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Maratea, presentazione progetto “Porta del Golfo”

23/03/2011 16:00Alla presentazione interverranno il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, l’assessore al Turismo, Erminio Restaino, e il consigliere segretario del Consiglio, Luigi Scaglione

ACR  L’evento avrà luogo il 30 marzo, alle ore 16.00, presso il Grand Hotel Pianeta Maratea Il progetto che parte nel 2006 con “Porta della Calabria”, attraverso un accordo d’informazione intercomunale tra le Pro Loco di Praia a Mare, Tortora, Aieta e San Nicola Arcella, grazie alla sua interazione con il territorio, ha continuato a crescere, inglobando le quattro Pro Loco della Basilicata (Nemoli, Maratea, Rivello, Lagonegro), ed il possibile allargamento anche alle Pro Loco campane.
L’obiettivo di “Porta del Golfo” è quello di garantire uno scambio d’informazioni tra gli otto enti locali con la distribuzione su una vasta area di materiale promozionale. Saranno inoltre istallati quattro gazebo fissi, presso le cittadine di San Nicola Arcella, Praia a Mare, Tortora e Maratea che serviranno come punti informativi e promuoveranno il flusso turistico anche verso le località interne, garantendo un panorama più completo di tutto il territorio. In distribuzione, presso i punti informativi, diecimila questionari allo scopo di creare un osservatorio turistico dell’area, offrendo materiale di studio utile per le Amministrazioni comunali e gli operatori turistici della zona.
Oltre alle amministrazioni comunali, coinvolti nell’attuazione del progetto anche i privati (esercizi commerciali e aziende imprenditoriali) che potranno diffondere la conoscenza delle loro attività iscrivendosi al progetto stesso attraverso le associazioni Pro Loco di riferimento.
Alla presentazione interverranno Vito De Filippo, presidente della Giunta regionale della Basilicata, Erminio Restaino assessore al Turismo, Luigi Scaglione consigliere segretario del Consiglio regionale, Vitantonio Rossi assessore alla Formazione della Provincia di Potenza, Gianpaolo Chiappetta consigliere della Regione Calabria, Pietro Lecce assessore al Turismo della Provincia di Cosenza, Gianpiero Perri, direttore generale dell’Apt di Basilicata, gli amministratori locali e altri rappresentanti delle istituzioni provinciali e regionali della Basilicata e della Calabria.
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mah, questi parlano di promozione turistica e nel frattempo maratea continua a rimanere di fatto isolata a causa delle frase che interessano la ss 18 ed a cui non è dato capire quando, come e chi dovrà porre rimedio…a meno che non pensino questi signori di far arrivare la gente a nuoto!!!

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tutto virtuale, persino l’archeologia

Archeogiordania, un progetto per il sito di Gadara

 23/03/2011 13:59 Mastrosimone: un progetto-pilota significativo anche per il coinvolgimento delle comunità locali AGR   Tecnologie virtuali e forte coinvolgimento delle comunità locali. Sono gli elementi portanti del progetto “Archeogiordania”, che ha l’obiettivo di raccontare, anche virtualmente, il sito archeologico di Gadara-Umm Qais in un’ottica di turismo sostenibile.
Partner di “Archeogiordania”, che è parte del progetto integrato Diacheo per la cooperazione tra le Regioni italiane e i Paesi del Mediterraneo, sono la Basilicata (ente capofila), l’Umbria, la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera, Sviluppumbria e il Dipartimento delle Antichità Giordane. Il progetto-pilota, con tempi di scadenza aprile 2011, è stato presentato questa mattina a Matera durante un seminario, in cui i vari interventi hanno messo a fuoco i punti salienti delle attività svolte nel territorio giordano della Decapolis, nome che indica le dieci città di cultura greco-romana situate sulla frontiera orientale dell’Impero Romano.
Il Nord della Giordania è un territorio ricco di archeologia, ma poco conosciuto dal flusso di turisti che si dirige, invece, verso altre aree, come per esempio l’antica città di Petra. Si è trattato, dunque, di capire come valorizzare i siti di grande valore storico, traendo da questi anche occasione di sviluppo.
Il progetto si è diramato in diverse direzioni. Una piattaforma virtuale è stata la base su cui ricostruire alcuni edifici, quali il santuario ellenistico, il teatro ovest e una della case più importanti del villaggio ottomano. La ricostruzione permetterà non solo di ‘rimmaginare’ il senso dello spazio antico, ma anche di capire le funzioni politiche, sociali, religiose di quegli spazi continuamente riutilizzati nel tempo, confrontando ad esempio modelli abitativi del periodo romano con quello di una casa del periodo ottomano, per far emergere un senso di ‘riconoscibilità’ di spazi familiari e comuni a culture diverse.
Il progetto ha cercato anche di operare una “ricucitura culturale”. Il mondo arabo tende a non percepire come appartenenti alla propria cultura i siti di origine ellenistica, considerandoli di interesse solo dei turisti. Con il coinvolgimento delle scuole e delle comunità locali, il progetto ha voluto far crescere la consapevolezza del valore del patrimonio archeologico.
Contemporaneamente è stato svolto un lavoro sullo sviluppo economico e sul branding per individuare itinerari e incrementare il turismo e l’economia.
La condivisione culturale che è alla base del Progetto Archeogiordania – ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Formazione e Lavoro, Rosa Mastrosimone, concludendo il seminario – rappresenta un fattore indispensabile per la promozione di processi di cooperazione durevoli ed armoniosi e per l’acquisizione della consapevolezza del patrimonio culturale del territorio. A questo proposito ritengo che il valore aggiunto del progetto è rappresentato proprio dal coinvolgimento delle comunità locali e dal lavoro sulla loro percezione e consapevolezza dei siti archeologici. In quest’ottica appare assolutamente evidente che sarebbe auspicabile dare una continuità al rapporto di collaborazione tra la Regione Basilicata, la Scuola di specializzazione di Archeologia di Matera (la quale svolge un ruolo prioritario per la diffusione della cultura dell’archeologia in Basilicata) e il Dipartimento delle Antichità giordane”.
e

Comune Mt, Adduce: primi contenuti nel gemellaggio con Petra23/03/2011 15:23  BAS “Oggi viviamo in un tempo e in una società particolarmente complessi all’interno del quale credo sia particolarmente importante recuperare il valore del dialogo, del confronto. E credo che la storia millenaria presente nelle testimonianze più antiche che il passato ci ha lasciato in eredità, ci parla proprio di questo, della necessità di tenere aperti i confini e arricchire la conoscenza”. Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, intervenendo stamane alla presentazione del progetto “ArcheoGiordania. Linea di dialogo e cultura – progetto integrato Diarcheo”.
Adduce, nel corso del suo intervento, ha rilevato le diverse affinità fra Matera e Petra ricordando che “esattamente un mese fa, il 21 febbraio, abbiamo firmato il patto di gemellaggio con la città di Petra, alla presenza dell’ambasciatrice della Giordania in Italia, Sua Altezza Reale Wijdan al-Hashemi. Crediamo che questo progetto di promozione turistica dei siti archeologici attraverso le nuove tecnologie della comunicazione contribuisca notevolmente a riempire di contenuti il gemellaggio fra le due storiche città. E proprio in virtù di questa intesa mi auguro che questo progetto possa proseguire per consentire ulteriori sviluppi futuri al percorso di collaborazione italo – giordana intrapreso con il progetto”.
Adduce, inoltre, ha affermato che il progetto Archeogiordania si inserisce coerentemente nel percorso di candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019 grazie alla sua profondità, alla sua capacità di intessere dialoghi e relazioni con una parte molto lontana del mondo, ma molto vicina per tanti aspetti.
Infine, Adduce ha voluto ringraziare personalmente il viceministro del turismo Giordano, Issa Gamooh per le parole usate nei confronti della città di Matera. Infatti, l’esponente del governo Giordano, nel suo intervento, si è soffermato sulla “bellissima idea del gemellaggio tra Petra e Matera. Oggi ho visitato Matera e i Sassi mi hanno fatto nascere molte idee che porterò e realizzerò in Giordana, a partire dai vostri alberghi in grotta, dalla gestione del vostro patrimonio storico”.
—————————————————————————————————————-tutto virtuale dunque, persino l’archeologia che pur necessita di attività di campo non solo per la scoperta del passato, ma anche per la sua conservazione all’oggi ed al domani…in realtà si trata di progetti che mettono in campo dei denari pubblici e che vengono spesi per la realizzazione di supporti informatici e video non sempre all’altezza delle roboanti parole con cui si esprime la mastrosimone (che ben farebbe a a rendere conto dei suoi tanti cambi casacca in virtù dell’ingresso in idv ed in giunta regionale) ed il sindaco adduce che almeno gestisce un patrimonio, mentre lei lo dilapida…quale?…quello della formazione, terreno di caccia idv da due giunte ormai… 

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Policoro, Simone (Dc): “Il crocifisso simbolo di libertà”23/03/2011 12:43

BAS   La Corte europea dei diritti dell’uomo nei giorni scorsi ha bocciato il ricorso contro chi si era rifiutato di lavorare in un ambiente di lavoro pubblico dove c’è esposto il crocifisso. Il consigliere comunale della Dc, Cosimo Simone, componente della segreteria politica regionale ammette: “Quando ho letto la sentenza ho tirato un sospiro di sollievo. Ritenevo inopportuno il ricorso e temevo il peggio per tanti cattolici/cristiani. Ma alla fine ha prevalso il buon senso e anche i giudici europei si sono schierati per la libertà di coscienza e l’orientamento educativo che da esso traspare. Chi si è trovato in condizione di disagio non poteva metterla sul piano giuridico perché mai e poi mai, e lo dico da cattolico, il crocifisso è stato sinonimo di indottrinamento essendo un simbolo in cui ciascuno liberamente ha il diritto di custodire le proprie tradizioni, di considerare il crocifisso un simbolo al contempo religioso e civile, e di riservare alla religione della maggioranza, fino a prova contraria, preponderante in Italia visibilità in ambito pubblico senza la necessità di rimuoverlo. Ma questo non significa che l’Italia non sia uno Stato laico, poiché noi sosteniamo “Libera chiesa in libero Stato”, dove la prima ha una missione spirituale di educare le coscienze e di eticizzare la società in base alla propria dottrina, e la seconda quella di garantire il pluralismo delle confessioni religiose e la libertà di culto, sempre nel rispetto dell’ordinamento giuridico, all’interno dello Stato liberaldemocratico, e questo principio viene garantito a chiunque. Cosa che non accade a tanti cristiani nel mondo, soprattutto dell’oriente, che vengono sistematicamente perseguitati da chi professa altre religioni. Siamo noi cristiani a dover presentare ricorso contro chi professa altre religioni”.

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pubblico questo delirio confuso dove si confondono tutti i parametri tra religione e laicismo dello stato per arrivare ad una sorta di integralismo conservativo e preservativo dei cristiani nel mondo, non per stigmatizzare quanto descritto in piena libertà da un consigliere comunale, ma per sottolineare che su basilicatasoviet trovano spazio molte caz**** e non certo i comunicati di chi come il sottoscritto cerca di ragionare assieme a tutti su argomenti di interesse comune…non voglio aprire guerre con il sito istituzionale il cui responsabile, rivelli, ex gazzetta del mezzogiorno (ma quello che a matera ha chiesto ad una giovane non so chè di chiamare la polizia per la presenza del sottoscritto che aveva portato con sè delle mappe del petrolio e non certo delle molotov…roba da mattri, no?…ma forse è solo regime e servi sciocchi), se possibile è anche peggio del suo predecessore, ma insomma…non bastava la pubblicità occulta, ora anche i deliri mistici!!!

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Si costituisce il Terzo Polo a Melfi23/03/2011 12:10

BASAPI – FLI – LIBERAL – MPA e UDC con la propria classe dirigente ha definito una proposta politica individuando i 5 punti da realizzare e programmare nei primi 100 giorni di governo della città.
E’ quanto stabilito dai massimi esponenti Regionali delle forze politiche costituenti il Terzo Polo Melfitano , in un vertice tenutosi ieri sera a Melfi.
“Il Terzo Polo cosi costituito – si legge in una nota – si apre alla condivisione della proposta politica e programmatica alle altre forze democratiche della città che meglio garantiscono il raggiungimento degli obbiettivi che la città attende da molti anni”.

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non che m’importi più di tanto di questo terzo polo, ma se l’udc sta al governo regionale, non si apre forse un “problema”, considerando che melfi è la terza realtà lucana per numero di abitanti?

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400 eventuali profughi a potenza

Accoglienza immigrati, Napoli: “Questione delicata”

23/03/2011 11:04

Per l’esponente del Pdl in Consiglio regionale “non si tratta semplicemente di fornire letti sicuri e pasti caldi ma bisogna garantire una buona integrazione, sia pur temporanea, di un popolo alla ricerca di una diversa possibilità di vita”

ACR“Nell’ambito del piano approntato dal governo nazionale per far fronte all’ondata di immigrati provenienti dal nord-Africa, anche la Basilicata ha dato la sua disponibilità all’accoglienza. Un atto sentito e doveroso che interesserà tutte le regioni italiane e che dovrà necessariamente avere un coordinamento tanto nazionale quanto regionale. E’evidente che la disponibilità ad utilizzare la struttura dell’ex caserma ‘Lucania’, indicata dall’assessore alla Sanità come sito probabile per l’accoglienza, pone alcune questioni non secondarie rispetto alla futura organizzazione”. Lo sostiene il consigliere regionale e comunale del Pdl, Michele Napoli per il quale “la necessità di regolamentare i flussi migratori deve necessariamente essere di pertinenza europea ma, considerando l’attuale stato di emergenza vissuto a Lampedusa, è necessario che tutte le regioni si attivino per sollevare l’isola da un carico eccessivo e non più sostenibile”.
A parere del consigliere del Popolo della Libertà “le responsabilità che vedranno coinvolta la regione Basilicata riguardano soprattutto l’organizzazione del sito che dovrà ospitare gli immigrati e il ruolo che la Regione deve avere nel contesto nazionale per attuare quelle azioni necessarie a risolvere la questione immigrazione. Il sito della caserma ‘Lucania’ sembra idoneo come area ma pone sicuramente una serie di problemi concernenti la gestione complessiva del ‘campo’”. “Sarà fondamentale, a nostro avviso – afferma Napoli – stabilire sia un limite massimo, non superabile di accoglienza, sia i tempi di permanenza. La questione è molto delicata perché non si tratta semplicemente di fornire un letto sicuro e un pasto caldo ma bisogna garantire il buon funzionamento di una integrazione, sia pur temporanea, di un popolo di immigrati alla ricerca di una diversa possibilità di vita.
Il rischio che si corre è che, come accade di frequente in Basilicata, si viva di improvvisazione, senza aver adeguatamente previsto e organizzato un sistema capace di far funzionare la macchina in maniera adeguata, sia pure per fronteggiare la semplice emergenza”. “La Basilicata è terra di accoglienza e, nonostante la sua povertà economica, ha sempre saputo esprimere una solidarietà che va oltre le semplici parole. Non bisogna però correre il rischio di tendere una mano senza pensare a cosa si nasconde dietro quella solidarietà. Occorre, perciò – conclude Napoli – prepararsi ad avere le carte in regola per poter gestire una situazione certamente non facile. I nostri amministratori, regionali e comunali che siano, devono attivare necessariamente tutti i canali per evitare che le situazioni degenerino per prepararsi alla convivenza civile, cercando di prevenire quelle situazioni di pericolo a cui potrebbe essere esposta la comunità potentina”.

 

Comune Pz, Molinari su profughi a Potenza

 23/03/2011 12:05

BAS
Senza mettere in discussione la necessaria e dovuta solidarietà ai profughi in fuga dai Paesi in cui è scoppiata la rivolta civile come in Libia, noi dell’opposizione al Comune di Potenza (Dec, Lista Per la città, Fli, I Socialisti e Mal) abbiamo proposto che siano prese in considerazione altre ipotesi per ospitarli nella nostra città e nella nostra regione. La proposta avanzata dall’assessore regionale Attilio Martorano di indirizzare i profughi nella caserma Lucania non ci sembra la migliore soluzione sia dal punto di vista logistico che di sicurezza. Bisogna anche prendere in considerazione la storia della caserma e la sua particolare posizione all’interno della città. Per questo crediamo sia, invece, più opportuno spalmare i profughi nei comuni lucani, in base alle possibilità delle amministrazioni con le quali sarebbe necessario discutere approfonditamente sulla questione”. Così il consigliere comunale Giuseppe Molinari, ieri nel corso del Consiglio, ha evidenziato la necessità di un maggiore coinvolgimento dei comuni per offrire ai profughi la migliore soluzione per la loro accoglienza.
E’ da far notare – ha continuato Molinari – come lo stesso assessore alle politiche sociali Donato Pace non sapesse nulla dell’ipotesi avanzata per ospitare i profughi nella caserma Lucania. Questo non deve mai più ripetersi in quanto prima di fare proposte ed ipotesi è necessario consultare i diretti interessati, i padroni di casa che non si tireranno certo indietro davanti all’urgenza di dare sostegno alle popolazioni in difficoltà ma è fondamentale – ha sottolineato – pensare ad una soluzione condivisa dalla maggior parte soprattutto dei cittadini di Potenza e della Basilicata intera. Così come già accaduto con l’ondata di profughi albanesi si potrebbe pensare ad una distribuzione nei paesi lucani dove, tra l’altro, certamente non si sta stretti alla luce del forte spopolamento in atto da anni”.

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che differenza di stile tra un post-fascista della destra, oggi prestato al pdl per via della surroga all’elezione in senato di digilio, ed un ex-democristiano, oggi prestato ad una cosa che non si sa bene cosa sia al comune di potenza, ma pur sempre destra è…mentre napoli rimarca “problemi ed pericoli dell’integrazione” (che se non alimentati dai soliti fuochisti di stampo nazional-popolare e demagogico rimangono problemi e non assurgono quasi mai al ruolo di problemi), di fatto non dicendo nulla di nulla se non pompare su un “razzismo di fatto” che serve a quelle parti politiche per sopravvivere (ma volete che una persona sinceramente democratica e dotata di buon senso possa mai votare per la destra di storace?), molinari pone invece un problema serio, serissimo…quello se non sia il caso di evitare che 400 eventuali asilanti (mi scuso per la mutuazione del termine dal tedesco), di cui non esiste ancora certezza dell’arrivo, ma certo ragionevole prudenza che possano arrivare, si concentrino tutti in un solo sito, per di più in una città che ha davvero grossi problemi…l’idea di attrezzare in ogni paese luoghi idonei all’ospitalità di poche persone, magari gruppi familiari, gioverebbe alla buona convivenza e forse anche alla cultura dell’accoglienza di un popolo da sempre emigrante e che ora si scopre “immigrato”…io credo che sia una strada da praticare nella condivisione e nel consenso, ma in tempi brevi e soprattutto nelle more delle possibiltà reali, anche aprendo la messa a disposizione volontaria da parte di privati cittadini delle proprie case vuote

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Comune Mt, Adduce plaude Al: via bottiglie di plastica23/03/2011 10:28

BAS   Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, esprime soddisfazione e apprezzamento per la decisione di Acquedotto Lucano di accogliere la sua proposta, lanciata nel corso dell’ultima assemblea dei soci, di eliminare dalle mense scolastiche le bottigliette di plastica per l’acqua.
In particolare, nel corso del suo intervento all’assemblea dei soci di Acquedotto Lucano svoltasi lo scorso mese di gennaio, il sindaco propose “un vero e proprio patto per portare l’acqua pubblica nelle scuole lucane eliminando le bottigliette di plastica. La città di Matera ogni giorno serve circa 1200 pasti al giorno e altrettante bottigliette di plastica. Attraverso un patto con acquedotto lucano è possibile risparmiare l’uso di circa 200 mila bottigliette di plastica all’anno con quel che significa per l’ambiente e con quel che significa in termini di educazione e valorizzazione dell’acqua come bene pubblico”.
E così in questi giorni Acquedotto Lucano ha inviato a tutti si sindaci della regione la proposta, con un vero e proprio progetto allegato, di eliminare le bottigliette di plastica dalle mense scolastiche.
“Sono certo che tutti i sindaci si adopereranno per promuovere l’uso dell’acqua pubblica nelle mense scolastiche. La città di Matera farà la sua parte, e già dal prossimo incontro con la commissione comunale sulla mensa scolastica a cui parteciperà, fra gli altri, anche la società aggiudicatrice del servizio, proporrò, di concerto con l’assessore all’Istruzione, Antonio Giordano, di organizzare la distribuzione prevedendo la fornitura di apposite caraffe concesse gratuitamente da Acquedotto Lucano”.

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e così pezzo dopo pezzo, faticosamente si estende una cultura che dovrebbe òlimitare al massimo l’uso di bottiglie di plastica (PET), così come cercare di ridurre a monte l’immissione di ulteriori rifiuti in un sistema che così come è messo non reggerà a lungo se non si adottato soluzioni di sistema che inquadrino i rifiuti in una logica più ampia e regionale…noi attendiamo ancora l’audizione in commissioni ambiente ed attività produttive per parlare del nostro piano rifiuti…nel frattempo, meglio un piccolo accordo ed una piccola riduzione, che nessun accordo e di conseguenza…

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Cisl, decolla il salario di produttività23/03/2011 09:22

BAS   Più contrattazione di secondo livello uguale più salario nelle buste paga dei lavoratori lucani. È questo in sintesi il senso dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria di Basilicata sull’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10 per cento sul salario di produttività corrisposto dalle imprese lucane aderenti al sistema di rappresentanza di Confindustria per il periodo d’imposta 2011. Lo rende noto il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che sottolinea come “questo accordo sia il frutto della riforma contrattuale e del conseguente rafforzamento della contrattazione decentrata, fattori che producono benefici concreti sul salario dei lavoratori e che possono contribuire in maniera sostanziale al rilancio dei consumi interni e, quindi, alla ripresa economica”. Falotico sostiene, inoltre, la necessità di estendere i benefici della riforma contrattuale del 2009 al pubblico impiego, ed è per questo che la Cisl, unitamente alla Uil di Basilicata, appoggiano la campagna promossa dalle rispettive categorie del pubblico impiego affinché la tassazione del salario di produttività per i dipendenti pubblici venga ridotta dall’oltre 30 per cento attuale al 10 per cento.
L’accordo siglato con Confindustria prevede, in particolare, che gli incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa corrisposti nel 2010 saranno sottoposti al nuovo regime fiscale agevolato. Le imprese applicheranno l’imposta sostitutiva del 10 per cento a tutti i lavoratori dipendenti anche se occupati presso sedi o stabilimenti situati al di fuori della Basilicata.
Per il segretario della Cisl Falotico “l’intesa siglata con Confindustria integra la contrattazione nazionale stabilendo un quadro normativo certo per l’applicazione delle agevolazioni fiscali stabilite dalla legge e rappresenta un ulteriore passo in avanti verso un sistema contrattuale sempre più articolato in grado di assicurare una più equa redistribuzione della produttività”. Secondo Falotico, infine, “questo accordo rappresenta il primo significativo passo verso una compiuta forma di democrazia economica in cui i lavoratori e le imprese cooperano non solo nella fase della produzione ma anche nella distribuzione dei vantaggi che derivano da un più elevato livello di produttività aziendale”.

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tutto bene parrebbe a leggere l’entusiasmo di falotico e del suo sindacato governativo che fa siglare referendariamente e sotto l’egida di un ricatto occupazionale agli operai fiat accordi-capestro senza lo straccio di un piano industriale…tutt’apposto, quindi!!!…ma qui si parla d’altro evidentemente, perchè legare il salario alla produttività va bene, ma questi sgnori dimenticano che la produttività è legata intimamente alla “vendibilità” di un prodotto ed a stabilire quanto e come si vendano i prodotti sono competizioni internazionali che sempre più spesso riguardano assetti di ricerca e di investimenti che, avendo ricadute dirette sulla qualità del prodotto, influiscono poi sul relatico posizionamento di mercato…quindi la vendibilità di un prodotto risiede sempre meno nella perizia o nella volontà delle maestranze e sempre più in piani industriali a monte…ciò significa che se aumento potenzialmente la capacità reddituale in rapporto alla produttività, quindi elesticizzando una quota parte del salario, e la produttività risente delle quote di mercato, anche una parte del salario risentirà appunto di questa, ponendosi così una situazione di vera e propria precarizzazione della qoata parte dello stesso…ora l’abbassamento delle aliquote fiscali su quella parte di salario influiranno davvero poco se poi contingenze di mercato obbligheranno, come nel caso fiat-sata, a dover inquadrare una settimana al mese di cassa integrazione come parte del salario degli operai…insomma alla fin dei conti l’entusiasmo di falotico dovrebbe fare i conti con la contingenza lucana per rendersi conto che non tutto va bene e che “hai voglia” a parlare di detassazioni se poi il lavoro non c’è e quello che c’è tende ad evaporare… 

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FOTOVOLTAICO SELVAGGIO.

Zuzzurellando per siti internet, mi imbatto in questo articolo della Gazzetta del Mezzogiorno. Interessante notare come l’iniziativa di fare chiarezza sulla situazione, sia partita da un Presidente di Provincia. Nella nostra regione, nonostante sia dalle pagine di questo blog, sia a “viva voce”, in tutte le situazioni di incontri (politici e non) ai quali abbiamo partecipato intervenendo nella discussione, si sia rimarcato, senza mezzi termini, che i campi fotovoltaici che si voleva impiantare qui da noi, avessero la bieca caratteristica di essere “studiati” ad hoc per aggirare le procedure di VIA, nulla si è mai mosso nella direzione di provare almeno a chiarire il tutto! Differenze di consapevolezza e responsabilità da parte di diversi amministratori? O dobbiamo pensare che, magari, oberati dal troppo lavoro, gli amministratori di questa regione si siano fatti sfuggire certi dettagli? Il beneficio del dubbio è concesso sempre e comunque ma, visto che da altre parti (non in capo al mondo, ma nella regione immediatamente confinante con la nostra), qualcuno ha avuto la voglia di andare fino in fondo per cercare di chiarire, auspichiamo che analogo sforzo avvenga in questa regione dove, come si può vedere andando in giro per le campagne, i campi fotovoltaici stanno proliferando in maniera preoccupante. Adesso, con questa notizia, non si può avere più nessuna possibilità di dire: “Non lo sapevo”. O no?

Antonio Bevilacqua – Responsabile (immeritatamente) per la città di Potenza di Comunità Lucana – Movimento no oil.

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Maxi-operazione della Finanza:
146 amministrazioni coinvolte

BRESCIA
Un giro d’affari milionario sfruttando autovelox non a norma, una truffa colossale che ha interessato mezza Italia, sfociata nella denuncia di 558 persone, di cui 367 dipendenti comunali o funzionari pubblici compiacenti, ora nei guai per truffa aggravata, turbativa d’asta e corruzione. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Brescia (tenenza di Desenzano) in cinque anni di indagini.

A tirare le fila di un sistema capillare e articolato che ha coinvolto mille comuni italiani – 146 quelli in cui sono state riscontrate anomalie – è un sessantenne di Desenzano del Garda, Diego Barosi. L’uomo, titolare della ’Garda segnalè e di numerose altre società aperte e chiuse secondo gli inquirenti per poter catalizzare gli appalti delle amministrazioni per la gestione degli autovelox, era già noto alle forze dell’ordine e alle cronache per vicende simili. Il bresciano è finito nel mirino di numerose Procure italiane, tra cui quella di Sala Consilina (Salerno) dove un automobilista fece ricorso per disconoscere una multa per eccesso di velocità.

In parallelo i riscontri degli inquirenti di Brescia hanno permesso di appurare che Barosi attraverso una cinquantina di autovelox di cui soltanto due omologati è riuscito in molti casi a ottenere gli appalti attraverso finte gare cui partecipavano solo ditte a lui riconducibili, in molti casi con la compiacenza della Polizia locale o di funzionari comunali ripagati con una congrua percentuale. Il sistema avrebbe fruttato 11 milioni e mezzo di sanzioni irregolari – gli autovelox erano tarati al rialzo per truccare la velocità rilevata del 15-17% in più rispetto al reale – delle quali l’interessato intascava fino al 40%. Un imponente flusso in denaro confluito in un impero immobiliare. Sono 245 secondo le Fiamme gialle gli immobili riconducibili a Barosi, di cui 51 sono già stati confiscati.

L’uomo con 4 complici delle province di Roma, Vicenza a Verona – ai cinque è contestata anche l’associazione a delinquere, la frode fiscale, la bancarotta fraudolenta – avrebbe costituito una fitta rete di società che hanno sottratto a tassazione 18 milioni e evaso imposte per 13. Il gruppo acquistava ingenti proprietà immobiliari – cinema, alberghi, villaggi turistici individuati tra Vicenza, Verona, Foggia – senza pagarle, anzi, provvedendo a rivenderle. Le violazioni del codice illecitamente contestate sarebbero 82mila con indebite richieste di sanzioni per circa 11,5 milioni di euro. Il Codacons chiede un intervento del governo «tramite i ministeri competenti». «Molti consumatori, infatti, non sapendo che le multe erano illegali e le apparecchiature truccate hanno pagato le multe e ora non possono più presentare ricorso né al Prefetto né al Giudice di pace, sia perché sono passati i 60 giorni dalla notifica sia perché gli articoli 203 e 204 bis del Codice della Strada stabiliscono che si possa impugnare la multa “qualora non sia stato effettuato il pagamento in misura ridotta”». Per questo il governo, nel caso siano già trascorsi i 60 giorni per presentare ricorso, «deve intervenire affinché siano restituiti sia i punti della patente ingiustamente decurtati sia i proventi delle sanzioni indebitamente incassati dagli enti coinvolti nell’inchiesta», chiede il Codacons.

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in grassetto i comuni lucani coinvolti…e se le accuse fossero dimostrate come sembra lo siano (ovviamente al netto di risultanze giuridiche)?…dovreste dimettervi!!!

Questo l’elenco dei Comuni coinvolti nell’inchiesta della Gdf di Brescia sugli autovelox taroccati: Abbadia S. Salvatore (Si), Acquasanta Terme (Ap), Airole (Im), Aisone (Cn), Albuzzano (Pv), Alleghe (Bl), Altavilla Milicia (Pa), Altofonte (Pa), Altomonte (Cz), Anversa Degli Abruzzi (Aq), Aragona (Ag), Ardore (Rc), Arquata Del Tronto (Ap), Arsoli (Rm), Artena (Rm), Badolato (Cz), Balsorano (Aq), Basciano (Te), Binetto (Ba), Bitritto (Ba), Bonate Sotto (Bg), Brezzo Di Bedero (Va), Brienza (Pz), Brolo (Me), Brugnato (To), Brusasco (Sp), Brusnengo (Bi), Buccinasco (Mi), Budoni (Nu), Bugnara (Aq), Cadeo (Pc), Canepina (Vt), Canosa Sannita (Ch), Casei Gerola (Pv), Castellabate (Sa), Castiglione D’orcia (Si), Chiaramonte Gulfi (Rg) Chiusa Di Pesio (Cn), Cicciano (Na), Civitella D’agliano (Vt), Cogorno (Ge), Collarmele (Aq), Colledara (Te) Corbara (Sa), Cupello (Cn), Fabrica Di Roma (Rm), Ficarazzi (Pa), Filandari (Vv), Fluminimaggiore (Ca), Forza D’agro (Me), Francofonte (Sr), Fratta Todina (Pg), Gagliole (Mc), Gallicchio (Pz), Gargnano (Bs), Gizzeria (Cz), Greggio (Vc), Grottolella (Av), Isola Delle Femmine (Pa), Issiglio (To), Itala (Me), Leggiuno (Va), Leporano (Ta), Letojanni (Me), Licenza (Rm), Licodia Eubea (Ct), Loiri Porto San Paolo (Ss), Maiori (Sa), Maissana (Sp), Malvito (Cs), Mandatoriccio (Cs), Manta (Cn), Maruggio (Ta), Melicucco (Rc), Montefalco (Pg), Montefortino (Ap), Montelanico (Rm), Montemurro (Pz), Monteroni Di Lecce (Le), Monterosi (Le), Monterubbiano (Ap), Morciano Di Romagna (Fo), Moresco (Ap), Morlupo (Le), Morolo (Fr), Mottalciata (Bi), Nazzano (Rm), Noepoli (Pz), Oria (Br), Ospedaletto Lodigiano (Lo), Palermiti (Cz), Palestro (Pv), Palmi (Rc), Palosco (Bg), Paterno (Pz), Patrica (Fr), Pedrengo (Bg), Piancastagnaio (Si), Pietravairano (Ce), Pieve Albignola (Pv), Pincara (Ro), Podenzana (Ms), Poggiorsini (Ba), Pollina (Pa), Portopalo Di Capo Passero (Sr), Pray Biellese (Vc), Pratella (Ce), Radicofani (Si), Ripe (An), Rivodutri (Ri), Rocca D’evandro (Ce), Roccafluvione (Ap), Roccagorga (Lt), Roggiano Gravina (Cs), San Giovanni Lipioni (Ch), San Gregorio Magno (Sa), San Michele Di Ganzaria (Ct), San Salvatore Telesino (Bn), San Sostene (Cz), Sant’angelo D’alife (Ce), Santa Maria Imbaro (Ch), Santa Maria Nuova (An), Santo Stefano Di Camastra (Me), Saviano (Na), Sermoneta (Lt), Serralunga Di Crea (Al), Serre (Sa), Sizzano (No), Stigliano (Mt), Stimigliano (Ri), Torrenova (Me), Torrice (Fr), Torricella (Ta), Tossiccia (Te), Tramonti (Sa), Tramutola (Pz), Trappeto (Pa), Trecchina (Pz), Treglio (Ch), Unione Dei Comuni Santi Sanniti (Bn), Urago D’oglio (Bs), Vejano (Vt), Vico Nel Lazio (Vt), Villa Del Bosco (Bi), Villar Perosa (To),iverone (Bi).

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comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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“Anche se siete assolti, siete lo stesso coinvolti”

  

Che l’inchiesta Toghe Lucane sia naufragata in un sostanziale nulla giuridico chiuderà magari aspetti e posizioni personali che nella legge e nel rispetto  formale delle sue procedure solo possono trovare ragione, smonterà alcuni teoremi di cupole e di “massonicità” del sistema politico-giudiziario lucano,  allenterà quei gravami di collusioni reali tra poteri sul cui sospetto si è retta l’inchiesta e la domanda di giustizia formale più o meno spontaneamente nata nell’opinione pubblica, ma certo lascia aperta la questione di quale democrazia si viva in questa regione quando, a pagine chiuse, è il confronto con la realtà che ci pone di fronte intatte le stesse domande a cui salvificamente qualcuno si era forse illuso di poter trovare risposta con l’inchiesta di un magistrato.

 

 

Chiariamo subito che alla domanda di giustizia relativa alla fattispecie concreta del reato associativo contestato dall’inchiesta era compito della giustizia dare risposta – e risposta è stata data e, piaccia o meno, tale risposta deve essere accettata se si riconosce alla giustizia quella terzietà a fondamento della democrazia stessa – ma è a quelle domande più ampie del contesto specifico che occorre dare risposte, risposte che erano e rimangono tutte politiche.

 

 

E’ questa una società dove il “santo in paradiso” sostituisce il merito ed anche il diritto? E’ questa una società dove la cordata familistica dei vincoli sostituisce la ragione collettiva? E’ questa una società dove si pratica la filiera del consenso oltre ogni logica di benessere comune? Domande politiche e da rivolgersi alla politica, poiché riguardano l’assetto concreto della democrazia nella nostra regione.

 

 

Avere negato la struttura di indagine di quell’inchiesta non significa avere negato altro che legittimità formale di costituire atto di giudizio per la stessa inchiesta specifica, non certo negare le ragioni di un sentire collettivo che il disposto dell’archiviazione di certo non farà morire nelle convinzioni dei lucani, che cioè esista non quel comitato o quell’associazione, ma un modus di gestione della cosa pubblica  che sostiene queste domande ed alle quali non sono i tribunali, ma la politica a dover fornire risposte e non solo sudari di persecuzione.

 

 

In altri termini la domanda che nasce da Toghe Lucane trasla dal senso meramente giudiziario che è contenuto nell’inchiesta, la richiesta di accertamento di verità oggettive in base a fattispecie concrete di reato, al suo senso più intimamente politico che si riassume nella richiesta di fornire prova della non esistenza in questa regione di comitati d’affari e legami trasversali sulla gestione delle maggiori partite economiche, finanziamenti comunitari allo sviluppo del territorio e royalties del petrolio.

 

 

Un’inversione dell’onere della prova che politicamente ha le sue ragioni dal momento che al cittadino ed alla sua esperienza concreta questa domanda ha già in nuce la risposta – quei comitati di affari e quei legami trasversali esistono e condizionano pesantemente il diritto sostanziale d’accesso sia alle risorse che alle loro opportunità a chi non ne faccia parte o non vi faccia riferimento. E difficilmente questa convinzione sarà scalfita da un’archiviazione, poiché convinzione “politica” ormai radicata a cui qualcuno dovrebbe cominciare a dar risposte politiche.

 

 

Ritorna così in mente un “io so tutto, ma non ho le prove” o un “anche se siete assolti, siete lo stesso coinvolti”, ma soprattutto la convinzione che un accertamento di verità giudiziaria non deve diventare  fonte di auto-assolvimento politico di cui oggi ammantarsi anche di fronte ai dati sconfortanti di una regione sostanzialmente al palo nonostante i decenni di gestione in proprio delle risorse comunitarie.

 

 

E così se l’evento giudiziario stabilisce innocenza rispetto all’evento specifico, il teorema tutto politico di una Basilicata “cosa loro” regge ancora, poiché suffragato nell’esperienza di una regione che ha dilapidato miliardi di euro per uno sviluppo inesistente, miliardi che se non spariti nel gran circo delle sodalità e delle filiere di consenso, pongono allora un problema serio di una classe dirigente non più o mai all’altezza dei suoi compiti e che “dovrebbero” essere i cittadini a sanzionare quando, votando, bene farebbero a fare considerazioni oltre il proprio particolare, poiché comitati d’affari, salotti buoni o logge esisteranno fin quando esisteranno cittadini servi o partigiani di interessi e non di idee.

 

 Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.

Flovilla (Udc): mettere fine a clima di sospetti22/03/2011 16:40

BAS“La vicenda raccontata oggi dai giornali, che scaturisce, non a caso, da una presa di posizione di consiglieri regionali del Pdl, quindi di chi ha tutto l’interesse a screditare l’operato della Giunta Regionale, utilizzando l’arma di decine e decine di interrogazioni consiliari, troppo spesso inutili, e che è relativa ad un progetto che la Giunta Regionale ha finanziato a favore di un’associazione presieduta da un giovane dirigente dell’Udc, non può essere strumentalizzata solo ed esclusivamente per attaccare il vice presidente della Giunta Agatino Mancusi”. E’ quanto sostiene il vice coordinatore regionale dell’Udc Antonio Flovilla, per il quale “è necessaria una serena valutazione dei fatti senza alzare un polverone. I fatti dicono che un progetto di educazione ambientale, fino a prova contraria, con una sua validità, è stato giudicato idoneo per un finanziamento regionale. Non si può certo imputare ad un giovane dirigente dell’Udc – continua Flovilla – di svolgere funzioni di presidente dell’associazione che ha presentato il progetto, anzi denota una sensibilità ed un impegno nel sociale che integra il suo impegno politico. Pertanto, non è certo il clima di sospetti alimentato da consiglieri del Pdl, tra i quali c’è chi sostiene, senza se e senza ma, che “in Basilicata la mafia esiste”, ad inficiare il lavoro e l’impegno del vice presidente Mancusi e dell’intera giunta regionale. Evidentemente la lezione che ci giunge dalla Procura di Catanzaro con l’archiviazione dell’inchiesta “Toghe Lucane” non è stata colta nel suo profondo significato: alimenta re sospetti senza sostanza reale è solo un danno per l’immagine della nostra società e della classe dirigente che, nel caso del vice presidente Mancusi, sta dando prova di un lavoro senza alcun risparmio di energie, come è dimostrato dalla recente COPAM, dalla stretta vigilanza contro il dissesto del suolo e le alluvioni, da un impegno quotidiano per la tutela dell’ambiente e del territorio”.

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sull’onda dell’articolo precedente, riporto la dichiarazione tutt’appostista di flovilla, personaggio noto anche alle forze dell’ordine per alcune sue frequentazioni diciamo di “loggia”, che giustifica l’assessore all’ambiente mancusi (udc) per il contributo di 83.000 euro concesso ad un sodale di partito per un video-gioco a tema ambientale, ma la riporto solo per introdurre sul tema toghe lucane un comunicato stampa di questo movimento…

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Sel su delibera contributo ad associazione dirigente Udc

 

22/03/2011 13:24

Carlo Petrone e Giannino Romaniello, coordinatore e consigliere regionale di Sinistra, Ecologia e Libertà, chiedono il ritiro del provveimento

ACR“Le notizie apparse sulla stampa relative ad una delibera della Giunta regionale per un finanziamento di 83.000 euro ad un’associazione guidata da un dirigente dell’Udc, destano preoccupazione per il protrarsi di pratiche di governo che ripercorrono vecchie strade nel rapporto politica società. Si tratta di azioni che contribuiscono ad alimentare la sfiducia dei cittadini nella politica e ripropongono la necessità di un chiarimento nel centrosinistra lucano sulla qualità di governo e le pratiche di gestione”. E’ quanto dichiarano in una nota Carlo Petrone e Giannino Romaniello, coordinatore e consigliere regionale di Sinistra, Ecologia e Libertà.

Chiediamo al presidente De Filippo – aggiungono Petrone e Romaniello – il ritiro immediato della delibera e l’assunzione di precise responsabilità sugli impegni più volte assunti in merito ad un cambio di fase nelle scelte e nelle pratiche di governo e, soprattutto, sulla necessità di ‘buona politica’ in un momento di delicata crisi economica e sociale della Basilicata”.

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direi che finalmente sel comincia a marcare qualche posizione etica e non solo succedaneità alla maggioranza…questo contributo concesso è di una gravità immane e mostra il cancro rappresentato in questa regione da un partito di voraci arraffoni che ha imbarcato al suo interno molti ex-udeur e popolari di dubbia fama 

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La Polizia Locale lucana prima per sinistri rilevati22/03/2011 11:51Si tratta di un risultato che ripaga le azioni di formazione messe in campo dall’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo della Regione

AGR  Secondo dati statistici dell’Istat, rapportati alla densità di popolazione, la Polizia Locale della Basilicata è ai primi posti in Italia per numero di accertamenti di sinistri stradali rilevati. Lo comunica l’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo della Regione informando che -secondo dati Istat relativi all’anno 2009- in Basilicata oltre il 45% dei sinistri stradali con lesioni alle persone coinvolte è stato rilevato dalla Polizia Locale. L’Ufficio Autonomie Locali evidenzia che si tratta di un’attività complessa, poiché a seguito di un sinistro stradale si aprono scenari amministrativi e giudiziari e si verificano anche conseguenze di natura personale che portano a ritenere questa attività tra le più delicate tra quelle gestite da un organo di polizia. Per questi motivi, l’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo della Regione Basilicata ha svolto cicli di formazione rivolti agli operatori di Polizia Locale, con la collaborazione della Sede territoriale Istat per la Basilicata. Il percorso di formazione è stato orientato alla specializzazione degli operatori, mediante il perfezionamento dei rilievi planimetrici e la creazione di una modulistica univoca. Grande attenzione è stata prestata anche alla standardizzazione delle procedure operative, grazie al sistema informatico Pol -Bas – che pone la Basilicata e la sua Polizia Locale all’avanguardia in Italia. Ai cicli di formazione ha partecipato il 93% del personale in servizio nella Polizia Locale (Municipale e Provinciale) della Basilicata. Questa alta percentuale evidenzia – secondo l’Ufficio Autonomie Locali – che la Polizia Locale lucana mira ad ottenere un elevato livello di eccellenza. Le esperienze poste in essere hanno altresì messo in luce l’importanza delle sinergie a livello interistituzionale, per ottimizzare le procedure del rilievo dei sinistri e migliorare la base informativa sull’incidentalità stradale. Si tratta – secondo l’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo della Regione Basilicata- di dati utili per conoscere il fenomeno nei suoi diversi aspetti e per porre in essere interventi mirati ed efficaci di prevenzione e di tutela della sicurezza stradale

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archeologia a potenza?…un fastidio?

Napoli: patrimonio archeologico in stato di abbandono22/03/2011 10:36Per il consigliere del Pdl che fa riferimento ai resti dell’acquedotto romano “l’Amministrazione comunale di Potenza dimentica colpevolmente l’esistenza di pezzi di storia della città”

ACR  In merito ai resti dell’antico acquedotto romano rinvenuti anni fa a Potenza, il consigliere regionale e comunale Michele Napoli ha detto in una nota: “i resti di un antico acquedotto romano, scoperti negli anni ottanta a Potenza nel corso di lavori effettuati nell’area di Via Ciccotti, sono stati colpevolmente dimenticati e lasciati incustoditi”.

“A dire il vero – ricorda Napoli – all’epoca del ritrovamento fu presa la decisione di lasciarli sul posto in cui erano stati rinvenuti proprio a testimonianza di un luogo in cui risultava evidente il passaggio dell’antica civiltà romana. Furono giustamente custoditi in una teca trasparente. Attualmente i resti dell’antico acquedotto giacciono senza nessuna protezione, considerato che la teca stessa, incustodita, è stata distrutta, e i reperti sono rimasti nell’abbandono più totale, trattati come anonimi massi da calpestare. Sarebbe stato sicuramente più giusto, da parte dell’Amministrazione comunale di Potenza, avviare un dialogo con i Beni culturali anche in occasione dell’apertura del Museo nazionale, in modo da dare il giusto valore e, perché no, il risalto dovuto a simili antichi reperti”.

“A quanto pare – continua Napoli – il sindaco Santarsiero, ‘attento alla cultura’, ha dimenticato l’esistenza di questo pezzo di storia della nostra città, trascurando l’importanza di un ritrovamento che testimonia, ancor di più, le chiare origini romane del capoluogo. E’ inaccettabile questa assenza istituzionale che manifesta il disinteresse verso le azioni di recupero di quei pochi ‘pezzi’ di storia ancora visibili, capaci di testimoniate le antiche origini della nostra città. Sarebbe opportuno provvedere, nell’immediato, alla messa in sicurezza dei reperti per poi capire le ragioni per le quali sono stati dimenticati. L’Amministrazione comunale è per prima responsabile di una situazione che ha del paradossale considerato che è recidiva rispetto alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della città. Questa situazione, infatti, non si discosta di molto rispetto a quella della Villa Romana di rione Poggio Tre Galli. Quella del sindaco Santarsiero – conclude Napoli – è una ‘cultura’ che calpesta la storia”.

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oltre alla strumentalità evidente di un berluskones, il dato di fatto è che i resti di un patrimonio archeologico su cui tanto occorrerebbe dire sono all’abbandono e la segnalazione del consigliere è condivisibile e giusta…infatti se la fondazione della città di potenza risale al II secola a.c. e recentemente alcuni ritrovamenti effettuati nella zona del torrente del gallitello – zona nodo complesso per intenderci – hanno finalmente chiarito che le ipotesi di allocazione dell’nsediamento pre-romano nella zona di murate erano reali (zona dove negli anni 70 si è costruito come si direbbe a potenza ” a fil’ dritt’ ” e senza alcuna precauzione per reperti eventualmente trovati durante gli scavi che difatti non sono mai stati scoperti…occorre che aggiunga qualcosa sulla ignorante bestialità di alcuni costruttori?), le evenienze scoperte giacciono nell’abbandono e nella dimenticanza…colpa della sovrintendenza, del comune, di entrambi o dell’incuria terribile che ammanta una città senza alcuna cura per il proprio passato e che infatti difficilmente potrebbe vedere il proprio futuro?…ma tornerò a breve su questo argomento che mi sta molto a cuore con un articolo dedicato

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Libia: governo, Misurata e’ libera

 

Forze fedeli a Gheddafi vincono nella citta’

 

21 marzo, 22:13

(ANSA) – TRIPOLI, 21 MAR – La citta’ di Misurata, circa 200 chilometri a est di Tripoli, e’ stata liberata dalle forze fedeli a Gheddafi. Lo ha riferito un portavoce del governo libico.

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