l’acqua è pubblica

Aprilia, l’acqua torna pubblica

 

Settemila famiglie che da anni non pagano le bollette al gestore privato, un «tesoretto» nelle casse del comune. Come i cittadini di un comune del basso Lazio riescono a invertire la rotta delle liberalizzazioni.

di Andrea Palladino



Nelle sede del comitato acqua pubblica di Aprilia oggi ci sono almeno una trentina di persone in attesa. Una fila paziente, silenziosa, con le cartelline in mano, davanti al lungo tavolo bianco dove i militanti del comitato preparano le contestazioni della gestione di Acqualatina. Una scena che si ripete da quattro anni, da quando settemila famiglie decisero di non pagare l’acqua al gestore privato, ma di versare i soldi sul conto corrente del Comune. «Verificammo che il conto corrente della gestione comunale dell’acqua era ancora attivo – ricordano oggi – facendo un versamento di un euro». Poi fu una valanga: contestazione della bolletta inviata dai privati e, contestualmente, pagamento dell’acqua al Comune, con le tariffe che erano state decise dal consiglio comunale.
Oggi, però, è una giornata differente e in molti sorridono. Mostrano le decine di assegni firmati Acqualatina, simboli dei tanti ricorsi già vinti dal comitato, dalle settemila famiglie, avendo come controparte un colosso come Gerit Equitalia, il riscossore che sta cercando di recuperare i soldi per conto di Acqualatina.Ma c’è di più. Il presidente del consiglio comunale ha convocato le principali tre commissioni, con all’ordine del giorno «la riconsegna dell’impianto idrico comunale da parte di Acqualatina S.p.a.». L’amministrazione comunale – fatta di liste civiche elette un anno fa dopo un lungo governo del centrodestra – ha dunque deciso: la prossima settimana chiederà indietro le chiavi dell’acquedotto al gestore partecipato dalla multinazionale francese Veolia. E loro, i settemila firmatari delle contestazioni, che per anni hanno denunciato le conseguenze della gestione privata dell’acqua, continuando a pagare a quel comune fatto di rappresentanti eletti e non nominati dai consigli di amministrazione francesi, hanno raggiunto un traguardo neanche immaginabile fino a poco tempo fa. Hanno dimostrato che la mobilitazione dei cittadini – al di fuori dei partiti, basata solo sul senso civico e su quel sentimento profondo che respinge le ingiustizie – può cambiare le cose, può rimandare a casa una multinazionale potente come la Veolia.Tecnicamente la decisione che verrà discussa dal consiglio comunale di Aprilia la prossima settimana è l’attuazione di una sentenza del Consiglio di Stato depositata lo scorso anno. Parole scritte dai giudici amministrativi che riconoscono alcuni principi fondamentali sulla gestione dei beni comuni. Primo, i cittadini non sono semplici sudditi e hanno tutto il diritto – in gergo giuridico si chiama legittimazione – di chiamare in causa una multinazionale quando questa non rispetta i diritti fondamentali. Secondo, l’acqua non è un bene qualsiasi, gode di una tutela superiore. E, terzo, i comuni hanno il pieno titolo di decidere come gestire le risorse idriche, senza dover subire interventi dall’alto. Dunque, conclude il Consiglio di Stato, il comune di Aprilia può decidere a chi affidare la propria acqua senza doversi inchinare alle decisioni prese dalla Provincia di Latina – che di fatto ha voluto imporre la scelta di un gestore privato – guidata dal centrodestra.La sentenza ha segnato positivamente la storia della gestione dei beni comuni in Italia, ma mancava il primo e fondamentale passo. Da mesi il comitato acqua pubblica chiedeva alla giunta e al consiglio quella decisione che attendeva pazientemente da anni e che ora sta per arrivare. E Aprilia apre la strada a tantissimi comuni, stretti tra acquedotti che non possono più governare e una popolazione sempre più inferocita, che in ogni caso continua a rivolgersi ai primi cittadini, ai loro eletti. È questo il vero paradosso della privatizzazione, che non potrà che peggiorare con il decreto Ronchi. Cosa farsene della mera proprietà delle reti se l’acqua che scorre è gestita da consigli di amministrazione non eletti dai cittadini e non sottoposti ai principi della democrazia rappresentativa?Acqualatina non ha commentato la decisione del Comune di Aprilia. Fino ad oggi l’azienda ha risposto duramente alle contestazioni: prima mandando pattuglie con vigilantes per ridurre l’acqua a chi contestava, poi affidando ad Equitalia la riscossione delle bollette. In entrambi i casi a nulla è servita la mano pesante, mentre il comitato acqua pubblica si è rafforzato, arrivando a determinare – nelle ultime comunali – la sconfitta del Pdl. E la decisione di riprendersi gli impianti idrici rappresenta un precedente estremamente pesante per la società controllata per il 49% da Veolia. Dunque, la partita non sarà semplice.

Il Comune di Aprilia si prepara a riprendere la gestione degli acquedotti e delle fognature con un vantaggio venuto proprio dagli utenti. Oggi nei bilanci comunali ci sono più di un milione di euro versati dalle settemila famiglie in questi anni. Soldi che se fossero finiti ad Acqualatina oggi sarebbero assorbiti da un bilancio dove pesano i debiti con la banca Depfa, lo stesso istituto sotto inchiesta a Milano per i derivati venduti all’amministrazione comunale. Quei soldi potranno da domani essere immediatamente usati dalla giunta di Aprilia per riavviare la gestione del servizio idrico integrato. Un vero tesoretto messo da parte con determinazione da chi non ha mai accettato le multinazionali e la gestione privata del bene più prezioso. Ad Aprilia da domani la parola democrazia tornerà ad avere senso.

 Fonte Il Manifesto 

Pubblicato in Blog

parte la centrale a bio-massa di ferrandina

ora, alla faccia di tutti quelli che continuano a sperare, leggiamoci questa notizia che invece fa molto mal sperare

La Giunta regionale della Basilicata con deliberazione n.475 del 12 marzo 2010, pubblicata sul BUR Basilicata n. 17 del 1/4/2010, ha rilasciato l’autorizzazione regionale ai sensi del D.lgs 387/2003, art.12 e Legge regionale n. 9/2007, art.3, alla costruzione e all’esercizio alla centrale a biomassa che brucerà non meglio specificati “altri rifiuti ecocompatibili”, con esclusione del CDR, della potenza di 13 MW .

La società che realizzerà l’impianto è l’IEA srl (Impianti per l’Energia e l’Ambiente ). Fa parte del gruppo Termomeccanica oggi controllata dal colosso multinazionale Veolia Servizi Ambientali – Tecnitalia con sede a La Spezia, già socia della società Tecnoparco in Val Basento (20% del capitale azionario) e gestore dell’inceneritore di Potenza (55% del capitale azionario con la società Termo Energia Potenza).

Nella società IEA è presente con il 20% del capitale azionario il Gruppo Iula che opera in Basilicata nel settore del trasporto e smaltimento dei rifiuti industriali e quelli petroliferi.

Veolia ha inoltre una partecipazione nella società Basento Ambiente che ha presentato una richiesta di VIA per la costruzione di una mega discarica per rifiuti speciali pericolosi e non, sempre in località Venita di Ferrandina (MT) ove verrà realizzata la centrale a biomassa.

si ringrazia la ola per la gentile collaborazione (in realtà ho fatto copiaincolla, ma non credo se ne avranno a male)

Pubblicato in Blog

paradossi

REGIONE ACQUISTA CESPITI DEL CONSORZIO INDUSTRIALE POTENZA
 
07/04/2010 15.00.27
[Basilicata]
(AGR) – Il presidente della Regione ha sottoscritto oggi a Potenza il contratto di acquisto di alcuni immobili e aree di proprietà del Consorzio Industriale di Potenza da utilizzare come Campus per l’Innovazione.
L’atto è stato stipulato dal notaio Vito Pace e prevede il trasferimento della proprietà alla Regione di un fabbricato su tre livelli con annessa superficie di oltre mille metri/quadrati.
L’acquisto dei cespiti dell’Asi di Tito era già stato deciso lo scorso anno, quando l’ampliamento del raggio di azione delle politiche per l’innovazione impose la individuazione di un’adeguata sede dove sviluppare le attività del Campus del progetto Basilicata Innovazione.
Il Campus consentirà di raggiungere due importanti obiettivi: realizzare una concentrazione delle attività di servizio alla ricerca ed all’innovazione regionale in un luogo dove possa svilupparsi una massa critica di soggetti impegnati nelle attività di mediazione tecnologica, sviluppo di servizi avanzati anche di natura finanziaria, attività di ricerca in condivisione con le istituzioni competenti; realizzare una struttura che abbia anche le caratteristiche dimostrative e simboliche di come possano coesistere il rispetto dell’ambiente e la promozione di sviluppo.
La localizzazione nell’area di Tito esprimeva ed esprime la volontà di porre l’innovazione al centro di una delle più importanti aree industriali regionali.
Individuati i siti dove è teoricamente possibile realizzare il progetto ed effettuata una valutazione di congruità dei valori dei singoli cespiti da parte dell’Agenzia del Territorio, con la Legge Finanziaria, il Consiglio regionale ha autorizzato la Giunta all’acquisto di aree e immobili con un massimale disponibile di 5 milioni di euro.

———————————————————————————

paradosso, o se volete, paradosso dei paradossi di una regione paradossale…dunque la regione finanzia l’asi e quindi il consorzio industriale con svariati milioni di euro l’anno (andiamo a guardare la finanziaria?), connaturandosi così come il vero finanziatore di un’associazione di privati…conclusione che se ne tirerebbe fuori a lume di logica sarebbe che la regione è di fatto proprietaria dell’asi che fornisce strutture e servizi praticamente gratuiti al consorzio ed agli associati…ma dal cilindro la giunta tira fuori questo strano acquisto di qualcosa che è già suo per farci un campus che sempre a favore delle attività degli industriali torna…il consiglio approva…nel diritto privato queste manovre di acquisto di quote di partecipate servono in genere per la costituzione di capitali al nero per operazioni tangentare…ma qui dovremmo essere nel diritto pubblico e quindi queste cose hanno un altro nome…tiriamo ad indovinare tutti insieme o lasciate fare sempre tutto a me?…povera questa terra!!!

Pubblicato in Blog

Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Passate le elezioni restano le estrazioni.

  

Passate le elezioni, i problemi lucani restano tutti, sapendo ognuno di noi che sperare nella loro risoluzione richiede atti di fede basati sul dogma che la nostra classe politica voglia e riesca a venirne a capo e dal momento che il sottoscritto non ama dogmi, si definisce scettico ed agnostico, rifugge dalle liturgie, veniamo così a porre alcune domande ormai annose sulla questione petrolio.

 

Dato e non concesso che l’estrazione di idrocarburi sia davvero una risorsa ed accertato che le compagnie e lo stato centrale non hanno alcuna voglia di renderla tale per le popolazioni locali, accertato altresì che si preferisce giocare su improbabili sconti della benzina piuttosto che chiedersi quale reale ricchezza tale sfruttamento abbia portato alla regione intesa come popolazione e non certo come istituzione –  toccherebbe chiedersi anche come mai le seconde a volte sembrano non rappresentare i primi – rimangono in piedi molte questioni che proviamo celermente a rappresentare.

 

Questione ambientale. Ci si interroga se vi siano state e vi siano tuttora conseguenze ambientali tali da far prefigurare un danno grave al patrimonio di bio-diversità animale e vegetale lucano e non abbiamo mai avuto alcuna risposta seria in merito.

 

Questione sanitaria. Ci si interroga se vi siano stati e vi siano tuttora nocumenti alla salute dei cittadini, nonostante gli allarmi spesso sopiti nel tuttoappostismo dominante nelle comunicazioni ufficiali, affidate a pompose conferenze stampa, e non abbiamo mai avuto risposte serie in merito.

 

Ovviamente, si parlerà dei famosi monitoraggi che solo dopo molte insistenze, del sottoscritto e non solo, sembrano ora avviarsi ad un reale screening della situazione, ma nulla può essere più fuorviante che parlare di monitoraggi affidati a centraline che spesso non riportano i dati, soprattutto in prossimità degli ormai tanti incidenti – pardon, l’ENI non li definisce tali, ma prove dell’efficienza del sistema – che si limitano a monitorare gli inquinanti emessi in atmosfera e non mai a misurarne gli effetti in terra nel ciclo biologico animale e vegetale a più lungo termine di quello delle piante annuali normalmente utilizzate in alcune stazioni, e questo per verificare gli effetti di accumulo degli stessi inquinanti in tessuti che spesso finiscono nel ciclo alimentare, probabilmente portando a fenomeni di tossicità e teratogenia che nessuno ha mai, se non sporadicamente, indagato davvero.

 

C’è poi da chiedersi se chi conduce simili ricerche, ammesso siano condotte, sia poi più o meno riconducibile ad una filiera di ricerca consensuale in qualche modo connessa ai finanziamenti alla ricerca o dell’ENI stessa o di una Regione che ha dato prove di non considerare il petrolio un problema, ma certo le royalties una risorsa per i suoi piani di “sviluppo”. Neppure a nominarla, l’ARPAB, che non essendo un ente certificatore non si comprende per quale motivo debba allora occuparsi di monitoraggi e prevenzione ambientale che poi affidiamo a privati al modico costo di qualche milione di euro.

 

Questione economica. Ci si interroga se, pur considerando assolutamente incongrue le royalties percepite per l’85% dalla regione e per il 15% dai comuni nel cui territorio si svolgono le estrazioni (e ciò in virtù della clausola di interesse nazionale posta agli accordi del ’98 per la quale fu trasferita alla regione anche la quota di competenza statale), vi sia poi un accettabile sistema di misurazione delle stesse che non sia auto-referente ai soli dati ENI trasmessi all’UNMIG e poi alla regione Basilicata e che assicuri che non una sola goccia di petrolio sfugga ai contatori.

 

Questione vocazionale. Ci si interroga se data per scontata la presenza del sistema petrolio, tale sistema non abbia portato a “spostamenti d’asse” delle reali vocazioni economiche delle zone interessate tali da non potersi compensare con le royalties, soprattutto in considerazione delle prevedibili conseguenze di fine estrazioni.

 

Ed ovviamente si finirà per parlare della mancata programmazione economica dei nostri territori, delle vocazioni originarie degli stessi spesso solo evocate in generiche esternazioni statutarie, ma mai realmente praticate e sostenute con fatti concreti, il turismo, l’agricoltura di qualità, la conservazione del patrimonio biologico lucano, la cultura, l’artigianato e tutte quelle dichiarazioni che divengono puro fumus di fronte al dato innegabile di una regione tanto appetita dalle multinazionali degli idrocarburi da essere a breve invasa da trivelle ovunque, a giudicare da istanze e permessi di ricerca e coltivazione che coprono il 60% del territorio e che par si stiano avviando tutti insieme, se è vero che c’è tale grande fermento di richieste di autorizzazioni regionali che alcune sono state concesse dalla giunta persino in periodo di vacatio elettorale.

 

L’argomento petrolio è così di interesse primario per questa regione che non vorremmo che ai silenzi sull’argomento in campagna elettorale seguisse poi il silenzio indotto di fatto di una società tanto prostrata dal fatalismo della rapina consentita da non rendersi più conto di cosa accade. E qualcuno la chiama anche mansuetudine del lucani.

Miko Somma, coordinatore regional di Comunità Lucana – Movimento No Oil

larpab

copincollo da un lancio di basilicata-tass di ieri…

CAMBIAMENTI CLIMATICI, DOMANI UNA MOSTRA ALL’ARPAB

Fa tappa a Potenza l’esposizione “Cambia clima in città”
06/04/2010 18.28.52
[Basilicata]

E’ Potenza la prima tappa della mostra itinerante sul cambiamento climatico e il risparmio energetico, organizzata dall’Arpa Basilicata ed Euronet, partner nel progetto europeo Life R.A.C.E.S., insieme con le città di Firenze, Trento, Modena e Bari, i Clima Days. L’evento si terrà presso la sede dell’Agenzia, in via della Fisica 18, a Potenza, dal 7 al 16 aprile e sarà caratterizzato dalla mostra informativa “Cambia il clima in città”, rivolta agli studenti delle scuole superiori di Potenza e provincia. Attraverso una serie di pannelli, realizzati con materiale riciclato, e video multimediali la mostra vuole informare il mondo delle scuola sul rapporto tra cambiamento del clima e contesti urbani, prendendo ad esempio le cinque città coinvolte nel progetto, e, al tempo stesso, illustrare come il cambiamento climatico sta modificando la vivibilità delle nostre città e quali misure possiamo adottare per gestirne le conseguenze e ridurne le cause.
Dal 12 al 16 aprile la mostra sarà integrata da una serie di laboratori interattivi durante i quali i ragazzi avranno la possibilità di analizzare, insieme con gli esperti dell’Arpab e dell’Ibimet, le informazioni esposte sui pannelli e saranno coinvolti in attività didattiche, coordinate dall’ufficio Informazione, Comunicazione, Educazione Ambientale e dai tecnici dell’Ufficio Rischi Idropluviometrici dell’Agenzia.
“La scelta di partecipare al progetto, proposto all’Agenzia da Euronet , spiega la dott. ssa Anna Cammarota, Dirigente dell’Ufficio I.C.E.A. dell’Agenzia, è nata dall’esigenza di diffondere le tematiche ambientali utilizzando metodologie multimediali che permettono ai ragazzi un apprendimento stimolante attraverso tecniche interattive. Quello dell’apprendimento interattivo continua il direttore Vincenzo Sigillito è un obiettivo che l’Agenzia persegue da sempre e per questo continua ad investire in questo settore della comunicazione con progetti di comunicazione originali e partecipativi in ambito europeo”.
Tutte le informazioni sul progetto e sulle giornate del clima sono disponibili sul sito web dell’Agenzia, www.arpab.it, e sul sito ufficiale del progetto, www.liferaces.eu.

——————————————————————————-

verrebbe quasi da chiedere (ma quale quasi, lo chiedo e basta!) quanto costa alla regione basilicata questo splendido ed inutile evento, giacchè molte altre sono le associazioni anche istituzionali che si occupano dei cambiamenti climatici…non molto se consideriamo che fa parte della campagna di rilancio dell’immagine della logorata arpab e del suo ancor più logorato direttore, immagine offuscata comunque dai tanti allarmi lanciati e dalle tante risposte “tuttappostiste” provenienti da un ente inutile allo stato dei fatti…arpab, lo ricordo, non è un ente certificatore (facendolo il metapontum agrobios al suo posto e con costi notevoli per le casse regionali…12 milioni di euro in sei anni), cosa davvero strana per uno “strumento” che dovrebbe essere il baluardo operativo delle attività di protezione dell’ambiente…ma in questa regione l’arpab ha solo il ruolo di foglia di fico sulle magagne che si tenta sempre di nascondere e quando non ci si riesce, si insabbiano…anche dietro campagne di immagine assolutamente inutili (figuriamoci la presa in giro di strombazzare che pannelli stampati sono in materiale riciclato…una roba da ecologismo cattolico della domenica, quelle cosette cioè fatte per tacitare l’animo e la s-coscienza – proprio così, s-coscienza! – di chi immagina l’ambiente sotto forma di giardino all’inglese)…a dire che poi i cambiamenti climatici non nascono mica solo dall’inquinamento di pechino o dalle immissioni di gas serra in atmosfera delle acciaierie krupp, ma magari contribuisce per il suo anche il centro olii di viggiano ed il sistema petrolio in basilicata, o magari l’inceneritore fenice e quello di prossima costruzione a potenza (veolia, alla faccia dei tanti idioti di prossimità ai movimenti che lo negavano) più tutte le centrali a bio-rifiuti che il piear autorizza di fatto…io mi sarei stufato di essere preso in giro da questa agenzia e dai suoi monitoraggi inutili, dal suo direttore-architetto che par quasi a libro paga di chiunque intenda fare attività “sensibili” ed impattanti in regione (par…nel caso poi il megadirettore polluttico volesse denunciarmi) e mi sono stufato dei tanti denunciatori (vedi il piccolo radicale solitario) che denunciano quando devono fare campagna elettorale e poi spariscono nel nulla, avendo però di fatto compiuto il loro dovere…gentaglia, comunque e dovunque!!!…in quanto all’arpab, che non pensino che a quel 61% del 62% dell’elettorato lucano che ha dato ancora “stranamente” fiducia a mr. de filippo & co. sia la coperta che li tiene protetti al caldo…ci approssimiamo all’estate, la stagione dei colpi d’aria per chi si protegge troppo e sudando tanto rischia la polmonite!!!  

Pubblicato in Blog

il presidenzialismo-un incipit

introdurre il presidenzialismo equivarrebbe a dover riscrivere la maggior parte della costituzione…mi chiedo chi porta la penna, chi detta e chi scrive…tremo al solo pensiero

ritornerò sull’argomento a breve

Pubblicato in Blog

i tagliaboschi

FIERA LEGNO ENERGIA SUD ITALIA, VENERDÌ CONFERENZA STAMPA
 
06/04/2010 19.10.03
[Basilicata]

Si terrà venerdì, 9 aprile, alle ore 10.30, nella sede del Dipartimento agricoltura, a Potenza, una conferenza stampa convocata da Paulownia Italia per presentare la fiera mediterranea “Legno energia Sud Italia” organizzata con il sostegno del Feasr 2007 / 2013. All’incontro con i giornalisti parteciperanno: Liliana Santoro, Autorità di Gestione PSR Basilicata 2007/2013; Saverio Mongiovì, Assessore Comune di Venosa; Nicola Figliuolo, Assessore Provincia di Potenza; Massimo Scuderi Società Energetica Lucana; Rocco Sileo, Cantina di Venosa; Michele Giorgio Parco Acquatico “Le Onde” di Venosa; Canio Lagala Società Agricola Energetica Lucana; Elena Agazia Paulownia Italia.

——————————————————————————

ricordate questi nomi (per carità, sono solo alcuni di quelli coinvolti nell’affaire bio-masse)…ne risentiremo  parlare a breve quando si avvieranno i progetti consentiti dal piear sulle bio-masse…da notare che il sig. lagala (ex sindaco di venosa) partecipò ad un convegno nel marzo del 2008 a ferrandina nella cui organizzazione c’era anche il sottoscritto…il sig. lagala nel gruppo di lavoro sulle energie rinnovabili si esibì in un lungo eloquio sulle difficoltà che la regione a suo dire frapponeva (chiamiamole pure difficoltà) alle bio-masse…lo zittii dopo parecchi minuti di nevrotico soliloquio…all’epoca già sapevamo che era in fieri titolare di un progetto sulle bio-masse a venosa appunto…1mw…scommettiamo che cresce?

Pubblicato in Blog

wanted

io.bmp

chi è costui?…cosa sta facendo?…di cosa sta parlando?…che cosa vuole comunicare?…che fine ha fatto?…ritornerà?…e cosa sta preparando?…domande a cui occorre trovare risposte…

Pubblicato in Blog

rsu a vedelago

come comunità lucana-movimento no oil avevamo sviluppato delle idee un po’ diverse per la gestione degli rsu (rifiuti solidi urbani), tenendo conto di tutta una serie di peculiarità della nostra regione, ma l’esperienza di vedelago è comunque altamente interessante…un altro esempio di come evitare dicariche ed inceneritori (che da noi faranno con il trucco delle bio-masse)…eccovi il link

http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded

Pubblicato in Blog

buona pasqua a tutti

andata come è andata, direi che è andata che peggio non si poteva…la regione rischia di essere mangiata dagli interessi colossali che la miscela di piear emendato al peggio, psr, piano di forestazione produttiva ed altre ammenicoli sta smuovendo in aggiunta agli interessi di sempre sul petrolio ed il gas, interessi che cominciano a concretizzarsi proprio in questo momento con una vera e propria offensiva delle compagnie petrolifere a caccia (e purtroppo con un’ottima preda) di permessi da renedere nell’immediato attivi…

non vi è purtroppo alcuna speranza che l’attuale maggioranza, insieme alla minoranza, oppongano alcuna resistenza alle “suadenze” di questo sistema che tutto corrompe e finalizza…

ma andiamo con ordine e partiamo proprio dal petrolio…permessi fermi per anni stanno ripartendo tutti insieme, complice il dl.1355/2009 che di fatto riassume in capo allo stato ogni competenza in materia di ricerca ed estrazioni di idrocarburi, e mi pare inutile ricordare che il 65% del territorio regionale è interessato da queste istanze, permessi e concessioni (per chi ha voglia esistono le cartine, poco leggibili, dell’unmig, e le nostre che troverete sul blog cercando la voce la “mappa del petrolio”)…mi pare inutile sottolineare come una destinazione coatta del territorio proprio all’industria degli idrocarburi renderebbe di fatto inutile ogni altro tentativo di fare qualcosa di più attinente alle reali vocazioni dello stesso…

ma oltre alle estrazioni vere e proprie, esiste il pericolo che una miriade di centri olii invadano la regione…vi ricordo che oltre a quello di viggiano, è di prossima costruzione quello di corleto perticara (soli 20 km in linea d’aria) e per ogni concessione attiva che si dimostrerà produttiva è prevedibile la costruzione di altri impianti di desolforizzazione simili (tra questi ricordiamo quello del permesso monte grosso e dei permessi che interessano il parco di gallipoli cognato, quello della zona interessata al permesso frusci a nord del capoluogo, uno nella zona di pisticci, un’altro probabile nella zona del parco del pollino)…una situazione davvero poco edificante se si considera l’effetto di moltiplicatore dell’inquinamento che la prossimità gli uni algli altri di tali impianti porterà alla regione, sulla base di quanto accade e puntualmente viene negato per la val d’agri…

ma non finisce qui con gli idrocarburi…vi sono infatti tanto il permesso della geogastock di reimmissione di gas metano nei pozzi esausti della val basento, tanto le due previste centrali a turbogas della val basento, piu una terza nella zona di irsina, più ancora una in val d’agri…ed in aggiunta a questi occorrerà considerare le servitù associate al corridoio otto ed al gasdotto del caucaso che risalirà la dorsale appenninica lungo tutta la regione…oltre naturalmente ai permessi off-shore, quelli al largo della costa jonica dove la finanche la possibilità remota che la regione si opponga è vanificata dal fatto chge trattasi di acque territoriali di competenza strettamente statale…

passiamo alle acque lucane, il vero oro di questa terra…sulla scorta di quanto la legge galli consentiva, la nascita di acquedotto lucano spa aveva già di fatto espropriato la proprietà pubblica delle stesse acque, affidandone la gestione proprio a questa spa a totale partecipazione pubblica certo, ma la cui vendita di quote nessuna legge o codice impedisce…già la situazione non era delle migliori, anche considerando il carrozzone acquedotto lucano, ma a peggiorarla è ovviamente intervenuto il recente decreto di privatizzazione della gestione…entro un anno ogni gestione deve mettere a gara il 40% del proprio servizio…ma la cosa si complica con un intervento assai strano operato da una nel frattempo neonata società, acqua spa (per il momento solo una sigla), società che, una volta passate le consegne della proprietà delle acque degli invasi di proprietà dell’eipli (l’ente irrigazione), di fatto, complice anche la morte degli ato (gli enti territoriali di controllo), diventerà la vera proprietaria delle acque lucane…un annetto e mezzo fa uno strano accordo tra regione basilicata (presidente de filippo) e regione puglia (presidente vendola) passa il 40% della proprietà di acqua spa a quest’ultima e c’è da scommettere che la messa in gara delle gestioni riguarderà proprio questo 40%, complice anche la progressiva scomparsa di acquedotto lucano che ha conturizzato a spese pubbliche la regione e di fatto cederà la propria gestione proprio ad acqua spa prima di scomparire nel nulla…

poi c’è la questione piano energetico regionale…senza voler riproporre tutti i motivi di allarme di cui abbiamo spesso parlato nei nostri articoli, la situazione è chiaramente quella di una regione dove si sta organizzando l’assalto alla frontiera…terreni agricoli che senza alcuna programmazione passeranno alla produzione di energia, seppur da fonti rinnovabili quali soprattutto l’eolico, il fotovoltaico ed ovviamente le bio-masse…con interessi milionari non solo di chi impianterà pannelli e pale (praticamente gratis grazie ai favolosi incentivi cip 6 ed ai fondi comunitari), ma anche di chi, sapendo per tempo cosa si sarebbe approvato, ha fatto incetta di terreni a prezzi irrisori…inutile ridire dell’emendamento che autorizza impianti fino ad 1mw con una semplice dia da presentare ai comuni e con la possibilità di far considerare impianti diversi gli stessi campi se posti ad una distanza tra loro maggiore di 500 metri e che rende ogni valutazione di impatto ambientale, ogni valutazione strategica o di incidenza (tutti strumenti previsti dalle leggi vigenti) del tutto inutili…una particolare menzione meritano però le bio-masse, sia per la loro corsia di coltivazione privilegiata da un piano di forestazione su cui la regione ha postato ben 50 milioni di euro e che ben sappiamo porterà alla progressiva sostituzione del materiale ligneo locale con specie arboree a più alto indice di crescita e magari del tutto avulse dal patrimonio genico locale, con tutti i rischi che questo comporta soprattutto nel caso di organismi ogm, ma soprattutto per quella deliberà del novembre 2005 che assimilando il cdr alla legna ecologica lo rende combustibile in impianti altrimenti destinati (attualmente il cdr è combusto nei tre cementifici regionali, avigliano, barile e matera, nell’inceneritore fenice e prossimamante nell’inceneritore veolia a potenza, di cui il sottoscritto aveva anche informato, ma che non si è voluto ascoltare, preferendo fare le battaglie contro i mulini a vento)…e ricordo che attualmente i progetti di centrali a bio-masse, dal mostro di aciniello di stigliano (quasi 40 mw) all’apparente innocua centrale di venosa (1mw, ma di prevedibile crescita) dovrebbero essere una ventina…il materiale ovviamente proverrà quasi tutto dalla vicina campania…

basterà, è già un inferno – dirà qualcuno, eppure no, non basta ancora…c’è il traffico “legale” ed illegale di rifiuti tossici…quello legale che si svolge del tutto indistrubato nella miriade di impianti esistenti per lo stoccaggio (dalla semataf di guardia perticara ai tantissimi plessi privati presso opifici) e da costruire (val basento-ferrandina), quello illegale che essendo tale non appare visibile nell’immediato, soprattutto se non si cerca affatto e chi dovrebbe farlo magari non lo fà o non può farlo per “interpretazioni” dei regolamenti alquanto bizzarre, e quando persino organismi costosi che hanno sede nei palazzi della regione non lo fanno affatto, preferendo occuparsi d’altro…poi c’è la babele dei rifiuti solidi urbani che con la scusa di una emergenza a dire di tanti assolutamente “pilotata” ha portato a piani rifiuti con l’obiettivo della raccolta differenziata a scopo di costituire “cdr di qualità”…

potrei continuare a lungo con l’ambiente e con la miriade di interventi che la regione mette in campo per prevenire e curare magari i fiumi o le coste, dopo aver avuto tanta incuria da far presupporre persino ai più ingenui che l’intento era quello di creare “criticità” su cui poter intervenire con molto denaro pubblico (chi ricorda il libro della klein shock economy?) e molti interessi privati, ciò ditte che rispondono a sollecitazioni di alcuni politici e che ricompensano in qualche modo…

potrei continuare a lungo con le clientele, le collusioni, la mancanza reale di libertà che i bisogni controllati dai pochi potenti determinano, le prese in giro, i deficienti che ancora si appellano a proprie diversità supposte in un sistema di centro-destra-sinistra con l’intento di “cambiare tutto dall’interno”, i misteri di una regione dove la giustizia è legata a filo doppio alle chiavi di accesso a salotti e logge, dove l’imprenditoria va autorizzata, controllata, emunta, e dove chi ha un’idea riesce a trasformarla magari solo in disperanza e livore contro il prossimo, una regione dove la mano destra non sa mai cosa fa la sinistra e dove una comunità non sa nulla della comunità le cui luci di notte si stagliano chiare e vicine all’orizzonte, una regione dove le voci fuori dal coro e quelle contro vanno recintate in perimetri di doppiogiochismi e delegittimazioni alle spalle, una regione dove si china il capo e si va avanti alla meno peggio secondo le regole della sopravvivenza in una democrazia dalla coppola in mano e dall’anello al naso…

potrei continuare a lungo, ma mi fermo…impedire tutto questo sarà l’impegno del sottoscritto e di comunità lucana – movimento no oil…piaccia o non piaccia, siamo qui e qui intendiamo rimanere, alla faccia dei itanti mpiegatucci regionali con il culo al caldo e le fregole politico-letterarie, alla faccia dei nevrotici al soldo dell’umoralità concessa in cambio dell’assenso alle apparenze, alla faccia dei tanti “cazzoni” contenti di percepire un soffio di privilegio su tutti gli altri da difendere a tutti i costi, alla faccia dei liturgici dell’anti a tutti costi, alla faccia di tutti i mafiosi, collusi, potenti, sporcaccioni, corrotti, dementi che sporcano questa regione e questa magnifica terra non della loro presenza, ma del loro alito fetido di quelle innominabili sozzerie con cui cibano le loro voglie di un piccolo potere in un sistema di potere che definire feudale ci pare l’unico modo di poter considerare quell’ossequio all’interesse dell’imperatore che autorizza in cambio di fedeltà ogni lesione del diritto e persino della ragione…

buona pasqua a tutti…

   

Pubblicato in Blog

indietro tutta

BASILICATA; CENTROSINISTRA, AVANTI CON IMPEGNO
 
01/04/2010 12.26.07
[Basilicata]
Vito De Filippo (Pd) – appena rieletto alla presidenza della Regione Basilicata – ha incontrato oggi, a Potenza, i segretari dei partiti del centrosinistra “per avviare il lavoro della nuova legislatura”. Durante la riunione è stata espressa “grande soddisfazione sul risultato elettorale. Si rinsalda – ha detto De Filippo – un nuovo patto di fiducia con la comunità regionale che dovremo onorare nei prossimi anni con maggiore impegno e rigore e con importanti azioni innovative. Si è condiviso un lavoro di coalizione proiettato a risolvere le grandi questioni della Basilicata”. In vista del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Matera, “tutto il centrosinistra si sentirà impegnato a portare a compimento il percorso elettorale riconquistando la Città dei Sassi”.

———————————————————————————-

beh, se il lavoro della nuova legislatura nasce dalla continuità con la precedente, come appare del tutto ovvio e scontato, quel patto di fiducia espresso dal 35% dei lucani (queste le reali cifre del consenso per il centrosinistra tutto) è cosa che non riguarda certo tutti e siamo certi infatti che non riguarderà affatto tutti, dovendo nei fatti corcoscriversi alla feudalità di un consenso estorto o concesso con le promesse di un lavoro e le clientele locali di cui tutti sappiamo…in basilicata, caro presidente (non se ne meravigli, ma lei dopotutto è anche il mio presidente, pur non avendola scelta!) a vincere saranno soprattutto le multinazionali di petrolio ed energia, acqua ed i trafficanti di rifiuti e tutti intuiamo che le grandi questioni alla cura proprio di quegli interessi saranno rivolte

Pubblicato in Blog