domani, tempo e consiglio regionale permettendo, vorrei scrivere perchè mi tengo lontano dalle “grida” che affollano strumentalmente solo ora “luoghi della contestazione” che tempo fa si era davvero in pochi a frequentare, molti a non conoscere, la maggior parte ad ignorare nel mentre si coltivava l’orticello…e magari due cosette su un po’ di ipocriti può essere che le scriva per la maggior chiarezza!!!

miko somma

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ansa – La Corte d’appello di Palermo ha condannato l’ex senatore Pdl Marcello Dell’Utri imputato di concorso esterno in associazione mafiosa confermando la pena di 7 anni.
Il pg di Palermo Luigi Patronaggio ha chiesto l’arresto, per pericolo di fuga, dell’ex senatore Marcello Dell’Utri

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il programma consegnato al presidente

come già avevo annunciato in un comunicato stampa, mercoledì scorso ho consegnato il programma di comunità lucana nelle mani del presidente de filippo perchè ne prenda le parti che ritiene essere più congruenti al suo programma di basilicata e ad un futuro più roseo per questa regione che ormai affonda tra le paludi del tutt’apposto ed lo stagno maleodoramte del nuovo populismo

miko somma

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25/03/2013

il populismo è una malattia che si cura con amputazioni radicali di democrazia…guai a chi se ne fa portatore per interessi di bottega, agitando fanatismi e plebeismi viscerali che travalicano i temi e diventano fini a se stessi in un general-generico cahier de doleance buono per ogni scopo, persino uccidere la democrazia usando la democrazia

miko somma

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il debito III

Nella trattazione sul debito pubblico è però necessario indicare quali sono gli strumenti usati dallo stato italiano per finanziare il proprio debito pubblico, premettendo che  i titoli di stato sono obbligazioni (detti in inglese bond) emesse periodicamente dal ministero dell’economia e delle finanze per il recupero di liquidità atta sia a finanziare il debito storico dello stato, sia a finanziare il disavanzo di bilancio corrente….i diritti di credito incorporati nel titolo (gli interessi) sono in genere corrisposti al sottoscrittore del prestito o attraverso uno scarto di emissione (la differenza tra il valore nominale del titolo e il prezzo di emissione o di acquisto) o attraverso il pagamento di cedole (fisse o variabili, si tratta cioè di tagliandi numerati ed acclusi al titolo principale a cui corrispondono degli interessi ) durante la vita del titolo stesso, alla cui scadenza viene rimborsato il capitale iniziale (l’importo del debito sottoscritto)…

Il ministero dell’economia e delle finanze emette sei categorie principale di titoli di stato (esistono altre particolari categorie di titoli), ognuno con caratteristiche diverse sia in termini di scadenza, che rendimento e modalità di pagamento degli interessi maturati:

  • buoni ordinari del tesoro (BOT), titoli a breve termine, durata 3, 6 e 12 mesi, privi di cedole, il cui rendimento è dato da uno scarto di emissione (vedi sopra);
  • buoni poliennali del tesoro (BPT), titoli della durata di 4 anni;
  • certificati di credito del tesoro (CCT), titoli della durata di 7 anni e cedole variabili semestrali, legate al tasso Euribor a 6 mesi;
  • certificato del tesoro zero coupon (CTZ), titoli della durata di 24 mesi, privi di cedole;
  • buoni del tesoro poliennali (BTP), titoli della durata di 3, 5, 10, 15 e 30 anni, con cedole fisse semestrali;
  • buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea ((BTP€i), titoli della durata di 5 e 10 anni, nei quali sia il capitale rimborsato a scadenza, sia le cedole semestrali sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea, misurato dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) nella zona euro, calcolato      mensilmente da eurostat….sono stati emessi in passato anche BTP€i con durate di 15 e 30 anni…

esistono inoltre anche buoni emessi degli enti locali, a durata non inferiore a cinque anni, che vincolano gli enti locali a investire il capitale raccolto per i capitoli di spesa deliberati con l’emissione, ma non ci occuperemo di loro in questa trattazione…

l’acquisto dei titoli di stato può essere effettuato sia in asta, quindi al momento dell’emissione sul cosiddetto mercato primario, sia sul mercato secondario, ma in entrambi i casi i soli soggetti abilitati alla sottoscrizione sono solo le banche o gli intermediari finanziari autorizzati, quali i fondi di investimento…

fino a pochi anni fa, esattamente fino al 1999, i titoli di stato erano consegnati fisicamente (in forma cartacea) all’acquirente (titoli materiali), acquirente che doveva recarsi in banca per la riscossione degli interessi allo “stacco” di una “cedola” allegata al titolo stesso, ma tale procedura è stata oggi sostituita dai cosiddetti “titoli dematerializzati”, cioè da titoli che anziché essere consegnati materialmente all’acquirente sono rappresentati da iscrizioni contabili a suo favore presso istituti bancari, quindi l’acquirente ha come prova d’acquisto e possesso la sola ricevuta bancaria e l’estratto conto dei titoli registrati sul suo deposito titoli, consentendosi così un accredito diretto sul conto corrente sia delle cedole, sia del capitale…

sul cosiddetto mercato primario, che è il momento nel quale il titolo stesso nasce, perfezionandosi solo nella sottoscrizione dello stesso, il loro acquisto avviene tramite asta a cui occorre prenotarsi e prenotare la quantità di titoli desiderata con almeno un giorno di anticipo, in un calendario pubblico delle aste dei titoli di stato che si susseguono a cadenza quasi settimanale, dovendosi rinnovare di continuo i titoli in scadenza con altri titoli in sottoscrizione…

i BOT, quindi i titoli a più breve scadenza, sono collocati tramite asta competitiva, una modalità di emissione ed immissione nel mercato dei titoli di stato riservata agli detti intermediari finanziari, che agiscono su ordine dei propri clienti, con una quantità di titoli da assegnare prefissata e sulla quale ogni intermediario ha diritto a fare fino tre offerte distinte, indicando per ciascuna il quantitativo richiesto ed il prezzo di sottoscrizione (con importi per ciascuna offerta non inferiori ad un milione e mezzo di euro) e con offerte che restano segrete fino all’aggiudicazione che avviene per la quantità richiesta all’offerta che presenta il prezzo di sottoscrizione più alto, proseguendosi in ordine decrescente di prezzo fino a che non viene raggiunta la quantità di titoli prefissata, con unici limiti un il prezzo massimo accoglibile (PMA), per evitare che i titoli abbiano rendimenti troppo bassi e siano sconvenienti per gli acquirenti, ed un prezzo di esclusione che impedisce che i rendimenti siano troppo alti e perciò sconvenienti per l’emittente…evitiamo per motivi di brevità di esposizione alcun accenno ai metodi di calcolo dei due prezzi…

BTP, CTZ e CCT sono collocati tramite asta marginale, un’asta sostanzialmente simile a quella competitiviva, ma nella differenza che tutti gli intermediari che si sono aggiudicati dei titoli li pagheranno al prezzo marginale, ossia l’ultimo prezzo accoglibile, al quale verrà aggiudicato l’intero importo offerto, in un meccanismo quindi che tende a premiare chi acquisisce l’intero pacchetto di titoli offerti…  

l’acquisto sul mercato secondario, un segmento delle borse valori, riguarda invece titoli di stato già in circolazione, quindi prima della loro scadenza, in un mercato dove chi acquista deve pagare commissioni all’intermediario finanziario, ma ha il vantaggio di conoscere sia il prezzo di acquisto che di vendita del titolo, trattandosi di una compravendita di titoli già esistenti, quindi i cui parametri iniziali sono già stati fissati, rimanendo alla libera contrattazione, in una dimensione di mercato ovviamente maggiore ed a maggior liquidità che permette la trattazione di una massa di titoli superiore del mercato primario nello scambio tra il titolo ed un prezzo pagato per accedere ad esso…una situazione questa che ovviamente comporta la speculazione come componente della trattazione dei titoli e che se in passato ha permesso raccolte di liquidità impensabili, ha comunque indotto il mondo bancario ad una logica principale basata sugli utili da intermediazione, più che sulla bontà intrinseca dei titoli offerti alla clientela, permettendo così ai cosiddetti “titoli tossici” di invadere e minare il mercato finanziario globale del risparmio legato all’investimento nei titoli di stato…

se infatti i titoli di stato sono stati da sempre considerati forme di investimento finanziario a minor rischio, ciò era dovuto al minore rendimento atteso, rispetto ad altre forme di investimento quali le azioni, e per il fatto che una dichiarazione di insolvenza del debito pubblico di un paese (o il fallimento dello stato emittente il titolo di debito) veniva considerato un evento poco frequente, sebbene alcune eccezioni nell’ultimo decennio (argentina ed Islanda) abbiano dimostrato il contrario, ma ovviamente questa situazione è letteralmente esplosa con le crisi dei debiti sovrani particolarmente della zona euro, potendosi mantenere una situazione di precario equilibrio solo con i massicci interventi finanziari della banca centrale europea (BCE) a sostegno del debito di alcuni paesi a rischio default, attraverso la sottoscrizione diretta od indiretta di quote sempre maggiori del debito stesso…

è cosi evidente come le condizioni inizialmente stabilite nel mercato primario, dove esiste una trattativa diretta tra stato emittente ed acquirente, possano mutare anche radicalmente nel regime di liberi scambi del mercato secondario, influenzando nel loro corso e nella loro valutazione anche le successive emissioni sul mercato primario, in quella che normalmente è chiamata speculazione ed è fortemente influenzata dalle agenzie di rating, enti privati che valutano l’affidabilità del debito di un paese attraverso indici di fiducia alquanto discutibili, poiché molto spesso intravisti come preparatori di eventuali speculazioni sui titoli, più che come serene valutazioni sull’affidabilità dei parametri economici valutati…

se gli investitori infatti possono esercitare un ruolo determinante nella politica economica degli stati, in ragione degli stock di debito posseduti, tramite la compravendita di titoli, appare evidente come una valutazione positiva o negativa, possa influire notevolmente sull’andamento del valore dei titoli di stato e così condizionare pesantemente sia le politiche di emissione dei titoli, sia più in generale scelte economiche altrimenti di competenza sovrana degli stati…

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allerta meteo…

Maltempo: Protezione Civile, domani nuova allerta

24/03/2013 19:15

BAS (ANSA) – ROMA, 24 MAR – Nuovo avviso di condizioni meteo avverse emesso dal dipartimento della protezione civile: dalla mattina di domani lunedì 25 marzo sono previste precipitazioni diffuse anche a carattere di rovescio di forte intensità o temporale su Sicilia, Calabria, Basilicata tirrenica e Marche, con possibile frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. La perturbazione atlantica che sta interessando in queste ore buona parte delle Regioni del nord del Paese porterà infatti da domani un generale peggioramento al centro-sud, con fenomeni più frequenti sulle zone tirreniche meridionali e sulle Marche. ”Sulla base delle previsioni disponibili e di concerto con tutte le Regioni coinvolte cui spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – si legge in una nota – il Dipartimento della Protezione civile ha emesso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quello diffuso ieri”.(ANSA).

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assurdi del golan

(ANSA) – TEL AVIV, 24 MAR – Il nuovo ministro della Difesa israeliano, Moshe’ Yaalon, ha messo in guardia il regime siriano avvertendo di ritenerlo ”responsabile di ogni infrazione” alla sovranita’ d’Israele, lungo la linea delle alture del Golan occupate. Yaalon ha chiarito di aver dato ordine all’esercito di rispondere d’ora in poi immediatamente, colpo su colpo, a ogni proiettile – vagante o voluto – sparato dall’area siriana a ridosso del confine dove si combattono ribelli anti-Assad e lealisti.

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siamo dunque all’assurdo…israele, per bocca del freschissimo neo-ministro yaalon (likud), ex capo di stato maggiore dell’esercito israeliano ed ex capo dei servizi di intelligence, avvisa la siria, dove è in corso una guerra civile devastante tra forze fedeli ad assad ed al suo partito stato baath (lo stesso partito social-nazionalista che fu di saddam hussein in iraq) ed una moltitudine di forze ribelli difficili a quantificarsi e qualificarsi, che risponderà manu militari ad “ogni infrazione alla sovranita’ d’Israele, lungo la linea delle alture del Golan occupate”, una zona in territorio siriano di alture tra il lago di tiberiade, il confine giordano ed il confine con il libano (dove nello specifico esiste da allora una contesa territoriale per 12 fattorie occupate da coloni) di circa 1800 kmq di cui 1200 occupate militarmente da israele nel 1967 in seguito alla guerra dei sei giorni, che mai nessun trattato di pace od arbitrato internazionale ha stabilito appartenere legittimamente proprio ad israele, nonostante nel 2008 contatti negoziali fossero stati avviati senza mai approdare a nulla?…

prove generali di un nuovo intervento israeliano o semplice politica de facto di una annessione definitiva di un territorio che l’onu ha stabilito essere stato occupato illegalmente da israele?

  

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24/03/2013

l’intransigenza è il più potente paradigma dell’inadeguatezza del proprio pensiero al confronto ed al dialogo con le altrui idee

miko somma

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inconsulte dichiarazioni

voglio augurarmi che questa foto, tratta dal profilo fb di grillo, e “rubata” da un amico ad una terza persona che l’aveva postata, foto del profilo che tratta della polemica tra grillo e riccardo pacifici della comunità ebraica di roma, polemica innescata da una intervista rilasciata dal secondo ad un quotidiano israeliano nel quale da alcuni atteggiamenti dello stesso grillo si intravedrebbe una forma di antisemitismo da tradursi in un invito che pacifici rivolgerebbe alla sua comunità a lasciare l’italia, non sia che l’ennesimo vomitatoio dei social network, dove alcuni riversano di tutto e di più, travalicando persino le intenzioni del movimento (ma vai a capire se esistono intenzioni che non siano i diktat dell’insetto) in inconsulte dichiarazioni…sta di fatto che l’antisemitismo anche più ignorante è sempre uno specchietto di una società che va fascistizzandosi!!!

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incarico a bersani

ansa- “Si apre oggi una fase decisiva per dare all’Italia un nuovo governo sulla base dei risultati elettorali”: così ha esordito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine dell’incontro con Pier Luigi Bersani. “L’incarico che sto per dare è il primo passo di un cammino per il raggiungimento dell’obiettivo” che deve portare “al più presto” alla nascita di un esecutivo per una “normale e piena attività legislativa”.

“Ho conferito, in continuità con eloquenti precedenti, all’onorevole Bersani l’incarico di verificare un sostegno parlamentare certo, a un governo che abbia la fiducia delle Camere” ha detto il presidente.

…quindi un incarico esplorativo nell’evidenza che bersani non ha i numeri, ma con l’occhio già rivolto al governo istituzionale che seguirà

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(ANSA) – MILANO, 22 MAR – Silvio Berlusconi e i suoi difensori hanno presentato una richiesta di legittimo impedimento per l’udienza di domani del processo in corte d’appello di Milano per il caso Mediaset in cui l’ex premier e’ uno degli imputati per frode fiscale. Da quanto e’ stato riferito e’ stato inoltrato un fax alla cancelleria della corte d’appello per chiedere un ulteriore rinvio del dibattimento in quanto domani impegnati in una riunione del comitato di presidenza del Pdl…

adesso stai esagerando…FATTI PROCESSARE!!!

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ansa – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha convocato per le ore 17.00 di oggi, al Palazzo del Quirinale, l’Onorevole Pierluigi Bersani. Lo rende noto un comunicato della Presidenza della Repubblica.

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il debito II

nel precedente articolo sul debito abbiamo descritto quattro situazioni abbastanza tipiche di tipologia del debito pubblico, segnatamente:

  1. il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di stato
  2. il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma c’è ancora un disavanzo primario in rapporto al PIL
  3. il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma non c’è un disavanzo primario e le entrate sono più delle uscite, quindi con un rapporto debito/PIL che decresce
  4. il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato e non c’è un disavanzo primario, così le entrate sono maggiori delle uscite

prima di scendere nel dettaglio di queste quattro situazioni che meglio tratteremo nell’articolo seguente, dobbiamo però dare un’occhiata alla composizione del debito pubblico italiano che risulta nell’emissione di titoli di stato (che rimangono ancora la maggior componente del debito pubblico stesso) sempre più “lunghi” nella loro esistenza, quindi tendendo i titoli ad assumere una scadenza sempre più pluriennale, come si evince da un rapido confronto tra la situazione debitoria del 1982 con un debito di poco più di 232.000 miliardi di lire e durata media di vita dei titoli di poco più di un anno e quella del 2009 con circa 1.500 miliardi di euro (oggi oltre 2000) ed una vita media dei titoli passati nel frattempo a 7 anni, quindi con un prevalere netto di titoli a scadenza 5 e 10 anni rispetto ad altre tipologie a più breve scadenza…ma questo cosa significa?

ovvio che aver prolungato la vita media dei titoli pone minori difficoltà nella gestione del rifinanziamento a breve del debito, ma ha come conseguenza una sempre maggior dipendenza del sistema dal finanziamento di lungo corso, quello cioè praticato dai maggiori investitori internazionali più capaci di poter disporre di risorse adeguate ed impegnate per lungo tempo, quindi con adeguati capitali di rischio (essendo comunque sempre ciò che viene investito sul debito di un terzo, fosse anche un paese, un rischio) ben compensati però dai tassi di interesse praticati, piuttosto che di quei fondi che impegnando il risparmio privato di pensionati e lavoratori, necessitano di rischi minori e di una più pronta “cassa” degli investimenti…

prova di questa tendenza è il fatto che dalla metà degli anni 90 il debito pubblico italiano comincia ad essere allocato massivamente all’estero, mentre fino al 1995 da fonti della banca d’italia (http://www.bancaditalia.it/statistiche/finpub/pimefp/2011/sb14_11/suppl_14_11.pdf ) la percentuale detenuta da investitori italiani, principalmente famiglie che così gestivano o venivano indotte a gestire l’allora alta propensione italiana al risparmio, raggiungeva il 95% del debito stesso, in una corsa sempre più marcata all’allocazione all’estero che oggi ha portato a circa il 56% del nostro debito nelle mani di investitori stranieri, principalmente la francia che ne detiene il 30%, ed a seguire germania e regno unito, in uno schema di possesso del debito che è abbastanza costante per quasi tutti i debiti pubblici europei più a rischio, come da una inchiesta del new york times il cui schema accludiamo al link (http://www.nytimes.com/interactive/2010/05/02/weekinreview/02marsh.html?_r=0)

e da questo punto di vista occorre sottolineare che per un paese l’investimento nel debito altrui è fonte di una casa continua che fino a quando esiste stabilità nel rientro degli interessi produce effetti positivi sulla propria bilancia dei pagamenti, attraverso il rientro costante di flussi di cassa pluriennale dovuti all’investimento iniziale della propria liquidità, potendosi tra le altre stabilire condizioni di particolare favore in trattati commerciali e supporti logistici (qualcuno dei lettori ricorderà nel precedente articolo-lancio su cipro come la principale contropartita di eventuali investitori stranieri, segnatamente la cina, sia la disponibilità logistica di porti nel mediterraneo pronti per le proprie merci, porti barattati dai governi con investimenti sul proprio debito, cosa tra le altre già accaduta con la grecia a proposito del porto del pireo)…

quindi la situazione si prospetta in questo modo, con il nostro debito ormai stabilmente nelle mani di paesi terzi, attraverso l’intermediazione di grandi investitori internazionali che gestiscono le enormi partite finanziarie…ed è questo un punto importante, quanto cioè il potere di indirizzo di questi intermediari determini poi l’effettivo controllo del denaro con cui questi paesi investono sul nostro debito, dal momento che erroneamente si potrebbe pensare che siano gli stessi paesi terzi ad investire direttamente partite del loro bilancio, mentre la realtà recita che gli investitori finanziari sono “incoraggiati” dai paesi terzi a rastrellare sul proprio mercato del credito interno le somme necessarie ad investimenti che se da un lato hanno una grande valenza geo-strategica, dall’altro però consentono delle rendite di posizione a queste “famiglie” (le definisco tali perché la loro composizione ricalca ancora lo schema tardo-medioevale/moderno del potere finanziario europeo) che sarebbe illusorio pensare siano solo denari, enormi flussi di denaro, quanto piuttosto la creazione di vere e proprie “signorie”…

ma qui ci avvieremmo a discorsi troppo ampi e speculativi sulla composizione dei reali poteri internazionali, se siano cioè più potenti gli stati o chi detiene le leve del loro controllo finanziario attraverso quegli strumenti liberisti che hanno consentito, a partire dagli stati uniti dell’epoca clinton, alle grandi banche d’investimento mondiale di intervenire sul mercato del credito commerciale, facendo di fatto partire la grande speculazione-bolla finanziaria di questi anni…stiamo ai fatti del nostro debito pubblico

ricordando che se un paese indebitato crolla, crollano anche i creditori, quindi è interesse degli stessi mantenere in esistenza il debito stesso, ogni discussione sull’esistenza del debito verte su quanto un paese possa tassare i propri cittadini o diminuire la spesa pubblica per ripagare i sempre maggiori interessi che saranno dovuti a chi ha sottoscritto il nostro debito, e ricordando che alla data attuale sono circa 80 i miliardi di euro che ogni anno dobbiamo corrispondere come interessi nelle varie aste per il rinnovo dei titoli, la discussione sul notro debito è proprio questa…quanto cioè le politiche di contrazione della spesa pubblica in atto e gli aumenti di imposizione fiscale diretta (imposte) ed indiretta (tasse) saranno sopportabili dagli italiani?

la presenza di un così forte debito pubblico all’interno del bilancio dello stato (abbiamo superato stabilmente i 2000 miliardi di euro con un rapporto tra debito e PIL del 127%) pone il problema del controllo stretto sulla sua espansione, evidentemente già al limite del rientro da tempo, e del relativo rischio di credito, che cioè il paese non sia più in grado di onorare gli impegni sottoscritti con i creditori, quindi non riesca a rinnovare il credito stesso e non riceva più denaro per il funzionamento della macchina pubblica, dovendo così rifinanziare di continuo il debito, ma la tempo stesso intervenire pesantemente come abbiamo detto sia sulla spesa pubblica, tagliando le partite “meno produttive” (virgoletto proprio per sottolineare quanto erroneo e distruttivo socialmente sia l’uso di questo termine così caro, seppur poco pronunciato, ai ristrutturatori della spesa pubblica), sia sulle tasse, sia attraverso l’emissione di nuovi titoli di debito, nel rischio però di arrivare ad una emissione superiore a quanto il mercato riesca ad assorbire ed alla conseguente insolvenza su alcune partite in scadenza…

l’esigenza di tenere sotto controllo l’espansione del debito pubblico ha quindi due principali motivazioni:

  • la prima, di carattere finanziario, attiene alla difficoltà reali di trovare chi finanzia il debito pubblico quando questo cresce troppo velocemente e non riesce ad essere onorato alle scadenze, calando la fiducia dei mercati nella redditività del debito stesso con effetto un necessario aumento degli interessi sul capitale investito, quindi con rendimenti più elevati (è questo l’effetto visibile dello spread, cioè il differenziale sugli interessi del debito che paga un altro paese considerato più affidabile) ed analogo aumento degli interessi subentra se,  crescendo la tassazione del risparmio investito sul debito pubblico, diminuisce l’interesse netto che rimane al risparmiatore, poco invogliato ad investire quindi se non con la promessa di maggiori interessi…e maggiori interessi aggravano il deficit pubblico, cioè quanto occorre per arrivare al pareggio di bilancio, facendo ulteriormente aumentare il debito ed innescando un circolo vizioso che porta come estremo fino alla possibile dichiarazione di insolvenza del debito ovvero al fallimento.
  • la seconda riguarda il cosiddetto “effetto spiazzamento”, cioè il sottrarre sempre maggiori risorse ai consumi ed agli investimenti dei privati con conseguenze sempre più negative sulla crescita economica che alle attuali condizioni di gestione dell’economia è l’unica in grado di offrire un tappo alla falla del debito pubblico crescente (vedremo in seguito come questo assunto sia relativo e crediamo abbastanza dogmatico), pur se è vero che se maggiori interessi sono distribuiti ai detentori dei titoli, quando queste siano imprese, privati e banche commerciali che possono tornare a prestare al circolo economico, degli effetti positivi sono creati nell’ovvia considerazione che un debito interno che riporta gli interessi nel ciclo interno dell’economia ha degli effetti positivi (avremo modo di riparlarne nella nostra proposta di gestione del debito

 

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