Comunicato stampa di Comunità Lucana

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

crediamo che comunque visto il tema basilicatanet questa volta ne vada informata, preghiamo pertanto i lettori di farlo al posto nostro e ringraziamo in anticipo chi vorrà avere la cortesia di farlo per noi

comunita-lucana-jpeg_thumbnail22.jpg

E’ nata Comunità Lucana.

  

Il 25 aprile u.s., data oltremodo simbolica e dopo l’elaborato periodo costituente che abbiamo posto al centro di una ampia ed articolata discussione anche oltre i nostri confini di gruppo politico già da lungo tempo impegnato sui temi regionali, è nato il partito della Comunità Lucana.

  

Decisione coraggiosa quella di fondare un partito in un momento storico critico per quelle associazioni  di cittadini, i partiti, che è la nostra Costituzione ad individuare come soggetti attivi e protagonisti della concorrenza alla vita politica del paese, ma che alcune prassi di gestione degli stessi in rapporto alla cosa pubblica hanno reso invisi ai cittadini fino al punto di rendere palese il rischio di un pericoloso scollamento tra la rappresentanza intesa come espressione della volontà popolare ed il governo del Paese che pur da questa trae origine formale e sostanziale.

  

Far nascere un partito, seppur in chiave regionale, ha lo scopo di immettere in un sentiero ragionato le pulsioni e la rabbia di un popolo che oggi prende coscienza della necessità di superare la marginalità e lo sfruttamento finora considerati un giogo della storia od un cattivo destino e con essa la necessità di oltrepassare una classe dirigente incapace di ascolto, autoreferenziale, impreparata alla sfida critica alla modernità, impermeabile alle nuove idee, familistica e profondamente colpevole di avere gestito la regione come fosse “cosa loro”, dissipando risorse in una rete di rigagnoli ciechi, volti al mantenimento di quel sistema del consenso quasi notabilare che è effetto e causa al tempo stesso di una sostanziale mancanza di democrazia.

  

Noi di Comunità Lucana condanniamo senza appelli questo sistema illiberale dove il consenso è fatto oggetto di scambio con il favore, tutto inquinando di malata ed omertosa collusione dove al dramma di un territorio violato si risponde prima con il silenzio, poi con le blandizie del “tutt’apposto”, infine con la altera arroganza di chi continua a cedere la sovranità del futuro comune della nostra regione, divenuta preziosa per alcuni interessi che conducono all’energia, di cui sarebbe sciocco non pensare ad innesti  funzionali proprio sulle prassi malate di continuità dei poteri locali.

   

Ma condannando fortemente sia i poteri multinazionali, che le prassi locali, quasi strapaesane che loro aprono le porte, condannando ogni programmazione altra, ci preme “salvare” la nostra piccola regione e la sua popolazione da quei pericolosi processi disgregativi che intuiamo covare sotto le braci di una generale tendenza all’indignazione non verso i “politici” responsabili, ma verso la politica tutta, con ciò rischiando quelle derive “masanielle” che la rabbia viscerale conduce con sé, rischiando di rottamare con gli uomini responsabili, anche i meccanismi di espressione della volontà popolare.

  

Mettiamo così al centro del nostro agire il progetto di costruzione di un’altra Lucania, il percorso, e non solo rabbia sacrosanta, il carburante per condurci lungo quel percorso, convinti come siamo che con la politica si viaggi verso il punto di incontro e sintesi dei bisogni comuni nella partecipazione dei tanti, e non il sistema di potere cieco e di privilegio dei pochi.  Per questo creiamo un partito politico fondato su idee forti, un programma, e pratiche rispettose di uno statuto posto a guardia della nuova fiducia dei rappresentati nei rappresentanti senza la quale crediamo non vi sia più spazio per la democrazia, ma abuso della demagogia nella dittatura reale dell’economia dei poteri forti.

  

Poniamo quindi la condivisione di idee e prassi cristalline al centro di un sistema che sorregge l’uomo e con lui i suoi tempi biologici nel rispetto del patrimonio ambientale da ritrasmettere ai suoi successori e di un’economia al servizio dei bisogni che liberi dalla moderna schiavitù della precarietà funzionale al capitale ed ai suoi capricci, precarietà che in questa terra di risorse ambite è doppiamente greve. E per questo che il No Oil che finora ci ha identificati, rimane sul simbolo del partito, testimoniando quel passato a guida del presente, nella necessità di comprendere ora tutti i temi attivi della nostra regione.

  

Comunità Lucana è nata ed al sottoscritto l’onore di guidarne, da segretario pro-tempore, coadiuvato da un coordinamento regionale, fino a indizione del primo congresso, tesseramento e completamento degli organi di partito, strutturazione nei territori, partecipazione a momenti elettorali, condivisione del programma del partito, nell’ambizione di porre le nostre idee a guida di questa regione.

  

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

03/05/2012

la rivoluzione (dal tardo latino revolutio, -onis, rivolgimento) è un mutamento sociale improvviso (seppur covato da tempo nelle disparità economiche) e profondo (obbligatoriamente quasi sempre violento per l’ovvietà delle resistenze dell’ordine costituito) che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello…

ora, rompere questo modello precedente è divenuto necessario, ma il problema sorge con il nuovo modello, modello di cui proprio pare non vi sia traccia nell’agone politico nazionale, se non nell’uso di qualche slogan del tutto scollegato da un progetto coeso e generale…

francamente quando sento parlare di rivoluzione, mi pare che il termine sia usato molto scorrettamente ed in funzione di vomitatoio da social network, e che invece si prospetti semmai una rivolta, che è un atto di sollevamento del popolo contro un ordine costituito senza un progetto alternativo e le cui derive molto spesso finiscono nelle demagogie destrorse e masanielle…

miko somma

03/05/2012

costruire una alternativa credibile all’esistente attraverso un progetto è il punto in cui la necessità di cambiamento si sostanzia nella necessità di assumersi delle responsabilità inequivoche

miko somma