Un Capoluogo di regione non a misura d’uomo.

Capita, talvolta, nelle afose giornate provocate da un anticiclone africano (che si sono affrettati a “battezzare” Scipione, secondo me molto impropriamente), di avere voglia di lasciare l’auto posteggiata da qualche parte e di mettersi di “buon buzzo” a sperimentare la mobilità in città cercando di sfruttare il più possibile i collegamenti verticali (scale mobili) o gli scarsissimi mezzi pubblici. E scoprire che l’impresa può risultare davvero velleitaria!!! Sono giorni che sto provando a muovermi nella Città di Potenza facendo a meno dell’automobile…  Subito salta all’occhio una situazione di pessimo stato (generalizzato) dei marciapiedi, sui quali, se non si è ben accorti, si rischia di farsi male alle caviglie con una certa facilità.  E non si può neppure trascurare la questione di insufficienza di marciapiedi; mi viene subito in mente Via del Gallitello, zona commerciale-direzionale che vede la presenza di marciapiedi piuttosto carente, visto che per lunghi tratti, sono presenti solo da un lato della strada. In alcuni tratti, poi, sono completamente assenti (come il tratto che va dal passaggio a livello fino alla Galleria Unità d’Italia). Essere pedoni in quei tratti è uno status che definirei “avventuroso”. E per una zona Commerciale-direzionale, non è un fatto positivo. Ma si sa: i lavori per la realizzazione del Nodo Complesso sono ancora in corso, per cui ci tocca aspettare che finiscano, per verificare se questa lacuna verrà colmata. Nel frattempo, chi abbia voglia di muoversi “pedibus calcantibus” dovrà farne a meno fino a data da destinarsi. Altrettanto dicasi per tutti coloro che, amanti del jogging (o running… termini anglofoni sostitutivi del termine “corsa”) che, oltre a doversi respirare gas di scarico e polveri sottili, dovranno anche guardarsi dai pericoli di strade che per i pedoni o i podisti risultano altamente rischiosi. Uguale il discorso per altre zone come Viale del Basento, o Via Verrastro (e l’elenco potrebbe continuare).
Utilissime, invece, le scale mobili: l’unico spunto di delusione consiste nella constatazione che ci si aspetterebbe di vedere più gente che ne fa uso. Ci sono dei momenti nei quali è veramente triste percorrere l’intero tragitto delle Scale Mobili Santa Lucia e incontrare, si e no, una decina di utenti. Ma anche qui la riflessione che mi viene è la seguente: esclusi i residenti nei rioni Cocuzzo e Poggio Tre Galli (e zone limitrofe) che vogliano raggiungere il Centro Storico… chi altri dovrebbe utilizzare l’infrastruttura? Con un servizio di trasporto urbano che definire insufficiente non rende l’idea, con una situazione di parcheggi, a ridosso dell’infrastruttura, altamente carente, come si può pensare che i cittadini di Rione Malvaccaro, piuttosto che di Contrada Dragonara, possano avere il desiderio di utilizzare il collegamento? E altrettanto dicasi per le scale mobili che da Viale Marconi portano in Piazza Vittorio Emmanuele… come si può immaginare che chi abita in Contrada Marrucaro o Bucaletto abbia tutta questa voglia di muoversi verso il centro della città abbandonando l’idea di utilizzare l’auto? Eppure il Comune di Potenza comprende anche i cittadini dei rioni più periferici, delle Contrade e delle Campagne (serbatoio di voti per tanti dei nostri amministratori). E vogliamo parlare anche di rioni come Betlemme e Chianchetta, che si vedono penalizzati dall’assenza di collegamenti verticali e che, comunque, sono penalizzati dall’identica insufficienza di trasporto pubblico?
Riflessioni estive, di chi si pone delle domande ben precise: Una città dalle piccole dimensioni come Potenza, non dovrebbe avere una qualità della vita completamente differente da altre realtà di dimensioni maggiori? Una città come Potenza, dove per spostarsi da un rione all’altro non presuppone di dover coprire distanze notevoli, perché continua a vedere sempre le stesse problematiche che coi decenni si sono aggravate?
La prima cosa che viene in mente, è che Potenza è una città che non può essere definita “a misura d’uomo”… che per una città delle dimensioni e dei numeri del capoluogo lucano, è cosa negativa al massimo. E se non possiamo definirla “a misura d’uomo”, è legittimo pensare che la politica che si è fatta finora è stata assolutamente negativa? Carente di progetti per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti? Che, per anni, si sono sperperate risorse (al punto di avere un debito colossale) per ritrovarci in questa situazione poco dignitosa? Domande che hanno, evidentemente, implicita la risposta!!!
Abbiamo fatto nascere il Partito della Comunità Lucana perché crediamo che esistano altre strade da percorrere. E stiamo lavorando per rendere queste strade percorribili. Le idee e i progetti devono diventare priorità, rispetto agli interessi di gruppi privati (e dei partiti). Una città che non è a misura di cittadino, è una città che non vogliamo. Abbiamo un programma per l’inversione di rotta, ma rimaniamo disponibili ad ascoltare ed accogliere anche consigli e idee per rendere il programma qualcosa di veramente utile e condiviso con l’intera cittadinanza.

 

Antonio Bevilacqua – Responsabile di Comunità Lucana per la città di Potenza

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