Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Il progresso di un pieno di benzina

 

L’estate a cavallo di Ferragosto, come si sa, è tempo scarso di argomenti di seria discussione, quanto piuttosto periodo di vetrine delle intenzioni più o meno trasparenti, di improponibili confronti, scontri ed incontri, così come di performance di apparente assoluta vacuità di contenuti.

 

Ed allora in un tempo simile ci sia consentito focalizzarci su di una “andata in scena” sul TG regionale, quella di un signore, rappresentante di un’associazione di lucani, secondo il quale il progresso, a cui i corregionali non potrebbero opporsi sarebbe rappresentato da un pieno di benzina, sottintendendo così un’accettazione che i lucani dovrebbero avere del petrolio e della sua estrazione in nome di un “progresso” recitato più a mantra della banalità che come argomento serio.

 

Opinione certamente banale, quindi, come le tante ascoltate in questi anni che, senza lo sciorinarsi di titoli curriculari di cui è parso intendersi determinante il numero di aziende in cui lo stesso ha prestato opera negli anni, pur sempre su questo inverosimile paragone tra litri e destino di un popolo ponevano l’accento, tentando in questo modo di smontare gli argomenti molto più consistenti di chi avversava ed avversa tali estrazioni in nome dei principi di precauzione e di programmazione del territorio.

 

Tutto apparirebbe semplicemente allora come colpo di sole di Ferragosto, un riempitivo di un’edizione del TG scarsa di contenuti proprio vista l’estate che si materializza a suscitare il dibattito più ripetitivo, querulo e del tutto inutile visto che domani nessuno più ne parlerà, ed invece temiamo che, se queste banali e farneticanti argomentazioni, acuite poi dagli improbabili paragoni tra Norvegia e Basilicata sui controlli ambientali che farebbero supporre un’ARPA Norvegia in fieri operante sul suolo regionale ed in una fede totalmente acritica nel progresso tecnico, vanno in onda con tali spazi qualcosa ci covi.

 

Forse che, in qualche modo, tali affermazioni rassicuranti e di tal risalto sono legate alle dichiarazioni del ministro Passera di voler ricavare dal suolo lucano il 20% del fabbisogno di idrocarburi del Paese? Forse che, in qualche modo, si voleva rassicurare ben oltre il consueto “tutt’apposto”?

 

Che il ministro Passera sia interessato al sottosuolo lucano non è scoperta recente, vista anche una presenza di suoi emissari e collaboratori in regione in guisa di artici pennuti quando costui era “solo” presidente del maggior gruppo bancario italiano, ma altrettanto banale sarebbe pensare che il ministro sia interessato a “gestire” fasi dell’estrazione, quanto a gestire alcuni passaggi che trasformerebbero i proventi delle royalties in prodotti finanziari da allocare sui mercati.

 

Parliamo quindi, come altre volte abbiamo fatto, di un “piano” del ministro non solo per l’aumento delle estrazioni per “gli interessi” del Paese, aumento che nei salotti delle oligarchie che fanno da ossatura, truppa e palle di cannone di un governo tecnico “capitato per caso”, è da anni argomento condiviso, ma di una grande operazione finanziaria che si basa sulla collocazione sul mercato di oltre 200 milioni di euro annui di proventi delle royalties del petrolio lucano a memorandum operante (molte di più se le voci di estrazioni pari a 450.000 barili/giorni in 5 anni divenissero realtà) trasformate in bond e futures sul mercato di Londra, prima piazza mondiale per i titoli degli idrocarburi.

 

Non sfugge allora come sia proprio un commis che ha operato finora nel gotha delle aziende di Stato e da cui il Presidente del Consiglio ha tratto spesso miliziani, a fungere da portavoce di quella banalità apparente con cui l’operazione stessa potrebbe a breve essere spacciata ai lucani come una salvifica messa a frutto “tecnica” di denari altrimenti qui e da noi spesi male.

 

Teoria estiva del complotto, dunque un colpo di sole, o una possibilità reale che sul petrolio lucano si giochi una partita di cui necessita ordire gli schemi non solo sulle piazze finanziarie o nei salotti buoni?

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

pubblico questo status di tupac amaru su facebook che ho trovato estremamente significativo e coon il quale concordo appieno…

21/08/2012

Credo che la migliore interpretazione dell’ultima esternazione di due delle tre agenzie di rating, che esprimono ottimismo di facciata sulle possibilità di fuoriuscita dalla crisi dell’Italia nel 2013, sia quella di Pagni: la lettura è tutta politica. Le stesse agenzie riconoscono che la crescita del 2013 sarà ancora negativa, e non esprimono alcuna previsione per il 2014. In tali condizioni sarà anche molto difficile raggiungere il pareggio strutturale del bilancio nel 2013, come da previsioni del piano di stabilità del Governo.

La lettura politica sta nell’immensa fiducia accordata al Governo Monti, che godrebbe di “immensa credibilità” secondo il comunicato di Fitch, e nella prescrizione secondo la quale la prossima fuoriuscita dalla crisi è legata all’effettuazione delle riforme (ovvero le uniche riforme ancora in cantiere, la riforma elettorale, che dovrebbe garantire la definitiva espulsione dalle istituzioni dei partiti non allineati al dogma liberista a favore dei grandi partiti favorevoli ad una continuità con il montismo anche dopo il 2013, quella fiscale, che è nel cassetto del Governo, e dovrebbe essere connotata da elementi di aumento del carico fiscale e di regressività, e la riforma della P.A. che, dopo essere stata smantellata dalle varie spending review, si annuncia anch’essa gravida di preoccupanti elementi di illogicità e di pericolosità per la democrazia, come la licenziabilità senza reintegro dei dipendenti pubblici).

Il messaggio, tutto politico, è “non ci fidiamo dei partiti e della democrazia elettiva.

Che il Governo dei tecnici prosegua nel suo lavoro effettuato al di sopra delle regole di rappresentatività elettorale. Solo così potremo tornare a dare rating positivi”.

La natura politica del messaggio è confermata dal fatto che ripete, quasi con le stesse parole, il mantra della “luce in fondo al tunnel” già espresso, pochissimi giorni fa, da Monti e Passera al convegno Cl, mentre Giavazzi, consulente di Monti, lancia sul Correre della Sera provocazioni utili a sondare la fattibilità di un Monti bis dopo il 2013.

Quasi a voler dare una credibilità “indipendente” ad un messaggio che non ha nessuna credibilità. Nessuno si illuda. non siamo purtroppo a nessuna svolta della crisi. Le cifre e le previsioni disponibili non parlano di nessuna svolta, almeno per il prossimo anno, e quindi almeno per i prossimi 2-3 anni dal punto di vista occupazionale (perché l’occupazione reagisce con ritardo al ciclo, specie dopo fasi profondamente recessive) così come non vi sono ragioni, negli orientamenti di politica economica attuali, per poterlo pensare. L’incremento odierno delle borse è solo un rimbalzo. Questa operazione è solo uno spot elettorale per un nuovo governo tecnico, possibilmente guidato ancora da Monti.

tupac amaru

Pubblicato in Blog

21/08/2012

sento troppa gente dire che la politica non gli interessa…certo è legittimo, ma quando la loro città, regione, persino l’intero paese non funziona più, collassa su se stesso, si rinchiude nei freddi tecnicismi di bilancio ed avvia una guerra dei poveri per distrarre dal vero tema che è la distribuzione del reddito, costoro di chi credono che sia la colpa, solo dei politici e della politica che costoro magari malamente interpretano, confondendoli con interessi di parte, o magari un po’ anche la loro, dei cittadini, che non ci mettono parola da anni, disinteressandosene in nome di qualche gingillo esistenziale che li distrae dalle vere responsabilità?…

miko somma