Comunicato stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil

comulucana.JPG

Pochi voti nella strenna del “memento quod pro te fecit”

 

Leggere a catenaccio del titolo di una testata giornalistica locale a commento della passata tornata elettorale che i nostri voti a Tramutola alle amministrative sarebbero “Pochi voti per il Comitato No Oil che si oppone alle estrazioni di greggio in Val d’Agri” rende un’immagine fuorviante e speriamo non volutamente distorta, di indirizzi in favore delle estrazioni petrolifere che in qualche modo quei “pochi voti” avrebbero legittimato, con una forzatura dei fatti che sembra non tenere conto di realtà complesse ed in cui occorre entrare ben oltre il titolo sparato per fare notizia.

 

 

Se invece stiamo ai fatti, questi stessi dicono che Comunità Lucana-Movimento No Oil a Tramutola prende si solo 58 voti, ma la visione che se ne deduce non è che la gente sia così favorevole alle estrazioni, bensì che quei voti, che rappresentano però il 2,76% dei voti totali, sono quello che si è riusciti a “liberare” dalla polarizzazione di un voto amministrativo che se nel Paese era influenzato da dinamiche note a tutti e nella nostra regione dalle forse più sconosciute dinamiche monopolari racchiuse in quella maggioranza feudale lucana che spesso abbiamo denunciato, nello specifico il voto era polarizzato dalle millantate “speranze” di ritorni dal sistema petrolio di un’amministrazione uscente che ha “ritagliato” sulle sue specifiche esigenze di stare nei patti conchiusi dal monopolio politico regionale un’inedita opposizione pdl/socialisti di puntello a manovre udc che verranno.

 

 

Non questione quindi di giudizi su bicchieri mezzi pieni o vuoti, come d’abitudine la politica serve al desco di elettorati sempre più simili nell’incoerenza alle folle di uno stadio, ma di seria e ponderata analisi su dinamiche di voto che vanno ben comprese.

 

 

A Tramutola Comunità Lucana aveva avviato dallo scorso mese di settembre un laboratorio di idee che avrebbero dovuto portare alla formazione di una lista locale e che nel corso dell’inverno, con incontri pubblici e riunioni del gruppo formatosi, a cadenza settimanale dava conto dei progressi sulla condivisione del programma e solo dopo di una lista di candidati da cui scegliere il candidato sindaco, a testimonianza di una pratica politica in cui solo gli uomini ad essere funzionali alle idee.

 

 

Laboratorio da cui però il defilarsi persino all’ultimo giorno utile prima della presentazione delle liste di persone che nella lista avrebbero dovuto essere e che in alcuni casi abbiamo trovato nelle altre (una giustizia delle cose non ha concesso loro alcuna elezione), mentre in altri affacciati a finestre ritagliate nella convenienza, nell’ipocrisia o nella paura, poteva venire fuori un elenco di candidati composto da persone in massima parte esterne al paese, cosa che ha portato a quei “pochi voti” come logica conseguenza del non aver potuto esprimere il paese stesso attraverso suoi candidati.

 

 

Probabilmente delle lunghe filiere amoral-familistiche del consenso hanno agito sulle coscienze di quei singoli con suadenze in forma di promesse o con paure indotte ed auto-indotte, fino a sfaldare la lista espressione del paese e di una inequivoca volontà di cambiamento che avevamo percepito ed a costringerci ad una lista di opinione sul cui risultato finale, quel 2,76% equivalente a 58 voti, il nostro giudizio non può che essere lusinghiero ed incoraggiante, poiché voti di consenso “politico” da misurarsi in una prospettiva di costruzione per il nostro movimento, e non del vergognoso porta a porta con strategie di marketing della promessa o sul “memento quod pro te fecit” che nei nostri paesi viene suonato a strenna in periodo elettorale, così come è stato suonato a Tramutola.

 

 

I discorsi sul petrolio entrano così in ballo nel loro potere suggestionante di creare aspettative che i precedenti evidentemente non hanno ancora disatteso, usate ad arte per ingabbiare bisogni leciti e comprensibili di un benessere finora negato, in sistemi discutibili di un benessere che verrà se si confermerà o meno un sistema politico, e così quanto il voto è stato libero da condizionamenti lo lasciamo al giudizio dei cittadini di fronte alle pratiche consuete, non certo al giudizio di un titolista. Così invertendo l’ordine delle cose è l’amoralità evidente di un sistema di consenso fondato anche sul petrolio e sui suoi benefici innominabili per poche famiglie che evidentemente controllano molte famiglie che invece ne subiscono danni ipocritamente innominabili anch’essi, che va letta una cifra politica espressa non più dai nostri voti, ma da quelli sommati degli altri, a puntello del petrolio e di un suo sistema di controllo che ha di fatto colonizzato moralmente e politicamente una regione.

 

 

Quei 58 voti, di cui ringraziamo con affetto tutti i cittadini che li hanno espressi, ci danno forza per costruire un coordinamento cittadino a Tramutola con cui continuare il lavoro iniziato di una uscita dal petrolio attraverso la valorizzazione di quanto altro la valle esprime, e, in prospettiva allargata ad una regione che necessita di affrancare sensibilità e movimenti dalla dittatura di via Verrastro, di appellarci alle realtà di movimento di questa sfortunata terra di Lucania per arrivare alla sintesi che trasformi le nostre istanze in “fatti della politica” atti a portare la nostra voce lì dove serve, nelle strade, come nei consigli.

 

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil

17/05/2011

Noi di COMUNITA’ LUCANA non abbiamo mai escluso che l’esercizio di intelligenza e di buon senso potrebbe essere controproducente. Tuttavia per nostra costituzione non possiamo farne a meno.

maddalena

facciamo il partito della comunità lucana

comulucana.JPG

la trasformazione di comunità lucana-movimento no oil in un partito (cosa che certo non gli farà perdere le sue peculiarità) è nei fatti già avviata ed è allo stato dell’arte della politica lucana l’unica risposta alla dittatura di una maggioranza che si sceglie le minoranze

Pubblicato in Blog