04/02/2012

la concezione del diritto è strettamente legata all’evoluzione od involuzione di una società…quando cambiamenti sociali rendono taluni comportamenti una prassi condivisa dalla popolazione, anche in presenza di una specifica illegitimità od illegalità degli stessi, sarà la norma prima o poi ad adeguarsi ad essi
miko somma

Comunicato stampa di Comunità Lucana – Movimento No Oil verso il Partito della Comunità Lucana.

 questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Ztl si, Ztl no, così si rischia il dialogo tra sordi

 

La Zona a Traffico Limitato (ZTL) nel centro di Potenza continua ad avere sostenitori e detrattori ed è facile intuire che tra questi vi siano i conduttori di esercizi commerciali, preoccupati in periodo di piena crisi di ulteriori difficoltà che la limitazione del traffico a parer loro – e non solo – comporterebbe. Siamo preoccupati del carattere quasi ideologico della discussione, che ci pare avviata così ad una politicizzazione sui voti che verranno, ma che non rende giustizia a quelle ragioni trasversali che “fanno” il tema non già dell’opportunità o necessità di istituire una ZTL, ma di come realizzarla.

 

Sembrerebbe pleonastico, ma è importante ribadire che Comunità Lucana – Movimento no oil è favorevole alla ZTL, come il nostro coordinatore regionale ha ribadito in un incontro tenutosi  giovedì u.s. presso il cineteatro Due Torri e che però il provvedimento di istituzione della stessa è stato molto frettoloso e parzialmente “invalidante” la sua stessa bontà.

 

Oltre alla considerazione banale che Potenza diventa sempre di più un capoluogo di Regione e di Provincia simile a tutti gli altri, pensare che si possa chiudere al traffico veicolare il centro storico facendo affidamento solo sui collegamenti verticali esistenti è velleitario, nell’assenza di un piano della mobilità che affronti in maniera globale tutto il sistema di mobilità cittadino,  a cominciare dalla dissuasione del traffico privato che ovviamente comporta potenziamento e coerenza del trasporto pubblico in una “idea di città   capoluogo” che non può rendere il centro storico avulso dall’idea progettuale stessa. Mancando del tutto tale idea, a meno di non voler considerare il Regolamento Urbanistico come idea (e quindi Piano) e non come strumento di normazione, ciò che la ZTL rischia di procurare in assenza di una reale concertazione è lo svuotamento dell’essenza stessa di un centro storico, quella di rappresentare non una vetrina, ma un luogo della memoria e dell’identità collettiva che nel caso specifico della città di Potenza, deve appartenere all’intera regione e non solo alle comodità e scomodità di categorie commerciali e residenti.

 

Occorre cioè andare oltre queste considerazioni che in gradazione presentano ognuna le loro ragioni e procedere ad una valutazione di merito se la ZTL debba apparire una imposizione  monocratica dall’altro o non debba piuttosto essere uno strumento condiviso, ed in caso questa sia la volontà, procedere quanto meno ad una sua mitigazione o parziale sospensione almeno fino all’apertura del parcheggio in ultimazione ai piedi della scala mobile Santa Lucia, avviando contemporaneamente un “laboratorio partecipato” che ne elabori una sua migliore formulazione in ossequio al principio che il centro storico di Potenza deve tornare a vivere e pulsare, non solo di attività commerciali, ma di iniziative che a tutto tondo diano il senso del cuore di una città e di una regione.

 

Altre considerazioni porterebbero addirittura ad ipotizzare un trasporto pubblico gratuito, come già tentammo di illustrare alle scorse elezioni comunali, che ripagherebbe lo scarso apporto della mancata bigliettazione (attualmente al 7% del costo del servizio) con i consistenti risparmi manutentivi facili ad immaginarsi, ma per il momento ci accontenteremmo di soluzioni più condivise e condivisibili nella pratica di concertare con cittadini le migliori soluzioni e non imporre a sudditi un “verbo” tutto da verificare. Ed ovviamente come movimento politico e cittadini saremmo felici di partecipare ad un simile innovativo laboratorio, riservandoci al momento un intervento nel consiglio comunale straordinari indetto.

 Antonio Bevilacqua, Miko Somma, coordinatori cittadino e regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil

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Viti annuncia task force congiunta Attività Produttive-Formazione

04/02/2012 16:07   

“Opererà per il conseguimento di più efficaci relazione e per un mirato coordinamento di iniziative sui punti caldi del sistema produttivo e sociale”

AGR  L’assessore alle Attività Produttive, Marcello Pittella e l’assessore alla Cultura e Formazione Vincenzo Viti metteranno a punto una task force congiunta che si raccordi con la Presidenza della Giunta regionale, al fine di rendere più fruttuosa l’azione della Regione. Lo ha annunciato l’Assessore Regionale alla Formazione, Vincenzo Viti, intervenendo a un convegno di giovani operatori nel settore delle attività produttive. “E’ in atto – ha spiegato Viti – l’avvio di una stretta intesa fra i Dipartimenti delle Attività Produttive e della Formazione e Lavoro per il conseguimento di più efficaci relazione e per un mirato coordinamento di iniziative sui punti caldi del sistema produttivo e sociale, a partire dall’area del mobile imbottito, ch’è stata già oggetto di varie, incisive iniziative da parte dell’Assessore Restaino. Una particolare attenzione – ha aggiunto – verrà indirizzata allo sviluppo delle iniziative già assunte e da assumersi a sostegno della condizione giovanile e femminile, attraverso l’impiego coordinato delle risorse di cui i due dipartimenti dispongono”.
Viti, ha sottolineato “la particolare delicatezza di una stagione della vita regionale che incrocia il dramma di una crisi sociale senza precedenti” annunciando che “la Regione dovrà porre mano ad azioni sempre più incisive e coordinate, valorizzando il progetto messo a punto dal Presidente De Filippo con le parti sociali, accelerando procedure e spingendo verso l’impiego più virtuoso delle risorse”.

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così dopo decenni di soldi sprecati nella formazione fantasma per i formandi, ma molto concreta per i formatori (viste le cifre finora spese inutilmente o quasi), finalmente questi si accorgono che è ora che esista un coordinamento tra due dipartimenti chiave?…bene!!!…mi rallegro e seppur per il ritardo enorme di simile iniziativa, vorrei che fosse vero…ma molti conoscono viti e la sua precedente attività (anche il nomignolo con cui è tutt’ora conosciuto e che vi lascio intuire…) e sanno che le parole “volano” con maggiore facilità di quanto si disperda l’elio nell’aria…quindi questi due, viti e pittella (due garanzie fideiussorie) hanno deciso di rivoluzionare tutto, anche scoprendo l’ovvio (che in basilicata non è purtroppo mai tale, ma sempre frutto di dolorosa scoperta), ma si “raccorderanno” a de filippo ed lla sua opera di concertazione sociale che tutti conosciamo bene, il modello imperiale…cominciano bene, questi!!!

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Statuto Regione, più spazio alla partecipazione democratica04/02/2012 11:30  I rappresentanti del mondo della conoscenza, dell’associazionismo e del volontariato vogliono essere protagonisti della programmazione e delle scelte della Regione

ACR  Alle tradizionali forme di partecipazione dei cittadini (referendum, audizioni, ecc.) vanno affiancate forme nuove e più incisive di compartecipazione e condivisione delle scelte adottate dai governi e delle assemblee elettive. E’ quanto emerge dal “documento programmatico” approvato dalla prima Commissione del Consiglio regionale (Affari istituzionali) che è alla base della discussione sul nuovo Statuto della Regione. Ma è anche quanto auspicano con forza i rappresentanti del mondo della conoscenza, delle associazioni e del volontariato, che ieri sera, in un incontro pubblico durato più di tre ore, si sono confrontati con i vertici della massima istituzione regionale.

“La partecipazione come risorsa della democrazia regionale” era appunto il titolo del quarto incontro de “I giorni dello Statuto”, l’iniziativa voluta dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dalla prima Commissione “perché – ha spiegato il presidente dell’Assemblea, Vincenzo Folino – oltre alle forme organizzate della democrazia, c’è un mondo composito, formato dagli operatori della conoscenza, dalle associazioni e dal volontariato, che è cresciuto e rappresenta la società moderna. Con questo mondo vogliamo ragionare in questo momento di crisi per ripensare anche i modelli di consumo ed i servizi”.

“Per accrescere le forme di partecipazione – gli ha fatto eco il presidente della prima Commissione Vincenzo Santochirico – occorre mettere i cittadini nelle condizioni di conoscere, controllare, partecipare e modificare le scelte dei poteri pubblici”. Per questo, a fianco dei tradizionali istituti di partecipazione si prevede l’albo della partecipazione, (“per operare una ricognizione della ricchezza del mondo associativo”), l’istruttoria pubblica, in cui “i soggetti vengono chiamati ed ascoltati e le decisioni pubbliche fanno i conti con loro arricchendo le decisioni”, il referendum approvativo (strumento per discutere le proposte di legge di iniziativa popolare che il Consiglio regionale non dovesse discutere nei tempi previsti) e il diritto di interrogazione, per garantire anche ai cittadini ed al mondo associativo di poter interloquire “su fatti di rilevanza pubblica con il diritto di ottenere una risposta”.

Questi nuovi strumenti vengono apprezzati dal mondo associativo, che però chiede innanzitutto alla politica di riformarsi. “I partiti devono smetterla di occupare la Regione”, ha detto Marino Trizio di “Città plurale” auspicando che il nuovo Statuto “promuova la cittadinanza attiva, cioè una dimensione civica della politica che permette di rendere presenti i cittadini nella vita pubblica”.

Giancarlo Grano, in rappresentanza del laicato cattolico, ha espresso “viva preoccupazione, perché la regione vive uno dei momenti più difficili della sua storia”, auspicando “che si riesca ad invertire la tendenza al declino che stiamo avvertendo”. Ha espresso inoltre l’unanime condivisione delle associazioni cattoliche sui principi fondanti illustrati nel documento programmatico, precisando che “la parola lavoro è diretta conseguenza del diritto della persona” ed esprimendo “dubbi sull’elezione diretta del presidente della regione”. “La nuova Carta dovrebbe sancire con chiarezza un limite ai mandati e vietare il cumulo degli incarichi, la regione non deve essere una struttura neo centralista e lo spoil system non aiuta. Sarebbe utile – ha concluso – un organismo tecnico scientifico di ricerca sociale come l’Ibres per favorire che la regione si doti del piano regionale di sviluppo che affermerebbe una visione globale”.

Per Angelo Bianchi (Diritti di cittadinanza) “il documento è una buona cornice di riferimento, e la discussione sullo Statuto è l’occasione per dare concrete risposte a domande inespresse dei cittadini e far recuperare loro un minimo di fiducia nelle istituzioni”. Diritti di cittadinanza, lotta agli sprechi, partecipazione democratica e cultura della sussidiarietà dovrebbero a suo avviso vincolare l’agire politico della Regione, perché “non si fanno scelte senza la partecipazione dei cittadini, i dirigenti devono essere nominati in base a criteri e procedure di evidenza pubblica e va sancita l’incompatibilità per i dipendenti regionali di accedere a cariche pubbliche in Regione. Occorre inoltre eliminare la duplicazione di funzioni fra enti pubblici, mentre i consorzi di rilevanza economica non devono essere aperti alla partecipazione di politici”.

Genesio De Stefano (presidente Csv e Avis), a nome dell’assemblea regionale del volontariato ha ribadito che “tutti gli Statuti valorizzano il volontariato sottolineando il concetto di sussidiarietà” e la Basilicata, attraverso la legge n. 1/2000 esprime concetti importanti che però non vengono attuati perché mancano gli strumenti. De Stefano ha inoltre espresso “l’esigenza che la Regione tuteli il fondamentale diritto del cittadino alla partecipazione singola e associata, specificando gli strumenti da mettere in campo, altrimenti la visione che ne deriva è quella di una strumentalizzazione e di una ghettizzazione del nostro mondo”.

Pio Abiusi ha sottolineato la necessità di affermare il concetto di “sostenibilità generazionale”, attraverso la quale si dovrebbe esprimere la forza della politica di lasciare alle future generazioni un mondo almeno non peggiore di quello attuale. Ha inoltre chiesto che nello Statuto venga affermato il valore dell’acqua come bene comune privo di rilevanza economica. Lo stesso concetto viene espresso in un documento del Coordinamento regionale acqua pubblica di Basilicata (pubblicato nella sezione “Parliamo del nuovo Statuto” del sito internet del Consiglio regionale – www.consiglio.basilicata.it) che chiede che “il servizio idrico integrato venga affidato ad un soggetto di diritto pubblico”.

Angelo Antonio Pellecchia dell’Università della terza età ha sottolineato l’importanza del volontariato e dell’associazionismo per l’aggregazione dei cittadini e per la realizzazione di una politica culturale. A suo parere con il nuovo Statuto occorre garantire il sostegno alle associazioni.

Anche il mondo della conoscenza guarda con attenzione al dibattuto sul nuovo Statuto della Regione, che per lo studente Giorgio Santoriello dovrebbe promuovere e sostenere una Università “uguale per tutti a prescindere dalla provincia di residenza”. Lo stesso Cristos Xiloyannis, delegato del rettore per la sede di Matera dell’Unibas, ha insistito sulla necessità di potenziare il polo materano dell’ateneo, riconoscendo che “lo Stato ma anche la Regione investono ingenti risorse per la formazione, e noi dobbiamo utilizzarle al meglio per il futuro dei ragazzi, investendo nella formazione di qualità e nel mondo della ricerca”, dove si registra a suo parere una mancanza di coordinamento fra i diversi enti.

Franco Lisanti, ex consigliere regionale, ha detto che la disaffezione alla politica in questo momento forse è l’occasione per partire dallo Statuto per interpretare i desideri e le aspettative dei cittadini, e “la politica deve offrire un esempio, abbandonando gli egoismi ed assicurando un nuovo Statuto quanto più rappresentativo della realtà”. Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Luca Braia ha insistito sulla necessità di “promuovere gli strumenti partecipativi in una società profondamente cambiata ma distante dalla politica, generando nuovi strumenti di partecipazione in grado di incidere sulla vita pubblica”.

Per Giuseppe Macellaro, del movimento “Sui generis”, “interpretare le esigenze che vengono dai cittadini e dal mondo del volontariato può essere fonte di arricchimento. Le norme del vecchio Statuto non sempre sono state attese ed occorre riguardare quello che non è stato fatto. Non si possono calare le decisioni dall’alto, occorre invece prevedere la partecipazione dei movimenti alle commissioni consiliari”. L’esponente del movimento “Sui generis” si è detto inoltre “contrario agli assessori esterni che servono soltanto agli equilibri dei partiti e non agli interessi dei cittadini”.

L’ex consigliere regionale Nicola Savino è invece intervenuto richiamando l’articolo 49 della Costituzione e la centralità dei partiti politici quale strumento fondamentale della democrazia, e non ha mancato di criticare “l’attuale deriva familistica” presente a suo avviso anche in Basilicata.

Il capogruppo di “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale, Alfonso Ernesto Navazio, ha concluso l’incontro affermando invece che proprio l’esperienza del suo movimento dimostra “come ci si possa presentare sulla scena politica anche senza un partito”. A parere di Navazio “lo Statuto serve a disegnare una visione della società lucana che contenga alcuni principi”, e “prima della partecipazione viene il riferimento all’accesso agli atti, una cosa ovvia che oggi però non trova corrispondenza, perché se cittadini non vanno nelle istituzioni è anche perché non è possibile accedere alle informazioni. Bisogna poter accedere alle informazioni senza chiedere sempre il permesso”. “Lo Statuto – ha concluso l’esponente politico – è un occasione per tutti e la disponibilità all’ascolto verificata in questi incontri fa vedere lo scorcio di una società che vuole essere rappresentata diversamente”.

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vi riporto il lancio così com’è e non lo commento…noi non siamo andati perchè nonostante crediamo in questa partecipazione (e tale è il senso di molti nostri confronti con l’istituzione, dalle audizioni alle presentazioni e via discorrendo), ormai la situazione istituzionale lucana è completamente marcita ad opera di interessi di cordata che proliferano nei partiti…scriveremo qualcosa in merito!!!

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Università: De Filippo a Napoli a confronto col ministro Profumo04/02/2012 11:11

AGR  Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, è da questa mattina a Napoli per partecipare ad un confronto a più voci con il ministro dell’Istruzione e dell’Università, Francesco Profumo, e con il governatore campano, Stefano Caldoro.
Il tema del dibattito, organizzato dalla Fondazione Sdn e dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è : “La ricerca nel Mediterraneo nell’Italia Meridionale”.
Al tavolo della discussione, il presidente De Filippo porterà l’esperienza della Basilicata alla luce dell’accordo sottoscritto lo scorso anno tra Regione e Ministero per sostenere l’Ateneo lucano con fondi derivanti dalle royalty del petrolio.
In queste ore, poi, l’argomento è di particolare attualità per i nuovi investimenti in ricerca e innovazione previsti dal Piano Sud messo a punto dal ministro Fabrizio Barca ed al centro proprio in questri giorni di un confronto tra Governo e Regioni meridionali.

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vedete, il guaio è che all’esterno permettiamo a costui di “spacciare” questo disastro lucano come modello!!!

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qualcuno può ancora credere a costoro?

Documento Sel: “Giudizio negativo su conclusione verifica”

 04/02/2012 09:04

BAS  “L’Assemblea regionale di SEL Basilicata, all’unanimità, conferma il giudizio politico negativo già espresso dal Coordinatore regionale e dal Consigliere regionale sulla conclusione della verifica alla Regione. SEL, pertanto, si ritiene libera nella propria azione politica e istituzionale da qualsiasi vincolo di maggioranza alla Regione”. E’ quanto si legge ne documento della Sel approvato all’unanimità ieri dall’assemblea del partito.
Per Sel di Basilicata “lo sbocco offerto alla verifica vanifica il lavoro, che per mesi la coalizione ha fatto, per un rilancio del centrosinistra e della sua coesione, puntando ad un’ analisi vera della qualità della crisi e delle proposte da porre in campo. E’ stato anche prodotto uno sforzo programmatico che poteva costituire la base di un ampio confronto con la società di Basilicata. Questo lavoro viene vanificato dalla mancanza di coesione politica del centrosinistra, perchè al centro di questo tentativo rimane la stabilizzazione e l’equilibrio della maggioranza che non può più vedere l’esclusione della sinistra dal governo regionale. SEL – afferma il documentonon ha mai posto questa questione per occupare postazioni, ma ha sempre evidenziato come l’azione del governo regionale fosse orientata ad un vecchio modo di intendere le relazione tra politica, economia e società; il punto di vista della sinistra serve a rafforzare le scelte in direzione del lavoro, dei diritti, della difesa dei più deboli, di un più avanzato approccio alle tematiche ambientali ed energetiche. Il PD lucano ha scelto invece la via del rafforzamento dei suoi rapporti con il centro, con tutto il terzo polo, e la soluzione di equilibri interni. Una mancanza di responsabilità nei confronti dell’intero centrosinistra. La Basilicata diventa il terreno su cui tutto il PD lucano sperimenta la scelta di una formale relazione con il terzo polo, sotterrando il centrosinistra“.
Sel afferma quindi che “non può accettare questa deriva moderata, convinti dell’urgenza di un’alternativa in Italia, soprattutto dopo la deludente esperienza del Governo Monti, che solo un rinnovato e largo centrosinistra può costruire. La conclusione della verifica con la sostituzione di due assessori PD è un segno della crisi e della debolezza politica di quel partito, e una intera coalizione non può subirne le conseguenze. La continua esclusione della sinistra dal Governo regionale non è un incidente di percorso, ma una scelta politica del PD e del Presidente De Filippo. In discussione non è il centrosinistra lucano, ma la scelta alla Regione di chiudersi dentro vecchi accordi che non hanno prodotto efficacia di governo e peggiorano il rapporto tra il massimo Ente di governo regionale e la realtà lucana, sempre più ferma sotto i colpi della crisi internazionale e della stasi politica e burocratica della Regione”.
In conclusione, “SEL, rivolgendosi al popolo del centrosinistra, lavorerà perché un rinnovato e largo centrosinistra possa costituire un orizzonte chiaro e possibile da raggiungere, chiudendo nettamente con pratiche politiche e di governo ormai improduttive. SEL – annuncia infine il documento – non si sottrarrà al confronto sui programmi e sulle azioni concrete da porre in essere per rispondere alle tante esigenze del mondo del lavoro, dei giovani, dei settori più deboli della società. Confronto che rimarrà aperto con tutte le forze del centrosinistra, a partire da quelle che a livello nazionale, insieme con SEL, hanno espresso un giudizio negativo sul Governo Monti e sulla possibilità di un accordo organico con il Terzo Polo.”

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torno a ripetere quanto già affermato nel titolo…qualcuno può ancora credere a questi?…paradossale sottolineare come sel avrebbe dovuto entrare al governo regionale, ma non chiedeva postazioni…e come sarebbero entrati nel governo regionale, con un fantasma?…l’assurdità di tale partito che “occupa” indegnamente con il più bieco parolaismo vendoliano che nei territori diventa maneggismo nelle relazioni di potere, è quello di voler sempre far credere di essere altro, di essere il riferimento di una sinistra vasta di cui loro “devono” rappresentare il riferimento partitico e la rappressentanza, rimestolando nel torbido di rapporti di lotta (almeno apparentemente) sui territori e rapporti di sudditanza politica al pd nel potere (almeno nelle briciole che son lasciate cadere per nutrire l’uccellino sel)…lo capiscono solo adesso che il pd ha fatto le sue scelte verso l’udc ed il centrismo, sia in basilicata che in italia, e come bimbi “incavolati” di non aver ricevuto il regalo atteso, odiano ora ciò che fino a poco prima amavano nell’attesa e per l’attesa…documento di bassissimo profilo politico che apre all’idv (che però neppure ci pensa ad interrompere la strana copula con il pd al governo regionale), pensando di aver messo già cappello su movimenti che neppure conoscono nella sommarietà del loro auto-giudizio come referenti di ogni dissenso e nella realtà come meri portatori d’acqua!!! 

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04/02/2012

ho avuto la fortuna di avere una famiglia che si è allungata in tre generazioni per oltre un secolo (mio nonno paterno è nato nel 1891, nonna paterna 1892, mio padre nel 1921, nonno materno 1900, nonna materna 1901, mia madre nel 1935)…si acquisce forse un senso del tempo differente, un radicamento nel suo trascorrere che è frutto dell’ascolto delle loro esperienze e della conoscenza della storia generale…è solo incrociando le prime con la seconda che le cose trovano un senso pratico che aiuta a comprendere e successivamente da ciò ad elaborare
miko somma
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