Invaso del Pertusillo, il 24 conferenza stampa dell’Arpab    19/04/2012 14:20 

BAS   Martedì 24 aprile alle ore 11,00 l’Arpab organizzerà presso la sede del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri – Lagonegrese (Comune di Marsico Nuovo, via Manzoni n.1) una conferenza stampa al fine di “diffondere un report sulle risultanze tecnico-scientifiche delle attività di monitoraggio dell’invaso del Pertusillo svolte dall’Arpa Basilicata, dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata nell’ambito del Progetto ‘Valutazione dello stato ecologico del Pertusillo’”. È quanto comunica, in una nota, la stessa Arpab.

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pubblico per gli amici della val d’agri e non solo…che sia di nuovo tutt’apposto?

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Domani 20 aprile si riunisce il Consiglio regionale

19/04/2012 10:48

All’ordine del giorno il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

ACR   Il Consiglio regionale della Basilicata si riunirà domani, 20 aprile 2012, alle ore 10,30, nel Palazzo della Giunta regionale (Viale Vincenzo Verrastro, 4 – Potenza).

All’attenzione dell’Aula il disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
L’Assemblea procederà, poi, alle nomine del direttore dell’Arbea e di un esperto in seno al Comitato d’indirizzo della stessa Agenzia
. Prevista anche la sostituzione dell’ex consigliere Ruggiero nel Comitato regionale d’indirizzo dell’Arpab.

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siamo dunque al seguito del consiglio arenatosi martedì scorso alle 23 e passa per alcune “incomprensioni” sugli emendamenti all’art 11 tra il consigliere santochirico, pd, (lo ricorderete ex assessore all’ambiente da me spessissimo bersagliato) e l’assessore pittella, pd…incomprensioni che hanno portato a ben due sospensioni per una riunione dei capigruppo, riunioni che evidentemente non hanno dato frutto per molte motivazioni…

sembrerebbe infatti una cosa da nulla un disaccordo su alcuni emendamenti (troppi per la verità ad un solo articolo perchè non si creasse almeno ed al meglio confusione, ma tale è la cifra stilistica dell’assessore proponente gli stessi, una confusione bizantineggiante che parte forse dall’autopresupponenza di essere più un esarca che un rappresentante istituzionale) ed invece tale disaccordo rumorosamente espresso dai due in aula, con entrambi i contendenti visibilmente infuriati (e nell’aula, durante la sospensione si rincorrevano voci su forti interessi personali dei due sulla materia trattata proprio da alcuni emendamenti specifici…mah, chissà…!!!) ha portato alla “morte” del consiglio ed alla sua riconvocazione appunto…

riconvocazione dove senz’altro, a scanso di sorprese, la quadra si sarà trovata con qualche illustre mediazione che rimette in ordine i conti, riportandoci in fretta verso una sostanziale rimodulazione del piano energetico non solo per le modifiche intervenute legislativamente sia in sede europea che italiana (burden sharing), ma che già intuiamo prevedere qualche pericoloso slittamento produttivo che riguarderà non tanto l’aumento dei mw installati (aumento previsto del 50%) ma la sua rimodulazione su specifici capitoli dello stesso, tanto da portarci a qualche pericolosa sorpresina di cui diremo a tempo debito…

nel frattempo qui si parla di esenzioni…ed esenzioni molto puntuali…

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Young Zulu Kid- Giuseppe Di Melfi

pubblico con il permesso dell’autore la versione integrale dell’articolo di leonardo pisani su young zulu kid, un pugile di origini lucane che la storia della nostra regione ha dimenticato, semmai lo avesse mai ricordato…continua così il ciclo di articoli di leonardo sulla grande boxe declinata alla lucana…

Young Zulu Kid- Giuseppe Di Melfi

  

  

dalla natia Anzi a star mondiale del pugilato (VERSIONE INTEGRALE)

 

 

Strana categoria quella dei pesi mosca, nonostante i grandi campioni che ha avuto, è sempre bistrattata forse perchè questi piccoli boxer non suscitano nell’immaginario sportivo le emozioni dei colossi come i massimi; Tyson lo ricordano tutti, anche l’americano d’Abruzzo Rocky Marciano è ricordato per la sua potenza o il mitico Carnera, gigantesco un tempo simbolo dell’Italia che conquistava il mondo dall’alto dei suoi 205 cm che ancora nel nostro tempo gli dedicano una fiction.

 

 

Strana categoria anche perchè i mosca naturali agli inizi del pugilato moderno erano pochi, la maggior parte furono atleti ancora giovani in attesa di irrobustirsi per passare alle categorie superiori. Infatti, la categoria arrivarono ai giochi olimpici – tranne la parentesi solo statunitense del 1904- nelle olimpiadi di Anversa nel 1920 quando vinse l’oro l’italo-americano Frankie Gennaro.

 

 

Prima del boom con l’arrivo di messicani, coreani, tailandesi i mosca erano pochi rispetto alle categorie superiori anche perchè si guadagnava poco e allora il denaro rifluiva sopratutto dalla scommesse. Un titolo bistrattato nelle grandi arene americane ma riconosciuto in Europa dove se ne appropriò uno dei più grandi boxer della storia Jimmy Wilde, il gallese dal pugno devastante che vince ben 100 incontri per ko sui 130 vinti.

 

 

Allora negli Usa si accorsero di quel “minuscolo titolo” e si decise di ufficializzarlo con un incontro tra il bomber suddito di sua Maestà Britannica e il  migliore peso  mosca americana del momento Young Zulu Kid. Ma in quel primo titolo ufficiale disputato nel Holborn Stadium di Londra c’è tanta lucania, in quel piccolo campione che pur sconfitto all’11 round mise in difficoltà Wilde.

 

 

Un soprannome pittoresco tanto che nel periodo della bella epoque del pugilato traeva in inganno, lo stesso giornale The Day nell’edizione del 21 aprile 1917 precisava “Young Zulu Kid is not colored boy” .

 

 

Era l’America che non ancora voleva campioni del mondo di colore e per il sopranome esotico del pugile di Brooklyn poteva essere scambiato per un “nero”. Il quotidiano americano avverte che è bianco, anzi precisa che è nato in Italia “near Naples” vicino Napoli ed è forte molto forte anche se aveva perso il mondiale dei mosca contro Jim Wilde ma aveva pareggiato e sconfitto il fortissimo Paul Moore ed un eroico pari con campionissimo Pete Herman ( Peter Gullotta) uno dei più forti pesi gallo di tutti tempi.

 

 

The Dayle elogia il piccolo pugile ma tra le righe fa capire che non è un americano puro, è arrivato in Usa a tre anni da una località incerta dell’Italia vicino alle pendici del Vesuvio su un piroscafo nel periodo della grande emigrazione.

 

 

Young Zulu Kid era lucano e si chiamava Giuseppe Di Melfi, nato ad Anzi il 22 aprile 1897 in Via Lilio al n.15 da Domenico e Rosa Valentino. Poi tutta la famiglia Di Melfi ( Domenico, Rosa, Giuseppe e la piccola Rosa di 3 anni) emigrò negli Usa, nel 1904 con la nave Nord America salpata da Napoli.

 

 

Le tracce si trovano ancora ad Ellis Island: Il passenger record del futuro campione è il numero 0020 del 17 marzo 1904 è riporta due errori, il nome trascritto Guiseppe e il paese d’origine AUZI, la u al posto della enne: nella bella grafia italiana dell’epoca si usavano anche le n e le m rovesciate.

 

 

Young  Zulu Kid fu un campione, autentico cui mancò solo un titolo ma rispettato ed ammirato da tutti. Ricordato da molti storici della boxe come un picchiatore e combattente indomito, Charley Rose addirittura lo pone al n. 10 dei pesi mosca più forti di tutti i tempi. In Italia salvo qualche raro caso si è completamente dimenticati di lui eppure ha combattuto più di 132 incontri ufficiali contro i migliori pesi mosca e gallo dell’epoca; in un periodo che il filosofo Alexis Philonenko nella sua Storia della Boxe definisce la “Belle  Epoque”, quando esistevano due circuiti del pugilato quello ufficiale con i quantoni e quello della boxe popolare, che si combatteva in prati, magazzini senza categorie di peso, senza guantoni e si usvano anche prese di lotta e calci.

 

 

Un esempio pur se romanzato nel film L’Eroe della Strada (1975) dove Charles Bronson fa combatte nella boxe popolare. A vedere il record sportivo di Giuseppe di Melfi si incrociano i più gradi mosca, gallo e pesi piuma dell’epoca: Wilde due volte con un non decision, poi Jackie Sharkey, Johnny “Young” Solzberg, Joe “Young” Tuber and Red Watson, autentici assi del ring. . Perde e pareggia con il favoloso Pete “Kid” Herman, blocca sul pari “Memphis” Pal Moore, Eddie Coulon, Frankie Mason e “Dandy” Dick Griffin.

 

 

Nel 1916 batte il campione mondiale dei gallo Monte Attel, secondo alcuni giornali dell’epica disputa nello stesso anno il 14 marzo anche il mondiale gallo con un No Contest (senza decisione) contro il detentore Johnny “Kewpie” Ertle.

 

 

Il piccolo anzese fu un boxer indomito, minuscolo anche per la sua categoria- appena 150 cm- affrontò tutti i migliori riuscendo ad essere per oltre 12 anni tra i primi dieci della classifica mondiale in un periodo dove molti incontri erano decisi tramite i “newspaper decision” ovvero i verdetti della stampa specialistica che presente a bordo ring stabilivano il verdetto.

 

 

Il giornalista e storico della Boxe Tracy Callis, un estimatore dell’ercolino lucano nel delinearne la carriera oltre a far risaltare che ha battuto i migliori del suo periodo sottolinea che ha combattuto troppo anche quando doveva appendere i guantoni al chiodo. Ma appunto era la bella epoque, quando le borse erano basse per le piccole categorie e ci doveva combattere spesso, anche in sfide private o clandestine senza stare a guardare contro chi e quale fosse il peso.

 

 

A Giuseppe Di Melfi come a tanti emigrati dell’epoca, oltre alle difficoltà di imparare lingua ed usanze diverse, vi era la lotta della sopravvivenza, il piccolo gigante di Anzi, a Brooklyn divenne una stella seguitissimo dalla stampa perchè aveva uno stile aggressivo e spettacolare da essere soprannominato the Fighting Newsboy, di certo non temeva nessuno e affronto chiunque: un vero re senza corona e un pugile di livello mondiale che fa onore allo sport italiano ed alla sua Basilicata.

 

leonardo pisani 

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Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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La preoccupazione sociale crediamo non vada più sottovalutata.

  

Comunità Lucana, nella giornata di lunedì 16 aprile, termine fissato per presentare osservazioni a due dei troppi permessi per idrocarburi che interessano la nostra regione – e segnatamente ai permessi a titolarità Shell di Monte Cavallo e La Cerasa – ha presentato richiesta di invalidazione della procedura per vizio di forma per entrambi gli iter, motivandone richiesta con la mancata osservanza dei disposti di legge a riguardo della pubblicazione degli atti relativi sui siti istituzionali di competenza.

  

Nello specifico sul sito istituzionale (non quindi su Basilicatanet, che assume la forma di portale in una più che bizzarra duplicazione dello strumento informatico) nella parte relativa proprio agli iter di merito alle attività di richiesta depositate presso l’ufficio compatibilità ambientale, si nota la più che clamorosa mancanza di qualsiasi atto di riferimento alle due procedure, in palese violazione del dettato di legge ex D.L. 13 maggio 2011, n. 70, convertito il Legge 12 luglio 2011, n. 106, art. 6, che dispone non solo  l’obbligo di pubblicazione degli atti  relativi, in ciò rafforzando molti precedenti decretazioni e leggi, a partire dal 152/2006, ma stabilisce al 31 ottobre 2011 il termine ultimo per l’adeguamento delle attività istituzionali alla legge, cosa di cui non vi è traccia nella specifica materia per la Regione Basilicata.

  

Abbiamo a tal fine richiamato per conoscenza l’interesse sulla procedura da parte dell’Ufficio Legale della Regione, riservandoci trasmissione della opposizione che segnalava questa violazione di legge, sia al TAR, che alla Procura della Repubblica, trasmissione che non mancheremo di eseguire al fine di porre in essere ogni strategia per l’adeguamento delle attività degli uffici regionali ai dettati di legge.

  

Ma oltre allo specifico che abbiamo segnalato e la cui inottemperanza alla legge pure ci appare grave, è da notare come sia l’intera materia idrocarburi in questa regione a non essere localmente regolata in accordo alle normativa nazionale e nella rilevanza che la materia idrocarburi non sia certo residuale in una regione che, sulla scorta del precedente storico e di recenti decretazioni convertite in legge, come delle recenti parole del Presidente della Giunta Regionale, pare doversi ormai considerare piattaforma di produzione di idrocarburi.

  

Riteniamo infatti che la mancanza di una specifica legge regionale di regolamentazione della materia, seppur in subordine alla gerarchia delle fonti normative e fatto salvo il dettato costituzionale di cui alla modifica del Titolo V (e che pare preminente sia rispetto alla L. 99/2009, sia al decreto liberalizzazioni, che hanno innovato in materia, senza che tuttavia si sia mai prodotto ricorso della Regione Basilicata presso la Corte Costituzionale), sia uno degli elementi di spicco di quella “palude” normativa in cui agli occhi dei più si consuma una sorta di extralegalità de facto delle attività delle compagnie, sentite ormai dai cittadini come “padrone” del territorio nell’inanità – e qualcuno pur suggerisce la parola complicità – delle nostre istituzioni.

  

Istituzioni che certo, come la dottrina amministrativa prevalente pare confermare, se sono composte da una parte politica di natura elettiva ed in certo qual residuale modo rispondente al giudizio popolare – quale reale giudizio o volontà popolare sia tale in ciò che spesso abbiamo definito una “democrazia della coppola in mano” lo lasciamo ovviamente al libero giudizio di ciascuno – sono accompagnate nel loro compito da azioni amministrative poste in essere da uffici, quindi da funzionari responsabili che la legge situa fuori da ogni azione di gradimento popolare ed il cui ruolo appare così assai “delicato”, pur nel sostanziale rispetto delle leggi che regolano atti di pubblico interesse, in rapporto a provvedimenti di natura strategica a livello di programmazione territoriale, come sono appunto gli assensi a permessi di ricerca per idrocarburi, che riteniamo debbano ritornare nella sfera di competenza della politica.

  

E che debbano ritornare di competenza della politica sta a significare che è proprio questa che “deve” farsi carico di normare in una materia tanto strategica, ponendo vincoli cogenti di destinazione su parti del territorio le cui peculiarità e destinazioni sarebbero sconvolte dalla ricerca petrolifera, anche quella che viene erroneamente spesso definita “senza impatti”, ma la cui natura è senz’altro prodromica alla maggiore rilevanza dei più evidenti impatti della realizzazioni di trivellazioni di ricerca e coltivazione. E nel caso specifico dei permessi Monte Cavallo e La Cerasa il vincolo di destinazione appare quel 20% del totale delle acque lucane delle sorgenti ricadenti nei permessi che apparirebbe compromesso.

  

Chiediamo così che le due procedure per le quali abbiamo presentato opposizione vengano annullate, che venga al più presto calendarizzata una proposta di legge in materia petrolifera, previa audizione in Commissione di partiti non rappresentati in Consiglio Regionale, associazioni ambientaliste ed esperti in materia, comitati di cittadini, sindaci, e che si proceda alla più rapida sospensione dalle mansioni di ufficio di alcuni funzionari rinviati a giudizio per note vicende ed il cui permanere in uffici strategici in materia ambientale, fatta salva ogni presunzione di innocenza e buona fede, in tutti i gradi di giudizio, rappresenta una fonte di preoccupazione sociale che crediamo non vada più sottovalutata e definita in modo superficiale “sciacallaggio” (parole di un ex assessore all’ambiente ed attuale vice-presidente) o “barbarie” (parole di un attuale presidente).

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil

   

permessi montecavallo e la cerasa – noi ci opponiamo

opposizioni di comunità lucana ai permessi per idrocarburi monte cavallo e la cerasa

pubblico in chiaro entrambi i documenti di opposizione che questa mattina personalmente ho consegnato sia al protocollo del dipartimento ambiente della regione basilicata che al protocollo dell’ufficio legale della regione basilicata, sollevando con ciò la problematica in una sede ulteriore che ha o dovrebbe avere un controllo di merito sulla legittimità (quindi anche il rispetto delle leggi dello stato e della loro applicazione) degli atti e delle procedure degli uffici…

uffici che in questo caso hanno a nostro giudizio violato il dettato di legge che prevede espressamente che le documentazioni riguardo procedure alle quali sia consentito ai cittadini e ad associazioni e partiti (quali noi siamo) di presentare note ed opposizioni siano presenti in modo completo sui siti istituzionali ed accessibili in ogni momento, documentazioni che dai siti istituzionali della regione basilicata però mancano…

per cui…

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copie delle presenti opposizioni saranno depositate domani, martedì 17 aprile, presso il tribunale amministrativo regionale e presso la procura della repubblica di potenza, ma invitiamo sin da ora la magistratura a prenderne visione da questo sito e ad adottare i provvedimenti di competenza per il ripristino della legalità amministrativa e di buon funzionamento degli uffici pubblici come da adettati di legge…

copie delle presenti opposizioni sono state spedite ai mezzi di informazione per la opportuna conoscenza…

miko somma 

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16/04/2012
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più che altro questi politicanti che governano il paese e la mia regione sono una offesa all’intelligenza umana e più vado avanti nelle mie attività di costruzione di una nuova politica che coinvolga responsabilmente i cittadini nei suoi percorsi, più mi accorgo che il confronto di merito con costoro che si ergono a padroni di una “tecnica del governo” è praticamente nullo…
e se avessimo costruito delle strutture organizzate (e noi la stiamo organizzando), li avremmo già spazzati via da parecchio, con gran beneficio per la collettività…
miko somma
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16/04/2012

ci sono partitini che si accontentano di un posto in un consiglio di amministrazione e di un gettone di presenza di 600 euro/seduta per “stare buoni” (e quando mai sono stati cattivi?)…noi di comunità lucana (ogni riferimento al dipietrese è da considerarsi errato all’interpretazione) per stare buoni abbiamo bisogno della presidenza della regione (mica per altro, solo perchè saremmo troppo occupati a rimettere a posto la regione) e, per tutatis, ce la prenderemo!!! (voti permettendo, s’intende

miko somma

tanto per essere chiari, i partitini sono i verdi e la federazione della sinistra che prendono due consiglieri nel consiglio di acquedotto lucano

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ci sono cose che sporcano le mani, ma soprattutto le coscienze e le economie…

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15 (anche se già 16)/04/2011

baragiano, permesso li foi…cresce la basilicata che dice no al petrolio!!!

miko somma

alberi padre della basilicata

si definiscono ALBERI PADRE alcuni antichi testimoni arborei ed in qualche modo superstiti delle foreste che “illo tempore” coprivano la gran parte del territorio della regione, alcuni esemplari di alberi di particolare vetustà e dimensioni

ve ne fornisco un elenco al link

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pino Loricato-“pinus leucodermis”- della grande porta – parco nazionale del pollino – età oltre i 500 anni

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15/04/2012

forse non si riesce ancora a capire che il vero problema del paese non è nei partiti, tutti, ma nelle loro idee, tutte rigorosamente uguali, e qui nasce il dramma di un paese che non presenta alternative in cui poter credere e per le quali sentirsi coinvolti in un progetto comune…

ed è proprio il progetto di paese, declinato nel possibile e nell’auspicabile, che farà la differenza e nel mio piccolo sto provando a farlo per la mia regione…

poi chissà…

miko somma

15/04/2012

p.zza della loggia, brescia…tutti assolti dopo 38 anni…chi pagherà mai questo conto amaro delle stragi di stato, dei depistaggi, della strategia della tensione?…eppure i nomi li conosciamo…

miko somma

Com. stampa Comunità Lucana-Movimento No Oil verso il partito della Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Pac, agricoltura lucana e la casta “illuminata” e poco luminosa.

  

Viviamo una crisi economica del tutto intrinseca al capitalismo finanziario – o liberismo globalizzante –  che palesa tutte le sue contraddizioni di sistema economico fondato sulla delocalizzazione dei rapporti produttivi verso l’immaterialità del rapporto tra domanda ed offerta a creazione del prezzo, intendendo con questo il parametro di incontro tra le due componenti classiche dell’economia di mercato, sempre più spostato quest’ultimo dal soddisfacimento della domanda attraverso l’offerta alla determinazione di un prezzo, e così di un valore, a priori e fuori dal contesto produttivo, cioè nelle fluttuazioni di borsa.

 

 

Applicato all’agricoltura ciò vale a dire che la domanda di una data merce, es. il grano, non forma più il parametro prezzo dello stesso in rapporto alla sua abbondanza o meno sul mercato, ma il suo prezzo dipenderà dall’altalena dei titoli delle società che ne trattano l’immissione sul mercato, altalena spesso più frutto di manovre sui titoli che di reali condizioni operative delle stesse società, creandosi un vero e proprio salto nella determinazione del prezzo dal sito del classico rapporto produttore-commerciante al più immateriale scambio azionario nella borsa di Chicago, tanto per rimanere nell’esempio, ed è così chiaro che ogni variazione in negativo dello stesso si ripercuote sull’intera catena distributiva in partite di giro di mancati profitti che è così l’ultimo anello della catena, il produttore, a dover compensare con un aumento delle produzioni e delle rese, quindi con sovra-sfruttamento dei campi e necessità di una sempre più invasiva concimazione, e con la precarizzazione dei rapporti di lavoro subordinati, con ovvi effetti depauperanti sulla forza lavoro.

  

A ciò si aggiunge il cappio della necessità di finanziamenti sempre più onerosi per sostenere costi fissi ed indebitamento da investimento, in un circolo vizioso che porta alla chiusura delle azienda agricole ed al fenomeno dell’accaparramento delle singole unità agricole da parte di gruppi che nei fatti stanno ormai ricostituendo fenomeni di latifondo.

  

Non allontaniamoci nelle analisi e troveremo il quadro di una regione dove l’elemento produttivo a più stretta vocazionalità territoriale, l’agricoltura, langue in una condizione di marginalità sempre più grave che, nonostante le tante chiacchiere sulle eccellenze, porta dritti alla morte dell’agricoltura lucana così continuando quelle condizioni generali di mercato che proviamo a riassumere in una domanda – ma i lucani quanto mangiano di lucano?

  

La domanda non è oziosamente sciovinista, come pur potrebbe apparire nella condizione della grande distribuzione che ormai la fa da padrona come fornitore di alimenti alla popolazione lucana e che certo nei suoi scaffali pone merci agricole poco rispondenti alla territorialità delle produzioni. In poche parole si troveranno sugli scaffali delle merci producibili in regione, ma spesso prodotte lì dove tutta una serie di condizioni si realizzano nella convenienza della grande distribuzione ad acquisire determinate merci e non altre (prezzo, standardizzazione della produzione, extra-stagionalità, trasporti, lavorazione, e via discorrendo), e non necessariamente prodotti lucani pur nell’ovvietà di quelle filiere più corte che altri vedono ormai come soluzione di sistema alla crisi dell’agricoltura, l’investimento nel locale come fonte primaria di approvvigionamento di derrate agricole.

  

Storceranno il naso alcuni per cui il libero mercato e le leggi della concorrenza fanno declamare che è colpa degli agricoltori lucani non riuscire a produrre a prezzi e condizioni tali da rendersi appetibili, e si dovranno operare di conseguenza selezioni darwiniane tra gli stessi, puntando su produzioni di qualità e dimenticando tutto il resto della produzione per salvare il comparto agricolo regionale, ma riteniamo che simili visioni abbiano fatto il loro tempo e che altre considerazioni debbano prendere sopravvento.

  

E’ da molto tempo che riteniamo giunto il tempo di creare il mercato generale lucano, il terminale dove grossisti e dettaglianti possano acquistare le merci agricole ivi condotte direttamente dai produttori od attraverso trasporti consortili locali, in un sistema di filiera corta controllata dal pubblico per creare quel mercato di “favore” alle merci locali che, se inviso ai liberal, sarebbe invece il toccasana per agricoltori e settori occupazionali relativi, il cui maggiore impiego lenirebbe i disagi di una disoccupazione indotta dal mercato lasciato nelle mani di chi stabilendo prezzi capziosi interviene a gamba tesa sul lavoro, un mercato selvatico e che tanto nuoce al ciclo economico locale dell’agricoltura.

  

Certo, si osserverà che la PAC concede contribuzioni proprio in virtù di quei principi concorrenziali che “dovrebbero” fare stimolo alla libera circolazione delle merci e alla competitività, ma qualche decennio di contribuzioni “leggere” ci danno modo di concludere che tali denari sono stati inutili, e forse dannosi, se i criteri di fondo dei nostri PSR rimangono gli stessi che finora hanno prodotto un’economia agricola incapace di reggersi da sola.

  

Meglio sarebbe rinunciarci e procedere ad un ciclo locale che punti prima di tutto al soddisfacimento di domanda interna sia alla regione, che alle zone limitrofe, attraverso quelle mirate politiche di incentivo alle filiere corte in grado di saltare i passaggi intermedi, formando così dei prezzi in grado di rinforzare sia la redditività aziendale per la produzione di merci generaliste, incoraggiandone la maggiore qualità in rapporto ad marketing ambientale di incontaminatezza assunta a canone di statuto di una regione in grado ancora di salvarsi dal deserto conformista, e così l’occupazione relativa, sia il migliore approccio  sanitario ed ambientale delle stesse filiere, puntando poi su eccedenze trasformate in eccellenze per i mercati più lontani e redditizi, che per la quasi totalità dei produttori rimangono comunque il miraggio.

  

Ma a Sant’Arcangelo al convegno sulla PAC certo non si è parlato di sovranità alimentare, ma nell’uso provinciale di anglismi da casta “illuminata” e poco luminosa, s’è discusso di internazionalizzazione, di competitività, di libero mercato, sottintendendo al consenso che finora si è creato proprio con l’uso dei fondi U.E. per l’agricoltura nella nostra regione.

  

Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana-Movimento No Oil

  

La Grotta: notizie false su pozzo petrolifero a S. Arcangelo13/04/2012 19:32

BAS   “E’ dovere di ogni amministrazione tutelare la salute di ogni cittadino e l’interesse di una comunità e di un territorio, pertanto il gruppo di maggioranza del Comune di Sant’Arcangelo non ha alcuna intenzione di seguire chi continua strumentalmente a sollevare polemiche sterili e soprattutto fondate su notizie false, come la possibilità di aprire un pozzo petrolifero nel territorio Comunale”. Lo dichiara Salvatore La Grotta, capogruppo di maggioranza al Comune di Sant’Arcangelo.
“E’ con chiarezza – prosegue – che ritengo di affermare che nel territorio di Sant’Arcangelo non vi sarà alcun pozzo di petrolio, bensì, come recita la nota acquisita agli atti dall’Ente, il territorio sarà oggetto di un’attività di ricerca di idrocarburi denominato “Tempa La Pertosa” da parte di TOTAL & P ITALIA S.p.A., prevedendo delle indagini di tipo geofisiche con un impatto contenuto. Il progetto in questione, sottoposto a procedura di V.I.A., risulta essere depositato presso il preposto ufficio della Regione Basilicata, ove chiunque interessato, può presentare le proprie osservazioni entro 45 giorni. E’, quindi, compito dell’amministrazione, vigilare affinchè siano espletate le procedure di indagine previste dal progetto presentato, proprio per salvaguardare quel pricipio sacrosanto di tutela dei cittadini e del territorio.
Trovo irresponsabile ed incoerente il comportamento da parte della minoranza in seno al Consiglio Comunale, che, guidata da un esponente del PDL, il capogruppo Salvatore Giannasio, nonchè Consigliere Provinciale, invece di esaltare il lavoro che il suo partito di concerto con il PD, in perfetto clima bipartizan, sta svolgendo nel perseguire l’interesse dei Lucani, preferisce diffondere preoccupazioni infondate tra i cittadini, seguendo la scia di un movimento ambientalista che ormai da anni è schierato contro l’estrazione petrolifera.
Considerata l’infondatezza e la temerarietà della notizia fatta circolare nei giorni scorsi a riguardo, la quale ha ingenerato tra i cittadini immotivati timori e preoccupazioni, l’Amministrazione Comunale, a tutela della buona fede e della serenità della cittadinanza, inoltrerà alla magistratura un formale esposto di denuncia affinchè la stessa accerti e verifichi l’esistenza di presupposti per ritenere verificato un procurato allarme sociale”.

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sembra una fotocopia dell’atteggiamento del sindaco, della giunta e del consiglio di tramutola…più in generale questi pd, giocano sul senso delle parole e trasformano un permesso di ricerca in una cosa da nulla a cui non val neppure la pena rispondere, ignorando probabilmente che sono atti propedeutici alla realizazione di ben più invasive opere di trivellazione a cui poi difficilmente il comune potrà opporsi…sintomatico che parli il capogruppo di maggioranza, quindi uno stolido uomo di apparato che non esprime forse neppure pensieri suoi, ma linee di un partito filo-petrolio come è il pd in questa regione, e non il sindaco…mah, mi sono espresso molte volte sul tenore di queste dichiarazioni che tendono a trasformare in mostri chiunque abbia un’idea diversa dalla loro…in quanto all’associazione non ho idea di quale associazione sia e di cosa abbiano detto proprio a santarcopoli (patria del moro presidente della regione), ma comprendo che a volte si forza sui temi per rendere chiare le cose, pur commettendo l’ingenuiotà di prestarer poi il fianco a questa gente, che se parla in nome del benessere dei sauoi concittadini, prima dovrebbe aver dimostrato di agire in tal senso…

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 Nuova Pac, la Basilicata pronta alla scommessa delle eccellenze

13/04/2012 18:24

Le varie sfide delle future Politiche Agricole sono state snocciolate oggi nel corso di tre appuntamenti che si sono tenuti a Sant’Arcangelo a Potenza e a Stigliano

AGR  Cinquant’anni fa la riforma Agraria rivoluzionò il comparto primario meridionale. Oggi la riforma della Politica Agricola Comune per il 2014-2020 si annuncia come un evento di pari impatto, in grado di modificare profondamente il settore e adeguarlo alle mutate necessità di uno scenario divenuto globale anche in questo settore. Scenari analizzati nei tre appuntamenti organizzati per oggi in Basilicata con la partecipazione del Presidente della Commissione Parlamentare Agricoltura dell’Unione Europea, Paolo De Castro, a Sant’Arcangelo a Potenza e Stigliano, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Rosa Mastrosimone e il Presidente di Acquedotto Lucano, Rosa Gentile.
“La riforma della Pac – ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo – dovrà dare le risposte per affrontare le sfide importanti alle quali ci chiama l’Unione Europea. In linea con quanto dichiarato dal Parlamento Europeo – ha detto il Presidente – deve essere anche sostenuta una maggiore flessibilità di intervento, al fine di disporre di strumenti che siano in grado di fronteggiare gli eventuali stati di crisi del settore, che negli ultimi anni si sono manifestati con un ritmo e un’intensità preoccupanti”.
“L’auspicio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Rosa Mastrosimone – è che la riforma della Pac diventi più mirata e tenga in debita considerazione le specificità del mondo rurale, insieme all’esigenza di una semplificazione delle sue norme e dei controlli. Le priorità individuate dal secondo pilastro della Pac – ha aggiunto – puntano la propria attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole, incentivando l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo. Queste priorità – in linea con le politiche messe in campo dalla Regione Basilicata ha evidenziato infine l’assessore – da un lato tentano di incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole e il ricambio generazionale, dall’altro tendono al miglioramento della integrazione dei produttori nella filiera agroalimentare”.
Due i punti della nuova Pac su cui si è incentrata l’attenzione del Presidente di Acquedotto Lucano – Rosa Gentile, e cioè l’incoraggiamento delle iniziative agro ambientali, in particolare per quel che concerne l’uso efficiente delle risorse e l’attenzione alle zone fragili”. “Ad esempio – ha detto Gentile – gli impianti di trattamento dei reflui potrebbero rendere disponibili ingenti quantitativi di acqua. I 181 depuratori presenti in regione sono in grado di produrre acqua dalle caratteristiche già accettabili e che sarebbero migliorabili con modesti adeguamenti strutturali.
Acquedotto Lucano segue con attenzione tutte le possibilità per conseguire il risparmio idrico e ha deciso di supportare una sperimentazione condotta dall’Università della Basilicata a Ferrandina. Un altro aspetto estremamente importante è legato al fenomeno dell’erosione. La sperimentazione condotta a Ferrandina – ha detto infine Gentile – sta dimostrando che i fanghi dei depuratori civili determinano un rilascio di nitrati nel suolo molto graduale rispetto ai tradizionali concimi chimici e questo migliora l’assorbimento dell’acqua piovana rafforzando la stabilità dei suoli”.
L’appuntamento di Stigliano ha previsto anche la presentazione del libro “Corsa alla Terra – cibo e agricoltura nell’era della nuova scarsità” curato dal Presidente della Commissione Parlamentare Agricoltura dell’Unione Europea – Paolo De Castro. “Il cibo – afferma De Castro prospettando una crescente importanza del settore primario – costerà di più per tutti, con un impatto che sarà più forte sulle fasce più povere della popolazione mondiale, ma che si farà sentire in modo diretto e indiretto anche nei paesi ricchi”. Secondo De Castro “non servono politiche fatte in casa, quanto uno sforzo per costruire una politica di sicurezza alimentare coordinata a livello globale”.

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Nuova Pac, De Filippo: si generi competitività

13/04/2012 18:25

“Per l’agosto del 2013 dovremo condividere una decisione nazionale che sappia conciliare le diverse esigenze delle agricolture regionali”

AGR  “L’ampia riforma della Pac dovrà dare le risposte per affrontare le sfide importanti alle quali ci chiama l’Unione Europea. Occorre mettere a punto un’azione riformatrice maggiormente orientata verso obiettivi che massimizzino da una parte la ridistribuzione delle risorse e dall’altra un sostegno più mirato”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, in occasione di una tavola rotonda sulla Riforma agraria e sulla nuova politica agricola tenutasi in mattinata a Sant’Arcangelo.
Gli agricoltori – ha affermato De Filippo – hanno bisogno di politiche che li aiutino a diventare più competitivi e in grado di prevenire e gestire le crisi di mercato, senza dimenticare gli obiettivi di una produzione più sostenibile ed efficiente. Maggiore attenzione – ha aggiunto il presidente – va anche data agli aspetti ambientali e a quelli di una necessaria semplificazione e chiarezza delle linee d’intervento. In linea con quanto dichiarato dal Parlamento Europeo deve essere anche sostenuta una maggiore flessibilità di intervento, al fine di disporre di strumenti che siano in grado di fronteggiare gli eventuali stati di crisi del settore, che negli ultimi anni si sono manifestati con un ritmo e un’intensità preoccupanti. La proposta di regolamento – ha concluso De Filippo – offre molteplici opportunità per modulare una distribuzione diversificata sia a livello territoriale che temporale. Per questo motivo auspico che tutti noi sapremo sfruttare adeguatamente il tempo a disposizione per di condividere, nell’agosto del 2013, una decisione nazionale che sappia conciliare le diverse esigenze delle agricolture regionali”.

——————————————————————————Nuova Pac, Mastrosimone: si punti a specificità del mondo rurale

13/04/2012 18:27

Si punta maggiore attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole

AGR  “Gli obiettivi e gli strumenti della proposta di riforma della Pac per il 2014-2020 possono essere considerati in linea con l’evoluzione del dibattito politico e scientifico che in questi anni si è sviluppato sulle esigenze di riforma. Vi sono novità di non poco conto che vanno accolte positivamente”.
E’ quanto dichiara l’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata in occasione del convegno sulle Produzioni Agroalimentari e nuova Pac organizzato dalla Regione Basilicata a Stigliano.
Sono da apprezzare le priorità individuate dal secondo pilastro della Pac – aggiunge Mastrosimone – che punta la propria attenzione sul potenziamento della competitività dell’agricoltura e sulla redditività delle aziende agricole, incentivando l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo. Queste priorità – in linea con le politiche messe in campo dalla Regione Basilicata evidenzia l’assessore – da un lato tentano di incoraggiare la ristrutturazione delle aziende agricole e il ricambio generazionale, dall’altro tendono al miglioramento della integrazione dei produttori nella filiera agroalimentare.
Le maggiori perplessità riguardano il greening, e in particolare, il sistema di vincoli su cui si propone di basare la componente ecologica dei pagamenti diretti, disegnati in modo squilibrato rispetto ai Paesi dell’Ue, e poco efficace rispetto all’effettiva capacità di remunerare la produzione di beni pubblici ambientali”.
“L’auspicio – ha poi proseguito l’assessore regionale all’Agricoltura – è che la riforma della Pac diventi più mirata e tenga in debita considerazione le specificità del mondo rurale, insieme all’esigenza di una semplificazione delle sue norme e dei controlli

——————————————————————————La nuova Pac – La scheda13/04/2012 18:28AGR Ecco i punti chiave della riforma:

1. Aiuti al reddito più mirati per dinamizzare la crescita e l’occupazione
Per valorizzare al meglio il potenziale agricolo della Ue, la Commissione propone di sostenere il reddito degli agricoltori in modo più equo, semplice e mirato. L’aiuto di base riguarderà solo gli agricoltori in attività. Sarà decrescente a partire da 150.000 euro con un massimale annuo di 300.000 euro per azienda, pur tenendo conto del numero di posti di lavoro creati nelle aziende agricole. Inoltre, gli aiuti verranno distribuiti in modo più equo tra agricoltori, regioni e Stati membri.
2. Strumenti di gestione delle crisi più reattivi e adeguati alle nuove sfide economiche
La volatilità dei prezzi rappresenta un minaccia per la competitività a lungo termine del settore agricolo. La Commissione propone reti di sicurezza più efficaci e più reattive per i comparti maggiormente esposti (intervento pubblico e ammasso privato) e suggerisce di incentivare la creazione di assicurazioni e fondi di mutualizzazione.
3. Un pagamento “verde” per conservare la produttività a lungo termine e tutelare gli ecosistemi
Al fine di rafforzare la sostenibilità ecologica del settore agricolo e di valorizzare gli sforzi compiuti dagli agricoltori, la Commissione propone di riservare il 30 per cento dei pagamenti diretti alle pratiche che consentono un uso ottimale delle risorse naturali. Si tratta di pratiche semplici ed efficaci dal punto di vista ecologico, e cioè: diversificazione delle colture, conservazione dei pascoli permanenti, salvaguardia delle riserve ecologiche e del paesaggio.
4. Ulteriori finanziamenti per la ricerca e l’innovazione
Al fine di porre in essere un’agricoltura della conoscenza che sia anche competitiva, la Commissione propone di raddoppiare gli stanziamenti destinati alla ricerca e all’innovazione in campo agronomico e di fare in modo che i risultati della ricerca si concretizzino nella pratica attraverso un nuovo partenariato per l’innovazione. Questi fondi permetteranno di promuovere il trasferimento del sapere e la prestazione di consulenza agli agricoltori, nonché di sostenere progetti di ricerca utili per l’attività agricola, stimolando una cooperazione più stretta tra il settore agricolo e la comunità scientifica.
5. Una filiera alimentare più competitiva ed equilibrata
Pur situandosi all’origine della filiera alimentare, l’agricoltura è molto frammentata e poco strutturata. Per rafforzare la posizione degli agricoltori, la Commissione propone di sostenere le organizzazioni di produttori e quelle interprofessionali e di sviluppare le filiere corte dal produttore al consumatore, senza troppi intermediari. D’altra parte, le quote zucchero, che hanno perso la loro ragion d’essere, non saranno mantenute al di là del 2015.
6. Incoraggiare le iniziative agro ambientali
Vanno prese in considerazione le specificità di ogni territorio e vanno incoraggiate le iniziative agroambientali a livello nazionale, regionale e locale. A tal fine, la Commissione propone che tra le priorità della politica di sviluppo rurale figurino la salvaguardia e il ripristino degli ecosistemi, la lotta ai cambiamenti climatici e l’uso efficiente delle risorse.
7. Facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori
Due terzi degli agricoltori hanno più di 55 anni. Per incentivare l’occupazione e incoraggiare le giovani generazioni a dedicarsi all’attività agricola, la Commissione propone di istituire una nuova agevolazione all’insediamento destinata agli agricoltori che hanno meno di quarant’anni, per sostenerli durante i primi cinque anni di vita del loro progetto.
8. Stimolare l’occupazione rurale e lo spirito d’impresa
Al fine di promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità, la Commissione propone una serie di misure intese a stimolare l’attività economica nelle zone rurali e a incoraggiare le iniziative di sviluppo locale. Verrà creato, ad esempio, un “kit d’avviamento” per sostenere i progetti di microimpresa, con finanziamenti fino a 70.000 euro per un periodo di cinque anni. Verranno rafforzati i gruppi di azione locale LEADER.
9. Maggiore attenzione alle zone fragili
Per evitare la desertificazione e preservare la ricchezza dei nostri territori, la Commissione offre la possibilità agli Stati membri di fornire un maggiore sostegno agli agricoltori che si trovano in zone soggette a vincoli naturali, grazie a un’indennità supplementare. Si tratta di un aiuto che andrà ad aggiungersi a quelli già disponibili nel quadro della politica di sviluppo rurale.
10. Una PAC più semplice ed efficace
Per evitare inutili oneri amministrativi, la Commissione propone di semplificare diversi meccanismi della Pac, in particolare i requisiti di condizionalità e i sistemi di controllo, senza peraltro diminuirne l’efficacia. Inoltre, sarà semplificato anche il sostegno ai piccoli agricoltori. Questi ultimi avranno diritto a un assegno forfettario annuo che va da 500 a 1.000 euro per azienda. Sarà incoraggiata la cessione di terreni da parte dei piccoli agricoltori che cessano l’attività ad altri agricoltori che intendono ristrutturare la propria azienda.

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alcune risposte nel comunicato stampa che segue…

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