a fenice, mo’ avast!!!

oggi, 16 settembre 2011 comunità lucana-movimento no oil sarà davanti fenice, il mostro incenerente che sta avvelenando (dati reali e rilevati dunque non discutibili) la zona nord della basilicata e le prospicienti zone della puglia, e ci saremo con la vis che ci contraddistingue, l’intelligenza e la capacità critica di connettere le proteste dell’oggi con la costruzione di un’altra società domani…e magari già stasera!!!

vi attendiamo dunque e pur se, come da invito, abbiamo aderito alla manifestazione e ci saremo senza bandiere, per chiunque abbia voglia di stare con noi – bhe! – noi saremo lì in mezzo alla gente che ha voglia di chiudere quel mostri inutile e dannoso!!!

Nicola Abbiuso

Pubblicato in Blog

16/09/2011 

sempre il mantra crescita dunque in bocca, ma se la crescita finisce per oltre la metà nelle tasche del 10% degli italiani (dati rilevabili ovunque), di che crescita parliamo?..e le imposte che pur dovrebbero servire al riequlibrio delle sperequazioni, prelevando di più da chi più ha, funzionano davvero così in un’ottica ideologica distorta che vede nella ricchezza di alcuni un fattore di spinta per tutti?…non prendiamoci in giro, l’economia necessita più di equità che di crescita!!!

miko somma

11/09/2011

credo che l’attuale livello di restringimento delle capacità critiche degli italiani sia frutto di una accorta campagna ultradecennale di modifica surrettizia delle stesse attraverso l’uso di immagi ed immaginari presentati come completi, da prendere senza bisogno di modifiche personali, da consumare come elementi di quello che spesso abbiamo chiamato pensiero unico…una dittatura richiede sempre più idioti che servi

miko somma

chiesa e l’11 settembre

vi propongo questo interessante intervento di giulietto chiesa sull’11 settembre…condivisibili o meno, le tesi di chiesa sono sempre interessanti e non banali (io personalmente ne condivido la buona parte)…

giulietto_chiesa9436_jpg_415368877.jpg 

Chiesa: “Due terroristi in casa di un agente, Cia ed FBI sapevano. La versione ufficiale sull’11 settembre è falsa”

di Ignazio DessìCommenta 

Dieci anni dall’attacco alle Twin Towers, dieci anni dall’evento che ha scosso il mondo, ma anche dieci anni di bugie, di depistaggi e di domande senza risposta. Per Giulietto Chiesa, giornalista, ex inviato a Mosca dell’Unità e della Stampa, scrittore, politico e componente del 9/11 Consensus Panel, ci sono molte “pistole fumanti” che indicano quanto sia falsa la versione ufficiale sull’11 settembre e come i cittadini siano vittime di possenti “armi di distrazione di massa” in mano a potentati che “controllano le mainstream corporate dell’informazione”.

Giulietto Chiesa, cosa c’è davvero dietro e oltre l’11 settembre?
“C’è il grande cambiamento della storia che gli Usa hanno imposto al resto del mondo quando si sono accorti che stavano per perdere la supremazia, impostando un cambio di linea elaborato da tempo dai centri di ricerca statunitensi come si evinceva dal Progetto sul nuovo secolo americano (Project for the New American Century) e dai Documenti sulla sicurezza nazionale Usa del 2000. Si è trattato di una operazione tipo Pearl Harbor, finalizzata a dare agli Stati Uniti il ruolo di vittime per cementare tutto l’Occidente attorno a loro e a certi interessi. E l’operazione è riuscita perfettamente, visto che da un decennio siamo in guerra contro il terrorismo internazionale costruito da loro stessi, o meglio dagli stessi che hanno progettato l’11 settembre, creando un drappo verde islamico da agitare contro l’infuriato toro occidentale”.

Eppure gli Stati Uniti, a voler essere precisi, sembrano avere ancora grosse difficoltà sia dal punto di vista politico-internazionale che economico.
“Certo, tutto ha funzionato per sei anni, poi nel 2007 la crisi è riesplosa con virulenza amplificata e ci troviamo nella stessa situazione del 2000, solo che ora gli Usa sono quasi in bancarotta. Per questo, dicendo che occuparsi dell’11 settembre non è un esercizio storico ma una riflessione sul presente e sul futuro, dico che noi siamo di nuovo in grave pericolo, perché il superclan mondiale che ha organizzato i fatti di Ground Zero è ancora al potere e si batterà con tutti i potentissimi strumenti a disposizione per mantenerlo”.

Ma praticamente da chi è stato organizzato l’abbattimento delle torri gemelle, dai servizi segreti statunitensi?
“Sgomberiamo il campo dall’equivoco: quando si dice che l’America ha fatto da sola si dice una sciocchezza, perché non sono gli americani che hanno agito ma alcuni cittadini americani con alcuni cittadini pachistani, arabo-sauditi e israeliani, tutti personaggi molto importanti e spesso con doppi e tripli passaporti”.

Quindi la Cia e gli altri servizi occidentali non c’entrano nulla?
“Un servizio segreto non lascia mai la firma in operazioni di questo genere. Casomai si prendono dei gruppi operativi, li si fa dimettere dai servizi, scomparire ed agire per conto proprio, o in conto terzi, per realizzare certe operazioni con gli stessi collegamenti e mezzi che avevano prima. Trovare la firma della Cia sull’11 settembre quindi è impossibile. Si può tuttavia affermare che una operazione simile non può essere condotta senza l’intervento (diretto o indiretto) e senza il finanziamento e le strutture di conoscenza ed operative di cui dispongono i servizi segreti. Il primo a fare questa osservazione del resto non sono stato io ma Andreas von Bülow, ex Segretario della Difesa e Ministro della Tecnologia nel governo tedesco, dopo pochi minuti dall’avvenimento, e assieme a lui altre decine di personalità internazionali come lo stesso ex presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga. Tutto però è stato seppellito dal silenzio e, anche se qualche notizia circola ancora su Internet, non se ne parla più”.

La tragedia del World Trade Center ha portato alle guerre in Iraq e in Afghanistan e oggi la Libia è scossa dalla guerra civile. D’altro canto Siria e Iran sono nel mirino dell’Occidente. Pensa possa essere stato il petrolio l’obiettivo vero della grande manipolazione?
“No, il petrolio c’entra ma non è il motivo principale. L’11 settembre è stato organizzato non per il petrolio ma per il dominio globale. Anche in Libia la guerra è stata fatta per il ‘controllo’ perché l’Africa, per esempio, diventerà un grande territorio di scontro per il contenimento della Cina. In Medioriente invece ci sono altre cose determinanti: c’è per esempio lo stato di Israele e c’è un problema di gestione geopolitica delle aree che non sempre e necessariamente ha a che fare col petrolio”.

Eppure è singolare che tutti i territori toccati dalla guerra abbiano grandi giacimenti petroliferi o siano fondamentali per il controllo delle risorse energetiche.
“Il petrolio è una componente per fare affari, come gli appalti per la ricostruzione dei paesi reduci dalla guerra. Il petrolio dell’Iraq, per esempio, ora è interamente in mani americane e c’è un paese da ricostruire con i soldi degli iracheni”.

Ma lei quali fatti può citare per dimostrare che l’attentato alle Torri Gemelle non è stato un attentato di Alqaeda ma qualcos’altro, voluto da un certo establishment mondiale titolare di interessi colossali?
“In un nuovo libro uscito in questi giorni (Zero2, edito da Piemme) io indico non più ipotesi ma vere e proprie prove sulla falsità della versione ufficiale. Questioni che in paesi democratici richiederebbero l’apertura di opportuni processi”. 

Ci faccia qualche esempio concreto.
“Gliene faccio alcuni. Del fatto che i piloti degli aerei non erano in grado di pilotarli si è parlato ampiamente. Ma bisogna anche considerare che i due presunti piloti del volo American Airlines AA77 (al-Anjour e al-Mihdhar) che avrebbe colpito il Pentagono hanno vissuto per quasi un anno a San Diego in California a casa di un agente della FBI, mai interrogato, come è stato documentato da giornalisti come Philip Shenon del New York Times che pur non crede alla teoria del complotto. Inoltre i due sono stati finanziati da un altro doppio agente dell’FBI e dell’Arabia Saudita, Omar Al Bayoumi, che trasmetteva loro denaro proveniente dalla moglie dell’ambasciatore saudita. Questi documenti si trovano negli archivi dell’FBI e dimostrano che questa organizzazione sapeva da mesi quanto stava per accadere. I due terroristi erano stati seguiti passo per passo, si sapeva che un anno prima avevano partecipato a Kuala Lampur a una riunione nella quale si stava progettando l’attentato e la Cia aveva ricevuto precise segnalazioni dalla NSA (National Security Agency), la più importante agenzia di sicurezza Usa. La riunione era stata registrata e i due seguiti fin negli aeroporti mentre i loro passaporti, fotocopiati, evidenziavano un visto multiplo di ingresso negli Usa dato loro dalla Cia”.

Richard Clarke, ex capo dell’antiterrorismo americano, ha però sostenuto che la Cia aveva tenuto nascosta la loro presenza all’FBI.
“E allora come si spiega che i documenti erano anche nei loro archivi? No, c’è solo da chiedersi chi sia stato a impedire che queste informazioni attivassero le contromisure operative. Distrazione? Strano che si distraggano tre servizi segreti americani contemporaneamente. Perlomeno sospetto. E di più: visto che tali cose sono state accertate, perché non si chiamano i responsabili a testimoniare sotto giuramento? Evidentemente godono di potenti coperture politiche”.

Inoltre?
“Inoltre vorrei citarle alcuni record mondiali assoluti. Sono crollate tre torri in acciaio nello stesso giorno, su se stesse, verticalmente, alla velocità di caduta libera e, a questo proposito, ci sono più di 1200 ingegneri e architetti di tutto il mondo, soprattutto americani, pronti a giurare come ciò contrasti con tutte le leggi della fisica e con tutte le conoscenze di architettura sugli edifici in acciaio. Dire che le torri sono cadute perché colpite dagli aerei e si sono afflosciate su se stesse per il calore dell’incendio provocato dal carburante è totalmente inattendibile. E poi perché è caduta anche una terza torre d’acciaio (la WTC7 di 47 piani ndr) che non è stata colpita da alcun aereo? Difficile sia stato il calore degli incendi delle altre due”.

Allude anche al fatto che nelle polveri di Ground Zero sono state accertate tracce di esplosivo?
“Sì, nelle polveri raccolte a Ground Zero, accuratamente verificate e analizzate dal professor Niels Harrit esperto in nanoscienze e nanotecnologie, docente all’Università di Copenhagen, sono state rinvenute tracce di super-termite, potente esplosivo ad uso esclusivo dei militari. Questo esplosivo produce temperature altissime tali da poter fondere metalli che fondono solo sopra i 1500 gradi, cosa impossibile con l’incendio del kerosene. Quelle sostanze non dovevano essere lì, tra le polveri delle torri”.

Ci sono altri record particolari?
“Altro record mondiale assoluto, divertente se non esilarante, è quello delle scatole nere dei quattro aerei dirottati. Se ne è trovata solo una su otto, una cosa statisticamente impossibile. Ma c’è di più: quella rinvenuta, ufficialmente attribuita al volo America Airlines AA77 che avrebbe colpito il Pentagono, è stata tenuta segreta per anni e solo recentemente, applicando il Freedom of Information Act, il ministero del Trasporto Aereo Usa ne ha divulgato il contenuto. L’Associazione dei piloti per la verità sull’11 settembre ha analizzato la cassetta stabilendo così che non si riferisce al volo AA77. Emerge inoltre che la cabina di pilotaggio dell’aereo non è mai stata aperta rendendo quindi impossibile l’ipotesi del dirottamento. Ma ancora, com’è possibile che l’AA77 abbia cambiato rotta in volo se quell’aereo non può farlo? Del resto il Boeing 757-223 non può neppure partire se il suo sistema di radiolocazione non corrisponde alla sua rotta. Invece questo è partito ma da una porta che si trovava a 90 metri di distanza. Facile dedurne che si trattava di un altro aereo. La scatola nera in realtà è stata manipolata e appartiene probabilmente a un aereo militare”.

Chi può aver posto in essere questa incredibile opera di manipolazione?
“Non certo i 19 terroristi o Bin Laden, che per altro non è mai stato incriminato, ma qualcuno con mezzi molto sofisticati a disposizione. E’ possibile che i ‘Piloti per la verità dell’11 settembre’ siano tutti pazzi ma, viste le incongruenze emerse, non sarebbe il caso che un magistrato convocasse le parti in causa per farle deporre sotto giuramento? Invece no. Questa incredibile cassetta è agli atti ma è come se non esistesse. Eppure stiamo parlando di prove provate che dimostrano come qualcuno ha maneggiato e truccato le carte non solo nel momento dell’11 settembre ma anche dopo”.

Coloro che sollevano dubbi sulla versione ufficiale sull’11 settembre vengono spesso definiti “complottisti”, visionari, “sempliciotti” poco avvezzi a capire la realtà, e in qualche caso demagoghi populisti di probabile estrazione fascistoide o marxistoide. Ma dall’altra parte si risponde che sono più sempliciotti coloro che si bevono acriticamente qualsiasi versione forniscano gli Usa o i vari potentati politico-finanziari di turno. Lei cosa ne pensa?
“C’è gente che afferma spesso di avere in odio tutti quelli che si pongono domande e vorrebbero sapere. Che vengono definiti complottisti e sempliciotti, pazzi o visionari, fascistoidi o estremisti di sinistra. Ma in verità si tratta di un metodo consolidato: onde evitare di entrare nel merito, chi non ha argomenti rovescia sulle persone i propri giudizi. Eppure si sta solo chiedendo di rispondere a delle domande attualmente senza risposta. Cosa debbo dirle, a me questi qui sono indifferenti. Io non ho in odio nessuno e constato solamente che tale modo di procedere impedisce di giungere a una qualche conclusione ragionevole”.

E, in definitiva, alla verità?
“Sì, in definitiva alla verità”.
 

08 settembre 2011 

Pubblicato in Blog

pensierino del buongiorno

09/09/2011

sento parlare indistintamente di crescita e mi si rizzano i capelli..si è per trent’anni sponsorizzato un modello di consumo (e di crescita) basato sul superfluo, sull’effimero, sul ricambiabile ad ogni difetto, sul nevrotico senso di possesso come panacea ai mali che lo stesso modello produceva..il tutto con effetti energivori e di consumo di territorio e risorse spaventosi..ed oggi si parla di crescita come un mantra, invogliando consumi ormai impossibili nei fatti..c’è da fare altro!!!

miko somma

p.s. l’occasione è buona per un piccolo saggio al quale mi dedicherò a breve

Pubblicato in Blog

09/09/2011

un paese non si salva dal declino con una legge di bilancio artificiosamente costruita sulla ragioneria del sacrificio o con qualche leggina per la crescita che non modifica l’assetto di produzione e distribuzione del reddito, ma attraverso la dura selezione di una classe dirigente che abbia la fiducia critica della gente e che sappia infondere il senso di un progetto comune nel nome degli interessi collettivi…in tal senso, tutti bocciati

miko somma

09/09/2011

mi pare l’unico punto di ripartenza per un paese allo sbando, tra pidiusti, ladri, tangentari e puttanieri…e senza retorica alcuna, il paese che ospita la maggioranza dei beni culturali e storici del mondo merita ben altro che questa follia di ominicchi piccoli piccoli con viscere enormi ed appetiti voraci

miko somma

http://www.youtube.com/watch?v=h_8O57J8Hyg

08/09/2011

ciò che non sopporto nell’ipotesi di un dimezzamento del numero dei parlamentari ed in presenza di uno sbarramento all’ingresso è la futura presenza in parlamento limitata ai soli pd e pdl, alla faccia così della rappresentatività…la visceralità anti-casta non può spingersi a non considerare questo come un regalo proprio alla casta peggiore…tanto è vero che il pdl lo propone ed il pd approva

miko somma

08/09/2011

la presenza di mariotto segni (figlio di un ex-presidente della repubblica in odor di adesione al complotto sifar 1964, seppur mai dimostrata) in un comitato promotore di un referendum è per me una sorta di legittima suspicione…in ogni caso il mattarellum non risponde in pieno alla domanda di rappresentatività

miko somma

com. stampa comunità lucana-mov. no oil

comulucana.JPG

Una commissione permanente

 

 

La presa di posizione del consigliere Mazzeo Cicchetti, già capogruppo IDV ed ora vice-presidente del Consiglio Regionale, che sulla questione petrolio si esprime in modo inusitatamente negativo per un esponente della maggioranza di governo regionale, pone tre domande: sono queste posizioni del consigliere ampiamente condivise dal suo partito, lo sono solo in parte e per quella “parte ribelle” che in Consiglio lo accomuna al destrorso Benedetto, non sono affatto condivise?

  

Sappiamo ovviamente che da tempo l’IDV si barcamena in equivoci atteggiamenti sulla questione del petrolio lucano, molto demagogicamente tuonando e ben poco facendo, e sappiamo che le posizioni del mentore Felice Belisario sulla questione sono poco distinguibili dalle banali chiacchiere interne ad una maggioranza di governo che non si vuole mettere in discussione a Potenza oggi, come a Roma domani (tanto meno sul petrolio, dopo aver votato con il governo per tenere fuori da devolution alle regioni la materia degli idrocarburi), esattamente come sappiamo che Mazzeo Cicchetti è da tempo isolato in una sua posizione critica sull’andazzo tuttappostista che domina l’argomento petrolio.

  

Ciò detto, prendiamo atto delle parole del vice-presidente del Consiglio Regionale e constatiamo che una crepa si è dunque aperta in una testardaggine governativa che non vuole ammettere che nella nostra regione estrazione e trattamento degli idrocarburi hanno creato e creano danni, esattamente come altrove nel mondo, con l’aggravante beffarda di quelle basse royalties e di quegli scarsi impatti occupazionali che fanno di questa storia una beffarda storia coloniale di “cornuti e mazziati”..

  

Una crepa che non è detto produca altro che ulteriore isolamento di Mazzeo in un partito che pure in qualche modo dovrebbe cominciare a chiedersi se in Basilicata stia con i problemi reali dei lucani o in qualche mercatino di governo e sotto-governo, dove barattare le parole con i fatti, ma una crepa che si palesa ben oltre lo scontro interno al partito divenuto scontro esterno sugli imbarchi di imbarazzanti nuovi compagni di viaggio che nell’equilibrio di lotta e di governo propagandato da IDV propendono, per storia personale e attitudini, nettamente per il secondo.

  

Ma non interessandoci sottolineare i paradossi di un partito, facciamo nostro l’invito di Mazzeo ad un fronte comune sulla questione che sappia porre in ordine prioritario alcune questioni che si elencano: 1) cancellazione di ogni istanza o permesso di ricerca e coltivazione di idrocarburi salve concessioni operanti in attuale vincolo di accordo, 2) istituzione di monitoraggi ambientali e sanitari partecipati e fondati sulla continuità, 3) aumento delle royalties dirette e da fiscalità statale sull’estratto al 25%, 4) concertazione sulle quantità estraibili in rapporto alla cura e tutela delle matrici ambientali e sanitarie e verifica dei metodi di conteggio dell’estratto, 5) verifica tecnica completa sull’impiantistica, 6) legge regionale sulle estrazioni, 7) istituzione di una commissione permanente mista sulle estrazioni e sugli utilizzi delle royalties.

  

Ovviamente se tali questioni riguardano sia aspetti locali che aspetti nazionali, ritenendo le normative nazionali in materia da superarsi attraverso una nuova legislazione, ciò implica che si raggiunga una concertazione comune tra le diverse forze politiche lucane in grado di fare fronte comune oltre quelle stucchevoli partigianerie a cui la politica locale ci ha abituato, poco o per nulla cambiando la realtà.

  

Se è vero cioè che gli idrocarburi possono diventare una chance per una regione marginale, occorre che si prenda atto della necessità di una rivendicazione comune che ne supporti l’approdo fattivo in una agenda politica nazionale che “deve” occuparsi della materia, anche e soprattutto in relazione al contributo regionale alla bilancia energetica del Paese.

  

Al consigliere Mazzeo chiediamo quindi di farsi interprete di tali richieste per sostanziare le parole in atti concreti, in primis utilizzando la qualità di importante esponente della politica regionale per l’avvio di ciò che appare più facilmente realizzabile, l’istituzione della commissione permanente mista dotata di poteri di controllo sulla materia degli idrocarburi, primo traguardo per una analisi coerente di quelle criticità inascoltate da tanti e che finora hanno vissuto nel sacrificio personale di chi non si rassegna alla presa in giro di un sistema che genera malaffare, dabbenaggine e storpiature della ragione.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.

un allegro siparietto

prima di riprendere i miei commenti ai lanci dell’agenzia istituzionale – o se volete della tass basilicata-net – attività questa del resto più adatta ai rigori termici e non solo dell’autunno-inverno (ed è proprio da questi lanci che si disvela la pochezza assoluta del dibattito politico in questa regione dove si diventa classe dirigente per la filiera di voto che si garantisce alla cordata imperiale e non certo per meriti intellettivi), godiamoci questo allegro siparietto tra il consigliere regionale rosa (pdl) e l’assessore alla viabilità della provincia di potenza, valluzzi…

Rosa: strano destino bonus idrocarburi, elemosina e panacea

02/09/2011 09:25   Per il consigliere del Pdl “il tesoretto non può essere utilizzato per porre rimedio alle mancanze ed alla pessima gestione della classe dirigente del centrosinistra lucano che si dimostra tale ogni giorno in tutti i settori ed in tutti Enti” ACR “Che strana vicenda quella del bonus benzina. Denigrato, deriso, considerato un’elemosina per i lucani ed anche peggio. Prima che diventasse realtà, addirittura per gli esponenti del centrosinistra considerato impossibile ad ottenerlo. Poi, dopo il decreto attuattivo, sono arrivate le mille proposte di come utilizzare le risorse finanziarie, dalle emergenze ambientali, alle alluvioni, all’assunzione di postini per consegnare il bonus alle famiglie”. Queste le considerazioni del consigliere del Pdl, Gianni Rosa, il quale continua ricordando che “l’ultima idea, in ordine di tempo, arriva dall’assessore alla viabilità della Provincia di Potenza, Nicola Rocco Valluzzi, in merito, appunto, al miglioramento della viabilità delle strade provinciali”. “Sul bonus benzina – sottolinea Rosa – ho solo una cosa da ribadire: è stata una scelta politica del Governo Berlusconi, che si è preso la responsabilità e gli oneri del criterio adottato, optando per una distribuzione degli introiti delle royalties in qualche maniera diretta per cittadini lucani, evitando il passaggio attraverso la burocrazia regionale. Caso strano, prima che diventasse realtà nessuno ha formulato proposte concrete ed alternative di utilizzo di quel famoso fondo del 3 per cento ottenuto grazie al Governo Berlusconi. La proposta di Valluzzi, fatta durante un incontro con i sindaci del Marmo Meandro, la considero sbagliata e strumentale per diverse ragioni. Innanzitutto, il bonus riguarda tutti i lucani e non una parte dei lucani. In secondo luogo, il tesoretto non può essere utilizzato per le mancanze e la pessima gestione che la classe dirigente del centrosinistra lucano ha e ogni giorno dimostra in tutti i settori ed in tutti enti. Ed inoltre, che si finisca con questa mistificazione che le risorse finanziarie sono poche. In questi anni solo dalle royalties sono arrivati 750 milioni euro, la maggior parte spesi in tanti grandi o piccoli interventi senza una strategia di sviluppo, oppure in contentini dal sapore clientelare, o in sagre, feste, festicciole e via di seguito. Per le infrastrutture poco o nulla, non entravano nella ‘lungimiranza’ del centrosinistra lucano, forse perchè portano pochi voti di filiera, rispetto agli interventi a pioggia per soddisfare questo o quell’altro amico di cordata”.

“Sul tema delle strade provinciali – riferisce Rosa – il 7 luglio ho presentato un’interrogazione riguardante, tra l’altro, la mancanza di manutenzione da oltre due anni della Sp 122, nel Comune di Acerenza. E’ stata l’occasione per chiedere, anche, al presidente De Filippo la documentazione sugli stanziamenti che la Regione Basilicata ha fatto negli anni 2009, 2010 e 2011 in favore della Provincia di Potenza e di Matera per finanziare la manutenzione delle strade provinciali, con il dettaglio dei singoli interventi. In attesa della risposta, ci basta sapere che la situazione delle strade lucane è disastrosa. La domanda è se sono le Province che non assolvono compiutamente al loro dovere, oppure è la Regione che non trasmette le risorse. Personalmente credo che ci sia il mix tra tutte e due le risposte. Sono stato consigliere provinciale, ho sempre stigmatizzato la mancanza di una progettualità nella gestione della rete viaria provinciale. Ho sempre segnalato le anomalie, al punto di perdere il conto delle disfunzioni esistenti e, oggi, da consigliere regionale sono ancora costretto a parlare dello stesso argomento. Cambiano gli uomini, le Province hanno nuovi presidenti, ma il pessimo metodo della gestione della sinistra lucana rimane lo stesso. Altro che bonus Idrocarburi – aggiunge Rosa – ci vorrebbe un bonus di buon governo caratterizzato, questa volta, dalla lungimiranza nel gestire le risorse finanziarie. E per favore – conclude – lasciate stare la litania dei tagli nazionali perchè i 750 milioni arrivati dal solo petrolio sono euro e non arachidi”.

Provincia Pz: replica di Valluzzi su bonus benzina02/09/2011 13:08

BAS  “Nessun esercizio strumentale nella proposta di rivedere e rendere meno iniqua ed inefficace la destinazione delle risorse finanziarie rivenienti dal cosiddetto “bonus benzina”, ma solo l’invito ad una riflessione seria e congiunta rivolta all’intera classe politica, di ogni colore ed istituzione, affinché, in un contesto di conclamata crisi strutturale della finanza pubblica e di tagli indiscriminati delle risorse assegnate al sistema delle autonomie locali, si possa mitigare il disagio e rendere più incisiva l’azione pubblica nell’espletamento delle proprie competenze in anni che si annunciano difficili e dall’esito non prevedibile”.
Lo dichiara l’assessore alla Viabilità della Provincia di Potenza Nicola Valluzzi.
“Non credo – prosegue l’assessore – possa considerarsi equo e giusto un provvedimento che assegna gli stessi pochi soldi al disoccupato ed al ricco professionista, al cassintegrato ed al parlamentare della Repubblica, ovvero all’operaio ed al suo datore di lavoro. Il bonus andrebbe riconosciuto solo ed esclusivamente alle fasce più bisognose della società lucana. Né credo che, acclarata la diffusa criticità della viabilità provinciale e la progressiva ed imponente riduzione dei trasferimenti statali alle Province, ed in particolare al capitolo delle manutenzioni stradali (nel 2011, per la Provincia di Potenza, meno 55% di risorse rispetto al consuntivo del bilancio 2010 e per il 2012 non si sa dove si arriverà), si possa continuare acriticamente a difendere l’operato della propria parte ed aggredire strumentalmente quello dell’altra
. Ai cittadini non interessa più questa politica, ma interessa sapere in che modo e con quali tempi nei prossimi mesi si affronteranno i temi delle manutenzioni straordinarie e della riqualificazione della viabilità esistente”.
“Il ragionamento sviluppato nella conferenza indetta dai sindaci del Marmo/Melandro, argomenta la consapevole difficoltà – aggiunge Valluzzi – di affrontare le tante criticità presenti sulla viabilità del nostro territorio, con le risorse disponibili o programmabili in questo momento e nei prossimi anni. Ancorché, lo stesso Piano per il Sud, approvato dal Governo nazionale e finanziato principalmente da ciò che resta dei fondi Fas, ha escluso ogni intervento sulle strade provinciali. Sarebbero necessari almeno 100 milioni di euro per completare il piano della viabilità provinciale del 2003 e provvedere ad un diffuso intervento di ammodernamento e messa in sicurezza dell’intero reticolo viario di competenza. A fronte di una tale necessità finanziaria si registra, però, una montagna indefinita di tagli alla spesa pubblica e le uniche risorse, per così dire, aggiuntive sembrano essere proprio queste del bonus benzina, della cui paternità nessuno ha dubbi e nessuno intende disconoscerla. Così come occorre riconoscere meriti ai Governi regionali di centrosinistra che negli anni, in presenza di una legislazione ordinaria centralista e penalizzante, hanno saputo negoziare quelle royalties del 7% sulle estrazioni petrolifere le cui risorse, oggi, garantiscono, tra le altre cose, alcuni diritti fondamentali: occupazione, sanità, istruzione e ricerca. E’ possibile allora, in questo mutato contesto economico ed istituzionale, rivedere l’impiego delle risorse finanziarie assegnate al bonus benzina, e prevederne un utilizzo più equo ed efficace nell’interesse della nostra comunità e dei cittadini amministrati?”.
“In questo snodo difficile, per l’economia e la società italiana, non vi sono – conclude Valluzzi – verità assolute ed incontrovertibili, né la proposta di rivedere l’impiego delle risorse del “bonus benzina” può essere derubricata come semplice contrapposizione strumentale alle scelte compiute dal Governo nazionale. La riflessione, al contrario, vuole riaprire un dibattito sui problemi concreti del nostro territorio, sull’organizzazione dei servizi, sulla gestione del patrimonio infrastrutturale e sulle soluzioni possibili nel contesto in cui dovremo operare, forse, per molti anni”.

—————————————————————————————————————-

allegro siparietto di tarda-estate dunque, una diatriba che potremmo definire un gioco per annoiati che si punzecchiano per rendere meno torride le giornate, ma è un siparietto che, nell’inutilità delle rispettive dichiarazioni e posizioni,  apre comunque una riflessione sulle informazioni che costoro (ma è ovvio che intendo parlare di tutta una classe dirigente e non solo appunto di costoro) possiedono e gestiscono, essendo appunto classe dirigente…

la prima considerazione riguarda lo stile di rosa, che pare copiare, ma al peggio, uno dei miei comunicati, distorcendone il senso di critica sistemica per riportarlo nella stalla partigiana del conflitto tra due schieramenti che condividono tra loro, in terra lucana, identica passione per il soldo che dal petrolio deriva, ma non altrettanto le preoccupazioni sanitarie, ambientali e di errata programmazione del territorio e dell’economia che da tale sfruttamento deriva ormai sempre più direttamente e che, nonostante tutto, ci si ostina a non vedere, presi come si è dall’ossessione per denari che sono ovviamente stati spesi male, malissimo, come ricorda rosa, ma che francamente temiamo la sua parte politica avrebbe speso anche peggio…

peggio appunto come il bonus benzina, la cui difesa appare sempre più una gara lealista a difendere l’indifendibile…come si fa a dire che il provvedimento riguarda i lucani, se invece riguarda i soli patentati?…come si fa a dire che è un beneficio, se invece per la gran parte finisce di ritorno nelle tasche delle compagnie (che ovviamente ricavano un utile dalla vendita del carburante creato su un aumento delle royalties la cui gestione non è dei lucani, seppur finanziato dagli stessi attraverso il petrolio estratto sul proprio territorio) e dello stato (che vi ricava con le stesse modalità le corpose accise che tutti lamentiamo)?…e tutto questo al netto di considerazioni più ovvie che riguardano la dis-educazione conseguente a quello che temiamo non sarà un risparmio su quanto oggi consumato, ma un invito al maggior consumo…

insomma, il linguaggio tipico della destra berluskoniana italiana, che nel mentre in privato prende le distanze dal premier puttaniere definendolo come si può facilmente immaginare, in pubblico plaude con l’entusiasmo del camerierato di bassa lega che dal vuotare il vaso da notte aspira alla vestizione del gran capo, la libertà dei cittadini e dei loro comportamenti non sempre edificanti contro uno stato e le sue regole , sentite come una vessazione e non mai una regolazione dell’istinto umano all’egoismo che nonostante qualche secolo di democrazia è innegabile ancora esiste, anzi semmai in questi anni rafforzato dalle pratiche dei vari partiti o popoli o case o bordelli delle libertà…

ma il punto non è rosa (persona tra l’altro a mio avviso in buona fede comprovata) o il suo partito (che da noi in basilicata si divide tra sostenitori occulti del presidente de filippo, vedi mattia o pagliuca, e oppositori a tempo parziale ed a seconda delle convenienze) e non è neppure valluzzi, del cui intelletto politico non ho finora mai avuto prove di esistenza…

valluzzi appunto, che magnifica una capacità trattante dei governi di centrosinistra sulle royalties al 7% e dimentica (ma temo non sappia affatto) che tali royalties furono fissate nel 96 da un decreto legge dell’allora governo prodi che semmai le abbassa a tale soglia dal 9% precedente e che se tali royalties sono per intero incamerate dalla regione basilicata lo si deve ad una legge del 99 che per le regioni meridionali assegnava la quota parte di spettanza dello stato per intero alle stesse…lasciamo poi del tutto perdere la castroneria su quanto quei milioni di euro avrebbero finanziato, si tratta forse di un colpo di sole di inizio settembre…

ritorna così una favola metropolitana spesso udita tra i peones del centrosinistra lucano, quella cioè che fu bubbico o non si sa bene chi (forse il padreterno dell’ulivo che si fece olio extravergine per tutti noi) ad inventare le royalties…stupidaggini direte voi, ed infatti tali sono, peccato che però sono soesso pronunciate da peones che qualche ruolo pure ricoprono in questa regione, nonsostante peones siano per ruolo e per livello di materia grigia…

ma insomma, lungi dal voler ora attribuire patenti di peonità (mi sia consentito l’italianizzazione sostantivata del termine spagnolo) o di scarsa informazione ai due protagonisti dell’allegro siparietto, ciò che emerge con chiarezza è che con questa classe dirigente approssimativa, spocchiosa, auto-referente, cialtrona direi, la basilicata strada non ne farà affatto, in una riconsiderazione delle attività petrolifere che qualcuno crede vivere nei memorandum tronchi in cui accetti i pesi ed i benefici sono a “babbo morto” e qualcun altro negli sconti benzina che suonano a campana in una stramba ideologia del suv…

e ne farà  poca di strada perchè, come recita un vecchio adagio lucano, “int’ u pais’ di c’cat, quedd cu n’uocchio solo fa u sinn’c” (nel paese dei ciechi, l’orbo fa il sindaco), ma sempre ci vede male e buona camicia a tutti…

miko

 

Pubblicato in Blog

addio al contributo di solidarietà

02/09/2011

‎150.000 euro/anno fanno più di 12.000 euro/mese (comprensivi di 13 e 14a), 90.000 all’anno fanno 7.000 euro/mese e naturalmente chi guadagna queste cifre non può pagare il contributo di solidarietà, poverini…forse in un paese dove c’è gente che deve arrabattarsi con 800 euro e troppo spesso anche meno, abbiamo perso il senso della misura e dei bisogni di base che definiscono cosa sia la ricchezza od il benestare per calcolare il contributo alla fiscalità

miko somma

02/09/2011

appalti e forniture pubbliche che costano il 30% più della media europea, inamovibili manager pubblici che guadagnano quanto i licenziabili manager privati, trombati a cui si riservano poltrone in enti inutili, giullari, cortigiane e camerieri impiegati come porteborse, consulenze milionarie, finanziamenti illeciti vestiti da partecipazioni, procedure d’urgenza, bizantinismi burocratici, pletore di autisti 24/24, scorte ai familiari, uffici stampa affollati di pennivendoli..tre-quattro manovre

miko somma

LA DICHIARAZIONE DI GUERRA

01/09/2011

questo non è un paese di merda, sig. premier, ma un paese popolato da molti uomini di merda (materia della quale lei ed i suoi accoliti siete composti, ma in buona compagnia di molta politica oppositiva & dintorni)…non ci sto a vedere la culla della civiltà moderna ridotta a mercato della banane e le dichiaro guerra…e vi dichiaro guerra…ANDATE VIA O VI SPAZZEREMO VIA!!!

miko somma

ora basta con questa gentaglia!!!