da un termos ed acqua minerale ghiacciata da bottigliette (stranamente non c’è lo sponsor, una cosa che l’idea di gestione dello stesso p.o. pure avrebbe potuto suggerire)…si approva come sopra…il sottoscritto chiede ancora alzando la mano la parola, ignorato ancora dal presidente che alla maniera “jasciona” tiene la testa bassa, non vede e non sente un po’ come i bimbi che si nascondono dietro la loro mano pensando di essere invisibili…mah!!!

finalmente, dopo aver atteso l’arrivo di giampero perri (presidente dell’apt) si arriva alla terza parte…progetto “valle dell’energia”…lunga prolusione parolaia di perri che si dilunga in archivolti barocchi della dialettica e panegirici di un’idea misterica e protodivina del turismo che par possedere per gratia dei solo lui, senza neppure chiedersi se esistono altri culti (o magari semplici opinioni divergenti) sull’idea del turismo…il perri si arrampica con agilità da mosca su quello che lui crede essere un vetro poco rischioso per mettere insieme la solita enogastronomia locale, gli scavi di grumentum, gli agriturismi, l’ippoturismo, gli sport acquatici nel pertusillo e – meraviglia delle meraviglie – le estrazioni petrolifere e le energie rinnovabili (che per il momento non ci sono affatto) in un girotondo che porta dritto dritto all’idea ridicola di un turismo tematico alla disneyland che dovrebbe portare frotte di turisti alla scoperta di come si faccia l’energia tra un panino alla salsiccia ed una tarantella…perri alla fine smette ed il sottoscritto richiede questa volta sonoramente la parola…de filippo dice che non può farmi parlare, che bisognerebbe chiedere ai sindaci (a cui fino ad allora nessuno ha chiesto niente per argomenti molto più impegnativi della concessione della parola ad un contestatore critico quale credo di essere)…insomma alla fine prendo la parola e basta e dopo aver ricordato che giampiero perri è l’ideatore del costoso cine-spettacolo bandito della grancia, il proponente del nuovo (ancor più costoso) spettacolo di luci, ricchi premi e cotillons in salsa magno-greca stavolta che dovrebbe portare le solite frotte (o frottole?) di turisti sulla diga di monte cotugno ed altre cosette

ricordo ai presenti (ma forse li informo per la prima volta) che questa versione turistica del “parco dell’energia” è una foglia di fico con qualche finanziamento di cui tutti sono molto golosi per nascondere il vero scopo, contenuto stavolta nel piano energetico regionale, del parco stesso…concedere altro territorio alle multinazionali dell’energia (stavolta rinnovabile, ma molto invadente) che quel piano si porta dietro nell’eolico (300-450 pale), nella bio-massa travestita (trattandosi di veri e propri inceneritori che bruceranno cdr, cioè combustibile da rifiuti), nel fotovoltaico da terra e non da tetti (cosa che sottrarrà terreno agricolo per un uso non compatibile con la produzione di derrate alimentari come l’artata sinergia con il psr riguardo l’uso no-food dei terreni agricoli suggerisce bene)…insomma ricordo a questi signori il pericolo che certi lobbysmi di cui il presidente stesso pare far parte stabilmente (e prima di lui altri) stanno distruggendo una valle la cui vocazione è, a lume di ragione, l’agricoltura di qualità nella conservazione dell’ambiente che il parco istituito (e di cui non si è assolutamente parlato) dovrebbe incoraggiare…chiudo l’intervento che addirittura stava suscitando un applauso di qualche sindaco (ma la paura è evidentemente stata più forte) e me ne vado, ma c’è da star sicuri che anche quel terzo punto sarà stato approvato esattamente come tutti gli altri…nell’unanimismo vassallo che versa al principe la posta dell’affiliazione all’impero sotto forma di truppe cammellate per qualche elezione, provinciale oggi e regionale domani, per avere infine mano libera nell’imposizione delle gabelle locali che tutti sappiamo essere certi interessi privati in atti pubblici che modernamente, quintessentamente, infattamente (tanto per citare cetto la qualunque ed il buon albanese) sono governati più che dall’interesse per la comunità ed il bene comune da una certa idea tutta lucana del “chiù pilu p’ tutti, pa a matonna…chiù pilu p’ tutti!!!” 

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