vogliamo delle risposte

avevamo ascoltato a lavello, in occasione dell’incontro sull’inceneritore fenice, alcuni di questi dati direttamente dalla giornalista in collegamento via skype, ma leggiamo tutti insieme questi dati sconfortanti e che sollevano domande a cui riteniamo sia ormai “doveroso” dare delle risposte reali e convincenti da parte di chi di dovere, a cominciare dal presidente de filippo e dall’assessore all’ambiente vincenzo santochirico

Basilicata prima
per cardiopatie
diabete ed obesità
 

di MARISA INGROSSO

BARI – Stando all’« Annuario 2009 – Sanità e salute» dell’Istat, i lucani sono primi in Italia per malattie croniche e, nel Mezzogiorno, sono quelli che contano più morti a causa di problemi respiratori e tumori.
 

CRONICARIO LUCANO – Quanto alle patologie croniche, gli abitanti della piccola regione hanno – in media – più problemi all’apparato respiratorio e cardiaci di chiunque altro, anche più dei piemontesi e dei lombardi. Inoltre, sono primi in Italia per diabete, ulcera gastrica e duodenale, artrosi e artrite. Sono al secondo posto per disturbi nervosi e per ipertensione. Infine, non c’è u n’altra regione con così tante persone affette da due malattie croniche o più. Tutte queste informazioni (on-line sul sito www.istat.it) sono contenute nella tavola dell’Annuario denominata «Popolazione residente per condizioni di salute, malattia cronica dichiarata, consumo di farmaci negli ultimi due giorni precedenti l’intervista, classe di età, sesso e regione». In pratica, si tratta di dati omogenei (per classe di età, sesso e regione) e ottenuti dall’Istat mediante somministrazione di questionari. I risultati sono tanto preoccupanti che verrebbe quasi voglia di sperare nel fatto che i lucani abbiano mentito mentre venivano intervistati dall’Istituto nazionale di statistica. Speranza vana! Come afferma la responsabile del settore, il primo ricercatore Servizio Sanità e Assistenza dell’Istat, Alessandra Burgio, «è vero che si tratta di dati autoriferiti dalla persona, ma il confronto con l’Italia, col dato nazionale, è valido. Perché, se il dato relativo ai lucani fosse distorto, allora lo sarebbero anche gli altri». L’esperta sottolinea che la rilevazione «è stata condotta su un campione di persone significativo» e che la prossima «verrà effettuata nel 2010».

 DIABETE E CUORE KO – Entrando nelle pieghe delle sofferenze croniche dei cittadini di Basilicata, si scopre che sono primi in Italia per le malattie croniche del cuore perché 5 è il dato regionale, a fronte di una media nazionale di 3,6 e di una media per il Sud di 3,4 (che è la stessa che si registra in Puglia). Terribile anche il primato relativo al diabete: 7,2 in Basilicata, a fronte di una media-Paese di 4,8 (nel Mezzogiorno è 5,5 e in Puglia 6,4). Entrambi i casi potrebbero, forse, essere in relazione con un altro primato lucano, quello che li vuole i più «ciccioni» d’Italia. Infatti, dai dati medici diffusi due mesi fa nell’ambito dell’«Obesity Day 2009», emerge che gli obesi in Italia sono il 17% degli uomini e il 21% delle donne tra i 35 e i 74 anni; mentre in Basilicata si arriva al 34% per gli uomini e al 42% per le donne. E il rapporto obesità-diabete- problemi cardiaci è ormai una tale evidenza epidemiologica che la comunità scientifica ha coniato, e usa abitualmente, il termine «Diabesità».  UNA VITA SENZA FIATO – Ciò che, invece, è davvero difficile spiegare è la moltitudine di malattie croniche che mina il sistema respiratorio dei lucani. Come è possibile che siano primi, in Italia? Per «bronchite cronica e asma bronchiale», il dato nazionale è di 6,2 – che sale a 6,7 se si considera il solo Mezzogiorno. Invece, per i lucani il dato è di 9 (i pugliesi si fermano al 6,5). Un risultato stranissimo sia perché la regione non spicca per presenza di fumatori (è nona per percentuale di tabagisti, nell’ultimo rapporto nazionale «Osservasalute »), sia perché il suo territorio boscoso e scarsamente industrializzato, vanta una qualità dell’aria invidiabile. Lo certifica, quotidianamente, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata, che pubblica le rilevazioni delle centraline sul suo sito www.arpab.it. Polveri sottili, ozono e biossido di azoto non superano quasi mai i livelli di allarme. Neppure nella zona urbana e suburbana di Potenza e a San Nicola di Melfi. Aria buona tutto l’anno. Un sogno per tarantini, brindisini e baresi che, pure, si ammalano molto meno.  MINATI DAI TUMORI – La tavola dell’«Annuario statistico italiano 2009» dedicata alla mortalità, raggruppa i morti per «gruppi di cause» e «regioni di decesso». Sono elaborazioni fatte su dati del 2006. In corrispondenza di ogni patologia c’è sia il numero assoluto dei morti (per esempio, sono stati 1.421 i lucani spirati a causa di neoplasie, 9.472 i pugliesi), sia il relativo quoziente per 100.000 abitanti. È quest’ultimo il più indicativo. Spiega che per le malattie del sistema respiratorio: a fronte di un quoziente del Sud Italia pari a 55,7, in Basilicata si registra un 60,7. Cioè, malgrado l’aria buona e quanto detto prima, queste patologie hanno ucciso più in Basilicata che nel resto del Sud (in Puglia il dato è 57,3). Hanno ucciso più che nel Lazio (52,8). Più che nel Veneto (53,3). Più che in Lombardia (57,3). Eppoi ci sono i tumori che hanno ammazzato, in media, più lucani (239,7) che pugliesi (232,7), calabresi (204,4), campani (223,2) e siciliani (231,7). Secondo il Registro tumori di Basilicata, tra il 2002 ed il 2006, nei lucani è aumentata l’incidenza di tutti i tipi di neoplasie. Si tratta di un’incidenza superiore a quella nazionale. Nei maschi, per esempio, il cancro alla prostata ha segnato un +34,1; il tumore alla vescica +14,5; quello al colon +14,3 e quello al polmone +12,6. Nelle femmine: cancro alla mammella +28,5; tumore al retto +9,5; cancro all’utero +8,6; cancro al polmone +1,4. Per mammella e prostata, forse ha inciso l’au – mento delle analisi preventive. E verrebbe voglia di sperare che l’alta incidenza del cancro, in genere, dipenda dall’alto numero di anziani presenti in Basilicata. Lì infatti l’indice di vecchiaia è di 118,90. È il più elevato del Sud (in Puglia è 95,23). Però poi, scorrendo gli ultimi dati Istat sui «tassi specifici di mortalità, per sesso e classi di età» si scopre che anche i bambini e le bambine della regione muoiono più che nel resto d’Italia. Le bimbe da zero a un anno, per esempio, hanno un tasso di mortalità di 3,84. Nel resto del Paese l’indice è di 3,04.——————————————————————————————————-che ci sia qualcosa che non quadra è del tutto evidente, non tanto per i numeri assoluti e percentuali che pur sono spaventosi, ma per l’aumento esponenziale delle incidenze in una regione dove solo dieci anni fa simili dati erano nettamente al di sotto delle medie nazionali…due solo allora le possibilità, o i dati sui monitoraggi sono del tutto sbagliati e questo ci pare evidente quando il direttore arpab, vincenzo sigillito, del resto ancora al suo posto, ci dice che l’arpab non ha mai funzionato mancandole alcune specifiche competenze (cose da costui dichiarate in audizione consiliare), o non si cerca ciò che si dovrebbe cercare realmente nella certezza che di fronte a malattie che non si possono più negare è sulle sostanze che causano queste malattie (la letteratura medica è abbastanza vasta sull’argomento) che si deve indagare…detto in altri termini se le centraline che rilevano polveri sottili, ozono e biossidi non danno segnali rilevanti di superamento delle soglie di attenzione (tranne poi vedere quanti giorni all’anno funzionano realmente), allora sono altre le sostanze che bisogna indagare, esattamente quelle che da tanto tempo indichiamo come le vere responsabili in relazione ad alcuni impianti industriali ed attività produttive, h2s e benzene in testa per le zone petrolifere (centro olii di viggiano e singoli pozzi), policloruri e fibra d’amianto per la val basento (impianti dismessi ed ancora in funzione), diossine per la zona nord (inceneritore fenice, cementificio di barile e zona industriale di venosa) e per il materano (cementificio di matera) e l’elenco potrebbe continuare a lungo con le discariche ufficiali e le loro strane gestioni private (abbiamo le uniche discariche al mondo che vanno in autocombustione!!!) e persino quelle clandestine di fanghi tossici industriali e scorie nucleari sia di origine civile, che militare, che avvelenano le più importanti sorgenti di acqua che riforniscono la regione…tutto questo è finora passato nel silenzio più assordante che il tuttovabenismo ha imposto all’attenzione pubblica, ora chiediamo verità, subito, adesso, con indagini serie e terze (non ci fidiamo sia dell’arpab, che della metapontum agrobios, che delle asl lucane) e punizioni esemplari, accertate le cause di questi dati, non solo dei comparti industriali origine di inquinamenti evidenti tranne a chi non vuol vedere, punizioni esemplari per sistemi criminali che da sempre operano in assoluta cooperazione con i primi, ma chiediamo anche punizioni esemplari per quei sistemi politico-affaristici locali che hanno permesso, per ignoranza o collusione diretta ed indiretta, che una regione che avrebbe dovuto essere la più sana d’italia, se la correlazione ambiente-salute umana è – come è – diretta ed incontrovertibile, si ritrovi ad essere ora la più ammalata…apriamo gli occhi, cittadini lucani!!! e se qualcuno dei politicanti che inneggiano anche in questi giorni ad una regione dove tutto va bene, va benissimo, dovessimo chiamarlo con il suo nome, che nome gli daremmo?…va bene “ragazzaccio” o vi sembra troppo forte?

 

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