19/09/2012

se berluskino sarà il candidato della destra, mi vedrò costretto a delle scelte che allontanino ogni prospettiva di riavere al governo del paese una manica di deficienti comandati da uno che ragiona con il pipolo (da cui il mio appellare la pdl come pipolo delle libertà)…

ovvio che il problema si presenta, seppur diverso, anche con bersani candidato della sinistra (si fa per dire, sinistra), ma in quell’odor fastidioso di montismo-passerismo reiterato “perche l’europa ci chiede qualcosa” ed in quel caso mi vedrò costretto ad altre scelte, forse anche più drastiche…

ma in finale se renzi-vuoto cosmico, testimonial del pensiero debolissimo aspira alla premiership, nulla mi impedirebbe di aspirare ad esserlo io il candidato premier…a pesare i neuroni, mi sa che parto favorito…

bene, vediamo quale porcata di legge elettorale partoriranno nella continua minaccia di aborto spontaneo in un paese in cui ormai occorre cambiare la legge ad ogni elezione

miko somma

19/09/2012

(ANSA) – PALERMO, 18 SET – Dopo Raffaele tocca a Toti. Il figlio del governatore della Sicilia, Lombardo, si candida alle elezioni regionali del 28 ottobre. La lista e’ quella del Mpa, il movimento fondato dal padre e che da poco ha cambiato il nome in ‘Partito dei siciliani’ (Pds). Anche se per l’ufficializzazione bisognera’ aspettare il deposito delle liste, Toti Lombardo, 23 anni, studente di giurisprudenza a Roma, e’ gia in campagna elettorale. I manifesti col suo volto sono affissi in diverse zone del catanese…

qui siamo ormai al deliro finale!!!

miko somma

il quadro…

18/09/2012

allora, questo il quadro politico…il pd ha dei rivoltosi che condurranno dopo le primarie o “supposte tali” (sembra il nome di un medicamento) ad una microscissione che probabilmente troverà rifugio in casa pdl formato lista civica (che è l’idea di mr. b. per superare un partito che “potrebbe” chiedergli di essere meno padrone), ma verrà compensato dal ritorno di transfughi api ed udc (leggi rutelli e tabacci)…grillo si sta afflosciando come alcune appendici umane dopo l’uso (spostare il livello di attenzione dal governo tecnico che sta “terminando” la democrazia), l’udc meretricia senza alcun cliente, elogiandosi di fronte allo specchio, sel medita su quanti componenti della segreteria e del direttivo nazionale pd otterrebbe in caso di confluenza, l’idv boccheggia nel labirinto degli “imbarcati” e tutto il resto è noia o pura rappresentazione

miko somma

 18/09/2012

trovo bizzarro che lusi abbia scelto come luogo per trascorrere la detenzione domiciliare un convento in abruzzo, il monastero di santa maria dei bisognosi…o forse è solo uno sfregio ulteriore di uno che se parlasse…

miko somma

Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Diamo i numeri?

 

Nell’ultima conferenza stampa a tema petrolio, il presidente della regione De Filippo ci ha fornito, per l’ennesima volta, en passant dei numeri, l’ammontare delle royalties per le estrazioni degli idrocarburi della Val d’Agri percepite dalla Regione Basilicata, quantificandole in una indistinta – poiché pochi ci hanno fatto caso, trattandosi in quella sede altri argomenti – “cinquantina di milioni di euro”, e così dal momento che non è appunto la prima volta che udiamo questo ordine di cifre, proviamo allora a dare noi dei numeri atti a quantificare ciò che a bilancio regionale appare confuso.

 

Le royalties per l’estratto, come da accordo del ’98 e dalla Legge 8 agosto 1992, n.359 (che converte il decreto 625/96), sono calcolate sulla media annuale del prezzo del greggio e quantificate al 30 giugno di ogni anno per il calcolo dell’ammontare del 7% delle stesse, più il famoso 3% destinato alla riduzione del costo dei carburanti nelle regioni produttrici.

 

A volumi estrattivi di una media superiore agli 85.000 barili/giorno – cifra raggiunta dopo i lavori della scorsa primavera per la manutenzione del centro olii di Viggiano – la cifra dei barili estratti in un anno  arriva ad oltre 31 milioni e volendo anche calcolare una media di 95 dollari al barile, senza tener conto affatto delle medie reali di quotazione che oscillano tra i 115 dollari del giugno 2011 ed i 96, 73 dollari del giugno u.s., in tal modo compensando la differenza di quotazione tra il nostro greggio ed i greggi di parametro di quotazione, brent ed arabian light, il valore dell’estratto arriva a 2 miliardi 945 milioni di dollari, quindi stabilendo medesimo intervallo di tempo nel rapporto di media nel cambio dollaro/euro, e quindi da 1,44 del 30 giugno 2011 ad 1,26 del 30 giugno u.s., si arriva ad un rapporto medio di 1,35, quindi il valore delle estrazioni in euro si attesta sui 2 miliardi 181 milioni di euro, senza contare il gas naturale.

 

Tolta la franchigia delle prime 20.000 tonnellate che a norma di legge sono abbuonate dal pagamento di royalties e che, essendo tramutabili in 127.000 barili per il rapporto tra barile e tonnellata convertita in litri in misura di un peso specifico prossimo a 0,9 – il peso cioè di un litro di greggio lucano rispetto a simile volume d’acqua – il valore dell’estratto è quantificabile in circa 2 miliardi 936 milioni di euro, il cui 7% è rappresentato da 205 milioni 500 mila euro ed il cui 3% è poco oltre gli 88 milioni.

 

Dovendosi sempre per legge dello stato attribuire per le regioni meridionali l’85% del 7% alla regione ed il rimanente 15% ai comuni che ospitano pozzi produttivi, la cifra delle royalties effettivamente percepite dalla Regione Basilicata assomma a 174 milioni 675 mila euro, devolvendosi ai comuni euro 30 milioni 825 euro.

 

Sorge allora alla luce di questo calcolo una domanda: ma il presidente conosce realmente una cifra di quanto la regione incassa dalle royalties degli idrocarburi estratti? Parrebbe di no, almeno alle parole che chiunque potrà controllare sono state pronunciate in quella conferenza stampa, nonché in diverse altre occasioni. Ma il presidente è persona scaltra e certamente da questa cifra maturata avrà sottratto quanto la regione ha sinora devoluto in virtù della legge regionale che istituisce il P.O. Val d’agri dal montante delle royalties incassate dal 1997 al 2010, quindi dalla cifra totale di 636 milioni di euro in entrata nelle casse regionali, secondo il lucido ragionamento presidenziale, occorre sottrarre la cifra di 349 milioni, quindi oltre il 54% della cifra totale, cosa che in chiave attuale ridurrebbe la cifra di 174 milioni a poco oltre 94 milioni di euro, riducendosi ancora nella strana mimetizzazione di questa posta di bilancio fino a quella “cinquantina di milioni” che altre volte erano 60, altre ancora 70.

 

Ci chiarisca allora il presidente, dati alla mano ed in una conferenza stampa:

 

1)     Quale è l’ammontare delle royalties percepite dalla Regione Basilicata negli anni 2010, 2011 e nel periodo 2012 sin qui trascorso?

 

2)     Esiste ed è producibile un preciso schema degli impieghi di queste cifre?

 

3)     Quanto percentualmente di queste cifre è entrato nel bilancio di parte corrente, quindi nelle spese di gestione, e non nelle spese per investimenti strutturali?

 

4)     Quale è l’ufficio responsabile del trattamento di questi dati finanziari in entrata?

 

5)     Quale ufficio regionale o funzionario, se esistente, è diretto responsabile della verifica dei livelli di estrazione, volgarmente conosciuti come contatori?

 

Ci auguriamo che il presidente voglia presto fare chiarezza sull’argomento, confutando i nostri calcoli, se rilevasse errori, ma soprattutto comunicandoci come in futuro intende spendere cifre che, seppure piccole, nel bilancio di una regione, non sono da mimetizzare o minimizzare.

 

Noi diamo dei numeri, aspettiamo quelli istituzionali.

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana.

Pensionati Cisl: Registro tumori in Basilicata, una necessità18/09/2012 09:57

BAS  La Federazione dei pensionati della Cisl lucana interviene a sostegno del Registro tumori, “uno strumento ritenuto indispensabile per poter programmare un’azione di prevenzione più mirata, valutando meglio l’efficacia dei programmi di screening che la Regione mette periodicamente in atto”.
“I lucani – sostiene Vincenzo Pardi, segretario generale dell’organizzazione lucana – sottoposti da anni a fenomeni ambientali impattanti, hanno assoluta necessità di un Registro Tumori che sia pienamente funzionante e soprattutto aggiornato. La registrazione è l’unico modo per sapere quante persone residenti in un determinato territorio sono malate di cancro e che tipo di tumore hanno. I flussi informativi sono inoltre vitali per la ricerca sul cancro, perché permettono di studiare le cause di alcuni tumori, di valutare l’eventuale impatto di fattori sociali o ambientali. Non ci sembra che, ad oggi, sia stata data la giusta importanza a questo strumento, ed è per questo motivo che sollecitiamo la Regione a potenziarlo, affinché – conclude Pardi – si recuperi il ritardo accumulato negli anni e si consenta in tempi rapidi a tutti i cittadini di poter accedere a dati completi e aggiornati, nel rispetto del principio della trasparenza”.

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bene, non commento affatto, poichè se anche i pensionati cisl (notoriamente moderati, sia perchè pensionati, quindi in un’epoca della lro vita in cui è la maturità a farla da padrona nei comportamenti, sia perchè cisl, sindacato altrettanto notoriamente moderato) richiedono che quel registro funzioni, crediamo sia giunta l’ora che qualcosa si faccia rispetto alla vergogna di avere un registro tumori di fatto solo sulla carta…ritorneremo a breve sull’argomento!!!…ed in maniera molto tagliente!!! 

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curiosità

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non so quanti avranno fatto caso al simbolo dei pompieri in farenheit 451 di f. truffaut (tratto dal romanzo di r. bradbury)…molto somigliante al simbolo dell’eni, con la differenza che in quello del film il fuoco viene dalla coda di un animale molto somigliante ad un dinosauro a sei zampe, in quello eni il fuoco viene dalla bocca di un cane a sei zampe…semplici coincidenze, chiaro

 

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Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Di Fenice questa regione può fare a meno.

  

Il 4 ottobre p.v. comincia il processo per disastro ambientale a carico del direttore Arpab ed numerosi altri indagati presso il Tribunale di Potenza per la vicenda Fenice e per altre ipotesi di reato connesse alle funzioni di protezione ambientale dell’agenzia regionale e, premesso che è la verità processuale a doversi ritenere verità ufficiale in merito, rimane in tutta la sua drammaticità il punto politico connesso a quanto accaduto che potremmo sintetizzare nella domanda – dopo quanto accaduto, a cosa serve la presenza dell’inceneritore Fenice in questa regione?

 

 

A ripercorrere gli avvenimenti degli ultimi mesi rispetto alla bonifica del sito a cura della proprietà i fatti sono noti: l’Ispra produce un documento che conferma sostanzialmente quanto dichiarato presso la commissione d’inchiesta consiliare presieduta da Nicola Pagliuca dal geologo D’ecclesiis che aveva condotto un lavoro sull’attività dell’inceneritore, la stessa commissione rileva protocollazioni postume in merito alla richiesta di AIA da parte di Fenice ed a data attuale non ha ancora ricevuto parte della documentazione da Arpab che si giustifica di non averla trovata, il piano di bonifica della società viene respinto prima in conferenza di servizi e poi in consiglio comunale a Melfi, il sindaco di Melfi avvia l’iter procedurale di verifica dello stato dei terreni, così delineandosi quadri istituzionali che sembra dunque appaiano fortemente critici – ma contemporaneamente si svolgono ben due conferenze di servizi per il rilascio dell’AIA – come se nulla fosse accaduto – con presidente della stessa il dott. Lambiase, la cui scelta ci pare inadeguata ed inopportuna, essendo rinviato a giudizio proprio nell’imminente processo.

 

 

E aggiungere che a settembre scadono i termini del conferimento a Fenice dei rifiuti di Potenza, Melfi e Lavello, a suo tempo lì indirizzati per rispondere alla ormai consueta “emergenza rifiuti” con cui si affronta il problema rifiuti in questa regione, non è una masochista cattiveria, ma utile a palesare quel clima di confusione istituzionale che pare regni su una faccenda che invece urge una forte decisione politica per sgomberare il campo da ogni ulteriore equivoco e rasserenare gli animi. Quindi se Fenice ha inquinato, se Fenice non bonifica secondo parametri accettabili, Fenice deve chiudere.

 

 

E che Fenice debba chiudere a doverlo stabilire non sarà un processo i cui esiti nulla hanno a che fare con la gestione dei rifiuti solidi urbani di questa regione che è responsabilità della politica attuare, ma una serena decisione politica che a monte indichi come fare perché il 15% dei rifiuti lucani non finisca più in un forno, ma venga recuperato con un nuovo piano regionale dei rifiuti che oltrepassi ogni idea di una “necessità” di incenerimento nella programmazione del ciclo degli stessi.

 

 

Perché Fenice non è una necessità, quindi una fisiologia, ma una malattia, quindi una patologia, di un sistema politico che sul ciclo dei rifiuti ne ha stabilito l’esistenza per alcune motivazioni che speriamo sia anche il processo, direttamente od indirettamente, a stabilire e che vorremmo però veder superate con l’adozione in tempi rapidi di un nuovo piano regionale dei rifiuti che superi quel vetusto piano del 2001, nato per esistere 4 anni e tutt’ora vigente nel rattoppo continuo dei suoi strappi ricuciti sempre e comunque intorno alla presenza ingombrante di quel plesso industriale.

 

 

Abbiamo così scritto da tempo un nuovo piano dei rifiuti ed elaborato la relativa proposta di legge che finalmente, dopo mesi di attesa dal deposito, è stato rinviata, dopo il richiamo in Aula e con decisione del Consiglio stesso, in III commissione per una discussione più rapida, pure se abbiamo riscontrato in aula stessa qualche “insorgenza” a che ciò avvenisse da parte dell’Assessore all’ambiente che ne ha curiosamente contestato alcuni punti, in particolare rispetto al divieto espresso di incenerimento in ogni forma dei rifiuti solidi urbani ed al divieto di ricorrere ai privati nelle fasi dello smaltimento.

 

 

Curiosamente Fenice è un inceneritore di proprietà di un gruppo privato, EDF, e di un inceneritore in aggiunta ad esso ed in sostituzione del costoso ferrovecchio di Potenza si parla ormai da tempo, ma siamo quasi certi che l’assessore volesse intendere il principio, non i casi concreti, poiché se il nuovo piano regionale dei rifiuti dovesse contenere ancora elementi di incenerimento di frazioni di RSU, sin troppo facile sarebbe comprendere perché non si vuole fare ciò che per legge dello stato, sulla base di precise direttive comunitarie, è obbligo fare, cioè raggiungere entro l’anno corrente il 65% di raccolta differenziata nella precisa gerarchia dello smaltimento che vede l’incenerimento come ultima ipotesi di smaltimento dei rifiuti, quindi “non” organizzare una raccolta differenziata per ottenere combustibile da rifiuti, ma per ottenere materie prime seconde da re-immettere nei cicli produttivi.

 

 

Solo procedendo lungo una strada virtuosa nella gestione dei rifiuti si chiude Fenice, se Fenice si vuol chiudere, non attendendo eventi, un processo nell’evidenza di una “supplenza” della magistratura alle mancate attività della politica, o rinviandoli sine die per stemperarne gli effetti che non mancherebbero di creare ansie incontrollabili nelle popolazioni interessate nel permanere delle cause stesse di quelle ansie, la presenza di un inutile e dannoso “mostro” sul quale una politica meno passiva avrebbe già da tempo scritto la parola fine, fine delle attività.

 

 

Così attendiamo fiduciosi il processo per comprendere le responsabilità passate e chi ne sia portatore – e nel caso queste emergessero ci auguriamo la comminazione di pene esemplari agli autori, singoli o associati – ma non attendiamo affatto che Fenice ritorni a fare ciò che almeno dal 2002 fa, inquinare il nostro territorio, e poiché siamo convinti che è l’incenerimento stesso ad inquinare, ben oltre quanto EDF abbia ammesso di aver inquinato, l’invito che vogliamo rivolgere alla società lucana, alle associazioni ambientaliste, ai comitati, ai singoli cittadini, è di aiutarci ad affermare, con un sostegno energico alla discussione che in III commissione si terrà su quella proposta di legge, che di Fenice questa regione può fare a meno, anche e soprattutto con un nuovo e più moderno piano regionale dei rifiuti.

 

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana.    

Tempi “morti”.

Leggo, dai giornali locali, che i lavori di riqualificazione del Parco Fluviale del Basento sono fermi perché manca il nulla osta dell’Autorità di Bacino… questo perché la Regione Basilicata non ha ancora provveduto alla nomina del Segretario Generale dell’Autorità. E quando parliamo di Città di Potenza, Capoluogo di Regione che sopporta una serie di “pesi” a livello regionale, senza ricevere dall’istituzione Regione alcunché… abbiamo torto? Quando il gioco delle nomine si prolunga per mesi e a farne le spese sono tutti i cittadini!!! Cosa si aspetta, in Via Verrastro, a fare ‘sta nomina?

rifiuti da non rifiutare

11/09/2012

è un piacere informare che la nostra proposta di legge regionale sul ciclo dei rifiuti è stata finalmente rimandata dall’aula, dove era stata richiamata come da regolamento, di nuovo in commissione ambiente con un iter accelerato di discussione…

vale a dire che a breve cominceranno le audizioni, non solo del sottoscritto, ma di chiunque abbia qualcosa da dire sia sulla proposta che sul ciclo dei rifiuti in regione…

nello specifico, nonostante il “lavoro” dei tecnici che l’assessore ha dichiarato procedere, finalmente sulla costruzione del nuovo piano rifiuti regionale, riprende voce chi dovrebbe scegleiere e decidere, il consiglio regionale…permettetemi di essere molto contento di ciò…

ringrazio la caparbietà dei consiglieri regionali che hanno apposto la loro firma (e la loro capacità di incrociare un dialogo nello specifico con il sottoscritto) su questa proposta di legge che se passasse anche solo al 30% rivoluzionerebbe l’intero asfittico sistema dei rifiuti in questa regione

…e non siamo ancora in consiglio regionale, aggiungerei!!!

miko somma

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Comunicato stampa di Comunità Lucana

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, visto quanto già da noi espresso circa l’opera di confusione che puntualmente viene messa in atto o per imperizia (e ci può stare visti i criteri) o per cosciente manipolazione bulgara (cosa molto più probabile) delle affermazioni dei comunicati, il cui senso non andrebbe distorto, ma semmai solo adeguato alle esigenze di spazio concessogli in ciò che dovrebbe essere una sorta di rassegna dei comunicati inviati

tale attività riprenderà solo a seguito delle scuse ufficiali del sito basilicatanet

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Non si giochi sul disagio mentale e sulla non autosufficienza.

 

La conoscenza del diritto e dei suoi principi è certo materia da giuristi, giudici, avvocati, ma non ultimo dei legislatori, fossero anche del legislatori regionali. Capita così che all’udire consiglieri regionali ed assessori esterni, proporre come una risoluzione della penosa questione del Don Uva di Potenza – questione ardua da ricostruirsi qui, ma che vede una società pugliese, titolare di un affidamento della Regione Basilicata sui servizi psichiatrici, in una crisi amministrativa dalle penose conseguenze nella corresponsione dei salari agli occupati della sede potentina – una impropria mallevazione in base a cui tentare di versare direttamente ai dipendenti gli arretrati dei pagamenti dovuti, trattenendoli da ciò che alla società la Regione è tenuta a versare sulla scorta dell’affidamento, si rabbrividisca non solo per l’ingenuità della proposta, ma per l’imperizia stessa nel proporre ciò che espressamente è negato dai principi del diritto, principi che pure ai legislatori regionali non dovrebbero essere sconosciuti.

 

La materia delle obbligazioni (Codice Civile) stabilisce infatti che il pagamento di una prestazione da vincolo contrattuale – quale è appunto il servizio erogato da un soggetto sulla base d’un affidamento – è dovuta sempre e solo al soggetto interessato dall’obbligazione al fare, a meno che disposizioni ad hoc d’autorità fallimentare non stabiliscano che il credito maturato sia ceduto a creditori di prelazione, quale appunto il caso dei lavoratori del Don Uva, titolari a loro volta di un credito maturato sulla base di una obbligazione sorta esclusivamente tra loro stessi e la società che gestisce il servizio.

 

In tali casi, essendo le norme del Codice Civile equiparate alle leggi ordinarie e di un grado gerarchico superiore rispetto alle potestà legislative concesse ad una regione, al Consiglio Regionale si parla del sesso degli angeli senza conoscere Ermafrodito, e si propongono assurde soluzioni tecniche di sicura bocciatura da parte della Consulta, dalle sicure conseguenze in materia di processo civile e senza una soluzione affidabile alle legittime richieste dei lavoratori di essere tutelati dalla propria regione, dante causa dell’affidamento di un servizio assistenziale a terzi, anziché espletato in proprio.

 

Ma se una dichiarazione di fallimento della società pronunciata del Tribunale di Foggia, sulla quale pur si sono uditi pronunciamenti di un impegno del Presidente della Regione ad intervenire sul giudice, interventi irrituali e non consentiti dagli stessi principi del diritto, avvierebbe la revoca dell’affidamento del servizio alla società da parte della Regione Basilicata, con obbligo per il commissario liquidatore di provvedere al pagamento dei debiti sui quali insiste un diritto di prelazione sui crediti maturati dalla società, od una dichiarazione di amministrazione controllata aprirebbe vie del tutto nuove alla gestione del servizio stesso e così forse dei problemi sacrosanti dei lavoratori, il problema rimane nella gravità, chi cioè prenderebbe in carico il servizio di cura di soggetti che non possono essere abbandonati a se stessi neppure un giorno – parliamo di disagio psichiatrico e non autosufficienza – nel caso la società non fosse più in grado, direttamente o per amministrazione controllata, di continuare il servizio?

 

Ciò vale a dire che la Regione Basilicata, oltre al problema occupazionale che una liquidazione od una amministrazione controllata comporta (la riduzione di posti di lavoro si dà come pratica consolidata in questi casi), dovrebbe a breve essere in grado o di gestire i servizi attraverso il suo sistema sanitario (recenti decretazioni impediscono la gestione di società in house), con ciò sovraccaricando il sistema stesso, o procedere ad un nuovo affidamento a società privata, soluzione questa che potrebbe essere nelle intenzioni di qualcuno, e dal momento che a data odierna il servizio affidato al Don Uva costa 15 milioni di euro annui, chissà che nell’emergenza i costi dell’affidamento non possano aumentare?

 

Così mentre si cercano soluzioni bizzarre, i lavoratori rimangono con i loro problemi ed a loro forse si potrebbe ancora chiedere pazienza oltre il consentito di non abbandonare i pazienti, ma sia il disagio psichiatrico che la lungodegenza non attendono che qualcuno giochi a fare il legislatore o l’assessore.

 Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana

il petrolio ed altre programmazioni…una domanda a de filippo

Riunione Pd, dichiarazione del presidente della Regione De Filippo

10/09/2012 20:59

“E’ stato ribadito il concetto di non trasformare la Basilicata nella Regione del petrolio”

AGR  “La posizione unitaria emersa oggi al termine del lungo ed articolato dibattito che il Gruppo regionale del Pd ha dedicato, tra l’altro, alla vicenda petrolio, all’indomani della mia conferenza stampa di giovedì scorso, darà ulteriore forza all’azione politica ed amministrativa che la Regione Basilicata ha deciso di portare avanti nei confronti del Governo centrale e delle compagnie petrolifere”. E’ quanto dichiara il presidente della Regione, Vito De Filippo, dopo la riunione del Pd di oggi. “Personalmente – continua De Filippo – sono oltremodo soddisfatto della qualità del dibattito sviluppatosi, che, da un lato, conferma il corale impegno del gruppo Pd e dei massimi vertici del partito di voler continuare a lavorare con la serietà e l’impegno da sempre profusi su questi temi e, dall’altro, sgombra il campo da inutili equivoci ingenerati da quanti hanno inteso ingiustamente leggere in alcune mie affermazioni una sorta di attacco a presunte lobby presenti all’interno del Partito Democratico. Sono certo che il confronto di oggi – conclude De Filippo – ha fatto definitivamente chiarezza in tal senso, rafforzando quello che rimane il concetto esplicito ed inequivocabile da me espresso sulla necessità di non trasformare la Basilicata nella Regione del petrolio, ma al contrario di farne la terra dell’agricoltura di qualità, di un turismo eco-sostenibile e di uno sviluppo diffuso per il bene dei lucani”.—————————————————————————————————————

bene, questa la sintesi di alcune fibrillazioni tutte interne al pd sulla opportunità di mettere un freno a quelle attività delle compagnie che lette in una chiave di strategia energetica nazionale che il governo tecnico mette in campo (ed i salotti buoni in cui da anni si discute di questo) si possono leggere come il tentativo di fare della regione la “damigiana energetica” del paese…

argomenti sui quali sono anni che insisto chiedendo in primis lo stop ai permessi di ricerca ed alle istanze che interessano la regione…stop che, come ho avuto modo di chiarire con un preciso e netto comunicato stampa, forse è stato espresso tardi e male nella forma, mancando in questa regione tutta una serie di leggi che aiuterebbero a dare ai territori una diversa programmazione in virtù di una differente visione degli stessi, ma quel no è pur sempre una indicazione politica abbastanza chiara e della quale sono moderatamente soddisfatto, anche se nulla cambia nelle problematiche delle aree ad oggi interessate dalle estrazioni…

in sintesi per una volta (e credo tale rimarrà, unica) credo alle parole del presidente ed a una sua buona fede sull’argomento, pur se mi rimangono forti dubbi su quelle sue idee sul petrolio che solo fino a qualche mese fa lo vedevano come un entusiasta sostenitore delle compagnie e di quegli hub di cui decantava i benefici sul territorio…

così nell’attesa di vedere quali azioni egli farà seguire alle dichiarazioni roboanti ed un po’ retoriche di quella conferenza stampa e mentre rimangono del tutto presenti le problematiche dell’assenza di controlli reali nelle aree delle estrazioni (e non sarebbe male anche un po’ di autocritica su alcuni passaggi di quei “controlli-non controlli” e sui soggetti che le gestiscono o dovrebbero gestirle), mi sovviene un dubbio che poi era la domanda che avrei posto al presidente in quella conferenza stampa e che non ho posto per dar modo ai giornalisti di poter andare a scrivere i rispettivi pezzi…

presidente – questa la domanda – diamo lo stop ai nuovi permessi ed alle nuove istanze per una idea di salvaguardia della programmazione della regione, programmazione le cui finalità lei individua in agricoltura di qualità, turismo eco-sostenibile e sviluppo diffuso…bene, ma siamo sicuri che alla data attuale queste indicazioni programmatiche siano reali e che in questa regione le politiche di sostegno all’agricoltura, al turismo ed allo sviluppo diffuso abbiano finora prodotto qualche risultato apprezzabile in quella direzione o magari siamo all’anno zero ed occorre ricominciare tutto daccapo per dare concretezza a quelle parole?…

in altre parole, parliamo delle stesse cose o parliamo per parlare, ed in realtà, dopo aver tenuta buona la gente che comincia sul petrolio ad arrabbiarsi, facciamo retorica?…

perchè allora proprio su quei settori e sulla loro gestione a data attuale, tanto, ma tanto deve cambiare sia nelle sue idee, che in quelle del suo partito!!!…ed è qui che casca l’asino, secondo il modesto avviso di chi scrive!!!

miko somma

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la politica

11/09/2012

in basilicata siamo stati abituati a vedere chi fa politica come colui che “detiene” un pacchetto acritico di voti, colui che intrattiene relazioni di mutuo scambio di favori in virtù di una rendita di posizione assicurata proprio da quel pacchetto “infeudato”, colui che inciucia perennemente per la propria sopravvivenza e quella dei propri sodali…un disastro democratico e sociale!!!…


ed invece sarebbe bellissimo vivere in una regione dove chi fa politica la fa per le sue idee ed i suoi progetti condivisi dalla società, senza altre relazioni che non siano l’umano dialogo tra visioni del mondo e senza alcuna sopravvivenza politica che non sia legata alla sua volontà di darsi alla società…

 

sarò un ingenuo, ma questa è per me la politica ed è per questa idea che mi impegno…una idea che “voglio” vedere affermata come valore costante tra i lucani!!!

 

miko somma

20 anni di storia d’italia in sintesi estrema

11/09/2012

il modello democratico in questo paese è del tutto svaporato…

prima tangentopoli, poi il figlio di un ex presidente fa saltare il sistema elettorale proporzionale che per 50 anni non aveva mai impedito una governabilità, quindi un saltimbanco piduista che porta al potere un branco di fascio-masso-mafiosi in odor di golpe, ancora un presidente che sovverte un risultato elettorale creando un precedente, a seguire 5 anni di sinistro liberalismo di sinistra che comincia a privatizzare e precarizzare, destabilizzando l’apparato economico del paese in un festival di regate e ristoranti, indi ancora il saltimbanco che per altri 5 anni fa a pezzi il paese, a seguire un intervallo di confusione totale, poi ecco imperterrito il saltimbanco a distruggere il poco che era rimasto, tra nani, puttane e ballerine e nella complicità di un cretino che pur di perdere le elezioni sabota la sopravvivenza della sinistra più critica, ecco infine il governo tecnico che incornicia un passaggio storico...

la categoria del “lo chiede l’europa” come mezzo per realizzare un fine, l’abbandono delle elezioni come strumento di una scelta reale dei cittadini

miko somma

l’in-formazione

10/09/2012

ciò che è paradossale è che l’assessore alla formazione, l’ex on. viti, interpellato da una giornalista sul numero di enti accreditati per la formazione (la giornalista ipotizza 150), serafico risponde che sono più di 150 e che un report sarà pronto per fine ottobre…

bene, suggerisco io il numero al signor viti…202 all’anno scorso, questo il numero di enti accreditati presso apofill (pro, pz) ed ageforma (prov. mt) per una formazione-bluff che lui definisce continua, io definisco approssimativa (un po’ come viti, d’altronde)…in lombardia sono 80…fate un po’ voi!!!…

costo totale 180 milioni di euro annui e nessun riscontro tra attività e collocamento dei “formati”…

la verità è che la formazione è un’elemosina con cui si elargiscono 2,50 euro/h ai soggetti formandi, mentre pulsa il mondo dei tutor (con relative clientele) e soprattutto impazza quello dei proprietari di enti, molti dei quali strettamente collegati a soggetti che fanno attività politica diretta od indiretta…occorre rivoluzionare questo basso impero!!!

miko somma