i nemici di comunità lucana – parte prima

i nemici di comunità lucana

 visto che siamo soliti venire al dunque con estrema chiarezza, allora cominciamo subito dal rispondere alle domande che il titolo in sé pone e mettiamo così subito in chiaro i termini di quanto seguirà…

i nemici di comunità lucana – movimento no oil sono ovviamente quelle grandi fette del centrosinistra lucano che amministrano la regione in prima persona e per mezzo di addentellati di vario genere, centrodestra compreso,  e che in questo caso crediamo abbiano gestito e stiano gestendo il supposto depotenziamento dell’istanza del nostro movimento attraverso il sicariato di libera basilicata, sinistra ecologia e libertà ed alcuni pezzi di ciò che resta di rifondazione comunista…

e certo non parlo degli associati e dei militanti e di quanti in buona fede credono che le loro idee siano ben riposte in queste associazioni ed in questi partiti…

come sempre abbiamo detto in una miriade di interventi pubblici e di comunicati stampa dalla bizzarra forma di veri e propri articoli sviluppati in ragionamenti complessi che la forma scarna del comunicato in sé poco aiuterebbe a svolgere, come quasi ogni sistema di potere, quello lucano si fonda sia sulla necessità di foraggiare continuamente il consenso attraverso clientele locali più o meno grandi a seconda del ritorno elettorale che il foraggiato è in grado di assicurare, in un meccanismo del tutto feudale, sia sulla necessità di controllare l’eventuale dissenso attraverso la chiusura dello stesso in un recinto ben controllato e che al consenso sempre deve riportare, nei tempi e nei modi che le anime di quel dissenso possono per genoma politico tollerare…

mi toccherà purtroppo in questa disamina parlare molto di rifondazione comunista, partito a cui pure appartenevo ed argomento che certo potrebbe forse non interessare i più, ma che diviene suo malgrado un punto di gravità intorno a cui far ruotare questa vicenda complessa, fatta magari anche di motivazioni politiche valide e legittime nella differenza di idee e proponimenti, ma purtroppo in molti casi fatta soprattutto di cieche visceralità nei confronti di comunità lucana e del sottoscritto, quasi si temesse un mutamento drastico di orizzonti, ma fatto anche di quelle piccole invidie personali in cui spesso la politica transita e di quelle piccole gelosie per l’indipendenza di pensiero del nostro movimento e per la volontà di non aver padroni e padri putativi di alcun genere, in una regione dove l’indipendenza stessa fa paura perché non la si controlla, non la si gestisce, non se ne possono prevedere gli effetti sulla gente in un sistema dove tutto deve essere sotto controllo – tutt’apposto, diremmo – e così si preferisce “suicidare” quanto di più moderno la politica abbia prodotto in questa terra dove vige ancora il baronato notabilare…

storicamente, almeno per ciò che riguarda questi ultimi anni, in questa regione il controllo del dissenso politico ed il suo rientro obtorto collo nel sistema del consenso al centro-sinistra ed al modello dominante è stato affidato ad un partito come rifondazione comunista, partito che è stato certamente in grado, almeno fin quando è stato unitario di poter chiudere dentro i suoi confini più o meno ampi tutto o quasi il variegato mondo del no e dei no ad un certo sistema di potere, quindi in qualche modo identificando ed inquadrando il dissenso stesso in un contenitore il cui controllo avrebbe consentito di tenere a bada quel dissenso attraverso la riconduzione a maggioranze di centrosinistra…

il controllo di quel ruolo fu assunto dal “capo” storico di rifondazione in basilicata, p. s., ed in una certa qual misura il clan politico a lui afferente continua quell’operazione in conto terzi…

ma con la progressiva incapacità di rifondazione comunista di trattenere coscienze ed opinioni avvicinatesi negli anni al partito e continuate principalmente dopo i fatti del g8 a genova e gli appoggi dati alle lotte popolari locali, cioè dopo i fatti di scanzano, rapolla e melfi, molte ed ormai insofferenti anime di “movimento” si erano stancate di quegli inevitabili “ritorni” quasi fatalistici al centrosinistra ed al suo stile di potere basato sulla clientela ed il malaffare diffuso, stancate né più ne meno di quanto accaduto in altre parti d’italia, ma che in questa regione hanno assunto caratteri peculiari…

una incapacità a trattenere coscienze ed opinioni implementata certo da una scissione mortale che sembrava voler ricondurre sin dall’inizio dritto dritto al pd, di quei vendoliani e bertinottiani che avevano saggiato il potere dei governi e costituitisi quindi prima in sinistra e libertà, poi con l’aggiunta abbastanza banale dell’abusata parola ecologia, in sinistra ecologia e libertà, ed i cui concorrenti principali in termini di visibilità saremmo proprio stai noi di comunità lucana…

ma ecco che alla rottura del contenitore principale il sistema di potere necessitava, qui come altrove, di considerare la necessità del controllo eterodosso di quegli altri elementi e/o contenitori nei quali travasava molto naturalmente sia quel dissenso in fuga da rifondazione e sel (d’ora in avanti la chiamerò con il suo acronimo), sia quell’impegno diretto, poco controllabile su base locale, dei militanti in associazioni e comitati, impegnati in lotte popolari quasi sempre a carattere ambientale e di difesa territoriale dagli assalti dell’industria energetica, dei rifiuti, della privatizzazione dei beni comuni…

detto in altri termini, il controllo del dissenso non poteva essere più affidato soltanto ad una morente rifondazione comunista o alle suadenze “poetiche” di una sel del tutto prona e pronta all’inchino alle maggioranze, ma necessitava di cominciare a creare strutture di coordinamento ed etero-direzione dell’associazionismo e dell’attività dei comitati locali per tentare di monitorare un’attività che rimaneva fuori dal controllo dei partiti stessi…ed è qui che entra in gioco l’associazione libera basilicata ed i tanti rivoli di coordinamenti di associazioni che alcuni suoi aderenti stanno tentando da tempo di organizzare… 

ma fatta questa premessa necessaria, passiamo allora ad una breve storia del comitato no oil, da cui è nata in seguito l’esperienza di comunità lucana – movimento no oil, per meglio comprendere alcune fasi cruciali che in qualche modo hanno sollevato criticità…

il comitato no oil potenza nacque nel novembre 2007 sotto la spinta dell’allarme suscitato da una delibera di giunta regionale che riapriva dopo dieci anni di silenzio omertoso la storia del pozzo esplorativo per idrocarburi monte grosso 2, brindisi di montagna (pz)…

la sua prima riunione era affollata di persone provenienti dalle posizioni più disparate della sinistra e dell’ambientalismo più o meno militante e di fatto fu una riunione incandescente, dove pareva quasi di assistere ai preparativi per la rivoluzione “verde-rossa” che avrebbe portato all’assalto di quel palazzo d’inverno fatto di una trivella e di tutto l’armamentario tecnico necessario a perforare la terra fino a quasi settemila metri di profondità…

vi furono roboanti affermazioni di persone come l’eterno t. c, (decanter – un partito? – no, una rivista di opinione facente capo ad un altro eterno, p. di s.) che inneggiava ad un impossibile presidio permanente del pozzo con quel solito “armiamoci e partite” genomico di certa sinistra italiana, un grande agitarsi di c. c. (prc-l’ernesto, allora posizione minoritaria in quel partito) che oltre ad un volantino, preparava con altri una petizione assurda nel merito e nella forma, e più in generale tutto un susseguirsi parossistico di affermazioni di principio che ben poco avevano di concreto, dovendosi però nei fatti prima di tutto studiare bene la delibera di giunta che autorizzava quello scempio e poi passare all’elaborazione delle azioni di lotta…

il sottoscritto, che si era limitato a dire che, per evitare le facili accuse di ninbysmo di cui saremmo stati sicuramente oggetto, occorrevano subito controproposte da far camminare affianco all’opposizione più ferma, aveva previsto già per la seconda riunione un fisiologico calo alla metà ed anche meno del numero dei presenti alla prima e via via che si sarebbe andati avanti, cosa che avvenne puntualmente sulla base più di una sin troppo facile previsione che per lunga militanza negli anni giovanili nel sottobosco della sinistra non partitica capitolina, era facile intuire, dopo l’identitarismo spiccio e declamatorio delle prime fasi…per essere più chiaro, al primo accenno di lavoro reale, i chiacchieroni si sarebbero dissolti…

nel frattempo avevo proposto che si realizzasse un blog informativo delle nostre attività – questo! – lavoro che presi in carico sin dal primo articolo con il nome di admin, il 5 dicembre 2007…

ma occorreva anche che per rendere efficace l’azione qualcuno si ponesse a coordinare il gruppo, cosa che dopo qualche riunione proposi all’accettazione integrale dei presenti, una quindicina…avere un portavoce che riassumesse verso l’esterno ed in particolare verso la stampa le nostre iniziative e posizioni sarebbe stato utile a meglio chiarire la nostra indipendenza dai partiti, cosa che il sottoscritto rivendica a pieno titolo ed a ragione sin dal primo comunicato stampa e sin dal primo intervento…

nel frattempo si era individuata la criticità di quella strana delibera con tre voti della dirigente v. c. su cinque voti favorevoli su cinque possibili espressi dall’ufficio ambiente a favore della realizzazione del pozzo, cosa che di fatto impedì la trasmissione della delibera presso il ministero dell’ambiente, quindi si era ricostruita la storia decennale di quello strano permesso di ricerca e di quello specifico ancor più strano pozzo, in contemporanea si era avviata la raccolta delle firme alla petizione con banchetti ed iniziative varie, pur sapendo che quelle firme a quella petizione ben poco servivano, ma erano comunque utili alla conoscenza ed alla maggiore diffusione possibile presso l’opinione pubblica di informazioni in merito ad una problematica persa nel mare magno della disinformazione sul tema idrocarburi…

e ad essere presenti a quei banchetti al freddo ed al contatto con le persone a cui occorreva spiegare tutto si era poi sempre in pochi, pochissimi…come nella migliore prassi del già citato “armiamoci e partite”…

c’era un clima favorito certo dalla presenza in parlamento di ben due rappresentanti di rifondazione, a. l., prima segretario provinciale del prc di potenza, alla camera, ed a. p., come indipendente, al senato, clima però ben poco produttivo in rapporto a quanto si sarebbe potuto ottenere utilizzando l’importanza del seggio proprio della p. in rapporto a quella risicata maggioranza in senato su cui reggeva il governo prodi…

si sarebbe potuto chiedere tanto, chiedere indagini, controlli, verifiche su un’attività delle compagnie petrolifere che in regione avevano avuto carta bianca su tutto, ma nulla, la p., non chiese mai una sola volta ragguagli su come la sua figura avrebbe potuto giovare alla lotta del comitato, e nonostante qualche sporadica presenza alle riunioni, la sua coaptazione nella breve sopravvivenza del governo prodi nulla o quasi portò alla regione…il permesso per il pozzo esplorativo morì poco per volta e per molteplici motivi impossibili a ricondursi tutti ad una sola ragione causale, ma certo aiutati da un clima generale di forte criticità…non so quanto abbia giovato alla cosa la presenza nella notte del 31 dicembre del nostro banchetto in piazza m. pagano a potenza con il sottoscritto e n. m., ma di certo l’impatto fu forte e significativo…

nel frattempo al comitato si avvicinavano persone vicine a libera, p. b., che ritroveremo, r. g. ed altri, che seppur sembravano voler cooperare con il comitato, di fatto limitandosi a pochi atti formali di raccolta firme, e molto più a querule critiche abbastanza sterili al testo della petizione, pur se gli fu fatto osservare non lo avevamo scritto noi che pure eravamo impegnati quasi ogni sera a raccogliere firme, non andarono mai oltre delle simboliche presenze, ma che pur credevamo far parte proprio del comitato…

non era così e lo scoprimmo con il tempo, pur se il sottoscritto nutriva sin dall’inizio forti riserve sulla causalità dell’approccio quasi sacerdotale di simili saccenti, quali poi si dimostrarono in seguito…