gentaglia!!!

ACQUA, VICECONTE E LATRONICO (PDL): DECRETO RONCHI POSITIVO
 
19/11/2009 18.31.37
[Basilicata]

“L’approvazione del decreto legge Ronchi avrà come effetto immediato, in alcune realtà, il miglioramento del servizio idrico, in quanto il meccanismo della gara è sinonimo di competitività e maggiore qualità”. Lo hanno dichiarato in una nota i senatori del Pdl, Guido Viceconte e Cosimo Latronico. “Tra le novità salienti del decreto vi è l’introduzione nella gestione dei servizi idrici, del sistema della gare a cui potranno partecipare sia società private e che pubbliche, il tutto ad esclusivo beneficio dei consumatori. Ma non solo: l’affidamento tramite gare consentirà a molte società di attivare investimenti anche sulla rete idrica e sul cattivo stato di molti acquedotti. Siamo certi che i cittadini capiranno il vantaggio di questa importante riforma varata nell’esclusivo interesse della collettività”.

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non ci sono commenti per giudicare queste dichiarazioni…decisamente gentaglia!!!

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il decreto ronchi

per completezza di informazione ecco un sommario di quanto conteneva il decreto ronchi (ex an, oggi pdl)

Riforma dei servizi pubblici locali – Arriva la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Le gare ad evidenza pubblica diventano la regola per l’affidamento dei servizi (ad eccezione della distribuzione dell’energia elettrica, del trasporto ferroviario regionale e delle farmacie comunali e compresa l’acqua che, però, rimane bene pubblico) da parte delle amministrazioni. Le gestioni frutto di un affidamento in house cessano alla data del 31 dicembre 2010. Le società partecipate possono mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate che hanno tre anni in più per adeguarsi a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che scende al 30% al 2015.

federalismo fiscale – Slitta al 30 giugno 2010 la data entro la quale il governo deve varare il primo decreto attuativo del federalismo fiscale. Sempre in tema di federalismo fiscale viene stabilito che entro 30 giorni dall’entrata in vigore di questo provvedimento, gli enti trasmettano alla commissione paritetica per l’attuazione del federalismo i dati sul patto di stabilità.

  

Norme antimafia per l’Expò – Il prefetto di Milano gestirà il coordinamento e l’unità di indirizzo di tutte le attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’affidamento degli appalti per la realizzazione delle opere per l’Expo 2015.

 Fondi per la Guardia di Finanza – Serviranno per programmi pluriennali di ammodernamento infrastrutturale.

Società miste per la gestione autostradale – Le società miste Anas-Regione create per la realizzazione di autostrade dovranno limitarsi a infrastrutture di solo interesse regionale e interamente ricadenti nel territorio della regione.

Contro gli spot telefoniciViene prorogata di sei mesi la legge che consente agli operatori telefonici di usare per fini promozionali banche dati costituite sulla base degli elenchi telefonici. Arriva, d’altra parte, un elenco gestito dal garante della privacy al quale ci si potrà iscrivere per non ricevere più gli spot telefonici esercitando il proprio ‘diritto di opposizione’.

 Sanatoria farmacie – Viene ‘sanato’ il cumulo di attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e gestione di farmacie comunali in capo a società che, appunto, distribuiscono medicinali all’ingrosso.

Sì a lampadine ed elettrodomestici “verdi” – A decorrere rispettivamente dal primo gennaio 2010 e dal primo gennaio 2011 elettrodomestici e lampadine potranno essere messi in commercio solo se rispettano i requisiti minimi di eco-compatibilità previsti dall’Ue.

TirreniaIn attesa completamento processo privatizzazione le attuali società del gruppo saranno operative fino al settembre 2010.

Recupero fondi da imprese – Entro quindici giorni dalla notifica da parte dell’Agenzia delle entrate, le aziende di servizi a prevalente capitale pubblico che hanno usufruito dell’esenzione dall’imposta sul reddito e che, in base alle nuove direttive europee non possono più usufruire di queste agevolazioni, dovranno pagare le somme dovute.

 Made in Italy – Le etichette potranno avere l’indicazione ‘100% Italia’ o ‘tutto italiano’ o simili per indicare prodotti non solo creati ma anche assemblati nel nostro Paese. Per l’uso indebito di questo tipo di indicazioni o di segni o figure ‘ingannevoli’ su questo è prevista una sanzione penale.

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acque loro

Acqua ai privati: sì finale alla Camera. Quattro Regioni e ambientalisti sul piede di guerra  Si profila battaglia da parte delle Regioni e dei consumatori sulle misure del decreto Ronchi che cambiano le regole di gestione dei servizi idrici e ampliano la possibilità d’azione dei privati. Dopo la fiducia anche il voto finale alla Camera dice sì al governo e al suo progetto di liberalizzazione. I voti a favore sono stati 302, mentre 263 quelli contrari. Tra i banchi della maggioranza sedeva anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. C’è stata tensione prima del voto quando i deputati dell’Idv al hanno innalzato dei cartelli con su disegnata la Penisola italiana e la scritta “Giù le mani dall’acqua”.  Pratesi del Wwf: fermare il decreto – L’associazione ambientalista, ricordando che l’Italia non ha ancora applicato la Direttiva europea 2000/60 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, ha sottolineato che il problema sta nella gestione delle risorse idriche; amministrazione questa che, secondo il Wwf, dovrebbe essere fatta a livello di bacino idrografico. “Onorevoli deputati – ha scritto Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia – ci rivolgiamo a voi, impegnati nel voto al decreto Ronchi, per un estremo appello affinché venga stralciato l’articolo sulla cosiddetta privatizzazione dell’acqua, che spazza via qualsiasi possibilità di partecipazione e coinvolgimento delle comunità e delle amministrazioni locali nella gestione di un bene comune e un diritto fondamentale come l’acqua”  Legambiente: “Mercificato un patrimonio universale” – L’associazione ambientalista, ricordando gli esempi negativi dei Paesi che hanno intrapreso la privatizzazione dell’acqua, ha espresso il proprio dissenso verso il decreto legge. “Con questa legge si disperde e si mercifica un patrimonio prezioso, bene comune, il cui utilizzo deve rispondere ad assoluti criteri di utilità pubblica”, ha affermato in una nota il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, secondo il quale “si sta scegliendo deliberatamente di penalizzare una gestione pubblica, che molte volte ha garantito il principio delle 3 E: efficienza, efficacia, economicità a fronte di un processo di parziale privatizzazione che – ha concluso Cogliati Dezza – ha comportato generalmente un aumento dei costi di gestione e benefici sostanzialmente nulli”  Pronti i ricorsi di 4 Regioni – Ma il decreto, almeno relativamente al cuore che tratta la questione acqua, avrà vita dura. alcune Regioni infatti hanno già in cantiere un ricorso alla Corte Costituzionale e il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha detto senza mezzi termini che nel decreto ci sono “forzature” rispetto alle competenze regionali che calpestano “la leale collaborazione istituzionale”.  Critico anche il presidente dell’Anci – Sergio Chiamparino trova “carente” il testo nella parte che riguarda la distinzione tra reti e gestione. “Quello che è importante resti pubblico – sottolinea – sono le reti”. Quello dell’acqua, quindi, potrebbe diventare un terreno di scontro istituzionale, e rischia di tradursi anche in scontro politico, in vista delle regionali. Proprio la Regione guidata da Errani, l’Emilia Romagna, è fra quelle che si è già candidata ad appellarsi alla Consulta. “Valuteremo tutti i profili di costituzionalità per decidere quale iniziativa assumere. L’acqua non può non essere pubblica”.  Piemonte e Marche seguiranno la stessa strada – Poi c’è la Puglia, che ha fatto da apripista, annunciando già una decina di giorni fa, l’intenzione di impugnare la legge. “Depositeremo il ricorso alla Corte costituzionale in tempi record”, ha ribadito oggi il presidente Nichi Vendola, puntando l’indice contro la decisione di ‘blindare’ il dl: “E’ un atto grave e violento – ha detto – che, tappando la bocca al parlamento, si sia chiesta la fiducia su un provvedimento che riguarda un bene di tutti”.  Protesta fuori dalla Camera – Con le mani dipinte di blu e le catene al collo, una delegazione del Forum italiano dei movimenti dell’acqua ha manifestato contro le misure della gestione delle risorse idriche del Dl Ronchi. “Giù le mani dall’acqua” e “Vi siete sporcati le mani con l’acqua”, si leggeva in alcuni dei cartelli che i manifestanti si sono appesi al collo. In uno striscione, accanto allo slogan ‘ACQUAle costo?’, è rappresentata una fontanella trasformata in distributore di benzina, con il display del prezzo in evidenza, a indicare il timore di un rialzo delle tariffe dell’acqua connesso con la privatizzazione. I manifestanti si erano incatenati alla balaustra che delimita la piazza di Montecitorio, “ma ci hanno tagliato le catene con un tronchesino e ci hanno fatto uscire dal perimetro della piazza”, dice Marco Bersani, membro del Forum. 

19 novembre 2009

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come prevedibile il decreto è passato con la solita arroganza, mettendo finalmente in pratica ciò che dall’inizio degli anni 80 il wto con gli accordi gatt predicava, il passaggio dell’acqua ai privati, in forme e modi che saranno pure tarati sulla sensibilità democratica dei singoli paesi (di qui il sofisma tra proprietà e gestione, che poi di fatto diviene proprietà), ma che nonb spostano di una virgola il tema centrale…l’acqua non sarà più un diritto dell’uomo, ma una merce a disposizione di chi potrà comprarla

ci aspettiamo che alle quattro regioni che hanno preannunciato il ricorso all’alta corte si aggiunga anche la basilicata e che si arrivi presto ad una legge regionale sulle acque che metta fine ad ogni ingerenza dei privati su ciò che per sua natura dovrebbe e deve rimanere pubblico

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VITI: LA REGIONE BASILICATA PER L’AGRICOLTURA LUCANA
 
19/11/2009 16.39.17
[Basilicata]

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ci dev’essere qualcosa che non funziona…viti continua a non dire nulla!!!

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l’acquoso presidente

DE FILIPPO SU PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
 
19/11/2009 16.29.06
[Basilicata]

(AGR) – “La Regione Basilicata da tempo ha imboccato la strada di una gestione pubblicistica dell’acqua e intende proseguire con fermezza lungo questa direzione”. Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, commentando il disegno del governo nazionale di privatizzare il sistema idrico attraverso l’ingresso dei privati nelle società di gestione.
“L’acqua è un bene pubblico di primaria importanza e non deve essere trasformato in un’impropria occasione di business. Con la privatizzazione le tariffe dell’acqua rischiano di aumentare fino al 30 per cento senza, però, migliorare, l’efficienza del servizio. E come al solito, a pagarne le conseguenze saranno i ceti meno abbienti, già duramente provati da una crisi economica senza precedenti.
La Basilicata ha dimostrato che può esistere un modello di gestione del servizio idrico efficace e funzionale e la stessa Commissione europea ne ha riconosciuto la positività della governance messa in campo con la legge 63 del 1996, dando atto che le buone prassi implementate possono costituire un utile punto di riferimento per l’intera Comunità.
Inoltre la valenza di questo modello è stata ribadita anche dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti pubblici. La stessa autorità, nemmeno un anno fa, si è rifatta all’esperienza lucana per stabilire se i modelli di gestione esaminati, oltre 60, fossero conformi all’ordinamento europeo e a quello italiano.
Questo è il percorso che abbiamo intrapreso e che in nessun modo abbandoneremo.
In questo senso – ha proseguito De Filippo – adotterò anche in sede di Conferenza di Stato-Regioni tutte le iniziative necessarie per evitare che i buoni risultati finora conseguiti vadano dispersi, per colpa di un liberismo devastante ai diritti dei cittadini e dei territori. Per questo stiamo valutando l’ipotesi di ricorrere alla Corte Costituzionale.
Nei prossimi giorni, comunque, avvierò la costituzione di un tavolo tecnico, propedeutico a una significativa modifica legislativa utile a consolidare il sistema di governance dell’acqua”.

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devo ammettere che commentare il moro di santarcangelo mi commuove sempre, pur essendo il secondo dei miei preferiti (indovinate chi mai potrebbe essere il primo se non l’ineffabbile vincenzino santochirico?)

de filippo però dimentica di dire che pur essendo acquedotto lucano una spa totalmente partecipata dal pubblico, è pur sempre una spa e come tale nessun vincolo esiste nei nostri codici civili alla cessione di quote anche rilevanti o maggioritarie a privati…questo è il punto…altro che privatizzazione!!!

di fatto la società presieduta da sua oceanità mitidieri al modico stipendio di un parlamentare e qualcosina in più, è figlia di filippo bubbico (ne è stato presidente anche lo stesso santochirico) ed è nata come strumento di governance privatistica della gestione pubblica delle acque consentito dalla legge galli e dagli affidamenti cosiddetti in house che non distinguevano tra enti pubblici o società partecipate dal pubblico…con il tempo, la società ha rosicchiato completamente le competenze dell’ato acqua (autorità d’ambito territoriale) regionale, tanto da essere diventato di fatto “proprietario” delle sorgenti e delle reti, dovendo invece solo gestirle…de filippo ha fatto poi il resto con la cessione onerosa del 40% di acqua spa (che doveva essere proprietaria degli invasi) alla regione puglia, dove vendola ri-pubblicizza si acquedotto pugliese, ma si guarda bene del fare altrettanto (e con lui de filippo) con acqua spa…ora acqua spa è un carrozzone senza alcuna rilevanza proprietaria o gestionale, non essendole state in alcun modo o titolo passate competenze relative dall’eipli (diciamo l’ente irrigazione per chiarezza) ed in una situazione dove ormai bisognera passare obtorto collo al privato una buona parte della gestione (il 40%), quale percentuale e di quale dei due enti secondo la logica passerebbe ai privati?…e possiamo star certi che allora l’eipli si afretterà a passare la mano delle proprietà ad acqua spa…quando si dice la politica bipartizan…  

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dec-affeinati

CRISI ECONOMICA, DEC: OCCORRONO MISURE REALI

 
19/11/2009 16.26.48
[Basilicata]

“L’economia lucana è sempre più stagnate se non in crisi. A dirlo è il rapporto semestrale della Banca d’Italia sulla Economia in Basilicata da gennaio a giugno 2009. Lo studio, che pure consola quando riscontra un’attenuazione della fase recessiva, consegna al lettore un quadro economico allarmante in Lucania. I dati più preoccupanti riguardano l’occupazione”.
Ad affermarlo è il vice segretario regionale dei Dec di Basilicata, Carmine Lombardi.
“Infatti – prosegue – sono circa 4.000 (2 per cento) i posti di lavoro persi in Basilicata. A questi vanno aggiunti i lavoratori che usufruiscono della Cassa Integrazione Guadagni, aumentata del 244,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. Il settore che ha contribuito maggiormente alla crescita di Cig e alla perdita di posti di lavoro è quello industriale: comparto meccanico e metallurgico in prima fila.
Preoccupanti anche i dati relativi all’indice di natalità netto delle imprese e dell’industria che risultano negativi (saldo – 05 per cento) e che si sommano a quello, ulteriormente a segno meno, delle imprese del commercio al dettaglio.
Se a tale quadro aggiungiamo i numeri relativi alla povertà: la Basilicata risulta insieme alla Sicilia la regione con il più alto tasso di indigenti (28,8 per cento). Se teniamo conto del precariato lavorativo e sociale presente in regione, del lavoro nero e del costante calo della popolazione per emigrazione e invecchiamento della stessa, il quadro è assolutamente catastrofico.
Ci vuole uno sforzo importante da parte del Governo regionale e centrale – dice Lombardi – per fare uscire il tessuto socio economico della Basilicata, strutturalmente debole, da questa fase di stagnazione al fine di evitare un tracollo recessivo.
A tal proposito occorre dare un sostegno reale alle imprese lucane, attraverso misure che mirino alla riduzione del costo del lavoro, del danaro, dell’energia e della mobilità. Provvedimenti che vadano ad integrare le opportunità messe a disposizione dalla Regione Basilicata. 50 Mln di euro a sostegno delle PMI lucane che rappresentano un primo timido ma positivo segnale nell’affrontare questo stato di crisi. Sostegno al settore primario, attraverso una semplificazione e un riordino del sistema a supporto del mondo agricolo, per risollevare un settore in crisi strutturale liberando con decisione tutte quelle energie positive che possono sprigionarsi dai fondi PSR tutt’oggi non utilizzati.
Occorrono misure reali al sostegno delle famiglie e dei disagiati, con strumenti che assicurino l’inserimento degli stessi nella società e nel mercato del lavoro, evitando interventi una tantum da milioni di euro e attuando un programma formativo, costruito con il mondo delle imprese, del commercio e dei servizi, per reintrodurre i soggetti beneficiari nel tessuto lavorativo lucano.
Diciamo no, alle nuove sacche di precariato e d’illusioni alimentate dai Tirocini Formativi banditi dalla Regione, un provvedimento – conclude – che non affronta con serietà la materia dell’occupazione e del ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione. Se la Pubblica Amministrazione ha realmente bisogno di nuove energie, bandisca dei concorsi trasparenti e dia risposte in termini occupativi e in merito ai servizi per i cittadini”.

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eccola dunque una dichiarazione del movimento politico più tranquillo che esiste in regione, i dec-affeinati di falotico…bene, bravi!!!…peccato che la relazione della banca d’italia ci sia stata almeno cinque giorni fa (ma il ritardo è da imputare alla placidità che consegue alla non assunzione di sostanze dopanti quali appunto il caffè) e che questi dati li abbiamo anticipati ben prima della banca d’italia anche noi che siamo l’armata brancaleone e che per mettere insieme cinquanta euro per uno striscione dobbiamo fare la colletta tra di noi

da notare poi che poche sere fa ad un incontro convocato dalla grande lucania e da io sud e a cui eravamo invitati e presenti anche noi (ne ho vagamente accennato commentando un precedente lancio), la presenza dei dec si è fatta notare proprio per un carmine lombardi (per altro mi è molto simpatico) che in risposta ad uno dei miei interventi al vetriolo e senza mezzi termini sui nomi e cognomi e che tirava in ballo proprio falotico, prima assessore all’agricoltura nella giunta de filippo, poi transfuga nel centrodestra, ha bellamente commentato nella sua replica che “falotico è andato nel centrodestra perchè lo hanno cacciato dal pd, mica perchè era diventato berluskoniano”…viva la sincerità!!! 

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la mediana

SCAGLIONE (PU): MOBILITA’ O IMMOBILITA’ URBANA?
 
19/11/2009 16.15.25
[Basilicata]

(ACR) – “Mobilità o immobilità urbana?”. E’ questo l’interrogativo che i Popolari uniti si porranno nel convegno in programma a Potenza nella Sala Principe di Piemonte, venerdi 20 Novembre 2009, con inizio alle ore 16.30…..”confronto a più voci – ha spiegato Scaglione illustrando i contenuti dell’iniziativa – invitando a parlare chi di mobilità e di trasporto se ne occupa nella città di Potenza, incastrando le riflessioni e la presentazione dei nuovi progetti con quello che accadrà nel futuro urbanistico del capoluogo. Ci chiederemo per questi motivi quali finanziamenti restano disponibili per riavviare il progetto della tangenziale e se non torna utile rivedere il senso di una nostra vecchia idea, quella della mediana, capace di legare la fondovalle di Santa Lucia con l’area universitaria ed ospedaliera. Ma soprattutto – ha concluso Scaglione – capire quando sarà operativo il progetto di nuova mobilità e di nuovo trasporto pubblico evitando di fare prevalere il pessimismo di chi immagina tempi biblici per realizzare opere a servizio non solo di una città ma anche di un intero territorio regionale”.

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per la chiarezza, la mediana di cui parla scaglione è una lunga galleria che attraverserebbe parte della collina su cui sorge il centro storico di potenza e che ripropone il vecchio concetto dell’auto privata come unico mezzo di trasporto in città…progetto a parte (ben altri sono gli interventi meno invasivi che si potrebbero realizzare con il trasporto pubblico), conoscendo la sorte delle gallerie a potenza, e quella del nodo del gallitello pur essendo una vera bazzeccola a confronto di quella vaneggiata da scaglione, nè è una prova, meglio sarebbe far calare sull’argomento un definitivo velo pietoso o se volete anche un sudario per accompagnare nel “riposo politico eterno” personaggi improponibili che continuano ad ammorbare questa regione…e non mi riferisco certo a gigi scaglione!!! 

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la centrale di tricarico

vi invito a leggere questo delirio, a suo modo però molto interessante, sia per la contorsione mentale delle argomentazioni, sia per alcuni aspetti di quella “concertazione” tra politica ed imprese che stanno alla base del piano energetico regionale e che denuncio ormai da tempo…purtroppo alcuni non lo vedono ancora con sufficiente chiarezza 

http://ilquotidianodellabasilicata.ilsole24ore.com/it/basilicata/matera_tricarico_api_centrale_1789.html

non faccio commenti, attendendone però da voi

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cani-lu-cani

è grazie all’impegno di persone come la nostra maria argenzio che simili notizie superano gli angusti spazi della nostra regione tuttovabenista e danno scandalo sulle pagine dell’edizione on-line di repubblica…brava maria, riuscissimo a farlo con tutto!!!

La notizia di un’asta al ribasso che provocherà la “deportazione” di 420 cani
scatena animalisti, volontari e appassionati. I Verdi: “Presto una campagna”

Animali come sacchi di patate


Canili-lager, è tam tam sul web

di ALESSANDRA VITALI   ROMA – Un tam tam sul web, fra siti e blog, per risvegliare l’attenzione. Le associazioni dei volontari che operano nei canili e in generale gli animalisti si mobilitano dopo la notizia di una gara al ribasso che ha permesso a un maxi-canile di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, di aggiudicarsi 420 cani, ospitati da una decina d’anni in due strutture in Basilicata, promettendo di mantenerli per un euro e sessanta centesimi al giorno. Un passaparola – commenti, foto, messaggi – per ribadire l’urgenza di una soluzione alla questione dei canili lager ma anche un grazie a Repubblica per aver parlato pochi giorni fa della vicenda di Cassano allo Ionio. Con quell’euro e sessanta al giorno sarebbero garantite alimentazione, spese veterinarie, accalappiamento dei randagi nei territori della Comunità, smaltimento dei corpi degli animali morti, anche quelli non selvatici né esotici, insomma mucche, pecore e simili.Infliggere sofferenze agli animali rappresenta un reato ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice penale. Una legge del 2004, la 189, stabilisce che i maltrattamenti sugli animali sono da considerare reato – multe e fino a 18 mesi di carcere. Nonostante questa, o grazie a questa, dal 2006 a maggio 2009 le indagini della Forestale hanno portato alla denuncia di 137 persone e a quasi 6000 sequestri fra cani, gatti e altri animali. L’Italia è piena di luoghi usati come depositi di cani. Chi li gestisce, percepisce fra i 2 e 5 euro al giorno dai Comuni per il mantenimento. E tiene le bestie in condizioni immonde, le fa accoppiare per liberare i cuccioli, ri-accalappiarli e riprendere il giro. Un affare da un miliardo e mezzo di euro. Concentrato prevalentemente al Sud. Gran parte della responsabilità è nella non applicazione della “legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, la 281 del 14 agosto 1991. Sulla quale i Verdi, ad esempio, stanno per lanciare una campagna. Perché con la mancata applicazione della legge, spiega a Repubblica.it il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, “si alimenta il business dei canili lager, come dimostra una lunga serie di sequestri, e si alimentano le zoomafie e il traffico illegale di animali”. Le conseguenze sono nelle cronache dei mesi scorsi. Un ragazzino ucciso dai randagi a Modica, in Sicilia, a marzo; una turista aggredita nella stessa zona, pochi giorni dopo; un bimbo sbranato ad Acireale, a luglio. Per citare solo alcuni casi.


All’epoca il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, aveva puntato l’indice contro “l’inattività colpevole dei sindaci del centro-sud”, ribadendo la gravità dell’emergenza randagismo e spiegando che dal 2001 a oggi, in base alla 281, sono stati stanziati 30 miloni di euro mai utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. Lo ribadisce oggi Bonelli: “Ci sono responsabilità enormi degli enti locali, delle Regioni e dello Stato che non hanno né applicato la legge né fatto investimenti. Se funzionasse il piano di prevenzione e sterilizzazione, la situazione sarebbe ben diversa”. A Martini i Verdi chiedono fra l’altro di eliminare le gare al ribasso perché – spiega Bonelli – “entrano in conflitto con la modifica dell’articolo del Codice penale 544 bis e ter che punisce il maltrattamento degli animali”.
La sterilizzazione è uno dei pilastri della 281. Lo ricorda Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, e tra i firmatari della legge. “Il controllo delle nascite fu lo strumento d’avanguardia che permise di eliminare la pratica della soppressione, in uso fino a quel momento”. Ma, spiega ancora, la 281 “ha molti nemici”. “I peggiori sono gli amministratori locali e anche le asl. Le Regioni devono tradurre in legislazione e in politiche regionali la prevezione del randagismo, asl e assessorati hanno il compito di vegliare sul benessere degli animali”.Lo Stato, continua Procacci, “si occupava di dividere fra le Regioni un fondo per l’applicazione della legge. Qualche anno dopo scoprimmo che la gran parte delle Regioni non si curava nemmeno di riscuotere i fondi: era più facile dire ‘le risorse non ci sono’. Invece c’erano, ma era più comodo quell’alibi”. Sulla vicenda, l’Enpa annuncia un esposto alla Procura della Repubblica e “chiediamo anche di interloquire con la Corte dei Conti, per sapere come mai 300mila euro, destinati alla Regione Basilicata per le politiche sul randagismo, non sono mai stati utilizzati“. La battaglia continua.

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un posto in più

LAPENNA: SOVRAFFOLLAMENTO CARCERI ORMAI INSOSTENIBILE
 
19/11/2009 12.01.47
[Basilicata]

  (ACR) – “Le carceri italiane sono al limite del collasso e, nonostante, i vari allarmi lanciati la situazione è sempre più drammatica”. È quanto dichiara il consigliere regionale del gruppo di Forza Italia verso il Pdl, Sergio Lapenna………………………………………………………………………………………..

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si lasci dire, la penna…se i suoi capi non se ne inventassero una alla settimana per permettere al premier di farla franca, un posto in più in mezzo a tanto sovraffollamento pure riusciremmo a trovarlo…e ho detto tutto!!! 

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MARGIOTTA (PD): NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
 
19/11/2009 11.17.17
[Basilicata]

E’ intervenuto questa mattina alla Camera Salvatore Margiotta, vicepresidente della Commissione Ambiente, per annunziare il voto contrario del gruppo del Pd al decreto legge che impone l’ingresso dei privati nelle società di gestione del servizio idrico integrato.
“Va salvaguardata – ha sostenuto Margiotta – la specificità della gestione del bene acqua, per sua essenza stessa vitale ed irrinunciabile, rispetto agli altri servizi. La tariffa deve essere sostenibile, in modo da garantire a tutti l’accesso alla risorsa; in particolare deve essere considerata, per le fasce di cittadini a minore reddito, la possibilità di esenzione fino ad una soglia di consumo minimo vitale. Sbagliato è l’approccio del Governo, ancora una volta centralista, ed antitetico rispetto al federalismo predicato e non praticato. Vanno invece valorizzate le esperienze sin qui maturate sul territorio nazionale, e garantita l’autonomia decisionale dei territori e degli Aato. Questa legge, che purtroppo oggi la maggioranza approverà, impone l’ingresso dei privati nelle società di gestione del servizio idrico integrato: il rischio – ha proseguito – molto concreto, è che ciò determini un aumento delle tariffe, senza al contempo garantire ai cittadini il miglioramento dei servizi. Ci sono esempi in tutta Italia, e non solo al nord, di società a capitale interamente pubblico che svolgono egregiamente ed in modo virtuoso il servizio: tra questi Acquedotto lucano, che in pochi anni ha raggiunto livelli di prestazione qualitativa assolutamente all’avanguardia; la legge imporrà l’ingresso di un socio privato con almeno il 40 per cento delle azioni. Tutto ciò mentre Parigi, dopo decenni di gestione dei privati, crea una società interamente pubblica, “Eau de Paris”, cui affidare il servizio, con un risparmio preventivato di 30 milioni di euro l’anno. Insomma – ha concludo Margiotta – la legge, frutto di pressioni di lobby economiche, risponde ad un solo obiettivo: determinare affari per pochi grandi gruppi, scaricandone i costi sui cittadini”.

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tutto molto bene, on. margiotta, ma è un risveglio tardivo e coccodrillesco…non fu la lady lanzillotta, della sua parte politica, la prima a proporre una privatizzazione di fatto della gestione delle acque, interpretando molto estensivamente la legge galli?

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il pd3 si “macchia” di petrolio

PETROLIO, MACCHIA SU PROGRAMMA SORVEGLIANZA SANITARIA
 
19/11/2009 11.04.12
[Basilicata]
“Il programma di azioni da mettere in campo per la sorveglianza sanitaria delle popolazioni residenti dei comuni dei comprensori petroliferi colma una grave carenza di interventi, più volte denunciata, e avvia una nuova fase di prevenzione e tutela della salute sul territorio che può diventare un esempio da seguire anche in altri territori della regione con problematiche sanitarie diverse”. E’ il commento del vice presidente della Provincia di Potenza e assessore all’Ambiente Massimo Macchia, evidenziando “la positività della scelta operata di utilizzare la rete assistenziale dei medici di medicina generale, in quanto sono proprio i medici di famiglia che possono svolgere un ruolo più efficace. In Val d’Agri, e siamo certi successivamente nell’area del Sauro quando andrà a regime il programma di estrazione petrolifera – aggiunge l’assessore – c’è bisogno innanzitutto di uno screening aggiornato sulle condizioni complessive di salute di quanti vivono quotidianamente a contatto diretto con le attività degli idrocarburi, in particolare quelle specifiche del Centro Oli di Viggiano che ha creato non pochi impatti negativi. L’incidenza di patologie tumorali, sia pure secondo i rapporti specialistici sinora disponibili considerati nella media di quelli registrati in regione e purtroppo in sensibile incremento – a parere di Macchia – richiede nuove misure di intervento allo scopo prioritario di garantire la massima tutela delle comunità interessate. Strettamente legato al programma di prevenzione e salvaguardia della salute c’è quello che riguarda l’ambiente e il territorio con tutte le attività produttive (agricole, zootecniche, pmi, di servizi, ecc.) esistenti. Su questo aspetto diventa necessario riprendere il confronto con l’Eni perché l’Osservatorio Ambientale previsto dagli Accordi e dalle intese sottoscritte con la Regione svolga al più presto i compiti per i quali è stato istituito”.

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in realtà, ben oltre il comunicato all’olio d’oliva tutto filo-governativo, questa mattina macchia, incontrato in p.zza m. pagano, mi ha espresso ben altri timori sulla situazione in valle a riguardo della faccenda petrolio…chiaro che in camera caritatis tutti si sentano più liberi di esprimersi, ma non viviamo certo in una regione dove sia facile…comunque sia il resoconto petro-pallesco odierno al pd3, letto da un ineffabile ed assai “governativo” nino cutro – che balletta allegramente tra i lanci della tass lucana ed i comitati sull’acqua – era letteralmente vergognoso, un vero esempio di giornalismo al guinzaglio, utile da un lato a magnificare un’indagine epidemiologica spacciata come tale, ma che tale non è affatto (ho già scritto al riguardo), dall’altro come effetto principale a rilanciare mediaticamente la total a tempa rossa, total che come niente fosse annuncia la ripresa dei lavori del centro olii di corleto (a soli 20 km in linea d’aria da quello di viggiano, ricordiamo), come se nulla fosse mai accaduto ed il suo amministratore delegato in italia fosse uno semplicemente di passaggio…alla faccia della faccia tosta!!!

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politici in pannolini

IO SUD: IN BASILICATA SERVE UNA NUOVA GOVERNANCE
 
19/11/2009 10.44.10
[Basilicata]

“Probabilmente nel Sud, e quindi anche in Basilicata, è arrivato il momento di smetterla di continuare ad analizzare il divario sempre più evidente fra il Centro-Nord ed il Sud dell’Italia, così solo per fare “dottrina”. La mancanza o la insufficienza delle infrastrutture, il bassissimo livello dei servizi pubblici offerti, la mancanza di lavoro e quindi di ricchezza prodotta sono temi e realtà che nessuno nega o dice di disconoscere”.
Ad affermarlo è il coordinatore regionale Io Sud Basilicata, Gerardo Graziano.
“C’è la necessità non più rinviabile di ricercare – dice Graziano – con ogni mezzo e in ogni dove, nuove ipotesi di governo del territorio. E questo non si può fare con la vecchia politica. Non si può fare non contrastando l’azione di questo Governo nordista e Berlusconiano, ma non si può nemmeno immaginare di poterlo fare con gli stessi uomini e le stesse logiche di potere che hanno amministrato la Basilicata in questi anni.
La nomina di un segretario così giovane, Roberto Speranza, alla guida del maggiore partito della Basilicata, ma anche il prezioso lavoro di tante Associazioni e Movimenti attive su tutto il territorio regionale, non possono lasciare indifferenti rispetto a questi temi ed alla voglia e necessità – conclude – di dotare la nostra Regione di una nuova autentica ed autonoma “Governance” in grado di sprigionare finalmente le forze e le risorse di cui disponiamo”.

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questo già sente aria di consiglio regionale e parla da politico ed uomo delle istituzioni dotato di alto senso dello stato di associazioni e movimenti che non lo lasciano indifferente…il suo movimento non esprime che il personalismo della poli bortone (nota più che altro per una certa dose di tardo-fascistoidismo sociale in chiave staraciana – noto gerarca nato dalle sue parti) in salsa raccogliticcia pro-centrodestra di un consenso che non riesce ormai più a rientrare nelle spire berluskoniane dalla porta, ma dal poli-bortone forse si…chiara la storia?

politici in fasce, anzi no, in pannolini!!!

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ener-gilio

ENERGIA, DIGILIO (PDL): LA SEL FACCIA SCELTE EFFICIENTI
 
19/11/2009 10.29.05
[Basilicata]

L’audizione in XIII Commissione Ambiente del Senato dell’amministratore delegato dell’Eni Scaroni, a parte la “lezione” sull’importanza dell’efficienza e del risparmio energetico, ormai cavallo di battaglia del “cane a sei zampe”, è stata particolarmente utile per conoscere la strategia dell’Eni sulla vendita dei giacimenti di idrocarburi in Italia, anche in relazione al gasdotto Russia-Italia e alle nostre risorse petrolifere”. A commentarlo è il senatore del Pdl Egidio Digilio, componente della XIII Commissione del Senato, sottolineando che “come è già avvenuto in occasione della “guerra” tra Russia ed Ucraina per gli interessi legati al gasdotto, l’audizione di Scaroni ha nuovamente rivalutato le risorse energetiche lucane – petrolio e gas – come risorse strategiche per gli interessi del Paese. E proprio alla vigilia di scelte importanti che si appresta a fare la Regione Basilicata con l’approvazione del Piear e con la prima vendita del gas lucano da parte della Sel – aggiunge Digilio – è ancora più necessario partire dalla valenza nazionale delle risorse energetiche lucane per avere un orizzonte della questione energetica, per risvolti di politica, di economia e finanza internazionale, molto più ampio di quello assai ristretto che ha caratterizzato sinora la gestione dei Governi Regionali degli ultimi 15 anni. Il valore del nostro patrimonio energetico (senza le fonti cosiddette alternative) – afferma il senatore del Pdl – è calcolato dagli stessi manager dell’Eni, allo stato, e quindi senza gli ulteriori giacimenti di petrolio-gas, in circa 100 miliardi di euro. Di qui le sollecitazioni che da tempo ho rivolto alla Sel – continua Digilio – a scelte quanto più oculate ed efficienti perché sinora le famiglie lucane hanno avuto come unico beneficio diretto una riduzione di poche decine di euro sulla bolletta del gas domestico.
Ma proprio per guardare ad un orizzonte che non si può fermare a casa nostra, il pacchetto clima-energia e gli obiettivi al 2020 sono un’occasione importante per una svolta energetica anche in Italia e sulla quale va superata una posizione di retroguardia che rischia di far perdere un appuntamento storico. Le potenzialità dell’efficienza e delle fonti rinnovabili da prospettiva sostenuta principalmente dagli ambientalisti – conclude Digilio – si sono trasformate in un fattore che caratterizza le scelte di importanti Paesi industrializzati e deve dunque rilanciare l’impegno senza distinzioni di Governo e Regioni”.

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bene senatore digilio, sul petrolio lucano e su tutte le sue “peculiarità” siamo abbastanza d’accordo (sulle ripartizioni condominiali meno…eheheheh….digilio è il mio amministratore di condominio, ndr) e sulle critiche ai vari governi regionali che hanno “trattato” la faccenda in tutti i termini e che si sono succeduti negli ultimi 15 anni altrettanto…il problema rimane sempre quello…l’eni fa ciò che vuole sia con il governo regionale, sia con il governo nazionale!!!

se la sua parte politica nazionale non riesce a far altro che sventolare la bandierina di uno sconto sui carburanti che nessuno ha ancora visto e che nessuno vedrà mai, ma di cui testardamente fa ancora utilizzo propagandistico il suo collega latronico (che non mi pare brilli per acume politico – conoscendo il cattivo carattere dell’uomo evito di dire in quali altri acumi latita la sua “brillanza” o “shining”, come avrebbe detto il compianto stanley kubrick), come la mettiamo a livello locale?…poichè mi pare ovvio che quella sul petrolio non può essere una battaglia di parte politica, ma una battaglia che dev’essere condivisa quanto più possibile dalla popolazione lucana, la sua posizione in merito, al netto delle bandierine, qual’è?

io riconosco il valore delle sue analisi illo tempore fatte e messe per iscritto nel suo dossier consiliare, le sue dichiarazioni ed interviste senza peli sulla lingua sulle malefatte eni e le stranezze di un “contratto” in cui esiste solo una parte, l’eni appunto, ed un silente e remissivo “convitato di pietra” (la tengo contenta con la citazione!), la regione basilicata, ma oggi che cosa propone, non il suo partito, che sull’argomento brilla ancora meno del senatore latronico, ma lei personalmente, il cui giudizio mi interessa molto più di quelli dei vari capibastone e gabellotti pdl?…quali sono le sue vie d’uscita?…come arginare questa colonizzazione?…come fare in modo che il petrolio non diventi la morte per questa regione (dopotutto è stato il suo governo a fare il solito decretino che rimette in quota statale ogni decisione in merito alle estrazioni perdurando la spada di damocle del 70% di territorio regionale interessato alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi)?…come rendere possibile la convivenza tra una risorsa che abbiamo imparato a considerare “blindata” dall’interesse nazionale (ancorchè affidata ad una ditta privata) e da un lato le legittime ed ormai  ampiamente deluse aspettative popolari di benessere, dall’altro le esigenze di tutela ambientale, sanitaria, economica, di sovranità?

ecco lei in merito non si è mai pronunciato con chiarezza, demandando alle solite minestrine retoriche sugli incapaci governi regionali di centrosinistra l’indicazione di una colpa…ancora oggi non sappiamo cosa farebbe il senatore digilio sul petrolio…e non se il centrodestra vincesse le elezioni (cosa che insufflua di partigianeria ogni dichiarazione in merito), ma come esponente politico della nostra regione che, ben a prescindere dalla sua parte politica di riferimento, per il bene comune della regione lucania e dei suoi abitanti dovrebbe agire?…altro che stimolare la sel a fare scelte efficienti!!! vogliamo farci una serena chiacchierata sull’argomento?

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Comunicato stampa di comunità lucana – movimento no oil

Che si lasci il tenente Di Bello libero di indagare

  

Avremmo voluto raccontare dell’audizione del nostro movimento in commissione ambiente della Provincia di Potenza martedì 17 u.s. a tema osservazioni e suggerimenti sul Piano Provinciale dei Rifiuti e del buon clima respirato durante l’audizione, dove abbiamo fatto osservazioni a 360° sul piano, della disponibilità della commissione e dell’assessore all’ambiente Macchia a valutare proposte organiche di miglioramento delle ottiche di fondo del piano rifiuti, proposte che presenteremo previo coordinamento tra le varie associazioni, ed ancora della proposta di avviare un osservatorio partecipato sui rifiuti, di un controllo dei meccanismi di affidamento ai privati delle discariche e dei processi del ciclo, di un circuito pubblico di web-cam per il controllo delle discariche e degli impianti, della pubblicazione dei codici CER e MUD delle ditte operanti in Basilicata sul sito internet della Provincia, dell’individuazione di meccanismi di raccolta differenziata puntuale porta a porta, della trasformazione della TARSU da tassa in tariffa, delle forme di contenimento a monte della produzione di rifiuti, della improponibilità della trasformazione del vagliato in CDR come ratio di una raccolta differenziata che “deve” in un paio di anni passare al 60%, e dell’impiantistica relativa.

  

Ci troviamo invece costretti a dover denunciare indebite impedimenti nelle attività ispettive degli uffici della Polizia Provinciale di Potenza ed in particolare inerenti l’operato del tenente Giuseppe Di Bello, responsabile del vasto distretto di Potenza ed estremamente attivo nell’opera di ispezione e denuncia di reati ambientali di estrema gravità, come nel caso dei “veleni” (fosfogessi e non solo, contenuti in enormi quantità in contenitori di pvc la cui tenuta è dopo anni praticamente nulla) che inquinano Tito Scalo, in particolare il sito ex Liquichimica, sito dichiarato di interesse nazionale per la bonifica, ma dei cui relativi fondi si è persa ormai ogni traccia.

  

Ed è forse proprio su questo punto che nascono gli impedimenti denunciati dal tenente.

Che fine hanno fatto quei denari, pur stanziati in non copiosa abbondanza, ma di cui la certezza siano stati spesi tutti in “consulenze” varie, è forse la realtà con cui qualcuno non vuol fare i conti?

Attendiamo risposte da chi di competenza su questa delicata materia che attiene certo non solo all’efficacia della spesa pubblica, ma forse all’etica stessa che dovrebbe informare le istituzioni a cui si rivolgono le domande dei cittadini non solo circa salute, modello industriale, tutela del territorio, sorveglianza ed attività sanzionatoria, ma anche sugli stessi circuiti decisionali.

  

Ma restiamo al punto, al tenente Di Bello viene posto un filtro, un collo di bottiglia attraverso cui dovrebbe da oggi passare la sua attività di polizia giudiziaria e di sicurezza, un superiore gerarchico storicamente non troppo attivo, pregiudicandosi così quella libertà ispettiva che alla legge e solo alla legge deve rispetto, intendendosi nella gerarchia l’organizzazione burocratica del servizio e non mai altro.

  

Intendiamo quindi non solo esprimere vicinanza e solidarietà ad un operatore di pubblica sicurezza del cui valore e della cui dedizione alla causa della tutela dell’ambiente abbiamo più volte avuto prova diretta ed appassionata, ma stigmatizzare il ripetersi di avvenimenti che, dopo i “richiami superiori” già intervenuti in seguito alla partecipazione del tenente ad alcuni nostri incontri pubblici (partecipazione garantita dalla legge in tema di attività di informazione sulla tutela ambientale) che avevano impedito nei fatti all’ufficiale di continuare questa attività, purtroppo ora si palesano con maggior peso sotto forma di espropriazioni della legittima facoltà di indagine del responsabile di un distretto, facoltà sottoposta ora all’inedito potere di un funzionario superiore con l’avallo di chi presiede l’ente Provincia di Potenza, il presidente Lacorazza, a cui chiediamo di farsi garante della legalità e della democrazia dell’attività dell’ente provinciale e solo di quella, certi di un suo rapido intervento di ripristino della stessa.

  

Miko Somma,

coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil