comunicato stampa di comunità lucana – movimento no oil

Una moria naturale

 

 

Apprendiamo dall’organo televisivo ufficiale della moria di pesci nella diga del Pertusillo e proviamo a mettere in moto la logica razionale della relazione causa-effetto

 

 

Così se torniamo alla inusuale fioritura dal cromatismo granato dell’alga cornuta nell’invaso della Val d’Agri, invaso che nonostante i ritagli operati sui confini del Parco Nazionale, ne è rimasta comunque parte integrante – voilà – la relazione tra i due fenomeni della presenza dell’alga e della moria di pesci appare ora evidente, non negabile dalla saga nostrana del tutt’apposto, acclarata dal sentirsene acre l’odore, ma la relazione tra i fenomeni si basa sulla decomposizione dell’alga che sottrae ossigeno alle acque del lago con ipossia ai danni delle specie ittiche come evento causale della moria stessa, almeno così ci par di capire dal vernacolo catecumenale e poco comprensibile di un responsabile ARPAB che s’assume la recitazione dell’atto di fede nella nostra agenzia di protezione dell’ambiente.

 

 

Glissando per umana comprensione sulla dichiarazione di un obbligo di vicinanza delle istituzioni alle popolazioni dell’assessore all’ambiente della provincia di Potenza, Macchia, obbligo che ci pare nulla spieghi ad alcuno e vicinanza di cui supponiamo le popolazioni dell’area farebbero volentieri a meno, preferendo vicinanza ai problemi nella ricerca di soluzioni e non di convenevoli, le considerazioni alla notizia sono o che i lucani sono ritenuti tanto beoti da potergli raccontare tutto o che i responsabili non sanno che pesci prendere in una situazione in cui di pesci ne rimangono pochi ed improvvisano.

Torniamo ai fatti. La relazione causa-effetto tra due fenomeni spiegata in questi termini significa così allontanarsi dalla razionalità o volerlo fare, se è vero che chiarendo la causa di un fenomeno per gli effetti di un altro fenomeno, non si racconta nulla sulle cause scatenanti il primo, in poche parole sul perché della inusuale fioritura dell’alga cornuta nella diga del Pertusillo da cui poi origina la moria.

 

 

Sulla presenza dell’alga cornuta poco è chiaro, preferendosi generiche rassicurazioni luturgiche che recitavano la non tossicità dell’alga stessa ai fini del consumo umano di acqua, finendo per incolpare della sua presenza le attività agricole della valle, secondo alcuni “responsabili” che all’uso scorretto di concimi da parte degli agricoltori della valle attribuiscono il fenomeno e le sue conseguenze.

 

 

Andrebbe però chiarito che se l’alga prospera in ambienti a contenuto fosforico, la strada dei concimi non regge, usandosi in  Val d’Agri quasi esclusivamente concimi azotati, viste composizioni di terreni in buona parte limo-argillosi, e la prevalenza di colture orticole necessitanti più di azoto che d’altro. Sarebbe così il caso che chi ha espresso tali considerazioni, dia risposte agli agricoltori della valle in merito, soprattutto considerando che lo stato del fiume Agri a monte della diga, nonostante il grande numero di briglie e di argini cementati, è in un sufficiente stato di conservazione bio-tipica, come idati raccolti di recente da un’associazione ambientalista dimostrano, stato di conservazione che concilia poco con ipotesi di reflui riversati dai terreni agricoli lungo il cammino del fiume e dei suoi affluenti.

 

 

Ancor più assurdo sarebbe poi non considerare che l’improvvisa fioritura, mai verificatasi nonostante minori livelli di riempimento dell’invaso in anni passati e la potenziale maggior concentrazione degli inquinanti in simili condizioni, sia dovuta più a fattore critici che a fattori cronici, più all’occasionalità di sversamenti di natura dolosa o accidentale che alla costanza di afflusso della sostanza specifica che all’agricoltura farebbe pensare in periodi fissi dell’anno e non certo nei mesi invernali.

All’apparizione dell’alga il sottoscritto incontrò l’assessore Macchia nei corridoi della provincia e fu da questi rassicurato testualmente che “….questa volta non era il petrolio” – non faccio considerazioni! – e che tra le possibili cause della fioritura potevano esserci le piogge abbondanti ed una fabbrica di concimi dismessa nella zona industriale di Viggiano, chiusa ormai da molti anni, probabilmente le prime dilavando con violenza cortili e capannoni dell’impianto che da tempo però dovevano essere vuoti e che forse non erano tali. Ipotesi, certo, non sapendosi altro in merito.

 

 

Si parlò allora di fenomeno naturale, di tossicità inesistente, di pesci in buona salute, “dimenticando” la presenza rilevata qualche mese prima nella diga del Pertusillo di bario ed altre sostanze industriali legate all’estrazione e trattamento del greggio e di batteri in alte concentrazioni, e “dimenticando”,  ben oltre il cavillo legale sulla concentrazione per usi differenti delle acque, soprattutto di dar risposte  in merito, facendo nascere più dubbi sui monitoraggi di quanti pesci oggi sono rimasti nella diga.

 

 

Non considerare la possibilità che troppi carichi impattanti sulla delicatezza del lago, petrolio in testa, possano essere concause di un’alterazione grave dello stato delle acque che porta alla fioritura e alle morie, è volere negare l’evidenza, o deviarne a visibilità, che forse non tutto è a posto in Val d’Agri.

 

 

Così continuando, se la fioritura delle alghe è un evento naturale, così come la loro decomposizione, naturale sarà la moria di pesci, sperando che in un sistema siffatto di distorsione sistematica di verità operata per “non creare allarmismi” e forse tutta a vantaggio di alcune attività che “non possono fermarsi” una moria di esseri umani mai avvenga e mai possa essere anche quella considerata come naturale. E se, politica permettendo, si cominciasse a dire la verità ed a mandar via qualcuno?

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil