trasporti…fa tanta paura il nostro programma?

Trasporti, Regione: programmiamo una Basilicata più accessibile

20/02/2013 14:08
Incontro dell’Osservatorio trasporto pubblico locale: al prof. Petruccelli l’incarico di eseguire una valutazione tecnica che sarà l’impianto su cui progettare il nuovo sistema di mobilità

Il tavolo dell’Osservatorio

AGR  Migliorare il trasporto pubblico per rendere la Basilicata più accessibile.
E’ l’obiettivo condiviso dall’Osservato del trasporto pubblico locale – composto dalle amministrazioni locali (Regione e Province), da rappresentanti di Trenitalia, Anci, Anv, Federconsumatori e dai sindacati di categoria – che si è riunito questa mattina nella sede del Dipartimento Infrastruttura su convocazione del presidente della Vito De Filippo.
Per pianificare una riprogrammazione possibile e sostenibile, l’Osservatorio ha affidato a Umberto Petruccelli – professore associato all’Università degli Studi della Basilicata (Dipartimento di architettura pianificazione e infrastrutture di trasporto) – il compito di effettuare una valutazione tecnica del sistema di mobilità in Basilicata che servirà da griglia tecnica su cui costruire l’impianto della nuova progettazione in materia di trasporti.
Il documento sarà presentato già entro la fine del prossimo mese di marzo.
Tra gli obiettivi, c’è quello di adeguare il sistema lucano dei trasporti alle indicazioni delle nuove e stringenti normative nazionali che, in prospettiva, dovrebbero anche rappresentare i criteri di riparto del fondo di finanziamento del Trasporto pubblico locale. Muovendosi con anticipo e in una logica di programmazione, la Basilicata può così puntare ad un efficientamento dei servizi e alla conservazione delle quote nazionali di risorse necessarie ad assicurarli.
Il presidente, che ha definito la riprogrammazione dei trasporti “una sfida da rilanciare”, ha evidenziato la necessità che le amministrazioni coinvolte facciano “uno sforzo creativo per coniugare le esigenze di mobilità dei lucani con le griglie degli investimenti”.
Per l’Osservatorio non è irrealistico pensare di efficientare il sistema dei trasporti già entro la fine dell’anno, coinvolgendo attivamente il trasporto cittadino e quello su rotaie di Trenitalia.
Il recente accordo con l’Autorità portuale di Taranto, l’attenzione della Regione Basilicata per l’aeroporto di Salerno e l’accordo di programma per l’aggancio della rete ferroviaria ad alta Capacità a Foggia, rappresentano tre punti focali di quel progetto innovativo e lungimirante verso cui tende la Regione per collocare la Basilicata in un contesto di mobilità più fluida e dinamica, inserendosi in maniera organica nelle reti di trasporto del Mezzogiorno per agganciare le grandi vie di comunicazione nazionali ed internazionali.

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del tutto risibile che venga convocato dal presidente de filippo soli pochi giorni dalla pubblicazione del nostro programma per i trasporti…e dove viene convocato un osservatorio che pare ricalcare nella composizione la nostra idea…

non ci sono parole che possano descrivere simili comportamenti che se da un lato ci danno ragione nella funzione di stimolo che da sempre esercitiamo, dall’altro pongono il problema di quale sia l’approccio alla problematica che costoro fanno sempre partire da qualche incarico a pagamento e nel ridicolo di pensare che per la fine dell’anno si possa mettere in campo una strategia di cui finora non vi è stata traccia alcuna, anche e soprattutto per la continua vessazione subita dal contratto di servizio trenitalia verso cui questo presidente e la sua giunta nulla finora avevano mai fatto, tranne qualche ispezione nei bagni e qualche generico proclama dalla tribuna di basilicatasoviet…

e dunque siamo all’elettoralismo più becero (in linea con la restituzione dell’imu?) o alla ammissione che qualcuno riesce a produrre soluzioni programmatiche verso cui dover correre ai ripari a modo loro?…

a voi il giudizio!!!

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ricordo i comizi di oggi

bernalda, p.zza plebiscito, ore 17.30
pisticci, p.zza umberto I, ore 20.00 (orario modificato per contemporaneità ad altro evento elettorale)

vi attendo!!!

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il programma passo per passo – parte 19) forestazione ed impegni ambientali

19. Forestazione ed impegni ambientali

In questa parte del programma affrontiamo due temi, forestazione ed impegni ambientali, che a buon diritto avrebbero potuto essere collocati nella parte del programma dedicata all’ambiente, ma che abbiamo voluto trattare separatamente per le rilevanze specifiche a livello di programmazione territoriale che crediamo meritino una trattazione distinta.

Abbiamo anche dedicato un punto alla caccia, attività verso cui nutriamo contrarietà, pur trovando questa un limite nelle leggi che ad oggi la tutelano come un diritto, e così cercando di essere “laici” sull’argomento e così di inserirla in un contesto molto più ampio di salvaguardia ambientale, a cui questa potrebbe dare un suo specifico contributo se inserita in precisi contesti.

       I.     Abbandono della funzione di forestazione produttiva, modifica del piano forestale approvato e sua funzionalizzazione al ripristino della massa forestale, del contenimento del dissesto idrogeologico, degli usi civici, ove recuperabili e documentati, in zone oggi disboscate, della conservazione del patrimonio arboreo primigenio e delle essenze arboree locali, dell’assorbimento di CO2 da considerarsi non contabilizzabile ai fini del computo delle emissioni, del mantenimento e dell’ampliamento di zone atte alla conservazione e reinserimento di fauna locale, e riconduzione della forestazione produttiva alla sola coltivazione di materiale ligneo da bio-edilizia e bio-arredamento e/o di essenze pregiate ad uso artigianale, officinale, medicale, di coltivazione dei prodotti del bosco.

riteniamo del tutto sbagliata l’impostazione data al piano regionale di forestazione produttiva avviato dalla regione e lo riteniamo tale per via di una serie di considerazioni di cui ipocritamente non si fa cenno, a partire da quello che è un vero e proprio scandalo taciuto, la presenza cioè di 4200 operai forestali a fronte di meno di 600.000 mila abitanti che, in rapporto alle scandalo noto al grande pubblico della consimile attività svolta nella regione calabria del mantenimento di una struttura di 7000 operai a fronte di una popolazione tripla di quella lucana, ci appare come il paradigma di una gestione del tutto legata al clientelismo e non certo all’obiettivo primario della forestazione, ricostruire la massa arborea regionale…questa massa di operai, il cui raffronto con quello della regione calabria ci vede ancor peggiori in termini di percentuali, è stata finora foraggiata allo scopo di legare le provvidenze delle 151 giornate utili alla percezione dell’assegno di disoccupazione con le filiere del consenso, ma è chiaro che la rilevanza sociale del fenomeno non può essere ricondotta alla sola pratica del voto di scambio, ma ad una più generale pratica di assistenzialismo a carico di partite non specificamente dedicate dei bilanci pubblici che crediamo vada interrotta senza eventi traumatici (appare del tutto insensato ogni tentativo del genere in considerazione del trauma economico che ne deriverebbe per condizioni sociali già al limite), ma attraverso una razionale e graduale riconversione dei lavoratori in altri ambiti di protezione del territorio…riconversione da operarsi con la messa di in campo di una strategia di forestazione che oltre alla sua funzione naturale, che appare chiara dal dettato (di cui rimarchiamo però la netta volontà di non precedere a compensazioni tra emissioni e piantumazione che risulterebbero fuorvianti dell’ormai sempre più necessario taglio delle prime attraverso operazioni contabili), nella sua parte produttiva crediamo debba essere indirizzato verso una vocazione della stessa forestazione a scopi di produzione di materiali biologici per edilizia ed arredamento, di produzione di medicamenti naturali e di coltivazione del prodotto del sottobosco (fragole e bacche, funghi, tartufi, etc), che, nel costituire un obiettivo programmatico di politica industriale ed agricola, potrebbe innescare la formazione di un comparto produttivo locale in grado di assorbire buona parte di quella manodopera in eccesso sia nella produzione che nella coltivazione e cura delle masse forestali a scopi produttivi  

     II.     Divieto espresso attraverso legge regionale all’introduzione di essenze arboree od arbustizie non locali e non appartenenti al patrimonio vegetale lucano, di essenze anche ad uso agricolo od agri-energetico derivanti da modificazioni genetiche, sintesi di nuove specie o varietà attraverso manipolazione genetica o con funzioni differenti dall’uso strettamente agricolo ed in ogni caso da approvarsi preventivamente.

punto che appare chiaro nei suoi intenti di impedire qualsiasi penetrazione di essenze estranee sia al patrimonio naturale sia all’utilizzo programmato dello stesso

    III.     Catalogazione e riconoscimento legislativo del patrimonio floro-faunistico lucano come bene comune da preservare.

punto che appare chiaro in rapporto al punto seguente

   IV.     Programma speciale ed iniziative legislative di protezione delle specie floro-faunistiche a qualsiasi livello di rischio di estinzione o da proteggersi come bio-tipo fondamentale per la conservazione del patrimonio di cui al punto III), in concorso alla legislazione nazionale di materia.

     V.     Divieto legislativo espresso ai non residenti nella regione Basilicata di caccia, raccolta funghi e tartufi e più in generale dei prodotti boschivi e parametrazione, in collaborazione con le associazioni venatorie ed ambientaliste, di una lista e delle pratiche ammesse per la predazione delle specie animali da doversi limitare nell’ottica di un progressivo abbandono concertato delle stesse pratiche venatorie.

crediamo sia giunto il momento in cui una maggiore cura e conservazione del territorio imponga un espresso divieto di raccolta dei prodotti del bosco e della caccia da parte di non residenti, facendo con ciò salva, ma da emendarsi in senso regolamentare più preciso, ogni disposizione concernente la raccolta per i residenti che diventano su specifica richiesta e in accordo ad esigenze di riunione degli abilitati alla raccolta organizzati in consorzi locali, unici soggetti titolari del diritto di vendita a terzi del prodotto del bosco raccolto e delle prede, si da consentire maggiore razionalità, controllo e redditività per gli stessi…crediamo inoltre che, nell’ottica di un progressivo abbandono della pratica venatoria più stringenti intese con le associazioni venatorie siano da mettere in campo anche attraverso quanto al punto seguente

   VI.     Unificazione degli Ambiti Territoriali di Caccia in un unico ambito regionale.

punto attraverso il quale si deve perseguire una maggiore razionalità nella regolamentazione del settore

 VII.     Divieto assoluto all’introduzione ed al popolamento di specie faunistiche ed ittiche non appartenenti alla catalogazione di cui al punto III)

punto il cui dettato appare chiaro in rapporto sia punto III) che IV) in ordine ad una tutela del patrimonio faunistico locale che non deve permettere in alcun caso ripopolamenti con specie non autoctone al fine di evitare fenomeni di abnorme od incontrollabile proliferazione di alcune specie a danno di quelle locali nell’alterazione degli equilibri della catena alimentare animale e del patrimonio genetico delle specie locali

  1. VIII.     Completamento delle azioni volte alla costituzione dei parchi regionali e della Rete Natura 2000.

si tratta di un punto a complemento di quanto già ai dettati legislativi e regolamentari in ordine ad obiettivi di tutela stabiliti in sede regionale, con la costituzione effettiva ed il potenziamento dei parchi regionali del vulture, della murgia materana, dei calanchi di pisticci e montalbano, del parco di gallipoli cognato, e  comunitaria attraverso il completamento delle reti di zone sic e zps e la loro esclusione da qualsiasi intervento antropico invasivo, in particolar modo rispetto alle attività estrattive e/o energetiche

   IX.     Programma di individuazione di zone di Ri-naturalizzazione Integrale.

si tratta di un programma teso ad individuare zone peculiari del territorio regionale nelle quali operare la ri-naturalizzazione integrale, ossia la destinazione degli stessi ad interventi volti a creare le condizioni di ripristino integrale dei rapporti naturali per specifiche esigenze di tutela anche legate ad operazioni di bonifica ambientale e di quanto al punto XI)

     X.     Rimodulazione delle azioni PSR alle loro vocazioni originarie di perequazione del reddito degli agricoltori con metodo tradizionale in zone di prossimità sic e zps.

è evidente l’intento della disciplina comunitaria di tutelare il reddito di questi agricoltori nel riconoscimento di una specifica opera di protezione ambientale e cura del territorio che i metodi tradizionali di coltivazione consentono, tutela ad oggi alquanto poco praticata, quando non distorta, nell’applicazione specifica delle misure degli assi psr che potrebbero essere rimodulate in azioni specifiche per giovani disoccupati, previa iscrizione facilitata nelle specifiche liste professionali, anche in rapporto a specifiche misure psr volte al nuovo insediamento dei giovani agricoltori e di quanto al punto V)   

   XI.     Creazione di una rete di corridoi verdi protetti per il collegamento delle zone di protezione al fine di permettere la mobilità della fauna.

l’evidenza della frammentazione dei territori protetti e della loro non continuità (vedi perimetrazione del parco dell’appennino lucano) impediscono una naturale migrazione e mobilità delle specie animali in ambito protetto, esponendoli a rischi nell’attraversamento di zone antropizzate ed infrastrutture viarie, deve portare alla creazione di specifiche zone di attraversamento protette (corridoi verdi), recintate, protette da vincolo all’accesso ed atte a consentire la migliore mobilità delle specie, con la creazione di specifiche facilitazioni al transito, quali piccoli tunnel di attraversamento stradale sulle arterie a maggior percorrenza, anche in ordine ad una maggiore sicurezza dei veicoli transitanti nell’evitare impatti con le specie in attraversamento

 XII.     Studio e varo di un piano di protezione delle coste sabbiose ioniche fondato sul ripristino dell’apporto naturale di materiali di sedimento dai fiumi, sul ripristino dei corridoi naturali tra spiaggia ed entroterra, sulla difesa delle dune e della vegetazione di duna, sulla limitazione di attività costruttive in prossimità del litorale e sugli eventuali abbattimenti o riduzioni delle stesse e loro ricostruzione in materiali idonei.

crediamo che l’unica opera efficace di protezione dei litorali dello ionio minacciati di erosione sia lo studio di uno specifico piano integrato in grado di valutare ed intervenire sulla totalità dei processi, sia naturali che antropici (che sospettiamo essere i principali artefici di mutate condizioni erosive in zone che normalmente dovrebbero essere di espansione storica dei litorali stessi, vedi ad esempio la posizione delle evenienze archeologiche degli antichi porti della magna grecia), per riportare a stato di equilibrio l’apporto dei materiali sedimentosi e l’erosione marina, giudicando del tutto errata la continuazione della attuale gestione fatta di costosi ripascimenti di sabbie e posa di strutture di contenimento in mare

XIII.     Programma di abbattimento di ogni struttura edilizia abusiva costruita lungo le zone di rispetto fluviale, lacustre e marino.

crediamo che il punto sia chiaro e non necessiti di ulteriori spiegazioni

 

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