il programma passo passo – 2) ambiente

2. Ambiente

passiamo ora alla parte del programma dedicata all’ambiente, avvertendo che in questa sezione tratteremo principalmente di principi generali di conservazione, cura e tutela del patrimonio ambientale lucano, demandando a singole sezioni del programma l’applicazione pratica dei principi esposti:

       I.     Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario della regione (vedi anche agricoltura).

Punto questo in assoluta conseguenza con quanto già esposto al punto 1) della parte dedicata all’agricoltura e che ci pare superfluo spiegare oltre, nella chiarezza che è presente nella statuizione stessa di un principio attivo come guida ad ogni utilizzo del territorio

      II.     Istituzione della Consulta Regionale dell’Ambiente, composta da esperti del settore, funzionari delegati dalla Regione, docenti universitari  ed aperta alla partecipazione popolare sulla base di ricognizioni ed avvisi pubblici alla disponibilità, con attribuzione di parere consultivo obbligatorio per le attività deliberative della giunta e legislative del consiglio regionale in tema di ambiente e materie connesse.

Pur essendo di fatto già presenti nei tavoli consultivi regionali istituti dedicati, in questo punto si vuol invece rimarcare il sempre maggiore ruolo che tale consulta deve assumere nella previsione che il parere della stessa diventi appunto obbligatorio per ogni attività della giunta o del consiglio che attenga alle materie ambientali nella sua ovvia potestà decisionale che si avvarrà però di tale parere come elemento costruttivo, visto il suo carattere non solo tecnico, ma rappresentativo di una partecipazione popolare agli audit che deve avvenire sia con ricognizioni degli uffici, sia con avvisi pubblici di disponibilità alla partecipazione di singoli ed associazioni anche non riconosciute in forma pubblica, ma  particolarmente impegnate nelle attività di tutela ambientale 

     III.     Divieto espresso all’attraversamento su qualsiasi mezzo di trasporto, allo stoccaggio in qualsiasi forma, alla lavorazione a qualsiasi stadio ed all’utilizzo a qualsiasi titolo nel territorio regionale di sostanze ritenute tossico-nocive per l’uomo da rilevanze scientifiche certe e da letteratura scientifica prevalente, ivi comprese materie prime e derivati atte alla produzione di energia nucleare a scopi civili e/o militari, in questo caso nelle more delle potestà statali in materia, previa individuazione e redazione di un elenco aggiornato annualmente di sostanze proibite a cura della Consulta di cui al punto II e statuizione legislativa del Consiglio Regionale.

In questo punto, intendiamo rimarcare che nelle materie di competenza regionale o concorrenti alle leggi dello stato vi debba essere un divieto espresso attraverso specifica legge regionale a quanto indicato al punto e ciò nell’ovvietà del tenere lontane dal territorio della regione materie, fasi industriali e di stoccaggio, attraversamenti del territorio che possono nuocere ai principi di incontaminatezza già espressi, divieti dinamicamente aggiornati alla redazione annuale di un elenco di sostanze e processi proibiti da parte della consulta di cui al punto II), nella collaborazione di enti specifici (che a breve saranno indicati in questo programma)  per le attività di supporto scientifico che crediamo debbano sostenere tali divieti che in quanto tali andranno specificati anche rispetto alla letteratura scientifica (in osservanza del principio generale di precauzione) in materia e normati anno per anno attraverso legge regionale che aggiorni tali elenchi 

    IV.     Redazione a cura della Consulta e degli Uffici Regionali di un Piano di Sicurezza Industriale Regionale e di una Tabella Regionale dei Limiti delle Emissioni individuati nella totalità del territorio regionale in accordo ai parametri legislativi nazionali e per zone specifiche in accordo alla potestà legislativa regionale.

A cura della consulta e degli uffici regionali competenti, intendiamo procedere alla redazione di un piano di sicurezza industriale regionale che analizzi puntualmente le criticità del sistema regionale, per distretto e con riferimento ai singoli stabilimenti ed alla logistica energetica ed infrastrutturale, e ponga in atto tutta l’attività informativa alle popolazioni, come da leggi dello stato, in concorso con la protezione civile nazionale, regionale e con le prefetture di potenza e matera, nonché la redazione, in accordo alle potestà regionali in materia, di una tabella delle emissioni ambientali consentite, ivi compresi impatti emissivi gassosi, liquidi, solidi, fluidi, sonori, olfattivi, visuali e paesaggistici, con limiti conseguenti alla statuizione di incontaminatezza del territorio che rimane principio guida a cui attenersi da parte di qualsivoglia attività industriale presente sul territorio regionale (vedi anche parte industria)…tale piano deve assumere carattere di legge regionale in materia

     V.     Chiusura di ogni impianto o plesso industriale in sub-ordine a quanto stabilito al punto III) che non si adegui al Piano di Sicurezza Industriale Regionale entro il termine di mesi 12 (dodici)

Ci pare inutile sottolineare il carattere di obbligatorietà stabilito proprio dall’assunzione legislativa di cui al punto precedente, per ogni intrapresa che violi l’osservanza di tali parametri e che in quanto tale sarà obbligata all’adeguamento ai parametri fissati in un tempo congruo quale riteniamo che sia un anno per ogni genere di stabilimento od attività

    VI.     Divieto espresso ai processi di combustione nei settori della produzione energetica, del trattamento dei rifiuti solidi urbani ed industriali (a questo proposito vedere la parte specifica dedicata al ciclo dei rifiuti ed all’energia)

Divieto alla combustione che non solo meglio chiariremo nella parte specifica del programma relativa proprio al ciclo dei rifiuti, ma che è già contenuto in una nostra proposta di legge ad oggi depositata per la discussione di merito presso la III commissione regionale

 VII.     Ristrutturazione amministrativa del dipartimento ambiente (vedi premessa al punto 1. agricoltura)

Ci pare scontato che un nuovo indirizzo delle politiche ambientali non possa che non passare da una ristrutturazione del dipartimento regionale all’ambiente, e ciò non solo per le necessità organizzative di quanto indicato alla premessa al punto I) della parte dedicata all’agricoltura (segnatamente l’accorpamento del dipartimento ambiente e del dipartimento agricoltura in un interdipartimento), ma nella previsione di una revisione per competenze e titoli del personale dirigenziale e della destinazione, fatte salve le leggi dello stato, ad altro incarico di personale che abbia pendenze giudiziarie in corso per materie attinenti all’ufficio ricoperto

 VIII.     Ristrutturazione dell’ARPAB ed allontanamento della dirigenza attuale, ottenimento delle potestà certificanti in materia ambientale, controllo popolare della gestione attraverso un tavolo interno all’agenzia aperto alla partecipazione di comitati ed associazioni ambientaliste e di cittadini, trasparenza nella gestione dei dati di monitoraggio immediatamente resi noti sul sito web dell’agenzia e messi a disposizione della cittadinanza, anche nelle more della validazione degli stessi.

Ci sembra inutile spiegare oltre la ratio di questo punto che attiene ad un’agenzia il cui ruolo dovrebbe essere esclusivamente di tutela e che in questi ultimi anni ha dimostrato carenze e criticità evidenti e non risolvibili se non attraverso l’allontanamento della attuale dirigenza, un immediato ottenimento di ogni potestà in tema di validazione dei dati ad oggi non posseduta dalla stessa, l’apertura di un confronto coerente e continuo con le popolazioni, la massima trasparenza sulla pubblicità dei dati ambientali di monitoraggio che dovranno essere immediatamente successivi alla rilevazione stessa

    IX.     Avvio immediato delle bonifiche ambientali dei siti di bonifica interesse nazionale attraverso interlocuzione diretta e puntuale nelle sedi di conferenza stato-regione e bonifica a cura dell’ente regionale dei siti rinvenuti in seguito ad ispezioni, indagini, denunce e sentenze con facoltà di rivalsa totale e/o facoltà di richiesta di sequestro cautelare sui soggetti ritenuti responsabili.

Eccoci arrivati ad un argomento in cui è del tutto primario il ruolo di stimolo dell’ente regione rispetto a tematiche di risanamento ambientale già certificate dalla stato (siti di interesse nazionale) e che potrà essere praticato solo nella responsabilizzazione delle massime cariche istituzionali regionali verso la richiesta immediata di messa in sicurezza e ripristino ambientale dei siti in oggetto…a tale attività dovrà affiancarsi la più costante e pronta opera di messa in sicurezza dei territori oggetto di inquinamenti, nelle more di quanto già ad oggi disposto dalle leggi vigenti, ma in nuovo ordine di priorità che deve vedere la più completa attività da parte dell’ente regione nella prevenzione e repressione (vedi seguente punto XI) polizia ambientale regionale) di ogni forma di inquinamento ambientale, e nella più pronta attività in giudizio contro ogni responsabile

     X.     Apertura di un sito web regionale dedicato alla consultazione ex-ante di ogni progetto presentato presso le rispettive sedi di regione, province e comuni in tema di energia ed ambiente allo scopo di rendere immediatamente pubblico, in ottemperanza alle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, ogni procedimento soggetto a valutazione dei competenti uffici e la cui documentazione in file elettronico assuma carattere documentale e probatorio nella formazione dei processi di presentazione di osservazioni ed opposizioni da parte di enti, associazioni e cittadini.

Questo punto del programma è di vitale importanza nei processi di pubblicità delle attività di terzi presso le pubbliche amministrazioni nelle materie in questione e richiede non solo la realizzazione dello strumento informatico e della relativa attività di costante aggiornamento, ma che vengano resi disponibili tutte le documentazioni relative in un formato documentale e probatorio al fine di costituire esse stesse nella forma di pubblicazione sul sito, documento atto a consentire le attività di presentazione di osservazioni ed opposizioni verso le istanze relative

    XI.     Formazione della Polizia Ecologica Regionale, a partire dalla riforma e fusione delle Polizie Provinciali e nel concorso delle Polizie Locali, come entità di polizia giudiziaria indipendente dall’attività politica.

Già esistente in nuce nel raggruppamento delle polizie provinciali in un unico corpo regionale, che tuttavia mai è stato composto e reso effettivo, la polizia ecologica regionale si intende come un corpo specializzato nella prevenzione, vigilanza  e repressione dei reati ambientali con l’ausilio delle polizie locali (ex vigili urbani) in organico presso i comuni della regione, e tale comunque da rappresentare nella sua autonomia valido ausilio ai corrispondenti nuclei di sicurezza ad oggi presenti sul territorio della regione e previsti nella legislazione dello stato 

  XII.     Automatica costituzione di parte civile della Regione Basilicata ed in sub-ordine di ogni ente territoriale interessato nelle procedure giudiziali su reati ambientali.

Più che una specifica attività da porsi in essere, questo punto intende essere uno stimolo alla presa in carico da parte degli uffici legali della regione, in proprio ed in rappresentanza sussidiaria per tutti gli enti territoriali della regione, della più immediata ed efficace attività di tutela degli interessi collettivi attraverso l’automatica costituzione in giudizio penale e civile contro gli autori di reati ambientali anche in assenza di un mandato politico specifico. 

Pubblicato in Blog

psr misura 227

Terreni forestali, Misura 227: Giunta approva graduatoria

02/02/2013 15:34
Approvati gli elenchi definitivi dei beneficiari della misura ‘Sostegno agli investimenti non produttivi – terreni forestali’ per il miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale

AGR  La Giunta regionale ha approvato su proposta dell’assessore all’Agricoltura le graduatorie definitive del bando relativo alla misura 227 ‘Sostegno agli investimenti non produttivi – terreni forestali’ del Psr Basilicata 2007/2013. Con il provvedimento sono stati approvati i nuovi elenchi suddivisi in beneficiari privati e autorità pubbliche. Sono 43 le domande di aiuto ammesse e finanziabili, di cui per i 32 soggetti pubblici e 11 per i privati a fronte di una richiesta iniziale di 45 domande. La dotazione finanziaria complessiva a disposizione ammonta a 2.658 ml di euro, di cui 1.948 ml di euro per le Autorità pubbliche e 709 ml di euro per i soggetti privati. La graduatoria sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata e sui siti www.basilicatanet.it e www.basilicatapsr.it.
Con questa Azione, la Regione Basilicata, intende sostenere processi atti a migliorare l’ambiente e lo spazio rurale sostenendo la gestione e la tutela del territorio mediante la realizzazione di investimenti non produttivi nei territori boscati dove è prevalente o esclusiva la funzione pubblica del bosco e gli investimenti realizzati, aventi finalità ambientali ed ecologiche senza comportare un ritorno economico per i proprietari e gestori dei boschi.
La Misura è finalizzata al conseguimento dell’obiettivo “Conservazione della biodiversità, tutela e diffusione di sistemi agroforestali ad alto valore naturalistico” ed “Aumento della produzione delle biomasse e di pratiche/attività per la riduzione dell’effetto serra” agevolando investimenti finalizzati al miglioramento e alla diversificazione della struttura forestale, nonché allo sviluppo equilibrato della fauna selvatica.

————————————————————————————————————————-

tutto bene, madama la marchesa, ma c’è sempre qualche ma per la nostra regione…infatti nella tronfia retorica di maniera di basilicatanet si parla di questa misura la 227 e si citano risorse disponibili e stanziate che ammontano ad euro 2.658 e già qui c’è qualche incongruità se è vero come è vero che  sul bur n. N. 44 – BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA – del 07-12-2012 le risorse invece disponibili ammontano ad euro 2.824.835,00 con un sostanziale diminuzione di dotazione rispetto a quanto approvato di circa euro 166.000 (si saran persi per strada, forse!!!)…fornisco per la sicurezza di quanti leggano il testo l’art. 4 della delibera di giunta regionale 4 dicembre 2012, n. 1683.

…4.che con riferimento alla Misura 227 è possibile adottare i decreti di concessione individuale a favore dei relativi beneficiari le cui istanze siano state istruite positivamente e consentire loro di presentare domanda di pagamento, utilizzando la dotazione necessaria alle esigenze dei n° 42 beneficiari ammessi, in quanto risultano disponibili sul piano finanziario della Misura 227 risorse per Euro 2.824.835,00;”….

ed il relativo link per controllare http://www.regione.basilicata.it/giunta/files/docs/DOCUMENT_FILE_603822.pdf

ma la cosa più strana di tutte è che alla ricerca della graduatoria approvata nessun link funziona e di fatto la graduatoria non è visibile…qualcuno potrebbe dire “ma se sono state appena approvate!!!”…beh, in effetti queste graduatorie sono state composte già da tempo come provvisorie, ma purtroppo appunto la ricerca di quella graduatoria provvisoria non fornisce risultati visibili…

cose lucane, direte, ma le preoccupazioni sono appunto tutte in quella parolina “biomassa” che messa semplicemente così risulta innocua poichè potrebbe essere anche un significato di biomassa relativo all’ammontare complessivo delle specie vegetali…e se invece fossero altro?…che so, biomasse per uso energetico, tanto per intenderci…più pressante allora diventa la necessità di vedere chi sono i soggetti pubblici e privati che intendono realizzare quell’aumento e quale sia la diversificazione della struttura forestale che si intende realizzare…ma le foreste in quanto tali, se non esiste come recitato nel bando alla misura e nel lancio interesse economico, perchè andrebbero “diversificate”?…e se è comprensibile un interesse di soggetti pubblici (interessante era appunto capire se si tratta di enti territoriali o magari di agenzie e società pubbliche, vedi a titolo di esempio sel ed altre società che appunto zitte zitte si occupano di biomasse a scopo energetico, che altre mission hanno nel loro statuto che non la cura del patrimonio forestale) al miglioramento “diversificato”, quale mai potrebbe essere l’interesse dei soggetti privati?…soggetti privati i cui nomi sarebbe interessante appunto controllare…mah, vedremo se nei prossimi giorni qualcuno renderà disponibili gli elenchi definitivi e perchè no anche quelli provvisori!!!

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Blog

comizio a potenza annullato per neve

ovviamente, a causa della nevicata che sta interessando la città di potenza, il comizio previsto per oggi alle 18.00 in p.zza m. pagano è stato annullato e sarà tenuto in data da destinarsi…

della cancellazione dell’evento è stata data notizia alla polizia locale ed alla questura di potenza, onde impedire l’invio di personale altrimenti molto più utile per la gestione delle eventuali necessità relative agli eventi atmosferici…

a più tardi per la pubblicazione di qualche foto e della seconda parte del nostro programma passo per passo – 2) ambiente

Pubblicato in Blog

oggi, domenica 3 febbraio, potenza p.zza m. pagano ore 18.00

comizio di COMUNITA’ LUCANA

vi attendo e speriamo che giove pluvio e “nevio” (questa concedetemela) ci assista!!!

Pubblicato in Blog

il programma spiegato passo per passo – 1) agricoltura

IL PROGRAMMA REGIONALE

 

1. Agricoltura

partiamo dal nostro programma per l’agricoltura e la zootecnia, per il momento sviluppato su dodici punti, premettendo che per questo settore dal forte peso sull’economia della regione e dalla forte valenza ambientale posta in essere da corrette metodologie di uso dei terreni, l’integrazione con il sistema di norme di protezione e salvaguardia ambientale deve essere perseguita con forza, fino al punto nodale di creare un inter-dipartimento regionale all’ambiente ed all’agricoltura che sostituisca gli attuali due dipartimenti separati, unificando amministrativamente procedure che vanno tenute insieme in un unico progetto coese ed avente come scopo sia la conservazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, sia la messa a sistema di un circuito agricolo strettamente connesso alla incontaminatezza del nostro territorio:

 

       I.     Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario dell’azione di governo e dell’agricoltura biologica-tradizionale come vocazione economica prevalente della regione Basilicata.

si tratta di un punto estremamente importante poichè si definisce a livello statutario (e quindi programmatico) che nel territorio della regione l’incontaminatezza dello stesso è il valore cardine sul quale innestare la vocazione agricola biologico-tradizionale (di fatto ciò che oggi definiamo biologico nelle sue varie branche e che sino a pochi decenni fa era la norma di coltivazione) come evento primario dell’economia lucana, quindi da tutelarsi in maniera prevalente

      II.     Indicazione del sistema biologico-tradizionale di coltivazione come unico sistema compatibile e permesso nel territorio regionale con divieto espresso all’uso di fitofarmaci, insetticidi e sostanze chimiche di sintesi, concimi di sintesi, farine animali e sementi ogm anche rivolte alla sola alimentazione animale.

e veniamo già ad una delle conseguenze dirette del punto 1), l’indicazione del metodo biologico-tradizionale come unico metodo compatibile e permesso di coltivazione (e di allevamento zootecnico) sul territorio regionale, quindi nell’espresso divieto di ogni ammendante, concime, farmaco, insetticida di sintesi, quindi da processo chimico-industriale, e dell’uso di sementi geneticamente modificate…punto sul quale certamente potrebbe aprirsi uno scontro a livello di normativa europea a riguardo della libertà di mercato, ma che diverrebbe secondario rispetto ai principi generali di precauzione sanitaria ed ai poteri di indirizzo e programmazione affidati alle giunte regionali…punto questo che consentirebbe l’acquisizione di una “patente” di salubrità dei prodotti certificata da un ente territoriale che ne garantisce legislativamente la purezza e che in sede di commercializzazione dei prodotti agri-zootecnici avrebbe una grande valenza a livello di marchio tipico territoriale, con gli evidenti vantaggi che ne deriverebbero sia in termini di maggiore conoscibilità del prodotto, sia in termini di garanzia verso un mercato sempre più attento alla qualità organolettica e naturale dei prodotti di consumo

     III.     Realizzazione del sistema della filiera corta e del chilometro zero organizzata in reti di negozi in collaborazione con le associazioni di categoria riservata ai soli agricoltori della regione, con fissazione per il restante comparto distributivo di un limite del 50% obbligatorio di prodotti agro-zootecnici da reperire in loco.

ci pare del tutto chiara la finalità di questo punto, costruire cioè un comparto locale che tenda in primis alla cosiddetta “sovranità alimentare”, quindi alla produzione, commercializzazione e consumo a filiera corta delle derrate alimentari, eliminando cioè ogni intermediazione esterna che influisce ovviamente sulla formazione del prezzo, in tal modo consentendo per l’acquirente locale dei risparmi sulla spesa alimentare (ed una salubrità del prodotto che pone vantaggi in termini di salute), ma al tempo stesso  la corresponsione di un maggior prezzo corrisposto ai produttori, cosa questa che evidentemente sostiene ed incoraggia sia l’imprenditoria agraria diffusa, sia un maggior ricorso a manodopera, quindi maggiore occupazione…ovviamente per ogni merce che non sia reperibile in loco o la cui richiesta sia eccedente il valore di produzione locale deve essere stabilito libero accesso ai mercati, nella fissazione però di un limite del 50% che ci pare congruo rispetto alle potenzialità produttive della regione

    IV.     Realizzazione del mercato ortofrutticolo lucano a totale controllo pubblico.

punto questo che consegue direttamente al precedente, nella considerazione che per quanto corte le filiere è ovvio che è solo teoricamente che si parla di km 0 nell’orizzonte di poter ridurre certamente il trasporto di merci ed i consumi energetici necessari (e che hanno un peso non indifferente sulla formazione del prezzo finale), necessitandosi così non solo di un punto di accumulo, conservazione e vendita rivolto ai grossisti, sia locali che provenienti da altre regioni, ma di un punto di formazione di un prezzo verso l’esterno che sfugga al ricatto degli stessi grossisti, ad oggi lasciati liberi di contrattare azienda per azienda, il più delle volte nella corresponsione di un prezzo incontrollabile ed intrattabile visto il veloce deperimento delle merci e l’impossibilità concreta alla vendita dei prodotti se non attraverso queste figure “predanti”…il controllo pubblico del mercato sarebbe appunto la garanzia di non intromissione di logiche altre che non siano l’interesse pubblico

     V.     Incentivazione della micro-industria diffusa di trasformazione agricola con affidamento del prodotto ad un Consorzio Regionale del Prodotto Agri-Zootecnico Lucano che ne tuteli raccolta, conservazione, etichettatura, tracciabilità ed osservanza dei principi ai punti 1) e 2), nonché le operazioni a monte di vendita di sementi e concimi.

come conseguenza agli altri punti esposti appare chiara la funzione di un consorzio che sovraintenda alle fasi più “industriali” della produzione stessa, nell’ottica di creare un marchio lucano di tipicità garantita, ma avendo cura di organizzare le fasi di ciclo del prodotto agricolo

    VI.     Creazione di un ufficio regionale speciale per la promozione ed il marketing del prodotto agri-zootecnico lucano in accordo al punto 5).

crediamo che questo punto sia del tutto chiaro ed in diretta conseguenza del punto precedente…appare evidente che la creazione di un team di esperti che curi tutte le fasi di studio, pubblicità ed immissione nelle reti distributive di un prodotto sia un elemento chiave per la sua affermazione sui mercati

  VII.     Riforma dell’ALSIA in assunzione del compito di programmazione annuale della produzione agricola sostenibile e gestione della produzione di sementi presso le aziende agricole regionali, nonché allo sviluppo di tecniche ambientalmente compatibili in accordo ai punti 1) e 2).

eccoci ad un punto spinoso e sul quale tuttavia crediamo necessaria una radicale riforma del compito istituzionale di un ente che, commissariato da tempo immemore, pur dovrebbe curare gli aspetti dell’innovazione, della ricerca e della messa a rendimento produttivo delle nostre colture, e che , tuttavia, ciò non riesce a fare per via di una “occupazione coatta” da parte della politica che di fatto fa perdere la mission originaria dell’agenzia nei rivoli del clientelismo più spiccio…crediamo che l’alsia debba e possa, una volta riformata, assumersi il ruolo di programmazione della produzione e di sperimentazione di nuove tecniche ambientalmente compatibili

 VIII.     Liquidazione dell’ARBEA, le cui funzioni vengono trasferite al dipartimento agricoltura della regione.

ci pare doverosa la liquidazione di un ente di fatto inutile, primo perchè copia regionale di una agenzia di stato preposta ai pagamenti delle contibuzioni, l’agea, secondo perchè troppi sono stati i casi di malversazione operata sulle sue finalità istituzionali…crediamo che le attività di arbea possano essere assunte dal dipartimento regionale 

    IX.     Creazione dell’Ufficio Scientifico Interdipartimentale del Patrimonio Agri-zootecnico Lucano come responsabile unico, in accordo con l’Università della Basilicata – Facoltà di Agraria, della conservazione delle varietà locali, con compiti di ricerca e miglioramento selettivo non genetico delle varietà coltivabili lucane, con specifica indicazione alle specie ammesse alla coltivazione sul territorio regionale.

appare evidente che simile ufficio è in parte una conseguenza della frettolosa liquidazione di metapontum agrobios, azienda efficiente se non le fossero stati finora attribuiti compiti impropri, quali i monitoraggi ambientali, ed una gestione alquanto bizzarra che ora viene ripartita tra alsia ed arpab, nell’evidenza della perdita della sua specificità scientifica acquisita…la collaborazione con l’università di basilicata volta alla selezione e riselezione del patrimonio delle varietà coltivabili e così la tabellazione delle specie ammesse alla coltivazione delle specie ammesse a coltivazione ci sembra ottimo recupero delle finalità di ricerca, del tutto demandate ad un ente pubblico 

     X.     Introduzione del sistema di compensazione debiti-crediti tra aziende agricole, Consorzio Regionale ed il sistema creditizio con garanzia sussidiaria regionale.

punto importantissimo e che, nella doverosa spiegazione di cosa, come, dove e quando la garanzia sussidiaria regionale entra a beneficio del sistema dell’impresa agricola (come di altri settori), spiegazione che oltre faremo nei suoi punti specifici, ben introduce la nostra filosofia di limitare le partite finanziarie a rischio per le aziende stesse, portando a garanzia da parte della regione basilicata le partite finanziarie tra aziende impegnate nel consorzio regionale e sistema creditizio, al fine di impedire sovraesposizioni debitorie

    XI.     Borsino dei Terreni Agricoli atto a favorire, attraverso crediti agrari garantiti (vedi punto 10) la ricostituzione, previo riconoscimento dei requisiti zonali, della Unità Minima Agri-Zootecnica come criterio di riferimento per un sistema di compravendite, permute e perequazioni che porti alla ricostituzione di entità agri-reddituali atte a garantire condizioni di reddito non inferiori al limite di povertà relativa, in accordo con le normative europee sul settore.

lo scopo del borsino appare chiaro…ricostituire attraverso compravendite, permute e perequazioni unità agricole sufficienti alla costituzione di un reddito minimo per gli agricoltori garantito dalla produzione di prodotti agricoli su superfici compatbili, nella considerazione che i frazionamenti successori alle assegnazioni delle riforme agrarie hanno spezzattato i fondi agricoli in unità troppo spesso frammentate a tal punto da impedirne una razionale coltura e favorire il progressivo abbandono di terreni, con conseguenza gravi sia dal punto di vista della manutenzione degli stessi, che, come conseguenza dell’abbandono, di pericoli di “incetta di terreni” da parte di entità che di fatto tendono alla ricostituzione di nuovi latifondi per usi troppo spesso non prevalentemente agricoli

  XII.     Divieto assoluto alla coltivazione di varietà agri-energetiche oltre l’autoproduzione volta al soddisfacimento dei bisogni energetici delle singole aziende, anche organizzate in consorzi e/o cooperative locali, con esclusione di ogni processo di combustione diretta e sorveglianza pubblica delle coltivazioni di masse per bio-carburanti.

chiara appare la contrarietà ad ogni coltivazione “no-food”, se non in casi strettamente monitorati e volti esclusivamente alla autoproduzione consortile di carburanti a destinazione totalmente interna, e ciò nell’ottica di impedire che la nostra agricoltura diventi un campo di produzione di energia non direttamente afferente ai bisogni locali

Pubblicato in Blog