esigenze di tempo (un incontro ad avigliano) mi impongono di lasciare a metà l’attività di commento…spero di poterla riprendere in serata…e cmq a dopo!!!

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Mastrosimone: agricoltura torni centrale in strategie di sviluppo

20/02/2012 11:50

“Bisogna affrontare le tematiche dell’energia e delle strutture, puntando l’attenzione sul ricambio generazionale e sulle iniziative finalizzate a favorire le attività condotte da giovani imprenditori”

AGR  “L’agricoltura dovrà tornare centrale nelle strategie di sviluppo dei Paesi industrializzati e non. Bisognerà trovare soluzioni tecniche compatibili con l’ambiente e con le risorse disponibili, incrementare il potenziale produttivo, senza sottovalutare il rischio di generare minacce per la sostenibilità ecologica. Occorrerà a livello globale ridefinire le regole per un commercio internazionale più trasparente ed efficiente, per evitare le speculazioni e per un nuovo slancio delle liberalizzazioni degli scambi”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, della Regione Basilicata Rosa Mastrosimone, a margine del convegno di questa mattina a Marconia su “L’agricoltura del futuro”.
“Queste tematiche – ha aggiunto l’assessore – sono in discussione nella proposta di Riforma della nuova Politica agricola comunitaria. La nostra Regione propone che siano semplificate le procedure burocratiche, giacché rallentano l’erogazione dei fondi, di cambiare le regole del ‘Greening’ (il rinverdimento), che chiede troppi impegni agli agricoltori e anche alcuni parametri dell’attuale proposta del Commissario Ciolos, che danneggiano le colture mediterranee del Sud dell’Europa.
Per quanto riguarda il Piano di sviluppo rurale, al quale si darà piena operatività nel 2012, dovranno essere affrontate con determinazione le tematiche dell’energia e delle strutture, puntando l’attenzione sul ricambio generazionale e sulle iniziative finalizzate a favorire le attività condotte da giovani imprenditori. Sono tante le opportunità, in particolare, per i giovani tecnici specializzati che escono dagli Istituti agrari.
Il Dipartimento Agricoltura ha avviato da alcuni anni – ha detto ancora – una collaborazione con gli Istituti Agrari del territorio e ha organizzato una serie di seminari tecnici come quello di oggi, nella convinzione che gli istituti agrari, in una regione vocata all’agricoltura di qualità come la Basilicata, siano una grande risorsa. Vogliamo potenziare questa collaborazione per formare figure professionali spendibili sul territorio lucano, poiché riteniamo che la graduale liberalizzazione dell’economia agricola porterà il settore primario ad affrontare sfide sempre più difficili”.

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c’è poco da fare…anche questa neo-nominata incompetente straparla di energia (seppur solo accennandolo), quindi di bio-energia e quindi agricoltura no-food…e straparla di un allentamento dei vincoli ambientali (vedi l’accenno al greening, al rinverdimento, una misura della pac, in forma di aiuti all’inverdimento con pagamenti diretti a sostegno di misure ambientali applicabili su tutto il territorio dell’Ue) nella bizzarria della solita manfrina pro-ambiente che viene recitata a mantra, proprio mentre è l’ambiente la principale vittima di questi tentativi di allentare le regole per rispondere ad una crisi che non nasce oggi e che è proprio nella liberalizzazione degli scambi operata finora che ha trovato la sua conclamazione, sottoponendo gli agricoltori al potere di ricatto del mercato e della distribuzione, piuttosto che praticare le soluzioni delle filiere corte e cortissime dove la composizione della domanda e dell’offerta ricevono meno perturbazioni…ma è la storia usuale degli assessori all’agricoltura della regione basilicata…incompetenti totali e nel caso specifico mi chiedo come sia stato possibile nominare proprio costei che davvero in nulla eccelle se non nella sua mediocrità e nella sua attitudine alle logiche del basso impero…non per nulla dai popolari è passata all’idv!!! 

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Nuove infrastrutture e servizi in trenta aree artigianali lucane

20/02/2012 11:29

Oggi l’assessore Pittella ha sottoscritto le convenzioni con i Comuni. “Interventi per aumentare la competitività e la capacità attrattiva per altri investimenti” AGR  L’assessore alle Attività produttive Marcello Pittella ha sottoscritto questa mattina le convenzioni con i sindaci di trenta Comuni, che daranno il via alla realizzazione di interventi di infrastrutturazione in altrettante aree artigianali della Basilicata.
Le opere saranno finanziate complessivamente con 11.152.976 di euro, risorse comunitarie disponibili sulla Linea d’intervento III.1.1.A del Po Fesr Basilicata.
Agli interventi sono interessati i Comuni di Anzi, Atella, Balvano, Banzi, Barile, Bella, Bernalda, Brindisi di Montagna, Calciano, Castelmezzano, Colobraro, Francavilla sul Sinni, Grottole, Lauria, Marsicovetere, Miglionico, Oppido Lucano, Paterno, Pignola, Rapone, Roccanova, Ruoti, Salandra, San Fele, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Tito, Tolve, Tramutola e Tursi.
Le opere che saranno realizzate puntano soprattutto a potenziare le dotazioni infrastrutturali ma con particolare riguardo all’ambiente. Così si va da interventi finalizzati al miglioramento energetico e alla pubblica illuminazione, con la riduzione dei costi dell’energia, fino ad altri per la realizzazione di reti per la fornitura del gas metano e per l’efficientamento delle reti idriche e fognarie.
In tal modo, saranno rese pienamente fruibili e funzionali le aree già esistenti destinate ad insediamenti produttivi.
Le convenzioni firmate oggi con trenta Comuni lucani – ha spiegato l’assessore Pittella – mettono in campo nuovi interventi per completare la dotazione infrastrutturale delle aree produttive, che si aggiungono agli investimenti per 16 milioni di euro derivanti dalla stipula degli Accordi di Programma con i Consorzi industriali di Potenza e di Matera. Le aziende già insediate potranno avere risposte in termini di infrastrutture e servizi nel quadro di interventi particolarmente innovativi che pongono attenzione al risparmio energetico e alla depurazione industriale. Sono questi punti a favore di uno sviluppo sostenibile delle attività industriali, che aumentano la competitività del sistema produttivo lucano ma anche la capacità attrattiva delle nostre aree per nuovi imprenditori”.

Aree artigianali, interventi per energia e impianti 20/02/2012 11:32

AGR   Gli interventi, finanziati con la Linea III.1.1.A. del Po Fesr Basilicata, hanno l’obiettivo di completare le aree artigianali e industriali già esistenti in modo da soddisfare la domanda di servizi e infrastrutture di imprese operative già insediate.
In particolare, per quanto riguarda la fornitura di energia sono diverse le opere finanziate: una rete gas ad Anzi, dove sarà ultimata anche la rete idrica e fognaria; il miglioramento energetico e il potenziamento dell’impianto di pubblica illuminazione dell’area Pip ad Atella; l’adeguamento dell’impianto di illuminazione dell’area Paip a Banzi; la revisione dell’impianto di illuminazione (insieme a quella della rete idrica e fognaria) a Bella; il completamento e l’adeguamento delle rete elettrica per l’infrastrutturazione dell’area artigianale (Pip) comprensoriale in località Isa dell’Agro a Colobraro; lavori di pubblica illuminazione con tecnologia a led nell’area Pip Matinelle a Marsicovetere; l’impianto di pubblica illuminazione a led a Miglionico, dove sono previste anche opere di adeguamento della rete fognaria e altre per la bonifica dell’area del depuratore dismesso presso l’area artigianale in località Pescara; il rifacimento dell’impianto di pubblica illuminazione ad Oppido Lucano, l’adeguamento della rete di pubblica illuminazione a Pignola,di pari passo al completamento delle reti idriche e fognarie e alla rete del gas; l’efficientamento della rete di pubblica illuminazione dell’area artigianale di San Fele, in cui sarà realizzata anche la rete adduttrice del gas metano; la realizzazione delle rete del gas a San Martino d’Agri, con il completamento della rete idrica e fognaria; il completamento della pubblica illuminazione e l’efficientamento energetico nella zona Pip in contrada Matinelle a Tramutola; l’adeguamento dell’impianto di pubblica illuminazione a parametri di efficienza energetica a Tursi, insieme al trattamento e utilizzo delle acque reflue e il rifacimento e adeguamento della rete di distribuzione idrica.
Altri interventi sono indirizzati, quasi esclusivamente, all’adeguamento della rete idrica e fognaria. Sono previsti: un impianto di sollevamento delle acque nere a Balvano; opere di infrastrutturazione idrica e fognaria a Barile; la realizzazione di una rete di acque bianche nell’area Pip a Bernalda; il completamento della rete idrica e fognaria a Calciano, dove ci sarà anche un’area per la raccolta differenziata; la regimentazione delle acque superficiali di raccolta, e condotta di scarico, a Castelmezzano; lavori di realizzazione di un impianto di acque ad uso industriale a servizio dell’area in località Galdo a Lauria; il completamento della rete idrica e fognaria a Paterno; il rifacimento della rete di acque bianche a Roccanova; il completamento del depuratore a Salandra; il potenziamento della rete idrica a servizio delle aree produttive site in località Santa Loya a Tito; interventi di completamento della rete idrica, elettrica e fognaria bianca a Tolve.
Saranno, inoltre, realizzate l’infrastrutturazione dell’area artigianale in località Molinello a Brindisi di Montagna e un’area per la raccolta differenziata a servizio delle attività a Francavilla sul Sinni. Si procederà, infine, a completare l’area artigianale a Grottole, le infrastrutture nell’area Pip Ofanto a Rapone, le reti tecnologiche nella zona Pip a Ruoti e l’area artigianale a Sant’Arcangelo.

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mi limito a riportare i lanci, ma voglio aggiungere una considerazione…è ancora utile continuare a spendere soldi per tutte le aree industriali ed artigianali che sono nate come funghi sull’entusiasmo delle opere di urbanizzazione che hanno dato da mangiare a tante imprese di costruzione (affari enormi a partire dalle aree ex 219) e poco hanno invece accolto in termini di aziende realmente produttive?…perchè credo che il problema stia soprattutto qui…investiamo soldi per infrastrutturare aree spesso vuote nella speranza di attrarre aziende che puntualmente non arrivano, con il risultato di consumare risorse altrimenti utili e territorio sottratto alla sua naturalità…ci siamo mai chiesti se per caso invece di dotare ogni paese delle sue aree industriali od artigianali, non fosse stato meglio investire su aree baricentriche e migliorare i trasporti verso di esse?…è sotto gli occhi di tutti infatti l’estrema idiozia, tutta volta alla creazione e mantenimento di consenso locale, di creare tante zone industriali da urbanizzare con reti elettriche, fognarie (e quindi depuratori), metano e naturalmente anche elettroniche (banda larga), quando la logica avrebbe suggerito di concentrare il più possibile per non spercare risorse…mi pare così che con pittella la musica non cambia, mentre le risorse volano…volano via!!!

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Comune Pz: Molinari (Opp) su progetto Grande Lucania20/02/2012 09:06

BAS   “Sarebbe necessario un coinvolgimento maggiore da parte delle istituzioni e delle rappresentanze politiche di questa regione per approfondire e dare la giusta rilevanza al progetto della Grande Lucania. Come evidenziato sulla stampa dal professore Gaetano Fierro allargare i confini della Basilicata potrebbe servire a garantirne la sopravvivenza in un momento come quello attuale in cui continua lo spopolamento e si prosegue verso l’eliminazione di ciò che costa troppo in proporzione alla sua reale utilità. Da qui il passo potrebbe essere breve per rispolverare quelle teorie forse mai del tutto messe da parte che prevedono lo smembramento del territorio regionale per accorpare aree della Basilicata alle regioni limitrofe. E’ proprio il contrario che, invece, si potrebbe realizzare allargando il territorio lucano. Un’occasione importante per garantire un’adeguata considerazione al progetto può e deve essere la discussione sulla riforma dello statuto regionale”.
Commentando le recenti riflessioni sul tema della Grande Lucania l’onorevole Giuseppe Molinari ricorda come “già alla fine degli anni 90 con altri colleghi lucani in parlamento, l’on Gianni Pittella e Antonio Boccia, avevamo iniziato a favorire il percorso verso quello che è tuttora un progetto da valutare attentamente perché se ne verifichi la fattibilità e se ne preveda la convenienza o meno. Avevamo favorito il ritorno al nome Lucania con l’aspirazione di accogliere nel nostro territorio i comuni che avrebbero voluto”.
Partendo dai pietosi dati sulla emorragia demografica che da anni interessa l’intera regione, analizzando le peculiarità delle popolazioni campane che vorrebbero rientrare nel territorio lucano è opportuno –continua Molinari- riprendere seriamente il discorso sul nome e sui confini della regione. L’argomento è da affrontare sia i termini culturali che politici prevedendo forme di accordo di programma con i territori campani sostenitori della Grande Lucania. Sarebbe, certamente, utile avviare consorzi di comuni soprattutto per organizzare servizi migliori nelle aree in cui unirsi fa la forza. La Basilicata, o Lucania, è una regione che non si rassegna al calo della popolazione e che vuole e deve sopravvivere valutando ogni possibilità. Per questo si potrebbe aprire un tavolo di confronto tra le forze politiche della regione affinchè sia approfondita un’idea progettuale ma anche le eventuali modalità di realizzazione della stessa passando dalla fase puramente teorica a quella pratica”.

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questo tema della grande lucania mi lascia freddo, impostato così come viene impostato…puzza di populismo e forse anche di una certa cialtroneria, poichè se è vero che quelle idee di smembramento della regione ed accorpamento alle limitrofe (fondazione agnelli) sono risibili poichè dovrebbero essere passate al setaccio della costituzione che prevede le regioni e ne indica i passaggi di accorpamento e modifica dei confini, altrettanto si potrebbe dire dell’unione alla nostra regione di territori che sono altro da ciò che erano qualche migliaio di anni fa…esistono tstrumenti quindi da praticare e che non sono semplici ancorchè del tutto chiari…ma c’è un ma…accorpiamo questi territori per una operazione culturale che ha portato le classi dirigenti locali, nell’abbandono della zona da parte della provincia di salerno e della regione campania, a sentire maggiore convenienza a stare in lucania o a svilupare un senso di appartenenza che pare non vivere nella gente comune che a quanto pare mi sembra del tutto indifferente al tema?…

e lo facciamo per una sola necessità numerica o perchè siamo convinti che esista ancora quell’ideale link tra popolazioni del vallo di diano e genti lucane?…

poi ancora problemi…la provincia di potenza (nelle more di comprendere quanto accadrà alle province, ma nella certezza che di nuove non se ne possono fare) diverrebbe enorme, la più grande d’italia, con gli evidenti problemi di gestione che sono facili ad intuirsi e che si riverbererebbero principalmente nell’ambito dei piani rifiuti, nella gestione delle strade provinciali e dei piani scolastici e nella sostanziale mancanza di finanziamenti aggiuntivi per riuscire a connettere zone finora cresciute autonomamente (penso proprio alle strade), ma anche alla ripartizione dei collegi elettorali (problema che non attiene solo alle elezioni, ma anche alle competenze dei tribunali) ed alle suddivisioni delle competenze delocalizzate, agli ospedali (che dipendono dai piani salute regionali e nel caso di quello campano che ne sarebbe delle enormi passività accumulate da questo?) e via discorrendo…un tema troppo ampio e complesso perchè lo si possa chiudere solo con le esigenze di essere di più per contare di più in ambito nazionale o meramente per considerazioni pseudo-etniche (a proposito quel grande lucania è davvero orribile!!!)…

insomma, per principio non sono contrario, ma al tempo stesso occorre valutare le mille implicazioni (che sono anche positive, per carità…penso all’aumento del tratto costiero fino ad ascea o alla competenza su un tratto maggiore di a3 e – perchè no? – all’occasione di unire il parco del cilento con quello della val d’agri per costituire un unicum assai interessante in termini ambientali e così turistici) che un simile passo comporterebbe per un sistema fragile come quello lucano…

caro molinari, non possiamo faciloneggiare su un tema simile solo perchè tanino fierro ne scrive sulla stampa, ma un serio dibattito sulla cosa è certo un passaggio da fare su entrambe le sponde o meglio crinali della catena montuosa che divide le due regioni

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Navazio: Sanremo tra divertissement ed establishment20/02/2012 09:02    Le riflessioni “nei dintorni di Sanremo” del Presidente del gruppo consiliare “Io amo la Lucania” al termine della manifestazione canora

ACR   “Tutti scrivono di Sanremo. Entusiasti della parte di lucanità mostrata all’intera nazione: Arisa, Papaleo più qualche altro. Strano popolo. Si esalta per niente. Per un taglio di capelli ed una minigonna. Per un maglione a grana grossa così elitario. E poi il reportage del divino. I bollettini parafrasati, con più poesia cercando di essere alla page. Gli strilloni che si esaltano su Fb. E poi a leggere il tweet di turno. Come se fossero tutti intelligenti. Solo che non arrivano in tempo reale. Le emozioni bisogna fermarle. Prima godersele e poi descriverle, come se fossimo in un film. Generazioni che per anni hanno ignorato Sanremo, icona dell’italianità meno sobria, più disposta alla raccomandazione che alla meritocrazia si ritrovano, dopo la finta rivoluzione, a conversare sul festival della musica popolare italiana. Ignorando i testi, le liriche, le melodie. Ci basta la Basilicata. L’appartenenza è sviscerale. Non ci interessa altro. E allora dai immergiamoci nello spettacolo! Signori e signore, questo è lo show! C’è qualcosa che non convince. Pronti a fare il tifo come se fossimo sul set di Maria De Filippi, non ci interessa che la canzone sia italiana. E giù a mandare sms. Non ci preoccupa il costo. Cosa vuoi che siano 1.01 euro iva inclusa. Quante volte è stata citata la Basilicata? e la Lucania? Abbiamo fatto del nostro meglio. La nazione ha finalmente capito, siamo gli stessi. Umili, laboriosi, pieni di iniziative e risorse. Finalmente si accorgono di noi. Dei nostri  talenti. ‘Ora occorre puntare sulla meritocrazia, cari amici ed amiche. E’ necessario riporre le contraddizioni. ‘Oh Dio mi sto contraddicendo, ebbene sì, mi sto contraddicendo’. Quindi, abbandoniamo il nostro lato intellettuale, lo scimmiottare i grandi papers, oggi siamo orgogliosamente lucani: quel maglione a grana grossa ci ha fatto sognare. La classe operaia, con un po’ di ritardo, va in Paradiso. La rivoluzione può aspettare. Oggi è il tempo della sobrietà. Dobbiamo accontentarci. Il 62° Festival della canzone italiana passerà presto nell’anonimato. Non lascerà alcun messaggio. Nemmeno lo spot presunto sulla Basilicata. Per di più gratuito. Ci sono voluti i quattrini di una multinanzionale per imporre uno share sul nostro toponimo. I tempi cambiano velocemente. Le menti fanno fatica ad adeguarsi con un ritmo lento”.

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vi posto per intiero questo comunicato in forma di riflessione di navazio su san remo…bizzarra la forma, poco utile la riflessione poichè soliloquio che non va al centro del tema, ma qualche accenno di critica più serrata e di sistema pur lo possiamo leggere e di lì magari accentuarne i tratti…cosa ed a chi si riferisca il maglione a grana grosa non lo so, non ho visto neppure mai un secondo di san remo, ma mi colpisce quell’uso del termine elitario, stigmatizzato nella sua accezione di separatezza voluta rispetto a chi invece indossa magari un ben più popolare gessato (molto cafone per quanto mi riguarda come abbigliamento)…la solita retorica tardo-destrista insomma, quella che insegue un presunto snobismo di sinistra tacciandolo di elitario e che in realtà è davvero difficile intuire da un maglione…esattamente come è difficile intuire un afflato per il popolo da un gessato…polemica inutile quindi?…no, perchè su un punto voglio dare ragione a navazio…possibile che generazioni di anti sanremini oggi si spertichino di lodi sulla più inutile kermesse di noiose canzonette solo perchè c’è un attore comico, papaleo, autore di un brutto film (a mio avviso) sulla basilicata, ed una cantante, arisa, talmente “lavata e candeggiata” da essere davvero deprimente come immagine della lucania…e poi c’è quella sponsorizzazione eni che mi fa rabbia, mi fa rabboa perchè l’eni non rappresenta la basilicata, ma un pezzo del suo sfruttamento…insomma, pur senza averlo visto, credo che sia stato un inutile spot della nostra regione, spacciata per ciò che non è, pur ammattendo che di spot si sia trattato e non di perline colorate ai selvaggi!!!

dietro l’immagine di papaleo e di arisa ci sono i pozzi di petrolio presenti e quelli che verranno, questo vorrei dirlo chiaro, e l’immagine di una regione supina che sorride e ne è contenta “perchè portano tanto sviluppo”…meglio farebbe però navazio a chiedere ufficialmente quanto è costato san remo in termini di promozione secondaria alla nostra regione?

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