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De Filippo illustra linee per Finanziaria 2011 a Maggioranza

26/11/2010 14:54Riunione con segretari e capigruppo della coalizione. Circa 112 milioni di euro di tagli dal Governo rispetto a un anno fa. “Lavoriamo per non far ipotecare il nostro futuro”

AGR Oltre 112 milioni in meno di trasferimenti dallo Stato (l’85% del totale, escludendo il fondo sanitario), per la prima volta nella Storia della Regione Basilicata l’intero ammontare delle royalty del petrolio e del gas utilizzate per sostenere la spesa corrente e non investimenti, e ancora aree di intervento che necessitano di trovare copertura finanziaria (è il caso del trasporto pubblico locale), per le quali si spera nella possibile riduzione dei tagli del governo, che, comunque, anche nella più rosea delle ipotesi si attesterebbero intorno ai 90 milioni di euro, con un taglio del 70 per cento rispetto a quanto avvenuto a inizio 2010.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha avviato questa mattina il confronto all’interno della maggioranza sulla Finanziaria regionale 2011 illustrando oltre che la evidente difficoltà del quadro finanziario la persistente e tenace volontà di garantire, in linea con quanto previsto con il programma di coalizione., la società della conoscenza (con fondi per l’università, i servizi agli studenti e il diritto allo studio e i precari della scuola), la coesione sociale (dando totale copertura alle politiche di inclusione e ai piani sociali azzerati dal governo), lo sviluppo (con interventi a sostegno delle imprese per l’accesso al credito che si estenderanno dagli investimenti anche al circolante) e riforma della governance (alleggerendo ancor più il peso della macchina amministrativa e promuovendo la gestione associata di servizi) continuando anche a sostenere i principi della coalizione in elementi strategici quali l’affermazione della natura pubblica non solo della proprietà dell’acqua ma anche della sua gestione. “La situazione è negativa come non mai – ha detto De Filippo – e tra federalismo e nuove manovre le aspettative per l’anno 2011 sono ancora peggiori. Ma non possiamo consentire che questa situazione metta sotto sequestro il nostro futuro, così per un verso abbiamo il dovere di continuare a sostenere politiche di prospettiva, per un altro c’è la necessità di costruire un sistema pubblico che regga nei prossimi anni”.
I dati, nella loro crudezza, danno la dimensione della situazione. Dai trasferimenti statali il dipartimento Infrastrutture perderà 63 milioni di euro (con l’azzeramento di voci essenziali come il trasporto pubblico locale, la viabilità, l’edilizia residenziale), l’Ambiente quasi 10 milioni (saltano del tutto i fondi per la tutela dell’ambiente e il miglioramento della qualità dell’aria), la Salute, più di 14 milioni e Mezzo (azzerate edilizia sanitaria, politiche per famiglia, lattanti, promozione della salute umana), l’Agricoltura avrà un taglio di oltre 8 milioni (non ci sono più i trasferimenti per Consorzi di Bonifica e Associazioni allevatori), la Formazione perde oltre 6 milioni (ossia i fondi per politiche sociali, mercato del lavoro, borse di studio, prestito d’onore, lavoro ai disabili ecc.), le Attività Produttive registrano un taglio di 11 milioni (con l’azzeramento di incentivi alle imprese e fondi per il turismo). Tagli che solo in parte potranno essere compensati con l’introito delle royalty, atteso in 80 milioni, ma buona parte del quale già l’anno scorso era stato utilizzato nel bilancio regionale per sanità, università, forestazione ecc.
I segretari e i capigruppo di maggioranza hanno avviato il confronto che proseguirà affiancando una fase interamente articolata in sede politica, con incontri tra i partiti, al fine di arrivare a scelte condivise. Anche se allo stato attuale si registrano posizioni articolate, dal dibattito è emersa la forte volontà comune a tutti di giungere ad una posizione unitaria di cui tutti siano pronti a farsi carico, nella consapevolezza che la difficoltà del momento, e gli aggravamenti che potranno arrivare nel futuro prossimo, potranno essere affrontati solo in un’ottica di coesione e condivisione che coinvolga non solo i livelli politici ma l’intera società di Basilicata. A tal fine il presidente De Filippo ha annunciato la volontà di un confronto “franco, aperto e costruttivo” anche con le opposizioni consiliari al fine di mettere in campo le migliori soluzioni per affrontare questa difficile situazione.
Siamo pronti a recepire i suggerimenti di tutti – ha detto il presidente – ponendo solo una pregiudiziale: non possiamo negare la difficoltà del momento e non assumere decisioni conseguenti, anche se dolorose, creando un danno irreversibile alla nostra comunità e al suo futuro. Molte Regioni in Italia, in questi giorni, dichiarano la materiale impossibilità di chiudere i bilanci. Noi ci riusciremo, anche grazie alle royalty del Petrolio, ma dobbiamo mettere le basi per rendere sostenibile nel tempo una difficoltà che non è affatto transitoria e che nel prossimo futuro potrà registrare solo aggravamenti.

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bene, queste le linee allora…e ci sarebbe già da aggiungere che se i tagli influissero (o magari riuscissimo a rivolgerli, visto che le intenzioni del governo sono tutte contabili, tagli appunto) agli sprechi enormi della macchina politico-amministrativa della regione basilicata, sarebbe un bene…ovviamente non sarà così, perchè al presidente de filippo ed alla sua macchina di privilegi e clientele di tagliare gli sprechi che proprio il suo sistema di consenso produce in massima parte, proprio non può interessare di meno!!!

il programma della coalizione a cui si intende comunque “dare risposta” non esiste affatto, non essendo mai esistito nella sua declinazione al passato, figuriamoci in quella al futuro….questa è una regione non politicamente amministrata dal centrosinistra, ma da una manica di incompetenti ed assai trasversali cicisbei che considerano il loro ruolo di indirizzo politico come un passepartout per fare “la politica”, come la chiamano loro, cioè garantirsi continuità elettorale attraverso una politica feudo-baronale di prebende clan-familistiche (non citeremo l’ormai abusato termine di familismo amorale, ma la sostanza è quella purttroppo) e che si avvalgono di una “classe”, ormai divenuta tale nella sua accezione sociale ed economica, di dirigenti e funzionari dalla stravagante attitudine a far cosa loro di ogni procedimento amministrativo, basandosi il più delle volte su titoli di studio ridicoli (ma qualcuno ha idea di quanti dirigenti e funzionari hanno al massimo qualche gradino di istruzione superiore e solo in virtù della loro continuità storico-occupazionale sono scattati di ruolo?), su competenze arrogantemente ignoranti ed onestà intellettuale e materiale spesso del tutto latitante?…ma questa sarebbe storia vecchia, anche in considerazione del fatto che tanti nuovi dirigenti o funzionari con lauree su cui forse si dovrebbe indagare (di fatto assunti solo in relazione alla prossimità a partiti) non sono da meglio, anzi rivelano il più delle volte inquietanti linee d’ombra che li riconducono ad alcune “cordate” imprenditorial-politiche…insomma gente a cui normalmente non si affiderebbe la gestione di un bagno pubblico che decidono su materie delicatissime!!!

ma torniamo a de filippo…il messaggio chiaro è “taglieremo”, ma “taglieremo” alla democristiana (la vera cifra stilistica del potere lucano, ma con gli addentellati pd&soci), cioè non tagliamo nulla ai privilegi e molto alle cose che pur avrebbero rilevanze al futuro, ma che oggi sono poco visibili o quantomeno saranno rese tali da un controllo ferreo dell’informazione…dopotutto se di un avvenimento non si ha contezza mediatica è come se tale avvenimento non sia accaduto, come al pd3 regionale ben sanno nella loro servile campagna di oscuramento di tutto ciò che pone elementi di critica reale alle cose…

così oltre alla ragioneria con cui dover fare i conti, toccherà mettere a bilancio anche il “confronto” che de filippo avvia con la sua maggioranza, cioè detto in altre parole “come ci laviamo la faccia senza che si strappi la pelle?”, e la richiesta di “confronto” con una minoranza che, alle sue parole, ridotta al solo ruolo consiliare (a gente come il sottoscritto ed il suo gruppo ovviamente non si può dare ascolto perchè non presenti in quel cottolengo di consiglio regionale), finirà per rappresentare altri interessi clan-familiari?

non se viene fuori con simile gente e non se viene fuori continuando a fare giochini sulle royalties del petrolio che qui vengono presentate come risolutive e “magari fossero più di più!!!”…ok, io teoricamente ci starei anche in un momento simile ad avviare un simile discorso nella stretta contestualità del momento, ma si pongono delle domande…

1) ma chiediamo o no l’aumento sostanziale e finoal 25% delle royalties per le concessioni ad oggi operanti (val d’agri) o svendiamo alle cifre attuali tutta la regione alle compagnie come invece appare del tutto evidente dal tono di questi discorsi?

2) ma ci siamo posti il problema se finora questi fondi siano mai stati spesi per investimenti e se quegli “investimenti” (leggi p.o. val d’agri) siano mai stati altro che una gigantesca clientela fisiologica al sistema o cominciamo a chiedere conto pubblicamente di quegli “investimenti”, magari cercando di recuperare il recuperabile ed avviando anche qualche inchiesta sull’uso e naturalmente le realtà costruite proprio su quei fondi?

3) ma vogliamo cercare di capire quali sono le partite su cui investire invece realmente le partite residue che ancora possiamo dedicare agli investimenti veri (piano di reindustializzazione, piano di forestazione produttiva, fondi psr, fondi residui di altra programmazione, etc etc.)?

4) ma vogliamo interrogarci su quale debba essere la destinazione al futuro di questa terra in un confronto a più voci, cercando di capire quale sia lo “sviluppo” perseguibile e non più quello che vi osinate ancora a definire come “sostenibile”?

5) ma vogliamo capirlo che la logica dei clan (e tutto l’ambaradam che ne consegue) deve essere dimenticata con una certa nettezza e senza sconti?

6) ma vogliamo cercare di dare più spazio alla politica del sociale condiviso dei bisogni reali e non alla politica alchimistica di una internazionalizzazione impraticabile di un mercato interno al momento inesistente ed in quanto tale facile preda di “golosoni” di territori quasi vergini?

…e molte altre domande  si affollano alla mia mente…

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a tinchi

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domani non mi sarà possibile per motivi di lavoro essere a tinchi per la marcia in difesa di un ospedale che alcune “strambe” logiche hanno di fatto chiuso, ma ci tenevo a diffondere l’invito alla partecipazione…ogni diritto perso e su ogni territorio è un diritto perso ovunque!!!

un saluto agli amici di tinchi e nel piccolo di ciò che riesco a fare, cercherò di pressare perchè non si compia l’irreparabile, privare una zona già martoriata dallo “sviluppo” della chimica di un presidio sanitario efficiente

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