la tunisia nel caos-ben alì fugge

Tunisia nel caos, Ben Ali scioglie il Governo e lascia il Paese. La Francia lo rifiuta e atterra a Cagliari

Alla fine Ben Ali ha lasciato la Tunisia, mentre il suo Paese viveva la sua giornata più drammatica: dopo gli scontri tra polizia e manifestanti davanti al ministero dell’Interno, pacificamente “assediato” per ore dalla gente che chiedeva al presidente di andarsene, nell’intero Paese veniva decretato lo stato d’emergenza. Nelle stesse ore,  Zine Al-Abidine Ben Ali, leader incontrastato da oltre vent’anni, partiva a bordo di due aerei, diretto – secondo fonti anonime della polizia francese – a Parigi.

Ben Alì a Cagliari – Il presidente era diretto a Parigi ma ha dovuto effettuare uno scalo tecnico all’aeroporto di Cagliari. Mentre l’aereo si stava rifornendo, le autorità aeroportuali francesi hanno dato l’ok con riserva, chiedendo che venisse comunicata l’identità dei passeggeri. Poi, il no da Parigi, che ha negato l’accoglienza a Ben Ali. Il Falcon dunque è rimasto all’aeroporto di Elmas.  Le autorità italiane hanno intimato all’aereo tunisino atterrato a Cagliari di fare immediatamente rifornimento e di ripartire con un nuovo piano di volo

Al potere un direttorio – E’ formato da sei persone, con la carica di presidente ad interim affidata al primo ministro, Mohammed Ghannouchi: una decisione, ha detto Ghannouchi, dettata dalla Costituzione, vista la “temporanea impossibilità” del presidente di svolgere il proprio mandato. Resterà in carica fino alle elezioni anticipate, che dovrebbero tenersi tra sei mesi, e si è impegnato al rispetto della Costituzione nello svolgere le funzioni presidenziali. “Mi rivolgo a tutte le sensibilità politiche e sociali del Paese ad unirsi attorno allo spirito della patria”, ha detto Ghannouchi durante il suo annuncio, che costituisce sostanzialmente l’unica informazione che appare nei notiziari della tv di Stato. Ben Ali, poco prima di fuggire, aveva destituito il governo e promesso le elezioni.

Coprifuoco e stato d’emergenza – il divieto ad uscire è scattato dalle 17 di oggi fino alle 7 del mattino di domani, vietati gli assembramenti di più di tre persone e licenza per l’esercito e la polizia di sparare su tutti “i sospetti” che si rifiutano di rispettare gli ordini intimati. Anche se ancora stasera, in pieno coprifuoco, si continuavano a sentire spari e gente in movimento anche in pieno centro. Questo, al termine di una giornata scandita da notizie allarmanti di scontri e di morti, nella notte nelle periferie e anche in pieno giorno, nel centro di Tunisi: 13 le vittime che contavano fonti ospedaliere nella notte solo a Tunisi, 2 a Kairouan, ed era solo l’inizio di un’altra conta ancora incerta di morti.

Le proteste: arrestati familiari Ben Ali – Migliaia di persone erano scese di nuovo in piazza a Tunisi, assediando il ministero dell’interno: “Ben Ali vattene”, scandiva la folla. Poi ancora una volta lacrimogeni, scontri e spari. Non è chiaro se oggi ci siano state vittime. In serata l’emittente privata tunisina Nessma TV ha riferito che alcuni familiari di Ben Ali, tra cui il genero Sakher Materi, uno degli uomini di affari più in vista del paese, sono stati arrestati, mentre, secondo informazioni del sito di Le Monde, un aereo proveniente dalla Tunisia è atterrato all’aeroporto di Le Bourget, alle porte di Parigi, con a bordo una figlia e una nipote di Ben Ali.

Governo di unità nazionale – “C’è bisogno di un governo di unità nazionale contro i rischi di un bagno di sangue”: aveva detto il capo del Partito democratico progressista (Pdp) Mohammed Nejib Chebbi, offrendo al regime anche una soluzione di compromesso con la collaborazione di alcuni esponenti del governo in carica. “Non c’è alternativa – aveva proseguito – nonostante Ben Ali abbia voluto mostrare di voler venire incontro alla gente. Ma la gente non ha più fiducia in lui. Per questo serve un governo di unità nazionale, per evitare un bagno di sangue. E se non basterà c’è il rischio di una situazione di tipo birmano.

Il Paese è nel caos – Basta un fiammifero per farla esplodere”. Poche ore prima, l’ipotesi di un governo di unità nazionale era stata definita “del tutto fattibile” ed “anche normale” dal ministro degli esteri Kamel Morjane. Ma non è andata a finire così. Sullo sfondo, un’ipotesi su cui le voci si rincorrevano da qualche giorno: quella di un possibile colpo di Stato da parte dell’esercito, ipotesi legata anche alla rimozione – mai confermata – del capo di stato maggiore capo di stato maggiore Rashid Ammar, in quanto responsabile di non aver voluto reprimere con la forza le proteste. Un’ipotesi, quella del rischio golpe, su cui rimangono ancora sospesi molti interrogativi.

Obama: chiede elezioni libere – In una dichiarazione diffusa in serata dalla Casa Bianca, Obama condanna qualsiasi violenza e plaude alla dignità e al coraggio del popolo tunisino. “Chiedo con urgenza a tutte le parti di mantenere la calma ed evitare la violenza – scrive l’inquilino della Casa Bianca – e chiedo al governo tunisino di rispettare i diritti umani, di indire elezioni libere ed corrette in un prossimo futuro, che riflettano la vera volontà e le aspirazioni del popolo tunisino”. Obama conclude affermando che “non ho nessun dubbio che il futuro della Tunisia sarà migliore se verrà guidato dalle voci del popolo tunisino”.

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una lucania che esplode

Comune Marsico N., Votta su Consiglio comunale 14/01/2011 19:18BAS
“Esprimo il mio disappunto per l’impossibilità a svolgere il Consiglio comunale, determinatasi oggi a causa della mancanza del numero legale”.
Lo dichiara il consigliere di minoranza al Comune di Marsiconuovo, Giovanni Votta.
“Il Sindaco Domenico Vita che in più occasioni ultimamente ha dichiarato di avere dalla sua parte i numeri per governare – continua Votta – deve rendersi conto di non rappresentare più alcuna maggioranza, per cui la consiliatura può definirsi, se non al capolinea, quantomeno traballante. Procrastinare le decisioni importanti come quelle previste oggi all’ordine del giorno, conclude Votta – significa non avere rispetto per la popolazione marsicana e significativamente con i propri elettori”.

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Basilicatanet, interrogazione di Singetta14/01/2011 16:24Il capogruppo dell’Api in Consiglio regionale chiede delucidazioni sui criteri utilizzati per la redazione e la pubblicazione delle notizie

ACR  Il capogruppo di Alleanza per l’Italia in Consiglio regionale, Alessandro Singetta, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta per avere ragguagli sul sito “Basilicatanet”.

“Dalla lettura del sito – sottolinea il capogruppo di Alleanza per l’Italia – ho potuto rilevare che, con il nuovo anno, il portale ha abbandonato l’impostazione legata esclusivamente a notizie istituzionali e/o territoriali, aprendosi anche a fatti di cronaca giudiziaria e commenti proposti da soggetti che svolgono incisivamente la loro attività nel mondo associativo. Tale cambiamento di rotta, se pur apprezzabile in quanto facilita la diffusione di notizie di ogni genere, potrebbe portare il sito in questione lontano dai suoi obiettivi primari, offrendolo come ‘luogo’ di diffusione di notizie di ogni genere e vetrina per eventi e situazioni che nulla hanno a che vedere con il mondo istituzionale”.

L’esponente dell’Api, quindi, chiede di conoscere se “il portale ‘Basilicatanet’ pubblicherà, anche in futuro, notizie non strettamente attinenti alla sfera istituzionale e, in tal caso, quali saranno i criteri di scelta e chi i soggetti che tale scelta dovranno operare. In caso contrario, chi abbia deciso per la prima volta la pubblicazione in data 9 gennaio 2011, di notizie che esulano dalla sfera istituzionale”.

“Inoltre – prosegue Singetta – i pur costosi interventi che hanno portato alla modifica del portale non sempre ne hanno determinato una maggiore fruibilità, soprattutto per la ricerca delle notizie in archivio. E ancora, le ormai non più recenti delibere di Giunta regionale (711 e 712/10) con cui è stato nominato il nuovo capo redattore dell’ufficio stampa ed il direttore dell’ufficio ‘Comunicazione Istituzionale e rapporti con il pubblico’ hanno generato non pochi dubbi, che neppure la successiva delibera di Giunta contenente chiarimenti è riuscita a dirimere”.

Il consigliere chiede, inoltre, di sapere “se siano vere le indiscrezioni relative a contratti di collaborazione temporanea stipulati direttamente dal capo redattore dell’ufficio stampa che, come recita la delibera di Giunta, è un ufficio che ‘non presenta i caratteri di una struttura dirigenziale amministrativa essendo più propriamente, ed esclusivamente, strumento operativo di informazione e diffusione della conoscenza dell’attività dell’amministrazione’”.

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il comunicato del consigliere singetta ha il suo senso…su basilicatanet o basilicata-soviet, come a volte la definiamo su questo blog riconoscendole un’attività molto, ma molto megafonica della maggioranza politica in regione, trovano spazio ormai notizie che ben poco hanno a che vedere con l’attività istituzionale (a volte vere e proprie forme pubblicitarie di eventi che ben poco rilievo avrebbero), ma dovendo però a quel sito riconoscere un ruolo molto più ampio della stretta comunicazione ufficiale, non troviamo questo sbagliato…includere cioeè delle attività “altre” rispetto alla netta ufficialità…ma se come evidenzia singetta, il sito concede spazi anche ad associazioni e gruppi “altri”, evidentemente una certa scrematura deve avvinire prima della pubblicazione dei comunicati…ed è su questi criteri che il consigliere dovrebbe indagare…a comunità lucana, per esempio, molto spesso sono negati del tutto gli spazi per i suoi comunicati…forse perchè diciamo cose scomode?

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Sarubbi (Psi): Socialisti in giunta per più efficacia14/01/2011 13:12

BAS“La manifestazione di ieri a Potenza con il segretario nazionale del Psi Riccardo Nencini non è stato solo un evento di partito per rilanciare le politiche riformiste necessarie, come l’aria che respiriamo, in Basilicata e nel Paese per uscire dalla crisi, ma in particolare ha lanciato al centrosinistra lucano un monito, per usare le parole di Nencini, a diventare nei fatti il “centrosinistra del saper fare”.
E’ il commento di Rosario Sarubbi, coordinatore regionale del Psi, sottolineando che “la Giunta regionale è attesa nell’anno appena iniziato da una prova difficile per traghettare la Basilicata verso le riforme della governance territoriale e di settore e soprattutto per dare speranza ai disoccupati, ai giovani e alle donne da sempre fuori dal mercato del lavoro. Una prova che potrà dare risultati tanto più efficaci se – aggiunge Sarubbi – si allargherà la responsabilità di governo superando l’assurda penalizzazione della sinistra e quindi dei socialisti, inspiegabilmente tenuti fuori dal governo regionale eccessivamente centrista”.

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che il governo regionale sia un’accozzaglia centrista che piazza assurdamente agatino mancusi, udc, alla vicepresidenza della giunta (nonchè all’assessorato all’ambiente che peggior gestione non poteva avere) è cosa certa…rientra nell’attitudine democristiana del presidente de filippo e di quella strada dell’immobilismo gattopardesco che si è scelto come modello per una basilicata che continua ad essere laboratorio politico per le nuove alleanze…ma che i socialisti pretendano anche posti nella giunta in cosa sposterebbe l’equilibrio del magna-magna?abbiamo già dato a questa gente

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