e che accordo sarebbe?

RIFIUTI, SODDISFAZIONE SARRA PER ACCORDO ADDUCE-DE FILIPPO
Per Sarra “fondamentale è stata la discussione in Consiglio regionale”
30/06/2010 16.56.18
[Basilicata]

(ACR) – Grande soddisfazione è stata espressa dal vice presidente del Consiglio regionale, Romeo Sarra, per gli accordi raggiunti durante l’incontro tra il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e il goverantore De Filippo, in merito alla questione dello smaltimento dei rifiuti.

Il consigliere Sarra, già nella mattinata di ieri, durante i lavori del Consiglio regionale, aveva presentato una mozione in merito al conferimento dei rifiuti di Potenza e Provincia presso l’impianto di La Martella. “La mozione e la discussione in Consiglio regionale – ha affermato il consigliere – hanno certamente contribuito alla nuova determinazione del Governo regionale: rinviare la data per l’arrivo dei rifiuti presso il sito materano, rifiuti che verranno conferiti solo dopo una attenta analisi e un approfondito monitoraggio”.

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oddio, qualcuno potrebbe spiegarmi di che tipo di accordo trattasi, visto che si rinvia la situazione del conferimento, senza alcuna indicazione futura?…attenta analisi e approfondito monitoraggio?…mah, se ci si mette l’arpab di mezzo, a qualcuno qualche dubbio pure verrà…comprendiamo comunque che sui rifiuti si continua a giocare al massacro per preparare la strada alla termovalorizzazione di cdr…ecoballe…balle!!!

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potenza è una piccola città capoluogo di una piccola regione, così capita a volte di condividere con “pezzi di potere” occasioni, luoghi, momenti, persino parentele più o meno distanti, più o meno significanti, ma tant’è – questa è potenza…

capita allora che il sottoscritto invitato ad una cerimonia e ad un pranzo cerimoniale, condivida il desco con un assessore regionale, un assessore alla sanità per la precisione…per carità, nessun discorso politico o polemico che potesse turbare la quiete di una riunione allargata, ma che questa diventi occasione di scambio di opinioni è cosa legittima, forse normale, in ogni caso se il detto che “per trovar moglie, vai a tutti i funerali e matrimonii” e questo qualcosa pur significava in una cultura contadina dove l’occasione conviviale era l’unica occasione sociale e d’incontro, altrettanto lo è, fatte le debite differenze, in una cultura lucana che si ritrova di botto ad essere post-contadina, post-industriale, forse anche post-umana…

così, avendo a portata di mano un pc, ben poco impegnativo è stato collegarsi al blog, andare alla pagina del nostro programma per le regionali (programma assai “prelevato”, ma di cui mai si fa menzione da parte dei “prelevatori” – sarà per non dover ammettere che qualcuno magari sulle cose ci ragiona?), stampare la parte dedicata alla sanità ed indi consegnarla all’assessore come stimolo alla sua azione…azione che ci pare tutta tesa a ritagliare fette di risparmio sul bilancio della sanità, preferendo un approccio economicista alla stessa sanità – che è fatta di diritti nel rispetto dei bilanci e non di bilanci a discapito dei diritti – piuttosto che pensare ad un modello “territoriale” in grado di funzionare al meglio e non al meno peggio

assessore che, a meno non fingesse un falso interesse alla lettura, ha a lungo letto il “quibus” e se ne è uscito con un….”ci sono cose che non capisco”…conservando il foglio e forse rimandandone una miglior lettura a momenti più consoni che non fossero l’intervallo tra un piatto di cafati salsiccia e rucola ed un filetto di bue al limone in crudité di champignon…vedremo cosa accadrà!!!

noi seminiamo probabilmente in un campo sterile, ma seminiamo e per dio, se son rose fioriranno, ma fioriranno anche se sono margherite

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credo che quanto sta accadendo debba far comprendere quanto questa regione ha perso nel non comprendere o non aver voluto comprendere quello che questo movimento sta facendo e quello che avrebbe potuto fare in un consiglio regionale dominato dai “distruttori”….niente polemiche, si va avanti, ma sarebbe preferibile che alcuni “cammellati” si rimettessero in riga e la smettessero di fare il gioco del potere, riconoscendo chi continua a lottare portando le proprie istanze personali in secondo piano rispetto alle istanze collettive…noi avevamo ed abbiamo un progetto, altri hanno secondi fini o soffrono di allucinazioni e di deprivazioni sensoriali…

…debbo infine forse dire che sono accusato di voler far troppo?…bene, vengano fuori gli altri, quelli che hanno voglia di fare!!!

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segnalo

AGROBIOS COMPIE 25 ANNI, GIOVEDÌ GIORNATA CELEBRATIVA
 
22/06/2010 11.22.29
[Basilicata]

Nel 1985 nasceva Metapontum Agrobios che, nel corso di questi anni, è diventata una importante realtà nel campo della ricerca biotecnologica e dei servizi avanzati per l’ambiente.
In occasione del 25° anniversario della sua costituzione, Agrobios ha organizzato una giornata per ricordarne la storia, ripercorrerne l’evoluzione, raccogliere nuovi spunti perché continui ad essere uno strumento per lo sviluppo e l’innovazione in Basilicata.
La giornata celebrativa si terrà venerdì, 25 giugno, alle ore 9. Aprirà i lavori il presidente di Agrobios, Salvatore Adduce. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione, Vito De Filippo

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Pitone reale trovato in tubi scarico

di Ansa (ANSA) – MILANO, 21 GIU – Un pitone reale lungo circa un metro e’ stato recuperato dai volontari dell’Enpa in uno stabile della zona Quarto Oggiaro a Milano. Da alcuni giorni gli inquilini segnalavano problemi agli scarichi dell’impianto idrico e poi hanno scoperto il pitone: l’hanno visto sbucare per qualche secondo sul fondo del water di uno degli appartamenti e poi sparire. L’avvistamento ha suscitato subito terrore tra gli abitanti del palazzo. Grazie all’aiuto di un idraulico il rettile e’ stato recuperato.

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lecito paragonare uno scarico di quarto oggiaro al lago del pertusillo, pensando al povero rettile che nonostante tutto è sopravvissuto?…quel lago lo rivogliamo pulito e sano, un gioiello parte integrante del parco nazionale della val d’agri, al più presto…e nelle more di questo risanamento, qualcuno dovrà far le valigie e lasciare la sua poltroncina da cui dirige il tutt’apposto lucano 

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prinzi ed il turismo

leggete questa chicca tratta da basilicatanet dello scorso venerdì…credo che i commenti siano del tutto inutili…

INVASO PERTUSILLO, PRINZI (IDV): PREVALGA RESPONSABILITA’

 
18/06/2010 11.39.11
[Basilicata]

“Sui problemi ambientali evidenziati da qualche tempo nell’invaso del Pertusillo, sicuramente aggravati dalla moria di pesci e dal cattivo odore degli ultimi giorni, è necessario specie da parte chi svolge incarichi politico-istituzionali, ma anche da parte di chi svolge meritoria e volontaria attività di tutela ambientale, un atteggiamento improntato alla massima responsabilità, sostenendo l’impegno profuso dall’Amministrazione Provinciale e dai Comuni che si affacciano sull’invaso”. E’ quanto evidenzia il capogruppo di Idv in Consiglio Provinciale Vittorio Prinzi, per il quale “l’allarmismo che porta qualcuno a paragonare la situazione del Pertusillo alla marea nera del Golfo del Messico oppure ad ipotizzare, in forma di pura teoria, cause e concause di inquinamento, sono del tutto fuori luogo e non contribuiscono ad individuare le cause di quanto sta accadendo. La Provincia ha dimostrato sin dalla prima fase, con l’iniziativa e senza risparmio di energie del vice presidente ed assessore all’Ambiente Massimo Macchia, di non sottovalutare in alcun modo i problemi esistenti ed anzi di rafforzare ogni sforzo, di intesa con l’Arpab, la Regione, i Comuni interessati, per contrastare efficacemente quella che si è rivelata, sulla base di accurata indagine condotta dall’Agrobios, una moderata contaminazione microbiologica. Ciò ovviamente non ci fa stare tranquilli fino a quando esperti e studiosi non avranno indicato le misure da adottare e le azioni da svolgere per una prevenzione maggiore contro ogni forma di potenziale inquinamento. Alimentare invece solo polemiche non ha alcuna utilità pratica e magari finisce per mettere in fuga i turisti e quanti nel fine settimana scelgono l’area del Pertusillo per trascorrere un soggiorno. Quindi non abbassiamo la guardia ma lasciamo lavorare amministratori ed esperti”.

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prego qualcuno di commentare al posto mio, poichè a gente simile, gran patron del petrolio in val d’agri quando era sindaco di viggiano, io non ho alcuna voglia di rispondere…anzì lo faccio con un commento postato su fb dal sottoscritto… 

caso pertusillo…qualche consigliere provinciale dice che non è il caso di far scappare i pochi turisti che arrivano in val d’agri con notizie di morie di pesci ed inquinamenti vari…ma secondo costui, vecchia conoscenza di tutti coloro che conoscono la storia del petrolio in valle, se i turisti arrivano e li vedono, che fanno, rimangono?

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ipse dixit II

in lucania vige uno strambo legittimo impedimento a sapere cosa accade alla naturalità della nostra terra…

petrolio, rifiuti, inquinamenti di varia natura, monitoraggi burla, bonifiche sulla carta, tuttappostismo che promana copioso dagli organismi di regime…sembra il paese dei balocchi, ma per quanto tempo ancora credono di poter nascondere le cose?…

forse il tempo che ci separa da un crack ambientale i cui segni, dapprima impercettibili, lenti come tutte le reazioni della natura, divengono via via più palesi e veloci, esponenziali, sino a conclamarsi in disastro?..

dico che è ora di dire basta ed organizzarci per dirlo ed ottenerlo

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ipse dixit I

c’è un sottile filo rosso che lega tutto quello che accade in lucania…la solitudine individualista che impedisce di ragionare insieme sulle cose

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comunicato stampa di comunità lucana – movimento no oil

Una moria naturale

 

 

Apprendiamo dall’organo televisivo ufficiale della moria di pesci nella diga del Pertusillo e proviamo a mettere in moto la logica razionale della relazione causa-effetto

 

 

Così se torniamo alla inusuale fioritura dal cromatismo granato dell’alga cornuta nell’invaso della Val d’Agri, invaso che nonostante i ritagli operati sui confini del Parco Nazionale, ne è rimasta comunque parte integrante – voilà – la relazione tra i due fenomeni della presenza dell’alga e della moria di pesci appare ora evidente, non negabile dalla saga nostrana del tutt’apposto, acclarata dal sentirsene acre l’odore, ma la relazione tra i fenomeni si basa sulla decomposizione dell’alga che sottrae ossigeno alle acque del lago con ipossia ai danni delle specie ittiche come evento causale della moria stessa, almeno così ci par di capire dal vernacolo catecumenale e poco comprensibile di un responsabile ARPAB che s’assume la recitazione dell’atto di fede nella nostra agenzia di protezione dell’ambiente.

 

 

Glissando per umana comprensione sulla dichiarazione di un obbligo di vicinanza delle istituzioni alle popolazioni dell’assessore all’ambiente della provincia di Potenza, Macchia, obbligo che ci pare nulla spieghi ad alcuno e vicinanza di cui supponiamo le popolazioni dell’area farebbero volentieri a meno, preferendo vicinanza ai problemi nella ricerca di soluzioni e non di convenevoli, le considerazioni alla notizia sono o che i lucani sono ritenuti tanto beoti da potergli raccontare tutto o che i responsabili non sanno che pesci prendere in una situazione in cui di pesci ne rimangono pochi ed improvvisano.

Torniamo ai fatti. La relazione causa-effetto tra due fenomeni spiegata in questi termini significa così allontanarsi dalla razionalità o volerlo fare, se è vero che chiarendo la causa di un fenomeno per gli effetti di un altro fenomeno, non si racconta nulla sulle cause scatenanti il primo, in poche parole sul perché della inusuale fioritura dell’alga cornuta nella diga del Pertusillo da cui poi origina la moria.

 

 

Sulla presenza dell’alga cornuta poco è chiaro, preferendosi generiche rassicurazioni luturgiche che recitavano la non tossicità dell’alga stessa ai fini del consumo umano di acqua, finendo per incolpare della sua presenza le attività agricole della valle, secondo alcuni “responsabili” che all’uso scorretto di concimi da parte degli agricoltori della valle attribuiscono il fenomeno e le sue conseguenze.

 

 

Andrebbe però chiarito che se l’alga prospera in ambienti a contenuto fosforico, la strada dei concimi non regge, usandosi in  Val d’Agri quasi esclusivamente concimi azotati, viste composizioni di terreni in buona parte limo-argillosi, e la prevalenza di colture orticole necessitanti più di azoto che d’altro. Sarebbe così il caso che chi ha espresso tali considerazioni, dia risposte agli agricoltori della valle in merito, soprattutto considerando che lo stato del fiume Agri a monte della diga, nonostante il grande numero di briglie e di argini cementati, è in un sufficiente stato di conservazione bio-tipica, come idati raccolti di recente da un’associazione ambientalista dimostrano, stato di conservazione che concilia poco con ipotesi di reflui riversati dai terreni agricoli lungo il cammino del fiume e dei suoi affluenti.

 

 

Ancor più assurdo sarebbe poi non considerare che l’improvvisa fioritura, mai verificatasi nonostante minori livelli di riempimento dell’invaso in anni passati e la potenziale maggior concentrazione degli inquinanti in simili condizioni, sia dovuta più a fattore critici che a fattori cronici, più all’occasionalità di sversamenti di natura dolosa o accidentale che alla costanza di afflusso della sostanza specifica che all’agricoltura farebbe pensare in periodi fissi dell’anno e non certo nei mesi invernali.

All’apparizione dell’alga il sottoscritto incontrò l’assessore Macchia nei corridoi della provincia e fu da questi rassicurato testualmente che “….questa volta non era il petrolio” – non faccio considerazioni! – e che tra le possibili cause della fioritura potevano esserci le piogge abbondanti ed una fabbrica di concimi dismessa nella zona industriale di Viggiano, chiusa ormai da molti anni, probabilmente le prime dilavando con violenza cortili e capannoni dell’impianto che da tempo però dovevano essere vuoti e che forse non erano tali. Ipotesi, certo, non sapendosi altro in merito.

 

 

Si parlò allora di fenomeno naturale, di tossicità inesistente, di pesci in buona salute, “dimenticando” la presenza rilevata qualche mese prima nella diga del Pertusillo di bario ed altre sostanze industriali legate all’estrazione e trattamento del greggio e di batteri in alte concentrazioni, e “dimenticando”,  ben oltre il cavillo legale sulla concentrazione per usi differenti delle acque, soprattutto di dar risposte  in merito, facendo nascere più dubbi sui monitoraggi di quanti pesci oggi sono rimasti nella diga.

 

 

Non considerare la possibilità che troppi carichi impattanti sulla delicatezza del lago, petrolio in testa, possano essere concause di un’alterazione grave dello stato delle acque che porta alla fioritura e alle morie, è volere negare l’evidenza, o deviarne a visibilità, che forse non tutto è a posto in Val d’Agri.

 

 

Così continuando, se la fioritura delle alghe è un evento naturale, così come la loro decomposizione, naturale sarà la moria di pesci, sperando che in un sistema siffatto di distorsione sistematica di verità operata per “non creare allarmismi” e forse tutta a vantaggio di alcune attività che “non possono fermarsi” una moria di esseri umani mai avvenga e mai possa essere anche quella considerata come naturale. E se, politica permettendo, si cominciasse a dire la verità ed a mandar via qualcuno?

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil  

qualcuno fornisce numeri

ESITO AVVISI PUBBLICI VAL D’AGRI E VAL BASENTO – MATERA
Un invesitmento di 80 meuro
14/06/2010 08.07.36
[Basilicata]
                                                                                                                         
(AGR) – Sono 58 le imprese che hanno risposto agli Avvisi pubblici della Regione per effettuare investimenti nelle aree industriali della Val D’Agri, della Valbasento e di Matera. A disposizione circa 80 milioni di euro. Prevista, a regime, la creazione di 1.300 nuovi posti di lavoro per un investimento complessivo di circa 700 milioni di euro.
La Giunta regionale ha approvato le relative graduatorie delle manifestazioni di interesse che ora saranno valutate nel dettaglio.
Trentasei domande riguardano nuovi investimenti; ventidue, invece, prevedono ampliamenti di imprese già operanti.
In particolare, per il bando Val D’Agri (30 milioni di euro) sono 16 le domande ammesse a valutazione, di cui 4 per ampliamento, 750 i posti di lavoro previsti, comprensivi di quelli già attivi, di cui 394 nuovi. L’investimento complessivo è di 205,5 milioni di euro.
Per il bando Valbasento (34 milioni di euro) sono 21 le domande ammesse a valutazione, di cui 9 per ampliamento, 869 i posti di lavoro complessivi a regime, comprensivi di quelli già attivi, di cui 434 nuovi. L’investimento complessivo è di 237,2 milioni di euro.
Infine, per il bando Matera (16 milioni di euro) sono 21 le domande ammesse alla valutazione, di cui 9 per ampliamento, 971 i posti di lavoro complessivi, comprensivi di quelli già attivi, di cui 485 nuovi. L’investimento complessivo è di 246,2 milioni di euro.
Il bando Val D’agri è stato approvato con lo scopo di promuovere la realizzazione di Piani di Sviluppo Industriale nell’Area Industriale di Viggiano e nelle aree per insediamenti produttivi dei comuni della Val D’Agri. La copertura finanziaria, per un ammontare complessivo di 30 Meuro viene assicurata con le risorse rivenienti dalle royalties per le estrazioni petrolifere.
Il Bando Val Basento – Matera mira a promuovere la realizzazione di Piani di Sviluppo Industriale nelle Aree Industriali della Val Basento, Jesce, La Martella e nelle aree per insediamenti produttivi del comune di Matera. La copertura finanziaria viene assicurata con le risorse residue e con quelle che eventualmente si renderanno disponibili del “Bando Val Basento” (febbraio 2000) e del Bando “Pacchetto Integrato di Agevolazioni (PIA)” (dicembre 2002). Ovviamente le risorse rivenienti dal Bando Val Basento dovranno essere destinate ai Piani di Sviluppo Industriale da realizzare unicamente nell’Area Industriale della Val Basento.
Per i due avvisi pubblici (Val D’Agri e Valbasento – Matera) sono state ritenute prioritarie, le iniziative coerenti e rivolte a potenziare, sviluppare e valorizzare i seguenti settori strategici: Potenziamento settori esistenti (meccanica, chimica, materie plastiche, riciclaggio materiali usati, produzioni innovative); Energia (risparmio energetico, bioedilizia, edilizia antisismica, fotovoltaico, biomasse, energie alternative); Chimico farmaceutico; Mobilità (Security, Infomobilità, mobilità sostenibile, materiali innovativi); Osservazione della terra (climate change, agrometeorologia, monitoraggio ambientale);
I due avvisi rientrano nellambito Legge Regionale 16 febbraio 2009, n. 1 “Legge regionale per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo lucano”.

 

AUTILIO (IDV) SU AREA INDUSTRIALE DI VIGGIANO
“Si apre una nuova fase di sviluppo e occupazione”
14/06/2010 07.47.00
[Basilicata]
                                                                                                                         
  (ACR) – “I risultati dell’Avviso Pubblico per favorire investimenti industriali nell’area di Viggiano confermano il forte interesse imprenditoriale per quest’area che ha un potenziale di sviluppo e di occupazione, riferiti alla presenza di risorse petrolifere e di gas naturale oltre che alle opere di infrastrutturazione primaria e di servizi in grado di consentire la competitività, elementi che sono ancora ampiamente inespressi nonostante i programmi di promozione ed incentivazione”. E’ il commento del vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Autilio (Idv), il quale sottolinea “la nuova fase che si aprirà a breve con l’avvio dei sei progetti industriali approvati, con contributi regionali per 30 milioni di euro, in grado di realizzare 443 posti di lavoro”.“E’, anche, da sostenere l’impegno assunto dalla Giunta regionale – aggiunge Autilio – per finanziare le rimanenti dieci richieste presentate, che non hanno trovato immediata disponibiltà di risorse e che consentiranno la creazione di altri 320 posti di lavoro. Per l’area industriale di Viggiano trova attuazione il duplice impegno, da una parte per salvare i posti di lavori minacciati da crisi aziendali, come nel caso della Vibac, e dall’altra di creare nuovi posti, soprattutto, attraverso attività fortemente innovative nei settori di produzioni tecnologicamente avanzate per energia ed elettromedicali. E’ questo un ulteriore passo avanti in direzione dell’istituzione del Distretto Energetico Val d’agri con industrie e stabilimenti che si occupano delle attività dirette ed indotte e quindi occupazione qualificata per giovani laureati”.Per il vice presidente del Consiglio rgionale, inoltre “il Bando riferito all’area di Viggiano strettamente intrecciato alle misure previste dal Po Val d’Agri rappresenta lo strumento efficace per superare l’attuale situazione di squilibrio sociale con le aree più forti della regione. E’ la strada da seguire, mettendo insieme agevolazioni e contributi finalizzati all’unico obiettivo di estendere i benefici derivanti dall’attività petrolifera”.

 

DE FILIPPO: BASILICATA SEMPRE PIU’ ATTRATTIVA
Una straordinaria opportunità per imprese e occupazione
14/06/2010 08.08.46
[Basilicata]
                                                                                                                         
(AGR) – “Le circa 60 manifestazioni d’interesse arrivate per i bandi Val D’Agri e Valbasento – Matera rappresentano una straordinaria opportunità per lo sviluppo economico ed occupazionale della regione“. Lo ha detto, stamani, il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, illustrando i risultati degli avvisi Val D’Agri e Valbasento – Matera. “Sono – ha aggiunto De Filippo – un segnale positivo per aprire una nuova pagina dello sviluppo di queste importanti e strategiche aree della regione”.
Il presidente della Regione, inoltre, ha affermato che “oggi, forti anche delle esperienze del passato, possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia grazie alle correzioni che abbiamo apportato a queste misure di sostegno rispetto a quelle tradizionali. Il metodo di selezione e valutazione delle manifestazioni di interesse ed i modelli procedurali che abbiamo messo in campo puntano a favorire investimenti certi e tempi definiti con quel che significa in termini di ricadute economiche stabili e di opportunità occupazionali. Per quel che riguarda la Val D’Agri, le risorse derivanti dalle royalties del petrolio potranno avere risultati positivi concreti per tutta l’area grazie anche all’interesse manifestato da aziende che puntano su livelli di alta innovazione tecnologica. Sulla Valbasento il Governo regionale intende ancora investire anche per recuperare il Know-how di esperienze che sono maturate in quel distretto industriale. Per il tessuto produttivo di Matera, questo bando potrà aiutare le imprese del distretto del mobile imbottito. E’ stata, a tal proposito, avviata una interlocuzione con il Ministero per lo Sviluppo Economico per la definizione di un accordo di programma sul mobile imbottito unitamente alla Regione Puglia. In tale Accordo di Programma potranno essere candidate le iniziative già selezionate e non finanziate con le risorse attualmente disponibili. Il Governo regionale, consapevole delle difficoltà vissute dal sistema produttivo a causa, soprattutto, della crisi finanziaria internazionale che ha colpito anche la Basilicata, ha messo in piedi una serie di strumenti che renderanno la regione più competitiva e più pronta a rispondere alle esigenze del mercato globale”.

 

RESTAINO: REGIONE A SOSTEGNO DELLA COMPETITIVITA’
Ora occorre recuperare altre risorse
14/06/2010 08.10.07
[Basilicata]
                                                                                                                         

(AGR) – “Con l’approvazione delle graduatorie relative alle manifestazioni d’interesse si è chiusa la prima fase degli avvisi pubblici Val D’Agri e Valbasento – Matera. Ora si passerà alla fase di verifica delle proposte per consentire una reale efficacia dei programmi di investimento industriale”. Lo ha detto stamani, l’assessore regionale alle Attività produttive, Erminio Restaino, nell’illustrare ai giornalisti i risultati dei bandi Val D’Agri e Valbasento – Matera.
“La valutazione ha premiato gli ampliamenti, i settori prioritari e l’occupazione attivata dalle iniziative come era stato previsto dagli Avvisi Pubblici. Da sottolineare che gli investimenti terranno conto dei lavoratori che attualmente vive in situazioni di difficoltà. Infatti, mediamente il 30% della nuova occupazione da realizzare con questi bandi proviene dagli ammortizzatori sociali di mobilità o cassa integrazione guadagni. Non meno importante – ha aggiunto Restaino – il rapporto tra investimenti pubblici (contributo) e il numero dei nuovi posti di lavoro da realizzare che si trova nel rispetto della media pari a circa 500 mila euro”.
L’assessore regionale Restaino, inoltre, ha sottolineato che le graduatorie riguardano le Manifestazioni di Interesse e non progetti definiti. La seconda fase degli Avvisi Pubblici prevede la valutazione di merito dei progetti definitivi che potrebbe anche sconvolgere la graduatoria come ora è stata definita in quanto basata su dati e dichiarazioni che possono essere verificati solamente nella seconda fase.
“Ora – ha aggiunto Restaino – dobbiamo fare in modo di trovare risorse aggiuntive per completare il processo degli investimenti richiesti. Per la Val d’Agri può essere previsto il raddoppio delle risorse. Per la Val Basento possono essere recuperate risorse attraverso le revoche del precedente Bando Valbasento 2000 per un ammontare complessivo stimato in circa 10-12 milioni di euro. Inoltre – ha concluso Restaino – intendiamo subito verificare con il Ministero per lo Sviluppo economico la possibilità di recuperare, almeno in parte, le risorse già destinate alla regione Basilicata e non utilizzate: Consorzio Nuova Val Sud (55 Meuro) e Contratto di Programma La Felandina (85 Meuro)”.

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non voglio neppure rispondere per come velenosamente vorrei e potrei…perchè, oltre alle palesi incongruità su alcuni numeri citati da autilio per la val d’agri, non si dice in modo chiaro che questi 80 milioni non creano direttamente questi posti di lavoro, ma vanno a finanziare imprese che “forse”, se valutate positivamente, se poi ancora interessate, se le condizioni di mercato non cambieranno, “potrebbero” portare a dei nuovi posti…dobbiamo supporre che faranno la stessa fine dei tirocini formativi che pur sembravano partiti e poi han dovuto fare i conti con la loro impossibilità ad essere banditi?…voi parlate di 1300 posti di lavoro, io ho parlato di 500 con larghezza…spero che sia valida la prima ipotesi, ma appunto una ipotesi…perchè l’esperienza in questa regione insegna che sono sempre i consuntivi a dire cosa accadrà, non certo i preventivi che con una larghezza eccesiva state sostenendo sulle aspettative della gente…

vogliamo allora spiegare che le valutazioni si son fatte su una serie di parametri del bando basato sulla legge regionale 1/2009, ma che sono state le imprese, anch’esse a preventivo ad elaborare ipotesi di nuova occupazione, ipotesi che ora dovranno confrontarsi con la realtà e non più solo con l’analisi, anch’essa preventiva degli “uffici” regionali?…

stiamo allora parlando di nuovi posti di lavoro o di ipotesi o speranze (dipende da chi e come vede la cosa) che state invece spacciando già come posti di lavoro?…vedremo come andrà a finire!!!

vi linko la pagina del sito istituzionale dove trovare legge, allegati e quant’altro di utile alla lettura dell’ennesima promessa

http://www.regione.basilicata.it/dipattivitaproduttive/default.cfm?fuseaction=dir&dir=2100&doc=&link

oppure in caso non funzioni alla pagina del dipartimento

http://www.regione.basilicata.it/dipattivitaproduttive/

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deportazioni

da qualche giorno è iniziato il trasferimento di circa 420 cani da diversi canili lucani verso una mega canile in Calabria a Cassano dello Ionio. questo canile può ospitare fino a 3000 cani. la decisione di questo trasferimento forzato è venuta dalla comunità montana Val D’Agri, che ha ritenuto troppo oneroso il mantenimento di questi poveri animali che sono affidati da anni a strutture lucane che gli hanno accuditi e curati con grande amore e professionalità, e ha deciso che è più “conveniente” cederli a questo mega canile che si occuperà di tutte le loro esigenze (alimentazione, controlli veterinari, ospitalità) per la esorbitante cifra di 1,60 €uro al giorno!! avete capito bene?? 1,60€ per far vivere dignitosamente questi esseri viventi già così sfortunati!! è evidente che questa decisione non è motivata da alcun valore etico e da nessun interesse per la tutela di questi animali, ma solo da una squallida idea di business a tutti i costi, anche sulla pelle di altri esseri viventi.
vi invito quindi a far sentire forte la nostra voce per fermare questa vergogna, i nostri politici non sono i nostri “padroni” ma solo gli amministratori, per nostro incarico, di cose che sono nostre e devono rispettare la nostra volontà!!
difendiamo chi non può difendersi, bastano solo 5 minuti per firmare questa petizione, a questo indirizzo:

http://www.firmiamo.it/deportazione-cani-basilicata

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Se 80 milioni vi sembran pochi…

 

Nella nostra disastrata regione anche solo un posto di lavoro in più fa una differenza in positivo, sia chiaro, così dovrebbe suscitare entusiasmo l’approvazione da parte della giunta regionale dei bandi di industrializzazione di Val Basento, Val d’Agri, zona industriale di Iesce-La Martella a Matera.

 

 

Qualche centinaio di posti di lavoro in più in regione non guasterebbero affatto in un periodo che ha visto cali massicci dell’occupazione lucana con pessime previsioni di riassorbimento della maggiore disoccupazione, inoccupazione, ricorso ad ammortizzatori sociali ordinari e straordinari, cosa che del resto appare comune alle altre economie occidentali e non solo, prospettandosi di fatto la crisi come strutturale sia rispetto agli attuali processi finanziari e produttivi, necessitando questi di cambiamenti radicali verso i quali si è esitato fino a perdere la buona occasione, sia rispetto a quei più generali ed allargati meccanismi di distribuzione della ricchezza sui quali non pare esista dibattito percepibile pur in presenza di una manovra correttiva che dovrebbe far riflettere su chi paga i costi reali delle crisi.

 

 

Stiamo invece alla puntualità delle osservazioni locali, così, fatta salva la constatazione che gioia ed entusiasmo per nuova occupazione è solo a consuntivo che avrebbero motivo causale per esprimersi e non mai a preventivo, correndo così il rischio di apparire pura demagogia se, come le esperienze  precedenti purtroppo insegnano, le previsioni o le speranze dovessero divergere poi tanto dai risultati effettivamente conseguiti, le poste finanziarie messe in campo dalla Regione Basilicata, 80 milioni di euro – pardon, 80 Meuro come usasi in certi ambienti – 45 rinvenienti dal piano di industrializzazione per Val Basento e Matera, 35 dalle royalties del petrolio per la Val d’Agri dovrebbero far riflettere.

 

 

I numeri son numeri e così se per creare 500 posti di lavoro – e stiamo davvero larghi sulle previsioni – si impegnano 80 milioni di euro per ogni posto di lavoro, ognuno di quei speriamo durevoli posti di lavoro costa alle finanze regionali ben 160.000 euro, una cifra spropositata sia per la constatazione che la maggior parte dei fondi finisce ad attività industriali già presenti nelle aree in questione, così finendo per apparire una assai “assistita” forma di finanziamento delle stesse ben oltre i risultati che queste sono state in grado finora di realizzare da sole nella logica di quel mercato della concorrenza di cui tutti i politici nostrani paiono mentori, sia per la sgradevole sensazione che assurge a certezza, che continuando così per assorbire i 10.200 disoccupati lucani conclamati e che vivono di sussidi di disoccupazione, CIG ordinaria e straordinaria occorrerebbero 1.600.000.000 di euro – a proposito, si scrive MMeuro? – senza intaccare la base dell’inoccupazione reale di coloro che neppure lo cercano più lavoro, campando al meglio di formazione o aiuti familiari. Dei giovani, poi, neppure a parlarne.

 

 

Assistiamo così al paradosso di un sistema industriale lucano che, lungi dal possedere una intrinseca vivacità produttiva che è l’unica in grado di assicurarne la sopravvivenza, sopravvive alla crisi grazie ai finanziamenti pubblici erogati da partite che a ben altri scopi si sarebbe potuto indirizzare.

 

 

Continuando a rinvigorire di danari pubblici i bilanci di aziende forse non in grado, stando alle leggi di mercato di cui sopra, di affrontare le “sfide globali” – mi è odioso anche il termine nel riconoscimento che se dove c’è una sfida, c’è anche un perdente, questo modo di gestire le economie posta denaro pubblico in imprese private cedendo al nuovo “trucco” del ricatto occupazionale usato dalle categorie industriali – sono proprio le parole chiave di questa economia, concorrenza e produttività, che non ne vengono affatto stimolate, incoraggiandosi semmai rendite di posizione nel recinto dell’aiuto pubblico.

 

 

Un cane dunque che si morde furiosamente la coda, in Europa come nel mondo, in Italia come nella nostra Basilicata, in un turbinio di cifre enormi postate dai bilanci pubblici su un sistema che nei fatti nulla assicura in termini di continuità occupazionale ed a nulla è tenuto oltre gli stretti limiti temporali a cui in qualche modo vengono legati i finanziamenti stessi. E se allora nessuno assicura che erogati i fondi quei posti di lavoro permangano nel tempo, non potremmo cominciare ad indirizzare gli stessi verso operazioni di “riscrittura” del sistema economico lucano, a cominciare dal vero potenziamento del settore primario verso cui occorrono sistemi di filiera protetta in primis autoreferenti ai consumi locali e verso il quale le logiche con le quali i PSR sono gestiti mostrano quantomeno una ristrettezza di vedute rispetto al vero tema della produzione agricola, avvicinare quanto più possibile i campi alle tavole, mettendo nel mezzo un sistema di trasformazione e distribuzione pubblico e lucano?

 

 

O non potremmo pensare di erogare fondi solo ad aziende il cui “vulnus” produttivo sia quanto più di prossimità all’integrazione tra attività umane, cura del territorio e tutela di ambiente e salute umana e animale in una idea nuova dell’industria che metta all’ultimo posto le esternalizzazioni dei costi umani ed ambientali che purtroppo sono l’unico dato storicamente certo di una industrializzazione miope e corsara della nostra terra?

 

 

Le proposte da questo movimento non mancano affatto, manca la volontà di ascolto, preferendosi in realtà i salamelecchi della corte di Versailles che festeggia nelle sedi della politica lucana.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

commento su fb ingenerato dalla mia pubblicazione del testo dell’art 5 della nostra costituzione in risposta ad una pertinente nota

Miko mi kiedo ma sta minkia di costituzione sembra perfetta, ma ha mai funzionato!?
ke cazzo ci vantiamo a fare ke abbiamo la costituzione più figa del mondo se poi si fa sempre e comunque come vogliono i padroni!?
Io mi sono rotto di aspettare il giorno ke venga qualcuno a mettere nella pratica quello ke resta da sempre solamente scritto su una carta!
Credo che quest’articolo mi da ragione, come mi da ragione la legge passata oggi!
 risposta

….……., il mio citare l’art 5 della costituzione non era certo rivolto a porre argine alle tue legittime osservazioni, che faccio mie completamente quando ti chiedi quanto la costituzione sia stata applicata…mi pare inutile confermare che tanto nel merito quanto nella sostanza ciò molto spesso son rimaste solo buone intenzioni…io mi riferivo a tutto quell’arcipelago di movimenti che partendo da un malessere reale e tangibile, elabora però soluzioni general-generiche e demagogiche…mi chiedo quanti piuttosto di interrogarsi sul modello democratico che il sud ha vissuto ed accettato finora, quel modello dell’affidamento cieco al politicante di turno in cambio della curatela di interessi personali e non mai agli interessi collettivi, preferiscono sventolare autonomismi al più irrealistici, quanto non anti-storici…il problema democratico e di rappresentanza del meridione è il punto nodale di ogni discussione e senza interrogarsi sulle modalità di formazione del consenso, non arriviamo all’elaborazione della critica alla rappresentanza stessa, quindi agli uomini ed agli strumenti attraverso cui il meridione è stato prima svenduto di braccia per l’industrializzazione del nord, poi di cervelli, infine oggi persino drenato del suo credito con l’acquisizione degli istituti locali da parte delle poche grandi banche che non finanziano mai le economie da cui prelevano quel credito, ma lo riportano in mercati più comodi e in grado di assicurare ritorni…in altri termini, ci siamo mai interrogati sugli uomini e quindi sulle pratiche a cui finora i meridionali hanno appunto affidato se stessi?…e quali sono allora uomini e pratiche di chi pretende oggi di scimmiottare la lega o di fare partiti del sud, dove è il progetto?…io continuo a credere che è solo dall’elaborazione di una strategia progettuale trasversale alla società stessa, meridionale e non, che possiamo credere che esista una rappresentanza degli interessi del sud non localistica, egoista o peggio biecamente identitaria…l’identità, anzi le identità meridionali non sono etnos, non richiedono così separatezza, ma semmai pathos, suggestione che esista un modo “meridionale” di intendere, vivere, progettare la società e certo questo modo non è la mafiosità o il borbonismo, il ribellismo sterile delle chiacchiere dei comandanti di truppe cammellate, ma la capacità tutta mediterranea di includere per crescere…io sento solo malpancismo senza progetto…la storia del sud dai borboni ai savoia, da mussolini a berluskoni, dalla dc del dopoguerra alla melassa attuale è sempre stata una storia feudale, di vassalli che si inchinavano al feudatario e giuravano fedeltà in cambio della potestà ad esercitare arbitrio sul proprio territorio…e qualcuno gli concedeva questa forza di esercitare arbitrio poiché il modello di riferimento del criterio di rappresentanza politica era ed ancora è il favore personale, la cura particolare, il margine di differenza tra se stessi e tutti gli altri, il privilegio che piccolo o grande “individualizza” nel mantenimento del privilegio stesso e non socializza nella richiesta comune che l’interesse da particolare debba diventare generale…antonello, senza voler apparire pedante, il sistema di governo delle realtà meridionali si basava o su di una sorta di “colpevolezza generale” (quando ricevi qualcosa che non sarebbe legittimo tu riceva nei tempi, nei modi, nelle quantità o persino nel merito non vai poi a protestare il marciume del sistema, ne diventi così a vari gradi complice) o sulla “paura” (se non osservi le regole, ti escludo, ti uccido, ti isolo, non ti faccio vivere) ed a quanto pare non è ancora cambiato…ora se colui al quale demandiamo la rappresentanza dei nostri interessi sulla base del proprio potere reale nella società fa poi altro da quella rappresentanza è solo una conseguenza dell’iniziale affidamento viziato della rappresentanza stessa…bene, io credo che il problema sud sia proprio questo…il salto di qualità che consentirebbe al meridione di essere partecipe delle scelte del paese e non più vittima, sta nel superamento della logica dell’individualismo in cui ci han tenuti finora i capobastone locali attraverso più sistemi (mafia, corruzione, favoritismi, nepotismi, etc etc), non certo nella ricerca di identitarismi sterili in quanto a creazione di valori concreti…il paese italia è tale perché tante realtà anche storicamente differenti sono state a vario titolo partecipi di un progetto, ma è la distorsione del progetto stesso che ha ri-creato quelle divisioni che si pensava superate…e per me il progetto rimane quello di avere forti identità dialoganti in un paese unito non solo dalla lingua comune e dal calcio, ma da un’idea comune e condivisa di giustizia, solidarietà, democrazia da cui poi è nata la nostra carta costituzionale

 

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costituzione italiana 

Art. 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

per me è un passaggio sacrale

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Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil

Una prospettiva agghiacciante

 

 

11 ore di ascolto del dibattito in Consiglio Regionale sulle dichiarazioni programmatiche della giunta De Filippo bis, oltre alla prostrazione visibile di oratori e ascoltatori messi a dura prova dalla giornata, qualcosa hanno prodotto, il sostanziale via libera ad un programma di governo della regione basato su una visione economicista delle problematiche regionali che assurge a dogmatico pensiero unico.

 

 

Il clima “lucano” che si respirava dalle dichiarazioni, sia pur su toni e gradazioni ovviamente differenti, di preoccupazione per una già grave situazione economico-sociale della regione, esasperata da una politica nazionale di stampo leghista che pratica una secessione sui fondi statali dall’equivoco nome di federalismo fiscale, è stata l’unica nota davvero positiva di un dibattito che sembrando incentrarsi su una politica condivisa del fare, orchestrava però solo sterili contrappunti ad una totale incapacità – quella condivisa davvero – di prospettare per la regione scenari di futuro possibile in cui sia la nostra peculiarità di un rapporto tra popolazione e territorio che porta ad alti indice di “naturalità”, ad essere il vero brand per un rilancio dell’economia lucana con tutto ciò che ne consegue, se assumessimo a valore l’incontaminatezza del territorio usandolo come esoscheletro per l’intero sistema produttivo.

 

Si è abusata la citazione di analisi condivisibili sullo stato delle cose e che purtroppo sono i rapporti Svimez, Unioncamere, Bankitalia a palesare drammaticamente come la crisi di sistema a cui occorre trovare soluzioni forti, anch’esse di sistema, ma gli argomenti di De Filippo, nell’articolazione già nota delle proposte programmatiche che vedremo quanto e come saranno governo, e degli interventi dei consiglieri e relative parti politiche a cui è seguita la replica tombale del presidente, sanno di stantio, odorano cioè di visioni che paiono volere elaborare risposte alla crisi fondandosi soltanto sull’ulteriore sfruttamento delle risorse naturali, quasi fossero allocate su comodi scaffali da cui prelevarle e non contenute in un territorio da cui estrarle, e della cui cura in rapporto allo sfruttamento attuale non si è data menzione negli interventi, eccezion fatta per Mazzeo che ha posto il problema che da sempre si pone, se le risorse cioè vadano solo conteggiate economicamente o se non esista anche un rilevante prezzo sanitario, ambientale, vocazionale per il loro sfruttamento che già la regione paga.

 

Se infatti alla crisi di sistema regionale, stando alle parole del presidente sia nel documento che nella replica finale, sembra potersi rispondere anche attraverso la rinegoziazione degli accordi sul petrolio, e stante l’ammissione che rivedere le royalties è possibile solo ricorrendo a modifiche di leggi dello stato di cui maggioranze parlamentari che non vediamo dovrebbero farsi carico – cosa che contrasta con le demagogie elettorali – come giudicare le sue parole e quelle di Santochirico, ex assessore all’ambiente, di voler richiedere a compagnie il cui compito non è la misericordia per la regione, dei maggiori investimenti locali se non attraverso concessione di facilitazioni ed ulteriori pareri favorevoli alle loro attività, con buona pace di tutele sanitarie ed ambientali su cui in maniera ostinata (leggasi ARPAB) si continua a non fare accenni nella triste saga del tuttapostismo nostrano?

 

O credono presidente, ex assessore ed il gruppo dirigente intero del PD di avere tanta forza politica ed economica da poter minacciare ostacoli alle compagnie in cambio di atteggiamenti più generosi e meno padronali di quanto esse stesse non concedano oggi? O piuttosto, come da venti speriamo sia stata la nostra propensione alle teorie complottiste a creare da buone intenzioni altrui, non dobbiamo aspettarci mediazioni da parte dello Stato che finirebbero per regalarci si maggior vantaggi petroliferi, ma al prezzo di siti di stoccaggio di materiali tossico-nocivi comprese quelle scorie nucleari di cui si continua a pensare in certi ambienti debba essere proprio la Lucania a farsi carico?

 

Ma è in generale il tema energia – parliamo di PIEAR e SEL – che ci lascia perplessi su atteggiamenti che sembrano voler trasformare strumenti di investimento straordinari, i piani e le società strategiche, in strumenti di ordinaria manutenzione di una crisi che ad altri sbocchi dovrebbe far pensare che alla contrattazione di quei pochi posti di lavoro che alla fine il piano porterà in regione e alla miseria delle cessioni dei diritti di superficie in cambio del Far West energetico che si sta scatenando ed a risparmi per le bollette energetiche delle amministrazioni, quando si poteva orientarli entrambi alla costruzione di un sistema energia-bene comune tutto lucano.

 

Che il presidente De Filippo e con lui i mentori dell’internazionalizzazione dell’economia regionale sia preda di ansia da marketing energetico per attrarre investimenti in grado di rispondere al dramma occupazionale è noto – dovremmo ricordare la frase della bella donna che non sa vendersi? – e non stupisce che nella contingenza si ponga in primo piano il futuro da programmare perché diventi buon governo e non mai il passato da cui nasce l’oggi, quel passato di “errori” che parla di sprechi di miliardi di euro di gestioni clientelari dei fondi pubblici le cui conseguenze ora si scaricano su tutti.

 

Meno noto è che si sia deciso per quel futuro di svendere il territorio in un’agghiacciante prospettiva di trasformarlo trasversalmente in damigiana petrolifera, pila elettrica, forno e pattumiera da rifiuti.

 

Ma di tutto questo in consiglio regionale ieri non s’è parlato affatto, poteva “allarmarsi” qualcuno.

       

Miko Somma, coordinatore regionale di comunità lucana-movimento no oil.