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Una commissione permanente

 

 

La presa di posizione del consigliere Mazzeo Cicchetti, già capogruppo IDV ed ora vice-presidente del Consiglio Regionale, che sulla questione petrolio si esprime in modo inusitatamente negativo per un esponente della maggioranza di governo regionale, pone tre domande: sono queste posizioni del consigliere ampiamente condivise dal suo partito, lo sono solo in parte e per quella “parte ribelle” che in Consiglio lo accomuna al destrorso Benedetto, non sono affatto condivise?

  

Sappiamo ovviamente che da tempo l’IDV si barcamena in equivoci atteggiamenti sulla questione del petrolio lucano, molto demagogicamente tuonando e ben poco facendo, e sappiamo che le posizioni del mentore Felice Belisario sulla questione sono poco distinguibili dalle banali chiacchiere interne ad una maggioranza di governo che non si vuole mettere in discussione a Potenza oggi, come a Roma domani (tanto meno sul petrolio, dopo aver votato con il governo per tenere fuori da devolution alle regioni la materia degli idrocarburi), esattamente come sappiamo che Mazzeo Cicchetti è da tempo isolato in una sua posizione critica sull’andazzo tuttappostista che domina l’argomento petrolio.

  

Ciò detto, prendiamo atto delle parole del vice-presidente del Consiglio Regionale e constatiamo che una crepa si è dunque aperta in una testardaggine governativa che non vuole ammettere che nella nostra regione estrazione e trattamento degli idrocarburi hanno creato e creano danni, esattamente come altrove nel mondo, con l’aggravante beffarda di quelle basse royalties e di quegli scarsi impatti occupazionali che fanno di questa storia una beffarda storia coloniale di “cornuti e mazziati”..

  

Una crepa che non è detto produca altro che ulteriore isolamento di Mazzeo in un partito che pure in qualche modo dovrebbe cominciare a chiedersi se in Basilicata stia con i problemi reali dei lucani o in qualche mercatino di governo e sotto-governo, dove barattare le parole con i fatti, ma una crepa che si palesa ben oltre lo scontro interno al partito divenuto scontro esterno sugli imbarchi di imbarazzanti nuovi compagni di viaggio che nell’equilibrio di lotta e di governo propagandato da IDV propendono, per storia personale e attitudini, nettamente per il secondo.

  

Ma non interessandoci sottolineare i paradossi di un partito, facciamo nostro l’invito di Mazzeo ad un fronte comune sulla questione che sappia porre in ordine prioritario alcune questioni che si elencano: 1) cancellazione di ogni istanza o permesso di ricerca e coltivazione di idrocarburi salve concessioni operanti in attuale vincolo di accordo, 2) istituzione di monitoraggi ambientali e sanitari partecipati e fondati sulla continuità, 3) aumento delle royalties dirette e da fiscalità statale sull’estratto al 25%, 4) concertazione sulle quantità estraibili in rapporto alla cura e tutela delle matrici ambientali e sanitarie e verifica dei metodi di conteggio dell’estratto, 5) verifica tecnica completa sull’impiantistica, 6) legge regionale sulle estrazioni, 7) istituzione di una commissione permanente mista sulle estrazioni e sugli utilizzi delle royalties.

  

Ovviamente se tali questioni riguardano sia aspetti locali che aspetti nazionali, ritenendo le normative nazionali in materia da superarsi attraverso una nuova legislazione, ciò implica che si raggiunga una concertazione comune tra le diverse forze politiche lucane in grado di fare fronte comune oltre quelle stucchevoli partigianerie a cui la politica locale ci ha abituato, poco o per nulla cambiando la realtà.

  

Se è vero cioè che gli idrocarburi possono diventare una chance per una regione marginale, occorre che si prenda atto della necessità di una rivendicazione comune che ne supporti l’approdo fattivo in una agenda politica nazionale che “deve” occuparsi della materia, anche e soprattutto in relazione al contributo regionale alla bilancia energetica del Paese.

  

Al consigliere Mazzeo chiediamo quindi di farsi interprete di tali richieste per sostanziare le parole in atti concreti, in primis utilizzando la qualità di importante esponente della politica regionale per l’avvio di ciò che appare più facilmente realizzabile, l’istituzione della commissione permanente mista dotata di poteri di controllo sulla materia degli idrocarburi, primo traguardo per una analisi coerente di quelle criticità inascoltate da tanti e che finora hanno vissuto nel sacrificio personale di chi non si rassegna alla presa in giro di un sistema che genera malaffare, dabbenaggine e storpiature della ragione.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.