31/07/2012

il comune di potenza, capoluogo di lucania, sta sprofondando nei debiti e nella presunzione di una maggioranza incapace di ammettere di aver mal governato e peggio programmato…rischio dichiarazione di dissesto e commissariamento in poche settimane, presumibilmente fine agosto…

nulla potrà un intervento della regione primo per mancanza di denari, secondo per impossibilità di legge (gli interventi possono essere solo in settori specifici e non sul bilancio in quanto tale)…

commissariamento, quindi elezioni, credo per maggio 2013…occorre mettere in piedi una squadra di gente in gamba e preparata, capace di tirare fuori il comune da un pasticcio enorme

p.s. al primo che ridacchia del destino della città capoluogo prima gli mostro come questo avrà ricadute gravi sui servizi erogati per ed a tutta la regione, secondo…beh, lasciam perdere và!!!

miko somma

31/07/2012

ore 18.00

consiglio regionale sospeso e rinviato a domani (in realtà mai ricominciato se non con una lunga riunione di maggioranza) sull’esame del maxi-emendamento della giunta regionale…verrebbe da dire “ma una giunta che maxi-emendamenta a fare se poteva predisporre un documento già comprendente gli oggetti di emendamento?”

miko somma

31/07/2012

(ore 15,20)

consiglio regionale…approvati i bilanci di arbea, parchi regionali, alsia, agrobios (e ci sarebbe molto da dire!!!), ma la ciccia politica è nel bilancio…de filippo non legge la sua relazione sull’assestamento di bilancio, ma la consegna a folino accampando a scusa una “novazione” regolamentare di gianni rosa che lo spinge ad innovare a sua volta…una roba da ragazzini quasi, ma in realtà lo vedo provato e credo che la giunta sia ormai al capolinea!!!…è mancata ogni visione d’insieme e si continua a “vivacchiare” aspettando come godot che qualcosa accada o qualcuno venga…

miko somma

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presidente…

30/07/2012

credo che uno dei presupposti di governo del nostro monarca e della sua corte di burocrati e baroni sia la considerazione o dell’estremo stato di bisogno di troppa gente lucana e quindi la sua ricattabilità, o dell’estrema ignoranza e quindi la sua manovrabilità…

ma questa regione è anche mia, presidente, e come me tanti lucani se hanno bisogno non mendicano, se non conoscono si informano…

non ci sono solo suoi sudditi in questa terra…

è tempo che se ne vada…questa regione ha bisogno di respirare!!!

miko somma

26/07/2012

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sono anni che avviso che i permessi di ricerca per idrocarburi in lucania sarebbero partiti tutti insieme a trasformare la regione in una “damigiana petrolifera” (non c’era bisogno di aspettare passera ed il “suo” art 16 per comprendere che la strada era stata tracciata da tempo) ed in questi anni ho sempre cercato di avvisare della necessità di costruire un fronte lucano che potesse opporsi nell’unico modo possibile che la democrazia consente, la politica e le sue interlocuzioni ed i suoi atti di diniego…

sono stato sabotato spesso e per i più svariati motivi, in buona ed in cattiva fede, per calcolo personalistici o pura ingenuità, quando non idiozia (per chi volesse approfondire sul blog c’è abbastanza materiale)…

acqua passata, dunque, e senza rancore, ma ora le cose stanno lì, nella loro pesantezza che condiziona il futuro di una terra e dei suoi abitanti e nulla ancora è stato costruito per impedire la “destinazione coatta” della regione, nulla tranne il nostro movimento che si ostina a credere che una “salvezza” sia ancora possibile con quelle armi che sono una matita ed una scheda, nella consapevolezza di un diritto dei tanti sugli interessi dei pochi… 

mi candiderò a presidente di questa regione per COMUNITA’ LUCANA e per tutti quelli che vorranno metterci faccia e cuore, ciascuno con la propria storia, credendo che una “lucania possibile sia necessaria”!!!

…e credo che presto, molto presto, andremo alle urne per questa regione!!!

miko somma 

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26/07/2012

abbiamo una regione così piccola che parlare di governo regionale e governo dei comuni, fosse anche del più piccolo dei comuni, dovrebbe significare la stessa cosa o quasi…o impariamo ad interconnettere ogni progetto in un’unica rete, magnificando le sinergie e l’ovvio dialogo continuo che ne è alla base per evitare sprechi e sovrapposizioni, o periremo in un modello, l’attuale, dove l’unico rapporto sinergico tra governo regionale ed amministrazioni locali si risolve nelle filiere baronali del consenso che sono per loro intrinseca natura la fonte primaria proprio di sprechi e sovrapposizioni, consentite dall’alto per il mantenimento di reciproci rapporti di simbiosi…

imperatore, vassalli, valvassini e valvassori con l’i-pad al posto della spada

miko somma

26/07/2012

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sento aria di crisi al comune di potenza…riposizionamenti della politica per le prossime elezioni politiche o dissesto finanziario ormai evidente e che ci porterà a breve al commissariamento, è tempo che le forze, le intelligenze e i cuori migliori della città capoluogo di lucania (e ve ne sono tanti nascosti nell’apparente indifferenza di una città costretta all’abitudine a non reagire) pensino ed agiscano per riprendersi la città…

il sottoscritto e COMUNITA’ LUCANA ci sono!!!

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25/07/2012

mi rendo conto che mettersi da internet a lanciare proposte (come qualche volta faccio) per tirare fuori dal pantano del debito e del bilancio il paese possa apparire presuntuoso, ma quanto sono stati presuntuosi i “professoroni” in un’azione di governo del tutto inefficace sia nel breve che nel medio periodo?…

spread a 540 in avvio, poi a 527 ma solo perchè sono in risalita i tassi sui bund tedeschi…

debito pubblico record a quasi 2.000 miliardi di euro ed avanzo primario (cioè il saldo di bilancio al netto degli interessi che paghiamo sul debito stesso) ridotto al lumicino…

risparmio delle famiglie (il vero tesoro italiano) ridotto a zero, economia paralizzata dall’impossibilità ai consumi, disoccupazione, precariato, disequità fiscale e sociale, distruzione in atto dello stato sociale e soprattutto credibilità delle istituzioni in caduta libera…

insomma, se è vero che il disastro non nasce oggi, potevano chiamare anche un qualsiasi ragioniere per fare ciò che stanno facendo…

elezioni subito, serve un governo politico legittimato dal voto popolare ed un programma serio…e qui nascono i guai…quale programma potrà mai essere serio se si fonda ancora su concetti di libero mercato del tutto fuorviati dal loro senso originario e che è la storia stessa a condannare?

miko somma

24/07/2012

in regione si sta approvando un piano della salute che somiglia ad una bella cornice con nulla dentro (son tornato perchè ero stanco)…la cornice (il piano) è bella e mi garba assai per alcune innovazioni intelligenti, ma il quadro che essa conterrà (perchè una cornice un quadro deve pur contenerlo) da chi sarà dipinto?…ecco, se penso che “l’artista” chiamato a dipingere sarà la stessa classe dirigente che nel 97 approva l’ultimo piano della salute (durata 3 anni) e non riesce neppure a realizzarlo, anzi “papocchia” da allora tra il consenso elettorale che la sanità contiene in nuce e la cialtroneria usuale, forte è il dubbio che sarà l’ennesima “crosta”

miko somma

l’orologio a sei ore di cancellara (pz)

vi posto questo articolo del mio amico francesco cillo da cancellara che parla di un curioso orologio a 6 ore (sul quadrante ci sono solo sei ore rispetto alle canoniche 12)…posto per il momento solo una foto poichè credo che meglio sarebbe recarsi a cancellara (pz) e vederlo con i propri occhi in un turismo della curiosità che credo andrebbe stimolato per la miglior conoscenza della nostra regione…buona lettura e grazie a francesco!!!

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L’OROLOGIO A 6 ORE DI CANCELLARA

 

“Dalla piazza del castello, attraverso la stretta e tortuosa via che scendendo si fa largo tra le antiche abitazioni, si raggiunge la piazzetta di San Rocco con la sua chiesetta del XV sec. dedicata al Santo con il campanile e l’orologio settecentesco,  fabbricato a Potenza nel 1772 e tuttora funzionante, con quadrante a sei ore ed una sola lancetta.”

 

Dunque a Cancellara esiste un orologio da campanile con quadrante a 6 ore, perfettamente funzionante . La macchina fu costruita a Potenza intorno al 1770 quindi un meccanismo che funziona da 240 anni!

 

Perché un quadrante a sei ore?

Gli orologi da campanile nascono probabilmente prima del medioevo e rigorosamente con la sola lancetta delle ore. Inizialmente hanno quadranti a 24 ore ma la difficoltà di lettura, specie delle frazioni di, portano alla semplificazione dei quadranti passando prima a quelli a 12 ore e poi a quelli a sei ore. La lettura di un quadrante a sei ore è semplice e va mediata con l’osservazione del momento della giornata.  Per individuare l’ora esatta, a quella segnata sul quadrante vanno aggiunte o non aggiunte 6 ore. Spieghiamo con un esempio: se la lancetta dell’orologio segna le 2 possiamo trovarci in una di queste 4 situazioni: sono le 2 di notte, sono le 8 di mattina (2+6), sono le 2 di pomeriggio o sono le 8 di sera (2 +6). Osservando il sole o le condizioni di luce è impossibile sbagliare l’individuazione dell’ora giusta.

L’ora Italica 

L’introduzione del quadrante a sei ore, nel 1600 circa, coincide con l’adozione in italia (nella metà del 600) di un sistema di misurazione delle ore del tutto singolare ed usato solo in Italia: l’ORA ITALICA. Con questo sistema orario la fine del giorno (e l’inizio del successivo) era fissata non alla mezzanotte ma alla mezz’ora dopo il tramonto per cui la 24-esima ora iniziava mezz’ora prima del tramonto e finiva mezz’ora dopo il tramonto. Contestualmente iniziava il giorno successivo. Questo sistema era usato solo in Italia infatti l’altra, quello con fine giornata a mezzanotte (come quello attuale), veniva chiamato ora “OLTRE MONTANA” , cioè al di là delle alpi.

 

La singolarità di questo sistema sta nel fatto che la fine delle giornata è variabile nell’arco dell’anno poiché legata al tramonto del sole: la giornata a dicembre finiva intorno alle 5 di pomeriggio a giugno finiva intorno alle 21.

L’introduzione di questo sistema è legato alla tradizione Benedettina e all’obbligo morale dei fedeli di recitare la preghiera di San Benedetto stabilita proprio mezz’ora dopo il tramonto. Attraverso le campane dell’orologio, i contadini al lavoro nei campi, venivano avvisati dell’approssimarsi della fine della giornata e quindi richiamati alla preghiera di San Benedetto.

Curiosità

Avete mai sentito l’espressione “portare il cappello sulle 23”? Cosa significa

 Significa portare il cappello con la visiera abbassata, così come si fa quando il sole è basso all’orizzonte, quando sta per tramontare, com’è mezz’ora prima del tramonto, alle 23 per l’appunto!

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23/07/2012

forse qualche signore non ha compreso che occorre bloccare del tutto i mercati dei titoli di stato, “fottendosene” (consentitemi la licenza poetica) di tutte le regole (di fatto non regole, ma assiomi fideistici) del libero mercato…

qui c’è in gioco la tenuta di interi paesi, forse dell’intera europa e dei suoi abitanti, in una emergenza che non ammette sconti alla speculazione…

ed in primis occorre far rientrare nei rispettivi paesi la quantità di debito allocato all’estero per rimettere nel ciclo locale gli interessi sullo stesso e compensarne gli effetti sul bilancio dello stato con la conseguente maggiore dinamicità economica interna che gli stessi produrrebbero

miko somma

per chi l’avesse persa, per chi non l’avesse scorta, per chi magari non legge basilicata 24, pubblico in formato pdf la lunga intervista concessa dal sottoscritto al coraggioso giornale d’inchiesta che vi invito a sostenere

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Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

 

 

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A chi giova dividere la Basilicata?…abdicazione di un monarca

 

 

Non sarà sfuggito ai tanti che l’inesorabile allontanarsi dalla nostra regione di enti e società dello Stato che, a prescindere dalle forme giuridiche assunte – quindi non solo in quanto datori materiali di servizi, ma di quel quid psichico che lascia intuire una presenza stessa dell’istituzione attraverso i suoi organi sul territorio –  sembra ormai seguire logiche di “ritiro” dalle zone interne del meridione, segnatamente Basilicata e Molise, in favore delle più dinamiche zone costiere delle regioni limitrofe.

  

Così a leggere la realtà di ristrutturazioni di uffici postali, soppressioni di province ed accorpamenti dei piccoli comuni, liquidazione di enti intermedi, dimensionamenti scolastici e riforme dei plessi sanitari, il quadro di una surrettizia chiusura degli enti locali di governo del territorio appare ormai tanto evidente da necessitare solo di un “atto concreto” nella solita giustificazione di bilanci malati e razionalizzazioni.

  

E’ dai tempi del progetto della Fondazione Agnelli che smembrare la Basilicata ed accorpare provincia di Potenza alla Campania e Matera alla Puglia, secondo progetti teorici che individuavano prossimità economico-strutturali, glottologiche e quindi culturali (forse frutto queste più dei ricorrenti “lombrosismi” mai sopiti in alcune letture antropologiche del Meridione) tali da individuarne una conclamata, costosa inutilità da “sanare” nell’accorpamento alle regioni vicine, puntualmente ritorna come argomento.

  

La prossimità dell’estate suggerirebbe la boutade, ma alla luce di un più che evidente allontanamento dalla regione dei pezzi che fanno Stato di uno Stato in dimagrimento forzato, si aprono forse dei nuovi scenari per questa terra terremotata da secoli e per la quale sono alcune logiche ragionieristiche con cui par doversi misurare la realtà, a tracciare confini de facto nei tagli ai servizi ed ai trasferimenti.

  

Confini dettati da altre considerazioni che non siano quella storia che si confonde con la tradizione, le relazioni quasi carnali di odio-amore con il territorio e quel senso di languida dimenticanza narrata dai nostri migliori poeti come una nostalgia per ciò che mai si era avuto e che, una volta avuto, purtroppo si sarebbe sprecato, l’amministrazione di una Regione, considerazioni che pur suggerivano la Lucania esistente come un fatto della democrazia e i suoi abitanti, i lucani, come un fatto socio-demografico e non più solo la massa riottosa e pezzente con cui erano stati fino ad allora dipinti e considerati.

  

Storia che credevamo sepolta, quella della disarticolazione della regione, e che in questi giorni ritorna, dopo le analoghe “sparate” di qualche tempo fa dell’on. Fioroni, con le interviste di un trans-frontaliero della politica, l’on. Rutelli, anche lui proveniente dalla Margherita, che ritira dall’oblio apparente quella proposta indecente di dividere in due tronconi regione e popolazione, con la scusa di quella corsa al mare, ma questa volta voci informate parlano di una proposta di legge già depositata alla Camera.

  

Una proposta che, se verificata, avrebbe del ridicolo, considerando che occorrono legge costituzionale ed altrettanti doppi referendum tra territori cessanti e regioni accorpanti, e non certo disegni di legge ordinaria, per dare corso a simile mutamento di una realtà, la Regione, prevista dalla Costituzione, pure se discutibili prassi di interventi sulla stessa sono divenuti quasi regola in un paese ancora in bilico tra i baccanali e un governo tecnico, troppo ideologicamente tecnico, a cui i partiti si sono resi zerbini, figurarsi quella cosa strana che è l’API, il partito dell’on. Rutelli dopo il suo ennesimo giro di valzer che dai radicale, ai verde, dall’Ulivo/Margherita al PD lo qualifica come provetto ballerino, più realista del Re nella corsa a tagliare la democrazia ed i suoi organi locali e non invece un centinaio di caccia-bombardieri.

Non conosciamo così le intenzioni del suddetto imenottero con la sua proposta di legge, se la boutade estiva in cerca di qualche titolo per uscire dall’anonimato del grande centro evaporato, o manovalanza in nome di chissà quali interessi, ma dividere la Basilicata, allocando altrove le sue potestà di governo e programmazione del territorio per alcuni ha un senso che riassumeremo in tre semplici domande:

1.    A chi fa gola una regione che fornirà a breve con il suo petrolio ed il suo gas, estratto non più nella sola nella Val d’Agri, ma temiamo nell’intera regione il 12% del fabbisogno energetico del Paese?

2.    A chi fa gola una regione che fornisce il 30% dell’intero fabbisogno idrico del meridione?

3.    A chi fa gola un territorio poco antropizzato e che, ulteriormente spopolato, poco si opporrebbe ad alcune destinazioni dello stesso avversate altrove?

  

L’on. Rutelli è persona di troppo poco conto politico per avere ruoli da protagonista in simili processi che, complottismo o meno, è semplice poter scorgere nella sproporzione tra le risorse e la demografia e tra il peso sulla seconda che un massivo utilizzo delle prime produrrebbe, nell’incrinamento di quel sistema di consenso baronale su cui ha retto un “tutt’apposto” a cui non crede più nessuno, e così più che a lui, occorrerebbe forse chiedere al Presidente De Filippo conto della presenza di un assessore dell’API nella sua giunta, esattamente come di una gestione della regione che definire fallimentare per i lucani, per quasi tutti i lucani, è persino troppo gentile nell’evidenza dei numeri economici e sociali.

  

Presidente De Filippo che a questo punto o ritrova un impossibile sussulto di orgoglio, stracciando il memorandum che ha aperto la strada alla “conquista del West” – la storia, il presente ed il futuro dello sfruttamento delle risorse in questa regione – in cambio di interventi strutturali per cui non ci sono e non ci saranno a breve risorse disponibili, smettendo così il ruolo da garante verso compagnie e Stato tenuto finora e divenuto di fatto inutile, o se non in grado – e per carità, nessuno gli chiede il buon governo ormai – si dimetta, abdicando come un cattivo monarca.

  

Questa regione per evitare di perdere se stessa nelle alchimie del riordino della governance statale e di una Comunità europea che nella crisi perde il suo ruolo di casa comune degli europei, ha bisogno di un progetto economico e sociale dove non sia la marginalità ed il bisogno a fare da guida all’uso delle risorse, ma la consapevolezza del valore di una terra legittimata dalla storia a dirsi Regione e che, ora più che, mai necessita di una “visione” e di concretezza che la guidi in un periodo in cui sembra che gli uomini siano divenuti del tutto funzionali all’economia. Abbiamo la prima, ci stiamo attrezzando per la seconda.

  

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

   

18/07/2012

pare che il deputato api rutelli (delle cui capacità intellettive ho sempre molto dubitato, ma mai della sua cattiva fede) stia per depositare, dopo alcuni articoli sui giornali nazionali, un progetto di legge che rispolvera il vecchio piano della fondazioni agnelli di smembrare la basilicata ed accorpare la provincia di pz alla campania e quella di mt alla puglia…

 

credo, se verificato, che occorra una risposta politica forte a queste farneticazioni che lascerebbero le nostre zone interne a disposizione delle multinazionali dell’energia (persino quella pulita che a volte diventa molto sporca) e dei rifiuti (compresi i nucleari), risposta che credo debba cominciare da una ridiscussione della presenza api in giunta regionale

miko somma

18/07/2012

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in attesa (ma faccio gli scongiuri) di quella tempesta economica perfetta che molti analisti prevedono per il 2013, sono sempre più convinto che occorra trovare localmente risposte di ciclo economico in grado di assicurare il primo dei bisogni dei lucani, sopravvivere alla marginalità…

per la nostra regione sono certo che la risposta non possa venire che da un intreccio virtuoso tra agricoltura (produzioni biologiche spinte, organizzazione della produzione e della distribuzione puntuale, micro-industria diffusa di trasformazione), tutela ambientale (incontaminatezza del territorio come valore programmatico esclusivo e valorizzazione del “vuoto” antropico) e turismo a basso impronta consumistica (turismo dei paesaggi e delle emozioni), interlacciate in una programmazione culturale che valorizzi il piccolo e l’essere come valore primario di una “differenza” tra questa regione ed il resto del continente

idee e prassi che troverete nel nostro programma!!!

miko somma