Facce nuove?

Avevo già scritto che Matteo Renzi è la prova scientifica del Berlusconismo con altra faccia. E quel poco che si è visto al Tgr e che si è letto sui giornali locali non ha fatto altro che confermarmi questa impressione. Del resto, se il “ricambio generazionale” deve passare per Renzi e Alfano (per par condicio), vuol dire che non abbiamo più speranze. Mi auguro che i trentenni in gamba, davvero in gamba, comincino a muoversi nell’agone politico per far sì che questi giovani decrepiti si levino di torno al più presto.

SE LA CRISI ECONOMICA COLPISSE LA SATA DI MELFI?

Il periodo è di quelli nei quali si è ancora con la testa in fase di relax, in fase di vacanza, legittimamente e, in maniera sacrosanta, con la mente volutamente lontana dai problemi che, per un anno intero, hanno fatto sentire il loro peso. E la stucchevole polemica sull’uscita di Enrico Letta sulla Grecia e sulla Basilicata, diciamolo pure, è un effetto collaterale di questa fase di rilassamento estivo. Anche perché, in fin dei conti, Letta non ha assolutamente detto nulla di più scontato e vero: i piccoli numeri della Basilicata, da un punto di vista di “peso politico”, sono veramente insignificanti. E faremmo bene a tenere conto di questo particolare per nulla trascurabile, per motivi che, a breve, andremo a definire. Siamo una regione che rappresenta appena l’ 1 % dell’intera popolazione italiana. Ma chissà perché, quando si parla della nostra regione, si riesce sempre ad ignorare (volutamente, viene il sospetto) il fatto che questa regione, insignificante da un punto di vista numerico, contribuisce per oltre il 7 % al fabbisogno energetico nazionale!!! E senza ricevere, per questo, nessuna giusta contropartita… ma anche qui, forse per aver più volte ribadito questo concetto dalle pagine di questo blog, la questione diventa noiosa!!! Ritornando al problema della Crisi economica mondiale, possiamo dire che, a conti fatti, chi risente maggiormente di questa crisi, sono proprio quelle aree geopolitiche più deboli (la Grecia per l’Europa e la Basilicata per l’Italia). E se ci riferiamo alla precedente riflessione postata sul blog un paio di giorni fa proprio dal sottoscritto, nel quale si riportava, in maniera molto esemplificata, una teoria di John Maynard Keynes, secondo il quale una politica economica di tagli alla spesa pubblica non porta quei giovamenti che, secondo chi applica i tagli, dovrebbero portare. Ma non mi dilungo su questa questione, perché l’intervista di cui parlo, e che risale al 1933, è leggibile al seguente link. Voglio riportare la riflessione precedente:

Quando hai sempre gli stessi soldi in tasca (sono un fortunato, ho uno stipendio) e la vita comincia a costare sempre di più, e le tasse assottigliano il tuo budget finanziario, cominci a fare anche tu dei tagli… cominci dal superfluo (tipo la pizza che vai a fare ogni tanto), o il caffè con cornetto al bar, o, magari una camicia o un jeans in meno… e via di questo passo. Ci sarà una pizzeria
che non incasserà più il mio “contributo”… altrettanto dicasi per il bar o il negozio di abbigliamento. E se il tutto avviene per ogni altro cittadino come me, probabilmente, la pizzeria, il bar e il negozio di abbigliamento cominceranno ad avere un calo di reddito…. e dovranno tagliare anche loro… magari licenziando il pizzaiolo, o il cameriere o la commessa. E via via ci sarà un effetto domino. Non lo dico io, ma l’aveva già detto Keynes qualche anno fa. E, probabilmente, la cancelliera Merkel vedrà gli effetti del rigore applicato nel resto d’Europa, anche nel suo paese, e tra non molto. La Opel già annuncia, causa il calo della richiesta, una riduzione di orari con la settimana corta.
Ma chissà… quando non ci saranno più tozzi di pane per la maggioranza… qualcosa potrà muoversi!!!!

Da questo post del sottoscritto su Facebook ne è nata una serie di botta e risposta con l’amico Danilo Carbone che, intelligentemente, provava a spostare la questione nell’ambito locale. Semplicemente sottolineando, anche lui, l’esiguità dei “numeri” della Basilicata rispetto al panorama nazionale. E proprio pensando a questa esiguità di numeri (580.000 abitanti, da un punto di vista di “peso politico”, sono davvero poco significativi per scelte politiche che vengono prese altrove) si poneva, sul tavolo della discussione, una eventualità, neppure tanto remota, che il vortice della crisi mondiale e nazionale potesse vedere coinvolta una struttura come la SATA di San Nicola di Melfi (che non si può dire navighi in buone acque, attualmente, visto il “funzionamento” intermittente degli ultimi tempi). Ed in una situazione più profonda di crisi, uno come Sergio Marchionne, ci metterebbe pochissimo tempo  a prendere la decisione di “chiudere bottega”. E un evento di tale portata, la chiusura di una fabbrica compreso l’indotto… cosa pensiamo che possa provocare, ad una piccola Regione come la nostra, sia da un punto di vista occupazionale, sia da un punto di vista di struttura del tessuto economico-industriale? E se riflettiamo sul fatto che la classe Politica e, aggiungerei, Sindacale di questa regione ha dimostrato più volte di non avere, tra le sue peculiarità, la LUNGIMIRANZA… come possiamo pensare che una eventualità del genere possa essere affrontata?
Ecco! La questione è bella e posta, sul tavolo delle discussioni. E mi trovo d’accordo con l’amico Danilo (uso le sue parole):

Dobbiamo trovare la chiave, saper trovare le ragioni di coesione, sollecitare chi vede questa cosa distante ma, data appunto la dimensione di quella fabbrica e del suo indotto, nessun lembo della Basilicata sarà esentato da ripercussioni.”[…]”In parte perché Marchionne può tranquillamente fregarsene delle «pulci» lucane e in parte perchè la dimensione della crisi di quello stabilimento non ha paragoni, per dimensione, a qualsiasi altro episodio di crisi possa scatenarsi sul territorio lucano.

Il Ragionamento mi trova d’accordo su tutta la linea. E sarebbe ora di cominciare a muoversi perché tutte le forze di questa regione, indipendentemente dal colore politico, si siedano attorno ad un tavolo e comincino a pensare ad una possibile “Exit Strategy” da una situazione estremamente pericolosa, se non addirittura mortale, per il già debolissimo tessuto produttivo della Basilicata.
Voglio concludere questa riflessione ancora una volta utilizzando le parole del mio amico Danilo:

«Secondo me una discussione sul futuro della SATA ci sta. Proprio perché chiunque, in Basilicata, è praticamente irrilevante per Marchionne, noi lucani abbiamo la possibilità di affrontare una vertenza unitaria e unificante. Dispiace che sia solo perchè non sembrano possibili significativi opportunismi individuali ma potremmo avere, una volta tanto, l’occasione di comportarci da “popolo lucano”. Sarà per quelli che ci lavorano nello stabilimento, per quelli che lavorano nell’indotto, per i tanti […] che a quegli uomini e quelle donne danno un servizio e per la dignità di tutti noi. Perchè in una Regione marginale di una Nazione destinata alla marginalizzazione potremmo essere tra quelli che più di tutti pagano.»

Antonio Bevilacqua.

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Economia spicciola.

Quando hai sempre gli stessi soldi in tasca (sono un fortunato, ho uno stipendio) e la vita comincia a costare sempre di più, e le tasse assottigliano il tuo budget finanziario, cominci a fare anche tu dei tagli… cominci dal superfluo (tipo la pizza che vai a fare ogni tanto), o il caffè con cornetto al bar, o, magari una camicia o un jeans in meno… e via di questo passo. Ci sarà una pizzeria che non incasserà più il mio “contributo”… altrettanto dicasi per il bar o il negozio di abbigliamento. E se il tutto avviene per ogni altro cittadino come me, probabilmente, la pizzeria, il bar e il negozio di abbigliamento cominceranno ad avere un calo di reddito…. e dovranno tagliare anche loro… magari licenziando il pizzaiolo, o il cameriere o la commessa. E via via ci sarà un effetto domino. Non lo dico io, ma l’aveva già detto Keynes qualche anno fa. E, probabilmente, la cancelliera Merkel vedrà gli effetti del rigore applicato nel resto d’Europa, anche nel suo paese, e tra non molto. La Opel già annuncia, causa il calo della richiesta, una riduzione di orari con la settimana corta.
Ma chissà… quando non ci saranno più tozzi di pane per la maggioranza… qualcosa potrà muoversi!!!!

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Il progresso di un pieno di benzina

 

L’estate a cavallo di Ferragosto, come si sa, è tempo scarso di argomenti di seria discussione, quanto piuttosto periodo di vetrine delle intenzioni più o meno trasparenti, di improponibili confronti, scontri ed incontri, così come di performance di apparente assoluta vacuità di contenuti.

 

Ed allora in un tempo simile ci sia consentito focalizzarci su di una “andata in scena” sul TG regionale, quella di un signore, rappresentante di un’associazione di lucani, secondo il quale il progresso, a cui i corregionali non potrebbero opporsi sarebbe rappresentato da un pieno di benzina, sottintendendo così un’accettazione che i lucani dovrebbero avere del petrolio e della sua estrazione in nome di un “progresso” recitato più a mantra della banalità che come argomento serio.

 

Opinione certamente banale, quindi, come le tante ascoltate in questi anni che, senza lo sciorinarsi di titoli curriculari di cui è parso intendersi determinante il numero di aziende in cui lo stesso ha prestato opera negli anni, pur sempre su questo inverosimile paragone tra litri e destino di un popolo ponevano l’accento, tentando in questo modo di smontare gli argomenti molto più consistenti di chi avversava ed avversa tali estrazioni in nome dei principi di precauzione e di programmazione del territorio.

 

Tutto apparirebbe semplicemente allora come colpo di sole di Ferragosto, un riempitivo di un’edizione del TG scarsa di contenuti proprio vista l’estate che si materializza a suscitare il dibattito più ripetitivo, querulo e del tutto inutile visto che domani nessuno più ne parlerà, ed invece temiamo che, se queste banali e farneticanti argomentazioni, acuite poi dagli improbabili paragoni tra Norvegia e Basilicata sui controlli ambientali che farebbero supporre un’ARPA Norvegia in fieri operante sul suolo regionale ed in una fede totalmente acritica nel progresso tecnico, vanno in onda con tali spazi qualcosa ci covi.

 

Forse che, in qualche modo, tali affermazioni rassicuranti e di tal risalto sono legate alle dichiarazioni del ministro Passera di voler ricavare dal suolo lucano il 20% del fabbisogno di idrocarburi del Paese? Forse che, in qualche modo, si voleva rassicurare ben oltre il consueto “tutt’apposto”?

 

Che il ministro Passera sia interessato al sottosuolo lucano non è scoperta recente, vista anche una presenza di suoi emissari e collaboratori in regione in guisa di artici pennuti quando costui era “solo” presidente del maggior gruppo bancario italiano, ma altrettanto banale sarebbe pensare che il ministro sia interessato a “gestire” fasi dell’estrazione, quanto a gestire alcuni passaggi che trasformerebbero i proventi delle royalties in prodotti finanziari da allocare sui mercati.

 

Parliamo quindi, come altre volte abbiamo fatto, di un “piano” del ministro non solo per l’aumento delle estrazioni per “gli interessi” del Paese, aumento che nei salotti delle oligarchie che fanno da ossatura, truppa e palle di cannone di un governo tecnico “capitato per caso”, è da anni argomento condiviso, ma di una grande operazione finanziaria che si basa sulla collocazione sul mercato di oltre 200 milioni di euro annui di proventi delle royalties del petrolio lucano a memorandum operante (molte di più se le voci di estrazioni pari a 450.000 barili/giorni in 5 anni divenissero realtà) trasformate in bond e futures sul mercato di Londra, prima piazza mondiale per i titoli degli idrocarburi.

 

Non sfugge allora come sia proprio un commis che ha operato finora nel gotha delle aziende di Stato e da cui il Presidente del Consiglio ha tratto spesso miliziani, a fungere da portavoce di quella banalità apparente con cui l’operazione stessa potrebbe a breve essere spacciata ai lucani come una salvifica messa a frutto “tecnica” di denari altrimenti qui e da noi spesi male.

 

Teoria estiva del complotto, dunque un colpo di sole, o una possibilità reale che sul petrolio lucano si giochi una partita di cui necessita ordire gli schemi non solo sulle piazze finanziarie o nei salotti buoni?

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

pubblico questo status di tupac amaru su facebook che ho trovato estremamente significativo e coon il quale concordo appieno…

21/08/2012

Credo che la migliore interpretazione dell’ultima esternazione di due delle tre agenzie di rating, che esprimono ottimismo di facciata sulle possibilità di fuoriuscita dalla crisi dell’Italia nel 2013, sia quella di Pagni: la lettura è tutta politica. Le stesse agenzie riconoscono che la crescita del 2013 sarà ancora negativa, e non esprimono alcuna previsione per il 2014. In tali condizioni sarà anche molto difficile raggiungere il pareggio strutturale del bilancio nel 2013, come da previsioni del piano di stabilità del Governo.

La lettura politica sta nell’immensa fiducia accordata al Governo Monti, che godrebbe di “immensa credibilità” secondo il comunicato di Fitch, e nella prescrizione secondo la quale la prossima fuoriuscita dalla crisi è legata all’effettuazione delle riforme (ovvero le uniche riforme ancora in cantiere, la riforma elettorale, che dovrebbe garantire la definitiva espulsione dalle istituzioni dei partiti non allineati al dogma liberista a favore dei grandi partiti favorevoli ad una continuità con il montismo anche dopo il 2013, quella fiscale, che è nel cassetto del Governo, e dovrebbe essere connotata da elementi di aumento del carico fiscale e di regressività, e la riforma della P.A. che, dopo essere stata smantellata dalle varie spending review, si annuncia anch’essa gravida di preoccupanti elementi di illogicità e di pericolosità per la democrazia, come la licenziabilità senza reintegro dei dipendenti pubblici).

Il messaggio, tutto politico, è “non ci fidiamo dei partiti e della democrazia elettiva.

Che il Governo dei tecnici prosegua nel suo lavoro effettuato al di sopra delle regole di rappresentatività elettorale. Solo così potremo tornare a dare rating positivi”.

La natura politica del messaggio è confermata dal fatto che ripete, quasi con le stesse parole, il mantra della “luce in fondo al tunnel” già espresso, pochissimi giorni fa, da Monti e Passera al convegno Cl, mentre Giavazzi, consulente di Monti, lancia sul Correre della Sera provocazioni utili a sondare la fattibilità di un Monti bis dopo il 2013.

Quasi a voler dare una credibilità “indipendente” ad un messaggio che non ha nessuna credibilità. Nessuno si illuda. non siamo purtroppo a nessuna svolta della crisi. Le cifre e le previsioni disponibili non parlano di nessuna svolta, almeno per il prossimo anno, e quindi almeno per i prossimi 2-3 anni dal punto di vista occupazionale (perché l’occupazione reagisce con ritardo al ciclo, specie dopo fasi profondamente recessive) così come non vi sono ragioni, negli orientamenti di politica economica attuali, per poterlo pensare. L’incremento odierno delle borse è solo un rimbalzo. Questa operazione è solo uno spot elettorale per un nuovo governo tecnico, possibilmente guidato ancora da Monti.

tupac amaru

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21/08/2012

sento troppa gente dire che la politica non gli interessa…certo è legittimo, ma quando la loro città, regione, persino l’intero paese non funziona più, collassa su se stesso, si rinchiude nei freddi tecnicismi di bilancio ed avvia una guerra dei poveri per distrarre dal vero tema che è la distribuzione del reddito, costoro di chi credono che sia la colpa, solo dei politici e della politica che costoro magari malamente interpretano, confondendoli con interessi di parte, o magari un po’ anche la loro, dei cittadini, che non ci mettono parola da anni, disinteressandosene in nome di qualche gingillo esistenziale che li distrae dalle vere responsabilità?…

miko somma

20/08/2012

più che perder tempo a discutere rusticamente di uscite dell’italia dall’euro, io mi concentrerei sul come far rientrare il debito nel paese per l’ovvio motivo di ciclo che interessi pagati a italiani produrrebbero nel tessuto economico del paese, mentre ora volano in altri cieli…

ora, spiace pensare che sia stato il centrosx a produrre questo accaparramento del debito da parte delle banche d’affari (di fatto così diventando debito estero) che ha trasformato in finanza internazionale ciò che prima era un patto tra stato e cittadini, spiace pensare che sia stata l’imitazione pappagallina delle applicazioni liberiste blair/clinton che furoreggiavano nei ’90 a fare da base, spiace pensare che per qualcuno sia più importante una teorica libertà dei mercati che una crisi degli interessi costata finora al paese almeno un centinaio di miliardi, spiace pensare che negli anni del centrodx si sia pensato a leggi ad personam e mignotte, ma ancor più spiace pensare che molte delle “teste” artefici di questa follia siano ancora della “politica” e non del pessimo ricordo

miko somma

28/08/2012

in attesa di una nuova legge dello stato contro i piromani che trasformi il reato da incendio boschivo & annessi in tentata strage (con pene fino a 15 anni di reclusione oserei sperare), nel nostro programma esiste un punto che obbliga la regione alla costituzione obbligatoria di parte civile contro i piromani che appiccano fuoco ai nostri boschi…è ora di farla finita con gli incendi!!!

miko somma

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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I nodi politici e l’eutanasia di una regione.

  

A leggere la lunga dichiarazione del presidente De Filippo apparsa di recente su un quotidiano locale, a tema il petrolio, se ne ricava la sensazione di una ipocrita e stucchevole operazione di propaganda a fini del tutto elettorali, seppur con certa pruderie negati, in vista delle prossime elezioni politiche.

 

                                                       

Ipocrita quindi perché s’utilizza quella tardiva presa d’atto di problematiche che – ricordo – fino a pochi mesi fa erano del tutto ignorate (e a volte deriso chi se ne faceva portatore), per fini che, pure legittimi, nulla hanno a che vedere con il vero tema della colonizzazione petrolifera finalmente avvisato persino da chi negava decisamente ci fossero problemi, stucchevole poiché il presidente s’erge paladino di un ipotetico “fronte unitario di salvezza regionale” nel quale, a suo dire, ogni contraddizione deve rimaner sopita in nome di un assai tardivo interesse generale di cui lui stesso definisce, senza dire, i contenuti.

 

 Propaganda, quindi, mentre rimangono tuttora nodi non sciolti rispetto a molte tematiche che il petrolio e la sua estrazione hanno stretto e che elenco brevemente:

  1. la definizione certa di quale sia l’impatto ambientale e sanitario delle estrazioni in corso
  2. l’utilizzo ordinario in bilancio di un cespite, quello delle royalties, per sua natura da considerarsi straordinario e quindi come tale da doversi dedicare ad operazioni straordinarie
  3. una seria  analisi politica del P.O. Val d’Agri e delle sue ricadute reali che non vorremmo fosse la storia futura a consegnarci come epocale fallimento persino delle politiche baronali
  4. la richiesta di maggiorazione delle royalties almeno al 25% (peso che le compagnie possono sopportare vista la redditività ricavata), quindi di una legge dello Stato e di una quota definita (e non fumosa, come sancito nel memorandum) di fiscalità attribuita dallo Stato alla Regione.
  5. la necessità urgente di una legge di regolazione di quanto di competenza regionale in materia.

  

Nodi che certo non si esauriscono in questo breve elenco, ma che necessariamente devono da questi partire per arrivare a definire quel petrolio e quel gas come risorse e non dannazioni.

  

Ma anche ad elenco esaurito e soddisfatto rimarrebbero grandi nodi politici che è solo questa regione a poter e dover sciogliere, nell’evidenza conclamata che anche se ci fossero attribuite maggiori risorse economiche, nulla impedirebbe che lo spreco delle stesse continui nella procrastinazione delle filiere baronali del consenso che si fondano su familismi di varia natura e che sono primarie nella distorsione storica dell’uso delle risorse stesse (ed uso a solo titolo di esempio, i 17 ospedali, rispetto agli 11-12 che il territorio avrebbe ragionevolmente dovuto avere, le tante aree industriali ex 219 rispetto alle 4-5 che ragionevolmente avrebbero consentito di ottimizzare le reti infrastrutturali a supporto delle stesse).

  

In sintesi, se non cambia il tessuto connettivo che lega gli interessi locali allo sviluppo con il progetto generale della regione, se non matura la mentalità di base di cosa sia l’interesse pubblico rispetto agli interessi privati, se non si recidono i legami tra l’alta burocrazia e la politica (nell’evidenza palese che se la seconda è almeno teoricamente rimovibile attraverso il voto popolare, la prima è del tutto eterna nella sua funzione, così tendendo a creare caste inamovibili), se non ci si decide ad abbandonare idee dell’economia e dei suoi cicli (che curiosamente il liberismo globale ha teso a trasformare in assiomi di liturgia quasi sovietica) per dedicarsi all’economia possibile sul territorio e sulle risorse che ci son date, se non si mette da parte il controllo sociale fondato sullo scheletro nell’armadio di ogni famiglia, poco o per nulla questa regione cambierà, risultando così essa perdente nelle sfida per la propria esistenza.

  

E’ richiesta a questa regione ed ai suoi abitanti, quindi, non la mera rincorsa di un obiettivo, che siano le royalties o maggiore attenzione dello Stato e che troppo spesso individuiamo come fini e non come mezzi, ma la presa d’atto che o si costruisce un modello lucano meritocratico realmente funzionante oltre la retorica offensiva della ragione che ci viene spesso servita nell’auto-accreditarci come regione virtuosa, o si perisce, nella ristrutturazione di Stato e funzioni locali, come entità amministrativa.

  

E un obiettivo ambizioso come la salvezza di una terra non lo si può certo demandare a coloro che finora hanno praticato l’eutanasia colposa di una regione attraverso pratiche di bondage sociale.

  Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana.

14/08/2012

audizione alla camera…clini, che è persona intelligente ed all’ambiente mi impaurisce proprio la sua intelligenza dopo gli anni della prestigiacomo (quindi di carenza della stessa), dichiara che se si ferma l’ilva il sistema industriale italiano ne riceverà un colpo enorme…non sapevo si occupasse di industria, pensavo che la sua preoccupazione dovesse essere la tutela ambientale…ed ancora, “non interferiremo con il lavoro dei giudici…”, ma subito dopo “guai se lasciassimo una supplenza ai giudici in materia…”…faranno quindi un bel decretino legge ad hoc, tanto pd-pdl-udc ingoiano e fanno passare tutto?

miko somma

Psr: valorizzazione foreste, approvata graduatoria Misura 122

14/08/2012 13:13

Mastrosimone: “Una misura per tutelare il patrimonio boschivo, che può diventare fonte di reddito e di occupazione”

 

AGR    Sono 39 le domande ammesse e ritenute finanziabili nell’ambito della Misura 122 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 per incentivare l’utilizzo economico dei boschi.
La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Rosa Mastrosimone, ha approvato la graduatoria provvisoria del relativo Bando. Finanziato con 8.518.527 euro, la Misura 122 sostiene le azioni integrate rivolte all’aumento del valore economico del patrimonio forestale, sia per la produzione di assortimenti legnosi finalizzati all’utilizzo artigianale, industriale ed energetico sia per l’incremento delle funzioni produttive legate alle produzioni non legnose dei boschi.
Sono finanziati gli investimenti per adeguare la viabilità all’interno dell’azienda attraverso la costruzione e la manutenzione straordinaria di strade, piste e imposti permanenti e per incrementare le potenzialità produttive delle superfici boscate migliorando la struttura e la composizione specifica di cedui e fustaie.
“Incrementare il valore economico dei boschi – ha commentato l’assessore Mastrosimone – è obiettivo considerato strategico nell’ambito delle azioni a favore delle imprese agricole che operano sui fondi forestali. Il patrimonio boschivo di cui è ricca la Basilicata può diventare fonte di occupazione e di reddito per le imprese agricole situate nelle aree rurale, contribuendo a diversificare le linee produttive aziendali nell’ambito del concetto di multifunzionalità con il duplice risultato – ha concluso – di tutelare un bene fondamentale e mantenere il presidio dell’azienda agricola in aree a rischio di spopolamento”.

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misura approvata pericolosissima per quella definizione “energetica” che crediamo sarà in larga misura praticata…bio-masse per intenderci, quelle bio-masse che previste in 50 mw dal PIEAR (nessuna domanda presentata) ed aumentata del 50% dal burden sharing, arriva ora a 75 mw…75 mw per i quali riteniamo che a breve sarà presentata domanda da qualche consorzio il cui capofila (o qualche partecipazione sensibile) sarà lucano e molto legato alla politica ed al suo sottobosco…vigilare quindi…la misura del PSR incoraggia così la produzione di massa legnosa…poveri boschi lucani!!!…sono anni che avverto di questo affare…

un’occhiata alla lista delle domande approvate sarebbe illuminante…

nel frattempo vi allego la graduatoria provvisoria della misura 223, riguardante l’imboschimento di superfici non agricole

document_file_594355.pdf

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14/08/2012

lunga è la strada per arrivare ad una democrazia delle scelte condivise e necessariamente occorre partire da due punti che alla fine del loro percorso dovranno coincidere perfettamente per dirsi finalmente fatta quella democrazia…

l’uno, dal basso, con un processo di maturazione dei cittadini che devono divenire coscienti sia del diritto che del dovere e smettere di considerarsi “soggetti particolari di favore” o “maratoneti della scappatoia”, l’altro, dall’alto, con un processo di evoluzione della classe dirigente che deve agire negli interessi collettivi alla buona, efficiente ed onesta amministrazione nel perseguimento di un progetto politico…

sull’uno richiede un lungo lavoro sulla cultura che però richiede espressa volontà di cambiare, l’altro sulla selezione delle giuste persone che rappresentino il popolo non per come è oggi, ma per come potrebbe essere domani, nell’ovvietà che debbano essere i “migliori” a sedere nei luoghi delle scelte, coloro che sintetizzano onestà personale e pubblica, capacità progettuale e dialogo…

e per entrambi mi spendo da tempo!!!

miko somma

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13/08/2012

citavo da tempo l’art. 63 decreto competitività, divenuto poi l’art 38 decreto sviluppo, evidentemente senza essere ascoltato fino in fondo…il governo potrebbe prendere decisioni sul petrolio lucano anche in mancanza di un’intesa entro i 150 giorni…questo il brutto affare…il presidente de filippo si sveglia solo adesso…vedremo che accade, ma una cosa è chiara…qualcuno ha fatto il suo tempo ed ergersi a sovrano illuminato poco gli gioverà…prevedo suo rapido passaggio nel partito montiano!!!

miko somma

Una città differente.


Qualche giorno fa ho letto di un accordo tra Sindaco Santarsiero e Ferrovie Appulo Lucane per un investimento teso al miglioramento del servizio all’interno della Città di Potenza (sistema metropolitano) oltre all’eliminazione di passaggi a livello che tanti disagi creano alla viabilità cittadina. E’ una buona iniziativa, senza dubbio. Ma Comunità Lucana ha progetti e programmi per una città di Potenza differente (oltre che una regione differente). A breve le nostre idee su una città a misura di cittadino e, soprattutto, con un “Piano regolatore della qualità della vita”!!! Ma non solo.

08/08/2012

prima pensavo che la rettitudine fosse un termine desueto, letterario, quasi un travaso dello spirito del de amicis nella modernità, un trucco in cui far coincidere la paura cattolica con la complicità borghese al mantenimento dello status quo…

un qualunque status quo nasce da un atto violento, di forza, da una imposizione e si dota immediatamente delle sue strutture fisiche ed immateriali di controllo del potere acquisito…la rettitudine ne era un significante comportamentale assunto a catena e questo per tanti (ed anche per me) era il significato del termine rettitudine, un odioso bastione di una società conservativa da abbattere…

oggi mi rendo conto che nella generale caduta dei freni inibitori delle visceralità telecomandata dai sistemi di potere (che hanno così mutuato la forma della catena per tenere schiava la società), la rettitudine è forse divenuta un valore sul quale costruire il primo e fondamentale canone di comportamento di una classe dirigente che mira al futuro…per cui sarò forse noioso, ma trovo che la rettitudine, ossia il rispetto delle regole, sia rivoluzionaria e come tale da praticare strenuamente…

ogni politico deve dare l’esempio con una vita specchiata!!!

miko somma