comunicato stampa comunità lucana-movimento no oil

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Ora basta con il tutt’apposto!

  

A meno che le analisi dei campioni di acque dell’invaso del Pertusillo non siano viziate da deiezioni e sversamenti dei raccoglitori dei campioni stessi o persino degli analisti di un laboratorio terzo che vi rilevano importanti superamenti dei parametri di inquinanti fissati dai limiti di legge che attengono a coliformi, metalli pesanti ed idrocarburi, qualcosa non funziona affatto in un lago ove si riversano qualità superiori di acque alla fonte.

 

 

E che non funzioni qualcosa nel lago sono le ripetute morie di pesci, le fioriture algali, i cattivi odori perenni, persino in periodi di massima capienza e massima diluizione di possibili “agenti esterni”, a testimoniarlo, alcuni volenterosi appartenenti all’EHPA, gli analisti di un laboratorio che refertano la presenza gli inquinanti oltre i limiti di legge, gli abitanti della valle (almeno quelli che ci “vogliono” guardar chiaro), tutti, tranne che gli ineffabili protettori dell’ambiente di Basilicata che invece non rilevano nulla di nulla, consegnandoci ancora una volta l’immagine del “tutt’apposto”.

 

Ora basta! Si sta superando ogni limite di pazienza e tolleranza all’intelligenza prima ancora che alla sensibilità ambientale dei lucani e crediamo che occorra chiarezza, per una volta, poiché alle rilevazioni di un laboratorio di analisi terzo e quindi non assolutamente interessato, si risponde con un imprecisato tutt’appostismo che nulla chiarisce in merito sulla presenza di quegli inquinanti nelle acque del Pertusillo, come invece la buona fede di quelle analisi mostra chiaramente.

 

Che sia un campione d’acqua taroccata per mettere in cattiva luce la Basilicata? Tutto può essere, ma ci pare del tutto assurdo, così ci limitiamo ad osservare i dati ed a ricavarne solo ciò che essi testimoniano e ciò che se ne desume con ovvietà, non potendosi ricavare altro che l’incongruità delle analisi “in house” rispetto ad un inquinamento comunque rilevato.

 

O non funziona l’ARPAB nelle sue strutture ed attività di monitoraggio e controllo o qualcosa non funziona nella valle dell’Agri, come del resto in altre zone della nostra regione, da che o si ha a che fare con una struttura incompetente ed inefficiente a qualsivoglia titolo nell’espletamento di funzioni istituzionalmente ad essa delegate o siamo di fronte a miracoli di pressapochismo che coinvolgono l’intera filiera dei controlli ambientali in Basilicata.

 

Abbiamo come cittadini il diritto di essere informati e tutelati dalla nostra agenzia per la protezione dell’ambiente e dalle strutture che paghiamo profumatamente per validare i dati che la prima non può, curiosamente, certificare, dalla politica che sovraintende, o dovrebbe farlo, queste attività e le attività che a monte del lago potrebbero essere causa di possibile inquinamento, siano esse cattivi o nulli funzionamenti di depuratori, scorretto e massiccio uso di fertilizzanti a base nitrico/fosforica , reflui zootecnici, scarichi illegali e persino – si, persino! – le attività di estrazione e trattamento del greggio che fino ad ora costituisce il principale “fatto industriale” presente a monte della diga e che alcuni escludono aprioristicamente da ogni possibile, anche minima concausa dello stato del lago.

 

Chiediamo pertanto l’intervento della magistratura per l’accertamento peritale non solo dello stato reale delle acque dell’invaso del Pertusillo e del collegamento di questo con ogni possibile causa di inquinamento, ma per fare chiarezza sulla struttura e sul funzionamento dell’ARPA di Basilicata e di Metapontum Agrobios che a fronte di rilevazioni positive di strutture terze in materia di inquinanti oltre i parametri di legge, non rilevano invece alcunché.

 

Chiediamo infine alla politica di governo lucano di voler procedere con celerità all’accertamento per quanto di sua competenza possa svelare omissioni nell’agire, carenze strutturali, eventi industriali e più in genere lo stato ambientale-sanitario nella valle dell’Agri per il tramite di una commissione consiliare avvalentesi di consulenze terze alle strutture oggi delegate al monitoraggio ambientale e sanitario, per manifesta incapacità alla gestione del proprio ruolo istituzionale di queste, e di audire in merito chiunque in possesso di informazioni e competenze atte a chiarire eventi potenzialmente gravissimi e che rischiano di precipitare nel nulla la residua fiducia dei cittadini nella capacità della politica di discernere tra gli interessi reali che da questa andrebbero tutelati.

 

Non siamo disponibili ad attendere oltre e riteniamo di dover sospendere fino ad accertamento dei fatti ogni dialogo, pur auspicato ed auspicabile, con l’ARPA Basilicata, con il dipartimento ambiente e più in generale con organismi pubblici regionali, pregando pertanto ogni associazione, comitato o singolo finora coinvolto ad astenersi dalla partecipazione a simili tavoli di apparente dialogo.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil