31/10/2011

nulla più funziona nel paese, dalle previsioni meteo alla scuola…attenzione dunque alle facili soluzioni di stampo demagogico le cui uscite sono quasi sempre a destra in semi-autoritarismi funzionali al club dei finanzieri della bce e dei loro sodali d’oltreoceano…il paese è ridotto allo stato di una fragile democrazia sudamericana in balia di qualsiasi ominicchio (omaggiamo sciascia, và) forte e mi piacerebbe gridare nelle orecchie di qualcuno che magari bastasse svecchiare la classe dirigente…ci sono giovani nati già vecchi e vecchi che non comprendono che la polmonite non si cura con i pannicelli caldi, in mezzo un paese che necessita di un obiettivo da rendere comune…altro che liberalizzazioni e stupidaggini simili!!!

miko somma

e questo equivale ad urlare alla principale forza di opposizione che, bene o male, deve guidare una rinascita prima democratica e sociale, poi anche economica, del paese…SVEGLIA!!!…mentre voi ragionate del sesso degli angeli e di governi di unità nazionale, il paese scivola in un baratro

30/10/2011

ho un senso di vertigine quando ascolto renzi…sarà horror vacui?…non so, ma tutto mi pare si stia scilipotizzando in un diluvio di minchiate

miko somma

30/10/2011

l’indifferenza, l’ansia, la paura, la desertificazione emotiva, la deviazione del senso degli avvenimenti e della storia, la etero-direzione degli interessi generali verso parcellizzazioni sempre più personali, persino la nevrosi carnale sono armi che il potere, ogni potere, conosce bene, sapendo come, dove, quando ed in che dose somministrarle per ottenere l’effetto dopante che desidera

miko somma

siamo alle porte dell’inverno…

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siamo alle porte dell’inverno…

…colgo l’occasione per suggerire una partecipazione od almeno una condivisione all’iniziativa del comitato terre joniche che, seppur convocata in fretta e che come tale non potrà vedere la partecipazione di molti per pregressi impegni o troppo breve preavviso, ci pare della massima importanza per sollecitare una soluzione ad 8 mesi dall’alluvione di una vertenza che è della massima importanza…suggerisco per il futuro agli amici del comitato un maggior raccordo per aumentare la portata di iniziative importanti…

…non so se potrò essere presente per via proprio di impegni già assunti, ma chiedo ai nostri simpatizzanti della zona (o a chi volesse comunque partecipare) di dare un segno forte della presenza di comunitòà lucana-movimento no oil a sostegno di questa lotta…grazie

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30/10/2011

licenziamenti facili: sacconi che teme si arrivi a qualche omicidio per l’esasperazione del clima, ichino che si offre a berluskoni in collaborazione ed è una vecchia battaglia del senatore pd…ma che droga prendono questi?…al primo rispondo che il clima esasperato lo hanno determinato proprio loro con la scelleratezza di far passare un atto ideologico per un obbligo imposto dall’ue, al secondo che prima di parlare di facoltà di licenziare “facile” con garanzie e compensazioni (vedi modello spagnolo) prima occorrerebbero le garanzie e le compensazioni scritte nere su bianco e poi si vede…ma evidentemente si tratta di droghe psicotrope molto potenti

miko somma

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riflessioni pre pasto

30/10/2011

una certa caduta di stile comunicativo della politica ha di fatto sdoganato l’uso di forti locuzioni altrimenti dette “maleparole”…non mi scandalizzano e magari a volte sono utili per sottolineare dei passaggi significativi, accentuandone la valenza comunicativa, ma è chiaro che il loro uso continuo (sempre più spesso televisivo e volto a simulare una supposta vicinanza al popolo) imbarbarisce la comunicazione stessa e piuttosto che avvicinarla alla gente (che pure normalmente ne fa uso), rischia di banalizzarla e renderla noiosamente simile ad una qualsiasi chiacchiera da bar, ma il punto è proprio quello…se diventa noiosa come una chiacchiera da bar, la gente se ne allontanerà sempre di più e questa è una strategia creata ad hoc

miko somma

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30/10/2011

la denuncia, insieme alla ovvia ed assai legata al carattere personale attività di divulgazione e condivisione della stessa (io in genere prendo per il collo gli argomenti e se possibile li stiracchio decisamente), è solo una fase del cambiamento che si vorrebbe, una fase di per sé quasi inutile se non si aggiungono ad essa le soluzioni in grado non solo di risolvere il problema, ma di impedire che si ripresenti…è il mio modo di vedere le cose

miko somma

30/10/2011

faccio ciò che posso e non so se sia poco, molto o abbastanza, ma lo faccio…

miko somma

il problema non è mai nella velocità che si può raggiungere…è nella tenuta della strada

com. stampa comunità lucana-movimento no oil

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Di Fenice si può guarire.

  

Quando nacque, l’inceneritore Fenice faceva parte di un pacchetto industriale riguardante un’ampia permanenza in Basilicata del plesso produttivo Fiat, una pillola amara per quella cura occupazionale che, a torto o a ragione, modificava profondamente la struttura del lavoro in un’area individuata come baricentrica rispetto a ben tre regioni.

 

 

Senza approfondire la storia, il successivo passaggio al gruppo EDF in qualche modo ne snaturava la mission primigenia, aprendo la via a qualcosa che non era più l’incenerimento dei residui lavorativi dello stabilimento SATA e dei plessi dell’indotto, ma qualcosa di molto più complesso, aprendosi così la via alla distruzione di residui industriali su scala più ampia rispetto al plesso industriale originale.

  

La bizzarria poi di normative che di fatto, nel mentre limitano fortemente una movimentazione di RSU (rifiuti solidi urbani) all’interno della regione di appartenenza (tanto da doversi provvedere per decreto legge ai trasferimenti di rifiuti dell’area napoletana fuori della Campania), considerano però il traffico di rifiuti industriali, siano essi pericolosi o meno, come un quasi normale scambio commerciale, la cui rilevanza si ritiene placata con una modulistica alquanto “alterabile” (i famosi MUD) e tabellazioni di identificazione del rifiuto (i CER) del tutto inutili se, come la cronaca spesso insegna, l’alterazione dei primi produce la nullificazione dei secondi, ha prodotto a S. Nicola di Melfi la creazione di nuovi asset industriali, questa volta basati sul trattamento di una quantità di rifiuti industriali (30.000 tonn/anno più altre 9.000 richieste) assolutamente non prodotti in questa regione e di quantità analoghe di RSU che ben più nobilmente dell’incenerimento avrebbero potuto essere smaltiti, questa volta in sodalità con il peggio che la politica poteva produrre nella regione meno produttiva di rifiuti pro capite del Paese.

  

Errori di programmazione, una certa dose di pressappochismo e di ignoranza sulla pertinenza di altri modelli di trattamento, la situazione reale vedeva Fenice come un punto nodale dello smaltimento dei rifiuti industriali italiani e non solo, ed un pilastro di un trattamento dei rifiuti urbani inceneriti piuttosto che recuperati nelle forme di materie seconde, prodotti nell’area nord della regione. Questa la foto di una situazione sulla quale pendeva un punto interrogativo, per troppo tempo surrettiziamente mutato in quel rassicurante nelle intenzioni punto esclamativo che spesso abbiamo definito il “tutt’apposto”.

 

 

Punto la cui custodia ed apposizione si presumeva posta dalle attività di monitoraggio di ARPAB fino a creare nella figura dell’agenzia una sorta di suggello la cui rilevanza viene ora vista pesantemente infiltrata di omissioni, colpe e forse dolo (e attendiamo ovviamente l’esito giuridico dei procedimenti), e della cui “particolarità” il sottoscritto ed altri avevano spesso trattato nella stranezza di monitoraggi le cui incongruenze avevano spesso suggerito la non completezza, se non l’inesistenza sostanziale, se non formale, degli stessi.

 

 

Ma il problema non si limita alla fisio-patologia di un sistema industriale e politico che crea più residui che prodotti, in esso considerando residui politici che consistono in danni da programmazioni errate e residui di ben altra natura appiccicati come remore al sistema rifiuti in Italia – suvvia, stiamo parlando proprio delle eco-mafie o di una volontà di profitto mercantile oltre ogni logica di tutela dei territori e della salute degli abitanti, anche quando le mafie in quanto tali non ci sono! – il problema Fenice rischia di potersi trasformare da un’occasione di verità in una ennesima occasione di business, se invece che attendere i doverosi atti di legalità, se non di giustizia, della magistratura, ci si attrezza già per pararne gli effetti, paventando un crollo del sistema dei rifiuti in regione se il plesso non dovesse essere in grado di riprendere la sua attività, a discariche esaurite ed a costi oltre ogni logica. Già la politica lucana si attrezza a minimizzare quanto accaduto in una dubbia ragioneria dei limiti di quello che è già un inquinamento conclamato.

 

 

Dovremmo forse allora riparlare dopo qualche anno di privatizzazione del sistema rifiuti, di ACTA spa e di possibili soci stranieri ed italiani, delle  manovre salottiere romane che, proprio come sul petrolio, stabiliscono signoraggi facili ad intuirsi e più difficili a disvelarsi nella jungla dei baronati esarcali della politica locale, ma andremmo allora sin  troppo lontano rispetto al tempo, al luogo ed allo scopo di un intervento stampa. Esistono altre proposte di gestione dei rifiuti lucani in grado di superare la falsa ed ideologizzata ineluttabilità dell’incenerimento degli stessi che in Fenice trovava un tempio, proposte e percorsi moderni ed utilmente ciclici in grado di trasformare i rifiuti da problema in occasione, il piano di un sistema “altro” dei rifiuti solidi urbani che il nostro movimento illustrò nel dicembre dello scorso anno e che inviato a consiglieri regionali, giunta e presidenza del consiglio e richiesto di audizione in III commissione non ha finora incomprensibilmente trovato né assenso, né diniego.

 

 

Chiediamo allora che ben oltre commissioni che paiono consulti medici a paziente quasi morto e ben oltre tavoli che per essere trasparenti necessitano della trasparenza delle informazioni, della fiducia e della capacità di lavorare in sincrono tra opinioni differenti, quel piano trovi uno spazio di discussione e di proposta nella politica lucana in una risoluzione di quelle problematiche della quantità di raccolta differenziata che, mentre la legge impone, i politici locali paiono ignorare o far finta di ignorare.

 

 

Ma chiediamo anche che su Fenice si addivenga ad una decisione, la sua chiusura immediata per le superate esigenze di programmazione che l’adozione di politiche virtuose dei rifiuti comporterebbero, la sua conclamata inutilità rispetto alla formale rinuncia all’incenerimento che crediamo vada statuita legislativamente ed al più presto dall’assemblea consiliare, e l’avvio immediato di procedure legali di risarcimento del danno nei confronti di una proprietà che con la richiesta di provvisionali per 40.000 euro giornalieri, nelle more di un normale ricorso al TAR contro la sospensione delle autorizzazioni, par più boriosamente minacciare per determinare che agire in buona fede per legittima convinzione di essere nel giusto.

 

 

Fenice inquinava, questo è conclamato, ed è una malattia, ma di Fenice si può guarire.

 

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil 

29/10/2011

rendimenti dei titoli di stato al 6,06% all’asta di ieri…non è che rischiamo l’auto-usura?

miko somma

29/10/2011

il problema di questa regione è strettamente “politico” (detto in altri termini siamo governati da molti ignoranti, diversi collusi amanti del consenso e qualche esponente del malaffare, tutti eletti da un pecorume asservito e convinto che la sua “chiesa” ed il suo “clan” gli assicureranno vitto ed alloggio)

miko somma

rifiuti lucani

bene, si parla di rifiuti e di “emergenze” che tali sono solo perchè in questa regione la raccolta differenziata è un gioco di parole usate dalla politica dei baronetti e dal sistema esarcale per giustificare un “casino chiamato monnezza” che genera traffici milionari sul “monnezza tour” o se volete sulla movimentazione dei rifiuti solidi urbani…

la realtà narra di una regione che non oltrepassa nella realtà il 10% di differenziata (ricordiamo che per la finanziaria 2007 il limite doveva essere il 65%, quindi siamo nella più palese inosservanza, pena il commissariamento del sistema, del dettato di legge)…come mai accade tutto ciò, quando per mesi abbiamo ascoltato e letto lo starnazzare (puro starnazzare) degli amministratori regionali, provinciali e financo comunali sull’efficienza della cosatosissima e spesso inutile RD avviata?…

nei fatti le emergenze costano e dove esistono costi, esistono guadagni lauti e soprattutto non discutibili, visto il carattere appunto emergenziale… e se le emergenze fossero create ad hoc?…roba che conosciamo bene e che sarebbe inutile adesso disquisire…

cosa facciamo allora per risolvere il problema dei rifiuti che continuano ad essere allocati in discarica invece che essere avviati a riciclaggio e differenziazione, per la gran gioia del sistema del trasporto (costo medio 50-60 euro/tonn, salvo maggiori movimentazioni) e dello smaltimento in discarica (costo medio 170-200 euro/tonn)?…

se vogliamo prenderci in giro basta assentire ai progetti dei vari assessori (a cominciare dall’incompetente mancusi che pochi giorni fa dichiara di essere al suo posto da appena 14 mesi e siamo sicuri che ad un giorno dallo scadere del mandato enumererà altri numeri a discolpa) e pensare che la soluzione sia una surrettizia maggior capacità di incenerimento che “produce anche energia” (oltre che inutile, costosa, visto l’attingere copioso di questa forma di smaltimento ai contributi cip 6), ma la realtà dice altro…

la realtà dice di una regione che produce meno rifiuti di ogni altra e che molto più facilmente avrebbe possibilità di far virtù, ma che si ostina a non voler considerare altra ipotesi che una costosa “navigazione a vista” sul problema…ignoranza o malaffare?…sia l’una che l’altro, sia chiaro, ma le alternative esistono e sono state da questo movimento messe in chiaro in una proposta coesa, organica e globale che vale su tutta la regione (il nostro “altro piano regionale dei rifiuti che trovate sul nostro sito)…

proposta ignorata, o meglio nascosta, ma che ritiriamo fuori a quasi un anno dalla sua presentazione nel dicembre appunto del 2010 per ribadire la possibiltà di fare altro…

bene, su questo piano giocheremo una partita dura perchè sia messo all’esame e costituisca la base da cui partire…e quando parlo di partita dura parlo di partita dura…

miko somma

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28/10/2011

dopo aver sdoganato mignotte, papponi, pennivendoli, faccendieri, ex golpisti, piduisti, gladiatori, proto-mafiosi e mafiosi, evasori, gossippari, mi pare che mr. b. stia ora cercando lo scontro sociale come lavacro ultimo della sua azione politica mirata alla sfascio programmato di 60 anni di democrazia ed avanzamento dei diritti

miko somma

27/10/2011

bene, rientra nelle cose che edf possa chiedere una provvisionale di 40.000 euro/gg nelle more di un giudizio del TAR basilicata che dovrà giudicare la legittimità del provvedimento di sospensione, ma la regione basilicata che aspetta a chiedere i danni, danni ingenti,  ad edf per l’inquinamento di fenice (conclamato) ed i dimostrabili (se c’è la volontà di dimostrarli) danni alla salute?…cicisbei peracottari!!!

miko somma

p.s. sono rientrato ed ora si ricomincia!!!…cicisbei peracottari avvisati!!!

24/10/2011

non mi offende tanto il fatto che due destrorsi a capo di due paesi europei che bene farebbero a guardare anche a casa loro, ridacchino del mio paese, mi offende che la causa di questo ridacchiare sia ancora al suo posto a dispensare certezze effimere da luna park delle banane…abbatterlo politicamente penso sia diventato un dovere civico, ma se la sinistra si impegna riuscirà a perdere ancora

miko somma