Comunicato stampa Comunità Lucana-Mov. No Oil

Un incontro pubblico ed i fatti della politica

 

 

Essendo il limite tra farsa e tragedia assai fine e molto spesso rilevabile solo nell’accentazione che di un avvenimento si percepisce nell’attimo – o si vuol far percepire, trovandoci allora nella narrazione – se quanto ultimamente accaduto sul bonus benzina, la sua sospensione, sia  tragedia della politica o farsa grottesca, paradigma dell’evidente scollamento con la realtà dei cittadini, agli stessi giudicarlo senza partigianerie, poiché è chiaro che il problema degli idrocarburi estratti nella nostra regione non si affronta con visioni di destra o di sinistra, ma partendo da una seria riflessione sulla nostra regione.

  

E la riflessione non può che ovviamente non transitare dal pessimo stato della nostra economia che si sta dissecando, dalle pessime aspettative dei cittadini per il loro futuro e dalla sensazione di questi che le consorterie politico-tribali abbiano ingurgitato voracemente sia il passato che il presente, fino a cancellare la presenza di un domani, in un quadro a tinte fosche che a Potenza, come già a Roma, qualcuno ha finora evitato di palesare con chiarezza, in un refrain che le politiche di governo hanno assunto a canone salvo presentare un conto il cui ammontare si attribuisce sempre all’ “altro da sé”.

  

Così dopo aver tristemente constatato che un modello economico periferico come quello lucano non regge alla globalità spacciata come nuova frontiera, non regge con una classe dirigente impreparata alla gestione dalla consuetudine eterna al potere, non regge con un sistema sociale ancora fondato sullo scambio favore-diritto, non regge senza un progetto realistico di quale Basilicata permettersi e quale volere, ogni discorso su ipotetici maggiori gettiti dagli idrocarburi estratti non può non partire da una semplice domanda, “cosa ne faremmo di maggiori introiti derivati da una battaglia bipartizan per l’aumento delle royalties a parità di estratto?”, evitando ogni pericolosa analogia introiti-estratto.

  

Se ipotetici maggiori gettiti servissero al mantenimento dell’asfittica pletora di clientele baronali che fa da setaccio sempre più fine ad ogni investimento sul territorio, se servissero al mantenimento di un sistema di consulenze, incarichi, promozioni e posti di sottogoverno o alla proliferazione di posizioni organizzative in regione & dintorni sul quale regge buona parte del tutt’apposto che chiosa sereno su ogni denuncia pubblica, se servissero al non-progetto di spostare sempre le stesse cifre in bilancio per gonfiare mediaticamente l’operato amministrativo o peggio a prefigurare la Basilicata in saldo che si prospetta dietro operazioni come l’hub energetico, a nulla maggiori royalties servirebbero.

  

Ma se lo sforzo fosse la messa in cantiere di un’altra Basilicata, capace di coniugare armonia sociale e rispetto dei diritti nella costruzione di una solidarietà senza elemosine, capace di costruire una rete di agricoltura, servizi, artigianato, turismo e manifattura fondata sul brand dell’incontaminatezza reale e dell’inconsueto culturale e paesaggistico da difendere da tentazioni dei veloci passaggi di svendita che il mercato impone, capace di fare differenza in un contesto globale in cui tutto si assomiglia e di essere ferocemente conseguente a quel cantiere, a cominciare da un rinnovamento di classi dirigenti che non si esaurisce nella sola anagrafe, proseguendo per una via “etica” alla gestione con il faro del merito, ecco che la battaglia per l’aumento delle royalties troverebbe un senso e potrebbe rivelarsi la pietra angolare sul quale erigere una regione “altra”.

  

Il progetto quindi, e le strade per percorrerlo, quindi il giusto posizionamento delle problematiche sia a livello statale che regionale, problematiche che non si affrontano solo a via Verrastro, ma anche e soprattutto nelle aule parlamentari, in ciò richiedendo alla politica lucana espressa o che si esprimerà nelle sedi della volontà popolare di essere per una volta più lucana che di destra o di sinistra.

  

Non è quindi una COPAM che strombazza fintamente una condivisione sulla quale si è già presa una decisione attraverso un memorandum, da cui chiediamo al presidente De Filippo di tirarsi indietro, e non è la discutibile gratia maiestatis del bonus benzina, di cui chiediamo la conversione in royalties per le regioni produttrici, ma è l’incontro pubblico la via che seguiremo per sollecitare i parlamentari lucani a farsi interpreti di una proposta di legge per regolare la materia in considerazione del nostro apporto alla bilancia energetica nazionale, ed ai consiglieri regionali di richiedere il varo di una commissione ad hoc per monitorare la situazione ed elaborare regolamenti per le competenze locali.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.