un volantino per matera e viggiano-noi diciamo NO!!!

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Copam?- QUESTA REGIONE NON E’ VOSTRA

 

 

La vostra conferenza, lungi dall’essere momento informativo e di confronto aperto al contraddittorio è un vero e proprio atto politico di indirizzo per la nostra regione, atto che intende trasformarne la natura in un unico campo petrolifero dove contropartita alle miserevoli royalties percepite (7+3%), più forse qualche infrastruttura inutile sarà la totale sottomissione dell’intero territorio agli interessi delle compagnie petrolifere e più in generale al comparto energetico.

 

 

La regione Basilicata, che pure già alla data attuale fornisce rilevanti quantitativi di energia dai suoi giacimenti di idrocarburi (il 6% del fabbisogno energetico nazionale) e con l’ingresso in attività delle riserve di Tempa Rossa aumenterà ulteriormente tale contributo (fino all’8-9%), non sopporterebbe ulteriori destinazioni coatte del suo territorio a queste attività invasive e pregiudicanti ogni altro uso di un territorio per sua natura fragile e dagli incerti equilibri.

  

E’ infatti notorio che le attività estrattive nuocciono ad ogni altra destinazione del territorio, sia essa il turismo che quell’agricoltura di qualità che pure è parte degli obiettivi programmatici stabiliti dalla nostra Regione, sia essa la conservazione ambientale che la cura del paesaggio, che sono cogenti obblighi di legge di recente ricordati dal nostro Presidente della Repubblica come parte integrante di un dovere di tramandare un patrimonio culturale che su quel paesaggio fonda la sua unicità.

  

Eppure a decidere del destino di una piccola Regione non sono oggi chiamati i suoi cittadini, ma il consesso di “esperti” del settore che si riunisce in una conferenza dal sapore lobbystico, dove non vi sono voci contraddittorie in una liturgia del “tutt’apposto” che appare scandalosa in assenza dei monitoraggi “seri” che a tredici anni dalla firma degli accordi ENI-Regione Basilicata soli avrebbero potuto fornire un quadro realistico delle conseguenze delle estrazioni sul territorio interessato.

  

Crediamo che ogni idea di aumentare la portata dell’impegno energetico della Regione Basilicata, sia con l’aumento delle quantità di idrocarburi estratti, sia con altre attività di produzione energetica o di infra-strutturazione a servitù, debba fare i conti con la realtà d’una terra che deve vivere e che con i vostri “impianti” finirà per morire di patologie legate agli idrocarburi che la ricerca finanziata dai vostri comparti industriali nega per mancanza di prove, ma non certo per mancanza di indizi.

  

Una terra che finirebbe per morire senza un futuro dopo le estrazioni, con il suo territorio devastato ed irrecuperabile ad ogni altro utilizzo, una terra dove oggi potete “comprare” consenso in cambio della promessa dei posti di lavoro che la nostra politica millanta come sicuri, ma a cui molto presto seguirà quell’impossibilità a produrli che già oggi è il frutto del sogno di uscire dalla storica povertà di questa regione che ha permesso ai cittadini di tener chiusi gli occhi finora.

  

Non vi chiediamo in questa conferenza di raccontare la verità perché non potreste mai raccontarla, la vostra unica verità è il profitto, non vi chiediamo di offrire quadri lucidi di ciò che diventerà questa regione, non “potreste” offrircelo, non vi chiediamo di raccontare l’insostenibilità della produzione di idrocarburi con la vita umana, animale e vegetale, tutto ha un prezzo per voi, non vi chiediamo dei racconti pacati sui rischi, per voi non ce ne sono mai, non vi chiediamo scienza o deontologia.

  

Vi chiediamo di andar via, perché questa Regione non è vostra, ma dei suoi cittadini di oggi e di quelli che vogliamo permettere verranno anche domani.

  

Comunità Lucana – Movimento No Oil                           Comitato No Oil Lucania

 

 

 

ecco il link scaricabile e da stampare e diffondere

volantino-matera-copam.doc

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borse lavoro

Borse lavoro, incontro in Regione

28/02/2011 15:57

L’assessore Mastrosimone ha rinnovato l’impegno della Regione a promuovere il diritto al lavoro delle persone diversamente abili

AGR   La valorizzazione delle esperienze lavorative acquisite e la prosecuzione dei tirocini. Sono questi gli impegni assunti dall’assessore Rosa Mastrosimone, questa mattina, al termine di un incontro con una delegazione di lavoratori che hanno svolto borse lavoro presso vari Enti locali, sulla base degli strumenti predisposti dalla Regione Basilicata per promuovere il diritto al lavoro delle persone diversamente abili.
“Rientra tra le nostre priorità – ha detto l’assessore Mastrosimone – la predisposizione di iniziative volte a preservare il diritto al lavoro delle persone diversamente abili, iniziando da una capillare azione di sensibilizzazione rivolta agli Enti presso i quali i lavoratori sono collocati”. All’incontro di questa mattina ha preso anche parte il direttore generale del dipartimento regionale alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport, Liliana Santoro.
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eppure ben altre erano le richieste dei diversamente abili (come evidenziato nelle interviste sul pd3 regionale) e le loro denunce, ma nel comunicato non ve ne è traccia…tutto fluff, tutto flaff

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era nel nostro programma…bene!!!

Question time, su internet i testi delle interrogazioni

28/02/2011 16:16Sul sito del Consiglio regionale i quesiti dei consiglieri regionali che saranno discussi in Aula domani dalle 11,00 alle 13,00 ACR   Sul sito internet del Consiglio regionale sono stati pubblicati, così come prevede il Regolamento dell’Assemblea, i testi delle interrogazioni “a risposta immediata” (su un argomento di competenza regionale connotato da urgenza o particolare attualità politica) che saranno discusse domani, alle 11,00 alle 13,00, in Consiglio regionale durante il question time. Questa parte della seduta sarà trasmessa in diretta dalle emittenti analogiche e satellitari che hanno aderito ad un avviso pubblico del Consiglio regionale (Trm, Blu tv, Telecento, Teleuno, La Nuova Tv, Administra.it).

http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/site/Consiglio/detail.jsp?sec=294063&otype=1174&id=294070

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info di servizio

Satellite: La Nuova Tv cambia frequenze

28/02/2011 15:40BAS
La Nuova Tv emittente televisiva satellitare della Basilicata, (canale sky 942 – in streaming sul sito www.lanuovatv.it) dal 1° marzo 2011 cambia frequenze. Per vedere La Nuova Tv in chiaro e senza abbonamento SKY, bisogna sintonizzarti su Satellite: Hot Bird 13 Est, Frequenza: 12.539, polarizzazione: Orizzontale, FEC: ¾, Symbol Rate: 27.500. Prima di risintonizzare il decoder è necessario cancellare il vecchio canale.

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un siparietto…

Mattia (Pdl) su dichiarazioni La Russa

28/02/2011 11:43

Il coordinatore nazionale del Pdl avrebbe rilasciato dichiarazioni su “un presunto errore a non aver sostenuto Magdi Allam nelle ultime elezioni regionali in Basilicata”. Il consigliere regionale Mattia chiede riscontro ufficiale delle dichiarazioniACR

“Siamo in attesa di una conferma ufficiale da parte del coordinatore nazionale del Pdl La Russa della dichiarazione a lui attribuita sul presunto errore commesso a non sostenere Magdi Allam nelle regionali dello scorso anno in Basilicata. Se così fosse ci troveremmo di fronte ad un atto politico di La Russa doppiamente negativo ed ingeneroso: nei confronti della scelta voluta dal gruppo dirigente lucano del Pdl a favore di Nicola Pagliuca e di quanti hanno svolto la campagna elettorale senza risparmio di energie e di impegno personale”. A sostenerlo è il consigliere regionale del Pdl Franco Mattia.
“Intanto – aggiunge – non riusciamo a capire perché mai il Pdl lucano avrebbe dovuto sostenere Magdi Allam, che evidentemente La Russa dimentica, aveva improvvisato la sua candidatura in Basilicata senza alcun contatto con i dirigenti del Pdl e tanto meno con le comunità locali. Né si può sottacere la posizione assunta dal consigliere regionale Navazio che, in vista delle elezioni amministrative di maggio, rifiuta ogni ipotesi di alleanza con il Pdl”.
“Sono convinto – continua Mattia – che ogni valutazione sulle vicende politiche delle Regionali dello scorso anno non abbia alcun senso, se non quello di farsi del male da soli. Nessuno disconosce che il risultato elettorale del Pdl poteva essere più positivo di quello conseguito, ma non va sottovalutata la situazione di accerchiamento politico che il Pdl ha dovuto subire e che ha finito per condizionare i consensi a Pagliuca e alle liste del Pdl. Tutt’altra cosa invece – conclude il consigliere del Pdl – è il dibattito che ci vede fortemente impegnati per adeguare la nostra opposizione e costruire le condizioni di alternativa al centrosinistra”.

Dichiarazioni La Russa, Navazio risponde a Mattia

28/02/2011 15:06

Il consigliere regionale di Io amo la Lucania chiarisce: “Nessuna invenzione. Ci sono delle registrazioni audio-video a supporto della tesi sostenuta dal ministro”ACR “Non è mio costume diffondere notizie false e prive di fondamento”. Così il consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio (Ial) risponde al consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) che in un comunicato stampa “mette in dubbio quanto affermato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa sull’errore fatto dal Pdl nazionale in occasione delle scorse regionali. Sono dichiarazioni fatte nel suo intervento al congresso nazionale di Io Amo l’Italia che si è svolto ieri a Milano”.“Noi – sostiene il consigliere regionale di Io Amo la Lucania – eravamo presenti al congresso e se mai qualcuno lo richiedesse di certo non esiteremmo a dimostrare la veridicità delle dichiarazioni del Ministro attraverso delle registrazioni audio-video in nostro possesso e che a breve saranno messe in rete sul sito www.ioamolitalia.com oltre che essere state riprese dai media nazionali”.

Una nota dell’ufficio stampa di Ial ricorda come “le dichiarazioni del coordinatore pidiellino, La Russa, hanno trovato seguito nelle parole dello stesso consigliere Navazio il quale, dinanzi alla folta platea del congresso nazionale dove erano presenti diversi esponenti del mondo politico, tra cui il sindaco di Milano Letizia Moratti, l’europarlamentare Francesco Speroni, ha parlato di ‘una vera e propria miopia’ che ci sarebbe stata da parte del Pdl nazionale sulle scelte fatte a livello locale in occasione delle scorse regionali”.

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un vero divertissemant questi due lanci con annesso battibecco tra un pdl, ex dc ed ex verde, ex generale della forestale (presente al g8 di genova con compiti di comando) ed un consigliere che ha fatto dell’ambiguità cicisbea uno stile politico…fino a passare nel campo di quella pagliacciata che magdi allam ha rappresentato per questa regione e che nei fatti è servita solo alla sua elezione a consigliere regionale…ci pensi allora qualche ambientalista alquanto “leggero” ed ipocrita che, manifestando alle spalle ostilità alla nostra volontà di candidare comunità lucana, pure lo ha sostenuto a quante stupidaggini si commettono quando manca un pensiero politico a monte capace di coordinare ogni legittima protesta in un percorso inequivoco e chiaro e tutto si riduce all’arte del dire no…e chi doveva capire credo abbia capito (se magari pur sa leggere)

di fatti quella che sarebbe stata una elezione sicura per il nostro movimento in consiglio regionale (con tutto ciò che ne sarebbe seguito in termini di maggior attenzione all’ambiente e non solo di parole al vento come usasi oggi), si è trasformò nell’impossibilità a raccogliere le firme, anche perchè chi pur avrebbe potuto firmare fece orecchie da mercante, salvo poi stracciarsi le vesti…ma nella categoria “i nemici di comunità lucana” troverete tutto…ed i nemici a quanto pare son sempre gli stessi!!!

 

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De Filippo incontra il console tedesco a Napoli

28/02/2011 10:34

Diversi i temi affrontati. Dalla crisi libica al petrolio fino alla Basilicata turistica

AGR   Crisi libica e petrolio. Sono stati questi i principali temi affrontati questa mattina in un incontro tra il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e il console generale della Repubblica federale di Germania a Napoli, Christian Much.
Alla domanda del console, su quale fosse la posizione del governo lucano sulla crisi del Nord Africa, De Filippo ha risposto ribadendo la disponibilità della Basilicata a farsi carico del problema dei profughi, nel caso dovesse presentarsene la necessità, nei limiti delle possibilità e delle strutture regionali.
Quanto al petrolio, il governatore ha parlato dell’apporto della Basilicata alla bolletta energetica del Paese. Nel rimarcare come in Val d’Agri ci sia il più grande giacimento in terra ferma di greggio dell’Europa e un altro non ancora attivo nell’Alto Sauro, De Filippo ha spiegato che, a regime, la Basilicata potrà contribuire per il 12-13 per cento al fabbisogno energetico italiano con una produzione di circa 170 mila di barili al giorno. Dal petrolio, ha continuato il governatore lucano, la Basilicata, però, vuole di più. A questo scopo puntano le tre giornate del Copam, la prima conferenza internazionale del petrolio e dell’ambiente in programma nei primi giorni di marzo. Per giocarsi con il governo e le compagnie petrolifere la partita dello sviluppo sostenibile, delle infrastrutture e dell’occupazione.
Oltre che del petrolio, si è discusso anche del turismo e delle relazioni che legano la Basilicata alla Germania. Much ha rimarcato la sua antica conoscenza della regione visitata come turista nel 1977. La Basilicata archeologica, ma anche gli itinerari dell’imperatore Federico II e Matera sono tra le mete preferite dai turisti tedeschi, i secondi, dopo gli inglesi, per numero di presenze sul territorio lucano.
Un rapporto consolidato anche dalla presenza dei lucani in Germania, emigrati per lavoro e molti ritornati nei paesi di origine.
La visita di Much in Basilicata durerà due giorni, oggi a Potenza e domani a Matera, dove incontrerà le autorità e gli imprenditori che più hanno contatti con il mercato tedesco.

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apparentemente un incontro di cortesia istituzionale tra un console di un importante paese europeo con sede nella vicina napoli ed un presidente che non perde occasione di parlare di petrolio, dopo aver per anni “minimizzato” l’impatto delle estrazioni sul fabbisogno regionale…la cifra del 6% circa coperto dalle estrazioni lucane, gli fu fornita pubblicamente del sottoscritto in un mio interventoi estorto ad una riunione tecnica del p.o. val d’agri…che lo sapesse già o meno, la sensazione fu quella di una sua caduta dalle nuvole…poi iniziò a menar vanto ovunque di tale cifra…mah…

di fatto l’incontro, saltando la boutade della crisi libica che è argomento che non attiene per competenza ai rapporti tra un governatore di regione ed un console (una chiacchierata tra amici, dunque, di cui uno, il console, sicuramente preparato dal suo percorso diplomatico, l’altro il governatore di cui ci chiediamo se magari non pensi che la libia sia una frazione di sant’arcangelo…scherziamo, ovviamente, ma il tema se accogliere o meno gli eventuali profughi andrebbe portato nella società e non deciso monocraticamente per gestire magari un po’ di fondi statali e farci anche la cresta…che maligno!)…

piuttosto è quel continuo parlare di petrolio con cui il presidente apre qualche spiraglio ipotetico a tutti in questa basilicata che si avvia a diventare un unico campo petrolifero (vedi mappa del petrolio), che è interessante…perchè alla faccia di dichiarazioni pubbliche tutt’appostiste, il presidente de filippo questa regione la vuol trivellata tutta in quella sua idea di hub energetico che la copam ed iniziative simili hanno il compito di veicolare nella società attraverso i soliti media servili…

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comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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Siamo dunque al regime del grande fratello?

  

Nell’ultimo comunicato stampa diffuso, “trappole da bracconieri”, il sottoscritto aveva denunciato nella prossimità sospetta tra la conferenza stampa di presentazione della COPAM, conferenza petrolio ed ambiente di prossima tenuta a Matera e Viggiano dal 3 al 5 marzo p.v. con l’organizzazione delle regione Basilicata, e la convocazione di un bizzarro forum tra associazioni ed ente regionale, un più che svelato tentativo di captatio voluntatis a creare un clima più favorevole alla riuscita dell’evento.

 

 

Del forum fornisce notizie in un lancio il sito istituzionale basilicatanet già alle ore 18.30 dello stesso venerdì 25/02, a forum ancora in corso, e lo fa in modo non conforme alla realtà nonostante fosse presente non l’ultimo dei suoi cronisti, ma Giovanni Rivelli, responsabile del sito che evidentemente era in qualche altro forum se afferma che c’è stato sostanziale assenso alla tenuta della COPAM.

  

Il sottoscritto prende la parola, dopo le introduzioni del presidente De Filippo (che va via prima di una mia replica preannunciata allo stesso), e dopo gli interventi dell’assessore Mancusi e del dirigente del dipartimento ambiente, Viggiano, con la chiarezza di sempre nel mentre saluta con riserve l’indizione del tavolo di cui però non sono note (e non lo saranno poi neppure in seguito) le funzioni, condanna senza riserve quella che giudica una conferenza senza contraddittorio dove non sono presenti voci critiche e che inevitabilmente finirà per magnificare il sistema petrolio in questa regione.

  

Il sottoscritto dichiara anche che se dialogo deve esserci deve partire dal sostanziale riconoscimento da parte della Regione dei molti errori commessi finora sulla “pubblicità” alle estrazioni, dal chiarire in modo non equivoco quali possano essere i compiti reali di un forum simile – ben oltre la pizza tra noi a cui accenna con bonarietà ferina l’assessore Mancusi – dall’aprire al confronto i dati sulle patologie tumorali, dalla indicazione di un sostanziale stop al proliferare di trivelle e pareri favorevoli da parte di uffici della regione alla trasformazione delle istanze di ricerca in permessi, ricordando infine che un piano dei rifiuti alternativo all’attuale gestione era stato spedito a consiglieri regionali e componenti della giunta e che si attendeva su questo inoltre la convocazione in audizione presso le commissioni ambiente ed attività produttive.

  

Gli interventi che sono seguiti, compresi quelli di WWF e Legambiente, non hanno affatto citato alcun parere positivo sulla COPAM, registrandosi semmai differenze di posizione su alcune tematiche più legate alla prossimità di alcune sigle all’istituzione – addirittura in ultimo un responsabile di Libera si è lasciato andare ad imbarazzanti esternazioni filosofiche – insomma quel “sostanziale accordo” di cui scrive nel lancio basilicatanet sulla conferenza COPAM corrisponde al silenzio quasi assoluto.

  

Ora se il silenzio diviene sostanziale accordo o c’è distrazione del cronista o c’è pura disinformazione che diviene in questo caso conferma di quanto dal sottoscritto denunciato come il tutt’appostista, per certi versi maldestro, tentativo di far passare mediaticamente il sistema petrolio in questa regione con un’alzatina soddisfatta di spalle verso i gravi allarmi che alcune associazioni denunciano da tempo e che non potendosi affrontare con temi, si preferisce affrontare con blandizie ed in certi casi minacce.

  

Blandizie che si svelano nella chiamata ad un senso di responsabilità che par inteso come supina e dormiente acquiescenza nei confronti di chi a quasi un anno dall’assunzione della delega ancora si schernisce del poco tempo avuto a disposizione, minacce che si mostrano nell’obbligo alla “fiducia” che paiono esser diventati un profilo psichico di poteri politici alla corda delle proprie contraddizioni.

   

Che il cronista valuti se il suo atteggiamento sia stato consono o meno alla deontologia professionale – non ci importa granché – nel delineare assensi “sostanziali” alla conferenza che solo lui ha voluto vedere, ma che la si smetta di confondere ad arte per “allarmismi” schizofrenici quelli che sono veri e propri allarmi dettati da una realtà che non si vuole o può ammettere, perché se ciò accade il regime, nei mille aspetti in cui esso si mostra, a cominciare dalla distorsione della realtà, è dietro l’angolo.

  

E seppur a volte il sottoscritto stesso è in contrasto con talune posizioni a cui si chiede un maggiore raccordo operativo sistematicamente eluso, la domanda che si pone, conferenza o meno, è “siamo dunque al regime del grande fratello?”.

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

disinformatjia

Riunito forum ambientalista: via a un confronto permanente

 

25/02/2011 18:26

Obiettivo: lavorare insieme pur nella distinzione dei ruoli per costruire uno sviluppo sostenibile. Apprezzamenti per l’indizione della Conferenza Petrolio e Ambiente

 

AGRIl presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, con l’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi, il direttore generale dello stesso dipartimento Donato Viggiano e il capo di Gabinetto della Presidenza della Giunta, Raffaele Rinaldi, ha incontrato oggi il forum ambientalista a cui hanno preso parte una ventina di sigle espressione delle principali organizzazioni di tutela dell’ambiente e di diverse realtà locali.
Scopo dell’incontro avviare un tavolo di confronto al quale far approdare le principali questioni destinate a incidere in materia ambientale per l’individuazioni di scelte condivise “pur – è stato osservato da più parti – nella distinzione dei ruoli”.
Sia gli esponenti regionali che quelli del mondo ambientalista hanno messo in guardia rispetto ad approssimazioni e catastrofismi, o a notizia gridate attraverso i mezzi di comunicazione, che, nel demonizzare ogni opzione possibile, rischiano di far perdere di credibilità anche all’azione di tutela dell’ambiente che, si è osservato, sia le associazioni che gli esponenti dell’Ente portano avanti nell’interesse dei cittadini e del territorio.
Sostanziali apprezzamenti sono venuti sulla scelta della Regione di dare vita alla Conferenza Petrolio e Ambiente per diffondere al massimo le informazioni sulle attività estratte in Basilicata e una filosofia simile caratterizza l’attività della Regione in altri settori, dalla gestione dei rifiuti, ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, alle reti di monitoraggio.
Il tavolo ha ravvisato la necessità di individuare strumenti operativi di lavoro e consentire di portare avanti in modo stabile ed efficace il lavoro e far in modo ce incida effettivamente sulle scelte da compiere.

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poi ditemi se non avevo ragione a denunciare la cosa nell’ultimo comunicato “trappole di bracconieri”…risposta a questa vera e propria disinformazione nel comunicato che seguirà

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27/02/2011

comincia l’offensiva di primavera di comunità lucana-movimento no oil…attendiamo persone serie e motivate tra noi per urlare un grande no a queste gestioni dissenate di un grande patrimonio naturale, paesaggistico, umano, che si trasformi in un progetto per una regione che “deve” vivere…non abbiamo nulla da offrire che non siano idee e passione civile

miko somma

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a tramutola

Alcuni genitori  degli alunni della scuola primaria e  di quella secondaria di I grado,   hanno  chiesto  a questo gruppo, di avere notizie circa la sicurezza strutturale degli immobili scolastici del paese.

Venerdi  25 febbraio 2011 abbiamo  presentato richiesta al Comune, per poter prendere visione ed estrarre copia dei certificati di agibilità e dei collaudi della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado di Tramutola.

Aspettiamo!!

marica la salvia coordinatrice cittadina di comunità lucana – movimento no oil

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contributi per riflessioni senza veli

pubblico con l’autorizzazione dell’autrice questa riflessione sulla scuola pubblica di primo grado di maddalena rotundo, insegnante..ricordo a chiunque voglia pubblicare propri interventi di spedirli all’indirizzo di posta elettronica raggiungibile dal banner del blog…saranno vagliati e pubblicati dal sottoscritto se l’argomento è consono alle tematiche trattate sul blog

Della scuola primaria. Un appello alla politica, alla società civile e alla classe docente.

A due anni dall’introduzione della riforma Gelmini, come procede l’opera di screditamento della scuola pubblica? Bene! Grazie alle migliorie apportate, la scuola ha raggiunto il massimo punto di involuzione dalla legge Casati in poi. L’aspetto più esecrabile delle scelte adottate risiede nel considerare legittimo che l’organizzazione scolastica non sussegua ad una visione scientifica della didattica,  ma possa subire l’adeguamento coatto  ad un regime di ristrettezze economiche sopraggiunto, e che anzi le possa essere addebitata, con interpretazione arbitraria di dati, la responsabilità di sprechi e di una gestione irrazionale delle risorse umane. Lasciando intatto l’impianto  degli obiettivi da  perseguire, appartenenti alla precedente formulazione teorica, il ministro ha  potuto affermare  che, tagliando i fondi, si può allo stesso modo -e meglio -perseguire la compiuta realizzazione delle personalità dei discenti.

 

Nei  fatti, agli appelli sull’importanza della scuola rivolti ai governi, in documenti  come  il libro bianco  Cresson, gli  art. 149 e 150 di Maastricht, la Costituzione Europea, le Raccomandazioni del 2006 e la Strategia di Lisbona, la scuola italiana  risponde tagliando i viveri e facendo mostra di adeguamento formale a certi parametri, innalzando per esempio  il valore del  rapporto insegnanti/alunni, senza migliorare  la qualità della vita scolastica; che anzi peggiora proprio in seguito all’aumento degli alunni per classe.

 

Nel contempo  si  conferma la velleità che l’istituzione raggiunga gli standard europei, senza i quali i nostri titoli di studio non avranno validità nei paesi dell’Unione.

 

Il risultato  finale dell’opera  è così tendente al pessimo che anche le recenti note e leggi sui disturbi specifici e sull’ADHD, nella cornice di un quadro simile, rischiano di rimanere lettera morta. Si introducono precisi luoghi prescrittivi nel momento in cui  , crescendo il numero degli alunni, aumentano le possibilità di trovare più casi di  bambini con quelle difficoltà nella stessa classe , che vanno a sommarsi alla percentuale sempre più alta di stranieri. E’  una situazione contraddittoria, che vanifica la serietà  di leggi che presumono che l’insegnante debba intervenire in maniera individualizzata, in una classe dai 25 ai 28 alunni.

 

E’ oltremodo  incredibile che  non ci si avveda  che i rilevamenti delle prove INVALSI, o i sondaggi forniti da istituti di ricerca, in mancanza di una seria politica  sulla scuola , non monitorano il grado di efficacia dell’istituzione scolastica, ma  fotografano il mero dato socio-economico che discrimina il nord e il sud, la periferia e il centro, e il ceto sociale,  che a quelle performance è  collegato; e a maggior ragione si attendono negativi se le possibilità di intervento a favore di un miglioramento delle prestazioni calano drasticamente, a seguito dell’aumento del numero degli alunni per classe.

 

Alla  base delle determinazioni adottate c’è  più di una considerazione assunta acriticamente.

 

La prima riguarda  l’ incriminato rapporto 1:10 ( un insegnante ogni dieci alunni ) che la legge alza di un punto; esso è un’astrazione ottenuta sulla base di una media aritmetica che comprende gli insegnanti di sostegno, di inglese e gli insegnanti di religione.  Il suo ritocco verso l’alto ha  prodotto l’aumento del numero di alunni per classe fino a 28 , senza che questa decisione abbia potuto trovare un argine da parte degli addetti ai lavori, e nonostante il parere negativo di organizzazioni di genitori. Se questo rapporto fosse reale come propagandato, quale ragione impedirebbe a una riforma di portare le classi di scuola primaria al numero di undici alunni con un insegnante? Quando poi i sindacati trasformano la questione dei 28 alunni per classe in un problema di sicurezza- al quale lo stato facilmente ha potuto  rimediare stanziando soldi per l’edilizia e per allargare le porte- il discorso sulla scuola può  esaurirsi nella questione dei metri quadrati per alunno e della messa in sicurezza degli edifici .

 

Il secondo  assunto è che in Italia non esista più lo svantaggio culturale, e che, sopravvenendo da una situazione  ambientale più stimolante rispetto al passato,  l’alunno sia in grado di sistemare organicamente il suo sapere già nella scuola primaria  senza l’intervento dell’insegnante.

 

In verità l’educazione scolastica non gode più di grande considerazione da parte dell’opinione pubblica e di riflesso non ne gode da parte di chi sulla base di quegli umori costruisce i suoi consensi elettorali.

 

Riuscire a far passare per riforma pedagogica quella che è tecnicamente una controriforma, con tutte le caratteristiche tipiche di azzeramento, ripristino delle condizioni passate e di insensibilità alle esperienze, bollate come scelte sbagliate di precedenti governi, è indice dell’approccio superficiale e della disattenzione generale al  tema.

 

Ora bisognerebbe dire che il ritorno del maestro unico, contestualmente all’ innalzarsi del   rapporto numerico, non diminuisce l’efficacia educativa in senso assoluto, ma riduce drasticamente le probabilità di intervento, ne annienta la sistematicità ,  rendendo inefficace qualsiasi azione a favore di chi manifesta difficoltà. “Ma i maestri di prima come facevano?”: questa è la domanda che si pone il nuovo pedagogo quando paragona  in modo scorretto  la vecchia scuola – dove  lo svantaggiato passava dai banchi al  bracciantato agricolo- alla nuova- dove egli deve pervenire, per dettato  costituzionale, ad una soddisfacente alfabetizzazione culturale dai livelli  sempre più alti, e le cui  prestazioni vengono rilevate e sbattute in prima pagina a riprova dei bassi livelli della scuola italiana.

 

Tuttavia, volendo andare a ritroso, oltre la  congiuntura negativa che ha indotto  a relegare in secondo ordine la spesa scolastica rispetto ad altra spesa pubblica, notiamo che un problema di rappresentatività delle istanze della scuola in seno alle istituzioni c’è da anni.

 

A che cosa sia dovuto è presto detto: la scuola è un sistema gerarchico, attraverso il quale le pretese  ministeriali, divenute legge, anche senza dibattiti democratici e grazie a maggioranze ottenute con leggi elettorali di seconda scelta, ridiscendono  in scioltezza la china dei sottoposti privi di facoltà di veto. E siccome oltre al danno c’è la beffa, questa stessa scuola  è  denominata “dell’autonomia”, volenteroso prodotto della legge Bassanini, che declama che le scuole pervengono all’ “autonomia organizzativa didattica e di ricerca e di sviluppo”.  Invece esse  sono rimaste allocate  all’interno di un sistema verticistico, dove  le decisioni nel dettaglio delle problematiche amministrative  sono imposte dal ministero, e da esse non può che scaturire l’impossibilità di decidere autonomamente. Chi deve stimolare l’applicazione di una qualche  teoria scientifica che motivi l’assetto organizzativo della scuola così che essa  possa mettere in pratica gli obiettivi  europei ? Chi la deve adeguare al territorio ? Attualmente vengono calate dall’alto direttive; ma chi è capace di rappresentare dal basso le esigenze della scuola italiana? Gli uffici scolastici regionali sono presìdi di burocrati; i dirigenti scolastici relegati al ruolo di esecutori  di disposizioni; il sindacati per anni appiattiti sulle questioni occupazionali; istituti di ricerca dove non si  sa  che cosa si ricerchi. E gli insegnanti? La perdita di prestigio sociale della categoria è andata di pari passo con la perdita di potere decisionale. Il loro parere non vincolante   soccombe davanti alla larga discrezionalità di dirigenti e dei burocrati. In questo senso l’impreparazione dei docenti, spesso attribuita alla  volontà o alla qualità dei singoli ma che è invece logica  conseguenza  di un sistema che non ha saputo adeguarsi  alle esigenze culturali  della società moderna, diventa un problema secondario, e forse, a questo punto, un dato da salvaguardare.

 

 La perdita di potere decisionale è una perdita di potere politico, e di consapevolezza di categoria.  A  gettarvi  ulteriore  discredito   sta per arrivare  la normativa  sul merito,  che  con un colpo di mano il ministro Gelmini ha  introdotto nel “Milleproroghe”, approvato ricorrendo alla fiducia. Ancora una volta una visione unilaterale si impone, sposta l’attenzione dai veri  problemi che sono quelli strutturali e addossa  la responsabilità di  disfunzioni e problemi alla categoria dei lavoratori,  per punirla e demotivarla. La scuola avrebbe bisogno di ben altro: prima di tutto di  una  riforma  degli organismi democratici, che   comporterebbe l’affermazione di  una vera  autonomia.  Quando gli  operatori non possono decidere della struttura organizzativa nei suoi aspetti significativi essi non prendono mai consapevolezza dell’importanza del  proprio ruolo e delle conseguenze dei propri  gesti.   

Una scuola  in cui le decisioni sulla  qualità degli interventi a favore dell’integrazione, delle opportunità, dell’apprendimento vengono prese da  entità che operano al di fuori del contesto scolastico e senza nessuna relazione con esso, non è autonoma . Purtroppo per giungere a queste consapevolezze ci vorrebbero soggetti politici  culturalmente più dotati.  Soprattutto occorrerebbe che   l’opinione pubblica e l’elettorato si ravvedano  rispetto alle funzioni della scuola nel nostro paese. 

Maddalena Rotundo  

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I ribelli verso Tripoli, “Al Qaida dietro di loro”

Gheddafi: rivolta farsa. Squadre della morte negli ospedali. Giornalisti italiani malmenati

 

24 febbraio, 22:08

  

Nuovo discorso del rais. Stavolta parla in tv via telefono e accusa: richieste dei ribelli dettate da bin Laden. Poi minaccia: stop al petrolio se la situazione peggiora.

 

Un gruppo di giornalisti italiani, tra cui l’inviato dell’ANSA, sono stati bloccati e controllati da un gruppo di miliziani governativi sull’autostrada che va dall’aeroporto a Tripoli e uno di loro, Fabrizio Caccia del Corriere della Sera, e’ stato anche schiaffeggiato e preso a calci quando ha detto di essere italiano. Dopo un controllo ‘brusco’ sono stati rilasciati e hanno potuto raggiungere un albergo della capitale. Appreso dal trattamento di cui e’ stato fatto oggetto un gruppo di giornalisti italiani giunti oggi nella capitale libica, la Farnesina ha impartito istruzioni all’Ambasciatore a Tripoli, Vincenzo Schioppa, di compiere un formale passo di protesta presso le Autorità libiche. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri

Il presidente Usa Barack Obama ha chiamato questa sera per telefono il presidente francese Nicolas Sarkozy ed entrambi hanno chiesto uno ”stop immediato dell’uso della forza” in Libia: e’ quanto annuncia l’Eliseo.

La Casa Bianca vuole agire in fretta in Libia, dove la situazione sta precipitando. Secondo il portavoce Jay Carney ”siamo interessati in una azione rapida” dato che la sitaziione ”richiede azioni rapide”. Gheddafi ha fatto avere un messaggio agli Stati Uniti. Lo ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip Crowley, nel consueto briefing con i giornalisti, senza aggiungere ulteriori dettagli.

Terminal petroliferi in mano ai rivoltosi‘. Lo affermano abitanti di Bengasi.

Gheddafi intanto sarebbe asserragliato con una decina di uomini della sicurezza a lui fedeli in un bunker sotterraneo della caserma di Bab al Aziziya, sobborgo meridionale di Tripoli. Ma si fanno sempre più insistenti le voci di una sua imminente fuga dal Paese.

Il governo svizzero ha reso noto che congela i beni appartenenti a Gheddafi.

Offensiva militare delle forze fedeli a Gheddafi stamani nella città di Zawia con i testimoni che parlano di un nuovo massacro. Al Arabiya parla di centinaia di vittime.
Un testimone riferisce di un attacco alla capitale “imminente” con la tribù dei Warfalla che starebbe arrivando dalla Cirenaica. Per il New York Times intanto nella città si sarebbero radunati migliaia di mercenari e fedelissimi al rais. Violenti combattimenti in corso a Misurata. Il centro cittadino sarebbe ancora in mano ai ribelli anti-regime. Migliaia di persone stanno convergendo a Zawia, a pochi chilometri da Tripoli, per ”liberare la citta”’. Lo ha riferito all’ANSA il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi.

E al largo di Misurata sono arrivate le navi militari italiane che dovranno prelevare alcuni lavoratori ancora bloccati nel paese. In corso le operazioni di rimpatrio di alcune decine di cittadini italiani ed europei a bordo di un C130 dell’Aeronautica militare. Secondo quanto si e’ appreso, un altro C-130 dell’Aeronautica italiana si trova attualmente all’aeroporto di Tripoli. Alitalia ha sospeso i voli.

Il ramo nordafricano di Al Qaida (Aqmi) si è schierato a fianco dei dimostranti. La Ue si tiene pronta per un intervento militare umanitario: ‘opzione possibile’. Napolitano: nessun veto dell’Italia a sanzioni dell’Ue. Putin: preoccupati per conseguenze sul Caucaso del Nord.

Con oltre un centinaio di cittadini britannici ”in pericolo” nel deserto libico, il governo di David Cameron sta valutando l’invio delle forze speciali in parti del paese nordafricano. Lo riporta la Bbc.

Oggi fonti mediche parlano di 7.000 vittime in costante aumento. Ong: esponenti dei “comitati rivoluzionari” al soldo di Gheddafi fanno irruzione negli ospedali di Tripoli e uccidono i feriti che hanno manifestato contro il regime.

GHEDDAFI: E’ COLPA DI BIN LADEN – “Questa gente non ha richieste. Le loro richieste vengono dettate da Bin Laden. I vostri figli sono manipolati da Bin Laden”. Lo ha detto il leader libico Gheddafi al telefono con la tv libica. “Se volete questo caos siete liberi. E se volete continuare a combattere fra loro, continuate pure”: è quanto ha detto Gheddafi rivolgendosi agli abitanti di Zawia, a ovest di Tripoli, teatro di violenti scontri tra lealisti e rivoltosi. “Bin Laden ha distribuito delle pillole stupefacenti e droghe agli abitanti di Zawya per combattere contro il nostro caro Paese”.
La rivolta in Libia “é una farsa alla quale dovremmo porre fine, una farsa portata avanti dai giovani” che “vengono manipolati anche attraverso l’uso di droghe”, ha detto Gheddafi, minacciando: “Se la situazione peggiorerà si interromperanno i flussi di petrolio”.
Nel suo discorso tv in collegamento telefonico con l’emittente di Stato, il leader libico Muammar Gheddafi ha messo in guardia da un “intervento militare americano” in Libia “con la scusa di combattere al Qaida”.

COMAI, ‘GHEDDAFI PREPARA AEREO PER FUGA’ – “Gheddafi sta facendo preparare il suo aereo privato per partire e lasciare la Libia”. Lo sostiene il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi che parlando con l’ANSA cita fonti “molto, molto attendibili”. Gheddafi “sta facendo caricare sull’aereo gran parte dei suoi tesori, in particolare oro. E sembrerebbe intenzionato ad andare in un paese amico in Africa”.

“A seminare il terrore tra la gente a Tripoli sono le ‘squadre della morte’: uomini assoldati dagli stessi militari, su ordine del governo, che girano in strada con caschi e vestiti gialli. Hanno il compito di reprimere le proteste e lo fanno entrando nelle abitazioni, dove seminano il panico, picchiano gli uomini e violentano le donne”, riferisce sempre il Comai.


MEDICO BENGASI, “NOI SOMMERSI DA FERITI” 
– L’ospedale maggiore di Bengasi, seconda città della Libia, è stato “sommerso” la settimana scorsa dal numero dei feriti ricoverati, ha affermato all’agenzia Afp un medico anestesista rimpatriato ieri dal Paese. “L’afflusso dei feriti – ha detto il dottor Naceur Benarab, che ha lavorato al Bengasi American Center fino a domenica, prima di venire rimpatriato prima a Tripoli, poi in Francia – è iniziato quando gli altri ospedali erano pieni. Siamo stati sommersi”. Il maggior numero di feriti “era stato preso da pallottole, o schiacciato dalle vetture dei miliziani che entravano a tutta velocità fra la folla”. A Bengasi, “ho visto camionette piene di gente che brandiva fucili e asce”, ha raccontato il medico. “All’inizio, i feriti erano stati presi alla testa, al torace e all’addome. Poi le pallottole hanno mostrato ferite nel basso del corpo”, una maniera, secondo il dottore, di colpire gravemente senza però uccidere, per controllare il movimento di rivolta in atto: “In una società tribale come la Libia, dove regna il diritto secolare, ogni volta che ci sono dei morti, si rafforza il rango dei manifestanti”.

NYT, GHEDDAFI AMMASSA TRUPPE A TRIPOLI – Migliaia di mercenari e fedelissimi armati stanno raggiungendo Tripoli nell’apparente tentativo del leader Muammar Gheddafi di assicurare la difesa della capitale libica. Lo scrive il New York Times. Il rais “ha richiamato” le forze speciali guidate dai figli, segmenti dell’esercito fedeli alla sua tribù e i loro alleati, mercenari africani addestrati in questi anni e che hanno probabilmente già combattuto in Sudan, spiega il quotidiano statunitense. La presenza di queste forze è visibile nella capitale, dicono i testimoni citati dal Nyt: “Sembra la Somalia”, dozzine di posti di blocco sono stati istituiti sulle strade principali da mercenari e uomini in borghese. “Chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono problemi”, ha raccontato un testimone.

FONTI MEDICHE, 7.000 MORTI IN COSTANTE AUMENTO  – “La cifra stimata finora dai diversi medici riguardo ai morti in Libia, a seguito delle repressioni del governo di Mummar Gheddafi, è tra i 5.000 e 7.000 morti, ma se il massacro continua si rischia di superare i 10.000 nelle prossime ore”. A riferirlo all’ANSA è il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) Foad Aodi, che è in costante contatto, da Roma, con alcuni testimoni in Libia.

LA RUSSA, MISSIONE PACE NON PRESA IN CONSIDERAZIONE – Una missione di pace in Libia “al momento non è nemmeno presa in considerazione”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rispondendo alla Telefonata di Maurizio Belpietro, durante Mattino Cinque, su Canale 5. “Di questo – ha affermato la Russa, con riferimento ad una possibile missione di pace – non abbiamo mai neanche lontanamente parlato. Non credo che sarà ipotizzata perché non credo che siamo nelle condizioni in cui le missioni di pace siano mai state attuate. Però – ha aggiunto – se la situazione si evolvesse, tutto, naturalmente, si può modificare”. Tuttavia, ha ribadito, “al momento non l’abbiamo mai presa in considerazione”.

 

GIOVANARDI: FOSSE COMUNI DI TRIPOLI? SONO UNA BUFALA – ”Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala. In tutti i giornali di oggi in prima pagina c’e’ la foto delle fosse comuni di Tripoli: la foto e’ un normale cimitero libico, con tombe prescavate in cemento e una tomba, addirittura, e’ gia’ coperta con il nome del defunto!”. Lo ha detto il sottosegretario Carlo Giovanardi alla ‘Zanzara’ di Radio 24. ” Sono tombe molto curate, singole – ha continuato – e non mi possono far vedere quelle foto e dirmi che ci sono cosi’ tanti morti: quelle foto sono una presa in giro perche’ non giustificano i 10.000 e oltre morti: e chi lo dice? In Libia c’e’ una rivoluzione in corso e se Gheddafi dovesse in qualche modo cavarsela e restare al potere dopo un mese tutti i paesi del mondo gli parlerebbero ancora”. Giovanardi conclude con l’Iran: ”E’ molto peggio l’ Iran della Libia: come Gheddafi ci sono altri 30,40 e forse 50 paesi”.

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da notare ovviamente il lapidario giudizio di un rincoglionito che guarda caso appartiene all’area berluskoni

 

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i tumori

Provincia Mt avvia verifica inquinamento fonti radioattive

 

24/02/2011 13:27

 

BAS   “L’incremento degli indici di mortalità per cause tumorali e del numero di malati oncologici nella provincia di Matera si è attestato, in maniera preoccupante, sulla media nazionale. Un dato sconfortante, soprattutto se rapportato al passato, quando era nettamente inferiore, e al futuro, quando è previsto un accelerata che ci vedrà superare pericolosamente la media.”
Il presidente Stella e la giunta provinciale intervengono sulla questione con un provvedimento che intende chiarire le ragioni di un trend così negativo.
In particolare, – spiega la nota della Provincia di Matera – i presidi sanitari e i medici di famiglia segnalano un importante e crescente incremento di neoplasie che interessano alcuni organi e sistemi (tiroide, midollo osseo, intestino, reni e sistema nervoso) che fanno pensare a un territorio con matrici ambientali da verificare e monitorare in direzioni diverse da quelle che normalmente e periodicamente vengono effettuate dalla Provincia e dalla Regione.

La Provincia di Matera ritiene necessario e improcrastinabile comprendere le cause che hanno determinato un aggravamento di tali proporzioni. Siamo convinti, e i dati scientifici lo dimostrano, che la percentuale in netta ascesa delle patologie tumorali sono verosimilmente associabili a esposizioni di sorgenti radioattive – ha sottolineato il presidente Stella – o al consumo di alimenti prodotti in ambienti le cui catene alimentari appaiono compromesse. Pertanto non è più differibile la verifica dei dati ambientali e alimentari del territorio, che costituiscono la base di partenza per indicare le eventuali misure di prevenzione. Azione che l’Ente sta predisponendo nell’interesse del territorio.”

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con qualche anno di ritardo rispetto a denunce che questo movimento faceva, finalmente ci si muove in q uesta direzione, sconfessando direttamente la regione che finora gha sempre negato sia il problema (l’aumento delle patologie tumorali) che le cause (matrici ambientali ed alimentari, che poi per un buon 50-60% sonmo riconducibili proprio all’ambiente ed agli agenti inquinanti che entrano in catena alimentare)…a questo proposito non voglio affatto tediare con la ripetizione pedissequa di tutto quanto più volte detto fino alla nausea dal sottoscritto, ma vi posto il link ad un simpatico video che ben riassumeva le posizioni della regione basilicata nella scorsa giunta, posizioni che non ci sembrano al momento ancora mutate di mezza virgola nel tutt’appostismo generale…buon divertimento (sigh!!!)

http://www.youtube.com/watch?v=FfsfSEz1GHA

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