Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

La dis-giunta tecnica

 

 

Al primo giorno di vita la giunta “tecnica” del presidente De Filippo già si aggiusta con la sostituzione del rivelatosi incompatibile direttore del centro ENEA di Rotondella con Rosa Mastrosimone, idv con cambio di casacca a pochi mesi dalle elezioni, rimasta fuori dal consiglio e rientrata così in extremis, con tutto il suo partito, in giunta. Sono certo note a tutti le competenze tecniche della Mastosimone.

 

 

Ora, al di là delle minacce dell’idv di passare all’opposizione, cosa che evidentemente ha messo in luce incompatibilità dell’assessore per un giorno che non si comprende come mai non fossero chiare prima – e in questa regione abbiamo capito essere alcuni argomenti un elastico che si tira dove e fin dove si vuole – questo ci spinge a meglio focalizzare lo stato della giunta “tecnica”, scoprendo così che anche a volere considerare Attilio Martorano, ex presidente di Confindustria Lucana, un tecnico che ricopriva però una carica per sua natura molto politica e poco tecnica, ci si sarebbe aspettati una sua nomina alle attività produttive, non certo alla sanità.

 

Ma anche la figura di Wilma Mazzocco, patron dell’API locale – non una filiale della omonima società petrolifera, ma la neonata formazione politica di Rutelli – all’agricoltura pone qualche problema in quanto se non comprende quale sia il passaggio “tecnico” che porta la presidente di Confcooperative allo strategico assessorato, ci è invece chiaro il dazio centrista che il presidente ha voluto pagare al “tappo al centro” che la stessa API ha rappresentato in queste elezioni, fino ad arrivare all’assessore alle infrastrutture che scopriamo aver nel suo bagaglio tecnico l’essersi occupata prevalentemente di formazione professionale, tutte cose certo molto bizzarre se si parla di tecnici.

 

Il sorridente presidente De Filippo però non fra una grinza ed a margine della conferenza stampa di presentazione della giunta non solo dichiara che essere governo non significa stare in giunta, con ciò aprendo le porte del sottogoverno regionale e di tutto ciò che ne consegue in termini di clientele agli esclusi dalla compagine di governo e dimostrando che a vincere queste elezioni è stata la dorotea “DC de facto” che impera incontrastata in questa regione, ma chiosa sornione su una lapidaria frase, quella secondo cui questa non sarebbe la giunta del presidente, ma la giunta del lucani.

 

Vorremmo credergli, ma proprio non ci riesce e non ci riesce non già per preconcetto ideologico, ma per quella continuità che le scelte fatte apportano alla linea di governo del territorio già sperimentata nella passata giunta. Non si comprende infatti come mai De Filippo, volendo fare scelte tecniche di governo, non abbia affatto scelto dei tecnici lì dove questi sono stati dichiarati tali, ma proprio non si comprende come mai sia poi saltata del tutto la connotazione tecnica per quei tre assessorati chiave come ambiente, attività produttive e formazione, ma la risposta è facilmente intuibile.

 

Aver incaricato Agatino Mancusi (udc), senza alcuna competenza in materia ambientale che magari non siano le passeggiate domenicali, ma assai contiguo per dovere di “linea politica” al quel gruppo Caltagirone, a cui è imparentato il segretario nazionale, gruppo in predicato di realizzare commesse importantissime nello sviluppo del nucleare in Italia – chissà forse in Basilicata? – ed interessato con Veolia e Nestlè a mettere le mani sull’acqua lucana per rifornire l’Acquedotto Pugliese al cui 40% la cordata è in predicato di impossessarsi grazie al decreto 133/2010, ma assai interessata anche alla gestione-incenerimento dei rifiuti in regione, ci pare invece una scelta tutta politica e tutta dentro il mainstream del pensiero presidenziale di “valorizzare” le grazie della regione nel lupanare di scelte energetiche che non mancheranno certo di far l’occhiolino alle compagnie petrolifere.

 

Aver poi incaricato il democristiano Restaino, suo fedele alleato contro il lato sinistro del PD  – Folino rimarrà parcheggiato alla presidenza del consiglio – della delega alle attività produttive è una scelta di campo netta rispetto agli orientamenti che le stesse scelte produttive – quindi i contributi da erogare – avranno in questa regione proprio rispetto alle attività coerenti alle scelte energetiche, agri-energie e quindi bio-masse in modo particolare.

 

La scelta della Mastrosimone, come già accennato, alla formazione è scelta poi di perfetta continuità con la precedente gestione Autilio, non ci resta che vedere allora la composizione del sottogoverno per comporre un puzzle in cui gattopardescamente tutto sembra cambiare, ma nulla cambia davvero, oltre al fatto di avere tre donne in giunta.

 

Ci chiediamo quindi se alla luce dei fatti che si prefigurano e delle scelte che paiono impostate sia il caso di vedere all’opera la giunta regionale prima di puntare il fucile – politico, per carità! – o non sia il caso già da ora di dichiarare ostilità verso una giunta che più che tecnica ci par politica e più che giunta ci par dis-giunta – dalla ragione che vorrebbe una regione meno serva della marginalizzante internazionalizzazione che ci riduce a colonia e con un’altra idea di gestione del territorio.

 

Nell’augurare comunque a Lei ed alla giunta buon lavoro, le ricordo, presidente, che la maggioranza assoluta non vuol dire la monarchia assoluta, parola di anti-berlusconiano!

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento NO Oil