ancora per oggi, lasceremo il volantino informativo in maggiore evidenza, tralasciando in parte le consuete attività di commento del blog…ma riprendiamo…riprendiamo!!!

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29/02/201

se si parla di riforma dell’arpab, dovrebbe essere chiaro che tale riforma non la si fa senza interrompere la catena di nomine affidata alla presidenza della giunta ed un sostanziale azzeramento delle cariche dirigenziali ed una attenta verifica delle competenze dei dipendenti (che spesso quando le hanno, le competenze, sono mortificati nell’utilizzo delle stesse)…altrimenti sono chiacchiere!!!

miko somma

documento da diffondere

quello che vedete è un documento che abbiamo preparato nello specifico del permesso di ricerca per idrocarburi Frusci e che diffonderemo a breve nelle comunità interessata con la collaborazione di gruppi, comitati ed associazioni locali con le quali siamo già in operatività…

 

documento informativo di carattere generale che però crediamo sia diffondibile in qualsiasi altra zona della regione interessata da simili procedure…

 

 

 

documento che cerca di rispondere alle prime domande che un cittadino si farebbe se fosse richiesta la sua partecipazione ai processi decisionali (come tra le altre la legge prescrive), senza particolari accenni a questioni ambientali e di programmazione del territorio più complesse…..

 

 

 

vi preghiamo pertanto di scaricare il documento word al link sottostante, apporvi le correzioni riguardanti il nome del permesso specifico (ed ovviamente le annotazioni specifiche), aggiungere il simbolo o nome dell’associazione o comitato interessato (ovviamente vi consigliamo di contattarci per definire megliori modalità di comunicazione) e cominciare a diffonderlo tra la popolazione delle comunità interessate…

 

 

 

cerchiamo di lavorare insieme ed in sinergia per fermare questa follia che sta trasformando la regione in un unico campo di estrazione di greggio, trasformando la nostra terra in una damigiana petrolifera…

 

 

 

NOI NON SIAMO D’ACCORDO!!!

 

 

 

 

 

Poche ed immediate cose da conoscere sul permesso di ricerca per idrocarburi Frusci.

  

Il permesso di ricerca di idrocarburi Frusci è uno dei tanti permessi accordati dall’UNMIG, un ufficio del Ministero dello Sviluppo Economico deputato alla gestione delle risorse minerarie nel territorio italiano, per la ricerca di petrolio e gas naturale nel sottosuolo italiano, e nello specifico nel territorio della regione Basilicata, quasi unica fornitrice di idrocarburi liquidi e tra le principali per il gas metano, in un contesto che vede circa il 65% del nostro territorio impegnato od impegnabile in attività di ricerca, estrazione, stoccaggio e trattamento.

 

 

Visto il carattere strategico della risorsa idrocarburi è facile comprendere come questa possa diventare prioritaria nella programmazione dello sviluppo dei territori ed inficiarne nei fatti altre vocazioni degli stessi che pur dovrebbero far da guida proprio alla programmazione. E se fino ad ora, in un recinto normativo che pur consentiva alle regioni di poter opporre dei rifiuti, la regione Basilicata non ha mai pronunciato un solo no rispetto alla dislocazione sul proprio territorio di simili iniziative (a testimonianza del carattere invasivo delle attività legate agli idrocarburi), con alcune recenti e recentissime normazioni, tale possibilità viene ad essere sensibilmente ridotta fino a prefigurare una vera e propria perdita di potestà degli enti preposti.

 

 

Occorre sapere che le attività di ricerca, estrazione e trattamento degli idrocarburi sono per loro natura attività ad alto impatto ambientale in ogni parte del mondo, mentre da noi, pur in presenza di leggi dello stato e regionali e di enti istituzionali dedicati ai monitoraggi di tali impatti (ARPAB), non si è riusciti finora a stabilire quale sia l’impatto stesso, fino a creare una situazione che appare talmente melmosa e contraddittoria da suscitare allarme sulla volontà stessa di monitorare tali attività in modo coerente alla loro pericolosità.

 

 

Purtroppo molto spesso in sede di discussione sulla opportunità di concedere il proprio territorio a simili iniziative si riscontrano alcune carenze istituzionali (la Regione non pare fungere da consulente agli uffici comunali nella fornitura delle informazioni necessarie alle valutazioni di merito) ed alcune carenze di tipo democratico che pure dovrebbero essere, per legge dello Stato, parte essenziale del processo di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte. Nel primo caso, i comuni sono lasciati soli in scelte complesse che imporrebbero valutazioni tecniche che molto spesso essi non sono in grado di elaborare per ovvi motivi di competenze specifiche, nel secondo ai cittadini durante i processi di coinvolgimento non sono forniti tutti gli strumenti di valutazione sufficienti ad elaborare un discorso globale sulla opportunità di assentire a tali decisioni.

 

 

Se quindi ai comuni che chiedono agli uffici regionali competenti molto spesso si risponde con generiche tranquillizzazioni sulla natura limitata allo studio degli interventi di ricerca, omettendo di comunicare che tali passaggi, una volta assentiti, sono propedeutici ai successivi interventi reali di ricerca e realizzazione di attività estrattive, ai cittadini molto spesso viene ridotto il tema ad un puro discorso che attiene ai ristori economici, le cosiddette royalty.

 

 

Andiamo allora a chiarire che le royalty sono stabilite sul valore dell’estratto e sulla sua quantità e sono fissate da una legge dello Stato valida quindi su tutto il territorio nazionale al 7% del valore totale di questo (una recente normazione le ha aumentate al 10% attraverso la costituzione di un fondo esclusivo e dedicato per un bonus carburanti) e che di questo 7%, solo il15% di questo viene attribuito ai comuni che ospitano pozzi produttivi (quindi più o meno l’1% del totale del valore dell’estratto), e solo a quelli, il restante 85% alle regioni (solo quelle meridionali). Parliamo allora di un incasso di royalty solo a pozzo produttivo trivellato ed operante e non certo a dazioni di denaro per tutte le operazioni preliminari, comprese le attività di realizzazione di pozzi di esplorazione, logica conseguenza della ricerca preliminare sulla composizione degli strati del sottosuolo.

 

 

E’ fuorviante quindi che ai cittadini si parli di royalty e benefici, quando queste se ci saranno, avranno concretezza solo nel caso di pozzi operativi che è competenza esclusiva della società petrolifera individuare nel perimetro del permesso, quindi non necessariamente nel comune che ospiterebbe anche un pozzo di ricerca, e pur nel caso di allocazione dei primi nel territorio del comune e così di dazione diretta di royalty, sarebbero soggetti comunque ad alcune limitazione di bilancio come il cosiddetto Patto di Stabilità che limita l’espansione dei bilanci comunali anche in presenza di risorse proprie.

 

 

Nello specifico del permesso di ricerca per idrocarburi Frusci, occorre precisare che si è nella fase iniziale di un processo che coinvolge più comuni di un’area e che porterà inevitabilmente a tutte le fasi successive di ricerca ed esplorazione sulle quali proprio le recenti normazioni sottraggono un vero e proprio potere decisionale ai comuni, fino al punto di superare persino la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale pur in presenza di zone protette e vincoli di natura idrogeologica, paesaggistica ed archeologico-culturale, vincoli sui quali molti comuni e la stessa regione Basilicata hanno investito finora ingenti risorse finanziarie per favorire il turismo e l’agricoltura di qualità, in un processo semplificato di concessione delle autorizzazioni.

 

 

In altri termini, quale turista verrebbe mai a visitare un paese per le sue bellezze naturali e storiche o per degustare prodotti tipici in presenza di attività impattanti quali l’estrazione ed il trattamento di idrocarburi? La Val d’Agri è lì a testimoniarci che il petrolio non può convivere con alcuna altra attività, poiché la sua rilevanza è tale da far convergere ogni attenzione su di esso.

 

 

Molto spesso ascoltiamo di miraggi di posti di lavoro che sarebbero una conseguenza diretta od indiretta delle attività di estrazione, ma occorrerebbe dire che mentre un lavoro direttamente connesso a queste attività necessita di competenze specifiche che finora non si sono formate e sono così assenti nei curricula dei nostri lavoratori, dando semmai queste attività luogo a temporanee occupazioni a carattere strettamente di manovalanza, lavoro indirettamente connessi alle estrazioni riguardano comunque settori di alta specializzazione ed attività imprenditoriali che sono poco presenti nelle potenzialità offerte dai territori interessati e ricordiamo ancora che è sempre la Val d’Agri e la sua esperienza a raccontarci che le conseguenze occupazionali rimangono residuali e molto spesso confinate al recinto delle relazioni con politici locali e regionali.

 

 

Ulteriore considerazione da sottoporre ai cittadini perché una scelta sia possibile nella pienezza delle informazioni necessarie ad esprimere un giudizio libero è quella che pur ammettendo che gli idrocarburi siano presenti e sia economicamente conveniente alle compagnie estrarli (ricordiamo che esistono parametri evidenti che mettono in relazione le quantità estratte, quindi il loro valore, con le spese necessarie ad estrarli), nello specifico della zona di territorio compresa nel permesso Frusci ciò comporterebbe la necessità di realizzazione di un centro olii atto a privare il greggio delle componenti a base di zolfo ed altre impurità, e di un oleodotto di collegamento a quello che dalla Val d’Agri conduce alle raffinerie di Taranto, attività queste che comportano non solo un consumo di territorio notevole ed impatti ambientali che i precedenti nella nostra regione non aiutano a definire nella loro reale pericolosità, creando al meglio ansie nei cittadini, ma che allontano con la loro presenza ogni reale processo di sviluppo degli stessi in accordo alle proprie vocazioni territoriali.

 

 

Non si solo ambiente e di sua tutela, anche in relazione alla salute dei cittadini, sono fatte le nostre preoccupazioni, ma di un vivo timore che dicendo si oggi ad una attività apparentemente limitata a studi del territorio, ma in diretta relazione a tutti i passaggi che portano al petrolio ed al gas estratto e trattato, la nostra terra diventi altro da ciò che ci è stata tramandata e così altro ancora da ciò che tramanderemo ai nostri figli, in un perverso meccanismo che, guardando al complesso di una regione intera, di cui ogni frazione è parte del tutto, avviata ad essere “colonizzata” in nome del profitto dei pochi e della distruzione dei tanti.

 

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poche-ed-immediate-cose-da-conoscere-sul-permesso-di-ricerca-per-idrocarburi.doc

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Petrolio: Simonetti (Csres),definire accordo su risorse aggiuntive29/02/2012 09:08BAS”L’approvazione delle norme che prevedono risorse aggiuntive, oltre le royalties, a fronte delle estrazioni petrolifere nei territori oggetto di coltivazione degli idrocarburi, già annunciate a suo tempo dal governo, dopo la marcia indiestro sulla liberalizzazione delle trivellazioni anche in mare, è utile per la Basilicata. Dopo la stipula del memorandum occorre rapidamente definire l’accordo sulla entità delle risorse aggiuntive da destinare alla regione per effettuare investimenti per il lavoro e finanziare il reddito minimo garantito per i giovani,anche come momento sperimentale in italia sulla base delle esperienze in corso in Europa”. Così Pietro Simonetti,  presidente del Centro studi e ricerche economico sociali.
“Dagli ultimi dati risulta che Eni, oltre al pagamento dei dividendi agli azionisti, ha versato nelle casse dello Stato, a fronte delle azioni possedute dal ministero dell’economia oltre 1200 milioni per il 2012. Inoltre nei prossimi 20 anni a seguito delle estrazioni lo Stato incasserà circa 30 miliardi di euro,1,5 mdl anno per introiti fiscali. E’ pertanto possibile – aggiunge Simonetti – ottenere almeno trecentocinquanta milioni all’anno per la Basilicata. Occorre, quindi, anche in rapporto alla scadenza dell’accordo Eni,che prevedeva 30 milioni annui per la forestazione, accelerare i tempi della trattativa per ottenere le risorse economiche necessarie a finanziare il piano per l’occupazione”.

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riporto le parole di un gerontocrate che stranamente ancora viene piazzato di qui e di lì e che è tra i signori consiglieri che nel 98 hanno firmato lo sciagurato accordo con l’eni!!!

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Petrolio: Belisario (Idv) su sito Corleto Perticara28/02/2012 18:03BAS  “La Basilicata non è una pattumiera e i lucani non possono essere presi in giro né dalla Total, né dall’Eni né, tantomeno, da una politica distratta”. A dichiararlo il capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente Clini e al titolare del dicastero dello Sviluppo economico, Passera, dopo aver appreso che una quantità considerevole di fanghi pericolosi è stata interrata nelle campagne di Corleto Perticara, in provincia di Potenza. “Lo sversamento dei fanghi, prodotti dal processo di perforazione petrolifera – aggiunge Belisario – supera di gran lunga i limiti di tossicità previsti dalla legge e coinvolge terreni agricoli, per poi finire nella catena alimentare. E’ vergognoso che per un vigliacco scaricabarile, così come emerso da un’indagine della Procura, non solo il sito non sia stato bonificato, ma si sia continuato ad inquinare indiscriminatamente per vent’anni. I lucani hanno diritto di sapere di chi siano le responsabilità e, soprattutto, quando e come si intenda intervenire per bonificare un territorio martoriato da rifiuti e sostanze nocive. Basti pensare che la Basilicata, secondo dati di Legambiente, produce sette volte i rifiuti industriali della Sicilia, tre volte quelli di Campania e Calabria, con un trend in aumento nel 2008, ultimo anno per il quale sono disponibili rilevazioni. Spaventa ed indigna anche la stima secondo cui, nel solo 2006, sarebbero sparite dalla contabilità ufficiale del ciclo dei rifiuti circa 140 mila tonnellate di rifiuti industriali, che potrebbero essere state illegalmente trattate o sepolte.
Bisogna intervenire subito. Non è pensabile – conclude Belisario – che l’Europa viaggi secondo il principio di ‘chi inquina paga’, mentre in Italia, ed in Basilicata soprattutto, vige il principio del chi ‘inquina la fa franca’. La magistratura vada avanti con speditezza, l’IdV è pronta a fare come sempre il suo dovere perché non ha alcuna rendita di posizione da difendere”.

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riporto come addendum a quanto sopra espresso..belisario spara ed autilio raccoglie…per se e per gli altri!!!

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Pdl, via libera a quota fisco risorse minerarie28/02/2012 17:25

BAS   “Le commissioni Bilancio e Industria del Senato hanno approvato l’art. 16 del disegno di legge sulle liberalizzazioni che riconosce alle Regioni che concorrono al fabbisogno energetico nazionale, una quota delle risorse fiscali connesse alla produzione delle risorse minerarie”. Lo hanno dichiarato i parlamentari del Pdl, i senatori Guido Viceconte e Cosimo Latronico, e gli onorevoli Vincenzo Taddei e Giuseppe Moles. “ Si tratta di un risultato storico per la Basilicata che riprende letteralmente una proposta presentata dai parlamentari del Pdl e trasformato in un ordine del giorno approvato con la manovra di dicembre. Si tratta nel merito del riconoscimento di poter destinare una quota delle risorse fiscali generate dallo sfruttamento delle risorse minerarie al finanziamento di un fondo per lo sviluppo delle infrastrutture e delle reti produttive nei territori in cui si realizzano impianti di idrocarburi. La norma legislativa avrà ricadute straordinarie per la Basilicata che potrà finalmente finalizzare le risorse collegate allo sfruttamento delle sue importanti risorse minerarie a progetti di sviluppo produttivo ed infrastrutturale del territorio regionale, invertendo l’andamento di questi anni che non ha generato lo sviluppo atteso dalle popolazioni. Naturalmente gli interventi si potranno realizzare nell’assoluto rispetto delle esigenze ambientali e nella applicazione delle migliori pratiche operative in riferimento agli standard internazionali. Una stima prudente del Ministero dello Sviluppo economico realizza che si genereranno risorse del valore di 30 md di euro nei prossimi vent’anni con un gettito fiscale di 17 md per lo Stato. Con questa norma una quota di queste risorse fiscali aggiuntive servirà per finanziare programmi di sviluppo della nostra regione secondo modalità che saranno definite da appositi decreti interministeriali dei Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia. Un risultato che lascia sperare su una svolta nelle politiche di sviluppo della Basilicata e che rende fattibile l’impianto del memorandum firmato con il governo Berlusconi per rinegoziare lo sfruttamento delle risorse minerarie in un quadro di garanzia ambientale e di accrescimento delle dinamiche di promozione del territorio”.

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Petrolio, Autilio: passo avanti per memorandum

29/02/2012 12:46

Per l’esponente di Idv “adesso bisogna riaprire il tavolo di concertazione con le compagnie petrolifere per aggiornare la percentuale di royalties riconosciuta alla Regione Basilicata considerata estremamente riduttiva”

ACR”La decisione assunta dalle commissioni Bilancio e Industria del Senato, in fase di approvazione del disegno di legge sulle liberalizzazioni, di riconoscere alle Regioni che concorrono al fabbisogno energetico nazionale, tra le quali la Basilicata è sicuramente la più importante, una quota delle risorse fiscali connesse alla produzione delle risorse petrolifere ed energetiche in generale, rappresenta un passo in avanti in direzione dell’attuazione dell’intesa sottoscritta con il precedente Governo”.
E’ il commento del presidente della Seconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio (IdV), sottolineando “l’impegno che ha caratterizzato l’attività dell’intero Consiglio, all’unisono senza alcuna divisione politica, della Giunta e dei parlamentari lucani per raggiungere il riconoscimento che è un’antica aspirazione istituzionale e delle nostre comunità”.
In attesa di quantificare le risorse finanziarie che saranno destinate alla Basilicata, e quindi di valutarne le effettive ricadute, si creano adesso le condizioni – aggiunge Autilio – per riprendere il confronto con il Governo Monti e dunque i Ministri interessati, in coerenza con il Piano Nazionale per il Sud e con gli altri strumenti della programmazione comunitaria, nazionale e regionale, per attuare gli interventi ritenuti strategici per lo sviluppo industriale locale, la ricerca, le infrastrutture e la formazione, con l’obiettivo di assicurare un’effettiva ricaduta occupazionale sul territorio e il rendimento sostenibile agli investimenti delle compagnie petrolifere, garantendo nel contempo la massima prevenzione e tutela dell’ambiente del territorio e della salute pubblica”.
“Sgombrato il campo dalle difficoltà nel reperimento di nuove risorse finanziarie per la regione macrofornitrice di risorse energetiche strategiche per il Paese, sono certo – dice il presidente della Seconda Commissione – che il Tavolo tecnico istituzionale Stato – Regione Basilicata potrà riprendere il suo lavoro, interrotto a seguito della conclusione dell’esperienza del Governo precedente. Sarà quella anche la sede per riproporre, con maggiore forza il tema della compensazione ambientale-territoriale che si è ripresentata in questi giorni in forme sempre più preoccupanti attraverso la vicenda dei fanghi derivanti dai lavori di perforazione e sversati in aree rurali di Corleto Perticara”.
“Contestualmente – conclude Autilio – dovremo riaprire il tavolo di concertazione con le compagnie petrolifere per aggiornare la percentuale di royalties riconosciuta alla Regione Basilicata e unanimamente considerata estremamente riduttiva rispetto agli utili realizzati dalle stesse società petrolifere”.

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considero del tutto inutile commentare il lancio dei pdl (anzi gli concedo fin troppo onore anche solo a postarlo su questo blog, vista la scarsità di argomenti che costoro hanno a disposizione), ma ciò che preme sottolineare è l’identità di vedute tra pdl e un noto partito succedaneo al pd lucano, per bocca di un uomo che continua a giocare su più sponde, da un lato foraggiando alcune ciriticità che poi gioca sul tavolo delle “compensazioni”, quelle per le sue filiere di consenso e per il suo gruppo politico…costui, nel più perfetto stile idv lucano, “usa” persino le “criticità” (chiamiamole così) in un gioco al baratto per trattare sulla posta delle royalties in cambio della distruzione di una parte del territorio (comunemente chiamato “sviluppo” da queste parti!!!)…

nel frattempo deve essere detto che di risorse quantificabili per il momento non si vede nulla (mentre i danni sono visibili), l’ipotesi poi di aprire un tavolo con le compagnie per l’aumento delle royalties è ridicolo, soprattutto pronunciato da un avvocato…esiste una legge dello stato che regola la materia e non vigono accordi tra le parti in tutta la materia!!!…

ed ovviamente entrambi i lanci parlano di “rispetto per l’ambiente”….

 

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