25/11/2011

la politica è quella che facciamo noi…progetto, passione e partecipazione…ora a chi dice di voler praticare il cambiamento dimostrare che si vuol cambiare davvero…

miko somma

24/11/2011

bianco critica la politica economica di fassina, giudicandola troppo di sinistra, mentre bersani lo difende…ora sono davvero stupito: 1) non sapevo che il pd avesse una politica economica 2) non sapevo che il pd fosse di sinistra

miko somma

23/11/2011

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mi par di percepire un sentore di elezioni regionali in primavera e – chissà! – anche di politiche…magari percepisco male, ma noi ci organizziamo!!!

miko somma

23/11/2011

un amico stanotte mi ha fatto un regalo bellissimo, definendo la mia una “FOLLE UMANITA’ VERSO IL MONDO”…grazie mio caro amico, perchè questa follia la condividiamo e dobbiamo contagiarne il mondo

miko somma

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ricordatelo bene!!!

22/11/2011

quando un sistema politico-sociale fondato sulla relazione corta entra in crisi, non meravigliatevi di veder gente che si inserisce in quella relazione ponendosi come solidale, amichevole, comprensiva ed infine pronta a sostituire l’elemento che manca…quello che gli interessa non è la gente, ma quello che è nel territorio…nel caso lucano leggi petrolio, gas, acqua, vento, boschi e spazi poco antropizzati da destinare alla bisogna di far cassa…attenti quindi ai nuovi salvatori che dal nulla appaiono!!!

miko somma

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Alluvione, Latronico (Pdl), avute assicurazioni su ordinanza 22/11/2011 12:28

ESR  ”Ho nuovamente sollecitato il ministero dell’Economia ed il capo della Protezione Civile, il prefetto Franco Gabrielli, per l’immediata emissione dell’ordinanza per fronteggiare le calamità registratesi nel Metapontino nei primi mesi dell’anno per le quali nella manovra di agosto c’è stata una autorizzazione di spesa per 7 milioni. Ho ricevuto dal prefetto Gabrielli assicurazioni che in giornata il Dipartimento avrebbe adeguato l’ordinanza ai rilievi della ragioneria e chiesto il concerto al ministero dell’Economia.
Ho informato i rappresentanti del comitato e le organizzazioni professionali della regione Basilicata sul fatto che la controversa vicenda sta per concludersi positivamente”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico.

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lo vedremo, latronico, lo vedremo…intanto fino ad ora abbiamo visto solo il niente (tale potendosi configurare la mancanza di una firma all’ordinanza per il metapontino alluvionato) e questo niente rappresenta un po’ la sintesi del “deiezionismo governativo” appena trascorso (quello attuale lo giudicheremo ai fatti)…ma ci permetta di dubitare, latronico, non della sua buona fede sulla questione che diamo per acquisita(è sulla sua appartenenza al “pipolo delle libertà” ed alle sue pratiche bugiarde e malandrine che abbiamo dubbi), ma delle rassicurazioni da lei ricevute dopo le esperienze passate…qualcuno dovrebbe pur ricordare che dal 1 marzo sono passati quasi 9 mesi e tutto langue al punto che i cittadini sono ormai disperati…teniamolo a mente e facciamo presto, molto presto!!!

p.s. da una rilettura del testo la frase “…ed alle sue pratiche bugiarde e malandrine che abbiamo dubbi…” mi pare chiaro che il riferimento sia al partito indicato e non certo alla persona in questione…ma se dubbi si siano ingenerati, a chiarirli precisiamo 

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22/11/2011

le polemiche servono a crescere e smesso il talare chiunque può decidere se crescere o rimanere enfant o chierico

miko somma

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Massima durezza

 

Si può essere credenti o non credenti, ma il movimento politico che rappresentiamo è fermamente laico, nella convinzione che Stato e Chiesa debbano rimanere nettamente distinti, esattamente come fede e cittadinanza, ma ciò che è accaduto nella notte tra sabato e domenica scorsi, il trafugamento del bastone posto tra le mani della statua del santo patrono di Potenza, S. Gerardo, ospitata nello storico tempietto posto in pieno centro di fronte all’edificio comunale, ci offende profondamente.

 

 

Riteniamo infatti che i simboli, anche quelli religiosi quando assumano il rango di significanti storici e di identità di una città, acquistino la valenza di simboli civici che rappresentano la collettività non solo nella sua fede religiosa, fatto individuale ed al tempo stesso collettivo per coloro che in tal condizione sentono di identificarsi, ma soprattutto nella coincidenza tra questi ed una storia comune, sentita tale, che è pietra angolare di ogni considerazione del sé individuale e di comunità in una modernità che sostituisce alla relazione tra esseri umani, luoghi e memorie, la banalità di una relazione tra individuo e capacità di consumo, di prodotti come di simboli stessi.

  

E quanto è accaduto se banalmente pone quindi problemi di sorveglianza del centro storico che certo non è la sola più massiccia presenza delle forse dell’ordine a garantire, quanto l’effettivo vissuto che i cittadini del capoluogo di regione intrattengono con il proprio centro storico, quindi con la memoria ed il luogo oltre l’acquisto natalizio o la canonica passeggiata – e vien da sé quanto si mette in campo a sostegno di questo – non può tracimare nella facile accademia antropologica della devianza o della cattiva educazione civica di qualche beone, ma necessita di atti concreti.

  

Quelli degli inquirenti, a cui chiediamo la massima solerzia nell’individuazione dei responsabili (e tali consideriamo anche gli eventuali presenti al fatto che non sono intervenuti a sedare le intenzioni di uno o più responsabili), quella dei giudici nella somministrazione di una pena esemplare nei tempi più rapidi consentiti, ma anche del Comune di Potenza, a cui chiediamo la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento con la richiesta dei massimi danni verso i colpevoli di questo abominio.

  

E ciò anche in presenza di una restituzione del corpo del reato, poiché atteggiamenti perdonistici o di giustificazione sociale mal si addicono alla correzione di un costume generale che scivola sempre più verso l’indifferenza ed il cinismo e che è anche nella responsabilità individuale e non solo sociale che deve trovare ragione di immediato cambiamento.

  

Questa città è stata, e per molti versi ancora lo è, già provata nei sentimenti e nella rappresentazione verso il mondo dal caso di Elisa Claps e dei misteri omertosi che lo hanno accompagnato, per riuscir a tollerare un ennesimo sfregio al sentire comune della sua popolazione, fosse anche per la bravata di qualche immaturo.  La massima durezza ci pare doverosa.

  

Miko Somma, Antonio Bevilacqua

coordinatori regionale e cittadino di Comunità Lucana-Movimento No Oil

  

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21/11/2011

permettete che dubiti di chi prende fondi dalla regione e poi urla contro il sistema?

miko somma

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21/11/2011

sempre disponibile al dialogo con tutti e dovunque, in mancanza di “ciccia” noi comunque andiamo per la nostra strada, che è ben tracciata…abbiamo idee, passione, pazienza e caparbietà

miko somma

20/01/2011

il sogno, esattamente come ogni esistenza dopata, è dotato di una propria realtà assoluta dove tutto è o non è, nel rincorrersi di certezze che diventano dogmi a sorreggere quella stessa realtà che non accetta confronti…la vita reale impone il risveglio da questa architettura teatrale nel dramma del primo respiro da esseri senzienti di fronte alla crudezza dei fatti…è ora che i lucani si risveglino dai sogni ed accettino quei fatti…a costruire altri fatti si parte proprio da quel punto

miko somma

20/11/2011

credo oggi più che mai che sia possibile un cambiamento dei nostri modelli socio-economici…basta provare a praticarlo nel proprio luogo e nel proprio tempo, ognuno con quello che conosce e che può fare, perchè non ci sono leader e subalterni, ma semmai persone che conoscono una strada e persone che la percorrono con i loro piedi

miko somma

20/11/2011

nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità,
bensì uscire… da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva.
(rita levi-montalcini)

non cito mai alcuno, ma questa frase è di una verità abbacinante e la faccio mia

miko somma

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More iudicio ed una regione muore

  

Lascia interdetta la pubblica opinione la notizia della “promozione” di indagati per gravi reati (se confermati e giudicati tali) ad altri incarichi nell’organigramma della Regione Basilicata – i principi di saggezza e dignità avrebbero suggerito altri comportamenti, anche in presenza di rapporti di lavoro ad oggi non passibili di sanzioni – con ciò confermandosi la ormai generale opinione di una preoccupante melassa che impasta l’operato della politica regionale.

 

 

Questo paradigmatico aspetto dello scollamento tra chi prende (o non prende) decisioni e la legittima preoccupazione delle nostre comunità che ben altre priorità sovra-intendano alla tutela di salute ed ambiente, si materializza nella sentenza del TAR Basilicata che boccia, su ricorso della proprietà dell’inceneritore Fenice, la mal congegnata determina della Provincia di Potenza che ne sospendeva l’esercizio, pur in distinzione doverosa tra piani di legittimità, l’uno quello strettamente legato alla giustizia amministrativa che giudica sugli atti in rapporto alle leggi – e che non tocca al sottoscritto sindacare – l’altro però più squisitamente politico e programmatorio che chiama in causa Regione e Provincia su uno status quo ante di cui non si è tenuto conto se non al presentarsi di una notizia di reato.

  

In altri termini, se la Provincia accampava a motivo di precedenti decisioni (o non decisioni) in merito all’inceneritore ed al suo iter autorizzativo gli scarni “tutt’apposto” inviati dall’ARPAB ed una non potestà legislativa tipica dell’ente, chiamando in qualche modo in correo l’attività mancante in tal senso della Regione, è solo in seguito agli arresti che la situazione precipita, crollando di colpo il castello di rimpalli che aveva consentito fino a quel momento a Fenice di procedere la propria attività anche di fronte ad un inquinamento conclamato da tempo, così dandosi luogo ad una decisione dirigenziale facilmente cancellata dal TAR.

  

Il problema non è così nel TAR che applica la legge in rapporto agli atti amministrativi, ma in atti amministrativi che o sembrano fatti apposta per essere bocciati (con ciò mallevando ogni responsabilità politica in un gattopardismo inquietante che lascia il mondo così com’è) o fatti male per oggettiva imperizia burocratica (e con ciò sollevandosi ben altre domande), in una più generale riflessione che provo a sintetizzare in un “ma a chi serve Fenice?”.

  

Certo non alla Basilicata che, se ottemperasse alle leggi, già entro il 31/12 (franco proroghe) del corrente anno deve raggiungere il 60% di raccolta differenziata pena commissariamento del sistema rifiuti ed è ben lungi dal farlo, certo non al sistema FIAT di S. Nicola di Melfi ed i cui rifiuti termodistrutti a Fenice divengono sempre più esigui nell’altrettanto esigua fornitura elettrica derivante dall’inceneritore, certo non alle popolazioni locali che non comprendono la natura causale dell’avvelenamento della propria terra ( a meno di non ritirare fuori la desueta bufala dei posti di lavoro).

  

Il nostro movimento continua a proporre quel piano regionale dei rifiuti da noi elaborato che pare al momento l’unica proposta globale e coerentemente coesa intorno al tema degli RSU e di una loro gestione virtuosa ed alla necessità di “toglier benzina” agli inceneritori, ma resta la domanda che ora si apre sull’atteggiamento della Regione in merito alla programmazione in tempi rapidi di una gestione “a freddo” dei rifiuti urbani nell’ottica del massimo recupero di materia prima e compost bianco da questi, ma nello specifico di quale risposta ora si intenda mettere in campo per recuperare quella supplenza di potestà riempita dalla sentenza TAR.

  

Ricorso al Consiglio di Stato, ovviamente, come da iter procedurale, ma nella richiesta della massima cura legale dello stesso da parte di Regione ed Enti interessati e pieno supporto da parte della politica regionale, superando l’equivocità fin qui percepita sulla vicenda Fenice.

  

E ci permettiamo di aggiungere che a prova di una auspicabile e nuova volontà di tutela del proprio territorio, l’avvio di una causa per un cospicuo risarcimento del danno prodotto sino ad oggi dall’inquinamento conclamato di Fenice sarebbe un passo doveroso verso una terra che non è una colonia e verso un popolo che non è servo. E dovrà essere il primo passo di una serie di passi per ridare dignità ad una regione troppo calpestata per interesse dei pochi e danno dei tanti.

  

Non si perda altro tempo, perché non permetteremo mai che, more iudicio, la regione muoia.

  Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana- Movimento No Oil  

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